A22, costituita una cabina di regia tra i soci pubblici

24 Gennaio 2020

Si è svolto ieri (23 gennaio) a Trento l’incontro tra i soci pubblici di A22 per discutere, alla luce delle ultime novità legislative approvate, della prosecuzione della trattativa riguardante l’affidamento della gestione della tratta autostradale Brennero-Modena.

I soci pubblici, all’unanimità, hanno condiviso la volontà di sostenere l’iniziativa di dialogo della ministra delle infrastrutture e dei trasporti, Paola De Micheli, con gli Uffici della Commissione europea di Bruxelles, che dovrebbe avvenire a breve, il cui obiettivo è quello di ottenere il via libera al mantenimento degli attuali soci privati all’interno della compagine societaria della futura concessionaria, con la conseguente modifica dell’art. 13-bis del decreto legge 148 del 2017.

Inoltre, per garantire maggiore rappresentatività nelle trattative, si è deciso di costituire una cabina di regia che sarà composta dal presidente della Regione e della Provincia autonoma di Bolzano, Arno Kompatscher, dal presidente della Provincia autonoma di Trento, Maurizio Fugatti, nonché da un rappresentante per ciascuno dei territori di Verona, Mantova, Reggio Emilia e Modena e da un esponente della Società Autostrada del Brennero S.p.A., il cui compito sarà quello di condividere progressivamente le scelte e le evoluzioni della trattativa stessa.

La cabina di regia, per favorire la sollecita e positiva prosecuzione della procedura, nonché per condividere con il Ministero la volontà dei soci pubblici, chiederà già per la prossima settimana, un incontro con la ministra Paola De Micheli.

Alto Adige Innovazione – 24/01/2020

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A22, un nuovo Comitato e trattativa con l’Ue sui soci privati

Sarà un nuovo Comitato ristretto, composto dai rappresentanti degli enti territoriali rappresentati in Autobrennero, d’ora in avanti, a presentarsi al tavolo delle trattative con Roma o Bruxelles sulla complicata questione del rinnovo della concessione autostradale. Un Comitato del quale faranno parte il governatore trentino Maurizio Fugatti, quello altoatesino Arno Kompatscher, il sindaco di Verona Federico Sboarina e quello di Mantova Mattia Palazzi. Di questo nuovo organismo farà parte anche un socio “tecnico” di A22. Chi sia non è ancora stato deciso, ma tutto fa ritenere che dovrà essere per forza di cose l’amministratore delegato Diego Cattoni.

La decisione è stata presa ieri nel corso di un incontro tra i soci pubblici di A22 convocato per fare il punto della situazione a distanza di ormai molte settimane dall’ultimo faccia a faccia romano con la ministra delle infrastrutture Paola De Micheli. Ad oggi – con la proroga dei termini per la firma della concessione spostata al 30 giugno 2020 – le trattative con Roma sono di fatto congelate. Per sbloccare la situazione, ieri, i soci hanno deciso di modificare la strategia e concentrarsi ora esclusivamente sui rapporti con Bruxelles (attraverso un pressing romano) nel tentativo di convincere l’Europa (e il commissario Gentiloni) a considerare l’A22 una società in house benché con la presenza (del tutto minoritaria) dei soci privati. Questo consentirebbe di evitare lo spinoso (e finora irrisolto) problema della loro liquidazione che – secondo la Corte dei Conti del Trentino Alto Adige – non potrebbe superare una certa somma, somma che non pare essere considerata congrua dagli stessi soci privati.

Trentino – 24/01/2020

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Digitalizzazione: Callari, Fvg per federalismo digitale territori

23 Gennaio 2020

Assegnare alle Regioni un ruolo di governance nel processo di digitalizzazione e informatizzazione del Paese.

È questo l’obiettivo di ‘Smart Regions 2025, fare sistema per una repubblica digitale’, la proposta di intesa Regioni-Governo che l’assessore ai Sistemi informativi del Friuli Venezia Giulia, Sebastiano Callari, nella sua veste di coordinatore della Commissione agenda digitale della Conferenza delle Regioni e Province autonome, riunitasi oggi a Roma, ha consegnato al ministro per l’Innovazione, Paola Pisano.

“L’accordo, se condiviso dal Ministero – ha spiegato Callari -, assegna formalmente alle Regioni il ruolo di aggregatore territoriale per il digitale (Atd), che pone le basi per una sorta di federalismo digitale dei territori, un sistema alternativo alle politiche di centralizzazione avviate nel settore e che, come nel caso della banda ultra larga, non stanno raggiungendo gli obiettivi sperati. Il modello organizzativo, già sperimentato in sanità, è quello hub and spoke, che si avvale di un polo strategico nazionale, ma lascia la gestione operativa e dei dati alle Regioni”.

