Iata: appello ai governi per una ripresa sicura e sostenibile del trasporto aereo

25 Novembre 2020

La 76a Assemblea Generale Annuale della Iata ha approvato all’unanimità una risoluzione che riconferma l’impegno delle compagnie aeree a collegare il pianeta in modo sicuro e sostenibile. Nella risoluzione Iata chiede ai governi un impegno su tre fronti – sostegno finanziario, sostenibilità, sicurezza – attraverso azioni concrete per garantire la ripresa del trasporto aereo:

Garantire la redditività del settore con un supporto finanziario e normativo continuo

Aiutare l’industria a raggiungere il suo obiettivo per il 2050 di ridurre le emissioni alla metà dei livelli del 2005, esplorando percorsi per zero emissioni di carbonio attraverso investimenti nella commercializzazione di carburante per aviazione sostenibile

Collaborare con le compagnie aeree per garantire il mantenimento degli standard di sicurezza e delle competenze critiche sia durante la crisi che nel successivo riavvio e aumento delle operazioni

“Covid-19 ha devastato i bilanci delle nostre compagnie aeree associate e abbiamo bisogno di un supporto governativo continuo per consentire al settore dell’aviazione di riavviare e ricostruire la connettività – ha dichiarato Alexandre de Juniac, direttore generale e Ceo della Iata –. Senza i vantaggi economici offerti dal trasporto aereo, la ripresa economica globale sarà molto più debole e lenta”.

In particolare l’assemblea Iata ribadisce la necessità di sostegno finanziario. I governi hanno già fornito 173 miliardi di dollari alle compagnie aeree, ma molti programmi si stanno esaurendo poiché la crisi del Covid-19 si sta protraendo molto più a lungo di quanto previsto.
“I 173 miliardi di dollari di sostegno finanziario hanno salvato innumerevoli posti di lavoro ed evitato fallimenti di massa – ha spiegato de Juniac –. Si tratta di un investimento nella ripresa, non solo per le compagnie aeree ma per l’economia nel suo insieme. Ogni lavoro nel settore dell’aviazione ne supporta altri 29. Una piena ripresa globale da questa crisi sarà significativamente compromessa senza il catalizzatore economico dell’aviazione”.

Durante la crisi, le compagnie aeree hanno tagliato i costi quasi della metà, ma i ricavi sono crollati ancora più velocemente.

Si prevede che le compagnie aeree perderanno 118,5 miliardi di dollari nel 2020 e altri 38,7 miliardi di dollari nel 2021, tornando in liquidità solo alla fine del 2021.
“Sarà necessario un maggiore supporto se vogliamo che il settore riesca a risollevarsi – ha aggiunto ancora de Juniac –. E deve presentarsi in forme che non aumentino ulteriormente il debito, che è già balzato da 430 miliardi di dollari nel 2019 a 651 miliardi nel 2020″.

Le compagnie aeree hanno riconfermato il loro impegno a ridurre le emissioni nette di CO2 alla metà dei livelli del 2005 entro il 2050.
Dal rapporto Waypoint 20501 dell’Air Transport Action Group, a cui hanno contribuito Iata e altri stakeholder dell’aviazione, emerge che l’industria aeronautica sta esplorando percorsi per raggiungere collettivamente le emissioni zero. Si tratta della prima volta che l’industria guarda collettivamente a un futuro a zero emissioni nette.
Naturalmente l’aviazione avrà bisogno del sostegno dei governi per effettuare la transizione energetica necessaria per raggiungere il suo obiettivo sui cambiamenti climatici. Rispetto ai combustibili fossili, i carburanti sostenibili possono ridurre le emissioni di carbonio fino all’80%.
In questo caso il sostegno dei governi dovrebbe mirare a eliminare un importante divario di costo che si traduce per i carburanti sostenibili in un costo quattro volte superiore al tradizionale cherosene a reazione. Ciò ha limitato il suo utilizzo a circa lo 0,1% del rifornimento totale di carburante.
La risoluzione ha anche esortato i governi a evitare tasse e oneri che sono strumenti politici inefficienti per promuovere la sostenibilità.

