Benzina e gasolio: a marzo consumi in calo del 43%

30 Aprile 2020

A marzo i consumi di benzina e gasolio sono diminuiti del 43,7%. Una contrazione senza precedenti dovuta alla riduzione del traffico legata ai provvedimenti per combattere l’emergenza Coronavirus. Si tratta di un calo indubbiamente molto rilevante, ma – sottolinea Gian Primo Quagliano, presidente del Centro Studi Promotor che ha elaborato i dati sulla base delle rilevazioni ufficiali del Ministero dello Sviluppo Economico – inferiore alle attese dati i provvedimenti restrittivi che hanno riguardato la circolazione degli autoveicoli per combattere la pandemia.

Oltre alla contrazione dei consumi legata al Coronavirus, nel bilancio economico dei carburanti auto di marzo ha pesato anche la diminuzione dei prezzi alla pompa: a causa di questo secondo fattore, il calo della spesa (-47,2%) è stato superiore a quello dei consumi (-43,7%).

Il calo dei consumi e dei prezzi ha inciso pesantemente sia sul gettito fiscale che sulla componente industriale, cioè sulla quota della spesa destinata alla produzione e alla distribuzione. La componente fiscale ha accusato nel solo mese di marzo un calo di 1,3 miliardi (-45%), mentre per la componente industriale il calo è stato di 967 milioni (-50,8%). Il forte rallentamento dei consumi di marzo che ha colpito il nostro Paese ha inevitabilmente influenzato anche il consuntivo del primo trimestre dell’anno che ha visto diminuire i consumi di benzina e gasolio auto del 14,7% rispetto allo stesso periodo del 2019, mentre la spesa alla pompa è calata di 2,1 miliardi di euro (-15,4%), gli introiti per l’Erario si sono ridotti di 1,3 miliardi di euro (-15%) e la componente industriale di 832 milioni (-16%).

Trasporti Italia – 30/04/2020

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Iata: drastico calo del traffico cargo a marzo

Il traffico aereo di merci è diminuito del 15,2% a marzo rispetto allo stesso mese 2019 (-15,8% considerando il comparto internazionale). La capacità globale è diminuita del 22,7% rispetto a marzo dello scorso anno (-24,6% per i mercati internazionali). I mercati internazionali rappresentano l’87% delle merci aviotrasportate. A marzo la capacità per il trasporto aereo internazionale di merci si è ridotta del 43,7% rispetto allo scorso anno. Questo problema è stato parzialmente compensato da un aumento di capacità (+6,2%) attraverso l’uso esteso di aeromobili da carico, compreso l’uso di aeromobili passeggeri inattivi.

“Al momento, non abbiamo abbastanza capacità per soddisfare la domanda rimanente di merci trasportate per via aerea – ha dichiarato Alexandre de Juniac, direttore generale e Ceo della Iata –. I volumi sono diminuiti di oltre il 15% a marzo rispetto allo scorso anno. Ma la capacità è crollata di quasi il 23%. Il divario deve essere affrontato rapidamente perché le forniture vitali devono arrivare dove sono maggiormente necessarie. Ad esempio, c’è un raddoppio della domanda di spedizioni farmaceutiche che sono fondamentali per questa crisi. Con la maggior parte della flotta passeggeri inattiva, le compagnie aeree stanno facendo del loro meglio per soddisfare la domanda aggiungendo servizi di trasporto merci, compreso l’adattamento dell’aeromobile passeggeri all’attività cargo. Ma queste operazioni speciali devono affrontare una serie di ostacoli burocratici. I governi devono ridurre la burocrazia necessaria per approvare i voli speciali e permettere agli equipaggi di volare in maniera sicura ed efficiente”.

Esistono ancora troppi esempi di ritardi nell’ottenimento dei permessi di noleggio, mancanza di esenzioni per i test Covid-19 per l’equipaggio del trasporto aereo di merci e infrastrutture di terra inadeguate da/ verso e all’interno degli ambienti aeroportuali – sottolinea l’Associazione –. Per rispondere pienamente alla loro funzione, le merci aviotrasportate devono muoversi in modo efficiente lungo l’intera catena di approvvigionamento. A tal proposito Iata esorta i governi a: ridurre i documenti per le operazioni di noleggio; esentare il personale di bordo dalle regole di quarantena che si applicano alla popolazione generale: garantire che vi siano personale e strutture adeguati per gestire le merci in modo efficiente.