Oltre a prevedere la costituzione di un tavolo permanente sul sistema informativo, per garantire un allineamento costante tra Regioni e Governo e la piena convergenza di intenti tra istituzioni, la proposta è quella di istituire un fondo nazionale per la digitalizzazione delle pubbliche amministrazioni, stimato in cento milioni di euro all’anno per un triennio.

Tra gli obiettivi operativi figura l’avvio, nei portali regionali entro il 2025, del servizio di pagamento PagoPa per le imprese, il settore edilizio, la sanità, il lavoro e il sociale.

Regione Autonoma Friuli/Notizie dalla Giunta – 23/01/2020

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Porti del Veneto: indotto da 21 miliardi di euro con oltre 92mila occupati

Tra produzione diretta, indiretta e indotto, il sistema portuale veneto pesa per 21 miliardi di euro di cui: 11,7 miliardi di produzione diretta, 7 miliardi di produzione indiretta e 2,3 miliardi di indotto, equivalente alla produzione generata dai consumi delle retribuzioni lorde percepite dalla forza lavoro coinvolta. Circa 10,6 miliardi della produzione totale rimangono nella città metropolitana, 3,9 nel resto del Veneto e i rimanenti 6,4 nel resto del Paese.
I risultati si evincono dallo studio “L’impatto economico e sociale del sistema portuale veneto”, realizzato da Centro Studi Sintesi e Smart Land per l’Autorità di sistema portuale del mare Adriatico settentrionale e Camera di Commercio di Venezia Rovigo e presentato a Porto Marghera nella Venezia Heritage Tower con il supporto di Unioncamere Veneto e il patrocinio del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti.

Il posizionamento del sistema portuale veneto, comprendente i porti di Venezia e di Chioggia, nei diversi ambiti operativi e rispetto ai competitor nazionali ed europei, appare decisamente rilevante se si considera che Venezia è il primo home port crocieristico nazionale con 1,56 milioni di passeggeri movimentati e il porto di Chioggia, nel settore della pesca, è secondo solo a Mazara del Vallo grazie alle 16,788 tonnellate di pescato e alle oltre 5,5 migliaia di tonnellate di stazza complessiva della flotta peschereccia. Tra i porti mercantili, lo scalo veneziano risulta settimo a livello nazionale grazie alle oltre 26 milioni di tonnellate di merci movimentate.

Il sistema portuale del Mare Adriatico settentrionale dimostra una spiccata vocazione di porto multi-purpose, dove nessun ambito prevale sull’altro in modo rilevante e dove la filiera agroalimentare si affianca a quelle siderurgica, chimica, energetica, commerciale, turistica e a quella della pesca. La multifunzionalità è sinonimo di flessibilità e rappresenta un valore aggiunto rilevante, poiché consente agli scali di Venezia e Chioggia di assorbire i cambiamenti repentini e imprevedibili dell’economia, orientando le priorità ora su uno ora sull’altro settore in funzione della congiuntura più o meno favorevole.

L’indagine dimostra anche come la vocazione multi-purpose del porto abbia accompagnato e sostenuto la crescita del territorio e delle sue imprese: nei settori analizzati, i flussi in ingresso al porto risultano strettamente funzionali al territorio regionale e al Nordest, aree per le quali il porto è una primaria fonte di alimentazione, tanto che le stesse aree coincidono con le destinazioni finali della quasi totalità delle merci movimentate dal sistema portuale. Ne consegue che il venir meno della funzionalità del porto provocherebbe danni consistenti all’intero sistema economico locale e regionale. Emerge, inoltre, come rilevante l’opportunità di includere il sistema portuale all’interno delle prossime scelte strategiche regionali sia in termini infrastrutturali sia economici.

L’analisi del tessuto produttivo di riferimento consente di ricostruire l’area gravitazionale del sistema portuale dal punto di vista dei livelli di produzione e occupazione generati. È dunque possibile quantificare in 1.260 le aziende direttamente impiegate a Venezia e in 322 le aziende impiegate a Chioggia, per un totale di 21.175 addetti. Le aziende coinvolte dal porto di Venezia sviluppano un valore di produzione diretto di 6,6 miliardi di euro, pesando per il 27% sull’economia comunale e per il 13% su quella metropolitana.

Misurando anche l’indotto, l’impatto economico totale è quantificabile in 92.284 posti di lavoro, il 61% registrati nell’ambito metropolitano, il 13% nell’ambito regionale al di fuori della città metropolitana e il 26% in Italia al di fuori del Veneto.

Trasporti-Italia.com – 23/01/2020

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