Iata ha anche ribadito il proprio impegno per la sicurezza, evidenziato nella guida completa al decollo pubblicata dall’Organizzazione internazionale per l’aviazione civile (Icao) con il supporto della Iata e di altri partner di settore. Ciò pone le basi per l’attuazione armonizzata di un approccio a più livelli per mantenere i viaggiatori e l’equipaggio al sicuro. Mentre l’86% delle persone che attualmente viaggiano dichiara di sentirsi al sicuro con le nuove misure, c’è ancora del lavoro da fare per una piena attuazione.
La risoluzione ha invitato i governi a collaborare con le compagnie aeree per mantenere alti standard di sicurezza durante la crisi e permettere un riavvio sicuro e un aumento delle operazioni nella ripresa.

“Dobbiamo pianificare attentamente con le autorità di regolamentazione come accelerare le operazioni in sicurezza nell’eventuale ripresa – ha aggiunto in conclusione de Juniac –. La riattivazione di migliaia di aeromobili a terra, la corretta gestione e preparazione di milioni di lavoratori autorizzati e una gestione ottimale di forti perdite di lavoratori esperti saranno la chiave per un riavvio sicuro. Sin dalle prime fasi della crisi abbiamo lavorato con Icao e le autorità di regolamentazione su un quadro per farlo. E questo lavoro continua mentre la crisi si trascina oltre le aspettative”.

Trasporti-Italia.com – 25/11/2020

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EasyJet riduce le attività in Italia

EasyJet ha deciso di ridurre le proprie attività in Italia per far fronte all’impatto senza precedenti della pandemia. “Il settore del trasporto aereo è senza dubbio uno dei maggiormente colpiti dalla pandemia – ha detto Lorenzo Lagorio, Country Manager di easyJet Italia -. easyJet, entrata in questa crisi come una delle compagnie aeree europee più solide, ha messo in campo misure straordinarie non solo per salvaguardare la continuità aziendale ma anche e soprattutto per mettersi nelle condizioni di riprendere le attività in modo rapido e confermare la propria posizione di leadership nel mercato europeo non appena la crisi sarà superata. Per la prima volta nella nostra storia abbiamo chiuso un anno fiscale in perdita. Ma ora ottimizzare la capacità e ridurre i costi in modo strutturale sono azioni necessarie per assicurare la sostenibilità del business nel lungo termine”.

La riorganizzazione coinvolgerà l’operatività delle tre basi nazionali: Milano Malpensa, Venezia Marco Polo e Napoli Capodichino. Tra le misure, la riduzione della flotta: gli aerei basati in Italia diventeranno infatti 27 rispetto ai 36 attuali. Nello specifico il piano prevede di ridurre da 22 a 21 gli aerei basati a Milano Malpensa, da 7 a 4 quelli basati all’aeroporto di Napoli e da 7 a 2 quelli basati presso lo scalo di Venezia. Questa valutazione è frutto di un’attenta analisi e rientra nel piano strategico di easyJet che vede la compagnia focalizzata a ottimizzare il proprio network e garantire la profittabilità delle proprie basi in tutti i paesi per far fronte alla continua ed incerta evoluzione del mercato.

“Abbiamo investito costantemente nel mercato italiano negli anni passati arrivando a trasportare oltre 20 milioni di passeggeri da e per gli aeroporti italiani nel 2019. Ora però dobbiamo in parte ridimensionare i nostri investimenti, anche per riflettere le aspettative sulla drastica e strutturale riduzione nella domanda – ha aggiunto Logorio -. È una scelta difficile, ma necessaria per garantire la sostenibilità del business di easyJet nel lungo termine sul mercato italiano. Nonostante il quadro molto preoccupante che l’industria nel suo complesso si trova ad affrontare, voglio ribadire con forza l’impegno di easyJet nei confronti del nostro paese che è, e rimane, uno dei principali mercati europei della compagnia e dove continueremo a essere uno dei principali operatori, leader nei collegamenti nazionali e internazionali. Continuiamo a chiedere a gran voce un intervento deciso del Governo italiano con misure che tutelino il settore nel suo complesso e favoriscano la ripresa del traffico aereo. Infine, vorrei ringraziare tutti i 1.500 dipendenti di easyJet in Italia per l’impegno, la passione e il sacrificio mostrato in questi mesi così duri e garantire che saranno fatti tutti gli sforzi possibili, in collaborazione con le rappresentanze sindacali, con l’obiettivo di mitigare l’impatto di questa decisione sui livelli occupazionali e salvaguardare il maggior numero possibile di posti di lavoro”.

