“Governo? La Zes resta una priorità”

22 Agosto 2019

“Parleremo anche con i nuovi interlocutori”. I progetti in corsa sono del Veneto e della Toscana.

Zes e autonomia regionale sono i due grandi punti di domanda che si aprono per il Veneto e per il Polesine con la crisi di governo che ha portato alla caduta dell’esecutivo Lega-5Stelle. Due interrogativi che non erano ancora risolti e che per mesi sono rimasti al livello di annunci e promesse. Ed ora che ancora non è stato chiarito se la strada sarà quella del voto anticipato o di un governo Pd-5Stelle? I dossier restano sul tavolo, e chiedono urgenza di risposte.

“Per noi – dice Vincenzo Marinese, presidente di Confindustria Venezia-Rovigo – la richiesta non cambia. Chiediamo al governo di istituire l’area Zes per Marghera e per i 16 Comuni polesani, perché è da questa via che passa il rilancio dello sviluppo industriale e occupazionale”.

Marinese spiega che “il programma prevedeva che l’istituzione delle Zes per il centro nord sarebbe stata definita nella prossima legge di bilancio. E, al di là del tipo di governo, una legge di bilancio, entro il prossimo dicembre deve essere fatta per forza. Per questo noi crediamo e chiediamo che il progetto Zes non si fermi. E per questo continueremo a sostenere le ragioni del territorio. Ora non resta di vedere cosa succederà a livello di governo, anche per capire quali saranno i nuovi interlocutori con cui confrontarci, ma l’obiettivo rimane lo stesso”.

Nei mesi scorsi il progetto per la Zes in Polesine e a Marghera era stato stoppato dal ministro per il Sud, la grillina Barbara Lezzi, rimandando tutto alla legge di bilancio con la prescrizione di approntare un progetto complessivo per il centro nord. Una pianificazione alla quale si sono dedicati i tecnici di Confindustria nazionale e del ministero dello Sviluppo economico. Un progetto che pare descrivere che i territori che chiedono la Zes sono quelli del Veneto (per l’area Marghera-Polesine) e della Toscana (per le aree di Piombino e Livorno). Ecco allora che la rivendicazione di Confindustria e dell’intero territorio veneto e Polesano (in più occasioni hanno sottolineato la necessità della Zes tutti i sindaci della provincia di Rovigo) ripartirà con decisione appena sarà insediato il nuovo governo, che sia nel giro di qualche settimana, o che sia dopo eventuali elezioni anticipate. Perché in ogni caso una manovra finanziaria deve essere messa nero su bianco entro i prossimi mesi.

Intanto il contatore, sul sito web di Confindustria, che evidenzia quanti giorni mancano allo scadere del termine per istituire la Zes, continua a procedere. Ieri segnava che mancavano 131 giorni. Questo il tempo che resta per non far sfumare l’occasione della svolta per il territorio.

Sulla stessa lunghezza d’onda d Marinese è Leonardo Raito, sindaco dem di Polesella: “Sosterrò sempre il percorso della Zes sperando che ci sia qualche disponibilità in più al dialogo da parte di eventuali nuovi governanti”.

La Voce Nuova di Rovigo – 22/08/2019

© Riproduzione riservata

Kompatscher approva lo stop del Tirolo al gasolio low cost per i tir

21 Agosto 2019

Il presidente altoatesino: “Molti autotrasportatori scelgono il Brennero per rifornirsi risparmiando lungo la valle dell’Inn”. Il divieto di accedere ai distributori a basso costo “rende concorrenziale il trasporto delle merci su rotaia”

Il presidente Kompatscher appoggia la proposta di Günther Patter di impedire ai tir di accedere ai distributori a basso costo lungo la valle dell’Inn in Tirolo. «Molti autotrasportatori scelgono deliberatamente di transitare lungo l’asse del Brennero per oltrepassare le Alpi, perché in questo modo risparmiano molto sul prezzo del gasolio. Ecco perché appoggio pienamente il mio collega Günther Platter nella sua proposta di impedire ai tir di accedere alle stazioni di rifornimento a basso costo lungo l’autostrada nella valle dell’Inn».

