Verona, il bando per il tunnel va deserto. Si incaglia la Tav veneta

24 Ottobre 2019

Nessuna offerta per realizzare la galleria di Lonato. Miller: «Cantiere impegnativo».

di Lillo Aldegheri

È andata deserta la gara per costruire la grande galleria di Lonato per i supertreni ad alta velocità. L’opera è tra le più costose e complesse di quelle previste sulla tratta Tav tra Brescia e il Veneto. Il bando di gara, per 205 milioni di euro, era stato indetto nel luglio scorso dal Consorzio per l’Alta Velocità Cepav 2 ma si è chiuso sabato scorso senza offerte ed è andato deserto. Proprio per la complessità dell’opera da realizzare, il Consorzio aveva già deciso una proroga della scadenza del bando, che inizialmente doveva chiudersi il 4 ottobre ed era stato prolungato fino al 19: ma anche questa mossa non è stata sufficiente per trovare un’impresa disposta a intervenire. L’apertura del cantiere era stata prevista per i primi mesi del prossimo anno ma adesso occorrerà rifare il bando di gara, con un prolungamento dei tempi previsto di circa un semestre, rispetto ai tre anni considerati necessari per completare la tratta.

Il traforo di Lonato

Il traforo di Lonato dovrebbe essere realizzato con una «doppia canna», una per ciascun senso di marcia, con un diametro di una trentina di metri. Proprio per costruire quel tunnel, Cepav 2 ha già commissionato in Cina (dalla China Railway) una grande fresa dal diametro di 10 metri, lunga 155 metri e pesante 1.800 tonnellate. La galleria dovrebbe costituire il primo lotto della tratta Brescia-Verona, per una lunghezza di 7 chilometri e 731 metri, 5 dei quali scavati nel sottosuolo, gli altri 2,7 come imbocchi. La notizia della gara andata deserta è stata subito commentata dai No-Tav veronesi, a nome dei quali Daniele Nottegar spiega che «questo dimostra che i costi dell’infrastruttura sono sottostimati. A maggior ragione – afferma Nottegar – questo conferma l’analisi costi-benefici negativa e rende praticamente irrisorie, al confronto coi costi finali complessivi, le possibili penali da pagare per rinunciare a quest’opera».

Confindustria

Esprime invece preoccupazione Franco Miller, responsabile del settore infrastrutture di Confindustria Veneto. «Il problema – spiega – è legato al fatto che il Consorzio Cepav 2, al cui interno operano diverse importanti imprese come Maltauro, Pizzarotti e altre, è comunque obbligato a subappaltare ben il 70% dei lavori ad altre imprese, con apposite gare europee. Un obbligo – sottolinea Miller – che oltre ad allungare (e non di poco) i tempi di realizzazione, produce anche il rischio che non si trovi un’impresa in grado di costruire quanto viene richiesto, soprattutto se il lavoro è davvero impegnativo come in questo caso». Miller sottolinea come la «talpa» per realizzare il tunnel fosse già stata commissionata a un’azienda cinese, che la dovrebbe far arrivare in Italia all’inizio del prossimo anno. Che fare, allora, di fronte a questo intoppo? «Quando erano stati assegnati i lavori per la tratta tra Brescia e Venezia – ricorda l’esponente di Confindustria – avevo parlato di questo tema con l’assessore regionale alle Infrastrutture Elisa De Berti, che aveva concordato con me sull’esistenza del problema, che è serio, e avevo ipotizzato anche la nomina di un commissario straordinario proprio per questo tratto della Tav. Questa – conclude Miller – sarebbe una scelta che potrebbe velocizzare i cantieri, perché la questione è davvero seria e andrebbe seriamente affrontata».

