Brennero: chiusura totale della ferrovia dal 1° al 9 agosto

19 Luglio 2021

A causa di lavori di manutenzione infrastrutturale la Camera di Commercio di Bolzano ha dato avviso che la linea ferroviaria tra il Brennero e Fortezza sarà completamente chiusa dalle 23.00 di domenica 01 agosto alle 04.00 di lunedì 09 agosto e che tale chiusura completa interesserà anche il traffico merci.

• I collegamenti ROLA Trento – Wörgl – Trento sono cancellati senza sostituzione dal 1° al 22 agosto.
L’orario della ROLA Trento – Wörgl – Trento può essere consultato qua.

• La ROLA Brennero – Wörgl – Brennero viaggia secondo gli orari.
Informazioni sugli orari e su come prenotare possono essere trovate qui.

• I collegamenti dei treni merci attraverso l’asse del Brennero da/per Verona sono deviati o cancellati.

A causa della chiusura della linea ferroviaria – precisa Confartigianato Trasporti in una breve nota – ci si aspetta un aumento del volume di traffico sull’autostrada del Brennero. Ove possibile, si raccomanda di utilizzare percorsi alternativi, ad esempio attraverso il Tarvisio.

Le compagnie ferroviarie assicurano che provvederanno in tempo utile a fornire informazioni in merito a variazione dell’orario di servizio dalle 23.00 di domenica 1° agosto alle 04.00 di lunedì 09 agosto.

Trasporti-Italia.com – 19/07/2021

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Un futuro a pedali per la sostenibilità: in arrivo mOOve, la nuova pista ciclabile hi-tech

Allo scopo di innovare il settore delle infrastrutture bike friendly, la startup milanese Revo ha realizzato mOOve, un tappeto modulare, in plastica o gomma riciclata, che può essere fissato su qualsiasi superficie già esistente. Non c’è quindi bisogno di scavi né di cantieri stradali e i tempi d’installazione si riducono, come anche i costi di produzione e di manutenzione. In più il sistema è rimovibile e riposizionabile altrove.

Una pista connessa con gestore e bikers

La ciclabile componibile è costituita da due parti indipendenti: uno strato esterno che costituisce il fondo stradale, realizzato con polvere di pneumatico; ai lati due minitunnel in cui far scorrere cavi, linee elettriche e sensori di rilevamento. Con i sensori è possibile controllare lo stato della superficie stradale che facilita la manutenzione ordinaria e permette quella predittiva: attraverso i dati, infatti, il gestore conosce in anticipo il punto della pista che si sta deteriorando e in quanto tempo si dovrà intervenire. Le unità elettroniche e i sensori possono fornire l’illuminazione della pista, la segnaletica orizzontale nonché segnalare parcheggi scorretti e invasioni della pista.

L’infrastruttura di Revo può essere anche connessa e fornire informazioni ai ciclisti che la percorrono. Permette di raccogliere informazioni utili e monitorare tutti gli elementi di interesse: quante persone la percorrono e quanto tempo impiegano, la tipologia del traffico e degli utenti, le caratteristiche ambientali (temperatura, pressione, umidità, qualità dell’aria).

L’applicazione sulle ferrovie dismesse

Oltre all’ambito urbano, una delle potenziali applicazioni di mOOve è legata alle ferrovie dismesse: la pista va a coprire i binari, senza dover smantellare niente, trasformando la linea inutilizzata in un percorso cicloturistico pronto all’uso e altamente tecnologico, capace di restituire linfa ad aree rurali depresse.
E l’utilità per il mondo ferroviario non si limita alle greenways: i dati raccolti attraverso la pista possono contribuire allo sviluppo dell’intermodalità treno+bici, a strutturare e modellare le ciclostazioni e il servizio di trasporto bici in base alla domanda.

Intanto mOOve si prepara alla futura inaugurazione in città: entro la fine dell’estate del prossimo anno con una prima applicazione sperimentale in un grosso capoluogo dell’Emilia Romagna.

Trasporti-Italia.com – 19/07/2021

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Consorzio ZAI e FAI Verona lanciano la prima Area Buffer unica in UE

È stato presentato questa mattina al’Interporto Quadrante Europa di Verona il progetto che porterà alla costruzione di un’Area Buffer adiacente all’area interportuale. L’iniziativa è stata ideata e portata avanti dalla FAI Verona – Federazione Autotrasportatori Italiani, in intesa con Consorzio ZAI, l’ente Pubblico Economico gestore dell’Interporto Quadrante Europa.

