Venezia: la bocca del porto di ‘Malamocco’ sarà liberata da fanghi

27 Novembre 2020

Da rimuovere 650mila metri cubi sedimenti

A Venezia si tornerà a scavare dai fanghi la bocca di porto di Malamocco (interessata da una parte delle paratoie del Mose). I lavori a carico dell’Autorità portuale hanno avuto il via libera da un’ordinanza della Capitaneria di porto.

L’intervento avrà una durata di circa 12 mesi e si prevede di dare avvio alle operazioni di escavo già entro la fine della prossima settimana. I lavori sono stati aggiudicati con procedura aperta a ditte specializzate del settore.

“Sono serviti tre anni di intenso lavoro per superare un lungo periodo caratterizzato da inspiegabili ritardi nel ripristino dell’accessibilità nautica dei porti veneti – afferma Pino Musolino, Commissario Straordinario dell’Autorità portuale -. Oggi finalmente arriva l’ultimo via libera nell’iter autorizzativo all’escavo del canale Malamocco Marghera, la principale arteria di comunicazione del porto veneziano, che potrà così essere liberato da circa 650 mila metri cubi di sedimenti, invertendo il naturale processo di interramento che rischiava di minare in modo irreparabile la competitività del nostro scalo”.

Ansa/Mare – 27/11/2020

© Riproduzione riservata

Nei primi dieci mesi del 2020 il porto di Trieste ha movimentato 45 milioni di tonnellate di merci (-12%)

Negli ultimi quattro mesi il traffico dei container è cresciuto del +1%

L’Autorità di Sistema Portuale del Mare Adriatico Orientale ha reso noto che nei primi dieci mesi del 2020 il porto di Trieste ha movimentato oltre 45 milioni di tonnellate di merci, con una flessione del -12% sullo stesso periodo dello scorso anno. Nel solo periodo luglio-ottobre di quest’anno il volume di traffico è stato pari a quasi 19 milioni di tonnellate, con una diminuzione del -8% sul corrispondente periodo del 2019.

L’ente portuale ha specificato che alla performance negativa registrata in termini di volumi totalizzati nei primi dieci mesi del 2020 hanno contribuito principalmente le rinfuse liquide, con 31,8 milioni di tonnellate (-12%), e le rinfuse solide (-71%). L’authority ha spiegato che se da un lato il segno meno del comparto delle rinfuse liquide è riconducibile alla recessione innescata dagli effetti della pandemia in corso, per le rinfuse secche il dato negativo è legato al decremento generalizzato dei prodotti metallurgici, minerali e del carbone dovuto alla chiusura dell’impianto siderurgico della Ferriera di Trieste.

Positivo, invece, l’andamento del traffico ro-ro che nei primi 10 mesi di quest’anno ha registrato 195mila unità transitate (+3%).

Nel segmento dei container è stato registrato un calo del -2% con 638mila teu movimentati, di cui oltre 260mila nel solo periodo luglio-ottobre (+1%). Nel solo mese di ottobre di quest’anno il traffico containerizzato ha segnato un ulteriore rialzo con 66mila teu movimentati (+2%).

Infine l’AdSP ha reso noto che per quanto riguarda il traffico ferroviario da e per il porto di Trieste è stato accusato un arretramento del -20% con 6.680 treni lavorati, flessione anche in questo caso conseguenza del ridimensionamento della lavorazione dei treni alla Siderurgica Triestina che nel 2019 erano stati circa 1.500.

InforMare – 27/11/2020

© Riproduzione riservata

A Treviso la metropolitana di superficie che collega l’aeroporto con la stazione

26 Novembre 2020

Il collegamento su binario tra il Canova e la stazione ferroviaria permetterebbe di raggiungere facilmente anche Venezia.

Collegherà l’aeroporto Canova di Treviso con la stazione ferroviaria centrale per permettere a lavoratori e visitatori di raggiungere direttamente dallo scalo il centro città, proprio come nelle grandi città europee, e raggiungere facilmente anche Venezia. Si parla da tempo della realizzazione della metropolitana di superficie e oggi è stato fatto un asso in aventi verso l’attuazione.

Il Comune di Treviso ha infatti firmato un protocollo d’intesa con il gruppo Cassa Depositi e Prestiti per collaborare alla realizzazione della metropolitana di superficie di Treviso fra l’aeroporto ‘Antonio Canova’ e la stazione centrale. Grazie a questa intesa, la società per azioni fornirà consulenza, senza alcun onere per il Comune, di tipo tecnico-finanziario in favore dell’amministrazione nelle varie fasi di sviluppo e realizzazione del “people mover” in grado di collegare l’aeroporto “Canova” alla stazione ferroviaria.

