Nel 2021 ben 45 mila Tir saliranno sul treno per attraversare il Brennero

29 Agosto 2019

Pronto il piano di potenziamento delle ferrovie austriache per spostare i camion dalla strada alla rotaia

Le ferrovie austriache Oebb vogliono fare la loro parte a favore dello spostamento del traffico merci al Brennero dalla gomma alla rotaia.

A breve entreranno in servizio 25 nuovi treni che transiteranno da Woergl e Brennero, con costi aggiuntivi di sei milioni di euro, annuncia l’amministratore delegato Andreas Matthä.

Nel 2020 sarà, invece, incentivata la linea da Woergl fino a Trento, per arrivare ad una capacità di 45 mila tir su rotaia nel 2021.

Matthä rivolge un appello alla Germania a velocizzare la realizzazione del tratta d’accesso al Tunnel del Brennero e di realizzare il terminal di interscambio «nelle vicinanze dell’autostrada».

Secondo l’ad di Oebb la fase pilota per l’entrata in funzione del tunnel del Brennero potrebbe già iniziare verso fine 2028. «Solo per alcuni pochi anni si potrebbe operare senza tratta d’accesso», mette in guardia Matthä.

Il Piccolo – 29/08/2019

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Camion, dosaggi Brennero: ecco il calendario del primo semestre 2020

Pubblicato l’elenco delle giornate del primo semestre 2020 in cui sono previste limitazioni alla circolazione dei veicoli pesanti nel Brennero. Il Land Tirolo applicherà infatti il “sistema di dosaggio” sui veicoli pesanti provenienti dalla Germania in transito sull’autostrada dell’Inntal – asse del Brennero – e diretti a sud. Lo ha comunicato l’associazione Anita con una nota.

Il filtro dei veicoli pesanti sarà attuato a Kufstein Nord e ammette in alcune giornate fino ad un massimo di 300 unità/h.

Ecco le date individuate:

Martedi 7 gennaio 2020
Lunedi 17 febbraio 2020
Lunedi 24 febbraio 2020
Lunedi 2 marzo 2020
Lunedi 9 marzo 2020
Lunedi 16 marzo 2020
Lunedi 27 aprile 2020
Lunedi 18 maggio 2020
Martedi 19 maggio 2020
Mercoledi 20 maggio 2020
Venerdi 22 maggio 2020
Venerdi 29 maggio 2020
Sabato 30 maggio 2020
Mercoledi 3 giugno 2020
Giovedi 4 giugno 2020 Venerdi 5 giugno 2020
Lunedi 8 giugno 2020
Martedi 9 giugno 2020
Mercoledi 10 giugno 2020
Venerdi 12 giugno 2020

Trasporti-Italia.com – 29/08/2019

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In Transpolesana parte la guerra alle buche

