Effetto Covid sul Porto di Venezia: nel primo trimestre -10,5% il volume dei traffici

27 Aprile 2020

In calo sullo stesso periodo del 2019 tutti i principali dati aggregati riferiti al traffico merci di prodotti petroliferi -1,4%, rinfuse minerarie e alimentari -32,2%, general cargo -3,2%; i container con un -2,1% hanno tenuto meglio di altri comparti.

Il volume di traffici del porto di Venezia nel primo trimestre 2020 segna un -10,5% sul primo trimestre 2019. In calo sullo stesso periodo del 2019 tutti i principali dati aggregati riferiti al traffico merci di prodotti petroliferi -1,4%, rinfuse minerarie e alimentari -32,2%, general cargo -3,2%; i container con un -2,1% hanno tenuto meglio di altri comparti.

Per quanto riguarda il forte calo della movimentazione del carbone (-300 mila ton.), si segnala che questo dipende dalla futura riconversione a gas della centrale Palladio. Le toccate complessivamente segnano un -6,2%. Crolla del 65,7% il numero dei crocieristi: soli 5.653 passeggeri nei primi mesi 2020. Cala del 43,4% anche il numero dei passeggeri dei traghetti.

Anche al Porto di Chioggia calano il volume di traffici (-35,8%), del 67,6% i general cargo e del 7,8% i prodotti petroliferi. «Il fenomeno pandemico – spiega Pino Musolino, presidente Sistema Portuale -finisce per aggravare la situazione. È il caso dell’agroalimentare, dove le variazioni delle rotte commerciali sono dovute specie ad aumenti repentini di prezzo delle materie prime e ad un aumento delle operazioni speculative».

«A marzo a fronte di un -29,9% dell’import c’è un +5,2% dell’export. È il segnale che le aziende stanno producendo andando ad esaurire le materie prime rimaste, è prevedibile quindi un ulteriore e significativo calo dell’export nei prossimi mesi quando le scorte saranno esaurite. Ora dovrebbero essere sostenute tutte le imprese e le attività, per permettere di essere attivi e reattivi al momento del rebound, che si spera arrivi entro il 2020»

La Tribuna di Treviso/Nordest Economia – 27/04/2020

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Coronavirus: Callari, l’emergenza ha affermato importanza del digitale

“Fra i tanti dolori provocati dal Coronavirus, una delle poche cose che forse ci porteremo dietro come patrimonio di esperienza è proprio il fatto che ci siamo scoperti tutti un po’ più digitali”.

Lo ha affermato l’assessore ai Servizi generali e sistemi informativi Sebastiano Callari in un video che ha aperto “conTatto digitale: la PA a portata di mano”.

L’evento, che si è tenuto oggi in videoconferenza, ha rappresentato il momento di lancio del piano formativo PA Digitale, un progetto rivolto, in particolare, ai responsabili della transizione digitale (rtd) e sviluppato in collaborazione con il servizio Sideg della Regione, l’Insiel, l’Università di Udine, con la regia del “rtd” della Presidenza del Consiglio dei ministri.

“Fin dal primo momento – ha precisato Callari – abbiamo creduto nella digitalizzazione della Pa e ci siamo sempre battuti moltissimo affinché questo salto culturale diventasse una realtà. L’amministrazione regionale ha compiuto uno sforzo enorme, per esempio, collocando in questo periodo in smart working circa 2 mila lavoratori”.

“Inoltre già nel 2018 – ha aggiunto l’assessore regionale -avevamo lanciato “Vela”, un progetto per consentire ad alcune persone con disabilità o con problematiche di carattere famigliare di essere occupati da remoto; ciò nella convinzione che, attraverso gli strumenti informatici, si potessero mettere questi dipendenti nella condizione di operare al meglio, coniugando esigenze di lavoro e fabbisogni personali”.

“Se in futuro l’amministrazione riuscirà ad aumentare il numero dei dipendenti in smart working, tutto questo si trasformerà in un enorme risparmio economico per le casse della Regione e in una maggiore sostenibilità legata al fatto – ha precisato Callari – che si utilizzeranno di meno i trasporti pubblici e privati e saranno ridotti i consumi energetici”.

“Noi oggi abbiamo un grande bisogno di semplificazione. Anche questo ci sta insegnando il Covid-19. Con meno burocrazia e processi maggiormente semplificati e digitalizzati – ha affermato in conclusione l’assessore – molto probabilmente in questa emergenza sanitaria avremmo potuto dare risposte migliori, più veloci e più efficaci anche da un punto di vista normativo”.

Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia/Notizie dalla Giunta – 27/04/2020

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Per salvare Interporto Rovigo serve una delibera di giunta

26 Aprile 2020

Per il Partito socialista italiano bisogna modificare la destinazione d’uso delle aree da produttive ad adibite alla logistica per salvaguardare lo sviluppo economico di Rovigo.

La federazione di Rovigo del Partito socialista chiede di non soffocare l’interporto cittadino che è il frutto di una scelta strategica che risale agli anni Ottanta ed invoca la modifica della destinazione d’uso da parte della giunta comunale.

“Doveva rappresentare lo sbocco fluviomarittimo alle iniziative economiche del mediopolesine – ricordano i socialisti – Partner dell’operazione fu, già da allora, la realtà Veronese che rappresentava per Rovigo un partner commerciale naturale in virtù del tracciato del Fissero-Tartaro-Canalbianco ma anche della Transpolesana che doveva collegare Verona fino al mare. Successivamente il collegamento autostradale con Vicenza allargò lo spazio delle possibili alleanze.

Recentemente, tuttavia, interessi veneziani hanno prodotto la marginalizzazione di Verona dalla Società Interportuale. A conferma di ciò anche le espressioni forti dell’economia polesana orientarono sia la loro associazione che la locale Camera di Commercio verso la fusione-assorbimento con Venezia. Non si tratta ora di chiudere un capitolo per aprirne un altro si tratta di renderle, magari, compatibili in quanto utili. Quello che non è compatibile con il futuro della originale infrastruttura sono i tentativi speculativi che negli anni scorsi hanno caratterizzato le aree (700.000 mq.) che sono a suo corredo per la logistica (Aree di stoccaggio per le merci, magazzini vari, ecc.). Questi ora sono liberi, per fortuna, in forza del fatto che sono state bloccate le citate operazioni speculative.

