Due su tre appassionati di crociere risaliranno a bordo una volta superata l’emergenza coronavirus

23 Aprile 2020

Lo rileva un’indagine a campione di Risposte Turismo

Imbarcarsi su una nave da crociera dopo che si è stati costretti a rinunciarvi a causa dell’insorgere dell’emergenza dovuta al diffondersi del virus Covid-19? A rispondere sì sarebbero quasi due terzi di costoro. Lo afferma la società di ricerca e consulenza per il settore turistico Risposte Turismo specificando che ciò emerge da un’indagine campionaria realizzata dall’azienda su oltre 900 appassionati di crociere e precisando che la domanda – se, compatibilmente con il superamento dell’attuale emergenza e dei vincoli normativi, avessero cambiato la loro intenzione di effettuare una crociera a cui hanno risposto no il 64,3% degli intervistati – è stata posta solamente all’84,1% del campione, cioè a coloro che nei mesi scorsi avevano prenotato o avevano intenzione di prenotare una crociera. Hanno risposto sì, invece, confermando di aver cambiato intenzione gli intervistati che hanno sostenuto di non ritenere più la crociera una vacanza sicura (il 22,9% dell’84,1% del campione), coloro che hanno motivato il loro cambiamento di decisione con ragioni di disponibilità economica (il 7,0%) e quelli che hanno affermato di non avere più ferie disponibili (il 5,8%).

«L’indicazione principale che emerge dall’indagine – ha commentato il presidente di Risposte Turismo, Francesco di Cesare – è la tenuta dell’appeal del prodotto crociera in questa fase di emergenza sanitaria per la clientela che conosce bene il prodotto e che ha sviluppato nel tempo una certa dimestichezza con questa forma di esperienza turistica. Un orientamento significativo se si considera che il settore è storicamente caratterizzato da un’alta quota di turisti affezionati a questa tipologia di vacanza, su scala globale stimabile in circa il 55% della clientela totale. Se, dunque, da un lato per le compagnie potrebbe non essere semplice conquistare nel breve periodo nuova domanda – ha osservato di Cesare – dall’altro possono essere rinfrancate dall’evidenza che la maggior parte della clientela fidelizzata, che conosce e apprezza il prodotto, è intenzionata a non cambiare orientamento e preferenza. È dunque dai repeater, tra gli italiani così come all’estero, che nostro avviso il comparto potrà ripartire».

Risposte Turismo ha reso noto inoltre che la grande maggioranza di coloro che non avevano in programma una crociera nel 2020, che costituiscono la residua quota del 16% del campione, ha risposto che non cambierà in futuro la propria preferenza per questo tipo di prodotto.

Infine tra coloro che hanno affermato di aver al momento cambiato intenzione rispetto alla crociera, che rappresentano il 34,4% del campione, il 40% auspica un investimento da parte delle compagnie crocieristiche per rendere massima la sicurezza a bordo relativamente agli aspetti sanitari. Significativo – ha sottolineato Risposte Turismo – rilevare come solo il 2,5% abbia dichiarato che, a prescindere da eventuali iniziative e azioni, non cambierà più parere rinunciando alla vacanza in crociera.

InforMare – 23/04/2020

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Ferrovie: Pizzimenti, al via l’aggiornamento tecnologico linea Ts-Ve

“Non sarà preclusa né la velocizzazione né l’Alta velocità”

“Con i primi 200 milioni a disposizione utilizzati per l’aggiornamento tecnologico della linea viene assicurato un primo significativo miglioramento della tratta ferroviaria tra Venezia e Trieste. Ciò non preclude il successivo intervento per la velocizzazione della linea prevista dal progetto né la possibilità di realizzare l’Alta velocità”.

Lo ha affermato l’assessore regionale alle Infrastrutture e trasporti Graziano Pizzimenti durante l’audizione in IV Commissione del Consiglio regionale. Nel corso della seduta l’esponente dell’esecutivo ha illustrato, insieme ai tecnici di Rfi, il progetto che interesserà la tratta tra i capoluoghi del Friuli Venezia Giulia e del Veneto.

