Montagna abbandonata, aumenta lo spopolamento nel Bellunese

15 Febbraio 2021
La notizia dello slittamento a marzo per la riapertura degli impianti di risalita ha lasciato esterrefatti i gestori delle ski aree. E anche Confartigianato Belluno è seriamente preoccupata. “Ne va della tenuta del sistema montagna – afferma la presidente Claudia Scarzanella -. A questo punto servono ristori veri e rapidi, altrimenti centinaia di attività rischiano di chiudere definitivamente”.
L’associazione degli artigiani si era fatta portavoce già nelle scorse settimane del malumore di molti associati, perché la chiusura degli impianti e il blocco della stagione invernale hanno colpito non solo le piste da sci, ma l’intero indotto del turismo montano, comprese centinaia di attività artigiane attive nelle stazioni sciistiche del Bellunese.
La montagna è ormai in sofferenza da anni e le associazioni di categoria temono che si spenga lentamente, senza che nessuno faccia alcunnché per impedirlo: “Lo spopolamento della provincia di Belluno certificato dai recenti dati Istat non fa altro che confermare un fenomeno noto e in crescita da anni, che va seriamente e rapidamente contrastato con azioni mirate che creino le condizioni per attrarre investimenti, non far emigrare i giovani e generare un circolo virtuoso di crescita e sviluppo così da migliorare i servizi sul territorio, le infrastrutture e la modernizzazione complessiva per far uscire la provincia dall’isolamento”. Questo il pensiero del segretario generale della Cisl Belluno Treviso, Massimiliano Paglini.
Secondo le stime dal 1951 al 2019 la provincia ha perso 35mila residenti. “Le scelte non sono più rimandabili – sottolinea Paglini che propone di attivare subito – un tavolo permanente che coinvolga tutte le forze sociali, economiche e politiche del territorio nella progettazione della Belluno del futuro, da qui al 2050”.

In una recente ricerca commissionata dalla Cisl territoriale ai ricercatori della Fondazione Corazzin, Stefano Dal Pra Caputo e Francesco Peron, emergono anche i gravi problemi del ricambio generazionale e dell’invecchiamento della popolazione. L’indice di vecchiaia, ossia il rapporto fra la popolazione over 65 e quella 0-14 anni è cresciuto moltissimo: a Belluno per gli uomini è passato da 140 del 2010 a 199,2 del 2020. Per le donne da 222,3 del 2010 a 274,5 del 2020.

L’insufficienza di infrastrutture, di politiche di sviluppo e di investimenti determina un inesorabile abbandono del territorio e la cronicizzazione di problemi come la mancanza di reti e strutture di assistenza, la scarsità di prospettive di sviluppo e, infine, l’ampliamento delle disuguaglianze.

Paglini sottolinea che “è più che mai necessario per delineare assieme nuovi scenari di sviluppo della provincia, con una visione di lungo termine, da oggi al 2050, che ponga al centro il lavoro e un modello di crescita non erosivo del patrimonio ambientale”.

Veneto Report – 15/03/2021

©  Riproduzione riservata

Turismo fluviale: Bini, Regione al lavoro su infrastrutture e privati

“Il turismo fluviale rappresenta una tipologia di turismo in crescita ed in grado di differenziare i flussi nella nostra regione. Lo sviluppo del settore passa necessariamente dai servizi infrastrutturali e dal coinvolgimento dei privati nella creazione dell’offerta”.

È quanto ha rimarcato oggi l’assessore alle Attività produttive e turismo, Sergio Emidio Bini, rispondendo in II Commissione ad un’interrogazione sul turismo fluviale, in particolare nell’area del pordenonese.

Questo tipo di offerta si inserisce nel segmento del turismo lento e della mobilità sostenibile, in costante crescita negli ultimi anni, “come conferma PromoTurismoFVG impegnato nella sensibilizzazione dei territori, nella formazione degli operatori ma soprattutto nell’integrazione delle proposte all’interno dei piani di promozione regionali” ha riportato Bini.

Tra gli esempi regionali di successo l’assessore ha richiamato il prodotto creato attorno al Fiume Stella “dove sono molteplici le proposte turistiche quali escursioni in canoa, sup, motonave, houseboat, vi sono noleggi di imbarcazioni con e senza patente, risorse enogastronomiche; lo Stella è una risorsa turistica inserita in itinerari intermodali, bici e barca, nonché tappa di escursioni che integrano offerte e risorse presenti su diversi territori”.