Trasporti-Italia.com – 25/11/2020

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Autostrade per l’Italia: nuovo sistema di monitoraggio avanzato per la sicurezza di ponti e cavalcavia

E’ operativo il nuovo sistema digitale per il monitoraggio delle infrastrutture autostradali, basato su IBM Maximo e sviluppato da Autostrade Tech, società tecnologica del Gruppo Autostrade per l’Italia, insieme a IBM e Fincantieri NexTech.
La nuova piattaforma di monitoraggio, che utilizzerà l’intelligenza artificiale di IBM, si avvarrà dell’uso di droni, di IoT (Internet of Things) e modellazione digitale 3D di Fincantieri NexTech per innovare in modo radicale le attività di sorveglianza e monitoraggio di oltre 4.500 opere presenti sulla rete autostradale di ASPI, aumentando fortemente l’efficienza e la trasparenza di tali processi.

La collaborazione pluriennale siglata tra Autostrade Tech, IBM e Fincantieri NexTech prevede inoltre che il sistema possa essere messo a disposizione del mercato, sia in logica di servizio as a service sia on premise.
Molteplici le innovazioni apportate dal nuovo sistema: gli ispettori – dotati di elevata qualificazione professionale e appartenenti a società di ingegneria terze di livello internazionale – potranno svolgere gli accertamenti sulle condizioni di ciascuna opera accedendo in tempo reale, tramite un tablet, a tutte le informazioni che la caratterizzano: calcoli e disegni del progetto originario e degli interventi successivi; controlli e manutenzioni programmate; indagini e prove sui materiali; esiti e dettagli delle precedenti ispezioni. Un vero e proprio archivio digitale, che raccoglie informazioni classificate per tipologia e consultabili attraverso una app per un’adeguata fruibilità sul campo. Tramite lo stesso tablet l’ispettore inserirà direttamente nel nuovo sistema digitale tutti i dettagli e le foto rilevate nel corso dell’ispezione rendendone immediata la disponibilità alle strutture aziendali deputate.

Il nuovo software traccia e gestisce tutti i vari step necessari alla cura delle infrastrutture: dalla organizzazione e conduzione delle ispezioni, fino alla programmazione e realizzazione delle attività di manutenzione o adeguamento, secondo criteri di priorità chiari e condivisi con il Ministero delle Infrastrutture e Trasporti. Il sistema sta introducendo inoltre tecnologie avanzate messe a disposizione da Fincantieri NexTech, mai impiegate finora sulle reti autostradali italiane come la possibilità di analizzare un’opera attraverso un “gemello digitale” tridimensionale (Digital Twin), che ne riproduce fedelmente tutte le caratteristiche con l’impiego di droni equipaggiati con laser-scanner topografici e telecamere ad altissima risoluzione, che realizzano vere e proprie “tac” delle superfici. Un sistema appositamente sviluppato supporterà i tecnici nel riconoscimento e classificazione dei difetti e nella programmazione delle attività di manutenzione.

La piattaforma è in uso da oggi sulle 430 opere delle due Direzioni di Tronco autostradali di Cassino e Bari e sarà progressivamente estesa entro la fine dell’anno sulla totalità dei 1943 ponti e dei 2.000 cavalcavia della rete di Autostrade per l’Italia. Nel corso del 2021 la sua applicazione sarà estesa ai processi di manutenzione dei ponti e cavalcavia e a tutte le 587 gallerie della rete dove, grazie al Digital Twin, sarà possibile attuare un modello di monitoraggio strumentale innovativo, eseguito con sensori Industrial IoT di Fincantieri NexTech e soluzioni tecnologiche di ultima generazione, che permetterà di analizzare l’andamento dei parametri ingegneristici strutturali dell’opera sia statici che dinamici e la costruzione di algoritmi di valutazione del comportamento in esercizio e durante le fasi manutentive. Nello stesso anno saranno anche introdotti sistemi di pesatura dinamica, che consentiranno sia di verificare, in entrata in autostrada, il rispetto dei limiti di peso autorizzati per i Transiti Eccezionali, sia di monitorare in tempo reale il comportamento delle infrastrutture al passaggio dei mezzi pesanti.