C’è ancora, purtroppo, chi confonde quest’area con gli spazi produttivi che sono destinati a dare un senso alle attività logistiche connaturate all’attività interportuale. Numerosi sono stati i tentativi per la realizzazione di insediamenti speculativi ed inquinanti, alcuni ancora in atto, che altre realtà orientate alla loro bonifica, Brescia e Marghera prevalentemente, hanno tentato innaturalmente di realizzare in quel contesto. Finora ci sono stati anticorpi sufficienti ad evitare simili incesti pianificatori, ma i pericoli non sono scomparsi del tutto per appagare il desiderio di un’immagine locale più dinamica. Ma non solo. Se vogliamo salvaguardare, quindi, il progetto originario che prevedeva l’interporto come polo logistico strategico occorre modificare la destinazione d’uso delle suddette aree, così come prevedono, tra l’altro, le convenzioni stipulate tra il Comune e gli originari lottizzatori. Diventa, quindi, indispensabile cambiare l’attuale destinazione da aree produttive ad aree per la logistica in quanto salvaguardare l’Interporto significa salvaguardare lo sviluppo economico di Rovigo dotato già di aree produttive proprie oltre che della I3 nelle vicinanze. Basta pensare che l’Interporto di Mantova ha a disposizione 10 milioni di mq. E Marghera ben 90 milioni. Perché lasciare la logistica a Stanghella e Vescovana? Per fare questo basterebbe un semplice provvedimento di Giunta. Il Psi c’è. Avanti”.

Rovigo Today – 26/04/2020

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App per lo sharing di bici e monopattini elettrici: un vicentino vince l’Odeon Hackathon

24 Aprile 2020

Si è conclusa la sfida tra i 14 team, con molti giovanissimi tra i partecipanti, sulle idee più innovative per l’utilizzo degli Open Data a sostegno della ripresa economica. L’evento è stato promosso dalla Camera di Commercio di Padova nell’ambito del progetto Odeon, finanziato dal programma europeo Interreg Mediterraneo.

Una App mobile per incentivare sharing mobility e mobilità ecosostenibile, che permette di noleggiare o di abbonarsi ai servizi di condivisione di bici, monopattini elettrici o sistemi di trasporto pubblici della propria zona. Con in più la possibilità di localizzare con facilità i veicoli nella propria città, conoscere corsi ed eventi raggiungibili e raccogliere punti per premi e agevolazioni in negozi e attività del territorio. È Moove, il progetto ideato dal 22enne vicentino Ettore Falde, residente a Folgaria in provincia di Trento e laureato in ingegneria dell’informazione e dell’organizzazione di impresa all’Università di Trento e iscritto alla master school europea di Fintech, il vincitore dell’Odeon Hackathon.

Il contest virtuale per idee basate sulla valorizzazione degli Open Data, che si è concluso giovedì 23 aprile, ha visto la partecipazione di 14 team di creativi, molti giovanissimi, che si sono sfidati su soluzioni innovative a sostegno della ripresa economica post Covid-19, ma anche per lo sviluppo sostenibile e green oriented. L’Hackathon nasce nell’ambito del Progetto Odeon, di cui è capofila la Regione Veneto, promosso dalla Camera di Commercio di Padova (partner di progetto) insieme ai partner tecnici Cna Padova, T2I, Talent Garden, Confartigianato Vicenza, Quantitas srl. Iniziato martedì 21 aprile il contest ha visto i team al lavoro nell’arco delle 48 ore successive e si è concluso con il Pitching dei progetti, la proclamazione dei sei finalisti e, tra questi, il vincitore, selezionati da una Giuria qualificata presieduta da Gianluigi Cogo in rappresentanza della Regione Veneto.

PROGETTO ODEON

L’Hackathon ( evento al quale partecipano, a vario titolo, esperti di diversi settori dell’informatica: sviluppatori di software, programmatori e grafici) dà il via ad una serie di iniziative nell’ambito del progetto europeo Interreg Med “Odeon: Open Data for European Open iNnovation”, che si focalizza sulla qualità dei dati messi a disposizione dal settore pubblico e sulla creazione di Data HUB territoriali che favoriscano la produzione di servizi e applicazioni nell’ottica dell’Open Innovation, con la collaborazione tra pubblico e privato. Il Data Hub Veneto, creato insieme dalla Regione e dalla Camera di Commercio di Padova, ha proprio l’obiettivo di diffondere e sensibilizzare imprese, ricercatori, start-up sulle possibilità di sfruttamento degli Open Data, di offrire supporto specializzato erogando servizi nel territorio e di generare nell’ottica della quadrupla elica una sinergia tra tutti gli attori coinvolti.

OPEN DATA – Gli Open Data sono dati pubblici in formato aperto e accessibili a tutti i cittadini, senza licenze di copyright o altri limiti legati all’utilizzo, con l’obiettivo, fra gli altri, di favorire la trasparenza nell’attività della pubblica amministrazione. In riferimento al termine “open”, un contenuto o un dato viene definito aperto se chiunque ha la possibilità di utilizzarlo, riutilizzarlo e distribuirlo.

Vicenza Today – 24/04/2020

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Internet superveloce in arrivo

Sono cominciati a Gaiba (Rovigo) i lavori per la rete a banda ultra larga nelle vie del paese.

Nel comune di Gaiba sono cominciati i lavori per realizzare un’infrastruttura di rete a banda ultra larga (BUL) in fibra ottica FTTH (Fiber To The Home) nelle vie del paese. Il progetto nazionale, emanazione del Ministero dello Sviluppo Economico, è denominato Open Fiber.