Lo afferma il presidente Arno Kompatscher, commentando l’annuncio effettuato dal collega tirolese. Secondo il Landeshauptmann è importante che Alto Adige, Trentino e Tirolo europea continuino a lavorare fianco a fianco nell’ambito dell’Euregio per contrastare il traffico «deviato» sull’asse del Brennero e ridurne le ricadute negative per la popolazione e per l’economia locale.

Secondo Kompatscher, quindi, tra le varie misure, «è importante ostacolare l’accesso al carburante a buon prezzo per i camion lungo il corridoio del Brennero, rendendo quindi concorrenziale il trasporto delle merci su rotaia», si legge in una nota della Provincia.

Trentino – 21/08/2019

© Riproduzione riservata

Autovie: «La Alto Adriatico prosegue il suo iter per concessioni»

La NewCo che prederà il posto di Autovie Venete nella gestione della rete autostradale è cosa fatta ormai e dunque eventuali cambi al vertice di Governo e Ministeri, non comporteranno problemi di sorta. Qualche rallentamento nell’iter che porterà alla piena operatività della Società potrà verificarsi, ma nulla più.

La NewCo Società Autostrade Alto Adriatico, realtà che prederà il posto di Autovie Venete nella gestione della rete autostradale è cosa fatta ormai e dunque eventuali cambi al vertice di Governo e Ministeri, non comporteranno problemi di sorta. Qualche rallentamento nell’iter che porterà alla piena operatività della Società potrà verificarsi, ma nulla più. Dopo l’approvazione da parte del Cipe (alla fine di luglio) dell’accordo di cooperazione riguardante le tratte autostradali A4 Venezia Trieste, A23 Palmanova Udine A28 Portogruaro Conegliano, A57 Tangenziale di Mestre per la quota parte e A34 Villesse Gorizia (ex Autovie Venete), dovrebbe essere in dirittura d’arrivo la registrazione della delibera alla Corte dei Conti. Lo step successivo prevede l’emanazione di altri due decreti interministeriali (Ministero Trasporti e Ministero Finanze). Il primo dovrà approvare l’accordo di cooperazione – che ha tra i suoi allegati anche il piano economico e finanziario – ed essere registrato alla Corte dei conti, il secondo, invece, riguarda l’atto aggiuntivo con cui Autovie Venete dovrà regolare il periodo compreso fra il 2013 e il 2017, anno in cui è scaduta la concessione (il 31 marzo) e quello transitorio che va dalla data di scadenza della concessione al subentro della Società Autostrade Alto Adriatico. In caso di crisi di governo è facile ipotizzare che tutto l’iter procedurale potrebbe subire dei rallentamenti.

Il Piccolo – 21/08/2019

© Riproduzione riservata

Pizzarotti: lavori su Napoli-Bari e restyling del Marco Polo di Venezia

L’aggiudicazione in Veneto è relativa all’ampliamento terminal passeggeri Lotto 2A e ristrutturazione del terminal esistente dell’aeroporto di Venezia per conto della Save, per un importo di 247,3 milioni. I lavori impegneranno l’impresa per quattro anni e arrivano dopo molto tempo dall’ultimo intervento nel settore aeroportuale.

Il portafoglio ordini del gruppo Pizzarotti di Parma (costruzioni e grandi opere pubbliche e infrastrutturali) cresce a 6,343 miliardi di euro con due importanti acquisizioni: il restyling dell’aeroporto di Venezia e lavori sulla tratta Napoli-Bari dell’alta velocità. Lo riporta la Gazzetta di Parma. Il lotto dell’alta velocità Frasso Telesino-Telese, il cui contratto è in fase di sottoscrizione con Rfi, ha un importo di 231,4 milioni: l’aggiudicazione fa seguito a quella della Cancello-Frasso Telesino, dell’importo di 312 milioni, ottenuta alcuni mesi fa sulla stessa tratta dal medesimo raggruppamento capeggiato sempre da Pizzarotti e i cui lavori sono in corso di realizzazione.

