Gennaio 2020
Anas, 3.500 ponti fuori controllo e 763 senza proprietà
Brennero, «divieti imposti ai tir discriminatori e inaccettabili»
Buca killer fa strage di auto in Transpolesana
Interventi plurimi per il soccorso stradale che ha rimosso le auto danneggiate da una voragine lungo la strada statale 434. Alle ore 20 tre rimozioni in contemporanea
Paura e danni in Transpolesana per quattro automobilisti che si sono trovati con l’auto seriamente danneggiata e hanno dovuto chiamare i soccorsi per tornare a casa. La causa è una voragine del manto stradale.
Si è formata nelle ultime ore, ma non è la sola, una buca killer, di quelle che se l’auto ci passa sopra ti distrugge le ruote. Ed è questo che è successo in serata a ben quattro auto nel giro di qualche ora lungo la strada in direzione Rovigo, al chilometro 80 più 700 metri.
La pioggia ha reso invisibili le buche che si sono formate, il rumore che si è sentito in auto nell’affondare le ruote nella voragine, raccontano i testimoni, è stato tremendo. Tutte le auto hanno riportato danni: una fortunata ha solo forato, le altre hanno distrutto i cerchi, chi le sospensioni, chi il braccetto dello sterzo, e si è reso necessario il carro attrezzi per ben tre veicoli.
Sono intervenuti i carabinieri per segnalare il pericolo e mettere in sicurezza il tratto stradale.
RovigoOggi.it – 18/01/2020
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ACI Europe: a novembre la crescita rallenta ancora
Sono cresciuti solo dell’1,7% a novembre i passeggeri sugli aeroporti europei, segnando un ulteriore rallentamento rispetto ai mesi precedenti (a ottobre l’incremento era stato del 2,1%). In calo invece i movimenti aerei (-2,3%) contro un -0,5% riportato a ottobre. Sempre in discesa il trasporto merci che ha segnato un -0,3%.
“La decelerazione del traffico passeggeri è focalizzata soprattutto sugli scali Ue e riflette sia la pressione dell’offerta che quella della domanda – ha sottolineato Olivier Jankovec, direttore generale di ACI Europe -. Il progresso sta diventando sempre più difficile nel settore aeroportuale, in particolare per gli aeroporti regionali più piccoli. Il 55% di loro ha perso traffico a novembre, rispetto al 39% per il resto del settore. Le attuali difficoltà di Flybe – la più grande compagnia aerea regionale europea – sottolinea sia la fragilità della connettività aerea regionale sia il ruolo vitale che svolge per la coesione, dato che altri modi di trasporto molto spesso non forniscono alternative praticabili”.
Sugli scali non Ue la crescita è stata del 3,2%, con un incremento a doppia cifra per alcuni Paesi quali Serbia, Ucraina, Albania, Israele e Armenia mentre su quelli Ue ha segnato solo un +1,3%. Ungheria, Polonia, Croazia e Lussemburgo sono gli unici ad avere registrato un aumento a doppia cifra mentre molti sono stati gli scali in calo, tra cui Lubiana (-27%), Glasgow (-6,1%), Parigi Orly (-4,7%) e Birmingham (-1,6%).
Trasporti-Italia.com – 17/01/2020
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Autostrade per l’Italia: 7,5 miliardi di euro di investimenti nel piano strategico 2020-2023
7,5 miliardi di euro, tra investimenti e manutenzioni; crescita del 40% per le spese di manutenzione rispetto al quadriennio precedente; priorità a sicurezza su strade, cantieri e luoghi di lavoro . Ecco alcune delle principali linee guida del piano strategico 2020-2023 approvato dal Consiglio di Amministrazione di Autostrade per l’Italia Spa.
Il nuovo piano è focalizzato su una strategia di ammodernamento complessivo della rete gestita da ASPI – attraverso un significativo e costante rafforzamento degli investimenti in nuove infrastrutture e delle spese di manutenzione – sulla forte valorizzazione di competenze e risorse umane, sulla digitalizzazione degli asset e dei processi lavorativi, su un forte impulso alla mobilità sostenibile e alla connettività, sulla sicurezza su strade, cantieri e luoghi di lavoro.
Il nuovo piano metterà in campo risorse complessive, entro il 2023, per 7,5 miliardi di euro, ripartite tra investimenti e spese di manutenzione della rete.