I lavori di scavo, e messa in posa della fibra dureranno alcuni mesi, il termine lavori infatti è previsto entro la fine del 2020. L’allacciamento e l’attivazione del servizio per i privati saranno possibili tramite compagnie del libero mercato.

“La realizzazione di un’infrastruttura come la fibra ottica – commenta il sindaco di Gaiba, Nicola Zanca – rappresenta un nuovo punto di partenza per lo sviluppo del Comune di Gaiba, un servizio in più per i residenti, un’opportunità per le imprese presenti e che verranno ad installarsi con la ZES. Grazie ai tecnici che hanno lavorato per la progettazione negli ultimi mesi e alle squadre di operai al lavoro tutti i giorni nelle vie del paese.”

Sul fronte dell’emergenza a Gaiba è stato terminato oggi, venerdì 24 aprile, il secondo giro di consegna delle mascherine donate dalla Regione Veneto e dall’amministrazione comunale a tutte le abitazioni di Gaiba! “Ringraziamo l’88º nucleo di protezione civile ANC e Croce Blu Gaiba – sottolinea il sindaco Zanca – per aver fatto lavoro di squadra ed essersi resi disponibili ad effettuare le consegne in questi giorni”.

Rovigo Today – 24/04/2020

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Coronavirus: ecco come viaggeremo nella Fase 2 secondo la bozza del MIT

In vista della Fase 2 che inizierà con la fine del lockdown scattato per contenere il contagio da Coronavirus, il Governo sta lavorando al piano di riapertura graduale delle attività commerciali e industriali che significherà anche una graduale ripresa della libera circolazione di merci e persone.
Per quanto riguarda in particolare gli aspetti legati alla mobilità, si sta provvedendo alla revisione delle previsioni di utilizzo dei mezzi di trasporto, mettendo a punto una serie di adempimenti per ogni specifico settore del trasporto passeggeri.

Nella bozza del documento su cui sta lavorando il ministero dei Trasporti viene specificato come premessa generale che la tutela del personale del settore dei trasporti e dei passeggeri che ne beneficiano rende necessaria l’adozione di misure di carattere generale, definite “misure di sistema”, che consentano in primis la riduzione dei picchi di traffico nel settore trasporti di cui si raccomanda, ove possibile e opportuno, l’adozione.

Innanzitutto alla base del documento c’è, dunque, la raccomandazione a mettere in atto tutti i possibili accorgimenti per ridurre i picchi di utilizzo del trasporto pubblico collettivo, particolarmente nelle aree metropolitane ad alta urbanizzazione, con l’obiettivo di cambiare il concetto di ora di punta nella mobilità cittadina. In quest’ottica potrebbe essere utile mettere a punto orari di lavoro differenziati con ampie finestre di inizio e fine di attività per diluire la mobilità dei lavoratori e prevenire così i rischi di sovraffollamento connessi alla mobilità dei cittadini. Anche la differenziazione e il prolungamento degli orari di apertura degli uffici, degli esercizi commerciali, dei servizi pubblici e delle scuole di ogni ordine e grado costituiscono un possibile approccio preventivo.

Definite queste premesse, il documento passa a elencare le misure – alcune di carattere generale altre che tengono conto delle specificità settoriali – da cui è possibile avere un’idea di riferimento di come viaggeremo una volta terminata la fase più severa di restrizioni anti-Covid-19.

Vediamo innanzitutto le misure di carattere generale a carico dei gestori dei servizi di trasporto.

Misure di carattere generale

Si tratta di misure che dovranno essere adottate dai responsabili del servizio di trasporto, in modo da garantire la massima sicurezza possibile dentro le stazioni o alle fermate dei bus e sui veicoli:

• prevedere sistemi informativi sul corretto uso e gestione dei dispositivi di protezione individuale, dove previsti (mascherine, guanti, tute, etc.)

• garantire appropriati e frequenti interventi di sanificazione e igienizzazione dei locali, dei mezzi di trasporto e dei mezzi di lavoro (quindi tutte le parti frequentate da viaggiatori e/o lavoratori)

• ove possibile, installare dispenser di soluzioni disinfettanti ad uso dei passeggeri

• nei limiti del possibile incentivare la vendita di biglietti con sistemi telematici. Altrimenti, la vendita dei biglietti va effettuata in modo da osservare tra i passeggeri la distanza di almeno un metro. Nei casi eccezionali in cui non fosse possibile il rispetto della predetta distanza, i passeggeri dovranno dotarsi di apposite protezioni (es. mascherine).

• prevedere, nei luoghi di lavoro e per tutti i dipendenti, laddove non sia possibile mantenere adeguate distanze tra i lavoratori, l’utilizzo dei dispositivi di protezione individuale; l’utilizzo dei dispositivi di protezione individuale dovrà essere previsto per tutto il personale viaggiante così come per coloro che hanno rapporti con la clientela. Unica eccezione a tale regola può essere rappresentata dal personale viaggiante che si trova a operare in solitudine in cabina (es. macchinisti, piloti ecc.)

• prevedere le necessarie comunicazioni a bordo dei mezzi anche mediante cartelli che indichino agli utenti le corrette modalità di comportamento con la prescrizione che il mancato rispetto potrà contemplare l’interruzione del servizio, per motivi di sicurezza sanitaria

• prevedere l’applicazione di fasce tariffarie diverse e per distribuire la domanda

Ci sono poi una serie di raccomandazioni generali rivolte specificamente agli utenti. Vediamole nel dettaglio di seguito.