I dati dimostrano che l’attività manifatturiera globale ha continuato a contrarsi a marzo, poiché i blocchi imposti dai governi hanno causato interruzioni diffuse. A seguito del forte calo di febbraio – che ha superato quello della crisi finanziaria globale – l’indice degli acquisti manifatturieri globali (PMI) è aumentato leggermente a marzo ma è rimasto in territorio negativo. Questo miglioramento è dovuto alla stabilizzazione del PMI cinese; escludendo il risultato cinese, l’indice globale è sceso al livello più basso da maggio 2009.
Osservando le prospettive per il resto del 2020, le previsioni dell’Organizzazione mondiale del commercio danno poche indicazioni su una rapida ripresa. Lo scenario ottimistico è per un calo degli scambi del 13% nel 2020, mentre lo scenario pessimistico vede un calo del 32%. Ciò naturalmente avrà un forte impatto sulle prospettive del trasporto aereo di merci.
Tuttavia c’è una particolare area della domanda che sta crescendo rapidamente. Le spedizioni farmaceutiche stanno registrando volumi doppi rispetto allo scorso anno (non considerando le spedizioni di attrezzature mediche).

“La crisi della capacità sarà, purtroppo, un problema temporaneo – ha spiegato de Juniac –. La recessione colpirà probabilmente il cargo aereo almeno altrettanto gravemente del resto dell’economia. Per mantenere la catena di approvvigionamento in grado di soddisfare la domanda, le compagnie aeree dovranno essere finanziariamente in salute. La necessità di un aiuto finanziario per le compagnie aeree con ogni mezzo possibile rimane urgente”.

Le compagnie aeree dell’Asia del Pacifico hanno registrato una diminuzione di traffico internazionale del 15,9% rispetto a marzo 2019. La domanda di merci destagionalizzata è diminuita del 3% rispetto a febbraio di quest’anno, ai livelli visti l’ultima volta nel terzo trimestre del 2013. La capacità è diminuita del 27,8%.

La contrazione di traffico cargo internazionale registrata dai vettori nordamericani è stata del 13,3%, più del doppio di quella registrata a febbraio (-6,1%). I volumi di carico sulla corsia commerciale Europa-Nord America sono stati i più colpiti (in calo del 22% su base annua). La capacità è diminuita del 19%.

I vettori europei hanno registrato un calo 18,8%, molto più nitido del risultato di febbraio (-5,2%). La domanda interna all’Europa è diminuita del 32,6% su base annua a causa delle chiusure diffuse nel settore manifatturiero in tutta la regione. Anche i più grandi mercati Europa-Nord America ed Europa-Asia hanno registrato notevoli cali questo mese. La capacità internazionale è diminuita del 27,6%.

I vettori del Medio Oriente hanno registrato una contrazione del 14,1% su base annua, dopo la crescita del 4,3% a febbraio. Tra tutte le rotte da/per il Medio Oriente, le importanti rotte commerciali tra Europa e Asia hanno registrato cali nell’ordine del 20% a marzo, mentre il mercato africano, più piccolo, ha registrato un calo di circa il 30%. La capacità internazionale è diminuita del 20,4%.

I vettori latino-americani hanno registrato il calo più marcato: -19,3% su base annua della domanda internazionale. Si tratta di un significativo deterioramento rispetto a febbraio (-0,5%). Il calo è stato diffuso ma più grave per il Centro-Sud America con volumi in contrazione di circa il 35% su base annua. La capacità internazionale è diminuita del 37,6%.

Le compagnie africane sono state meno colpite dalle perturbazioni di marzo. La contrazione del traffico cargo internazionale è stata in questo caso solo dell’1,2% a seguito dei risultati positivi registrati a gennaio e febbraio. Il mercato Africa-Asia è stata l’unica corsia commerciale che ha continuato a registrare numeri positivi, con volumi in crescita di quasi il 10% su base annua. La capacità internazionale è diminuita dell’8,2%.