Nell’arco di piano, sono stati programmati investimenti sulla rete per circa 5,4 miliardi di euro, che portano quasi a triplicare gli importi investiti dalla società nel quadriennio precedente (pari a circa 2,1 miliardi di euro). Salgono a 1,6 miliardi di euro le spese in manutenzione (2 miliardi considerate anche le spese del 2019), con un aumento del 40% rispetto al quadriennio precedente, in linea con le interlocuzioni con il MIT. Tali risorse consentiranno di portare a compimento entro i prossimi 4 anni un piano di ammodernamento dei principali asset strategici della rete come ponti, viadotti, cavalcavia, gallerie, pavimentazioni, barriere di sicurezza, ecc. Previsti inoltre ampliamenti e potenziamenti su 30 km della rete esistente, con apertura al traffico entro il 2023.
E’ previsto un programma di assunzioni di 1000 persone tra ingegneri, tecnici, operai, addetti autostradali ed esattori che saranno impiegati per la realizzazione delle principali attività contenute nel piano. Le linee guida prevedono una forte valorizzazione delle competenze e delle risorse umane presenti in azienda attraverso specifici programmi di formazione e sviluppo dei talenti.
La sicurezza su strada, nei cantieri e nei luoghi di lavoro viene considerata una delle priorità fondamentali per lo sviluppo del piano strategico: per questo verranno sviluppate specifiche iniziative anche in collaborazione con la Polizia Stradale.
Il piano prevede la completa digitalizzazione delle procedure e dei processi lavorativi aziendali, attraverso l’adozione dei più avanzati strumenti tecnologici disponibili sul mercato. Un elemento cardine di tale strategia è la realizzazione, insieme a IBM, di una piattaforma di intelligenza artificiale che consentirà di monitorare i 1943 ponti e viadotti della rete.
Per l’attivazione della piattaforma, sono già in corso di installazione sulla rete autostradale diverse sensori multi-funzione, grazie ai quali sarà possibile avere un monitoraggio continuo delle opere d’arte prioritarie e una raccolta informazioni in tempo reale sulle condizioni di viabilità e controllo traffico (ad esempio tramite sistemi di pesa dinamica e tracciamento trasporti eccezionali). Verranno inoltre impiegati droni dotati di piani di volo automatico per migliorare ulteriormente il monitoraggio di ponti e viadotti, oltre a telecamere ad alta velocità, tecnologie laser e georadar per la sorveglianza delle gallerie.
L’investimento complessivo di ASPI per la digitalizzazione degli asset e dei processi organizzativi è pari a ulteriori 200 milioni di euro¸ che si aggiungono a circa 300 milioni di euro di investimenti in software, hardware e altri beni materiali e immateriali di proprietà.
Novità significative anche sul fronte della mobilità sostenibile. Secondo la logica della “green infrastructure” saranno attivate iniziative di sviluppo e gestione sostenibile della rete, tra cui: realizzazione di piazzole con colonnine di ricarica all’interno delle principali aree di servizio per favorire la diffusione della mobilità elettrica; potenziamento delle energie rinnovabili anche a favore dei servizi forniti agli automobilisti; azioni di rimboschimento necessarie per compensare l’emissione di CO2.
Sarà fortemente migliorata la “customer experience”, attivando misure e soluzioni che mettano al centro le necessità degli automobilisti, lungo tutta la durata del viaggio (ad esempio: sistemi di infotraffico predittivo su tutti i canali informativi della rete, interazione ai caselli con virtual agent, riduzione dei tempi di risposta dei reclami, erogazione di rimborsi in caso di disagi fortemente critici dovuti a lavori di manutenzione, etc). Sarà avviata una sperimentazione per connettere in modalità 5G tutta la rete autostradale e verranno introdotti sistemi di segnaletica dinamica e tecnologie di comunicazione “smart lighting” (adattabile alle situazioni di traffico o al meteo) in prossimità di svincoli, gallerie, aree di sosta e di servizio.
Trasporti-Italia.com – 17/01/2020
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Anita,da Austria divieti protezionistici
Baumgartner, pressing su Commissione, deferire Vienna a Corte Ue
“I divieti imposti ai mezzi pesanti dall’Austria sono inaccettabili ed anche discriminatori.
L’Italia non può continuare a subire le misure protezionistiche del Tirolo che impediscono il libero scambio di merce attraverso divieti settoriali entrati in vigore il primo gennaio 2020”. Lo afferma l’Anita (Associazione Nazionale Imprese Trasporti Automobilistici) che oggi ha dato mandato al presidente Thomas Baumgartner di continuare l’azione di pressing sui Commissari Ue Adina Valean (Trasporti) e Thierry Breton (mercato interno).
“Il traffico” interno all’Austria, affermano da Anita “gode di particolari favori rispetto al traffico di transito e questa è una discriminazione inaccettabile considerando che le motivazioni addotte sono di tipo ambientale” dichiara il presidente Baumgartner. “Chiediamo alla Commissione Ue – afferma – che affronti il divieto di transito attraverso il Brennero, deferendo l’Austria alla corte di Giustizia per gravi violazioni del principio della libera circolazione delle merci”.