In particolare l’attenzione si è soffermata sulla “fase 1” degli interventi che potranno essere realizzati grazie alla disponibilità immediata di 200 milioni di euro. “Con questi fondi – ha spiegato Pizzimenti – andremo innanzitutto a compiere un aggiornamento tecnologico della rete, riducendo il distanziamento tra i treni che passano lungo la linea con conseguente aumento della capacità del 25 per cento. Ciò significa, ad esempio, 10 treni all’ora al posto di 7 per ogni senso di marcia, consentendo in più ad ogni ora del giorno lo spazio per un treno a lunga percorrenza, uno regionale veloce e uno regionale lento, condizione oggi presente solo episodicamente”.

Sempre con gli stessi fondi verrà migliorata la tecnologia esistente, incrementata la sicurezza della linea e l’eliminazione di alcuni passaggi a livello. Infine la cifra a disposizione permetterà anche di mettere a punto la progettazione per importanti interventi di varianti di tracciato, di cui uno a Latisana e l’altro che riguarderà il ponte sull’Isonzo. Per la loro realizzazione sarà necessario reperire risorse al momento non disponibili, come anche per la realizzazione della variante tra bivio San Polo e bivio d’Aurisina. La cifra necessaria per il completamento delle tre fasi del progetto di potenziamento – pari ad ulteriori 1,6 miliardi rispetto ai 200 milioni oggi già disponibili – saranno oggetto dei prossimi accordi di programma tra Rfi e Ministero dei Trasporti.

“I lavori realizzati con i 200 milioni a disposizione – ha precisato l’assessore regionale – non precluderanno di affrontare il tema dell’Alta velocità che rappresenta un ulteriore possibile sviluppo dell’infrastruttura ferroviaria della nostra Regione”.

“Per la prima volta – ha ricordato ancora Pizzimenti – è stato presentato il progetto nel suo dettaglio e cosa ancor più importante gli effetti che la realizzazione delle tre fasi porteranno all’intero sistema della modalità ferroviaria in Regione, passeggeri e merci. Si tratta di un intervento importante che consentirà di programmare, con le dovute certezze sui tempi di realizzazione e sui miglioramenti via via ottenuti, lo sviluppo del servizio ferroviario passeggeri e merci nella Regione. Ciò permetterà anche di valorizzare il ruolo strategico della Regione attraversata dai corridoi transeuropei Adriatico Baltico e Mediterraneo adeguando la rete ferroviaria agli standard europei.

“Questo progetto, partito durante la precedente amministrazione – ha concluso Pizzimenti -, noi ora intendiamo calarlo sul territorio per capire quale sia il suo impatto e vedere come esso venga recepito, prima di dare il via libera al progetto. Non si tratta di confusione da parte della Giunta né tantomeno di incapacità di pianificare il sistema del trasporto regionale, ma di scegliere un modo di muoversi in sintonia con il territorio, condividendo scelte strategiche come questa”.

Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia/Notizie dalla Giunta – 23/04/2020

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Flixbus stop, anche la mobilità «low cost» si ferma

22 Aprile 2020

Flixbus stop. «Il morbo infuria / il pan ci manca / sul ponte sventola / bandiera bianca». Senza scomodare Arnaldo Fusinato, reso celebre poi negli anni ’80 da Franco Battiato, il senso del messaggio di Flixbus è proprio questo. Troppe restrizioni nei vari Paesi, di fatto pochissime persone che possono (e vogliono muoversi). E quindi, ecco arrivare il messaggio che sembrava ormai nell’aria.