All’evento erano presenti Matteo Gasparato, in qualità di Presidente del Consorzio ZAI, Alessio Sorio – Segretario di FAI Verona, Lorenzo Cardo – Presidente di DigITAlog, e Marcello Mariani – Segretario Generale di UIR (Unione Interporti Riuniti).

Il progetto di Area Buffer si inserisce perfettamente in un percorso che Consorzio ZAI ha portato avanti in questi anni e che continuerà nei prossimi, concentrandosi su alcune parole chiave come transizione energetica e digitale, innovazione tecnologica e sostenibilità, sicurezza per i cittadini e gli operatori del trasporto. Alcune tappe di questo percorso sono costituite da:

  • Il recente Accordo firmato con il Comune di Verona denominato “Controllo Area Quadrante Europa” con il quale è stato istituito un tavolo tecnico permanente tra il Comando della Polizia locale e i vertici del Consorzio Zai per analizzare il tema della sicurezza giorno per giorno, con particolare riferimento al cabotaggio, ai tempi di guida e al riposo degli autisti, ai falsi documenti di guida e di trasporto, alle merci pericolose e ai reati di furto e di ricettazione che vengono segnalati in zona.
  • L’area di sosta sicura per autotrasportatori oggi in fase di realizzazione con il contributo del programma CEF, nell’ambito del progetto europeo PASS4CORE coordinato dal Consorzio ZAI e al quale aderiscono, oltre al Ministero delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibili, altri 4 interporti, concessionarie autostradali e soggetti privati per la creazione di un network nazionale di parcheggi sicuri certificati.
  • Il processo di digitalizzazione avviato da Quadrante Servizi, controllata di Consorzio ZAI, presso uno dei terminali intermodali dell’interporto, e le sperimentazioni in corso con Terminali Italia sul tema dell’innovazione nel trasporto intermodale.

Il progetto prevede la costruzione di un’Area Buffer per gli autotrasportatori su una superficie complessiva di 315.000 mq, dotata di servizi attivi h24. Tra questi il parcheggio dedicato, il rifornimento di carburanti e lavaggi, e i servizi di noleggio, rimessaggio e manutenzioni notturne. L’area comprenderà anche un motel e servizi di ristorazione e formazione. L’iniziativa sarà inoltre all’avanguardia sia dal punto di vista della sicurezza, essendo dotata di un sistema di controllo accessi tramite portale dedicato, servizi di videosorveglianza e spazi sicuri per merci pericolose, sia sotto l’aspetto dell’innovazione, prevedendo infatti la sperimentazione di biocarburanti, la conversione delle gru a LNG, e la produzione di energia pulita. Infine, da sottolineare la collaborazione con AMIA, che ha permesso l’utilizzo dell’area ex discarica Canove di oltre 60.000 mq, per realizzare aree verdi e spazi adibiti ad attività fisica per gli operatori stradali.

Con questa iniziativa, la FAI Verona ha raccolto l’interesse di operatori privati vicino all’autotrasporto, ognuno dei quali specializzato nell’erogazione di specifici servizi (come, ad esempio, la sanificazione certificata degli spazi di carico dei veicoli). L’investimento ammonta ad oltre 35 milioni di euro e si prevede che la nuova Area Buffer entri in funzione entro il 2023.

Il Presidente del Consorzio ZAI Matteo Gasparato ha espresso il suo apprezzamento per l’iniziativa: “È un progetto fortemente voluto dalla FAI in collaborazione con il Consorzio ZAI e DigITAlog. Il progetto è all’avanguardia in Europa, sia come servizi offerti, sia sotto il profilo della sicurezza e dell’innovazione. Siamo certi che quest’iniziativa farà da azione pilota per le altre realtà interportuali, nazionali e internazionali, confermando così Verona come Interporto di assoluta eccellenza nel panorama europeo”

Anche Alessio Sorio si è detto soddisfatto del progetto: “FAI Verona sta lavorando da anni per migliorare il mondo del trasporto. Con la preziosa collaborazione del Consorzio ZAI, che gestisce il Quadrante Europa, il più importante Interporto Europeo, è stato pensato e realizzato il progetto di un’Area Buffer che aiuti lo sviluppo dei trasporti intermodali migliorando anche l’impatto ambientale, la vita degli autotrasportatori, degli operatori e degli abitanti dei comuni interessati dalle attività interportuali”.