Ansa/Trentino A.A. – 16/01/2020
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Lavori urgenti da fare, per Legambiente anche in provincia di Rovigo
L’elettrificazione e potenziamento della linea ferroviaria Verona-Rovigo tra le priorità del Veneto per Legambiente, ma ce ne sono ben 11 di questioni aperte
Sono 11 le opere pubbliche prioritarie individuate per il Veneto dal dossier nazionale di Legambiente “Green New Deal italiano – 170 opere prioritarie per il Paese” e pubblicato ieri.
Tutte opere che secondo Legambiente farebbero aprire cantieri e rilanciare investimenti e occupazione. Alla faccia delle polemiche sull’ambientalismo “del no”, l’associazione ha realizzato un elenco nazionale certosino, suddiviso per Regione e per tipologia di intervento. Per il Veneto si va dalla messa in sicurezza alla bonifica; dai trasporti alle infrastrutture – di opere grandi, medie o piccole che consentirebbero a cittadini di vivere meglio. I criteri adoperati per la loro selezione sono, infatti, quelli dell’utilità per i cittadini e i territori, del miglioramento della sicurezza, idrogeologica e sanitaria, dell’innovazione nel sistema della mobilità, di un minore consumo delle risorse naturali e di materia, della transizione energetica.
Il dossier individua 11 questioni regionali che l’associazione ritiene prioritarie per questioni di salute pubblica o da troppo tempo in attesa di essere avviate e completate. Un elenco che Legambiente sa già di dover integrare – basti pensare a molti interventi post tempesta Vaia ancora da realizzare – ed al quale rischiano di sommarsi nuove emergenze, vista la crisi climatica in corso.
“Questioni regionali che riguardano milioni di veneti in attesa di risposte concrete e non solo di dichiarazioni di buone intenzioni – commenta Luigi Lazzaro, presidente di Legambiente Veneto -. Basti pensare che dagli interventi nelle province di Verona, Vicenza e Padova inquinate dai Pfas (acidi perfluoroacrilici) alla messa in sicurezza del veneto centrale dal rischio idrogeologico con il completamento dell’idrovia Padova-Venezia, per citare solo due tra le priorità regionali che abbiamo segnalato, è in gioco la salute la sicurezza e la qualità della vita di almeno un milione di persone”.
Nell’elenco quindi appaiono la bonifica delle falde delle province di Vicenza, Padova e Verona dai Pfas -con opere per bloccarne la dispersione e per garantire l’acqua potabile – il completamento della ‘grande incompiuta’ Idrovia Padova-Venezia, e la conclusione di quel quarto degli interventi ritenuti urgenti nel 2010 per la mitigazione del rischio idrogeologico, che a distanza di dieci anni sono ancora da cantierare.
Naturalmente c’è la chimera della bonifica di Porto Marghera, dove solo una conclusione dei lavori che non perda di vista il principio per il quale non può esserci bonifica in un sito di tale portata senza un progetto futuro di investimento e di riconversione – potrebbe finalmente dare un senso alla enorme quantità di denaro già investito mettendo la parola fine su uno dei siti inquinati più grandi d’Italia. Risulta urgente anche il disinquinamento del bacino scolante del fiume Fratta-Gorzone, criticità che secondo la regione sarebbe stata risolta entro il 2015 ma che ad oggi persiste, con una presenza di inquinanti nei sedimenti di tutta l’asta del fiume che in molti casi supera di gran lunga quanto previsto dalla legge per i terreni industriali.
E poi le opere infrastrutturali di mobilità collettiva e nuova: urgente per Legambiente il ripristino del servizio metropolitano di superficie regionale e i collegamenti con gli aeroporti veneti. Un progetto drammaticamente abbandonato dopo oltre un decennio di investimenti di denari pubblici ma che rimane però indispensabile dare il via a una mobilità moderna per la grande area urbana Padova-Venezia-Treviso sempre più soffocata da traffico e smog, il cui costo di realizzazione, tra servizi e infrastrutture da adeguare, si attesta su circa 440 mln di euro. Opere infrastrutturali, ma anche investimenti sul servizio per rendere più appetibile un’offerta a oggi ancora molto carente su diverse tratte e con numeri di utenza irrisori rispetto al bacino potenziale. Altra Infrastrutturazione da cantierare subito, l’elettrificazione e potenziamento della linea ferroviaria Verona-Rovigo, gestita direttamente dalla Regione Veneto e ormai riconosciuta come una tra le peggiori 10 linee ferroviarie d’Italia: 96,6 km di strada ferrata che collegano Verona e Rovigo che versano in condizioni disastrose rispetto a un bacino di utenza potenziale di 430 mila persone. E poi il il treno delle Dolomiti: un’opera necessaria far uscire il territorio montano dall’isolamento trasportistico e anche per frenare lo spopolamento dei territori montani che tanto avrebbero bisogno di un degno collegamento di trasporto pubblico tra Venezia e Cortina.