«Come fondatori di FlixMobility – scrivono Daniel, Jochen e André nel comunicare il Flixbus stop – ci sentiamo responsabili dei milioni di passeggeri che ad oggi hanno scelto di viaggiare insieme a noi, oltre che delle 3.000 persone che lavorano per noi in tutto il mondo. Allo stesso tempo, come padri, mariti e figli siamo consapevoli di dover fare tutto ciò che è in nostra facoltà per garantire alle nostre famiglie la sicurezza di cui hanno bisogno in questo momento. Per questo, abbiamo preso la decisione, difficile ma necessaria, di sospendere temporaneamente la quasi totalità del nostro servizio in tutto il mondo. Se infatti siamo convinti che viaggiare sia il modo migliore per ampliare i propri orizzonti e che il viaggio abbia un ruolo attivo e fondamentale nella nostra vita sociale, crediamo anche che in questo momento sia giusto restare a casa per la sicurezza di tutti. Per quanto la situazione attuale possa sembrare incerta, vi assicuriamo che FlixMobility tornerà più forte che mai non appena le condizioni lo permetteranno. Vi ringraziamo per averci supportato fino ad oggi, e non vediamo l’ora di rivedervi a bordo».

Dal primo maggio 2020 la stazione dei Flixbus, momentaneamente in Via Mayr Nusser, si sarebbe dovuta a Bolzano Sud, in via Buozzi, a due passi dalla Fiera. L’attuale stazione infatti, risultava non essere più all’altezza dell’enorme quantità di autobus che quotidianamente partono per raggiungere altre zone d’Italia e città estere. Di giorno erano 80 i pullman di diverse compagnie che transitano a Bolzano, mentre di notte ben 27. Di fatto in via Mayr Nusser non ci sono più gli spazi adeguati, pensiline e servizi igienici per accogliere la grossa mole di passeggeri che salgono e scendono dai mezzi.

Alto Adige Innovazione – 22/04/2020

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Autotrasporto: traffico camion in calo del 37% in Italia

Il traffico merci su gomma, nella scorsa settimana, ha fatto registrare il 50% in meno in Spagna, il 46% in Francia e il 37% in Italia rispetto al periodo pre-crisi. Lo ha comunicato la piattaforma privata Sixfold, specializzata in monitoraggio della logistica.
Dall’inizio della pandemia da coronavirus la società ha offerto una piattaforma di informazioni gratuite per monitorare i blocchi delle merci alle frontiere.

La situazione è migliorata da un mese a questa parte, si legge in un rapporto pubblicato oggi, ma “i ritardi alle frontiere continuano a verificarsi e i tempi di attraversamento sono ancora superiori del 26% rispetto al periodo pre-covid”.

I problemi maggiori si registrano nel quadrante centro-orientale, al confine tra Germania e Repubblica ceca, tra Bulgaria e Romania e tra Austria e Ungheria. Nella prima settimana di aprile le distanze percorse si sono ridotte di circa il 24% rispetto a prima della crisi.

Trasporti Italia – 22/04/2020

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Fercam ha attivato un collegamento tutto strada tra la Cina e l’Europa

I tempi di percorrenza variano dai 15 ai 17 giorni

L’operatore altoatesino di trasporti e logistica Fercam ha annunciato l’avvio di un collegamento interamente stradale che ha lo scopo di unire siti produttivi cinesi con varie destinazioni europee e italiane. Il nuovo servizio tutto strada è limitato ai carichi completi di 20 tonnellate ed è destinato in particolare ai settori merceologici dell’automotive, elettrocomponentistica e macchinari, nonché ai tanto necessari prodotti medico-sanitari richiesti su tutto il mercato europeo.

Fercam ha reso noto che i tempi di percorrenza del servizio trasportistico tutto strada variano dai 15 ai 17 giorni a seconda del tempo impiegato ai confini dei vari paesi attraversati. «I carichi completi dalla Cina – ha spiegato il direttore vendite FTL di Fercam, Hans Splendori – attraversano il Kazakistan, Russia, Bielorussia, Polonia e giungono in Germania, dove noi li prendiamo in consegna per procedere con lo sdoganamento una volta giunti sul territorio nazionale».