28 Agosto 2019

Nuova colata d’asfalto anti buche lungo la Transpolesana. L’Anas, società del Gruppo «Fs Italiane» che gestisce la statale 434, ha previsto per i prossimi giorni l’apertura di cantieri allo scopo di rinforzare la pavimentazione della superstrada. Rendendo così più sicura la circolazione delle centinaia di veicoli che, ogni giorno, percorrono gli oltre 50 chilometri di asfalto che collegano il Basso veronese con il Rodigino. Tutto ciò, a fronte delle problematiche causate dalla deformazione, emersa in più punti sulle varie corsie, con piccoli e grandi crateri che, quotidianamente, mettono a dura prova le sospensioni di tutti i veicoli. Dopo i lavori di riqualificazione terminati nelle scorse settimane lungo i tratti più compromessi della direttrice Verona – Legnago, tra cui quelli compresi tra gli svincoli di Roverchiara e San Pietro di Morubio, nonché tra Palesella di Cerea e Legnago Nord, l’ingegner Gabriella Manginelli, responsabile compartimentale del Veneto di Anas, ha predisposto nuovi interventi in diversi tratti saltuari, tutti in direzione di Rovigo, tra gli svincoli di Zevio, al confine con il Comune di Oppeano, e Castagnaro. La conclusione di questo nuovo lotto, che prevede la stesura complessiva di, 7,7 chilometri di asfalto, è prevista per domenica 20 ottobre, condizioni climatiche permettendo. In corrispondenza dei cantieri, pertanto, verrà chiusa la corsia interessata dalla manutenzione, lasciando aperta quella a fianco. Man mano che i lavori avanzeranno, verrà prevista la graduale chiusura di sette uscite nella Bassa. Gli itinerari alternativi verranno segnalati dal raggruppamento delle imprese «Ecovie srl – Brussi Costruzioni srl – Beozzo Costruzioni srl e Salima srl», incaricato di concretizzare il piano salva – ruote. Per accelerare i lavori saranno presenti due squadre, che opereranno su diversi tratti anche in contemporanea. Partendo da nord verrà quindi asfaltata la corsia di marcia, per un tratto di 1,2 chilometri compreso tra lo svincolo di Zevio e quello di Vallese di Oppeano. Questa fase richiederà 11 giorni di lavoro e comporterà la chiusura temporanea dello svincolo di Zevio. Procedendo verso Legnago, quindi, verrà rinforzata e ripavimentata la corsia di destra, per 1,4 chilometri, tra l’uscita di Isola della Scala-Villafontana e l’area di servizio «Isola Rizza». L’intervento, di 13 giorni, includerà la chiusura provvisoria dell’ uscita di Oppeano, imponendo ai mezzi diretti nel capoluogo oppeanese di proseguire fino alla rampa successiva di Isola Rizza. Anas ha previsto pure il rifacimento sia della corsia di marcia, che di quella di sorpasso in vari tratti discontinui tra le uscite di Isola Rizza e Angiari. I cantieri, presenti per 26 giorni, comporteranno la stesura di 3,5 chilometri di asfalto e la chiusura alternata degli svincoli di Roverchiara nord e Roverchiara sud. A Legnago nord, inoltre, la società ha previsto il blocco della rampa in uscita, che imporrà ai conducenti diretti a sud di proseguire fino allo svincolo della Legnago – Mantova a San Pietro, prima di poter rientrare in 434 e ritornare fino all’imbocco precedente, impiegando otto minuti in più rispetto alla media. Auto e camion in entrata verso Rovigo, invece, dovranno imboccare la 434 per Verona e raggiungere lo svincolo di Cerea, dal quale potranno poi immettersi verso la città polesana. Nei giorni successivi verrà quindi chiusa per lavori l’uscita Legnago – Mantova, che obbligherà i veicoli ad abbandonare la 434 a San Pietro, rientrando dal lato opposto per Verona, allungando il percorso di 10 minuti. A Castagnaro, infine, la manutenzione sarà effettuata su 1,6 chilometri, sia nella corsia di marcia che di sorpasso, compresi tra gli svincoli di Carpi e Menà. Durante le lavorazioni, della durata di 12 giorni, verrà bloccato lo svincolo castagnarese.

L’Arena – 28/08/2019

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Viabilità: Pizzimenti, con nuove protezioni più sicurezza per moto

L’assessore a Infrastrutture e Territorio del Friuli Venezia Giulia, Graziano Pizzimenti, assieme ai tecnici della direzione regionale e di Fvg Strade, ha incontrato oggi a Udine una delegazione della Motostaffetta Friulana alla quale ha illustrato le novità normative che, a seguito del nuovo decreto del ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti dello scorso 1 aprile relativo a Disposizioni stradali di sicurezza per i motociclisti (Dsm), intervengono in modo significativo sulla sicurezza della viabilità .