Le tecnologie messe in campo da Autostrade Tech, IBM e Fincantieri NexTech consentiranno inoltre di sperimentare, a livello scientifico, nuovi modelli, algoritmi e parametri in tema di sicurezza delle infrastrutture. A tale scopo è stato costituito da Autostrade Tech un Comitato Tecnico-Scientifico, al quale partecipano le Università politecniche di Trento, Torino, Roma, Napoli e Milano, che ha il compito di coordinare tali attività sperimentali, definendo nuove procedure operative che saranno in seguito concordate con il MIT. Il primo progetto di ricerca sarà dedicato all’impiego dei sensori di più moderna concezione per il monitoraggio del comportamento delle infrastrutture.
L’investimento complessivo per il nuovo sistema è di oltre 60 milioni di euro, interamente stanziati da Autostrade per l’Italia.

Trasporti-Italia.com – 25/11/2020

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IV Rapporto nazionale sulla sharing mobility: boom dei servizi di micromobilità

Presentata la 4a edizione del Rapporto nazionale sulla sharing mobility. Il documento redatto dall’Osservatorio nazionale della sharing mobility, promosso da ministero dell’Ambiente, ministero dei Trasporti e Fondazione per lo sviluppo sostenibile, costituisce una sorta di database nazionale per monitorare l’andamento della sharing mobility nelle città italiane e approfondirne le principali evoluzioni.

Nell’edizione di quest’anno del rapporto trova ovviamente spazio il tema dell’emergenza Covid-19. Con dati aggiornati a ottobre 2020 sull’andamento dei servizi della sharing mobility nelle maggiori città italiane, l’Osservatorio fornisce un’analisi degli impatti della pandemia sul settore della sharing mobility in Italia. I numeri parlano di una ripresa importante dei servizi in tutte le città oggetto dell’analisi (Roma, Milano, Torino, Bologna, Palermo e Cagliari) da aprile a settembre in termini di noleggi/giorno, con solo Milano e Palermo che tornano ai livelli dello scorso febbraio. I dati dei primi quindici giorni di ottobre invece lasciano intendere un nuovo rallentamento piuttosto generalizzato, in concomitanza con le nuove tensioni sul fronte della pandemia.
All’interno, in continuità con il lavoro degli ultimi anni, una parte dettagliata dedicata ai numeri e alle tendenze dei servizi che compongono la principale offerta di sharing mobility in Italia al 2019.

Si parte con il carsharing, di cui gli operatori stanno sviluppando nuovi modelli operativi che si integrano o sono alternativi ai sistemi già esistenti di free-floating (a flusso libero in cui si può iniziare e terminare un noleggio dove si vuole all’interno di un’area dedicata) e station-based (con parcheggi dedicati), per offrire un servizio sempre più̀ completo e intercettare nuovi segmenti di domanda, in continua crescita.
I dati ci dicono che nel 2019 sono cresciute le flotte rispetto all’ anno precedente, del 3% in modalità free-floating e del 7% in station based, e che c’è stato un aumento delle iscrizioni del 28,7% con Milano e Roma che hanno registrato la crescita maggiore, raggiungendo insieme 10 milioni di noleggi annui. I dati riferiti a settembre e ottobre 2020 testimoniano una ripresa rispetto al picco negativo di aprile in pieno lockdown, pur rimanendo complessivamente a livello nazionale sotto il livello di febbraio di circa il 20% in termini di numero di noleggi/giorno.

Ampio spazio nel Rapporto anche alla cosiddetta micromobilità, una macro categoria in espansione nel panorama della sharing mobility che rappresenta una soluzione di maggiore sostenibilità per le città ingolfate dalle auto e dalle auto. Ad oggi sono 86 i servizi di micromobilità in Italia nelle città capoluogo di provincia; 1 capoluogo su 3 ha almeno un servizio di micromobilità. Milano primeggia con ben 14 servizi di micromobilità in sharing, a seguire Roma con 11 e Torino con 7.

Nel ventaglio della micromobilità condivisa, il servizio più diffuso è il bikesharing station-based presente in 26 città, seguito dai monopattini in sharing con 38 servizi in 17 città, dal bikesharing free-floating (13 servizi in 12 città) e dallo scootersharing che è presente solamente in 4 città.