InforMare – 22/04/2020

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Coronavirus: Pizzimenti, Fvg punta su Tpl nei tragitti casa-lavoro

Un questionario predisposto dalla Regione e somministrato attraverso i datori di lavoro servirà a mappare i tragitti casa-lavoro per adattare le esigenze della ripartenza dell’economia con l’utilizzo dei trasporti pubblici.

È la proposta dell’assessore regionale alle Infrastrutture, Graziano Pizzimenti, a seguito di un confronto, svoltosi oggi pomeriggio, con i rappresentanti regionali di industria e imprese (Confindustria Udine, Confindustria Alto Adriatico, Api e Confartigianato) e con i vertici delle quattro aziende regionali di trasporto pubblico (Trieste Trasporti, Apt Gorizia, Atap Pordenone e Saf).

“Il questionario – ha spiegato Pizzimenti – sarà redatto congiuntamente da Regione e aziende del Tpl e servirà a raccogliere i dati necessari a rimodulare i servizi di trasporto pubblico locale in funzione della copertura dei tragitti da e verso i principali poli aziendali e aree industriali, secondo quelle che saranno le fasce orarie dei turni e degli scaglioni di riapertura”.

“L’obiettivo della Regione è incentivare l’uso del trasporto pubblico locale nella Fase 2 dell’emergenza sia per scongiurare l’eccessivo ricorso all’automobile, sia per dare un servizio che garantisca sicurezza ai lavoratori” ha aggiunto l’assessore. Con questo obiettivo Pizzimenti, sempre nella giornata odierna, ha fatto visita alla Fincantieri per concordare una riorganizzazione del trasporto pubblico maggiormente rispondente alle diverse fasi di riapertura del polo cantieristico.

“I mezzi pubblici, nel rispetto delle linee guida che saranno proposte dal Governo – ha detto l’assessore regionale – consentiranno di garantire maggiore sicurezza nei tragitti casa-lavoro, unitamente alle disposizioni di controllo sanitario che verranno messe in atto dalle aziende all’ingresso, all’uscita e durante lo svolgimento dell’attività lavorativa”.

Secondo Pizzimenti “il tema della mobilità è centrale nell’organizzazione della ripartenza delle attività produttive così come lo sarà alla riapertura delle scuole”.

Le aziende di trasporto, dal canto loro, si sono rese disponibili, laddove il numero di utenti lo consenta, a organizzare linee dedicate e tratte flessibili. Attualmente il criterio individuato per l’utilizzo dei mezzi pubblici prevede una capienza limitata ad una persona per metro quadro, che potrebbe essere estesa a due persone per metro quadro nella fase 2, con il ricorso all’utilizzo rigoroso dei dispositivi di sicurezza personale.

Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia/Notizie dalla Giunta – 22/04/2020

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Elettrificazione linea ferroviaria Adria-Mestre: bando per la progettazione definitiva della tratta Adria-Mira Buse

21 Aprile 2020

La società regionale Infrastrutture Venete ha deliberato di procedere con il bando per l’affidamento della progettazione definitiva dell’intervento di “Elettrificazione della linea Adria-Mestre – Tratta compresa tra Adria e Mira Buse”.

L’affidamento avverrà mediante procedura aperta, con applicazione del criterio dell’offerta economicamente più vantaggiosa, individuata sulla base del miglior rapporto qualità prezzo, secondo quanto stabilito dal Codice dei contratti pubblici e nel rispetto degli indirizzi forniti dall’Autorità Nazionale Anticorruzione.

E proprio in base alle disposizioni dell’ANAC relative all’emergenza epidemiologica da Covid-19 in materia di procedure di evidenza pubblica ed esecuzione delle relative prestazioni, è stato stabilito che i termini di presentazione delle domande di partecipazione alla gara partano dal 16 maggio prossimo (scadenza il 22 giugno 2020), essendo ritenuto un procedimento urgente e indifferibile in quanto l’attività di progettazione è propedeutica ai prossimi lavori di elettrificazione previsti sulla linea Adria-Mestre nel corso del 2021/2022, da ultimare in tempi compatibili con la consegna dei nuovi treni a trazione elettrica prevista nel periodo secondo semestre 2022 – inizio 2023.

