Intesa Sanpaolo, 1 miliardo di euro all’Autorità Portuale di Venezia per il rilancio dell’economia del mare e del retroporto

30 Luglio 2021

Il settore marittimo nel Veneto ha un’importanza strategica, attivando 3 miliardi di euro di valore aggiunto. Le industrie della regione hanno generato nel 2020 un import-export via mare pari a oltre 22 miliardi di euro. Questa cifra rappresenta il 30% del totale interscambio del territorio e questo indica come il sistema produttivo sia fortemente dipendente dalla logistica marittima e dalla portualità.

Intesa Sanpaolo ha siglato un accordo con l’Autorità di sistema portuale del mare Adriatico settentrionale (AdSP) per lo sviluppo dell’attività portuale e dell’economia ad essa collegata con importanti impatti positivi anche per l’entroterra veneziano. Stanziato un plafond di un miliardo di euro di nuovo credito.

L’iniziativa rientra nei progetti previsti da Motore Italia, il nuovo programma di Intesa Sanpaolo di finanziamenti e iniziative per consentire alle piccole e medie imprese sia di superare la fase di difficoltà causata dalla crisi pandemica e sia di rilanciarsi attraverso progetti di sviluppo e crescita, in linea con i futuri obiettivi del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (Recovery Plan). In particolare, l’accordo ha tra gli obiettivi la spinta alla ripresa degli investimenti 4.0 sostenibili delle piccole e medie imprese e la crescita attraverso il ricorso alla finanza straordinaria e alla digitalizzazione, promuovendo e sostenendo progetti strutturali nazionali e territoriali, programmi di sviluppo imprenditoriale singoli e in filiera e iniziative ad elevato impatto economico e sociale che possano attrarre investitori.

In quest’ambito, in coerenza con le prossime iniziative pubbliche previste dal PNRR per migliorare la competitività del sistema portuale, sono previste le seguenti attività: accompagnare le imprese nel processo evolutivo verso criteri orientati ai principi dell’ESG – Environment, Social & Governance e della Circular Economy; realizzazione di iniziative rivolte allo sviluppo e alla promozione dell’innovazione nel territorio; sostegno alla nascita di nuove imprese e alla loro crescita; promozione di forme strutturate di collaborazione in reti di filiera delle piccole e medie e delle microimprese, favorendo l’accesso al Programma Filiere di Intesa Sanpaolo; promozione di nuovi investimenti produttivi anche a seguito di attività di attrazione e di reshoring; formazione manageriale nelle imprese a partire dagli aspetti della gestione innovativa della finanza; favorire e sostenere investimenti anche esteri che possano generare nuove opportunità di sviluppo economico e sociale del territorio; promuovere iniziative di welfare e di impact banking in ottica Corporate Social Responsibility (“CSR”).

Da quanto emerge da una ricerca curata da Studi e Ricerche per il Mezzogiorno, il settore marittimo nel Veneto ha un’importanza strategica, infatti attiva 3 miliardi di euro di valore aggiunto. Le industrie della regione hanno generato nel 2020 un import-export via mare pari a oltre 22 miliardi di euro. Si pensi che questa cifra rappresenta il 30% del totale interscambio del territorio e questo indica come il sistema produttivo sia fortemente dipendente dalla logistica marittima e dalla portualità.

La regione vanta un numero di imprese che lavorano nel settore della logistica merci pari a circa 10mila unità ed occupano 82.800 mila addetti. L’impatto della pandemia è stato significativo anche nel segmento merci; per quanto riguarda i 3 mesi del 2021 lo scalo ha movimentato 5,5 milioni di tonnellate (flessione del -4,9% sul 2020); buon recupero delle rinfuse solide che si sono attestate sul +10,5% e con i prodotti cerealicoli e siderurgici a segnare rispettivamente un +17,4% e un +31,8%. Importante il traffico container che ha visto nel 2020 totalizzare quasi 530mila Teus; nei primi tre mesi dell’anno sono stati superati i 123mila Teus.