Trasporti Italia – 30/04/2020

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Aeroporti italiani: a marzo persi 12 milioni di passeggeri

Crisi senza precedenti per il settore aeroportuale italiano che chiude il mese di marzo con soli 2.082.648 passeggeri, ovvero con una perdita di quasi 12 milioni di unità, rispetto allo scorso anno. L’emergenza sanitaria da Covid-19 ha praticamente azzerato il traffico in tutti gli scali nazionali, molti dei quali sono rimasti operativi per assicurare la continuità del servizio pubblico di trasporto aereo e per garantire esigenze operative di voli cargo e posta, nonché di voli di Stato e di Enti di Stato, di emergenza sanitaria o di emergenza di altro tipo. Nonostante le limitazioni, il settore del trasporto merci, che registra un -33,9%, ha comunque consentito i necessari collegamenti, con enormi sforzi logistici, assicurando l’approvvigionamento dei dispostivi sanitari, oltre alle merci di prima necessità e non solo.
“Preparati per reagire alle emergenze – sottolinea Assaeroporti in una nota – gli aeroporti e tutta la filiera del trasporto aereo sono pronti a ripartire: il Paese ha bisogno, oggi più che mai, di un trasporto aereo pienamente operativo, volano strategico per la ripresa dell’economia nazionale. L’Italia deve poter competere ad armi pari con il resto d’Europa continuando a garantire la sicurezza dei passeggeri”.
La sicurezza è da sempre un elemento cardine di tutte le complesse procedure che regolano il settore e a livello internazionale si stanno definendo protocolli per la tutela dei viaggiatori e di tutti gli operatori della filiera. È fondamentale che le misure di prevenzione sanitaria adottate nel nostro Paese all’interno degli aeroporti e degli aeromobili siano coerenti con quelle definite o in corso di definizione a livello internazionale ed europeo.
“È evidente – dichiara il vice presidente vicario di Assaeroporti Fulvio Cavalleri – che le procedure ed i protocolli tesi a disciplinare il trasporto aereo, in questa fase emergenziale e nei mesi a venire, dovranno essere adottati al più presto ed essere necessariamente allineati alle indicazioni provenienti dalla comunità internazionale. Il distanziamento sociale a bordo degli aeromobili non è sostenibile e determinerebbe, di fatto, una sostanziale prosecuzione del blocco del traffico aereo da e per l’Italia, penalizzando ulteriormente il nostro Paese ed aggravando così una situazione di crisi già insostenibile”.

Trasporti Italia – 30/04/2020

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Porti: da Venezia in partenza per la Spagna 2 mega reattori

Le componenti sono state prodotte dall’Atb Group

E’ pronta a salpare per Algeciras/Spagna la Jumbo Junilee, tra le ammiraglie della flotta Jumbo – storica compagnia armatoriale nel settore heavy lift. Le componenti sono state prodotte dalla divisione Heavy Equipment di Atb Group di Roncadelle (Brescia), che vanta una lunghissima tradizione nella progettazione, fabbricazione, installazione e messa in servizio di apparecchiature per il settore dell’Energia, e che da oltre 60 anni ha una sede anche a Porto Marghera, strategica per la sua distanza di appena 400 metri dalla banchina e quindi particolarmente adatta alla produzione, finalizzazione e imbarco dei carichi eccezionali, come nel caso dei reattori in partenza tra oggi e domani. I reattori sono due LC Fining, apparecchi che necessitano di sequenze di montaggi molto particolari e delicate e l’allestimento degli interni ha richiesto uno studio ad hoc e lavorazioni meccaniche specifiche.

Ansa/Mare – 30/04/2020

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Fase 2: in Trentino bonus per incentivare acquisto biciclette

Contributo del 50% della spesa

E’ previsto un contributo pari al 50% della spesa (non più di 500 euro per mezzi a pedalata assistita e 100 per quelli normali). Il budget stanziato è di un milione di euro. Il bonus – ha precisato Tonna – potrà essere sommato al contributo fissato a livello nazionale.

Ansa/Trentino A.A. – 30/04/2020

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Trasportounito chiede l’apertura 24 ore su 24 di porti, interporti, piattaforme logistiche e centri merci

L’associazione dell’autotrasporto sottolinea che l’efficienza è l’unica alternativa al collasso