Soddisfazione espressa anche dal Presidente di DigITAlog Lorenzo Cardo: “Il progetto presentato oggi si inserisce perfettamente nelle attività di DigITAlog, visto che siamo sempre orientati ad individuare le modalità più efficienti di integrazione delle attività operative, dei processi logistici e dei flussi informativi all’interno di interporti e porti italiani, con particolare riferimento alle attività terminalistiche, in relazione con il mondo dell’autotrasporto”.

Veneto Report – 16/07/2021

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Fedespedi: nel 2020 aumento di fatturato per le compagnie di navigazione nonostante il calo dei traffici

“Le compagnie di navigazione: un’analisi economico-finanziaria – bilanci 2020 e trimestrale 2021”. Il Centro Studi Fedespedi ha elaborato per il 6° anno consecutivo il report con lo scopo di analizzare le performance economico-finanziarie delle principali compagnie di navigazione, il cui ruolo è stato più che mai cruciale lungo le filiere trasportistiche del container nel corso del 2020 e in questa prima metà del 2021.

Oltre ai bilanci 2020, sono stati analizzati anche i risultati del I trimestre dell’anno in corso (2021) di 6 delle 11 società considerate. L’estensione dell’indagine si è resa necessaria per monitorare l’andamento del settore dello shipping in un momento particolarmente difficile per l’economia internazionale, anche a causa delle continue disruption della supply chain marittima globale.

Nel 2021 aumenta la capacità delle principali compagnie

Dall’analisi è emerso che nel corso dei primi mesi del 2021, la capacità delle principali compagnie è aumentata nel complesso di poco più di 500.000 Teu. La flotta a disposizione delle 11 compagnie analizzate è pari a 2.822 navi, il 46% delle portacontainer totali, che sale al 55,8% comprendendo MSC. La capacità complessiva è pari a circa 16 milioni di Teu (68.6% del totale, 84,6% con MSC), con un aumento, sul 2019, del 3,6%.
Le società coinvolte nelle tre grandi alleanze controllano l’85% dell’offerta di capacità e il 51,5% delle navi. Le compagnie analizzate hanno movimentato nel 2020, circa 108,3 milioni di Teu, con una flessione sul 2019 del -2,4%. Considerando anche la stima del movimentato di MSC, le principali compagnie trasportato circa 130 Mio. TEU, ossia il 73,8% del totale mondo.

Il 2020 ha segnato un deciso punto di svolta per le compagnie di navigazione, che nonostante il calo dei traffici in volume, grazie al forte aumento dei noli e a misure di contenimento dei costi, hanno realizzato non solo significativi aumenti del fatturato, ma soprattutto ottimi risultati in termini di utili finali, a differenza di quanto accadde nel 2019. In particolare: i principali indici di bilancio, quali ROS, ROA e ROI sono di segno positivo per tutte le società analizzate; anche gli indicatori finanziari mostrano un generale miglioramento rispetto al 2019; i livelli della redditività operativa (Debiti finanziari a breve e M-L/EBITDA) sono in linea, rispetto agli anni passati, con gli impegni finanziari assunti, garantendo così un maggiore equilibrio di gestione; la strategia messa in atto dai carrier si è sostanziata nel positivo andamento dei risultati di bilancio per il I° trimestre dell’anno in corso.

I fattori che incidono maggiormente sono: la domanda di trasporto sulla rotta transpacifica che si mantiene vivace, nonostante incertezze e tensioni ancora presenti nei mercati, soprattutto quello europeo; un’ulteriore crescita dei noli, che continua nel corso del corrente anno. Per alcune società i risultati sono anche la conseguenza della riorganizzazione delle società stesse e dei loro modelli di business, verso una integrazione verticale nel settore logistico.

Trasporti-Italia.com – 16/07/2021

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Att. produttive: Bini, al via lavori centro logistico da 12mln euro