“Muovendoci nell’ambito degli obiettivi del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza abbiamo sottoscritto questo importante accordo con AdSP che mira a dare ulteriore nuovo impulso al sistema portuale veneto e all’economia locale che ne deriva, puntando ad aumentarne l’attrattività e lo sviluppo. – ha spiegato Francesca Nieddu, direttore regionale Veneto Est e Friuli Venezia Giulia Intesa Sanpaolo. – Mettiamo a disposizione nuovo credito per un miliardo e un insieme di supporti operativi, come il programma sviluppo filiere, per accelerare il rilancio insieme al sistema territoriale, con un impegno orientato a un futuro sostenibile dal punto di vista economico, ambientale e sociale”.

“L’Accordo sottoscritto rappresenta un primo passo importante nella direzione della creazione di opportunità e strumenti che abilitano lo sviluppo del porto e del suo retroporto, in quanto promuove una importante piattaforma di collaborazione su tematiche verticali aventi carattere strategico per le Autorità di Sistema Portuale in generale e per quella di Venezia e Chioggia in particolare. – dichiara Fulvio Lino Di Blasio, presidente dell’Autorità Portuale – Gli ambiti di collaborazione vanno dalla promozione dell’innovazione (anche digitale), all’attrazione investimenti (penso anche alla ZLS), alla finanza agevolata e alla promozione di uno sviluppo sostenibile, temi sui quali questo Ente è sempre più impegnato. Saluto quindi con favore la dotazione di uno strumento molto importante che consentirà di mettere a valore le eccellenze e le specificità del sistema portuale e logistico veneto, proprio in questo momento in cui si aspettano sfide complesse che richiedono solide sinergie e collaborazioni di progetti innovativi e di rete”.

Nordest Economia – 30/07/2021

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A4 Venezia-Trieste completato il tratto da Alvisopoli al Nodo di Palmanova: altri 30 chilometri a tre corsie

Complessivamente Autovie ha realizzato 49 chilometri di terza corsia, sui 95 previsti dal progetto iniziale investendo più di 800 milioni di euro. “Il nostro impegno è quello di completare l’opera nei tempi prestabiliti” ha detto il presidente Paniz

Da Alvisopoli al Nodo di Palmanova: più di trenta chilometri di autostrada a tre corsie. Da venerdì 30 luglio, i turisti potranno viaggiare sull’intero tratto realizzato da Autovie Venete senza più incontrare i cantieri lungo il percorso. Un traguardo raggiunto in tempo per l’esodo estivo che scatterà nel fine settimana. Si sono, infatti, conclusi i lavori lungo l’asse autostradale del tratto della A4 Gonars – Nodo di Palmanova (primo sub lotto del quarto lotto della terza corsia).
“Il risultato – sottolinea il Presidente di Autovie Venete, Maurizio Paniz – premia il lavoro svolto in collaborazione dalla struttura del Commissario per l’emergenza della A4, dalla Concessionaria e dalle ditte appaltatrici. Portare a termine questi cantieri non è stato semplice perché svolti, in gran parte, a traffico aperto, senza quindi interrompere la circolazione dei mezzi e delle merci. Le opere realizzate sono all’avanguardia: basti pensare che il ponte sul Tagliamento è lungo più del doppio del nuovo ponte di Genova ed è costato la metà. E anche il cavalcavia del nodo di Palmanova che collega Trieste con Venezia è stato varato sull’asse autostradale in soli 3 giorni con la tecnica a spinta”.
Complessivamente Autovie ha realizzato 49 chilometri di terza corsia, sui 95 previsti dal progetto iniziale investendo più di 800 milioni di euro. “Il nostro impegno è quello di completare l’opera nei tempi prestabiliti – conclude Paniz -. Nonostante nell’ultimo anno e mezzo l’emergenza sanitaria abbia creato forti ripercussioni sotto il profilo organizzativo dei cantieri e inciso dal punto di vista del fatturato per il calo del traffico e conseguentemente dei pedaggi abbiamo lavorato a testa bassa e continueremo a farlo”.