«Senza seri e reali interventi governativi che abbiano efficacia immediata e determinino un concreto alleggerimento delle tre principali voci di costo, ovvero gasolio, autostrade e tassazione del lavoro, le imprese di autotrasporto, che non sono “amate” dal sistema bancario, collasseranno per mancanza di liquidità». Lo ha sottolineato il coordinatore ligure di Trasportounito, Giuseppe Tagnochetti, spiegando che per rilanciare l’autotrasporto non è più sufficiente recuperare i deficit finanziari con le logiche del passato e, tentare di renderle compatibili con gli obblighi operativi fissati dai reiterati diktat governativi – ha denunciato – è impossibile.
«Il rilancio economico del Paese – ha osservato Tagnochetti – deve transitare obbligatoriamente anche attraverso misure di forte incentivazione pubblica e privata; in testa alla lista si colloca una operatività h24 nella raccolta e distribuzione delle merci nei magazzini commerciali, nelle piattaforme logistiche, nei terminal portuali e interportuali. Questo significa, come avviene in larga parte dei porti comunitari, gestire i turni di lavoro in modo tale da non congestionare le ore di punta, consentire il rispetto delle norme sul distanziamento, sfruttare strade e autostrade quando i cittadini sono fermi e ridurre notevolmente le inutili e costose (non remunerate) ore di attesa».
Tagnochetti ha specificato che un mezzo di autotrasporto è come un macchinario in un’industria condotto da un operaio e che deve produrre per nove ore di guida per generare i giusti ricavi. Un veicolo che subisce fermi macchina per tre o quattro ore – ha spiegato – non copre nemmeno i costi fissi ed è proprio in quel blackout che si generano problemi di sicurezza e di rispetto del codice della strada per il personale viaggiante, costretto a operare in condizioni ormai ampiamente al di là del limite di guardia.
«Recuperare in produttività – ha concluso il coordinatore ligure di Trasportounito – è di interesse per l’impresa così come per il lavoratore, alleati nella difesa di un quadro di regole da rispettare, nella ricerca di utili e nella garanzia degli stipendi».
Secondo Trasportounito, è poi venuto il momento di interrogarsi sino a quando l’autotrasporto dovrà e sarà disposto a farsi carico degli extra costi derivanti da strozzature e crollo dei livelli di efficienza di un sistema logistico che è tale solo nel nome, ma che nei fatti non si è mai fatto carico di sostenere in modo coeso, e non sfruttando solo l’anello più debole, le emergenze della filiera.

InforMare – 30/04/2020

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Trenitalia fa ripartire le Frecce, ma il Veneto resta tagliato fuori

29 Aprile 2020

Nessun collegamento veloce con Milano e Roma. Scatta la protesta, imprenditori e politici: “Questo è un vero scandalo”.

di Felice Paduano

Il laborioso Nordest continua ad essere penalizzato nei collegamenti ferroviari anche nei tempi bui del Coronavirus. A partire da oggi le Frecce Rosse di Trenitalia che circolano nella Penisola passano da 8 a 12. In pratica, in coincidenza con l’inizio della Fase 2, sono state aggiunti due convogli ad alta velocità (a/r) sulla direttrice Torino-Milano–Bologna-Firenze-Roma-Napoli, più altre due su quella tra Milano e Napoli, sempre via Roma Termini.

Le altre Frecce rimaste in servizio sono sulle direttive Roma-Reggio Calabria, sulla Roma-Lecce e sulla linea Bolzano-Trento-Verona-Roma. Tra la sorpresa generale di tutti gli addetti ai lavori non è stato ripristinato alcun treno ad alta velocità che partiva da Venezia per Milano Centrale, via Padova-Vicenza, oppure diretta a Roma Termini e Napoli via Padova-Bologna.

In pratica chi oggi o nei prossimi giorni deve andare a Roma o a Milano o a Torino per motivi di lavoro o di salute (il nuovo decreto governativo lo consente) va in stazione, ma non trova al binario il treno veloce. Se si vuole andare a Milano, bisogna prima prendere un regionale veloce sino a Verona Porta Nuova e  successivamente un secondo regionale via Brescia e Treviglio.

In pratica il Veneto, per le Ferrovie dello Stato, resta una regione isolata. Ogni pomeriggio c’è solo un Italo di Ntv che parte da Mestre e non da Venezia Santa Lucia per Roma via Padova. «Un vero scandalo – sottolinea l’imprenditore Leonardo Antonio Cetera. – A questo punto devono farsi sentire tutta le associazioni economiche di categoria, a partire dalla Confindustria territoriale. Anche in tempi di coronavirus le Fs continuano a penalizzare il Nordest lasciando non collegate anche Udine e Trieste».