Infine due opere esempio di quella mobilità nuova e sostenibile che nonostante le belle intenzioni, le presentazioni di progetti che si rincorrono e i tagli inaugurali di nastro, sono ancora ben lontana dall’essere realizzate: la ciclabile Treviso-Ostiglia di cui ad oggi (al 2005) sono stati realizzati circa 70 dei 118 chilometri del percorso, e la ciclovia VenTo lungo il Fiume Po da Torino a Venezia, una dorsale cicloturistica che corre per oltre 700 km lungo gli argini del fiume Po e che potrebbe generare nuova occupazione per nuove economie diffuse, sostenibili e durature.
Le 11 opere selezionate da Legambiente sono molto diverse tra di loro per consistenza e per impegno finanziario, ma tutte sono bloccate o procedono a rilento e raccontano purtroppo un Veneto, come il resto d’Italia, fatto di inadempienze, rimpalli e contenziosi, cattiva progettazione, piani finanziari incerti, progetti troppo ambiziosi di project financing, lievitazioni dei costi, disattenzione e perdita di finanziamenti da parte della pubblica amministrazione locale e commissariamenti straordinari.
“Queste 11 opere costituiscono un esempio – conclude Lazzaro – di interventi che andrebbero messi in atto su tutto il territorio per risolvere, con una necessaria programmazione, i tanti problemi ambientali inaspriti negli anni e dare un senso di marcia allo sviluppo della nostra regione, bella ma fragile. Serve scegliere le priorità e con questo primo elenco vogliamo contribuire al dibattito pubblico e politico per aumentare la qualità della vita, recuperare ritardi nelle infrastrutture e produrre un salto deciso nella modernità in coerenza con la lotta ai cambiamenti climatici”
Il dossier Legambiente con le schede di tutte le 170 opere prioritarie per il Paese e il comunicato stampa nazionale.
RovigoOggi.it – 16/01/2020
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Filt Cgil, per il rilancio del porto di Venezia il governo rispetti gli impegni sul protocollo fanghi
Colombo: «tutto pronto per i dragaggi, ma nulla si muove»
Filt Cgil sollecita il governo il governo a rispettare gli impegni sul protocollo fanghi per consentire il rilancio del porto di Venezia. «Siamo – denuncia il segretario nazionale dell’organizzazione sindacale, Natale Colombo – ancora fermi alle promesse, mentre i grandi competitors lasciano il porto». La situazione – spiega – «continua ad essere paradossale: da mesi – sottolinea Colombo – è tutto pronto per i dragaggi ma nulla si muove».
«L’imperativo – prosegue il dirigente nazionale della Filt Cgil – è che bisogna assolutamente accelerare la firma del Protocollo fanghi e contemporaneamente lavorare per il Piano morfologico della laguna tenendo nel giusto equilibrio ambiente e lavoro. Un combinato disposto imprescindibile a cui restano aggrappate le speranze di mantenere vivo il porto».
«Bisogna – chiede Colombo – rapidamente tornare al pescaggio di 11,50 metri per garantire la ripresa ed il consolidamento, nonché la crescita dei traffici lagunari sui quali si regge fortemente l’economia, non solo del territorio, ma dell’intero paese. Per il lavoro la navigabilità della laguna è un obiettivo irrinunciabile e per questo siamo al fianco della nostra struttura territoriale, dei lavoratori, delle imprese e dell’Autorità di Sistema Portuale».
«Il governo, quindi – conclude Colombo – ancora una volta è messo alla prova, con la speranza che riesca a dare fattibilità alle promesse ed agli impegni affinché Venezia possa mantenere la sua spiccata vocazione commerciale e non venga tagliata fuori dai grandi traffici internazionali».
InforMare – 16/01/2020
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Turismo: austriaci spendono 2 miliardi di euro in Italia
I turisti austriaci continuano ad amare l’Italia. Secondo dati Enit lo scorso anno hanno speso 2 miliardi di euro durante i loro soggiorni sulla penisola. Gli austriaci restano affezionati alle mete turistiche in Veneto, Friuli Venezia Giulia e Trentino Alto Adige.
Grazie ai nuovi collegamenti aerei da Vienna verso Napoli, Bari e Catania – secondo Enit – il sud dell’Italia registra un aumento di turisti austriaci.
Ansa/Trentino A.A – 15/01/2020
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