Il monopattino-sharing, sbarcato in Italia a fine 2019, al pari con il bikesharing è il servizio di micromobilità più in crescita nel periodo post lockdown: tra dicembre 2019 e settembre 2020 i monopattini in condivisione sono passati da 4.900 a 27.150. I servizi attivi sono passati da 12 a 38 in questo stesso lasso temporale.

Anche per quanto riguarda il bikesharing, il 2019 è stato un anno positivo. I servizi attivi nelle città selezionate al 31 dicembre 2019 sono 39 (+6 rispetto al 2018). La flotta a disposizione è più che triplicata rispetto al 2015, raggiungendo circa 35mila bici. Le bici elettriche in condivisione sono 5.413 (il 15%) e di queste il 70% appartiene a servizi free-floating, che si è rapidamente evoluto verso l’elettrificazione. Crescono verticalmente anche le iscrizioni dei cittadini (+60%), complice il massiccio contributo dei servizi free-floating.

Crescita straordinaria nel 2019 anche per lo scootersharing: i veicoli in condivisione sono passati da 150 nel 2015 a oltre 5.000 (+126% rispetto al 2018), di cui oltre il 95% è elettrico. Al 31 dicembre 2019 sono attivi 10 servizi gestiti da 5 operatori, 4 dei quali hanno flotte totalmente elettriche. I noleggi dei motorini in condivisione raggiungono quota 3 milioni triplicando il valore registrato nell’anno precedente. Anche le iscrizioni aumentano del 174% rispetto al 2018.

Il trend di forte crescita nel settore del carpooling aziendale raccontato nelle precedenti edizione del Rapporto Nazionale ha trovato conferma anche nel 2019. Ciò che emerge è la crescita degli iscritti di circa il 27% con il superamento della quota 350 mila, Crescono di conseguenza anche i numeri di viaggi dell’intero settore (+25% come dato medio tra gli operatori rispetto al 2018) e le percorrenze, raddoppiate rispetto all’anno precedente (13 milioni di km condivisi).

Il Rapporto contiene infine una sezione di approfondimenti normativi e regolatori, con particolare attenzione soprattutto ai servizi afferenti al settore del ridesharing italiano e al pacchetto di interventi legislativi sulla mobilità approvato recentemente in Francia (cd. Loi d’orientation des mobilités).

Trasporti-Italia.com – 25/11/2020

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R.C.M. Costruzioni si insedia nel Centro Direzionale Portuale di Ravenna

Sapir ha venduto 940 metri quadri di uffici

Il gruppo Sapir ha ceduto alla R.C.M. Costruzioni 940 metri quadri di uffici nel Centro Direzionale Portuale di Ravenna che, sito in posizione strategica a pochi chilometri dall’area industriale ma anche dalla città d’arte e dal mare, ospita già le sedi di Sapir e dell’Agenzia delle Dogane, uffici di spedizioni, società di informatica e la mensa interaziendale. La R.C.M. Costruzioni del gruppo Rainone, è l’impresa principale del general contractor che realizzerà il progetto Hub Portuale di Ravenna.
«Siamo davvero lieti – ha dichiarato il direttore Asset e Sviluppo di Sapir, Davide Serrau – di avere condiviso con RCM, oltre naturalmente a condizioni contrattuali soddisfacenti per ambo le parti, la visione del Centro Direzionale come centro nevralgico per lo sviluppo del porto. Un luogo dove sviluppare affari godendo del miglior confort garantito da spazi, servizi, collegamenti».
«La scelta di RCM, che ne farà la propria sede per il Nord Italia – hanno affermato i fratelli Eugenio ed Elio Rainone – conferma la volontà dell’impresa di stringere un legame e radicarsi sul territorio, anche come auspicio per l’insediamento nel Centro di altri soggetti che graviteranno sul Progetto Hub».

InforMare – 25/11/2020

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Venezia, il terminal di Fusina perde oltre il 10 per cento

24 Novembre 2020

Autostrade del mare, il 2020 si chiude in calo ma si apriranno nuove rotte navali. Boschiero: «L’hub crescerà e avremo la nuova darsena»

Dopo anni di continua ascesa, anche i traffici di navi traghetto nel cosiddetto terminal delle “Autostrade del mare” di Fusina si sono inevitabilmente ridotti a causa della pandemia, ma l’amministratore delegato di Re Port Mos, la società del gruppo Mantovani che gestisce la concessione portuale, resta ottimista.

