Tangenziale Udine Sud: Fedriga-Pizzimenti, siglato accordo con Comuni

22 Marzo 2019

Dopo oltre quarant’anni si compie un passo fondamentale per la realizzazione della tangenziale Sud di Udine. Il governatore del Friuli Venezia Giulia, Massimiliano Fedriga, l’assessore regionale a Infrastrutture e Territorio, Graziano Pizzimenti, e i sindaci Marco Del Negro (Basiliano), Monica Bertolini (Campoformido), Geremia Gomboso (Lestizza) e Nicola Turello (Pozzuolo del Friuli) hanno siglato l’accordo di programma relativamente al “collegamento della SS13 Pontebbana e A23 – tangenziale sud di Udine – II lotto”.

Firmando il testo, Fedriga ha ringraziato i sindaci e gli uffici tecnici per la collaborazione e ha evidenziato come “grazie a un’alleanza interistituzionale orientata all’interesse delle comunità locali, siamo riusciti a individuare lo strumento che ci permetterà di avviare finalmente un’opera molto attesa sia dai cittadini sia dagli operatori economici”.

Il documento localizza specificatamente il tracciato di quest’opera strategica, del valore di oltre 140 milioni di euro, inserendolo nel piano regolatore generale comunale (Prgc) vigente di Pozzuolo del Friuli e aggiornandolo nei Prgc dei Comuni di Campoformido, Lestizza e Basiliano con il contestuale inserimento anche di una serie di interventi connessi all’opera.

In merito, Pizzimenti ha spiegato che “attendiamo l’intervento da decenni e quest’azione consente una ripartenza rapida dell’iter burocratico con un avvio stimato del cantiere e la posa della prima pietra, salvo ulteriori criticità, nei primi mesi del 2021”.

“Si tratta – ha aggiunto l’assessore – di un’opera importante perché consentirà di alleggerire in maniera decisa il traffico nei quattro Comuni interessati, dove vivono circa 50mila persone, con ricadute positive sia per il traffico e l’ambiente sia per la sicurezza dei cittadini”.

Avendo valore di variante urbanistica l’accordo ha comportato preventivamente l’avvio del processo di valutazione ambientale strategica (Vas), nell’ambito del quale è stato redatto uno specifico studio di prossimità che ha valutato dal punto di vista quantitativo l’incidenza della realizzazione della nuova infrastruttura sulla popolazione residente entro 300 metri dalla stessa.

Il procedimento di Vas si è concluso con il parere motivato favorevole espresso della Giunta regionale il 19 marzo e, contestualmente, è stato approvato anche lo schema dell’accordo siglato oggi.

Regione Friuli Venezia Giulia/Notizie dalla Giunta – 22/03/2019

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Toninelli: «Nessun pregiudizio sulla Brescia-Padova»

Nello sblocca cantieri l’Alta Velocità Brescia-Padova non è stata inserita. Il titolare del Mit: «Lo sblocca Cantieri riordina il Codice degli appalti nei punti più impattanti. Finalmente ci sarà un unico libretto di istruzioni per chi farà gare, costruirà e farà un cantiere. La Brescia-Padova è un’opera che nessuno ha mai fermato. Ci sono in corso delle autorizzazioni da parte del Ministero dell’Ambiente e che noi stiamo verificando come analisi costi-benefici. Nessuno deve preoccuparsi.

«Nessun pregiudizio, partiamo dai numeri per prendere le decisioni migliori. Basta grandi opere buttate lì solo per impegnare i soldi ma facciamo grandi opere utili». Così il ministro Danilo Toninelli a chi gli ha chiesto del mancato inserimento nello sblocca cantieri dei lavori per la Av Brescia-Padova. Toninelli ha ricordato che lo sblocca cantieri «riordina il Codice degli appalti nei punti più impattanti. Finalmente ci sarà un unico libretto di istruzioni per chi farà gare, costruirà e farà un cantiere.