Scendono in campo anche i politici. Il parlamentare veneto Udc Antonio De Poli, questore del Senato, esige spiegazioni dal ministro dei Trasporti Paola De Micheli. «Al governo chiedo di intervenire su Trenitalia affinché si possano ristabilire anche le Frecce verso Padova e Venezia. Non si può lasciare fuori, soprattutto in un momento delicato come quello attuale, una regione che rappresenta uno dei motori produttivi di tutto il Paese. Si tratta, se confermata, di una decisione totalmente insensata e sbagliata. Chiedo al ministro di intervenire affinché Trenitalia faccia marcia indietro».

La stessa preoccupazione è manifestata da Luigi Tarzia, consigliere comunale a Padova eletto nella Lista Giordani. «A questo punto deve intervenire Zaia ». Intanto l’assessore veneto Berti già ieri ha comunicato che da lunedì i treni regionali in circolazione, dai 100 attuali, saliranno a quota 250. Ossia dall’attuale 25 per cento in servizio raggiungeranno il 54. Quindi saranno più che raddoppiati.

La Nuova di Venezia – 29/04/2020

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MSC Crociere proroga ulteriormente la sospensione delle proprie attività crocieristiche sino al 10 luglio

In precedenza la ripartenza era stata fissata per il 30 maggio

MSC Crociere ha deciso di prorogare ulteriormente la sospensione delle proprie attività crocieristiche estendendola dal 29 maggio, scadenza fissata in precedenza, sino al prossimo 10 luglio. La compagnia ha specificato che offrirà a tutti i clienti interessati da questa decisione un voucher “Future Cruise Credit”, dando così la possibilità di trasferire l’intero importo pagato per la crociera cancellata ad una crociera futura da scegliersi su una qualsiasi nave e per qualsiasi itinerario entro la fine del 2021. MSC Crociere ha precisato inoltre che i crocieristi riceveranno in aggiunta un ulteriore credito da spendere a bordo – compreso tra i 100 e 400 euro per cabina – in funzione della durata della crociera inizialmente prenotata.
A tutti i passeggeri che hanno prenotato una crociera tra l’11 luglio e il 30 settembre 2020, inoltre, la compagnia applicherà il suo “Flexible Cruise Programme” che consente a tutti coloro che hanno prenotato una crociera su una nave MSC, sia in autonomia sia attraverso un agente di viaggio, di riprogrammare il proprio itinerario scegliendo una qualsiasi data di partenza entro il 31 dicembre 2021. I crocieristi e i loro agenti di viaggio potranno modificare le prenotazioni senza alcun costo aggiuntivo, da oggi anche con la possibilità di scegliere qualunque itinerario su qualunque nave della flotta.

InforMare – 29/04/2020

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Trasporto pubblico nella fase 2: autobus più frequenti, più zone 30 km/h per favorire pedoni, bici e monopattini

28 Aprile 2020

«Se il trasporto pubblico potrà trasportare il 30% dei passeggeri che trasportava prima, è evidente che tutte le linee in ambito urbano andranno riviste soprattutto in termini di frequenza», ha spiegato l’Ass. alla Mobilità del Comune di Verona Luca Zanotto

Più autobus in alcune fasce orarie, linee potenziate a seconda dell’utenza, e nuove aree con limite di velocità di 30 km orari. Questi i punti cardine del Piano per la mobilità di emergenza (Pme) a cui l’amministrazione veronese, secondo quanto si apprende da una nota, spiega di star lavorando in vista non solo della progressiva riapertura di alcune attività produttive ma anche della ripresa scolastica a settembre. Il documento riguarda sia l’organizzazione del trasporto pubblico locale che interventi a favore della mobilità “dolce” o sostenibile, con una programmazione a partire dal 4 maggio ma con lo sguardo anche ai mesi successivi.

Nuove aree a 30 km/h per favorire chi si sposta a piedi, in bici e monopattino

L’obiettivo è quello di garantire un servizio che sia il più efficiente possibile, nonostante la capienza limitata degli autobus, necessaria per assicurare il distanziamento sociale. Ma anche favorire una mobilità alternativa all’auto privata, evitando di congestionare le principali arterie di ingresso e uscita dalla città nelle ore di punta. In tale direzione, in alcuni quartieri come Borgo Trento e San Zeno, saranno allargate le zone in cui è già presente il limite di velocità di 30 km/h e ne saranno create di nuove, a vantaggio della sicurezza di chi sceglie di spostarsi a piedi, in bici o con i monopattini. Sul fronte sicurezza, salvo diverse indicazioni dal governo, sui mezzi pubblici resta in vigore il rigido protocollo applicato da Atv dall’inizio dell’emergenza, che prevede l’uso obbligatorio dei dispositivi di protezione personale da parte di ogni passeggero e un processo di sanificazione e pulizia giornaliero di tutti gli autobus.