Nello specifico, l’attività di consulenza da parte di Cassa Depositi e Prestiti potrà riguardare diverse fasi del progetto, dalla programmazione all’affidamento, fino all’esecuzione dell’opera. La realizzazione della metropolitana di superficie di Treviso consentirebbe significativi vantaggi di movimento ai cittadini veneti, comportando ricadute importanti per il collegamento con le principali località turistiche regionali come Venezia e le Dolomiti. Il progetto è volto infatti, con un’unica modalità di trasporto su binario, a collegare l’aeroporto Antonio Canova con la stazione ferroviaria di Treviso, con la conseguente possibilità di raggiungere facilmente anche Venezia. Si potrebbe prospettare inoltre, in futuro, un eventuale sviluppo, con prosecuzione del servizio dalla stazione ferroviaria fino alla cittadella sanitaria in corso di realizzazione per concludersi al polo di Sant’Artemio.

“Siamo felici di iniziare questo percorso con Cassa Depositi e Prestiti. Il supporto dell’istituzione finanziaria dello Stato rappresenta una risorsa in termini di supporto e progettazione della metropolitana di superficie di Treviso, così come di altre iniziative nel campo della mobilità e dell’ambiente”, spiega il sindaco Mario Conte. “Quello del “people mover” è un progetto che, se sostenibile, avrebbe una rilevanza strategica in quanto andrebbe a migliorare non solo i collegamenti fra punti strategici ma porterebbe benefici anche dal punto di vista ambientale con una riduzione delle emissioni inquinanti e il conseguente miglioramento della qualità della vita secondo una visione di città di respiro internazionale”.

Oggi Treviso – 26/11/2020

© Riproduzione riservata

E-commerce alle stelle a Verona, +462% di pacchi consegnati da Poste

La crescita è stata registrata nei primi nove mesi del 2020 rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso. E con il Black Friday ed il Natale alle porte si prevedono ancora alti volumi di consegna.

Effetto lockdown nella crescita del numero dei pacchi consegnati da Poste Italiane a Verona. Nei primi nove mesi del 2020, infatti, si è registrato un incremento del 462% dei pacchi e-commerce rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Poste è riuscita a far fronte alle nuove esigenze del mercato, ai nuovi bisogni dei consumatori e soprattutto al considerevole incremento di richieste dei cittadini in questo periodo di emergenza.

«Per Poste Italiane – ha ricordato l’amministratore delegato Matteo Del Fante – il segmento B2C (business to consumer) mostra un trend solido dopo aver registrato un terzo trimestre molto forte, con volumi di vendite significativi. A ottobre, che è andato ancora meglio di settembre, e a novembre abbiamo assistito ad una costante crescita. Inoltre, stiamo entrando in un periodo importante per questo tipo di mercato».

A livello nazionale, nei primi nove mesi dell’anno, è stato consegnato il numero record di 53 milioni di pacchi, circa il 42% in più rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. E grazie alla spinta del black friday e degli acquisti natalizi ormai alle porte, le prossime settimane rappresenteranno un periodo di alti volumi di consegna per la rete logistica di Poste, che si conferma fra i partner di distribuzione più scelti dal mercato.

Attualmente in provincia di Verona, la rete Punto Poste (l’insieme di attività commerciali che offrono i servizi di ritiro e spedizioni pacchi) conta 154 tabaccherie, bar, cartolerie, negozi ed edicole presso le quali è possibile ritirare i propri acquisti in modo semplice e veloce. A questi si affiancano i cinque locker, punti self-service con orari di apertura estesi attraverso i quali è possibile anche effettuare il reso dei propri acquisti online che devono essere spediti con Poste Italiane.

E la rete logistica di Poste Italiane è destinata ad ampliarsi: nei giorni scorsi è stato annunciato un accordo preliminare per acquistare l’intero capitale sociale dell’operatore postale Nexive Group. Un risultato che, ad autorizzazione definitiva dell’operazione, porterà Poste a poter contare su sinergie importanti.

Inoltre, anche per i cittadini della provincia di Verona la consegna e-commerce di Poste Italiane si arricchisce di nuovi servizi. Attraverso l’utilizzo dell’intelligenza artificiale, sarà infatti possibile consultare lo stato della spedizione direttamente via WhatsApp.