La collocazione geografica

La galleria si trova peraltro in territorio lombardo e la Regione Veneto non ha quindi il potere di intervenire rispetto alle scelte generali fatte a livello nazionale. La galleria che nessuno sembra voler realizzare costituirebbe la parte iniziale della tratta verso il Veneto: i convogli provenienti da Brescia, una volta usciti dal tunnel, dovrebbero proseguire la loro corsa affiancando la linea ferroviaria oggi esistente, per proseguire poi nel comune di Sommacampagna (Verona) e in quella zona passare al di sotto dei binari attuali, trasferendosi sul lato nord in località Messedaglia, a Lugagnano. Da lì, i supertreni dovrebbero entrare nel territorio del comune di Verona per poi biforcarsi da una parte verso la stazione di Verona-Porta Nuova (proseguendo poi verso Vicenza) e dall’altra verso il Brennero.

Corriere del Veneto/Economia – 24/10/2019

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Anas, #bastabuche: 1,3 miliardi di euro per strade, ponti e viadotti

Con un volume di 1,3 miliardi di euro, si apre il secondo semestre delle gare di appalto Anas (Gruppo FS Italiane). L’azienda ha pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale un bando per lavori di risanamento della pavimentazione dal valore complessivo di 520 milioni di euro che nell’ambito del piano #bastabuche si uniscono ai 380 milioni, pubblicati lo scorso giugno. Inoltre, entro il prossimo mese di novembre, andrà in Gazzetta Ufficiale un bando di gara per interventi di manutenzione su ponti e viadotti dal valore di 380 milioni di euro. da oltre 1,3 miliardi

“Anas – ha dichiarato l’Amministratore Delegato Massimo Simonini – sta lavorando a pieno regime per attivare nuovi cantieri sul territorio nazionale sia per contribuire al rilancio del settore sia per rendere più competitivo il nostro Paese con infrastrutture sicure, moderne ed efficienti. Con questo nuovo bando da 520 milioni di euro per nuova pavimentazione stradale il Piano #bastabuche, avviato nel dicembre del 2015, arriva alla VII tranche con un investimento complessivo di oltre 2 miliardi di euro su tutta la nostra rete”.

Anas ha sottoposto i 30.000 chilometri di strade e autostrade in gestione a una cura di manutenzione e la nuova tranche del Piano #bastabuche consentirà di eseguire interventi di pavimentazione e rifacimento della segnaletica orizzontale anche sui 3.000 km di strade rientrate dalle Regioni e dalle Province che, dopo anni di abbandono, potranno innalzare notevolmente i loro livelli di servizio, sicurezza e qualità.

Il bando per interventi di nuova pavimentazione da 520 milioni di euro, uscito nei giorni scorsi in Gazzetta, è suddiviso in 20 lotti per tutto il territorio nazionale.
Gli appalti, di durata quadriennale, saranno attivati mediante Accordo Quadro che garantisce la possibilità di avviare i lavori con tempestività.

Trasporti-Italia.com – 24/10/2019

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Lo scorso anno il trasporto delle merci sulle strade austriache è ammontato a 574,0 milioni di tonnellate (+3,1%)

Oltre i due terzi dei carichi sono stati trasportati da veicoli immatricolati in Austria

Lo scorso anno il traffico delle merci sulle strade austriache è ammontato a 574,0 milioni di tonnellate, con un incremento del +3,1% rispetto a 557,0 milioni di tonnellate nel 2017. L’Istituto Federale di Statistica dell’Austria ha reso noto oggi che, del totale trasportato nel 2018 dai servizi di autotrasporto sul territorio austriaco, il traffico nazionale è risultato di 377,0 milioni di tonnellate (+2,6%), il traffico di importazione è stato pari a 66,5 milioni di tonnellate (+4,0%), quello di esportazione a 57,2 milioni di tonnellate (+5,0%) e il traffico di transito è ammontato a 73,3 milioni di tonnellate (+3,3%).

Lo scorso anno le prestazioni dei servizi di autotrasporto hanno totalizzato complessivamente 51,9 miliardi di tonnellate-chilometro (+4,5%), di cui 17,8 miliardi relativi ai trasporti nazionali (+1,7%), 8,6 miliardi a quelli di importazione (+7,1%), 7,5 miliardi ai trasporti in esportazione (+6,2%) e 17,9 miliardi di tonnellate-chilometro ai trasporti in transito (+5,3%).