15 Luglio 2021

“Un investimento importante per la Carnia e per la montagna friulana, da 12 milioni di euro, somma assegnata in buona parte dalla Regione, che è una dimostrazione di come stiano funzionando i rapporti tra l’Amministrazione regionale, i Consorzi e i territori. Qui verrà costruito un polo logistico importantissimo a disposizione delle nostre aziende. Un’ulteriore dimostrazione che questa è una Regione vicina al tessuto produttivo, che può contare su consorzi virtuosi, ed è in grado di realizzare in tempi brevi opere significative per il territorio e per l’economia locale e non solo. Il termine dei lavori di questo importante cantiere è previsto già entro la primavera del prossimo anno”.
È il commento dell’assessore regionale alle Attività produttive, Sergio Emidio Bini, al termine del sopralluogo compiuto a Tolmezzo al cantiere del nuovo Centro per la logistica, che viene realizzato da Carnia Industrial Park e avrà una superficie coperta di circa 20 mila mq e un’altezza di 14 metri.
La struttura è destinata allo smistamento delle merci in arrivo e in partenza dalla Carnia, sarà dotato di 19 bocche di carico, accessibile da 5 portoni sezionali carrabili. L’area esterna per il carico e scarico avrà una superficie di 13 mila metri quadrati.
L’investimento complessivo per l’opera sarà di 11 milioni 570 mila euro, dei quali, 8 milioni 233 mila a carico della Regione derivanti dalle leggi Rilancimpresa e SviluppoImpresa, mentre 3 milioni 470 mila sono fondi messi a disposizione dal Consorzio.
Nella nuova struttura lavoreranno 50 persone, parte in trasferimento da altre sedi, parte frutto di nuove assunzioni.
Le aziende destinatarie della struttura, selezionate con la procedura di evidenza pubblica, sono la Marelli Automotive Lighting Italia Spa e LogLab, del Gruppo Ceccarelli, la prima del settore automobilistico, la seconda del comparto delle spedizioni e logistica.
A guidare l’assessore Bini nel corso della visita al cantiere c’erano il presidente di Carnia Industrial Park, Roberto Siagri, il direttore dei lavori, Davide Ferro, e i responsabili delle imprese appaltatrici.

Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia/Notizie dalla Giunta – 15/07/2021

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Mezzo miliardo di ricavi e 4 mila lavoratori, Royal Caribbean e Norwegian non andranno a Marghera: ecco il conto dello stop alle Grandi Navi a Venezia

Le compagnie di crociera americane hanno comunicato la propria contrarierà a posizionare navi a Marghera in assenza di condizioni minime di sicurezza. A queste si dovranno aggiungere le navi di lusso come Viking, Azamara, Silversea e Ritz Carlton.

di Roberta Paolini

Cento sessanta milioni di investimenti per la marittima del Venice Terminal Passeggeri (valore che sale a 500 milioni considerando le risorse stanziate dalla nascita del terminal) che rischiano di essere annullati. Circa 410 milioni di euro generati dalla filiera legata al mondo cruise in fumo. Migliaia di posti di lavoro a rischio. Oltre all’azzeramento dei ricavi di Vtp, che almeno nel breve termine non avendo un punto di accesso per le navi, risulta proprietaria di una concessione per un terminal inutilizzato. Nel futuro si vedrà. Eccolo il conto dello stop alle Grandi Navi a Venezia dal primo agosto e il loro dirottamento a Marghera.

Al momento c’è tutta un’area marittima, con i suoi otto accosti per le navi da crociera, che rimarrà vuota in attesa di capire in che modo e se convertire l’area, in assenza di altre soluzioni. Infine, le compagnie, quelle americane hanno già detto che a Marghera non andranno, le altre dovranno comunque rivalutare molte cose a cominciare dal fatto che la città lagunare sia un “transito” o un “home port”.

Venezia è la stella dell’Adriatico, tutti i porti che ci sono, dedicati allo scalo delle crociere, hanno un senso perché c’è la città lagunare. Nessun porto ha l’appeal, ma in parte neppure l’infrastruttura per le navi da crociera di cui dispone Venezia.

Una soluzione per non passare dalla Giudeccaevitando di distruggere l’economia generata dalla crocieristica, almeno sulla carta, ci sarebbe.

Vtp aveva proposto – ed è tornata a spingere – per l’escavo del canale Vittorio Emanuele III, che salverebbe l’accesso alla marittima. Una soluzione per altro che, come ha ricordato, il presidente di Venice Terminal Passeggeri, Fabrizio Spagna, “prevedeva un investimento di poco superiore ai 30 milioni di euro per gli interventi manutentivi” in linea con il Piano Regolatore Portuale vigente “con un progetto ad alta sostenibilità ambientale e che prevedeva la valorizzazione della Marittima su cui sono stati investiti 160 milioni di € di fondi pubblici e privati”. Volendo peccare di malizia forse era una soluzione troppo a buon mercato per un tema così grande, che invece può calamitare ben altre risorse.