Verona Sera – 26/11/2020

© Riproduzione riservata

Alta Velocità, CIPE approva progetto attraversamento Vicenza. De Berti: “Aggiungiamo un importante tassello alla realizzazione di un’infrastruttura strategica”

Il CIPE ha approvato oggi il progetto preliminare del 2° lotto funzionale dell’“Attraversamento di Vicenza” della linea ferroviaria Alta Velocità/Alta Capacità sulla tratta Verona-Padova.

Lo annuncia la vicepresidente e assessore alle infrastrutture e trasporti della Regione del Veneto, Elisa De Berti, che ha partecipato stamane in videoconferenza alla seduta del Comitato Interministeriale per la Programmazione Economica che ha dato il via libera al progetto che definisce l’ingresso da ovest e l’attraversamento del territorio della città di Vicenza della linea dell’Alta Velocità, in affiancamento alla linea storica: un’opera che costa circa 850 milioni di euro, dei quali 150 già finanziati.

“Si chiude così un iter che nel corso degli anni ha avuto uno sviluppo procedurale e progettuale complesso – sottolinea De Berti – e aggiungiamo un altro importante tassello al pieno e funzionale completamento della nuova linea AV/AC Torino-Milano-Venezia, infrastruttura ferroviaria che la nostra Regione considera strategica,  fondamentale per migliorare la mobilità del territorio, in quanto assicura una significativa riduzione dei tempi di percorrenza, l’alleggerimento della rete ordinaria e l’incremento della qualità e dell’affidabilità del servizio offerto”.

“Auspichiamo – prosegue la vicepresidente – che il Governo reperisca celermente i 700 milioni di euro mancanti, per poter proseguire rapidamente con le successive fasi di progettazione e realizzazione dell’opera”.

In estrema sintesi, il progetto preliminare, che interessa territorialmente i Comuni di Altavilla Vicentina, Creazzo, Sovizzo, Torri di Quartesolo e Vicenza, contempla la realizzazione dei seguenti principali interventi:

•  tratto di nuova linea AV/AC fino alla stazione centrale di Vicenza;

•  interventi sulla linea storica al fine di consentire l’affiancamento della linea A/AC;

•  realizzazione della nuova fermata Fiera;

•  interventi nell’ambito della stazione centrale di Vicenza;

•  nuova linea di trasporto pubblico locale, con bus elettrici, dalla nuova fermata Fiera fino alla località Camisano (circa 12 km);

•  interventi di riassetto della viabilità che garantiscono un accesso rapido alla stazione da ovest e da est;

•  interventi idraulici tra cui la cassa di espansione sul torrente Onte.

Regione Veneto – Comunicato n° 1532 del 26/11/2020

© Riproduzione riservata

Con la progettazione del primo lotto della “Ciclovia del Sole” risposta ai problemi di sicurezza a Verona e Sommacampagna

Si è svolto oggi tra Verona e Sommacampagna un sopralluogo dei tecnici della Regione, di Veneto Strade e di quelli incaricati alla redazione del progetto definitivo del primo lotto funzionale della “Ciclovia del Sole” nel territorio veneto, relativo a due tratti lungo il percorso Verona-Salionze.

Nel primo, è prevista la realizzazione di un nuovo tratto di pista ciclabile in affiancamento alla strada esistente lungo via Cason, in Comune di Verona, la messa in sicurezza dell’attraversamento di una viabilità di grande scorrimento (in uscita dal centro di Verona) e la costruzione di una nuova passerella in affiancamento al cavalcavia esistente per il superamento della SS12. Il secondo riguarda un nuovo tratto di pista ciclabile in Comune di Sommacampagna lungo l’argine del fiume Alto Agro Veronese, compreso l’adeguamento del sottopasso all’autostrada A22 e l’intervento di messa in sicurezza dell’attraversamento di una viabilità di grande scorrimento quale la SP26 che porta al casello autostradale di Sommacampagna.

“Nel lotto funzionale – spiega la vicepresidente a assessore alle infrastrutture della Regione del Veneto, Elisa De Berti – è stato scelto di dare priorità agli interventi che risolvono i punti maggiormente critici per la sicurezza, in modo da massimizzare nel più breve tempo possibile la percorribilità dell’itinerario, in attesa del completamento e adeguamento dell’intero percorso veneto”.