“La specifica zona di Pordenone, in particolare del fiume Noncello, ha sicuramente risorse naturali valorizzabili a fini turistici – ha confermato Bini, ricordando che “a settembre è stato effettuato un ampio sopralluogo ed in tale occasione è stata rilevata una scarsa disponibilità di infrastrutture agibili, ad eccezione del pontile di attracco di Pordenone”.

Bini proporrà, a seguito di un confronto anche con gli altri assessorati e Direzioni competenti, di procedere al rafforzamento delle infrastrutture, tenendo conto che “la valenza del recupero dei pontili è correlata alla partecipazione dei privati che poi dovranno garantire i servizi annessi ed i trasporti conseguenti; pur essendo il settore del turismo fluviale ancora in fase di strutturazione rispetto ad altri ambiti, riteniamo importante il suo sviluppo anche in relazione all’indotto economico che può generare. Per questo stiamo lavorando per implementare l’offerta partendo dal raggruppamento degli operatori del settore” ha concluso l’assessore.

Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia/Notizie dalla Giunta – 15/02/2021

© Riproduzione riservata

Infrastrutture: Pizzimenti, Regione guarda con ambizione a Udine2050

“La Regione guarda con ambizione al progetto di infrastrutturazione ferroviaria Udine2050, un obiettivo che proietta il Comune e l’intero territorio verso una direzione moderna, efficiente e sostenibile”.
Questo il concetto espresso dall’assessore regionale alle Infrastrutture e territorio, Graziano Pizzimenti, a margine dell’incontro tenutosi oggi nel municipio del capoluogo friulano con il sindaco di Udine, Pietro Fontanini, i tecnici regionali di Rete ferroviaria italiana (Rfi Fvg) e i tecnici dell’Università di Udine che hanno sviluppato il progetto per l’interramento del tratto urbano della ferrovia.
“Udine2050 è un progetto ambizioso – ha evidenziato Pizzimenti -, del quale la Regione si candida a fare da regia, posto che sarà necessario mettere a punto un Accordo di programma tra la Regione stessa, Rfi ai suoi livelli regionali e superiori, Comune e soggetti che fanno capo ai sistemi urbani di mobilità e ai centri di interesse coinvolti in questo nuovo sviluppo urbanistico”.
Il progetto prevede l’interramento della ferrovia tra l’area ex Safau a sudovest e lo scalo ferroviario di via Buttro a sudest, interessando una superficie complessiva di 43 ettari con tre livelli di azione: quello infrastrutturale di interramento dei binari a 10 metri sotto l’attuale piano, quello costituito da un corridoio eco tecnologico e parco urbano per “ricucire” lo strappo urbanistico tra la parte Nord e Sud della città e quello di rigenerazione urbana che include il recupero delle aree dismesse (i due vuoti urbani alle estremità della linea ferroviaria) dove sorgerebbero poli scolastici, sanitari, residenziali in un’ottica di inclusione sociale e mobilità sostenibile. Il valore stimato degli interventi raggiunge la cifra di 1,5 miliardi di euro.
“Oggetto di una tesi universitaria, Udine2050 non si limita ad immaginare la Udine del futuro, ma si propone fin da ora come un concreto piano infrastrutturale, dal forte impatto sull’evoluzione urbanistica della città, candidato ad accedere alle risorse del Recovery Fund proprio perché rispondente ad una visione di grande respiro” ha osservato Pizzimenti.

Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia/Notizie dalla Giunta – 15/02/2021