Inoltre l’istituto federale ha specificato che oltre i due terzi del volume totale di merci (il 67,9%) è stato trasportato da veicoli immatricolati in Austria, che hanno movimentato 389,5 milioni di tonnellate, e ha specificato che – se i trasporti nazionali sono stati effettuati principalmente da mezzi austriaci (367,6 milioni di tonnellate, pari al 97,5% del totale) – la percentuale di veicoli austriaci è stata pari solo al 15,6% relativamente ai trasporti in importazione (10,3 milioni di tonnellate) e al 18,6% dei trasporti in esportazione (10,6 milioni di tonnellate). Inoltre i camion austriaci hanno contribuito solo marginalmente ai trasporti di transito avendo trasportato 1,0 milioni di tonnellate (l’1,3% del totale).

In termini di prestazioni di trasporto, nel 2018 i veicoli immatricolati in Austria hanno totalizzato 18,6 miliardi di tonnellate-chilometro che rappresenta il 35,8% del totale, percentuale nettamente inferiore a quella dei volumi trasportati in quanto – in particolare nel traffico di transito – i veicoli esteri effettuano viaggi più lunghi (dei 18,0 miliardi di tonnellate-chilometro nel traffico di transito, che rappresenta oltre un terzo delle prestazioni di trasporto totali, il 99,4% è stato realizzato da veicoli esteri).

Relativamente al traffico con l’Italia, nel 2018 le importazioni in Austria sono ammontate ad oltre 7,1 milioni di tonnellate per 999,0 milioni di tonnellate-chilometro e le esportazioni verso l’Italia si sono attestate a quasi 9,0 milioni di tonnellate per 1,25 miliardi di tonnellate-chilometro.

InforMare – 24/10/2019

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Autostrada Brennero: nasce un centro di controllo per i camion che entrano in Italia

23 Ottobre 2019

Sorgerà alla barriera del Brennero a partire dalla prossima primavera, un centro di controllo per i mezzi pesanti. Lo hanno annunciato i vertici di Autostrada del Brennero SpA, nel corso di un incontro tenutosi con i Dirigenti della Polizia Stradale.

La stazione sarà attiva 24 ore su 24 dedicata ai mezzi in ingresso in Italia alla quale saranno indirizzati i veicoli ritenuti da verificare da un “occhio” elettronico posto qualche chilometro più a nord.

L’iniziativa è stata accolta positivamente da Confartigianato Imprese Verona, “sulla scia delle reiterate richieste che la categoria, a livello nazionale, rivolge da anni ai vari governi, per la tutela dell’autotrasporto italiano dalla concorrenza sleale dei vettori stranieri”, spiega l’associazione.

“La perdurante mancanza di certezze – afferma Paolo Brandellero, Presidente di Confartigianato Trasporto Merci Verona – che continua ad arrivare dall’attuale governo su alcuni provvedimenti necessari per la competitività delle imprese ed il contrasto alla concorrenza sleale ed al dumping sociale operato dai vettori stranieri, è uno dei punti che stanno alimentando il malcontento della categoria. Tant’è che Unatras, il coordinamento nazionale delle associazioni di rappresentanza dell’Autotrasporto, ha convocato nelle prossime settimane i propri organi esecutivi per assumere le decisioni conseguenti a questa assenza di risposte”.

“Apprezziamo che Autostrada del Brennero, assieme alla Polizia Stradale, abbia annunciato questa iniziativa concreta in tema di controlli – continua Brandellero –, che auspichiamo possa contribuire all’individuazione di quei furbi chi si fanno beffa delle regole italiane, sulle spalle degli operatori nazionali. La concorrenza sleale dei vettori stranieri, secondo l’Ufficio Studi di Confartigianato, ha fatto precipitare al 20,2% la quota di mercato degli autotrasportatori italiani nel trasporto internazionale delle merci, potendo garantire costi inferiori a fronte di una pericolosa sfida alle regole in tema di sicurezza, lavoro, contratti e legalità”.