Ora l’attenzione è tutta concentrata sul tratto Alvisopoli – Portogruaro (primo sub lotto del secondo lotto), lungo 8,8 chilometri nel quale è in corso il rifacimento di ben 24 opere (8 sottopassi, 8 scatolari per la raccolta delle acque, 5 cavalcavia e 3 ponti). L’obiettivo è quello di concludere il tratto Alvisopoli – Portogruaro entro la fine del 2022. Ma lo sguardo è rivolto anche al futuro e quindi al secondo sub lotto da San Donà di Piave a San Stino di Livenza e al terzo sub lotto del secondo lotto da San Stino a Portogruaro (complessivamente 25 chilometri).

Per entrambi si procederà inizialmente con la realizzazione dei cavalcavia, anticipatamente e separatamente rispetto alle opere di adeguamento dell’asse autostradale. Si ritiene che il Commissario possa dare a breve impulso alla loro realizzazione, avviando l’iter per l’affidamento dei lavori. Questo dovrebbe consentire ‐ durante i lavori di esecuzione dei nuovi cavalcavia autostradali ‐ di completare la progettazione esecutiva dell’adeguamento con la terza corsia dei due sublotti, in modo che i relativi lavori possano avere inizio subito dopo il termine dell’esecuzione dei cavalcavia stessi, assicurando una significativa riduzione delle interferenze.

Nel frattempo, in tutto il secondo lotto (San Donà – Alvisopoli) Autovie ha attivato le procedure per assicurarsi le aree necessarie alla costruzione delle opere autostradali e renderle libere da sottoservizi interferenti quali la viabilità ordinaria, acquedotti, metanodotti, oleodotti, elettrodotti, fognature, impianti di illuminazione, fibre ottiche, ecc. La costruzione della terza corsia solo in questo tratto richiede ben 675 espropri e l’avvio di 349 pratiche per impianti interferenti.

Nordest Economia – 30/07/2021

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Assestamento: Pizzimenti, oltre 140mln a infrastrutture e territorio

Destinati 5 mln alle progettualità dei Comuni e di altri Enti per il Pnrr

“Con 5 milioni di euro sosteniamo gli enti locali nella predisposizione dei progetti per le opere pubbliche da inserire nel Piano nazionale di ripresa e resilienza. I tempi per la realizzazione di queste iniziative progettuali sono molto stretti e spesso i Comuni hanno bisogno di utilizzare professionalità esterne e contare su adeguate coperture finanziarie. Per questo la Regione ha deciso di anticipare alle amministrazioni locali la liquidità necessaria attraverso un fondo di rotazione”.

Lo ha affermato oggi in Consiglio regionale l’assessore alle Infrastrutture, Graziano Pizzimenti, durante la discussione della legge di Assestamento.

“Abbiamo stanziato altri 10 milioni per anticipare agli Enti di decentramento regionale (Edr) i fondi necessari per dar corso alle attività necessarie all’adeguamento sismico degli edifici scolastici. Una misura necessaria – ha spiegato l’assessore – in attesa della concessione dei fondi statali da parte del ministero competente o della proroga dei termini nel caso di contributi già approvati”.

“Un altro intervento importante riguarda il trasporto pubblico locale. Abbiamo stanziato infatti 3 milioni di euro per dotare i mezzi di dispositivi che permettano un miglioramento del filtraggio e del ricambio d’aria. Con questo provvedimento – ha sottolineato Pizzimenti – vogliamo abbattere la diffusione della carica virale e garantire così una maggiore sicurezza ai viaggiatori in attuazione a quanto disposto dai provvedimenti governativi”.

L’assessore alle Infrastrutture ha anche introdotto una nuova misura a sostegno dell’intermodalità. “Questa norma, che ha una dotazione di 300mila euro, ha la finalità di incentivare l’intermodalità attraverso il trasporto merci ferroviario alleggerendo la pressione sulla viabilità stradale”.

Di 700mila euro è l’ammontare del finanziamento straordinario concesso alle Ferrovie Udine Cividale (Fuc) per interventi volti al miglioramento e all’ammodernamento del materiale rotabile ferroviario della società.