Ass. Zanotto: «Sui bus il 30% dei passeggeri rispetto a prima, frequenza mezzi da rivedere»

Ad illustrare il piano in fase di elaborazione, è stato ieri l’assessore alla Mobilità e Trasporti Luca Zanotto, durante il punto stampa in streaming in municipio, a cui ha partecipato anche l’assessore regionale ai Trasporti Elisa De Berti. «Decongestionare le ore di punta, è questo il presupposto da cui partiamo. – spiega Zanotto – Dobbiamo abbassare le due curve di maggior traffico, che si si riscontrano al mattino con l’ingresso in città di lavoratori e studenti e alla sera quando tornano a casa. Bisogna cioè spalmare il traffico veicolare in modo tale da ridurre gli impatti sulla mobilità. Lo facciamo con regole che vanno in controtendenza rispetto agli strumenti di valutazione pre Covid, e che si basano su numeri completamente diversi, a cominciare dalla capienza dei mezzi. Se il trasporto pubblico potrà trasportare il 30% dei passeggeri che trasportava prima, è evidente che tutte le linee in ambito urbano andranno riviste soprattutto in termini di frequenza, per garantire il servizio a tutti gli utenti. Con la Regione e Atv stiamo individuando alcune formule da attuare già nella prima fase di ripartenza. Penso alla possibilità di aggiustare i percorsi degli autobus o la loro frequenza, individuando quelle fermate che sono più importanti rispetto alle altre, razionalizzando il sistema nel suo complesso. Ci prepariamo anche alla riapertura degli istituti scolastici. – ha quindi aggiunto Zanotto – Nei prossimi giorni affronteremo il piano con il provveditore e il rettore, per pianificare al meglio il trasporto pubblico rispetto all’affluenza degli studenti e in particolare quelli delle scuole superiori. Lo faremo con i mobility manager aziendali e scolastici per studiare le migliori soluzioni in tal senso, valutando tutte le ipotesi per razionalizzare il servizio. Il piano per la mobilità di emergenza tiene conto di tutte le tipologie di veicolo, comprese le biciclette e i monopattini, favorendo percorsi alternativi e in sicurezza per chi sceglie di non spostarsi in auto o con i mezzi pubblici. Sono perciò previste una serie di azioni da mettere in campo già nei prossimi giorni, la cui efficacia verrà verificata giorno dopo giorno, per creare i presupposti di un miglioramento della mobilità per i nostri cittadini».

Trasporto pubblico regionale, De Berti: «Contributi per l’acquisto di bici a pedalata assistita e monopattini»

Alla luce del decreto firmato domenica sera dal presidente del Consiglio, l’assessore Elisa De Berti ha messo in luce le criticità che si presentano sul fronte del trasporto pubblico regionale. Anzitutto la mancanza di «indicazioni precise su come garantite la sicurezza nei mezzi pubblici, siano essi su gomma, rotaia o di navigazione». La regione ha chiesto al governo che sia obbligatorio l’uso dei dispositivi di protezione per ciascun passeggero, e chiarimenti su come devono essere effettuati i controlli. Al momento il Dpcm prevede l’obbligo di indossare la mascherina a bordo di tutti i mezzi di trasporto pubblico e in tutti quei luoghi accessibili al pubblico ove non sia possibile mantenere la distanza di sicurezza di almeno un metro tra le persone: «Per quanto riguarda il trasporto viaggiatori – si legge nel Dpcm del 26 aprile nell’allegato 8 – laddove sia possibile è necessario contingentare la vendita dei biglietti in modo da osservare tra i passeggeri la distanza di almeno un metro. Laddove non fosse possibile i passeggeri dovranno dotarsi di apposite protezioni (mascherine e guanti)».