La Brescia-Padova è un’opera che nessuno ha mai fermato. Ci sono in corso delle autorizzazioni da parte del Ministero dell’Ambiente e che noi stiamo verificando come analisi costi-benefici. Nessuno deve preoccuparsi. Non abbiamo fatto perdere un posto di lavoro e non abbiamo fatto perdere un giorno di tempo». Inoltre, ha aggiunto, «ho un dossier che mi ha dato Rfi e Anas che contiene i cantieri che necessitano di essere commissariati per essere velocizzati. Dopo che lo valuteremo lo utilizzeremo» .

Il Piccolo/Nordest Economia – 22/03/2019

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Tav avanti adagio: cantieri sbloccati ma «salvo intese»

21 Marzo 2019

Nel pacchetto era annunciata la BresciaVerona con la tratta collegata verso Vicenza e Padova Il decreto approvato rimane esposto a modifiche.

Alla fin fine tutta questa annunciata unanimità non c’era: è stato approvato con la ambigua formula «salvo intese», che lascia la porta aperta alle più ampie successive modifiche, il decreto «sblocca cantieri» passato ieri sera in Consiglio dei ministri.

PER I BRESCIANI è rilevante, perchè nel previsto pacchetto di opere pubbliche da allegare al decreto, tra varie norme su appalti, ammortamenti e supercommissari, era stata annunciata anche una svolta sulla Tav BresciaVerona, con la tratta collegata verso Vicenza e Padova.Quest’ultima è ancora in alto mare, ma è necessaria per dare un «senso compiuto» all’alta velocità bresciana. Che ora resta a sua volta nel limbo, nonostante il capitolo sembrasse ormai concluso favorevolmente.Invece il decreto è stato approvato, pur «salvo intese», senza che la lista di opere prioritarie sia stata ufficialmente resa nota. Quali erano presenti nella lista? E quali assenti? Tav sì o Tav no? Bocche cucite, anche perchè fra Lega e 5 Stelle ieri ha rischiato (ma rischiato è un eufemismo) di saltare il tavolo.Riferiscono da Roma le agenzie di stampa che, proprio per divergenze su quali cantieri «sbloccare», già nel primo pomeriggio il vicepremier Matteo Salvini avesse detto «qui va a finire che non si sblocca niente».Ora lavoreranno le diplomazie dei due partiti di governo, per cercare un accordo che ieri in concreto è mancato.

IN PASSERELLA tra Brescia e Verona, nelle ultime due settimane, esponenti di primo piano del governo e della maggioranza avevano dato ormai per cantierabile la cosiddetta «Tav del Garda».Nell’ordine: il sottosegretario leghista ai trasporti Edoardo Rixi, poi lo stesso ministro Danilo Toninelli («la Tav Brescia Verona sarà resa sostenibile», aveva detto l’11 marzo a Valeggio), il sottosegretario veronese alla pubblica amministrazione Mattia Fantinati, quindi il potente sottosegretario alla presidenza del Consiglio Alberto Giorgetti della Lega (qui a Brescia la scorsa settimana aveva detto: «La Tav BresciaVerona deve entrare nello sblocca cantieri»), fino al bresciano Dino Alberti, ex deputato e consigliere regionale del Movimento 5 Stelle, che l’altro ieri, non senza disappunto, aveva dato per inevitabile l’approvazione definitiva dell’opera da parte del Consiglio dei ministri.