La Giunta ha presentato anche una norma per convertire in conto capitale un contributo già concesso nel 2009 al conservatorio “Tartini” di Trieste per l’importo di 1 milione e 260mila euro, anticipando così le rate future necessarie per il finanziamento del quadro economico dei lavori per 240mila euro. “A seguito di questo intervento – ha specificato Pizzimenti – il Conservatorio non dovrà stipulare un mutuo e la Regione avrà un risparmio globale di 300mila euro”.

Complessivamente le poste riguardanti le infrastrutture e il territorio superano i 140 milioni di euro.

Tra le misure più importanti: 40 milioni per lo scorrimento delle graduatorie riguardanti l’accesso all’edilizia agevolata; 50 milioni di euro per nuovi provvedimenti legislativi in materia di viabilità in vista del trasferimento di queste funzioni agli Edr; 10 milioni per l’edilizia scolastica; 7 milioni per lo sviluppo della portualità e della logistica; 3 milioni per la costruzione, l’adeguamento e l’ampliamento degli impianti sportivi per Eyof 2023, il Festival invernale dei giochi olimpici della gioventù europea; 1,5 milioni di euro per le graduatorie per l’acquisto di scuolabus nei Comuni.

Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia/Notizie dalla Giunta – 29/07/2021

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A22 davanti a mini proroga, gara europea o finanziamento pubblico-privato: Trento e Bolzano insieme all’Emilia Romagna scrivono al governo Draghi

Pochi giorni alla scadenza della concessione il 31 luglio. Svanita la possibilità di una gestione in house, in Trentino Alto Adige si discute accanitamente sul futuro. E sullo sfondo c’è il Veneto che avrebbe messo gli occhi sull’arteria del Brennero sollevando numerose polemiche nei confronti del presidente trentino Fugatti

In Trentino Alto Adige sono giornate cariche di tensione, queste che precedono il termine del rinnovo dell’ennesima proroga della concessione dell’A22 fissato al 31 luglio, un nodo cruciale che tiene banco ormai da mesi tra le maggiori istituzioni politiche della regione, e non solo. Tali proroghe si susseguono ormai da sette anni, e all’orizzonte sembra ancora non esserci nessuna soluzione chiara. L’ultimo aggiornamento arriva da Bolzano, dove il presidente provinciale Arno Kompatscher ha confermato la presentazione alla segreteria del presidente del Consiglio Mario Draghi, assieme al governatore del Trentino Maurizio Fugatti e a quello emiliano Stefano Bonaccini, di una proposta ufficiale per una gestione dell’arteria tramite finanziamento pubblico-privato, ipotesi consentita dall’Unione Europea ma che necessita di una legge nazionale. «Vogliamo tornare ad un regime normale di gestione con tutti gli investimenti sull’asse del Brennero e progetti trasversali con la ferrovia. È fondamentale tornare a favorire la collettività e chi vive lungo l’asse transalpino, sia per quanto riguarda l’impegno contro l’inquinamento acustico e ambientale e per lo spostamento dalla gomma alla rotaia, come anche per la realizzazione di infrastrutture per il territorio», spiega Kompatscher. La palla è ora nelle mani del Governo che deve decidere cosa fare nelle prossime ore.

Sul tavolo ci sono anche la possibilità di concedere una nuova proroga o bandire una gara europea aperta a tutti, soluzione quest’ultima che si preferirebbe evitare per non rischiare di perdere definitivamente il controllo dell’asse. La Provincia di Bolzano dal canto suo è pronta a fare la sua parte dopo che ha visto lentamente sfumare il desiderio di una gestione dell’A22 in house. Una strada non percorribile a causa della mancata uscita degli azionisti privati dalla società autostradale. «Sarebbe stato necessario trovare il modo per far uscire i soggetti privati, ma non si è trovato l’accordo sulla liquidazione, ovvero sul prezzo delle quote da rilevare», chiarisce Kompatscher.