“Con questa progettazione si apre finalmente una nuova fase per la Adria-Mestre – sottolinea l’assessore regionale alle infrastrutture e trasporti, Elisa De Berti –, una delle linee ferroviarie del Veneto che necessita maggiormente di interventi di riqualificazione, velocizzazione e messa in sicurezza. La società Infrastrutture Venete sta confermando la sua importanza strategica nell’azione di potenziamento della mobilità regionale e l’elettrificazione di questa tratta consentirà di migliorare il servizio secondo modelli più performanti e rispondenti alle esigenze dell’utenza”.

L’importo a base di gara, al netto degli oneri, è di  447.045 euro (finanziamento del Fondo di Sviluppo e Coesione 2014-2020). Tutte le prestazioni oggetto dell’appalto dovranno essere eseguite nel termine complessivo di 180 giorni dalla data di redazione del verbale di avvio delle attività di progettazione.
Il bando di gara verrà pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana e su quella dell’Unione Europea.

Regione del Veneto – Comunicato Stampa n. 588 del 21/04/2020

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Alta Velocità Brescia-Verona, 514 milioni di euro per il secondo lotto

20 Aprile 2020

Rete Ferroviaria Italiana li ha assegnati al Consorzio Cepav Due, il quale ha il compito di realizzare la Tav lombardo-veneta

A marzo era stato autorizzato, ora ci sono anche i soldi per realizzarlo. Per il secondo lotto costruttivo dell’Alta Velocità tra Brescia e Verona, Rete Ferroviaria Italiana (Rfi) ha assegnato al Consorzio Cepav Due 514 milioni di euro. Il consorzio che ha il compito di realizzare la Tav lombardo-veneta ha dunque a disposizione ulteriori risorse finanziarie per portare avanti i lavori. Lavori che consistono nelle opere civili e nella realizzazione dell’armamentario ferroviario, della trasmissione elettrica e delle tecnologie dell’intera tratta.

Il contratto tra Cepav Due e Rete Ferroviaria Italiana prevede la realizzazione di un tracciato ferroviario di circa 48 chilometri, compresi i 2,2 chilometri dell’interconnessione «Verona Merci», di collegamento con l’asse Verona-Brennero.

Maurizio Gentile, amministratore delegato e direttore generale di Rfi ha dichiarato: «Rete Ferroviaria Italiana non si è mai fermata e non lo ha fatto neanche durante l’emergenza Covid-19. L’assegnazione dei lavori del tracciato ferroviario che collegherà le aree urbane di Brescia e Verona rappresenta un contributo concreto alla ripartenza dei cantieri e dimostra ancora una volta il grande impegno della principale stazione appaltante del Paese. L’opera contribuirà a promuovere la mobilità sostenibile del territorio e permetterà inoltre di incrementare la capacità e la regolarità del traporto ferroviario, di ridurre i tempi di viaggio e di aumentare la frequenza dei treni».

Maurizio Coratella, COO della Divisione E&C Onshore, ha commentato: «L’affidamento al Consorzio Cepav due della realizzazione dei lavori relativi al secondo lotto costruttivo della linea AV/AC Brescia est-Verona consolida l’esperienza di Saipem nel settore delle infrastrutture ferroviarie che vanta la partecipazione alla costruzione delle tratte AV/AC Bologna-Milano e Treviglio-Brescia oltre che altre realizzazioni a livello internazionale. Questa competenza può legittimamente candidare Saipem alla partecipazione operativa ai piani di opere infrastrutturali nazionali ed europei che si rendessero necessari post emergenza Covid-19».