© Riproduzione riservata

Nautica: Fedriga, con 1,2 mln ai dragaggi Fvg sostiene Polo Monfalcone

“La Regione sostiene con forza la crescita del polo nautico di Monfalcone che può svilupparsi in maniera importante; per creare le migliori condizioni abbiamo stanziato in legge di Stabilità risorse pluriennali per 1,2 milioni di euro destinate ai dragaggi necessari ad approfondire il Canale est-ovest”.
Lo ha affermato il governatore Massimiliano Fedriga che oggi ha visitato assieme al sindaco di Monfalcone Anna Maria Cisint e al presidente del Consorzio per lo sviluppo economico Fabrizio Renato Russo alcune delle realtà più significative del polo, la Montecarlo Yacths e l’Ocean Marine, i cui stabilimenti insistono su viale Consiglio d’Europa.
L’approfondimento del Canale è finalizzato a garantire il transito a natanti di maggiore pescaggio, in particolare quelli a vela, con una chiglia più profonda. Attualmente nella nautica a Monfalcone si sviluppano attività che impiegano 1500 persone tra dirette e indirette. “L’aspetto occupazionale è per la Regione una priorità assoluta. Le prospettive sono molto promettenti – ha aggiunto il governatore – sia per gli yacht sia per le imbarcazioni di minori dimensioni e investono sia la produzione vera e propria sia le attività indotte”.
“Il polo di Monfalcone – ha rilevato il sindaco Cisint – rappresenta uno dei centri nautici più qualificati a livello nazionale ed è una delle realtà produttive innovative in forte espansione fra le più importanti per la diversificazione dell’economica locale. Assicurare l’accessibilità del Canale est ovest di conseguenza è condizione essenziale per sostenere le imprese del settore, garantire gli investimenti già previsti, come quelli della Montecarlo Yachts, per ampliare le nuove produzioni e creare nuova occupazione e sviluppare il turismo che già ora può contare su oltre 4mila posti barca”.
Nel corso della visita allo stabilimento di Montecarlo Yachts il governatore del Friuli Venezia Giulia ha potuto verificare con il presidente Michel De-Lagarde la progettualità del Gruppo francese Benetau, leader mondiale nel settore della nautica, mentre alla Ocean, accompagnato da Alberto Cattaruzza e Michele Brusca, ha toccato con mano il fiorire di attività tra le quali anche quelle di artigiani restauratori di imbarcazioni in un sito che quindici anni fa era niente più che una discarica.

Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia/Notizie dalla Giunta – 15/02/2021

© Riproduzione riservata

Strade: Pizzimenti, Autovie investe 12 mln per barriere antirumore

12 Febbraio 2021

Previsti interventi per complessivi 4 chilometri

“Con 12 milioni di euro Autovie Venete andrà a risolvere definitivamente i problemi acustici in diversi tratti autostradali della regione, attuando così gli interventi attesi da tempo da quanti vivono a ridosso della principale arteria del Friuli Venezia Giulia”.
Lo ha detto l’assessore regionale alle Infrastrutture Graziano Pizzimenti nel corso dell’incontro svoltosi oggi a Pordenone per presentare gli esiti dello studio acustico messo in atto da Autovie Venete lungo la rete autostradale di propria competenza. Alla presenza del direttore Area operativa della Concessionaria, di Enrico Razzini, all’appuntamento hanno partecipato anche i rappresentanti dei 12 Comuni interessati dal piano di contenimento e abbattimento del rumore, ossia Pordenone, Azzano Decimo, Chions, Fiume Veneto, Porcia, Sacile e Sesto al Reghena per l’area pordenonese, Gonars e Pavia di Udine per l’area udinese, Fogliano Redipuglia e Villesse per il goriziano.
“Scopo di questo incontro – ha spiegato Pizzimenti – è innanzitutto quello di attivare un confronto diretto con le amministrazioni locali prima di procedere con gli interventi veri e propri. La fase di ascolto, infatti, è di fondamentale importanza per spiegare ai sindaci quali sono stati i parametri oggettivi, frutto di normative specifiche e di misurazioni del livello del rumore, che hanno portato la concessionaria ad individuare i punti in cui porre le barriere. Riunioni come quella di oggi servono per trovare, assieme ai primi cittadini, una linea di condivisione e soprattutto una modalità operativa improntata alla massima trasparenza”.
Lo studio presentato oggi sta alla base della prima fase del progetto esecutivo riguardante gli interventi di protezione acustica e in modo particolare l’installazione di barriere fonoassorbenti lungo la rete autostradale. Le opere prevedono l’istallazione di barriere per complessivi 4 chilometri, la superficie di quasi 15 mila quadrati, un’altezza variabile tra 2 e 5 metri e saranno a protezione delle abitazioni di ventidue vie. Alla definizione precisa di queste opere di mitigazione acustica si è giunti grazie a uno studio acustico di dettaglio che ha tenuto conto di una serie di parametri quali gli attuali fluissi di traffico e quelli previsti in futuro, tipologia di pavimentazione stradale e la presenza di aree verdi che già di per se contribuiscono a diminuire la propagazione del rumore.
Secondo le previsioni di Autovie Venete, i lavori, il cui costo complessivo si aggira attorno ai 12 milioni di euro, dovrebbero prendere il via a partire dal mese di ottobre del 2022.

Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia/Notizie dalla Giunta – 12/02/2021

© Riproduzione riservata

Gts: nuovo servizio ferroviario per il trasporto merci nella Pianura Padana

Grazie a un accordo con Space Logistic, un nuovo servizio ferroviario collegherà Cervignano Friuli con Torino Orbassano e viceversa. Ad occuparsi della trazione sarà l’impresa ferroviaria Gts Rail.

La nuova tratta Cervignano Friuli-Torino Orbassano

La tratta, parte del Corridoio Mediterraneo, è certamente strategica perché collega due delle aree produttive più importanti del Paese e permette l’interscambio con gli altri corridoi europei che percorrono il reticolo logistico italiano. Da Torino sarà infatti possibile proseguire per la Francia e Regno Unito sud-occidentale, dai porti Liguri per la penisola Iberica mentre da Cervignano sono allo studio servizi su Polonia e Romania, oltre che con il porto di Trieste. Il treno avrà una frequenza di 3 circolazioni a settimana e una valenza sia per carichi domestici con transit time A=>B che per collegamenti internazionali. Sarà possibile acquistare servizi con la formula del door2door oppure imbarcare le proprie unità di trasporto intermodale in modalità terminal2terminal e trasportare semirimorchi con profilo P400.

Un nuovo servizio ferroviario in sinergia con Space Logistic: il commento di Alessio Muciaccia, AD di Gts

Questo nuovo servizio – ha commentato Muciaccia – consolida ulteriormente il rapporto con Space Logistic e rafforza ancora di più la nostra posizione nel settore intermodale in Italia. La domanda di trasporto intermodale, green, efficiente e a prezzi competitivi è in costante crescita e noi siamo pronti, insieme ai nostri partners, a cogliere questa opportunità storica. Non risolveremo il problema dell’inquinamento della Pianura Padana, ma siamo lieti di poter dare il nostro piccolo contributo”.

Trasporti-Italia.com – 12/02/2021

© Riproduzione riservata

Ferrovia Belluno-Venezia: da giugno si viaggerà con moderni elettrotreni sulla linea diretta

La linea ferroviaria diretta Belluno-Venezia sarà realizzata grazie ai lavori di elettrificazione delle linee che hanno interessato l’asse Conegliano-Vittorio Veneto-Belluno.

Lo ha comunicato il Presidente della Regione del Veneto, Luca Zaia, commentando la notizia del completamento del cantiere di elettrificazione, lungo quaranta chilometri, che collega Conegliano con Belluno.

Verso l’elettrificazione dell’Anello del Bellunese

Da giugno con l’introduzione dell’orario estivo, viaggiare da Venezia a Belluno, senza scalo e cambi, sarà possibile grazie alla conclusione delle opere da parte di RFI. Si potrà viaggiare sui moderni elettrotreni che, con innovativo contratto di servizio, la Regione del Veneto sta introducendo su tutte le linee regionali, in aggiunta ad un ammodernamento della flotta, da qui al 2026”.

I lavori eseguiti da RFI, nonostante un leggero allungamento dei tempi di cantiere programmati dovuti all’emergenza sanitaria, costituiscono un passaggio importante dell’elettrificazione dell’Anello del Bellunese.

Tutto sarà pronto per accogliere i Giochi Olimpici e Paralimpici Milano-Cortina 2026

“Sono partiti anche i lavori di elettrificazione della tratta Treviso-Belluno, con interventi di sistemazione delle Stazioni di Feltre e Santa Giustina – spiega il Governatore -. Seguiranno le opere civili sulla tratta e quindi i lavori di elettrificazione veri e propri, il cui termine è previsto per il 2024. Tutto sarà pronto per accogliere, tra cinque anni, i Giochi Olimpici e Paralimpici Milano-Cortina 2026”.