L’ipotesi di una A22 veneta

Ma a dar fuoco alle polveri nelle ultime ore è stata anche l’ipotesi che vedrebbe la Lega veneta dietro l’intento di accaparrarsi l’A22 per realizzare il famoso maxi polo autostradale del Nordest, da sempre sogno del governatore Luca Zaia. Un piano attuabile grazie ad un incastro legislativo e al silenzioso appoggio di Maurizio Fugatti, collega di partito e neo presidente eletto della regione Trentino Alto-Adige a cui spetta l’ultima parola su tale operazione. Nei giorni scorsi un emendamento del Carroccio approvato nel decreto semplificazioni durante una seduta notturna alla Camera ha dato il via libera alla Cav, la società veneta di gestione autostradale compartecipata dalla Regione Veneto e da Anas, per allargare il proprio campo di gestione anche ai tratti autostradali nelle regioni di confine. Una strategia attuata per riuscire a mettere le mani anche sulla Brennero-Modena e aggregarla a quella della Serenissima.

Una dinamica che si tradurrebbe in una perdita che va dai 70 agli 80 milioni annui di dividendi per Trento e Bolzano, oltre che alla chiara sconfitta politica per le autonomie, e che viene definita inaccettabile da Simone Marchiori, segretario del Partito Autonomista Trentino-Tirolese: «L’A22 non può finire in un polo autostradale simile. Credo che questo sia il momento della coesione tra le due Province, anche nel caso serva creare una rete per vincere la possibile gara europea di concessione, ultima via da percorrere». E d’altronde l’Euregio avrebbe tutte le carte in regola e il tessuto imprenditoriale adatto per far fronte comune nel caso si materializzi quest’ipotesi. «Credo sia necessario trovare una soluzione che non depotenzi affatto il ruolo del Trentino Alto-Adige. Il Pnrr prevede per il Corridoio del Brennero investimenti green, digitali ed anche sull’idrogeno da concludersi entro il 2026. I governatori hanno mosso un passo importante nell’aprire un canale di dialogo con Palazzo Chigi», puntualizza Donatella Conzatti, senatrice trentina di Italia Viva.

Da parte di Fugatti non c’è stato alcun commento su tale ipotesi, mentre ad alzare la voce sono le opposizioni. Da tempo il Team K accusa Fugatti di lavorare per gli interessi del Veneto, mentre il presidente della Provincia di Bolzano Arno Kompatscher si è impegnato per ottenere la concessione tramite uno sviluppo in house regionale. «Il nostro territorio non può permettersi di perdere il controllo sull’Autobrennero, un patrimonio pubblico fondamentale. Se dovesse saltare la concessione A22, allora dovrà saltare anche la Giunta regionale», tuona Paul Köllensberger, capogruppo del Team K.

Il dibattito

Sono diverse le critiche che arrivano sulla gestione della situazione attorno alla nuova concessione: «Sono diverse le voci di corridoio che vogliono la partenza di una gara europea a partire dal 1° agosto. In tal caso la giunta regionale subirebbe una sconfitta davvero pesante e di cui tenere conto», dice il consigliere regionale del PD Giorgio Tonina. «C’è una assoluta assenza di strategia politica nella visione di questa giunta regionale sulla tematica – dice invece il consigliere regionale Alessandro Olivi. La regione non è mai stata così debole e vulnerabile. Si continua a esporre l’autonomia a una costante figuraccia sia a Roma che sul territorio e questo non è tollerabile».

«L’Autostrada A22 è una delle infrastrutture e delle risorse più strategiche per le entrate e il disegno di sviluppo del nostro territorio. Non servono giri di parole: perderne il controllo sarebbe un disastro per il Trentino. Fugatti è rimasto fermo, sperando in una ennesima proroga che era chiaro da tempo non sarebbe mai arrivata in quanto le regole europee lo vietano. A fine anno c’erano le condizioni di legge per rendere possibili la liquidazione dei privati e garantire la gestione pubblica. Poi ci voleva la politica, quella della maggioranza regionale, di Svp e Lega a costruire l’accordo tra i soci pubblici. Questo non è avvenuto, soprattutto perché il presidente Fugatti non ci ha mai creduto», commenta invece Lucia Maestri, segretaria provinciale del Pd Trentino.