“Nei prossimi interventi in fase di programmazione – ha spiegato Pizzimenti – si dovrà prevedere nei punti critici proprio delle installazioni a protezione. Sarà cura dell’ente effettuare il censimento di tutte le tratte con curve di raggio inferiore a 250 metri e, successivamente, predisporre un piano operativo che rivolgerà la massima attenzione al mondo delle due ruote. Saranno infatti installate – ha concluso l’assessore – barriere che andranno a mitigare l’impatto in caso di incidente, contribuendo così a salvaguardare vite umane”.

“In questo modo – ha commentato con soddisfazione Daniele Decorte, presidente della Motostaffetta Friulana – la Regione Fvg si pone all’avanguardia nell’infrastrutturare le reti viarie per migliorare la sicurezza dei motociclisti”.

Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia/Notizie dalla Giunta – 28/08/2019

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Auto: in Italia 1 vettura su 2 è di media cilindrata

27 Agosto 2019

Gli italiani preferiscono le auto di media cilindrata. A fine 2018 in Italia la quota delle autovetture appartenenti alla fascia di cilindrata media, ovvero con motori compresi tra 1.201 e i 1.600 cc, era del 49,9% sul totale del parco circolante (praticamente un’auto su due). E il dato è in crescita negli ultimi anni.

Come emerge infatti da un’elaborazione dell’Osservatorio Autopromotec su dati Aci, nel 2013 la quota delle auto di media cilindrata era del 44,6% sul totale del parco circolante. In sei anni, quindi, vi è stata una crescita di 5,3 punti percentuali di quota sul totale. In termini di valori assoluti, tra il 2013 e il 2018 il numero delle autovetture circolanti con motore di media cilindrata è balzato in avanti da 16.506.615 a 19.450.709 unità (+17,8%).

Quella delle medie cilindrate è l’unico segmento in crescita nella classificazione per cilindrate del parco circolante. Tutti gli altri segmenti, infatti, hanno fatto registrare una contrazione. Si può quindi dire che è in atto un vero e proprio spostamento delle preferenze degli italiani verso il segmento delle vetture medie.

Secondo l’Osservatorio Autopromotec, la forte crescita dell’incindenza delle medie cilindrate sul totale del parco circolante è dovuto a due fattori di segno diverso. Il primo è la ripresa, se pur ancora bassa, dei redditi delle famiglie che ha spinto una parte di queste ad orientare le preferenze di acquisto dalle vetture piccole ed utilitarie verso il segmento delle medie (1.201-1.600 cc). Il secondo fenomeno è il downsizing sulle vetture di medio-alta e grossa cilindrata. In questo caso, la tendenza in atto da parte degli italiani è quella di scegliere automobili con potenza e dimensioni ridotte allo scopo di risparmiare sui costi di gestione e manutenzione e anche di ridurre l’impatto ambientale (un minor consumo equivale a un più basso livello di emissioni di CO2).

Tornando ai numeri, la quota di auto con cilindrata piccola e cioè fino a 1.200 cc è scesa dal 25,3% del 2013 al 23,4% del 2018, con una contrazione in termini di valori assoluti del 2,3%. Anche la presenza di auto nella fascia di cilindrata medio-alta (da 1.601 a 2.000 cc) si sta contraendo: durante il periodo considerato la quota è infatti calata dal 23,1% al 20,4%, con una diminuzione in termini di valori assoluti del 6,8%.
È calata infine anche la quota delle auto di grossa cilindrata e cioè oltre 2.000 cc, quota che è passata dal 7% del 2013 al 6,3% del 2018 (-3,6% in valori assoluti).