Quando tutti i lavori saranno completati viaggiare in treno partendo da Belluno, con destinazione Venezia o Padova, potrà avvenire senza ‘rottura di carico’, rispettivamente a Conegliano per la direzione Venezia e a Montebelluna per la direzione Padova. Sul fronte del collegamento ferroviario sull’asse Padova-Belluno, infatti, è già attivo dallo scorso dicembre il servizio con motorizzazione elettrica lungo la tratta Padova-Castelfranco Veneto-Montebelluna.

Trasporti-Italia.com – 12/02/2021

© Riproduzione riservata

Il futuro dei trasporti: l’Italia entra nel progetto Hyperloop, da Milano a Roma in trenta minuti

Da Milano a Roma in trenta minuti grazie a capsule supersoniche in grado di raggiungere i 1200 chilometri orari. È il trasporto futuribile proposto da Hyperloop Italia, startup di Gabriele Gresta detto “Bibop”, l’imprenditore di Terni che ha fondato nel 2013 in California con Dirk Ahlborn e altri partner, la Hyperloop Transportation Technology (HTT).

Cos’è Hyperloop?

Hyperloop viaggia ad alte velocità all’interno di un tubo a bassa pressione (sostenuto da piloni o interrato, a seconda delle caratteristiche del percorso). L’idea alla base di questo vettore è quella di sfruttare la levitazione magnetica passiva per trasportare passeggeri e merci in capsule ultraleggere: spinto da magneti potrebbe così viaggiare come se fosse “sospeso”, riducendo quasi del tutto l’attrito. Questo consentirebbe al treno di raggiungere una velocità massima stimata sui 1.200 chilometri orari, con una media di viaggio che potrebbe attestarsi sui 600.

Il progetto italiano ha sviluppato un nuovo materiale composito ultraleggero e maneggevole per la realizzazione del treno chiamato Vibranium, che ha molta più resistenza dell’acciaio e permette persino di trasmettere informazioni sulla temperatura, la stabilità e l’integrità del veicolo.

Il progetto in Italia

La nuova società si sta già mettendo all’opera per realizzare sei tratte in Italia ad altissima velocità e appena avrà termine la prima fase di colloqui istituzionali, inizieranno gli studi di fattibilità che vedranno coinvolte aziende, enti di ricerca e università. Inoltre in questi giorni è stato presentato a Bologna il “Dipartimento Tecnologie Hyperloop” che sarà curato da Silaw, l’advisor che ha seguito la startup Hyperloop Italia dalla sua fondazione.

Il nuovo dipartimento “sarà un centro di aggregazione di competenze multidisciplinari – sottolinea Dario De Blasi, avvocato e partner di Silaw – Le nuove tecnologie, specie se applicate in settori nevralgici come quello delle infrastrutture e dei trasporti, devono essere supportate da un lavoro continuo di formazione e di aggiornamento anche sul profilo giuridico. Il Dipartimento Tecnologie Hyperloop sarà anche un centro studi per lo sviluppo delle proposte legislative e normative, in tema di mobilità sostenibile, a supporto del green deal.

Trasporti-Italia.com – 12/02/2021

© Riproduzione riservata

Porti: 2020, Trieste “tiene”, movimento merci 54mln tonn (-13%)

Già in ripresa alcuni comparti. Ro-Ro +7% (dicembre +25%) TEU -2%

Nel 2020 il Porto di Trieste ha movimentato complessivamente oltre 54 milioni di tonnellate di merce, con un ribasso del 13% su base annuale, pari a 8 milioni di tonnellate in meno sul 2019. La contrazione è da ascriversi alla performance negativa delle rinfuse liquide (-13%) con 37,5 milioni di tonnellate movimentate, corrispondente a circa il 73% del calo dei volumi totali.

L’impatto della pandemia sull’attività del porto di Trieste è stato tuttavia contenuto per alcuni settori fondamentali che hanno saputo resistere, dando anche qualche segnale di ripresa.

Così il Ro-RO registra +7%, grazie al consolidamento dei risultati positivi dell’ultimo trimestre quando le unità transitate sono state 243.500. Nel solo dicembre si è registrato un aumento del +25%.

I container hanno registrato una minima flessione (-2%) con 776.000 TEU movimentati, riconducibile al decremento del traffico TEU sui traghetti Ro-Ro da e per la Turchia e non a quello di lunga percorrenza con il Far East. Infatti, il terminal container del molo VII con 692.800 TEU, ha retto molto bene la crisi, attestandosi sui valori del 2019, senza alcuna perdita.