«Il nostro hub è in grado di attirare del nuovo traffico internazionale e potrebbe essere anche in grado di fornire servizi di ormeggio alle grandi navi da crociera visto che le banchine arrivano ad una lunghezza di 300 metri» spiega Maurizio Boschiero «Per l’anno prossimo pensiamo di avere in portafoglio importanti nuovi clienti, grazie anche all’entra in funzione della seconda nuova darsena con altri due approdi per le navi, collegati alla rete ferroviaria e stradale del nordest».

Come tutte le altre infrastrutture logistiche anche i porti hanno risentito e risentono tutt’ora della contrazione dei traffici commerciali di merci e passeggeri via nave, ma non come gli aeroporti, per esempio, che stanno subendo un vero e proprio tracollo con previsioni di ripresa solo tra un paio d’anni, se tutto va bene. Inoltre c’è stata la ripresa, già finita, tra giugno e settembre. Il traffico dele navi traghetto ro/ro (merci caricate su camion o vagoni ferroviari) a Fusina ha perso oltre il 10 % rispetto all’anno scorso.

«Il terminal» dice Boschiero «chiuderà, comunque, il 2020 con 350 ormeggi, suddivisi tra le navi di Grimaldi, Anek, Neptum, tutte provenienti dall’estero attraverso Grecia e Turchia. I treni caricati a fine anno saranno circa 150, provenienti dal mercato automobilistico dell’est Europa e della Turchia. I vagoni ferroviari che viaggiano via traghetto porteranno in totale a Fusina 45.000 auto da Romania, Slovacchia e Turchia».

Più pesante la riduzione del traffico di passeggeri nel terminal delle “Autostrade del mare” che da qualche anno ha spostato il via vai di traghetti dal terminal crocieristico di Santa Marta, circa 50.000 a fine 2020, ovvero meno della metà rispetto al 2019, ma potrebbero subire un balzo in positivo la prossima primavera/estate se ci sarà una effettiva ripresa dei flussi turistici.

«Il 2020 è un anno difficile anche per noi lo chiuderemo in perdita» sottolinea l’amministratore delegato , Maurizio Boschiero «sia a causa del calo dei traffici, sia per i maggiori costi derivanti dagli investimenti sostenuti per il Covid richiesti dell’Autorità Portuale, e poi i problemi del mercato per le fideiussioni e la necessità di ricorrere alla casa integrazione per i nostri dipendenti. Per quanto ci riguarda abbiamo presentato una richiesta circostanziata di fondi a sostegno degli investimenti fatti per le misure anti-Covid e ci auguriamo che i l Governo provveda a garantirli anche ad un settore strategico come quello portuale».

«Ma dobbiamo essere ottimisti, gli Stati che si affacciano nel Mediterraneo utilizzeranno i nostri servizi che permetteranno di risparmiare quattro o cinque giorni rispetto alle rotte classiche verso il Nord Europa», aggiunge Boschiero. «Inoltre, a situazione della società Mantovani, che è il nostro socio di maggioranza, è molto migliorata, regolarmente in continuità e gode di una cassa positiva».

In quanto al sostegno finanziario dell’Autorità di sistema portuale – che nei mesi scorsi ha creato una crisi istituzionale nel Comitato di Gestione per il voto contrario all’operazione dei rappresentanti del Comune e della Regione – Boschiero che la crisi sia ormai stata superata e assicura che le attività del terminal di Fusina procedono nel piano rispetto del Piano di riequilibrio finanziario concordato con l’ente portuale e approvato dal ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti. Anche Boschiero è preoccupato per le conseguenze della chiusura delle bocche di porto ogni qual volta entrano in azione le barriere del Mose: «durante le prove abbiamo avuto pochi problemi ma preme anche a noi che siano messe in atto le iniziative necessarie a far convivere la salvaguardia di Venezia con i suoi traffici marittimi».

