La segnalazione di Codacons all’ente veneziano con l’ipotesi di danno erariale nel mirino le centraline di rilevamento: «modelli superati, così nessuno paga».
di Alessandro Bozzi Valenti
Centraline vecchie, che non permettono la verifica del rispetto delle norme antirumore: la Corte dei Conti di Venezia chiede documentazione a Save. La possibile accusa, avanzata da Codacons Veneto, è quella di danno erariale. Senza centraline moderne, tecnicamente chiamate di tipo “V”, che a Treviso non sarebbero state installate (a favore di centraline “M”, a monitor), non è infatti possibile accertare se un aereo in atterraggio, o decollo, a Treviso rispetti o meno i limiti del rumore.Risulta quindi impossibile irrogare eventuali sanzioni alle compagnie aeree. Nonostante lo scalo trevigiano sia chiuso al traffico da mesi, tra Procura di Treviso e Corte dei conti di Venezia del Canova si continua a parlare. Al centro di tutto, su sollecitazione del Codacons Veneto – con supporto del tecnico ed ex controllore di volo Valdo Tamantini e del comitato No Aeroporto – le centraline di rilevazione del rumore. Tutto ha avuto inizio a marzo con l’ invio di un esposto alla Procura della Repubblica di Treviso dopo il pericoloso atterraggio – al terzo tentativo – del volo Pobeda proveniente da Mosca che passò inspiegabilmente sui tetti di Treviso e Quinto, atterrando sul lato Treviso. L’esposto avanzato da Codacons faceva riferimento alle problematiche relative al rilevamento del rumore, richiamando quanto giù segnalato lo scorso anno dal Comitato, con uno specifico esposto alla Corte. «Chiediamo la verifica delle responsabilità per presunto danno erariale causato dalla mancata installazione delle centraline di misurazione del rumore di tipo “V”» scriveva Codacons. Un’ osservazione che non è passata inosservata e che è stata anzi presa in considerazione dalla Corte dei Conti di Venezia, che l’ ha messa sotto la propria lente di ingrandimento, riprendendo in mano quanto inviato precedentemente (già lo scorso anno) anche dal Comitato. Tanto da chiedere a Save nelle scorse settimane, l’ invio di specifica documentazione entro la fine di luglio. Il danno erariale, secondo Codacons, Tamantini e Comitato, si rileverebbe perché a Treviso non sarebbe possibile verificare il rispetto o meno delle procedure antirumore che la legge prevede per gli aeroporti civili. A Treviso «da sempre le sole centraline di registrazione del rumore in esercizio, nei pressi dell’ aeroporto Canova di Treviso, sono quelle del tipo “M” che possiedono una vetusta tecnologia che non è in grado di registrare i singoli sforamenti dei limiti di legge sul rumore» ha fatto notare Codacons, «che invece per competenza di Enac andrebbero sanzionati al vettore aereo di competenza». Niente multe, insomma, a Ryanair e alle altre compagnie che operano sul Canova che – stando alle ultime campagne di monitoraggio – avrebbero più volte sforato i limiti di legge, arrecando disagio ai residenti tra Quinto e Treviso. Ad essere prese di mira, come detto, le centraline antirumore. Considerate vetuste, ma non solo. «Il fatto tecnico ancora più grave, a nostro giudizio, è rappresentato dal fatto che le centraline sono installate in luoghi fuorilegge che favoriscono una forte attenuazione del rumore. Infatti esse sono posizionate al suolo nella direzione opposta rispetto alla direzione di provenienza del rumore e accanto ai muri di fabbricati alti 10-12 metri e coperte da alberature alte oltre i 20 metri che si trovano lungo la linea di provenienza del rumore aereo». Su tutti questi aspetti, di cui le autorità sono comunque informate da anni, a fronte dei vari esposti che si sono succeduti nel tempo, la Corte dei conti potrebbe imprimere una significativa svolta.
La Tribuna di Treviso – 31/08/2020
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