Raccomandazioni per gli utenti dei servizi di trasporto pubblico

• Non usare il trasporto pubblico se si avvertono sintomi da infezioni respiratorie acute (febbre, tosse, congiuntivite)

• Acquistare, ove possibile, i biglietti in formato elettronico, online o tramite app

• Nel corso del viaggio, igienizzare frequentemente le mani ed evitare di toccarsi il viso

• Seguire la segnaletica e i percorsi indicati all’interno delle stazioni o alle fermate
mantenendo sempre la distanza di almeno un metro dalle altre persone

• Utilizzare le porte di accesso ai mezzi indicate per la salita e la discesa, rispettando sempre la distanza di sicurezza

• Sedersi solo nei posti consentiti mantenendo il distanziamento dagli altri occupanti

• Evitare di avvicinarsi o di chiedere informazioni al conducente

• Usare, preferibilmente, una protezione del naso e della bocca (mascherina), anche di stoffa

Queste sono raccomandazioni di carattere generale, rivolte a tutti i viaggiatori, indipendentemente dal mezzo utilizzato per gli spostamenti. Il documento contiene anche specifiche indicazioni messe a punto in base alle caratteristiche delle singole modalità di trasporto. Vediamo di seguito le raccomandazioni per il trasporto aereo.

Trasporto aereo

Per il settore del trasporto aereo sono individuate specifiche misure di contenimento che dovranno essere messe in atto sia dagli operatori che dai viaggiatori, sia negli aeroporti che in volo:

• gestione dell’accesso alle aerostazioni prevedendo, ove possibile, una netta separazione delle porte di entrata e di uscita, in modo da evitare l’incontro di flussi di utenti; prevedere precorsi a senso unico anche all’interno dell’aeroporto e fino ai gate

• interventi di gestione e contingentamento degli accessi per favorire la distribuzione del pubblico in tutti gli spazi comuni dell’aeroporto al fine di evitare affollamenti nelle zone i antistanti i controlli di sicurezza

• obbligo di distanziamento sia del personale che dei passeggeri a bordo degli aeromobili, all’interno dei terminal e dei bus per trasporto viaggiatori. In particolare, nelle aree soggette a formazione di code sarà implementata idonea segnaletica a terra e cartellonistica per invitare i passeggeri a mantenere il distanziamento fisico

• utilizzo di mascherine e guanti per tutti i passeggeri, dipendenti, operatori, accompagnatori, sia sull’aeromobile che nella struttura aeroportuale. Tale norma è inderogabile nei casi in cui, per circostanze eccezionali e limitate nel tempo, dovute a particolari picchi di presenze, non possa essere rispettata la misura minima di distanziamento interpersonale

• attività di igienizzazione e sanificazione di terminal e aeromobili, anche più volte al giorno in base al traffico dell’aerostazione e sugli aeromobili, con specifica attenzione a tutte le superfici che possono essere toccate dai passeggeri e dagli operatori in circostanze ordinarie. Tutti i gate di imbarco dovrebbero essere dotati di erogatori di gel disinfettante. Gli impianti di climatizzazione vanno gestiti con procedure e tecniche tali da prevenire contaminazione batterica e virale

• introduzione di termo-scanner per i passeggeri sia in arrivo che in partenza. In linea di massima, potrebbero prevedersi controlli della temperatura al terminal d’imbarco, per le partenze, e alla discesa dall’aereo per gli arrivi

Misure specifiche sono rivolte anche al settore marittimo e portuale. Vediamole di seguito nel dettaglio.

Settore marittimo e portuale

Con riferimento al settore del trasporto marittimo, dovranno essere adottati specifici accorgimenti in materia di prevenzione dei contatti tra passeggeri e personale di bordo, per mantenere un adeguato distanziamento sociale e la corretta sanificazione degli ambienti della nave. In particolare, si richiede di:

• evitare, per quanto possibile, i contatti fra personale di terra e personale di bordo e, comunque, mantenere la distanza interpersonale di almeno un metro. Qualora ciò non fosse possibile, il personale dovrà presentarsi con mascherina e ogni altro ulteriore dispositivo di sicurezza ritenuto necessario;

• al fine di assicurare la corretta e costante igiene e pulizia delle mani, fornire al personale, sia a bordo sia presso uffici, biglietterie e magazzini, appositi distributori di disinfettante

• rafforzare i servizi di pulizia e disinfezione, ove necessario anche mediante l’utilizzo di macchinari specifici, dei locali di bordo e degli altri siti aziendali, quali uffici, biglietterie e magazzini. In particolare, a bordo delle navi la disinfezione avrà luogo durante la sosta in porto

Alle imprese viene raccomandato di fornire indicazioni e opportune informazioni al proprio personale:

– per evitare contatti ravvicinati con la clientela ad eccezione di quelli indispensabili in ragione di circostanze di emergenza e comunque con le dovute precauzioni di sicurezza

-per mantenere il distanziamento di almeno un metro tra i passeggeri nel corso della navigazione e durante le operazioni di imbarco e sbarco

– per informare immediatamente le Autorità sanitarie e marittime qualora a bordo siano presenti passeggeri con sintomi riconducibili alla sindrome da Covid-19

– per richiedere al passeggero a bordo che presenti sintomi riconducibili alla sindrome da Covid-19 di indossare una mascherina protettiva e sedere isolato rispetto agli altri passeggeri

– per procedere, successivamente allo sbarco di un passeggero presumibilmente positivo alla sindrome da Covid-19, alla sanificazione specifica dell’unità interessata prima del suo riutilizzo

Si passa poi alle indicazioni rivolte nello specifico ai gestori e agli utilizzatori dei mezzi di trasporto pubblico locale su strada e su rotaia. Vediamole nel dettaglio.