Il progetto definitivo del lotto funzionale, la cui predisposizione è prevista per l’aprile del prossimo anno, dovrà essere approvato in Conferenza dei Servizi, alla presenza di tutti gli enti interessati dall’intervento, al fine di acquisirne i pareri di competenza e quindi inviato al Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti che provvederà all’erogazione della quota di finanziamento. A seguire potranno essere affidati i lavori di esecuzione del lotto funzionale. Il costo complessivo del 1° lotto funzionale, in base al progetto di fattibilità tecnico ed economica, è di poco superiore al milione e mezzo di euro, di cui 350 mila euro di risorse regionali e il rimanente di risorse ministeriali.

La “Ciclovia del Sole” attraverserà Veneto, Lombardia, Emilia Romagna e Toscana,  collegando Verona a Firenze attraverso un tracciato lungo circa 392 km. Nel territorio veneto la ciclovia interessa due tratti: da Verona a Salionze, di circa 28,5 km, parte dei quali nel suggestivo ambiente delle “Terre del Custoza”, e da Peschiera a Valeggio sul Mincio, circa 13,5 km. Il loro costo totale previsto per entrambi è di oltre 5,8 milioni di euro (il costo dell’intera ciclovia è superiore ai 38 milioni di euro).

Regione Veneto – Comunicato stampa del 1533 del 26 Novembre 2020

© Riproduzione riservata

Pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale la delibera del CIPE che approva il contratto della “Via del Mare”: ora si può concludere la procedura di gara

È stata pubblicata nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana la delibera con cui il CIPE, Comitato Interministeriale per la Programmazione Economica, ha approvato a giugno scorso lo “schema di convenzione” del project financing della “Via del Mare”, che collega l’autostrada A4 a Jesolo e ai litorali.

“Questa pubblicazione, avvenuta a seguito del via libera al provvedimento da parte della Corte dei Conti – spiega la vicepresidente e assessore alle infrastrutture e trasporti della Regione del Veneto, Elisa De Berti – consente finalmente la conclusione della lunga e travagliata procedura di gara per la realizzazione di un’opera strategica, attraverso la cui realizzazione sarà reso notevolmente più agevole l’accesso a Jesolo e alle altre località balneari vicine, dando così finalmente la risposta tanto attesa ai problemi di viabilità che da anni i cittadini e gli operatori turistici della costa denunciano”.

Il CIPE aveva approvato il progetto preliminare nel lontano 2012, ma poi l’iter procedurale si era interrotto a causa di complesse vicende amministrative e burocratiche, “che la Regione ha tenacemente voluto superare – sottolinea De Berti –per poter così procedere ora con la valutazione tecnica e della sostenibilità economico-finanziaria delle offerte presentate. Veneto Strade, per conto della Regione, sta studiando le migliori soluzioni per favorire la distribuzione del traffico in arrivo a Jesolo proveniente dalla nuova infrastruttura”.

“Non si può che essere felici dell’ulteriore e decisivo passo verso la conclusione dell’iter di aggiudicazione di quest’opera – commenta l’assessore regionale al bilancio, Francesco Calzavara –. Il tempo intercorso è servito per approfondire ulteriormente il progetto soprattutto nella sua estensione verso Cavallino, predisponendo una serie di soluzioni che diano una risposta vera al carico automobilistico dei weekend estivi”.

La “Via del Mare” sarà una superstrada lunga circa 20 km e collegherà il casello autostradale di Meolo sulla A4 e Jesolo. Il costo previsto dell’opera, che consentirà di decongestionare una percorso stradale fortemente trafficato soprattutto nel periodo estivo, è di oltre 200 milioni di euro e sarà interamente coperto da risorse private.

Regione Veneto/Comunicato stampa n° 1535 del 26 Novembre 2020

© Riproduzione riservata

 

Stimata una riduzione di 925 milioni di euro dell’apporto del turismo crocieristico all’economia italiana

Presentata l’edizione 2020 di “Italian Cruise Watch”, il rapporto di Risposte Turismo

Nell’intero 2020, a causa del Covid-19, il traffico crocieristico nei porti italiani registrerà circa 800mila passeggeri (-93,5% rispetto all’anno precedente), dato che riporta la movimentazione passeggeri ai valori del 1993, e ciò provocherà una diminuzione di 925 milioni di euro dell’apporto del turismo crocieristico all’economia nazionale. Lo evidenzia l’edizione 2020 di “Italian Cruise Watch”, il rapporto di ricerca elaborato dalla società di ricerca e consulenza Risposte Turismo che è stato presentato oggi nel corso di un evento online in diretta streaming.