«Auspico che prima o poi possa essere rinnovata la concessione all’attuale società in house, formata solo da enti locali. Un rinnovo senza gara pubblica europea, che permetterebbe all’ente pubblico, dietro versamento allo Stato di un canone di concessione, di gestire l’arteria autostradale garantendo gli appropriati interventi in sicurezza e tutela ambientale, di contribuire economicamente alla realizzazione della nuova linea ferrovia del Brennero e tunnel di base e di investire 3,5 miliardi di euro in trent’anni sul territorio», spiega Claudio Della Ratta, consigliere comunale di Bolzano della lista Oltre.

Nordest Economia – 28/08/2021

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Aeroporto di Verona, nuovo terminal e investimenti per 68 milioni di euro: pronti per le Olimpiadi 2026

Il più grande investimento infrastrutturale nel post-pandemia a Nordest. In tre anni verranno completati i lavori. L’intervento consentirà di accogliere un flusso di oltre 5 milioni di passeggeri all’anno nello scalo scaligero e di prepararsi in vista delle Olimpiadi Invernali del 2026.

“È un onore per me dare avvio oggi al Progetto Romeo, un investimento strategico, nonché il più rilevante investimento realizzato in regione post pandemia. Un progetto che prepara lo scalo di Verona ad accogliere al meglio i passeggeri in vista delle Olimpiadi invernali del 2026 ma che fa di Verona uno snodo cruciale e sinergico rispetto alle altre infrastrutture del Veneto” così Paolo Arena, Presidente di Catullo Spa ha salutato la posa della prima pietra del Progetto Romeo.

Un nuovo terminal passeggeri di ultima generazione per l’aeroporto Catullo di Verona e un trampolino di lancio per preparare il territorio all’accoglienza di atleti, spettatori e turisti in vista delle prossime Olimpiadi invernali di Milano-Cortina 2026, questi gli ambiziosi obiettivi che saranno raggiungi grazie alla realizzazione del Progetto Romeo.

Un importante intervento infrastrutturale dal valore complessivo di 68 milioni di euro, che ha preso avvio oggi, con la posa della prima pietra. Un’opera che contribuisce al rilancio dell’economia di Verona, Veneto e Trentino anche in vista degli importanti appuntamenti previsti nei prossimi anni.Il progetto ha una valenza strategica per il bacino d’utenza dello scalo e in particolare per l’area del Garda, rafforzando la funzione di Verona e dell’hinterland come snodo cruciale per il traffico passeggeri del Nord Italia e affidando al Catullo un ruolo di cerniera tra una delle aree più produttive e dinamiche del nostro paese, l’Europa e il resto del mondo.

Parte del Polo aeroportuale del Nord Est insieme a Venezia, Treviso e Brescia, l’aeroporto di Verona è gestito dal socio industriale Gruppo SAVE: un sistema che attraverso un efficace rapporto sinergico tra gli scali ha gestito nel 2019, prima della pandemia, 18,5 milioni di passeggeri.

“Il lavoro impostato in questi anni con Verona e le sinergie attivate con Venezia e gli altri scali del sistema aeroportuale del Nord Est, sono e saranno determinanti per agganciare la ripartenza e per farci trovare pronti alle prossime Olimpiadi invernali, che metteranno al centro tutto il nostro territorio.

Save è sempre stata convinta della necessità di realizzare il Progetto Romeo e dopo aver dato il nostro contributo al riassetto generale dello scalo e dei suoi asset economici, oggi siamo pronti a dare avvio ai lavori per guardare al futuro con ritrovato ottimismo, pronti a continuare ad investire nella crescita del Catullo e del Sistema del Garda, asset strategico per l’area servita” ha aggiunto Enrico Marchi, Presidente del Gruppo Save.

Il Progetto Romeo costituisce il principale intervento sul terminal dell’aeroporto Catullo previsto dal Piano di Sviluppo dell’aeroporto e riguarda la riqualificazione e l’ampliamento del terminal partenze, la cui superficie passerà dagli attuali 24.840 metri quadrati a 36.370 metri quadrati, a cui si aggiungerà la ristrutturazione di oltre 10.000 metri quadrati di aree già esistenti.