Resta il fatto che fonti vicine alla vicenda dicono che l’amministrazione di Venezia stia già ragionando sull’area Vtp come se la società avesse ormai restituito le chiavi dell’area. La concessione sul terminal va a scadenza nel 2025 e il Governo Draghi avrebbe assicurato l’amministrazione Zaia di ristorare le ingenti risorse economiche che verranno perse, va ricordato per altro che la Regione è il principale socio proprio di Vtp tramite la finanziaria Veneto Sviluppo.

Infine c’è la questione delle compagnie, Galliano Di Marco, direttore generale di Vtp, afferma che il danno del Decreto Ministeriale è significativo, in quanto “esclude anche le navi più piccole, quelle del settore del lusso a cui puntava tutto il territorio in quanto esempio principe di quel turismo di fascia alta e con altissimo potenziale di spesa che dal 1° agosto non potranno più arrivare alla Marittima”. Il danno, prosegue, deve necessariamente tenere conto anche del fatto che “Il mercato non aspetta, ad oggi le interlocuzioni con le compagnie sono assidue, ma non è dato sapere ancora quali orientamenti prenderanno per il futuro degli itinerari e se essi comprenderanno o meno Marghera”.

Poi c’è la questione Marghera, che come è oggi non può accogliere le navi, e infatti nel decreto sono previste risorse ad hoc per sistemare le banchine, ma anche per l’escavo dei canali, come il Canale dei Petroli che va sistemato per far transitare le navi da crociera in sicurezza. “Di fatto sappiamo già per certo che le Compagnie di crociera americane, segnatamente Royal Caribbean Cruise Line e Norwegian Cruise Line, ci hanno comunicato la propria contrarierà a posizionare navi a Marghera in assenza di condizioni minime di sicurezza – dice Di Marco. A queste si dovranno aggiungere le navi di lusso che per ovvi motivi non hanno mai dato la propria disponibilità a spostarsi a Marghera, ad esempio Viking, Azamara, Silversea, Ritz Carlton solo per citare le più importanti”.

La verità è che le compagnie americane difficilmente digeriranno Marghera. L’unica che avrebbe dato rassicurazioni sarebbe stata Msc Crociere, che è una compagnia internazionale di proprietà di Gianluigi Aponte e che potrebbe, per altro, avvantaggiarsi da una eventuale ritirata a stelle e strisce: visto che il mercato che servono queste navi è quasi totalmente estero.

Ma veniamo ai numeri. L’importo dell’impatto economico per la città, ha stimato Clia, l’associazione delle compagnie di crociere, in un report, è di 150 milioni di euro all’anno con più di 4.000 posti di lavoro. Valore che si eleva fino a 410 milioni di euro se si considera l’impatto su tutta la filiera attivata (cantieri navali, attività satellitari e così via). Venezia è un home port questo significa che la “casa” della nave alla partenza e all’arrivo è la città. Questo ha ricadute su una serie di settori satellitari, dai rifornimenti all’equipaggiamento della grande nave, alle diverse manutenzioni di cui necessita.

E poi ci sono i crocieristi, che, dice Clia, non solo spendono in media più di tutti gli altri turisti (più di 200 euro a persona al giorno), ma solitamente soggiornano almeno una notte in un hotel di Venezia prima o dopo la crociera. Inoltre, tutto il traffico crocieristico dell’Adriatico dipende da Venezia. Ravenna, Ancona, Bari Brindisi, Spalato, Dubrovnik, Trieste e tutti gli altri porti dell’Adriatico sono purtroppo meno attraenti senza Venezia.

Da giugno 2021 due compagnie e tre navi ea “toccare” Venezia. Si tratta della Msc Orchestra e la Msc Magnifica e una terza nave Costa. Anche Trieste avrà due navi, una Msc e una Costa. Destinazione i porti Adriatici italiani di Bari, Ancona, Brindisi, poi la Croazia (Dubrovnik) e la Grecia, isole e Atene. Venezia aveva pre-pandemia 80 navi che facevano oltre 400 toccate l’anno. Nell’estate 2021 sono tre le navi programmate. Ma si tratta di una programmazione a visibilità corta, che viene confermata di mese in mese.

Nel pre-pandemia i turisti arrivati dalle crociere erano stati oltre 1,6 milioni di cui quelli dalle crociere home port (navi che salpano e tornano a Venezia e quindi poi nella maggior parte dei casi si fermano anche negli hotel) sono stati quasi 1,4 milioni di passeggeri, 220 mila quelli delle crociere in transito e 565 i passaggi delle navi da crociera.

Nordest Economia – 15/07/2021

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