Verona Sera – 20/04/2020

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Tpl: De Berti, “Aziende in ginocchio? Dallo stato risorse insufficienti, ignorate le proposte delle regioni”

19 Aprile 2020

“Se c’è qualcuno che si è dimenticato dell’emergenza che sta soffocando le aziende del trasporto pubblico locale, questo qualcuno è lo Stato.” Così l’assessore regionale alle Infrastrutture e ai Traporti, Elisa De Berti, risponde ad Arturo Lorenzoni, vice sindaco di Padova, e agli esponenti del ‘Veneto che vogliamo’, che in questi giorni hanno sollecitato l’intervento della Regione per coprire l’incremento dei costi delle aziende di bus e tram a seguito del crollo degli introiti da abbonamenti e biglietti e delle nuove regole del distanziamento sociale.

“Forse il professor Lorenzoni e i suoi hanno sbagliato interlocutore per rivolgere la propria richiesta di intervento – replica De Berti -. Il Veneto, insieme alle altre Regioni, aveva già studiato e proposto un pacchetto organico di norme per costituire, nel decreto ‘Cura Italia’, un fondo “ad hoc” da oltre 600 milioni di Euro (almeno in prima battuta) per le aziende TPL, che consentisse di aumentare le garanzie della cassa integrazione ai dipendenti delle aziende, di ridurre ulteriormente le accise sui carburanti, di ripristinare i tagli fatti sul Fondo nazionale trasporti, nonché per rimborsare e/o prorogare gli abbonamenti dei pendolari”

“Purtroppo – prosegue l’assessore – il Governo, che non perde occasione per richiamare quotidianamente le Regioni a leale collaborazione, non ci ha nemmeno risposto. E ha invece approvato, in piena notte, un articolo proposto da quattro parlamentari (di cui ben due veneti del PD), mai condiviso, che sta mettendo in imbarazzo tutte le Regioni d’Italia, comprese quelle governate dai partiti di maggioranza al Governo. Questo articolo non consente di pianificare i servizi in relazione all’emergenza e alla successiva fase 2 e, soprattutto, non prevede nemmeno un centesimo dei 600 milioni di euro che le Regioni avevano chiesto per salvare i bilanci delle aziende del trasporto pubblico locale”.

“Per quanto riguarda il Veneto – incalza l’assessore ai Trasporti – le aziende TPL possono già contare su un anticipo da parte della Regione di oltre 135 milioni di euro, che sono peraltro già stati erogati in attesa del riparto nazionale. Risorse senza le quali le aziende in Veneto non sarebbero state in grado di operare”.

“Ma chi rappresenta le istituzioni – conclude De Berti – dovrebbe almeno aver ben chiaro il quadro dei poteri e delle competenze degli organi dello Stato, a Costituzione vigente: fino a che non avremo l’autonomia, che i veneti rivendicano con convinzione e in forma plebiscitaria, i cordoni della borsa del trasporto pubblico locale sono ben saldi nelle mani del governo centrale. Quindi, il professor Lorenzoni bussi con energia alle porte del Governo di Roma e non a quelle, peraltro sempre aperte, dell’amministrazione regionale”.

Regione del Veneto – Comunicato Stampa n. 576 del 19/04/2020

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Mercato europeo auto: a marzo calo del 51,8%

17 Aprile 2020

Secondo i dati diffusi oggi da Acea, nel complesso dei Paesi dell’Unione europea allargata all’EFTA e al Regno Unito, a marzo le immatricolazioni di auto ammontano a 853.077 unità, con un calo del 51,8% rispetto a marzo 2019.