Tra i principali interventi previsti dal progetto: la riqualificazione architettonica della hall check-in, dove i banchi accettazione passeranno dagli attuali 40 a 46 comprensivi di postazioni self check-in e self baggage drop; la realizzazione di nuove sale d’imbarco al primo piano (dagli attuali 13 ai 19 gates di imbarco in totale) con nuovi torrini; la realizzazione di un nuovo sistema BHS (per lo screening dei bagagli da stiva) di ultima generazione con apparecchiature tomografiche Standard III ; la realizzazione di nuovi controlli di sicurezza al primo piano nonché la rivisitazione di tutti i flussi dei passeggeri per migliorare la sicurezza e la godibilità degli spazi.

La nuova infrastruttura sarà realizzata in un’ottica di sostenibilità ambientale, alta manutenibilità e risparmio energetico, e sarà contraddistinta da un’immagine complessivamente rinnovata del terminal sia per gli aspetti architettonici, che per quelli relativi agli spazi commerciali che amplieranno la loro offerta che consentiranno di raggiungere nuovi standard qualitativi e ambientali.

L’elevata attenzione all’ambiente e alla sostenibilità, la scelta delle tecnologie di ultima generazione e la qualità dei materiali consentiranno, infatti, di abbassare significativamente il fabbisogno energetico degli edifici (meno 80.000 kWh all’anno grazie al fotovoltaico), di ridurre le emissioni di Co2 di circa 700 tonnellate/anno e di risparmiare complessivamente oltre 1.2 milioni di kWh all’anno grazie all’efficientamento energetico.

Il Progetto Romeo rappresenta anche un grande intervento architettonico pensato per il maggiore comfort dei passeggeri, fino a un flusso di oltre 5 milioni l’anno, e una maggiore fruibilità degli spazi a disposizione con un’area commerciale all’ingresso del tutto nuova e un duty free più ampio, con spazi dove acquistare i migliori prodotti dell’enogastronomia locale ma anche artigianato e prodotti Made in Italy di grande qualità.

L’appalto principale del Progetto Romeo è stato affidato, tramite gara, al Raggruppamento Temporaneo di Imprese costituito da primarie aziende del settore: Itinera (parte del Gruppo Gavio, si posiziona tra le principali imprese italiane nel settore delle grandi opere infrastrutturali e dell’edilizia civile), Leonardo (tra i principali protagonisti mondiali nel settore dell’aerospazio, difesa e sicurezza) ed Euroimpianti (società che vanta una trentennale esperienza nella progettazione e nella realizzazione di impianti ad alto contenuto tecnologico).

L’investimento complessivo supera i 68 milioni di euro ed è stato possibile anche grazie all’aumento di capitale di 35 milioni di euro votato lo scorso maggio all’unanimità dai soci della Catullo e che oggi risulta interamente sottoscritto. L’importante infrastruttura sarà terminata entro fine maggio 2024.

IL PROGETTO ROMEO IN CIFRE:

  • Oltre 68 milioni di euro di investimento complessivo
  • 11.500 mq di ampliamento, 10.000 mq di riqualificazione, 36.000 mq di terminal passeggeri
  • 5 milioni di capacità passeggeri/anno
  • Hall partenze con 46 banchi per il check-in e varco per bagagli fuori misura
  • Sala imbarchi al primo piano con 19 gate di imbarco di cui 6 serviti da torrini
  • Nuove aree commerciali a servizio dei passeggeri e area duty free ampliata e rinnovata
  • Nuova area security dotata di un nuovo impianto BHS standard 3 (gestione bagagli da stiva)
  • 80.000 kWh/anno e 700 (settecento) tons/anno di CO2 risparmiati grazie all’efficientamento energetico
  • minore consumo di circa 1.200.000 KWh anno per una minore spesa energetica di circa 200.000 euro
  • 200 moduli fotovoltaici antiriflesso di ultima generazione
  • 40% di utilizzo di materiali riciclati e a loro volta riciclabili

TECNOLOGIE PER L’AMBIENTE E IL RISPARMIO ENERGETICO

Il progetto Romeo prevede l’impiego di pareti vetrate continue e pareti opache aerate, realizzate con materiali altamente performanti, che consentono un livello ottimale di efficienza energetica. Sulla copertura dell’edificio saranno installati 200 moduli fotovoltaici antiriflesso di ultima generazione.