Nordest Economia – 24/11/2020

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Logistica, ad Interporto Padova 4,5 milioni di contributo dal ministero delle Infrastrutture

Servono per completare il sistema intermodale dotato di quattro gru elettriche a portale, binari da 750 metri utili, e un nuovo gate d’accesso stradale automatizzato.

Interporto Padova Spa ha ottenuto dal Ministero delle Infrastrutture e Trasporti un contributo di 4,5 milioni di euro circa nell’ambito delle risorse messe a disposizione dal Governo per il completamento della rete nazionale degli interporti.

Il ministero dell’Economia e delle Finanze, con decreto del 28 marzo 2019, aveva messo a disposizione con questo obiettivo 45 milioni a valere sul Fondo per gli investimenti e lo sviluppo infrastrutturale del Paese; lo scorso 22 giugno il Mit ha pubblicato l’avviso per la presentazione dei progetti per i quali gli interporti chiedevano il finanziamento, che copre il 60% dell’investimento previsto, e il 3 novembre scorso la Commissione Ministeriale incaricata di vagliare le domande ha concluso il suo lavoro.

L’intervento per il quale Interporto Padova Spa ha ottenuto il contributo riguarda una delle tre fasi del Masterplan 2020, già avviato nel corso di quest’anno, e va a completare il percorso di sviluppo già riconosciuto e sostenuto in questi anni anche a livello europeo che ha interessato il Terminal Intermodale, oggi dotato di quattro gru elettriche a portale, binari da 750 metri utili, e un nuovo gate d’accesso stradale automatizzato.

Va a finanziare una serie di iniziative di completamento delle funzionalità del Terminal Intermodale, con particolare riferimento all’automazione delle operazioni di carico/scarico delle unità di carico intermodale, all’adeguamento e potenziamento dell’infrastruttura ferroviaria che collega il fascio di binari del Terminal alla stazione Rfi di Padova Interporto, alla realizzazione di ulteriori aree di sosta sicure per gli autotrasportatori e all’adeguamento delle infrastrutture per il ricevimento e la gestione di unità di carico refrigerate.

Per il presidente di Interporto Padova Sergio Gelain «è una grande soddisfazione ricevere questo finanziamento, che conferma la qualità dei progetti di crescita infrastrutturale e gestionale del nostro Interporto».

Nordest Economia – 24/11/2020

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Olimpiadi 2026. Zaia, “La squadra Milano-Cortina al lavoro per approvare il piano di MKTG. Benvenuto in squadra a Kostopoulos, il garante delle Paralimpiadi”

“In un periodo tanto drammatico, come quello che stiamo vivendo a causa del Covid, guardiamo al futuro e a quello che sarà un grande evento dello sport mondiale, Milano-Cortina 2026, a dieci anni di distanza dall’edizione di Torino e a 70 da quella di Cortina 1956. Oggi si aggiungono due importanti tasselli alla macchina organizzativa, che continua la sua corsa nonostante la pandemia, con l’approvazione della revisione del Business Plan 2020/2026 ed il Budget 2021, e la nomina di Thanos Kostopoulos, figura di riferimento per i Giochi Paralimpici invernali del 2026”.

Così il Presidente della Regione del Veneto, Luca Zaia, saluta le due grandi novità che riguardano più da vicino Cortina-Milano 2026: la kermesse olimpica invernale.

“La squadra di Milano-Cortina, stamani, ha approvato il marketing plan, il documento iniziale della Fondazione che racchiude le politiche di marketing e di funzionamento – spiega il Governatore del Veneto -. Ogni anno il Business Plan verrà rivisto per proiettarsi verso il 2026, prossimo traguardo del lavoro nato con la candidatura di Cortina e Milano come sede dei Giochi Olimpici e Paralimpici”.

“Sicuramente non sono momenti felici per lo sci, tant’è che in tempi non sospetti avevo chiesto la proroga di un anno dei Mondiali di sci di Cortina per l’incertezza che stiamo vivendo. Vorrei scongiurare l’ipotesi di ospitare un evento di tale portata senza pubblico – continua Zaia -. L’aspetto mediatico è uno degli elementi che contribuiscono a fare la differenza, non solo in termini di promozione turistica ma anche nei confronti dei poderosi investimenti realizzati nelle Dolomiti venete, affinché possano essere ammortizzati e trasferire la loro valenza anche sulle Olimpiadi. L’appello che faccio è avere un DPCM pensato ad hoc perché non siano dei Mondiali a porte chiuse, avendo comunque sempre un occhio di riguardo alla difesa della salute pubblica”.