Trasporto pubblico su strada e ferroviario

Alle aziende di trasporto viene chiesto innanzitutto di:

• procedere all’igienizzazione, sanificazione e disinfezione dei treni e dei mezzi pubblici e delle infrastrutture, almeno una volta al giorno e in relazione alle specifiche realtà aziendali

• adottare possibili accorgimenti per la separazione del posto di guida con distanziamenti di almeno un metro dai passeggeri e l’uso di dispostivi di sicurezza da parte del personale addetto

• prevedere che la salita e la discesa dei passeggeri dal mezzo avvenga secondo flussi separati:
– negli autobus e nei tram prevedere la salita da una porta e la discesa dall’altra
– negli autobus e nei tram dotati di tre porte lasciare la porta anteriore riservata al transito dei disabili

• utilizzare idonei tempi di attesa al fine di evitare contatto tra chi scende e chi sale, anche eventualmente con un’apertura differenziata delle porte

• sugli autobus e sui tram garantire un numero massimo di passeggeri, in modo da consentire il rispetto della distanza di un metro tra loro, contrassegnando con marker i posti che non possono essere occupati. Per la gestione dell’affollamento del veicolo, il conducente può decidere di saltare alcune fermate

• nelle stazioni della metropolitana:
– prevedere differenti flussi di entrata e di uscita, garantendo ai passeggeri adeguata informazione per l’individuazione delle banchine e dell’uscita e il corretto distanziamento sulle banchine e sulle scale mobili
– predisporre sistemi che segnalino il raggiungimento dei livelli di riempimento massimo consentito
– prevedere l’utilizzo dei sistemi di videosorveglianza e/o telecamere intelligenti per monitorare i flussi ed evitare assembramenti, eventualmente con la possibilità di diffusione di messaggi sonori/vocali/scritti

• prevedere anche a bordo dei treni l’applicazione di marker sui sedili non utilizzabili per mantenere distanza di sicurezza

• sospendere – d’accordo con l’Agenzia per la mobilità territoriale competente e gli enti titolari – la vendita e il controllo dei titoli di viaggio a bordo e l’attività di bigliettazione a bordo da parte degli autisti

• installare, ove possibile, apparecchiature per l’acquisto self-service dei biglietti, che dovranno essere sanificate più volte al giorno, contrassegnando con specifici adesivi le distanze di sicurezza

Il documento prevede anche misure riguardanti espressamente i viaggi in treno. Vediamoli di seguito.

Settore ferroviario

Agli operatori del trasporto ferroviario viene espressamente raccomandato di procedere all’incentivazione degli acquisti di biglietti on line e di fornire alla clientela attraverso i canali aziendali di comunicazione (call center, sito web, app), informazioni in merito alle misure di prevenzione adottate in stazione e a bordo in conformità alle disposizioni delle Autorità sanitarie e sulle tratte ferroviarie attive, in modo da evitare l’accesso degli utenti agli uffici informazioni/biglietterie delle stazioni.

Nelle grandi stazioni si raccomanda di prevedere:

• ove possibile, una netta separazione delle porte di entrata e di uscita, in modo da evitare l’incontro di flussi di utenti, e percorsi a senso unico all’interno delle stazioni e nei corridoi fino ai binari, in modo da mantenere separati i flussi di utenti in entrata e uscita dai treni

• interventi di controllo e gestione degli accessi al fine di favorire la distribuzione dei viaggiatori in tutti gli spazi al fine di evitare affollamenti nelle zone antistanti le banchine di fronte ai binari

• attività di igienizzazione e disinfezione su base quotidiana e sanificazione periodica degli spazi comuni

• l’installazione di dispenser di facile accessibilità per permettere l’igiene delle mani dei passeggeri

• la regolamentazione dell’utilizzo di scale e tappeti mobili garantendo sempre un adeguato distanziamento tra gli utenti

• annunci di richiamo alle regole sulle piattaforme invitando gli utenti a mantenere la distanza di almeno un metro

• l’obbligo di indossare mascherine e guanti per gli addetti in stazione

• limitazione dell’utilizzo delle sale di attesa e rispetto al loro interno delle regole di distanziamento

• ai gate controlli della temperatura corporea con appropriate misure di gestione di passeggeri o operatori che superino i 37,5 °C

Le regole di contingentamento ingressi, mantenimento distanze interpersonali, separazione dei flussi di entrata/uscita, utilizzo dispositivi di sicurezza sanitaria e gestione code di attesa dovranno essere adottate anche negli spazi commerciali, prevedendo eventualmente la possibilità di effettuare acquisti on line con consegna dei prodotti in un luogo predefinito all’interno della stazione o ai margini del negozio senza necessità di accedervi.

Per quanto riguarda le misure a bordo treno:

• posizionamento di dispenser di gel igienizzanti su ogni carrozza

• eliminazione della temporizzazione di chiusura delle porte esterne alle fermate, per facilitare il ricambio dell’aria all’interno delle carrozze

• sanificazione sistematica dei treni

• obbligo di indossare mascherine e guanti per gli addetti a bordo treno

• potenziamento del personale dedito ai servizi igienici e di pulizia

• previsione di flussi di salita e discesa separate in ogni carrozza. Ove ciò non sia possibile, pensare sistemi di regolamentazione di salita e discesa in modo da evitare assembramenti in corrispondenza delle porte

• sui treni a lunga percorrenza (con prenotazione online):
– distanziamento sociale a bordo assicurato attraverso un meccanismo di prenotazione a “scacchiera”
– applicazione di marker sui sedili non utilizzabili
– adozione del biglietto nominativo al fine di identificare tutti i passeggeri e gestire eventuali casi di presenza a bordo di sospetti o conclamati casi di positività al virus
– sospensione dei servizi di ristorazione a bordo

Ci sono infine indicazioni rivolte ai gestori di servizi di trasporto non di linea, per cui valgono gli accorgimenti generali già visti per gli altri settori, più alcuni specifici. Vediamo quali.

Servizi di trasporto non di linea

Per quanto riguarda i servizi di trasporto non di linea, oltre alle previsioni di carattere generale per tutti i servizi di trasporto pubblico, va innanzi tutto evitato che il passeggero occupi il posto disponibile vicino al conducente.

Sui sedili posteriori, al fine di rispettare le distanze di sicurezza, non potranno essere trasportati, distanziati il più possibile, più di due passeggeri qualora muniti di idonei dispositivi di sicurezza (mascherina), in mancanza di dispositivi potrà essere trasportato un solo passeggero.
Il conducente dovrà indossare appositi dispositivi di protezione.

Le presenti disposizioni per quanto applicabili vanno estese anche ai veicoli che svolgono servizi di trasporto non di linea in acqua.