In primo piano poi la questione economica, con la regione impegnata a ottenere i finanziamenti necessari per aiutare il comparto, anche in previsione delle mancate entrate dei prossimi mesi, e la riorganizzazione complessiva del trasporto pubblico per evitare l’aumento del traffico privato. «Servono decisioni chiare e criteri non ambigui, perché gli interventi necessari per il trasporto pubblico non si organizzano da un giorno all’altro. – è stao il commento dell’assessore Elisa De Berti – Il 4 maggio due milioni e mezzo di persone dovranno recarsi al lavoro: ma come potranno farlo se devono utilizzare mezzi non privati e vogliono evitare di contagiarsi? Aspettiamo risposte dal ministro ai Trasporti, in particolare sull’obbligatorietà dei dispositivi di protezione per tutti i passeggeri, che riteniamo siano fondamentali per la tutela generale della salute. Ma anche sui controlli nei mezzi pubblici, vaporetti compresi, a chi spettano e cosa prevedono. Il calo degli utenti interessa tutto il trasporto pubblico, una situazione che rischia di diventare una grave emergenza economica per le aziende del settore. Basti pensare che il 50 per cento della sostenibilità dei piani economico-finanziari si basa sui ricavi da tariffa. Il governo ha garantito l’erogazione del Fondo nazionale Trasporti, pari a 58 milioni, ma anche, come richiesto dalla Regioni, un fondo ad hoc per il riequilibrio dei piani economico-finanziari delle aziende, compreso il rimborso degli abbonamenti degli studenti».

L’assessore regionale ai Trasporti Elisa De Berti ha quindi evidenziato che «verranno dati contributi per l’acquisto della bicicletta a pedalata assistita e di monopattini. Gli 800 milioni previsti dal Decreto Cura Italia non sono tuttavia sufficienti, le stime prevedono per il Tpl un mancati incasso che, per il Veneto, va dai 150 ai 200 milioni di euro. Solo per Atv, il mese di marzo ha registrato mancate entrate per circa 2 milioni di euro. È fondamentale poi avere indicazioni certe sul fronte sicurezza per organizzare un servizio efficiente e sicuro. Dobbiamo assolutamente evitare che le persone tornino ad utilizzate il mezzo privato al posto di quello pubblico, vorrebbe dire trovarsi le città congestionate di traffico, vedere aumentato l’inquinamento e il numero di incidenti. Non ce lo possiamo permettere. Ma per pianificare tutto ciò abbiamo bisogno di sapere i tempi certi in cui le aziende apriranno, la flessibilità e l’orario di punta, come verrà plasmata l’accessibilità negli uffici durante le ore del mattino, e come verrà organizzata l’apertura delle scuole a settembre».

Verona Sera – 28/04/2020

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Fs Italiane e Ferrovie Russe insieme per sviluppo di traffico merci e logistica

Fs Italiane e Ferrovie Russe (RZD) rafforzando la partnership per dare un forte e immediato impulso al traffico mercitra i due Paesi e da e per la Cina.

Identificate le modalità e gli ambiti di intervento per lo sviluppo del traffico merci e della logistica tra Italia e Russia, sia come punti di origine e destinazione sia come transito da e per la Cina, attraverso gli itinerari della “Via della Seta”.

I Ministeri dei Trasporti russo e italiano hanno raggiunto una intesa con cui si impegnano a intensificare gli sforzi e ad accrescere il ruolo del sistema ferroviario nel trasporto di merci funzionali alle attività industriali, sostenendo la media e la grande distribuzione con particolare attenzione alle merci di primaria necessità.

Partnership attiva

La cooperazione tra RZD e il Gruppo FS Italiane è iniziata con i Memorandum of Understanding (MoU) sottoscritti nel 2016 e poi nel 2018. Questi accordi hanno posto le basi per una concreta cooperazione in diversi ambiti: incremento del traffico merci e della logistica, sviluppo della rete e delle stazioni ferroviarie russe, cooperazione nell’ambito di Paesi terzi. È seguita poi la creazione di un gruppo di lavoro operativo, che ha coinvolto anche Fs International, Italferr e Mercitalia, consentendo di avviare rapidamente le attività per implementare e avviare i primi progetti.

Il Gruppo FS Italiane, con la controllata Italferr, sta inoltre contribuendo allo sviluppo e all’upgrade dell’infrastruttura ferroviaria serba. Allo stesso tempo, tramite Italferr e Italcertifer, è in procinto di attivare ulteriori collaborazioni per lo sviluppo delle nuove “Dedicated Super Speed Routes” in Russia.

Trasporti Italia – 28/04/2020

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