“Infine, voglio augurare buon lavoro al dirigente Kostopoulos – conclude il Presidente della Regione Veneto -, garante del mondo paralimpico all’interno della Fondazione. Un dirigente che si occuperà di una realtà sportiva straordinaria e delicata, che richiede piena accessibilità delle sedi e supporto a 360° a tutti gli atleti”.

Regione Veneto – Comunicato n° 1520 del 24/11/2020

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Trasporti scolastici. Regione coordina tavoli provinciali per pianificare e organizzare il prossimo ritorno ‘in presenza’ degli studenti

La Regione del Veneto, con la vicepresidente e assessore ai trasporti, Elisa De Berti, e l’assessore all’istruzione, Elena Donazzan, ha avviato in questi giorni dei tavoli di coordinamento provinciali per programmare con ampio anticipo e i necessari approfondimenti le azioni da attuare in vista della riapertura “in presenza” delle attività scolastiche.

“Ci stiamo confrontando con le autorità e gli organismi scolastici, con gli Enti locali, le aziende e con i diversi soggetti pubblici e privati del settore dei trasporti – spiega De Berti – , per pianificare i servizi indispensabili a garantire al maggior numero possibile di studenti il ritorno fisico, in sicurezza, negli istituti scolastici da loro frequentati. Dopo aver raccolto tutti i dati relativi ai flussi ed elaborato un piano di potenziamento dei mezzi e delle corse, frutto di una sinergia tra i diversi attori regionali della scuola e del trasporto, proporremmo il piano stesso al Governo in modo da ottenere i finanziamenti e soprattutto di essere preparati a questa nuova sfida”.

“Ma oltre al potenziamento del numero di mezzi – precisa De Berti –, avvalendoci nei percorsi extraurbani anche di quelli messi a disposizione dai privati, puntiamo ad aumentare la presenza del personale a terra al fine di esercitare una più efficace azione di controllo che impedisca gli assembramenti”.

“Vogliamo provare a dare un assetto certo, pur nella trasformazione del quadro epidemiologico, al mondo della scuola e delle famiglia – sottolinea Donazzan –. Per noi l’obiettivo prioritario resta portare a scuola in presenza tutti i ragazzi. Lavoreremo su scenari e senso di responsabilità individuale e collettivo. Abbiamo voluto coinvolgere anche la rappresentanza istituzionale dei genitori, attraverso il coordinamento dei Presidenti dei Consigli di Istituto del Veneto e del Presidente dei genitori per le scuole paritarie”.

Regione del Veneto – Comunicato stampa n° 1524 del 24/11/2020

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Anas: un miliardo per le Smart Road

Tra i progetti dell’Unione europea dedicati alla mobilità, quello relativo alla sicurezza stradale è senz’altro uno dei più importanti.

Le istituzioni Ue hanno fissato a tal proposito un obiettivo ambizioso, condiviso in Italia dal ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti e da Anas: dimezzare gli incidenti entro il 2030.

Per arrivare a questo risultato Anas, sui circa 30mila km di rete viaria di sua competenza, ha messo in campo attività di manutenzione e sensibilizzazione ma soprattutto ha deciso di investire sulle tecnologie più moderne.

Come confermato dall’AD di Anas Massimo Simonini a Massimo De Donato durante l’ultima puntata di Strade e Motori andata in onda su Radio 24, la società del Gruppo FS ha previsto un investimento da un miliardo di euro per il progetto Smart Road, l’iniziativa propedeutica allo sviluppo della Smart Mobility e ai futuri scenari di guida autonoma.

Il progetto, che permette un monitoraggio dettagliato delle infrastrutture e che quindi ne garantisce una maggiore sicurezza, è già avviato: sono stati impiegati 250 milioni euro per potenziare alcuni dei più importanti assi strategici del Paese, come l’itinerario E45-E55 Orte-Mestre, la Tangenziale di Catania, la A19 Palermo-Catania e l’autostrada A91Roma-Aeroporto di Fiumicino.

Trasporti-Italia.com – 24/11/2020

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