Trasporti Italia – 24/04/2020

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Fase 2 trasporti, Amodo: ripartire dalla mobilità dolce e dal turismo sostenibile

Amodo, l’alleanza per la Mobilità Dolce, invia al governo le proprie proposte per la fase due dell’emergenza Covid-19, utili non solo per la fase emergenziale ma anche per la prossima estate e in generale per una prospettiva a lungo termine di sviluppo del Paese.

Le proposte sono indirizzate al Ministri Dario Franceschini (MiBACT), Paola De Micheli (MIT), Sergio Costa (MATTM), Lucia Azzolina (MIUR), Nunzia Catalfo (MLPS), al Presidente del Comitato di esperti economico e sociale presso la Presidenza del Consiglio Vittorio Colao, ai Presidenti delle Regioni e al Presidente dell’ANCI, Antonio Decaro.

“Ripartire dalla mobilità a piedi ed in bicicletta, dalle ferrovie turistiche, la natura ed i piccoli borghi, il turismo lento tra le bellezze d’Italia – ha dichiarato Anna Donati, Portavoce della Alleanza AMODO – sono la soluzione per far ripartire il turismo, l’accoglienza locale e di lavoro, la fruizione della natura, in tempi di distanziamento sociale”.

Bisogna accelerare una transizione verso lo slow tourism coinvolgendo i territori, le Regioni, le Unioni Montane, i piccoli Comuni, le Province, gli Enti Parchi, le associazioni di volontari ed esperti del settore, delle imprese pubbliche e private.

L’obiettivo deve essere una offerta semplice e chiara per viaggiatori e turisti, con misure di sostegno immediate e di medio periodo:

  • Aiuto immediato e risorse economiche alle imprese, aziende e lavoratori del settore per superare l’emergenza;
  • Sostegno agli Enti del Terzo Settore (ETS) e del Volontariato mediante lo sblocco delle erogazioni dei contributi già stanziati da parte dei Ministeri. Incentivi e agevolazioni per l’editoria turistica;
  • Investimenti, progetti mirati e procedure snelle per accelerare la realizzazione del sistema delle Ciclovie Turistiche Nazionali e delle greenways, attuando la legge 2 del 2018 per la mobilità in bicicletta. Integrazione intermodale fra reti;
  • Investimenti per realizzare il sistema nazionale dei Cammini e delle Vie storiche, aggiornando l’Atlante dei Cammini
  • Investimenti per realizzare treni e ferrovie turistiche con esercizio in sicurezza sanitaria, con piena attuazione e semplificazione delle Legge 128 del 2017, che prevede anche la sperimentazione del ferrociclo;
  • Potenziamento dell’accoglienza con agevolazioni, conferimenti e comodati gratuiti di caselli, stazioni ferroviarie, depositi, etc. e con il sostegno economico per l’ospitalità low cost, per affrontare i nuovi obblighi di sanificazione e distanziamento;
  • Progettare le reti dei cammini e ciclabilità (anche urbana), i percorsi di mobilità dolce e le ferrovie turistiche, ripensando il paesaggio, ridisegnando gli spazi pubblici;
  • Digitalizzazione, connessioni efficaci per piccoli borghi e comuni, aree interne e montane, parchi e percorsi di mobilità dolce, per poter avere servizi su prenotazione e per lo smart working da remoto;
  • Sostenere la domanda turistica con i Buoni Vacanza;
  • Programmare il Turismo Scolastico su mobilità dolce;
  • Campagne di promozione pubblica per promuovere la mobilità e turismo dolce, per vivere e viaggiare nella bellezza del paesaggio italiano.

Trasporti Italia – 24/04/2020

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Crisi trasporto aereo: Assaeroporti ribadisce necessità di misure immediate

L’economia italiana ha bisogno del trasporto aereo per favorire la ripartenza del Paese. Questo l’assunto di base da cui parte Assaeroporti, che da tempo ha avviato un’interlocuzione con il Governo sulle misure a sostegno del settore, per ribadire l’urgenza di interventi specifici non previsti dai provvedimenti emanati finora.
Il trasporto aereo – sottolinea in una nota l’Associazione che riunisce le società di gestione degli aeroporti italiani – è uno dei comparti maggiormente colpiti dall’emergenza Coronavirus. Nel solo mese di marzo, gli aeroporti italiani hanno perso oltre 11,5 milioni di passeggeri con una flessione del traffico che, da alcune settimane, si è assestata complessivamente ad un sostanziale -100%. Secondo le previsioni effettuate prima dell’emergenza sanitaria, il traffico in Italia avrebbe dovuto raggiungere, alla fine del 2020, la quota di circa 200 milioni di passeggeri. Le attuali stime invece, dicono che l’anno in corso potrebbe chiudersi con una perdita di 120 milioni di unità rispetto alle previsioni.
I gestori aeroportuali stanno vivendo oggi una crisi senza precedenti: a fronte di entrate sostanzialmente azzerate e con una previsione di contrazione del fatturato per il 2020 di circa 1,6 miliardi di euro, continuano a sostenere oneri incomprimibili, che possono arrivare anche fino all’85% dei costi. Uno scenario che ha costretto gli aeroporti a richiedere la cassa integrazione per oltre 10.000 lavoratori, ossia più del 95% dei dipendenti.
La crisi sta avendo un impatto fortissimo sulla liquidità dei gestori che senza adeguate misure di sostegno da parte del Governo rischia di compromettere la capacità di investimento degli aeroporti, che solo nel 2020 prevedevano di investire più di 1 miliardo di euro.
Assaeroporti sottolinea come, per rilanciare il settore, oltre ai fondamentali interventi di carattere economico, gli aeroporti stiano studiando, interfacciandosi con gli enti e le istituzioni nazionali e internazionali competenti, una serie di misure efficaci e sostenibili per la ripartenza. Si stanno approntando protocolli e procedure al fine di garantire la salute dei passeggeri e dell’intera comunità aeroportuale e consentire così una ripresa del traffico aereo, fattore imprescindibile per contribuire allo sviluppo economico e sociale del Paese.
Auspicio dell’Associazione è che tali misure, da adottare nel più breve tempo possibile, dovranno essere frutto anche di un coordinamento a livello europeo e internazionale, tenendo conto dell’evoluzione dell’emergenza sanitaria e dei nuovi scenari che si presenteranno nei prossimi mesi. È fondamentale – conclude la nota – che le azioni per il rilancio si inseriscano all’interno di una strategia di lungo termine che consenta non solo di superare la peggiore crisi mai affrontata ma anche di risollevare, con rinnovato slancio, il trasporto aereo nazionale nel suo complesso.