La stazione di controllo in ingresso al Brennero, per la quale la gara di appalto è già in fase di aggiudicazione e che in primavera vedrà l’inizio dei lavori, “sarà un centro – si legge nel comunicato dell’A22 – dotato di tutti gli strumenti (pese, sistema di controllo di assetto e frenata, sistema di controllo dei fumi, fossa di ispezione, ecc.) in grado di garantire un controllo a 360 gradi dei mezzi pesanti in ingresso in Italia. Sarà operativo 24 ore su 24 e in grado di preselezionare ogni targa già segnalata alle Autorità, così come ogni peso anomalo. Si tratta di un’iniziativa di livello europeo. Dal costante confronto con le Forze dell’Ordine è emersa l’opportunità di fare un salto di qualità sul fronte della sicurezza. Di qui l’idea della stazione di controllo che, preceduta da un modulo di preselezione, sarà in grado di fare uno screening completo del mezzo, quasi fosse un bagaglio destinato ad essere imbarcato su un aereo”.

Trasporti-Italia.com – 23/10/2019

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Trasporti eccezionali, Anas stila nuove regole per il preavviso di transito

L’ANAS ha modificato le procedure di preavviso di transito per i trasporti eccezionali con massa superiore ai limiti stabiliti dall’art.62 per le imprese dotate di autorizzazioni periodiche, con la nota 582505 del 17/10/2019 che modifica la precedente n. 380848 del 1/7/2019.

Autorizzazioni singole e multiple:

Comunicazione del preavviso di transito: il titolare dell’autorizzazione almeno 48 ore prima dell’inizio di ciascun viaggio deve provvedere obbligatoriamente all’invio del preavviso di transito tramite il portale ANAS TEWEB; la ricevuta del preavviso di transito costituisce parte integrante dell’autorizzazione; per i viaggi da effettuarsi nelle 48 ore immediatamente successive al rilascio dell’autorizzazione, il preavviso deve essere effettuato con congruo anticipo.

Autorizzazione del viaggio: il conducente o il capo scorta, obbligatoriamente attraverso TEWEB APP, sono tenuti ad effettuare l’annotazione della data ed ora di inizio e fine viaggio. Dopo l’avvio del viaggio, il dispositivo deve rimanere attivo a bordo del veicolo che effettua il trasporto eccezionale o di uno dei veicoli di scorta. Se si riscontrano problemi con la App è possibile telefonare al numero verde ANAS (800.841.148). L’operatore ANAS procederà all’annotazione del viaggio.

Per quanto concerne le autorizzazioni periodiche con massa superiore ai limiti dell’art.62 Cds: la comunicazione del preavviso di transito va effettuata prima dell’inizio di ciascun viaggio tramite il portale TEWEB e la ricevuta del preavviso di transito costituisce parte integrante dell’autorizzazione. La comunicazione annotazione di data e ora inizio e fine viaggio prevede le medesime disposizioni delle autorizzazioni singole o multiple.

La presente prescrizione non si applica alle seguenti categorie di veicoli e trasporti:

– mezzi d’opera con masse di cui all’art.10, comma 8 Cds (inferiori a 60 ton), per trasporti dell’attività edilizia, stradale, escavazione mineraria;

– veicoli ad uso speciale e macchine operatrici con massa non superiore a 60 ton;

– trasporti di blocchi di pietre naturali, di elementi prefabbricati compositi, apparecchiature industriali complesse per l’edilizia, di prodotti siderurgici coils e laminati grezzi, se la massa autorizzata non è superiore a 60 ton (art.10, comma 2 lett.b);

– trasporti di macchine operatrici da cantiere se la massa autorizzata non è superiore a 60 ton (art.13, comma 2, parte B, lett. b) – Regolamento d’esecuzione DPR 495/92).

La modifica delle Condizioni Generali è valida anche per tutte le autorizzazioni già rilasciate, per la parte residua di validità.

La dichiarazione mensile dei viaggi effettuati nel mese precedente, prevista per i titolari di autorizzazioni appartenenti alle categorie esentate dall’obbligo di preavviso e di comunicazione contestuale dei singoli viaggi – istituita con nota Anas del 1° luglio 2019 – non dovrà più essere effettuata.