L’altra aggiudicazione è relativa all’ampliamento terminal passeggeri Lotto 2A e ristrutturazione del terminal esistente dell’aeroporto di Venezia per conto della Save Spa, per un importo di 247,3 milioni. I lavori impegneranno l’impresa per quattro anni e arrivano dopo molto tempo dall’ultimo intervento nel settore aeroportuale. «È una soddisfazione – sottolinea Michele Pizzarotti – L’ultima grande attività è stata la parte centrale dell’aeroporto Charles De Gaulle negli anni Novanta». Nel 2018 il gruppo Pizzarotti ha realizzato ricavi per 1317,4 milioni, l’Ebitda sul fatturato è del 7,2 per cento. L’incidenza dei lavori esteri sul totale è del 49 per cento.

Il Piccolo – 21/08/2019

© Riproduzione riservata

“C’era una volta la corriera”: un film sulla storia del bus delle Dolomiti

È dedicato al trasporto pubblico, e in particolare a quello garantito da Dolomitibus nel territorio bellunese, l’ultimo documentario del regista trevigiano, Giovanni Carraro.

C’era una volta la corriera. Con i suoi autisti e i controllori, per la precisione “verificatori titoli di viaggio”. Mezzi meno confortevoli di quelli odierni, anche alla guida, con il volante a destra, le marce manuali e le ridotte. Però già a quei tempi, tra le guerre mondiali, mezzo di trasporto insostituibile, soprattutto nei territori di montagna, a servizio di anziani, studenti e lavoratori. È dedicato al trasporto pubblico, e in particolare a quello garantito da Dolomitibus nel territorio bellunese, l’ultimo documentario del regista e giornalista trevigiano, Giovanni Carraro. La proiezione in prima assoluta avverrà domenica 25 agosto alle ore 16 sulla piazza S. Giustina ad Auronzo di Cadore, durante le celebrazioni per il decimo anniversario dell’iscrizione delle Dolomiti nella lista del Patrimonio mondiale Unesco (il giorno prima, sempre sulla stessa piazza, sarà proiettato “Tre Cime di Lavaredo: la Trinità delle Dolomiti” che lo scorso anno è stato accolto con grandi favori dalla critica).

Il nuovo documentario, della durata di 15 minuti, intitolato “Dolomitibus – C’era una volta la corriera”, racconta il prezioso servizio svolto da un’azienda di trasporto che serve un territorio delicato come quello montano. È frutto di tre mesi di riprese, interviste, montaggio durante i quali Carraro ha cercato di raccontare la vita di autisti, controllori, amministratori, soci chiamati a garantire un servizio che collega paesi, contrade e borghi sparsi tra le bellissime valli delle Dolomiti patrimonio Unesco. “Abbiamo girato di notte, quando gli autisti prendono servizio per arrivare in tempo alle fermate dove studenti e lavoratori attendono l’autobus per raggiungere scuole e fabbriche. Siamo entrati nelle officine dove vengono controllati quotidianamente i mezzi che – racconta Carraro – sono particolarmente sollecitati dovendo percorrere strade di montagna, tra salite e discese, curve e tornanti, ghiaccio e neve”. Il servizio di trasporto su corriera è servito negli anni a contrastare lo spopolamento delle vallate, grazie ad un network capillare che arriva anche nelle aree più isolate. Oggi è uno strumento importante di mobilità sostenibile a servizio del turismo, sia d’estate che d’inverno.

Treviso Today – 21/08/2019

© Riproduzione riservata

«Serietà e infrastrutture. Le richieste delle imprese alla politica del caos»

20 Agosto 2019

Crisi.governo.richieste.imprese

Crociere: Msc punta su Sudafrica e porta 2 navi dal 2020

Partono da Venezia per Grand Voyage verso Africa Meridionale.

Per la stagione 2020/2021 MSC Crociere porterà per la prima volta in Sud Africa due navi di classi diverse, MSC Opera (Classe Lirica) e MSC Musica (Classe Musica). Questo “ci consentirà di soddisfare appieno la crescente domanda registrata negli ultimi anni. E’ un ulteriore segnale dell’impegno profuso dallo Compagnia per lo sviluppo di un’area in questa terra intessuta di storia, multietnica e piena di fascino” ha commentato Leonardo Massa, Country Manager MSC Crociere. Da dicembre 2020 Città del Capo Town sarà home port di MSC Opera, mentre MSC Musica, partirà da Durban. Prima di essere posizionate in Sud Africa le due navi intraprenderanno un Grand Voyage verso l’Africa meridionale, partendo entrambe da Venezia.