Fortemente colpito è il segmento delle rinfuse solide (-70%), arretrano le merci varie (-5% ), per via del crollo della domanda, del calo dei prodotti metallurgici, minerali e del carbone, in seguito alla chiusura dell’impianto siderurgico triestino della Ferriera di Servola.

Per quanto riguarda la movimentazione ferroviaria, nel 2020 lo scalo giuliano ha operato 8.000 treni (-17%). Anche in questo caso non ha pesato la pandemia, ma il ridimensionamento della lavorazione dei treni alla Siderurgica Triestina. Senza di questi, la perdita complessiva del traffico ferroviario nel comprensorio portuale, sarebbe stata assai più contenuta (-8%).

“Nonostante la congiuntura, i dati ci restituiscono un’idea di un porto in salute e la curva di traffico si è un po’ rialzata a fine anno per alcuni settori, ma bisognerà attendere ancora, per tornare ai numeri dalla fase pre-Covid”, commenta Zeno D’Agostino, presidente dell’Autorità portuale. “Se misuriamo il sistema sul valore prodotto per il territorio e non solo sui numeri statistici, va rilevato che quest’anno il porto ha fatto passi da gigante. Non solo ha continuato a lavorare durante il lock down, ma ha visto grandi trasformazioni e nuovi investimenti internazionali”.

Infine, per quanto riguarda il Porto di Monfalcone, la movimentazione complessiva è stata pari di 2,9 milioni di tonnellate di merce, in flessione del -28%. Il settore delle rinfuse solide ha registrato un arretramento del -31% con 2.030.000 tonnellate, mentre le merci varie hanno perso il 20% .

Nello specifico, ad incidere sull’andamento negativo di Portorosega è stato principalmente il calo del carbone (-95%) con 22.000 tonnellate. I prodotti metallurgici che rappresentano la prima tipologia merceologica per peso con il 63% del traffico complessivo del porto isontino, riportano una perdita del 21%, mentre la cellulosa, secondo settore dello scalo per peso, si attesta sulle 710.00 tonnellate manipolate (-9%).

Pure il traffico di autovetture gestito dalla Cetal, società controllata dal Gruppo Grimaldi, riporta un saldo negativo (-40%) con 86.200 unità transitate, ripartite fra autoveicoli ed autovetture delle più note case automobilistiche, con una media mensile di più di 7.000 mezzi trasportati su 5 collegamenti mensili medi con Grecia, Israele e Turchia. Anche in questo caso ha pesato la crisi globale della filiera automobilistica dovuta alla pandemia.

Ansa/Mare – 12/02/2021

© Riproduzione riservata

 

Franco Miller: “La Tav fino a Vicenza pronta nel 2025, l’alta velocità anche se parziale ci sarà per l’appuntamento con le Olimpiadi”

Raddoppio dei binari a disposizione, che consentiranno un collegamento veloce con Milano ed un traffico locale più sviluppato ed efficiente, e inoltre la possibilità di raggiungere i due aeroporti del Nord Est. Venezia Marco Polo sarà connesso direttamente dai binari dell’alta velocità, mentre per il Catullo di Verona RFI si è resa disponibile a realizzare un nuovo collegamento ferroviario sia dalla stazione di Verona che da Mantova

di Edoardo Bus

Franco Miller è l’advisor di Confindustria Veneto che ha la delega a seguire le grandi infrastrutture, a partire dalla TAV. Si tratta di un manager di grande esperienza che segue operativamente questi temi da almeno quindici anni.

Con lui Nord Est Economia fa il punto della situazione sullo stato di avanzamento delle grandi opere, destinate a cambiare in positivo la vita del Veneto e della provincia di Verona in particolare. A partire dalla TAV Brescia Verona, dove i cantieri aperti cominciano a rappresentare una realtà concreta.

“E un’opera finanziata fin dal 2014 -spiega Miller- ma da allora ha dovuto subire un lungo iter burocratico, interferenze varie e ministri non all’altezza del compito. Da fine 2018 la situazione si è finalmente sbloccata e nella seconda metà del 2019 il general contractor Cepav Due (Saipem, Pizzarotti) ha aperto i primi cantieri. Lo stesso Consorzio aveva già realizzato anche la tratta Treviglio Brescia, completata a fine 2016. Il più significativo tra questi cantieri è il tunnel di Lonato, aperto ad ottobre 2020 e lungo 8 chilometri, a doppia canna. Un’opera importante per la quale è utilizzata anche una “talpa” cinese che avanza con determinazione”.