Trasporti-Italia.com – 27/08/2019

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Anche Riva teme gli effetti dell’uscita della Valdastico

25 Agosto 2019

Consiglio comunale. Bocciata con una mozione l’ipotesi del tracciato che sbuca in Trentino Il Patt si è astenuto: non vedrebbe male la strada come mezzo per sgravare la Valsugana.

di Matteo Cassol

In maniera meno compatta di quanto non sembrasse inizialmente, il Consiglio comunale di Riva ha espresso il proprio “no” alla Valdastico nord (A31), approvando la mozione presentata da Franca Bazzanella e Flavio Prada (L’ Altra Riva), modificata rispetto a quella originaria dopo il confronto (precedente alla seduta) con Partito Democratico e Riva Bene Comune. I motivi principali? L’opera è stata ritenuta inutile in senso generale, dannosa per il territorio locale, costosa dal punto di vista economico e da quello ambientale e ispirata da una logica superata di mobilità su gomma. Oltre al prevedibile voto contrario della Lega con i suoi esponenti Luca Grazioli e Piergiorgio Zambotti (favorevoli all’opera poiché contenuta nel programma elettorale del presidente della Provincia Maurizio Fugatti), sul finire della discussione della mozione (introdotta dall’intervento dell’esperto del coordinamento “No Valdastico nord – A31” Pietro Zanotti) si sono manifestati i dubbi del Patt. Praticamente identica l’obiezione dei tre autonomisti presenti, l’assessore e vicesindaco Mario Caproni, il presidente del civico consesso Mauro Pederzolli e la consigliera ex Pd Silvia Betta: il trio concordava sul diniego alla Valdastico con uscita a Rovereto sud, ma si è mostrato più possibilista su altre soluzioni come quella per sgravare la Valsugana; il dispositivo della mozione però era perentorio, escludendo qualunque soluzione anche alternativa, e non è stata presa in considerazione la proposta di modificarlo, dunque dal Patt si sono astenuti. Lo stesso ha fatto, sempre dalla maggioranza, la capogruppo dell’Upt Isabella Iandarino, così come dall’opposizione Stefano Santorum. È finita con 10 voti favorevoli, 5 astenuti e 2 contrari. Così facendo il Consiglio comunale ha espresso la ferma contrarietà alla realizzazione della Valdastico Nord (A31) qualunque sia lo sbocco individuato in territorio trentino, impegnando a trasmettere la posizione di contrarietà all’opera al Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, al Ministero dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare e al presidente della Provincia, a esprimere anche pubblicamente la propria contrarietà allo sbocco della Valdastico a Rovereto sud (come già indicato dal Consiglio comunale di Rovereto in data 23.07.2019) per le gravi conseguenze che comporterebbe alla mobilità dell’Alto Garda e Ledro, a chiedere sull’argomento un tavolo di confronto con la Provincia, a creare un gruppo di lavoro coinvolgendo i sindaci del nostro territorio, la Comunità di Valle e anche i sindaci e rappresentati politici di tutti gli altri territori coinvolti che si sono già espressi in modo negativo alla realizzazione dell’opera, a organizzare su tutto il territorio momenti pubblici informativi rispetto all’opera e a esprimere il proprio parere favorevole a soluzioni alternative e proposte con il potenziamento delle linee ferroviarie esistenti e del collegamento ferroviario Alto Garda-asse dell’Adige.

Trentino – 25/08/2019

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Crociere: Costa, per Aida accordo su alimentazione elettrica

24 Agosto 2019

A.d Thamm, obiettivo finale arrivare a navi con zero emissioni

Aida Cruises, marchio tedesco del Gruppo Costa, ha sottoscritto un accordo con Corvus Energy per l’installazione di sistemi di accumulo di energia agli ioni di litio a bordo della propria flotta. L’avvio delle operazioni sulla prima nave è previsto nel 2020.

“Il nostro obiettivo finale è arrivare ad avere navi da crociera a emissioni zero – dichiara in una nota Michael Thamm, amministratore delegato del Gruppo Costa e di Carnival Asia -.