Le principali novità della nota riguardano quindi:

– il mancato preavviso non corrisponde alla mancanza di autorizzazione, di conseguenza, non può essere applicata la sanzione richiamata nella nota del 1 luglio 2019 (art.10, comma 19 del Cds: sanzione amministrativa da 156 a 627 euro) ed è stato pertanto eliminato il relativo richiamo;

– in un’ottica di semplificazione, sono stati aboliti gli adempimenti a carico dei titolari di autorizzazioni periodiche che erano stati esentati dalle comunicazioni in modalità digitale, ma che dovevano trasmettere entro il 10 di ogni mese per PEC, per ogni singola autorizzazione, un report con il numero di viaggi eseguiti nel mese precedente, indicando anche i percorsi effettuati.

Trasporti-Italia.com – 23/10/2019

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I porti del Mediterraneo crescono, l’Italia frena (-2%)

Conftrasporto, persi 2 miliardi di fatturato e 7.600 posti lavoro.

I porti italiani sono il fanalino di coda del Mediterraneo, con un calo del 2% della quota di mercato, ferma a 10 milioni di Teu, l’unità di misura del container, pari a 40 metri cubi circa, mentre negli altri Paesi che si affacciano su Mare Nostrum i porti hanno guadagnato il 7%. È  quanto è emerso al 5/o Forum di Conftrasporto (Confcommercio), durante il quale è stato presentato il Rapporto Isfort. Se negli ultimi anni l’Italia fosse cresciuta come la Spagna (+5%), secondo la Confederazione dei trasportatori aderenti alla Confcommercio, si sarebbero generati “circa 7.600 posti di lavoro”, con un incremento del fatturato di “oltre 2 miliardi di euro” e “775 milioni di valore aggiunto”.

A causa delle “disconnessioni tra infrastrutture” e delle “riforme incompiute”, secondo Conftrasporto, “dal 2011 al 2018 i volumi di merce nel Canale di Suez sono aumentati del 42%, ma il sistema portuale italiano è cresciuto solo del 2%”. Sul fronte dei container, tra il 2005 e il 2017, la crescita del traffico degli scali di tutto il Mediterraneo è stata del 46%, mentre quella del sistema portuale italiano “solo della metà (23%)”.

Secondo Conftrasporto “l’Italia non coglie la crescita in atto nei mari, perché è disconnessa al suo interno e verso il resto del mondo”. In particolare “la scarsa accessibilità impedisce alle merci di raggiungere rapidamente i luoghi di destinazione e frena quel processo di intermodalità che consentirebbe, con quella dei trasporti, la ripresa economica”. A questo si aggiunge una “lentezza ormai cronica nella realizzazione di alcune riforme”.

Tra le criticità indicate da Conftrasporto, il mancato decollo delle Zes, le Zone Economiche Speciali. “Mancano ancora gli strumenti di semplificazione per attuarle – è stato detto – e le risorse stanziate sono insufficienti”. Poi c’è il dragaggio dei fondali, “indispensabile per consentire il passaggio di navi sempre più grandi, così come avviene nei principali porti europei”. Il tutto con una “emergenza climatica all’orizzonte, mentre ” tra lentezze, cantieri bloccati e progetti nel limbo, siamo il Paese delle opere incompiute, con questioni in sospeso anche all’interno degli stessi porti”. Manca poi lo sportello unico doganale, “atteso da 16 anni ” per superare le attuali “68 istanze da trasmettere a 18 amministrazioni diverse per svincolare le merci in import/export”.

Ansa/Mare – 23/10/2019

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Logistica: Pizzimenti, asse porti Ts-Ge per aggredire fondi europei

22 Ottobre 2019

“Più profonda sarà l’alleanza tra i porti di Trieste e Genova per sviluppare i traffici mondiali verso il Nord dell’Europa e verso la Via della Seta, più sarà probabile ottenere fondi comunitari con i quali ammodernare e migliorare le infrastrutture di trasporto che consentiranno una crescita di questa parte alpina dell’Europa. I presupposti tecnici ci sono tutti ed ora confidiamo in una porgettualità condivisa che ci permetta di arrivare all’obiettivo”.