Nei primi due mesi del 2020, i volumi immatricolati avevano raggiunto 2.202.010 unità, con una variazione negativa del 7,3% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, mentre nel primo trimestre 2020 si attestano a 3.054.703 unità, con una flessione del 26,3% rispetto al primo trimestre 2019.
Nel dettaglio, tutti e cinque i major market – includendo anche UK – che rappresentano il 70% del totale immatricolato e registrano, insieme, una contrazione complessiva del 56% nel mese, risultano in calo a marzo. E’ l’Italia a conseguire il risultato peggiore (-85,4%), avendo per prima dovuto fronteggiare l’epidemia in Europa, adottando il primo lockdown, seguita dalla Francia (-72,2%), dalla Spagna (-69,3%) e dal Regno Unito (-44%). La Germania presenta, infine, la contrazione meno severa (-37,7%). Nel primo trimestre, nei major market, il mercato cala più della media europea, chiudendo a -29,2%.
Sempre in riferimento ai major market, mentre è proseguita, anche a marzo, la flessione delle immatricolazioni di auto nuove diesel, in ribasso del 64% con una quota di mercato del 25,4% ( 31,7% a marzo 2019), e sono risultate sfavorite anche le auto a benzina, la quota di mercato delle vetture ad alimentazione alternativa è alta in tutti e cinque i Paesi: 28% in Italia, 22% nel Regno Unito, 20% in Spagna, 19,5% in Francia e 18% in Germania.

In Italia, le immatricolazioni totalizzate a marzo si attestano a 28.326 unità (-85,4%). Nei primi due mesi del 2020, le immatricolazioni complessive ammontavano a 318.545 unità, con un decremento del 7,3% rispetto ai volumi dello stesso periodo del 2019, mentre nel cumulato gennaio-marzo 2020 si registrano 347.193 unità (-35,5%).
I numeri raccontano una situazione senza precedenti dettata dal doppio shock sull’offerta e sulla domanda, quest’ultima prevedibilmente molto indebolita anche quando si entrerà nella fase 2 dell’emergenza. Del tutto impari, quindi, il confronto con marzo 2019, quando nonostante un calo di mercato del 9,6%, dovuto anche alle criticità operative di attuazione del bonus per le vetture a basse emissioni di CO2, le immatricolazioni avevano superato le 194.000 unità e la produzione si era attestata sopra le 53.000 autovetture, di cui oltre la metà destinate ai mercati esteri.

Secondo i dati ISTAT, a marzo l’indice nazionale dei prezzi al consumo registra un aumento dello 0,1% sia su base mensile sia su base annua (da +0,3% del mese precedente). La decelerazione dell’inflazione è imputabile prevalentemente alla dinamica dei prezzi dei Servizi (che rallentano la crescita) e dei Beni energetici non regolamentati (che registrano un’inversione di tendenza da +1,2% a -2,7%). In quest’ultimo comparto, guardando all’andamento dei prezzi dei carburanti, invertono la tendenza i prezzi del Gasolio (da 0,5% a -4,9% in termini tendenziali, -2,9% su base mensile) e della Benzina (da +3,7% a 1,3%, -2,5% il congiunturale), mentre i prezzi degli altri carburanti registrano una flessione più marcata (da -2,6% a -4,3%, +1,7% la variazione congiunturale).

Analizzando il mercato per alimentazione, le vendite di auto a benzina riportano una quota di mercato del 35,8%, con una diminuzione dei volumi dell’87%. L’unico tipo di alimentazione che vede crescere il proprio mercato è quello delle auto elettriche, in aumento nel mese del 48%, mentre calano le immatricolazioni di vetture a GPL (-82,5%), a metano (-73%), e ibride (-62%), tra cui quelle ricaricabili (-15%). Nel complesso, le autovetture alternative rappresentano il 27,6% del mercato, in calo del 70,5% a marzo.
Le marche italiane hanno registrato, in Europa, 27.326 immatricolazioni nel mese di marzo (-74,4%), con una quota di mercato del 3,2%. Nel primo bimestre le immatricolazioni delle marche italiane ammontavano a 142.971 unità (-6,6%) con una quota di penetrazione del 6,5%, mentre nel cumulato gennaio-marzo 2020 si registrano 170.327 unità (-34,5%).

Trasporti Italia – 17/04/2020

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