MSC Musica partirà il 25 ottobre 2020, mentre MSC Opera partita l’8 novembre 2020 per raggiungere rispettivamente Durban e Città del Capo. I principali scali dei due itinerari Grand Voyage includono il famoso transito attraverso il Canale di Suez, la città di Aqaba in Giordania, Port Louis, capitale di Mauritius nota per le sue contrastanti spiagge di sabbia bianca contornate da foreste pluviali e La Possession, nella vicina isola della Réunion. Le navi arriveranno sulle coste sudafricane rispettivamente il 5 dicembre 2020 a Città del Capo e il 20 novembre 2020 a Durban.

Ansa/Mare – 20/08/2019

© Riproduzione riservata

 

Approvata la linea guida del nuovo protocollo fanghi

La Giunta comunale nei giorni scorsi ha approvato i due testi inviati dal Provveditorato Interregionale per le Opere Pubbliche per il Veneto – Trentino Alto Adige – Friuli Venezia Giulia, con la “Definizione di nuove Linee Guida per la gestione dei sedimenti della Laguna di Venezia” (“Nuovo Protocollo Fanghi Lagunari”) e i nuovi “Criteri di gestione e le modalità applicative del Nuovo Protocollo Fanghi Lagunari”. Ora i documenti tornano al Provveditorato, nonché agli Uffici Legislativi dei due Ministeri competenti per la redazione del Decreto Interministeriale per la successiva firma dei relativi Ministri delle Infrastrutture e dei Trasporti e dell’Ambiente e della tutela del territorio e del mare (MIT e MATTM).

Questi documenti, frutto di numerosi tavoli tecnici tra i due ministeri competenti, Provveditorato, Regione Veneto, Città Metropolitana, Comune di Venezia e Comune di Chioggia, vanno a superare il vecchio testo “Protocollo Fanghi 1993” e forniscono una nuova classificazione dei fanghi secondo una valutazione integrata dei dati chimici ed ecotossicologici volta ad un riutilizzo ambientalmente compatibile dei sedimenti dragati all’interno della laguna stessa, secondo le nuove normative italiane ed europee che nel frattempo sono intervenute.

«L’approvazione in Giunta è un primo passo affinché si adotti il nuovo Protocollo Fanghi – commenta il vicesindaco e assessore all’ambiente Marco Veronese – a cui dovrà seguire il nuovo Piano morfologico della Laguna, assolutamente necessario sia per tutelare l’equilibrio lagunare, ma anche per dare il via all’escavo dei canali, che attendiamo da troppi anni. Ricordo che il Comune di Chioggia è competente per il 33% sul territorio lagunare e oggi vanno date risposte concrete alle attività economiche, con il rilancio del porto clodiense. Spero che la crisi di Governo si risolva presto, affinché questi provvedimenti non subiscano una ulteriore battuta d’arresto».

Chioggia News 24 – 20/08/2019

© Riproduzione riservata

Crociere: 7 mln passeggeri dai porti Ue, Italia al top

Eurostat, nel 2017 nuovo picco.Attesi 30 mln nel mondo quest’anno.