Lo ha evidenziato oggi a Genova, nella sede dell’Autorità di sistema portuale del Mare Ligure Occidentale, l’assessore a Infrastrutture e Territorio del Friuli Venezia Giulia, Graziano Pizzimenti, partecipando al convegno delle Regioni che fanno parte di Eusalp, strategia messa a punto dall’Unione europea che interessa una macro area alpina costituita da 48 Regioni appartenenti a 5 Stati dell’Ue (Austria, Francia, Germania, Italia e Slovenia) e 2 Stati non UE (Svizzera e Liechtenstein), per un totale di circa 80 milioni di persone.

L’incontro, aperto dall’assessore allo Sviluppo economico della Liguria, Andrea Benvenudi, alla presenza del vicepresidente del Piemonte, Fabio Carosso, si è focalizzato sulla possibilità di considerare Eusalp come un’unica area logistica, integrando ed implementando i piani già esistenti dei vari territori. Alla tavola rotonda, alla quale, oltre a Pizzimenti, hanno partecipato anche il collega della Valle d’Aosta, Luigi Bertschy, e il rappresentante dell’Anci Liguria, Pier Luigi Vinai, l’assessore Fvg ha posto in evidenza il fatto che i porti di Trieste e Genova hanno tra di loro un fattore comune che li differenzia dagli altri e che diventa un elemento di vantaggio competitivo per l’area alpina dell’Europa.

“Sia il nostro porto sia quello del capoluogo ligure – ha detto Pizzimenti – possono contare su una profondità di 18 metri che permette gli attracchi delle navi di qualsiasi stazza. Lavorando su questa caratteristica comune, si viene a creare una sinergia di rilevante importanza per il nostro Paese, diventando attrattivi per i traffici provenienti dal raddoppio del canale di Suez. Così – ha proseguito – non si crea concorrenza ma integrazione per lo sviluppo dell’attività nell’asse verso Nordovest-Nordest dell’Europa e in direzione della Via della Seta. Non era così scontato – ha sottolineato l’assessore – che Genova e Trieste entrassero in maniera così determinata in Eusalp; da tutti i componenti della macroregione è stata colta però l’importanza che questi due porti hanno per l’economia dell’area”.

Pizzimenti si è poi soffermato sulla necessità di espandere gli spazi per stoccare i grandi quantitativi di merci provenienti dai traffici mondiali che transitano attraverso l’Italia. “Ciò può essere fatto – ha affermato – attraverso il sistema degli interporti. La Liguria si sta rivolgendo al Piemonte e noi stiamo invece lavorando con il sistema degli interporti di Fernetti, Monfalcone, Cervignano e Pordenone. Tutto questo può avvenire se c’è un efficiente sistema di trasporti ferroviari che supporta lo spostamento delle merci. Come è emerso chiaramente nel corso dell’incontro, questo è uno dei temi sui quali dobbiamo ancora lavorare molto”.

“Aldilà delle occasioni di confronto e di dialogo – ha concluso Pizzimenti – è necessario arrivare a un documento di sintesi il più condiviso possibile da tutti i componenti di Eusalp. Solo così potremo ottenere dall’Unione europea i fondi strutturali con i quali intervenire nei singoli territori per ammodernare il sistema infrastrutturale, creando così una rete alpina fortemente competitiva e di raccordo con il Nord Europa e il Far East”.

Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia/Rassegna stampa – 22/10/2019

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Nel 2025 il 70% delle auto circolanti in Europa sarà connesso

Entro il 2025 circa il 70% del parco circolante di auto sulle strade europee sarà connesso. Si tratta di una quota cinque volte più elevata di quella stimata a fine 2016 (13,9%) e in netta crescita anche rispetto alla quota stimata per il 2019 (41%). Lo rivela un’elaborazione dell’Osservatorio Autopromotec sulla base di informazioni Roland Berge.