Ma quando si può immaginare di vedere completata l’alta velocità, almeno fino a Verona?

“La nuova linea ferroviaria AV/AC Brescia Est – Verona si sviluppa per circa 48 km, iniziando il percorso nel comune di Mazzano, in provincia di Brescia, sino a raggiungere Verona nel lato occidentale con i nuovi binari AV e la nuova interconnessione di Verona Merci. È un’opera complessa con un tracciato ferroviario che attraversa due Regioni, tre Province, undici Comuni e si sviluppa in affiancamento alle infrastrutture esistenti, 30 km circa in parallelo all’autostrada A4 e 8 km circa in allineamento alla linea ferroviaria. Detto questo, al più presto si potrà vedere l’alta velocità per la fine del 2025, non solo fino a Verona, ma anche fino a Vicenza. Saremmo comunque in tempo per le Olimpiadi invernale del 2026, sia pure con un’opera non completa”.

Quali sarebbero i tratti mancanti, quali le possibili ulteriori complicazioni e le opportunità che ne derivano?

“Per allora mancherà certamente il tratto tra Vicenza e Padova, per il quale non ci sono ancora i finanziamenti. La Padova Venezia è invece già realizzata. Ulteriori complicazioni potrebbero venire dall’uscita ad est di Brescia, su un progetto non ancora assegnato e da compiere in una zona fortemente antropizzata, con tante strade e viadotti. Quanto alle opportunità in primis il raddoppio dei binari a disposizione, che passeranno da due a quattro consentendo un collegamento veloce con Milano ed un traffico locale più sviluppato ed efficiente, e inoltre la possibilità di raggiungere i due aeroporti del Nord Est. Venezia Marco Polo sarà raggiunta direttamente dai binari dell’alta velocità, mentre per il Catullo di Verona RFI si è resa disponibile a realizzare un nuovo collegamento ferroviario sia dalla stazione di Verona che da Mantova”.

Per quanto riguarda invece l’alta velocità verso nord, in direzione Brennero?

“Qui i tempi saranno più lunghi, direi 2027/2028, a causa di un’opera ciclopica di importanza europea come il tunnel del Brennero, ben 64 chilometri, al cui confronto la tratta Verona Fortezza sarà una passeggiata. Ma per velocizzare i lavori, sia in questo caso che per Brescia Padova, confido molti nel lavoro dei commissari straordinari, sul Recovery Fund e sull’arrivo di Mario Draghi alla presidenza del Consiglio”.

Veniamo invece alle infrastrutture stradali: Pedemontana, Valdastico e altre.

“La Pedemontana è quasi completata. L’anno prossimo sarà completamente aperta fino a Montecchio a ovest ed a Spresiano ad est, dove si intersecherà con l’autostrada. Questo consentirà di alleggerire in parte la A4 che è satura di traffico e di collegare meglio il nord est. In questo senso sarebbe importante anche la realizzazione della Valdastico, che consentirebbe di raggiungere direttamente il Trentino saltando l’incrocio di Verona. Ma purtroppo questa è una battaglia che dura da tanti anni ed i veti incrociati non mi fanno essere ottimista sul risultato finale. Lo sono molto di più, adesso, sulla Nogarole Rocca-Parma. I fondi europei ci sono, a Parma hanno iniziato a lavorare e per la “Tibre” non vedo grandi ostacoli, ma anche per il futuro collegamento a mare verso il Porto di La Spezia, con la Pontremolese”.

Chiudiamo su Verona e le opere che la riguardano nello specifico.

“Come detto Verona potrà giovarsi di un collegamento diretto con l’aeroporto ed anche del raddoppio della stazione, che vedrà arrivare i treni ad alta velocità sul nuovo fronte a sud, su Viale Piave, mentre su Piazzale XXV Aprile arriveranno i treni regionali. In ambito stradale, invece, certamente manca la chiusura a nord est dell’anello tangenziale con la fallita realizzazione del traforo delle Torricelle”.

Nordest Economia – 12/02/2021

© Riproduzione riservata