“Parleremo anche con i nuovi interlocutori”. I progetti in corsa sono del Veneto e della Toscana.
Zes e autonomia regionale sono i due grandi punti di domanda che si aprono per il Veneto e per il Polesine con la crisi di governo che ha portato alla caduta dell’esecutivo Lega-5Stelle. Due interrogativi che non erano ancora risolti e che per mesi sono rimasti al livello di annunci e promesse. Ed ora che ancora non è stato chiarito se la strada sarà quella del voto anticipato o di un governo Pd-5Stelle? I dossier restano sul tavolo, e chiedono urgenza di risposte.
“Per noi – dice Vincenzo Marinese, presidente di Confindustria Venezia-Rovigo – la richiesta non cambia. Chiediamo al governo di istituire l’area Zes per Marghera e per i 16 Comuni polesani, perché è da questa via che passa il rilancio dello sviluppo industriale e occupazionale”.
Marinese spiega che “il programma prevedeva che l’istituzione delle Zes per il centro nord sarebbe stata definita nella prossima legge di bilancio. E, al di là del tipo di governo, una legge di bilancio, entro il prossimo dicembre deve essere fatta per forza. Per questo noi crediamo e chiediamo che il progetto Zes non si fermi. E per questo continueremo a sostenere le ragioni del territorio. Ora non resta di vedere cosa succederà a livello di governo, anche per capire quali saranno i nuovi interlocutori con cui confrontarci, ma l’obiettivo rimane lo stesso”.
Nei mesi scorsi il progetto per la Zes in Polesine e a Marghera era stato stoppato dal ministro per il Sud, la grillina Barbara Lezzi, rimandando tutto alla legge di bilancio con la prescrizione di approntare un progetto complessivo per il centro nord. Una pianificazione alla quale si sono dedicati i tecnici di Confindustria nazionale e del ministero dello Sviluppo economico. Un progetto che pare descrivere che i territori che chiedono la Zes sono quelli del Veneto (per l’area Marghera-Polesine) e della Toscana (per le aree di Piombino e Livorno). Ecco allora che la rivendicazione di Confindustria e dell’intero territorio veneto e Polesano (in più occasioni hanno sottolineato la necessità della Zes tutti i sindaci della provincia di Rovigo) ripartirà con decisione appena sarà insediato il nuovo governo, che sia nel giro di qualche settimana, o che sia dopo eventuali elezioni anticipate. Perché in ogni caso una manovra finanziaria deve essere messa nero su bianco entro i prossimi mesi.
Intanto il contatore, sul sito web di Confindustria, che evidenzia quanti giorni mancano allo scadere del termine per istituire la Zes, continua a procedere. Ieri segnava che mancavano 131 giorni. Questo il tempo che resta per non far sfumare l’occasione della svolta per il territorio.
Sulla stessa lunghezza d’onda d Marinese è Leonardo Raito, sindaco dem di Polesella: “Sosterrò sempre il percorso della Zes sperando che ci sia qualche disponibilità in più al dialogo da parte di eventuali nuovi governanti”.
La Voce Nuova di Rovigo – 22/08/2019
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