E i materiali usati per i lavori edili saranno provenienti da materiali riciclati (circa 40%), e a loro volta riciclabili dal 30% (prodotti cementizi) al 100% (prodotti ferrosi).  Illuminazione sarà realizzata con sistemi a LED ad alta efficienza e interamente automatizzata tramite sensori che consentono la parzializzazione elettrica zona per zona e quindi la riduzione dei consumi.

Particolare attenzione è stata posta anche agli impianti meccanici con una centrale termofrigorifera innovativa che condiziona l’aria calda tramite condensatori “naturali” e tratta l’aria avvalendosi di inverter per la riduzione della velocità dei ventilatori in funzione degli effettivi carichi termici. La centrale termofrigorifera è prevista per il futuro allacciamento alla centrale di trigenerazione.

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Ferrovia: cresce il trasporto di container tra Europa e Cina. Il caso UTLC ERA

27 Luglio 2021

È boom per il trasporto di container su rotaia tra l’Europa e la Cina.

La crescita, che è andata oltre le previsioni degli operatori, è giustificata da diversi fattori: le battute d’arresto subite dal trasporto marittimo nella prima metà dell’anno e l’aumento del trasporto via nave i cui prezzi sono quadruplicati.
I fornitori di servizi ferroviari stanno dunque sviluppando nuove soluzioni logistiche, incentivando la digitalizzazione e adattando l’infrastruttura alla crescita prevista.

Cargo Europa-Cina: il caso di UTLC ERA

Attualmente il 90% dei trasporti in transito tra Cina ed Europa è gestito da UTLC ERA, la joint venture delle ferrovie di Bielorussia, Kazakistan e Russia, che sta facendo registrare numeri sempre più importanti. Basti pensare che, nel 2020, 64 nuove rotte si sono aggiunte ai servizi di UTLC ERA, 24 dall’Europa alla Cina e 40 nella direzione opposta. Sono state aggiunte alla mappa 23 nuove stazioni di ritiro e scarico per il trasporto merci, 18 delle quali in Europa.

Le principali merci trasportate tra Europa e Cina

Le principali merci trasportate da est a ovest sono i prodotti elettrici (2020: 85.135 TEU), i prodotti di ingegneria (80.556 TEU) e le parti di automobili (57.796 TEU). Queste tre
categorie di prodotti rappresentano il 40% delle merci trasportate; circa tre anni fa, invece, costituivano circa l’80%. Le nuove aggiunte includono gruppi di prodotti a basso prezzo come componenti in plastica (28.838 TEU), legno (14.859 TEU), tessili (12.825 TEU), articoli ottici (10.704 TEU), gomma e prodotti in gomma (7.509 TEU).

UTLC ERA: prospettive di crescita

UTLC ERA prevede addirittura un ulteriore aumento del 20% negli ultimi mesi del 2021. Nel 2020, UTLC ERA ha registrato guadagni del 64% su base annua, passando da 333.000
container standard (TEU) ai 547.000 di oggi, che equivale a 31,5 miliardi di dollari di merci, vale a dire il 5,5% del valore del commercio tra Europa e Cina. Cinque anni fa, nel 2016,
l’azienda aveva movimentato 100.983 container standard.

UTLC ERA impiega 5,5 giorni per trasportare merci sulla rotta di 5.430 chilometri dal confine cinese a quello europeo. L’azienda sta costantemente sviluppando nuove capacità di trasporto e riserve, mentre implementa nuove tecnologie insieme ai suoi partner. Tra queste, un nuovo terminale di trasbordo – Dostyk TransTerminal – che ha aperto all’inizio di giugno sul confine cinese-kazako, con un target di transito di 700.000 TEU, in cui UTLC ERA sta già testando la movimentazione di treni container dalla Cina all’Europa.

Trasporti-Italia.com – 27/07/2021

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