Vetture dotate di strumenti telematici che, grazie alle connessioni internet e ai dispositivi mobili, sono in grado di connettere l’auto con il mondo esterno (con le infrastrutture stradali, con altri veicoli, con altri dispositivi).

La progressiva penetrazione delle auto connesse sul mercato europeo sarà trainata in particolare dalla crescita della quota delle auto nativamente connesse, cioè da vetture immesse sul mercato già dotate di sistemi di connettività integrati a bordo. Un’importante crescita sarà fatta registrare anche dalle auto connesse tramite soluzioni di retrofit, ovvero da vetture che sono in grado di connettersi in rete grazie all’installazione di componenti avvenuta successivamente la vendita.

Le auto connesse, sottolinea l’Osservatorio Autopromotec, rappresentano un’innovazione tecnologica di grande attualità e stanno radicalmente trasformando il settore automotive. La rivoluzione delle auto connesse comporta nuove sfide di adeguamento anche per il settore dell’aftermarket automobilistico e, nello specifico, per le officine che offrono assistenza. Agli autoriparatori del futuro spetterà il compito di specializzarsi sempre più nell’interpretazione delle informazioni che arrivano dall’autovettura (dalle banche dati, dai software di diagnostica, dalle attrezzature connesse con il veicolo) e di preparasi sulle nuove tecnologie per offrire soluzioni innovative, all’avanguardia e sempre efficienti per la riparazione degli autoveicoli.

Trasporti-Italia.com – 22/10/2019

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Brennero,ritardi Tir costano 370 mln/ora

21 Ottobre 2019

Conftrasporto, 70% flussi merci Italia-Europa attraverso Alpi

Ogni ora di ritardo dei Tir attraverso il valico del Brennero, dovuta alle limitazioni volute dall’Austria, costa all’economia italiana “più di 370 milioni di euro l’anno”. E’ quanto si legge in uno studio di Conftrasporto diffuso al Forum di Cernobbio. Secondo l’Organizzazione degli autotrasportatori aderente a Confcommercio “oltre il 70% dei flussi di merci tra l’Italia e l’Europa passa per le Alpi e ogni anno l’interscambio commerciale con i Paesi dell’asse scandinavo-mediterraneo, di cui il Brennero è parte fondamentale, supera i 200 miliardi di euro”. Infine, l’84% dell’interscambio di merci con l’Europa a 28 avviene su gomma.

Trentino A.A. – 21/10/2019

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Viabilità: Pizzimenti, migliorare collegamenti Castions-Porpetto

La realizzazione di una variante tra i comuni di Castions di Strada e Porpetto e di una rotatoria Morsano di Strada sono i progetti discussi oggi a Castions di Strada (Udine) in un incontro tra l’assessore regionale a Infrastrutture e Territorio, Graziano Pizzimenti, il sindaco e il vicesindaco di Castions, Ivan Petrucco e Ivan Valvason, il sindaco di Porpetto, Andrea Dri, e il consigliere regionale Alberto Budai.

Al centro del confronto la necessità di alleggerire il traffico pesante che coinvolge i tre comuni e incrementare il livello di sicurezza stradale per i residenti, tenuto in considerazione l’intero assetto della viabilità della zona e, in generale, del Palmarino.

Oltre a un’analisi del quadro viario complessivo, sono stati discussi in particolare, il progetto di variante stradale tra Castions e Porpetto e la rotonda di Morsano di Strada, lavori improntati principalmente ad aumentare la sicurezza della viabilità nelle zone interessate, al fine di limitare al massimo gli incidenti stradali e di eliminare eventuali disagi ai residenti causati dall’elevato numero di veicoli in transito e dalla circolazione di automezzi pesanti.

“Dal confronto con gli amministratori locali presenti alla riunione – ha commentato Pizzimenti – ritengo attuabili le soluzioni proposte, per modalità e tempistiche, a seguito della conclusione dei lavori per il completamento della terza corsia, tenendo presente la situazione attuale e le previsioni prospettate per la nuova pianificazione del sistema viario nella zona in questione”.

Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia/Rassegna stampa – 21/10/2019

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