L’alimentazione elettrica è un altro importante traguardo verso questo obiettivo. Grazie alla collaborazione con Corvus Energy, già entro pochi mesi Aida Cruises lancerà questa tecnologia innovativa su una grande nave da crociera.” L’azienda norvegese-canadese Corvus Energy è uno dei più importanti fornitori di batterie nel settore marittimo, sottolinea Costa, ed è considerata un pioniere nello sviluppo di sistemi di accumulo dell’energia a bordo delle navi. Anche le aziende Abb e Siemens saranno partner del progetto. L’introduzione delle batterie rappresenta un altro passo importante nell’implementazione della ‘Green Cruising Strategy’ di Aida. A fine 2018 è entrata in servizio Aidanova, che – stima il gruppo – è la prima nave da crociera al mondo alimentata sia in porto che in navigazione a gas naturale liquefatto ed entro il 2023 saranno consegnate altre due navi Aida alimentate a Lng.

L’esperienza che sarà maturata con questo progetto pilota sulla prima nave Aida servirà per un ulteriore sviluppo dei sistemi a batterie sulle altre navi della flotta di Aida Cruises e di Costa Crociere. Rispetto poi alla riduzione delle emissioni, già alla fine del 2020, dodici delle quattordici navi della flotta Aida saranno in grado di ricevere energia elettrica da terra, nei porti dove sarà disponibile.

Ansa/Mare – 24/08/2019

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«Il Catullo deve portare più turisti»

Il futuro dell’aeroporto. L’assessore Failoni: «Noi dobbiamo andare su nuovi mercati e ci servono nuove rotte che facciano arrivare visitatori dall’oriente e dagli Usa. Ora vanno tutti a Venezia». Intanto la Save risponde: «Da quando ci siamo noi i conti sono tornati in attivo».

«Il Catullo sarà un fondamentale scalo di riferimento per le Olimpiadi del 2026, in vista delle quali sono tra l’altro in corso contatti con Trentino Marketing, all’interno di un positivo dialogo con la provincia di Trento, che già a breve si concretizzeranno in spazi di comunicazione dedicati al territorio trentino all’interno dell’aerostazione, particolarmente efficaci per i turisti in arrivo». La Save socio industriale dell’aeroporto Catullo di Verona tiene a tranquillizzare i soci trentini. Il giorno dopo delle dichiarazioni del presidente della Provincia Maurizio Fugatti, che ha tenuto a ribadire che il Catullo deve essere funzionale anche al Trentino visto che è un azionista importante, la Save spiega che già si sta correndo ai ripari per quanto riguarda l’immagine. Già, ma non dice nulla sui collegamenti con la linea ferroviaria del Brennero che vengono richiesti a gran voce dagli operatori turistici trentini. E non dice niente neanche sui voli e sui vettori che dovrebbero portare visitatori e turisti dalle nostre parti, oltre a quelli che servono a portare i trentini in vacanza. Su questo punto più volte l’assessore al turismo Roberto Failoni aveva manifestato più volte dubbi e perplessità.

Però la Save risponde agli attacchi del consigliere provinciale Filippo Degasperi sia sullo stato di salute del Catullo che sul traffico passeggeri: «Dall’entrata di Save nella compagine sociale della Società Catullo avvenuta a fine 2014, l’aeroporto di Verona vive una fase di grande vivacità che, dopo anni di perdite di traffico e di bilancio, ha portato lo scalo a recuperare il ruolo di aeroporto di riferimento per un bacino d’utenza particolarmente dinamico». La società ricorda che in precedenza il Catullo era diventato una fabbrica di debiti: «Lo scenario che SAVE aveva dovuto fronteggiare al suo arrivo era quello di un aeroporto con 2,7 milioni di passeggeri nel 2014, che negli anni precedenti aveva perso progressivamente quote di mercato e il suo valore per il territorio a favore di altri aeroporti limitrofi. Dall’entrata di Save al 2018 il traffico dell’aeroporto di Verona è tornato al suo picco storico, crescendo complessivamente del 33%, con una media annua del +10%. Il 2019 prosegue in questa direzione, con un incremento del traffico da gennaio a giugno del +7,7% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, maggiore della media nazionale pari al +5% e superiore anche alla crescita dell’aeroporto di Venezia pari al +6,4%.». La società ricorda anche i nuovi voli: « Nell’attuale stagione estiva sono stati avviati 4 nuovi collegamenti di linea: Malta e Zante (operati da Volotea), Amsterdam (operato da EasyJet), Madrid (operato da Iberia nel mese di agosto), che si sono aggiunti alla programmazione consolidata nella stagione estiva 2018 nella quale erano stati introdotte 15 nuove destinazioni».