In particolare, il mancato contributo stimato delle attività ricreative, culturali e di intrattenimento collegate alle escursioni a terra è di 336 milioni di euro in meno rispetto a quanto atteso, dello shopping nei negozi delle città di 273 milioni di euro e delle spese per i trasporti locali di 128 milioni di euro.

Si prevede, inoltre, che l’impatto più evidente del mancato contributo della crocieristica all’economia sarà registrato dal Veneto (206 milioni di euro in meno rispetto alle aspettative), seguito da Lazio (-204,6 milioni), Liguria (-176,5 milioni), Campania (-120 milioni) e Sicilia (-65 milioni di euro).

Risposte Turismo ha effettuato anche una nuova indagine su un panel selezionato di circa 100 professionisti attivi con ruoli apicali e lunga esperienza nella cruise industry italiana da cui risulta che la maggioranza degli intervistati ritiene che il movimento passeggeri nei porti crocieristici italiani tornerà a livello pre-Covid dal 2023. Inoltre, nonostante la particolare congiuntura, circa il 90% degli intervistati non pensa di uscire dal settore crocieristico e, anzi, più della metà ha in programma investimenti per rafforzare la propria posizione alla ripartenza.

InforMare – 26/11/2020

© Riproduzione riservata

EasyJet fa i conti con la pandemia, costretta a tagliare del 70% la flotta a Venezia

25 Novembre 2020

La compagnia che è a terra fino a marzo 2021, in conseguenza della crisi sanitaria, ha annunciato di dover riorganizzare le attività italiane. Al Marco Polo, una delle tre basi italiane, il taglio è il più consistente. Il vettore era pre-Covid il principale dello scalo lagunare, con in tutto 53 destinazioni assorbiva circa un terzo del traffico passeggeri

Il Covid costringe easyJet a riorganzzare le attibità italiane. La base della compagnia più penalizzata dal taglio degli aeromobili sarà Venezia, dove dei 7 aerei presenti ne resteranno soltando 2. La compagnia, che impegna in Italia circa 1500 persone a Venezia occupa 280 addetti, copriva pre-Covid 53 destinazioni, incidendo per circa un terzo, quindi principale vettore, sul traffico passeggeri. Prima della pandemia avevano volato a Venezia con gli aerei easyJet 3,4 milioni di passeggeri.

Nell’ottica di garantire la sostenibilità economica e finanziaria delle proprie operazioni nel mutato contesto di mercato, afferma la nota, la compagnia sta programmando di ridurre di 9 unità la propria flotta portando da 36 a 27 gli aeromobili basati in Italia. Nello specifico il piano prevede di ridurre da 22 a 21 gli aerei basati a Milano Malpensa, da 7 a 4 quelli basati all’aeroporto di Napoli e da 7 a 2 quelli basati presso lo scalo di Venezia

Il management di easyJet ha informato le organizzazioni sindacali, i dipendenti e i principali partner e fornitori di servizi nel mercato italiano della propria intenzione di avviare – nei tempi e nei modi previsti dalla legge e considerate le attuali restrizioni – il processo di riorganizzazione delle operazioni in Italia per far fronte all’impatto senza precedenti della pandemia.

Quest’anno il settore del trasporto aereo ha subito un vero e proprio crollo del traffico passeggeri: dopo una timida ripresa estiva, IATA ha peggiorato le previsioni stimando per il 2020 un calo del traffico globale di circa il 70%. Per il 2021 l’associazione internazionale del trasporto aereo prevede che i ricavi delle aerolinee saranno inferiori di oltre il 50% rispetto a quanto previsto prima della crisi e ha confermato che bisognerà attendere il 2024 prima che il traffico aereo ritorni ai livelli del 2019.

Per far fronte a questo scenario e dotarsi degli strumenti necessari per riemergere dalla crisi in modo competitivo, lo scorso maggio easyJet ha annunciato un significativo ridimensionamento dell’intera flotta e un conseguente piano di ottimizzazione di basi e rotte in tutto il network europeo.