Trasporti Italia – 24/04/2020

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Drastico calo delle toccate di servizi marittimi containerizzati ai porti italiani a causa della pandemia

Nel periodo marzo-maggio di quest’anno risultano in calo del -31% rispetto al corrispondente trimestre del 2019

La pandemia di Covid-19 e le misure di limitazione alla mobilità adottate ormai a livello globale per contenere il contagio mostrano con sempre maggiore evidenza il loro impatto negativo sui traffici marittimi, in particolare su quelli containerizzati, con un corrispondente effetto sull’attività dei porti. Non fanno certo eccezione i porti italiani, che stanno registrando una drastica riduzione del traffico marittimo e un conseguente devastante impatto sul livello di merci movimentate.

Se lo scorso febbraio, quando ancora in Europa non si avvertiva appieno il rischio di una prossima emergenza sanitaria e quando ormai le portacontainer in partenza e in arrivo dall’Estremo Oriente e dalla Cina, focolaio primario del contagio, erano già in navigazione, le partenze previste dai porti italiani di navi impiegate in servizi di linea risultavano essere 270, con un incremento del +18% rispetto a 228 a febbraio 2019, già nel marzo 2020, quando ad inizio mese in Italia sono state adottate a livello nazionale le prime misure di restrizione alla mobilità e alle attività economiche e sociali, le navi previste in partenza dai porti italiani risultavano essere 395, con un calo del -10% sul marzo 2019.

La crisi si è notevolmente aggravata ad aprile ed è stata affrontata dal governo italiano con un’ulteriore accentuazione delle restrizioni. Nel contempo le principali alleanze armatoriali mondiali del settore dei container stavano già implementando iniziative di riduzione dei servizi e della capacità di trasporto offerta. Ad aprile 2020, quindi, l’impatto sul traffico marittimo containerizzato nei porti italiani è risultato ancor più evidente con 269 partenze di servizi di linea previste e una diminuzione del -21% sull’aprile 2019.

Anche se in Italia da diversi giorni il livello di gravità della crisi sanitaria è lievemente calato, le restrizioni introdotte dal governo resteranno tuttavia in vigore almeno sino all’inizio di maggio. Anche le compagnie di navigazione containerizzate non hanno ancora programmato alcun aumento di capacità, anzi, al contrario hanno annunciato nuove cancellazioni di partenze per fronteggiare il drastico calo della domanda.

A maggio 2020 si prevede infatti un’ulteriore notevole contrazione del volume di traffici marittimi containerizzati e una conferma giunge dalle partenze di servizi di linea previste nel mese dai porti italiani: sono state pianificate le partenze di sole 129 navi da tutti gli scali portuali nazionali, con un drastico crollo del -65% rispetto alle navi salpate dai porti italiani nel maggio 2019.

Relativamente ai principali porti italiani per traffico containerizzato, se lo scorso febbraio a Genova era stato segnato un incremento del +59% delle partenze previste di servizi di linea rispetto a febbraio 2019, il mese successivo si è passati ad una flessione del -16% per giungere ad aprile 2020, con 88 partenze previste, ad una riduzione del -10% e quindi ad una diminuzione del -54% delle partenze previste per il mese di maggio, pari quest’anno a 56 rispetto a 122 a maggio 2019.

Anche il porto di Gioia Tauro, e proprio in una fase di rilancio dello scalo calabrese dovuta all’assunzione diretta da parte del gruppo armatoriale MSC della gestione delle attività terminalistiche in porto, sta accusando il pesante impatto della crisi. Se lo scorso febbraio le partenze previste risultavano superiori del +61% rispetto al febbraio 2019, a marzo 2020 si è passati ad un -13% e ad aprile 2020 ad un -20%, mentre per il prossimo mese di maggio il rischio è di approssimarsi ad un azzeramento dell’attività.

Sconfortante anche lo scenario per il porto di La Spezia. Ad un +61% delle partenze previste a febbraio 2020, lo scalo ligure ha dovuto accusare un calo del -23% nel mese seguente e del -16% ad aprile, mentre per il prossimo maggio si prospetta un crollo del -58% delle partenze di servizi di linea.

A Livorno le 40 partenze previste a febbraio 2020 hanno rappresentato un incremento del +18% sullo stesso mese dello scorso anno, crescita a cui è seguita nel mese successivo una contrazione del -18% e un nuovo aumento del +8% a marzo 2020. Per il prossimo mese allo scalo portuale labronico sono previsti le toccate di 14 servizi di linea containerizzati pari ad una flessione del -59%.

A febbraio 2020 le partenze previste dal porto di Trieste risultavano superiori del +29% rispetto a febbraio 2019 e pure in aumento (+33%) risultavano il mese successivo, mentre ad aprile 2020 è prevista una riduzione del -52% e per il prossimo mese è attesa una contrazione del -45%.

Se il porto di Venezia ha sinora retto meglio alla crisi, con un +67% registrato a febbraio 2020 seguito da un +100% nel mese successivo e un +9% nel mese corrente, tuttavia a maggio 2020 per il porto lagunare si prospetta un drastico calo del -93% delle partenze previste di servizi di linea.

Analoghi gli scenari per i porti campani di Napoli e Salerno. Per il primo scalo le variazioni percentuali relative ai mesi di febbraio, marzo, aprile e maggio di quest’anno risultano rispettivamente del +42%, -6%, +38% e -83%, mentre per il porto di Salerno sono del -5%, +188%, +20% e -41%.