La Save aggiunge che sono in corso investimenti: «Per quanto riguarda gli investimenti, abbiamo lavorato alacremente sull’importante progetto di ampliamento del terminal, che ad inizio 2019 ha ricevuto tutte le necessarie approvazioni da parte delle Autorità competenti. Attualmente è in corso la gara per l’affidamento dei lavori. Nel frattempo, in sinergia con i principali soci di Catullo, primo tra tutti la Camera di Commercio di Verona, il Gruppo Save sta lavorando per l’individuazione delle migliori forme tecniche di investimento che diano la massima garanzia allo sviluppo infrastrutturale dell’aeroporto».

L’assessore Failoni, però, ribatte che bisogna fare di più: «Noi dall’anno prossimo abbiamo intenzione di andare su nuovi mercati turistici, soprattutto l’oriente, gli Usa e il Sud America. Per questo abbiamo chiesto al Catullo che inserisca nuovi voli in grado di portare turisti da questi mercati. Attualmente Venezia ha tantissimi voli, mentre su Verona ci sono solo un paio di voli dalla Russia. Il presidente Fugatti lo ha detto più volte: noi ci siamo, ma anche il Catullo deve essere utile al nostro territorio. Nell’immediato poi ci sarà questo piano per valorizzare la nostra immagine all’aeroporto e stiamo lavorando anche ai collegamenti tramite autobus e navette dei nostri territori con il Catullo. Già dalla prossima estate ci saranno nuovi autobus».

Trentino – 24/08/2019

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Grandi navi: c’è tavolo a Venezia, ma Mit non si presenta

22 Agosto 2019

Ribadite criticità, approdi diffusi possibili solo dal 2020

Si è tenuta oggi a Venezia una nuova riunione sulle grandi navi chiesta dal Ministero delle infrastrutture all’Autorità portuale, ma nessun dirigente del Mit si è presentato all’incontro. Lo si apprende da fonti qualificate a Venezia. Al tavolo – di cui non fanno parte Comune e Regione Veneto – c’erano i responsabili dello scalo portuale, i rappresentanti delle compagnie crocieristiche, della Capitaneria di Porto e delle numerose istituzioni pubbliche coinvolte nel dossier grandi navi. Obiettivo era fare il punto sul progetto degli scali diffusi, prospettato dal ministro Danilo Toninelli, per evitare il passaggio delle grandi navi a San Marco e nel Canale della Giudecca. Secondo quanto si apprende, nell’incontro sarebbe stata espressa dalla maggior parte dei soggetti interessati la disponibilità a seguire questa soluzione, utilizzando le banchine lungo il Canale dei Petroli a ridosso di Porto Marghera, iniziando da quelle a Fusina (navi di minor stazza) fino alle rive a ridosso della terraferma.

Tuttavia, sarebbero state analizzate tante e tali criticità da far ritenere impossibile il via libera già dal primo settembre alla soluzione proposta dal ministro, che invece, è stato fatto notare, potrebbe essere messa in campo solo nel 2020. Altro tema critico sarebbero i costi, molto alti, per l’adeguamento delle banchine, e per il trasferimento dei crocieristi e dei loro bagagli verso Venezia, senza tralasciare le questioni legate alla sicurezza, ovvero la realizzazione nelle banchine dei sistemi di controllo su persone, bagagli e merci, e il collegamento della videosorveglianza ad un’unica centrale operativa.