“Il settore del trasporto aereo è senza dubbio uno dei maggiormente colpiti dalla pandemia. easyJet, entrata in questa crisi come una delle compagnie aeree europee più solide, ha messo in campo misure straordinarie non solo per salvaguardare la continuità aziendale ma anche e soprattutto per mettersi nelle condizioni di riprendere le attività in modo rapido e confermare la propria posizione di leadership nel mercato europeo non appena la crisi sarà superata. Per la prima volta nella nostra storia abbiamo chiuso un anno fiscale in perdita” – ha commentato Lorenzo Lagorio, Country Manager di easyJet Italia – “Ma ora ottimizzare la capacità e ridurre i costi in modo strutturale sono azioni necessarie per assicurare la sostenibilità del business nel lungo termine”.

Le previsioni di mercato e l’elevato grado di incertezza per i prossimi anni, afferma la nota, rendono non più differibile un piano di riorganizzazione anche per il mercato italiano e che coinvolgerà l’operatività delle tre basi nazionali: Milano Malpensa, Venezia Marco Polo e Napoli Capodichino.

Questa valutazione è frutto di un’attenta analisi e rientra nel piano strategico di easyJet che vede la compagnia focalizzata a ottimizzare il proprio network e garantire la profittabilità delle proprie basi in tutti i paesi per far fronte alla continua ed incerta evoluzione del mercato, si legge ancora.

“Abbiamo investito costantemente nel mercato italiano negli anni passati arrivando a trasportare oltre 20 milioni di passeggeri da e per gli aeroporti italiani nel 2019. Ora però dobbiamo in parte ridimensionare i nostri investimenti, anche per riflettere le aspettative sulla drastica e strutturale riduzione nella domanda. È una scelta difficile, ma necessaria per garantire la sostenibilità del business di easyJet nel lungo termine sul mercato italiano. Nonostante il quadro molto preoccupante che l’industria nel suo complesso si trova ad affrontare, voglio ribadire con forza l’impegno di easyJet nei confronti del nostro paese che è, e rimane, uno dei principali mercati europei della compagnia e dove continueremo a essere uno dei principali operatori, leader nei collegamenti nazionali e internazionali. Continuiamo a chiedere a gran voce un intervento deciso del Governo italiano con misure che tutelino il settore nel suo complesso e favoriscano la ripresa del traffico aereo. Infine, vorrei ringraziare tutti i 1500 dipendenti di easyJet in Italia per l’impegno, la passione e il sacrificio mostrato in questi mesi così duri e garantire che saranno fatti tutti gli sforzi possibili, in collaborazione con le rappresentanze sindacali, con l’obiettivo di mitigare l’impatto di questa decisione sui livelli occupazionali e salvaguardare il maggior numero possibile di posti di lavoro”. – conclude Lagorio.

Nordest Economia – 25/11/2020

© Riproduzione riservata

Brennero, il Tirolo inasprisce i divieti per i camion: Confartigianato Trasporti chiede l’intervento di Conte

Il Governo del Tirolo ha ulteriormente inasprito il divieto notturno per i veicoli pesanti. Lo ha comunicato con una nota Confartigianato Trasporti.

L’associazione ha spiegato che l’inasprimento ha, per certi aspetti, un impatto più forte rispetto al divieto settoriale. La modifica prevede l’eccezione soltanto per veicoli full electric e a idrogeno (veicoli che ad oggi non vengono ancora prodotti di serie) ed esclude anche i veicoli a trazione alternativa CNG/LNG.
Viene introdotto il principio di eccezione per il traffico di origine o destinazione anche per il divieto notturno (che fino ad oggi non ha mai visto applicato tale principio). L’ordinanza amplia quindi la discriminazione tra gli operatori del Tirolo e quelli dei Paesi confinanti come l’Italia e la Germania.

“E’ l’ennesima presa in giro del Tirolo nei confronti dell’Italia, ancora una volta con la scusa della tutela ambientale gli austriaci si prendono beffa del nostro Paese violando i principi base comunitari col solo intento di danneggiare la nostra economia ed ostacolare i nostri autotrasportatori”, scrive il Presidente di Confartigianato Trasporti Amedeo Genedani.

“Non solo con la nuova ordinanza si inasprire il divieto di circolazione notturno, ma addirittura si introduce un principio discriminatorio in base alla provenienza degli operatori del trasporto. Crediamo che ci sia un limite a tutto – continua Genedani – e che sia giunto il momento per il Governo Conte, dopo quanto abbiamo già fatto noi come associazione di rappresentanza nei confronti della Commissaria Valean, di assumere una durissima posizione nei confronti del Tirolo anche in sede UE”.

Trasporti-Italia.com – 25/11/2020

© Riproduzione riservata