Complessivamente le partenze previste di servizi di linea nei porti italiani nel trimestre marzo-maggio di quest’anno risultano essere 793, con una diminuzione del -31% rispetto a 1.148 nel corrispondente trimestre del 2019. Alla riduzione ha contribuito, anche se in misura limitata, l’azzeramento del traffico containerizzato verificatosi quest’anno nel porto di Cagliari, dove nel periodo marzo-maggio del 2019 si erano verificate 33 toccate di servizi marittimi containerizzati.

InforMare – 22/04/2020

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A marzo il traffico delle merci nel porto di Ravenna è calato del -30,4%

Nei primi tre mesi del 2020 la flessione è stata del -12,7%

Lo scorso marzo il volume di traffico movimentato dal porto di Ravenna ha accusato con più evidenza l’impatto della riduzione delle attività commerciali e industriali a livello mondiale determinata dalla pandemia di Covid-19 ed è è risultato pari a due terzi di quello totalizzato nel marzo 2019 essendo ammontato a 1,76 milioni di tonnellate, il -30,4% in meno rispetto all’anno precedente. Una flessione che ha determinato una riduzione del -12,7% del traffico movimentato complessivamente nei primi tre mesi del 2020 che è stato pari a 5,59 milioni di tonnellate rispetto a 6,40 milioni di tonnellate nel primo trimestre dello scorso anno. Nel trimestre di quest’anno le merci allo sbarco sono state 4,77 milioni di tonnellate (-13,6%) e quelle all’imbarco 816mila tonnellate (-7,2%).

Nel primo trimestre del 2020 nel segmento delle merci varie i carichi movimentati sono stati pari a 2,40 milioni di tonnellate (-13,8%), di cui 549mila tonnellate di merci containerizzate (-9,0%) realizzate con una movimentazione di container pari a 48.064 teu (-7,9%), 364mila tonnellate di rotabili (-8,1%) e 1,49 milioni di tonnellate di merci convenzionali (-16,8%). Nel settore delle rinfuse liquide il totale è stato di 1,02 milioni di tonnellate (-1,9%), incluse 550mila tonnellate di prodotti petroliferi (-2,4%) e 470mila tonnellate di altri carichi liquidi (-1,3%). Le rinfuse solide si sono attestate a 2,17 milioni di tonnellate (-15,9%).

Nel solo mese di marzo di quest’anno le merci convenzionali hanno totalizzato 459mila tonnellate (-43,7%), i rotabili 117mila tonnellate (-14,6%) e le merci in container 180mila tonnellate (-22,5%). Nel comparto delle rinfuse liquide sono state movimentate 303mila tonnellate (-37,7%) e in quello delle rinfuse solide 703mila tonnellate (-18,4%).

Relativamente al traffico movimentato nel primo trimestre del 2020, l’Autorità di Sistema Portuale del Mare Adriatico Centro Settentrionale ha reso noto che nel comparto agroalimentare, con 964mila tonnellate complessive di derrate alimentari e prodotti agricoli, è stata registrata una flessione del -19,0% proseguendo il trend negativo dei primi mesi del 2020, contrazione che è stata determinata dal crollo del -77,7% dei prodotti agricoli, con un traffico di importazione di cereali che è diminuito di 356mila tonnellate. L’AdSP ha spiegato che sull’import cerealicolo pesano fattori mondiali connessi in questa fase all’emergenza coronavirus: si è registrato in effetti – ha precisato l’ente – un rialzo di prezzo della materia prima dovuto sostanzialmente alle difficoltà nella logistica e nei trasporti via terra e alle dinamiche più complesse per il grano importato via mare, come, ad esempio, gli ostacoli per noleggiare navi che possano sbarcare materie prime agricole nei porti italiani. A tal proposito l’authority portuale ha riportato una chiarificazione del presidente dell’Associazione Nazionale Cerealisti: «sul piano nazionale – ha reso noto Carlo Licciardi – non registriamo alcuna manovra speculativa sul prezzo del grano importato tale da far lievitare i prezzi dei prodotti lavorati. La variazione in aumento rispecchia il reale valore di mercato, dopo il calo verificatosi nelle settimane precedenti la crisi Covid-19. A confermare l’assenza di speculazioni sull’import cerealicolo – ha aggiunto il presidente dell’ANACER – da sottolineare le buone scorte di grano e altra materia prima in Italia, tant’è che attualmente dai porti sta uscendo prodotto importato a fine 2019, con ampie scorte accumulate nei primi mesi del 2020».

Derrate alimentari, mangimi e oleaginosi sono invece aumentati del +20,6% salendo a 857mila tonnellate.

Un altro segmento merceologico di particolare importanza per il porto di Ravenna è quello dei materiali da costruzione che, con 994mila tonnellate movimentate nel primo trimestre del 2020, ha segnato un calo del -8,3%, flessione – ha specificato l’AdSP – che è da imputarsi principalmente alla diminuzione delle materie prime per la produzione di ceramiche del distretto di Sassuolo (-6,7%). Interpellato dall’ente portuale, il presidente di Confindustria Ceramica, Giovanni Savorani, ha confermato che gli stabilimenti sono fermi dal 22 marzo e che la ripartenza avverrà comunque «molto lentamente. Giocoforza – ha spiegato Savorani – non ci saranno le condizioni per procedere al ritmo di prima per via di molti limiti. Gli ordinativi sono in forte calo, possiamo già stimare almeno un 20-25% in meno. Dovremo fronteggiare l’effetto filiera dove non tutto sarà disponibile, senza dimenticare che il lockdown non è avvenuto in contemporanea per tutti e, quindi, quando noi ripartiremo, ci saranno clienti fermi».

Altra voce a registrare una pesante flessione è quella dei prodotti metallurgici che con 1,47 milioni di tonnellate sono calate del -17,0%, in particolare nella movimentazione dei coils (-18,9%). L’AdSP ha ricordato che all’inizio dell’emergenza pandemica da Covid-19 la produzione di acciaio dava già segni di rallentamento, con un incremento soltanto del +1,0% rispetto ai primi due mesi del 2019.

InforMare – 24/04/2020

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