L’Italia si conferma al top tra i paesi europei nel trasporto crocieristico. Il Belpaese si classifica infatti al primo posto tra i paesi Ue da cui partono i viaggiatori delle crociere. Lo certifica Eurostat, diffondendo i dati del 2017, anno che segna un nuovo record per il numero dei crocieristi in partenza dai porti dell’Unione europea: 7 milioni di viaggiatori, di cui quasi uno su tre è salpato da un porto italiano. Al secondo posto della classifica si piazza la Spagna, seguita dalla Germania. Le statistiche Eurostat, che considerano i passeggeri con cabine e intrattenimento a bordo (esclusi invece quelli dei traghetti e delle escursioni giornaliere via nave), evidenziano una ripresa negli ultimi anni dei crocieristi nell’Ue28, dopo la frenata del 2014 (5,681 milioni): dal 2015 la crescita è stata costante fino ai 7,010 milioni del 2017, che segnano un nuovo picco dopo i 6,9 milioni del 2012, con una crescita del 16% dai valori del 2011. La gran parte dei viaggiatori in partenza (85%) si concentra in cinque paesi membri: Italia, che guida la classifica con la fetta più consistente di passeggeri (1,9 milioni, pari al 27% del totale), Spagna (1,5 milioni, 21%), Germania (1,1 milioni, 16%), Gran Bretagna (1 milione, 14%) e Belgio (0,5%, 7%). Guardando ai singoli porti, è lo scalo britannico di Southampton a registrare il maggior numero di crocieristi in partenza (832 mila), seguito da Barcellona (721 mila). Per quanto riguarda i porti italiani, quello con il maggior numero di crocieristi in partenza è Civitavecchia (369 mila), seguito da Savona (299 mila) e Napoli (170 mila). L’Italia, in particolare, segna un miglioramento rispetto al 2016 (1,841 milioni) ma resta ancora molto lontana dal picco del 2012, quando i passeggeri in partenza per una crociera raggiungevano i 2,9 milioni. In controtendenza rispetto agli altri paesi della ‘top 5’ Ue, che invece evidenziano un miglioramento rispetto a cinque anni prima. Stessa fotografia anche per i singoli porti italiani. Spicca in particolare, il calo di Genova, con 86 mila partenze nel 2017 a fronte delle 516 mila del 2012; manca invece il dato di Venezia, che tuttavia nel 2016 (540 mila passeggeri) mostrava un trend decrescente rispetto agli anni precedenti. Lo spaccato europeo è in linea con i dati raccolti a livello mondiale, che parlano di un’industria in continua crescita: nel 2018, secondo la Clia, l’associazione internazionale delle compagnie di crociera, i crocieristi sono stati 28,5 milioni nel mondo (7,17 in Europa) e quest’anno si stima arrivino a 30 milioni.

Ansa/Mare – 20/08/2019

© Riproduzione riservata

ACI Europe: nel primo semestre passeggeri a +4,3%

9 Agosto 2019

Nella prima metà dell’anno i passeggeri sugli aeroporti europei sono cresciuti del 4,3%, decisamente meno rispetto all’incremento del 6,7% riportato nello stesso periodo dell’anno scorso. Lo rivelano i dati di ACI Europe, il consiglio degli aeroporti europei, che riportano anche un incremento del 2,4% nei movimenti aerei e un calo del 3,5% per quanto riguarda il trasporto cargo. “Quest’anno la crescita del traffico passeggeri ha sicuramente rallentato rispetto all’anno precedente, ma rimane ancora abbastanza resistente, soprattutto se si considera la gamma di sfide economiche, geopolitiche e altre specifiche del settore cui ci troviamo di fronte – ha commentato Olivier Jankovec, direttore generale di ACI EUROPE  -. I movimenti degli aeromobili hanno continuato a rallentare, passando da +6,2% lo scorso dicembre a appena + 1,6% a giugno. Ciò dimostra quanto le compagnie aeree siano diventate avverse al rischio in termini di sviluppo di capacità e sviluppo della rete”.
Il mercato dell’Ue ha mantenuto una crescita costante durante il primo semestre, con un andamento del traffico passeggeri stabile tra il 4,5% e il 5% su base mensile per il periodo. Gli aeroporti di Austria, Croazia ed Estonia hanno registrato una crescita a doppia cifra pari rispettivamente a +20%, +10,5% e +10,5%, ma anche gli scali di Lussemburgo, Portogallo, Spagna, Polonia e Ungheria hanno registrato nuove performance. Dati in calo invece per Bulgaria (-2,5%) e Svezia (-4,1%).
Gli scali dei Paesi non Ue sono invece cresciuti meno (+2,9%) soprattutto a causa del calo di traffico in Turchia (-1,4%) e Islanda (-20,3%).

Trasporti-Italia.com – 09/08/2019

©  Riproduzione riservata