Ansa/Mare – 22/08/2019

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In deciso calo le merci imbarcate sulle navi transitate per Suez dirette o provenienti dai porti del Mediterraneo settentrionale

Lo scorso mese il totale dei carichi sulle navi che hanno attraversato il canale egiziano è aumentato del +4,3%

Lo scorso mese, così come a luglio 2018, nel canale di Suez sono transitate 1.539 navi, di cui 379 petroliere (-6,7%) e 1.160 unità navali di altro tipo (+2,3%). Le navi che hanno attraversato il canale egiziano trasportavano complessivamente 87,9 milioni di tonnellate di merci, con un incremento del +4,3% sul luglio 2018, di cui 47,8 milioni di tonnellate trasportate dalle navi dirette verso sud (+10,5%) e 40,1 milioni di tonnellate da quelle dirette a nord (-2,3%).

Da evidenziare la rilevante contrazione delle merci a bordo delle navi transitate da Suez che trasportavano merci dirette o provenienti dai porti del Mediterraneo settentrionale, in particolare da quelli italiani: nello specifico, per il terzo mese consecutivo, i volumi di carichi provenienti da questi scali portuali e trasportati dalle navi che hanno attraversato Suez dirette a sud hanno registrato una flessione a due cifre che per il mese di luglio 2019, con un totale di 4,7 milioni di tonnellate di carichi, è stata del -12,4%; inoltre, per il quarto mese consecutivo, sono risultati in diminuzione (-33,3%) anche i carichi, pari a 6,8 milioni di tonnellate, che erano imbarcati sulle navi che hanno attraversato il canale dirette a nord ed erano destinati ai porti del Mediterraneo settentrionale.

I più consistenti volumi di carico imbarcati sulle navi che lo scorso mese sono transitate per Suez in entrambe le direzioni erano costituiti da merci containerizzate (44,4 milioni di tonnellate, +5,5%), petrolio grezzo (8,5 milioni di tonnellate, -18,1%), minerali e metalli (5,3 milioni di tonnellate, +85,6%), carbone e coke (4,3 milioni di tonnellate, +44,6%), cereali (3,4 milioni di tonnellate, -19,6%), gas naturale liquefatto (3,1 milioni di tonnellate, +6,9%) e gasoli (3,1 milioni di tonnellate, +42,2%).

Nei primi sette mesi di quest’anno nel canale egiziano sono passate un totale di 10.653 navi, con una progressione del +3,0% sullo stesso periodo del 2018, di cui 2.913 petroliere (+10,3%) e 7.740 navi di altro tipo (+0,4%). Le navi transitate nella via d’acqua trasportavano complessivamente 591,5 milioni di tonnellate (+6,1%), di cui 314,8 milioni di tonnellate sulle navi dirette a sud (+7,9%) e 276,7 milioni di tonnellate su quelle dirette a nord (+4,1%). I soli carichi provenienti dai porti del Mediterraneo e imbarcati sulle navi transitate per Suez dirette a sud sono ammontati a 32,5 milioni di tonnellate (-10,9%) e quelli imbarcati sulle navi passate per Suez con direzione nord e destinati ai porti del Mediterraneo settentrionale sono risultati pari a 51,5 milioni di tonnellate (-14,3%).

I più rilevanti volumi di carico imbarcati sulle navi che nei primi sette mesi hanno attraversato Suez in entrambe le direzioni erano costituiti da carichi containerizzati (298,7 milioni di tonnellate, +4,7%), petrolio grezzo (60,5 milioni di tonnellate, -4,4%), minerali e metalli (25,4 milioni di tonnellate, +40,5%), cereali (22,6 milioni di tonnellate, -14,6%), carbone e coke (22,2 milioni di tonnellate, +16,1%), gasoli (20,7 milioni di tonnellate, +29,1%), gas naturale liquefatto (18,4 milioni di tonnellate, +12,8%), carburanti (17,7 milioni di tonnellate, +5,2%) e benzine (17,1 milioni di tonnellate, -0,9%).

InforMare – 22/08/2019

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