SBLOCCATA o non sbloccata? Formalmente il Decreto sblocca cantieri è stato approvato, impacchettato e infiocchettato. Che cosa ci troveremo dentro è da vedere, appunto, «salvo intese».Attenzione però: in realtà la Tav BresciaVerona non ha veramente bisogno di essere «sbloccata», in quanto non è mai stata veramente «bloccata», almeno non per il lotto di lavori fra l’interconnessione di Mazzano fino al nodo di Verona ovest, già approvata, finanziata, affidata a un consorzio di imprese e con appalti assegnati.Il progetto definitivo è approvato dal luglio 2017, il progetto esecutivo è quasi pronto, il contratto del primo lotto di lavori con il Consorzio di imprese Cepav Due, che prevede le gallerie da scavare fra Lonato, Desenzano, Peschiera e Sona è già stato firmato dal maggio 2018 per l’importo di un miliardo e 645 milioni più Iva.Ancora in fase di progettazione (e/o da finanziare) c’è la tratta in uscita da Brescia città fino all’interconnessione di Mazzano, quella in ingresso a Verona e la parte verso Vicenza e Padova: un pacchetto che tutto compreso vale 8 miliardi e che richiede, quello sì, se si vorrà realizzarlo, uno «sblocco» non solo di risorse finanziarie, ma anche di processi decisionali.È questo che il fronte «sì Tav» sperava di vedere ieri. Invece non si è chiarito quali opere verranno sbloccate nè da chi, se da una serie di commissari o da un supercommissario unico per tutti i progetti ferroviari da cantierare, appunto, «salvo intese».

Brescia Oggi – 21/03/2019

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Dati definitivi e ufficiali del turismo regionale 2018. Caner: “Veneto ancora numero 1, ma non dobbiamo mollare la presa”

“Pensare di demolire ogni anno i record di arrivi e presenze sarebbe ancor prima che illusorio sbagliato. Non sto dicendo che i saldi positivi del movimento turistico non rappresentino un traguardo da salutare con soddisfazione, ma è oggettivamente impossibile puntare a un incessante incremento degli ospiti e soprattutto può essere ingannevole valutare unicamente attraverso questo indicatore il livello di competitività della nostra offerta turistica. Ciò detto, anche l’anno scorso, rispetto al precedente, pur registrando qualche arretramento in alcuni comprensori, il bilancio numerico del turismo nel Veneto si chiude ancora una volta con il segno più sia alla voce arrivi, +2,2%, sia alla voce presenze, +0,2%”.
Partendo da queste riflessioni l’assessore veneto al turismo, Federico Caner, illustra i dati definitivi del 2018, raccolti ed elaborati dall’Ufficio di Statistica regionale, sull’andamento turistico della regione numero uno in Italia nell’industria dei viaggi e vacanze.
“Reduci da un continuo crescendo sfociato nel 2017 in primati difficilmente ripetibili – continua l’assessore –, i dati del 2018 confermano pienamente la forte capacità attrattiva del Veneto: ritoccato in rialzo il numero dei visitatori, che superano i 19,5 milioni, grazie all’aumento di arrivi sia stranieri (+1,8%) che italiani (+2,8%), è stato consolidato quello delle notti da loro trascorse nelle strutture ricettive, oltre 69 milioni, con l’aumento di italiani (+1,6%) che compensa la leggera flessione di stranieri (-0,4%)”.
“Una flessione non preoccupante ma da non trascurare – precisa Caner –, soprattutto se si incrocia questo dato con altri. Valutandolo, a esempio, insieme al meno 1,8% di arrivi e al meno 3,8% di presenze del comprensorio balneare, abbiamo la conferma che, seppur faticosamente, alcuni players mediterranei e nordafricani, storicamente competitivi sul piano dell’economicità dei loro pacchetti di vacanza ma fortemente penalizzati dall’instabilità politica e dall’insicurezza dovuta al terrorismo, si stanno riposizionando sui mercati internazionali. Da ciò deriva la necessità di continuare a investire in termini di idee e creatività, di innalzamento qualitativo delle strutture e dei servizi, soprattutto negli ambiti più maturi della nostra offerta, come il mare, appunto, ma anche la montagna, che pure ha fatto segnare nel 2018 un aumento del 4,4% degli arrivi e una sostanziale tenuta nelle presenze, e che nella sola stagione invernale, grazie alle abbondanti nevicate dello scorso anno, ha registrato un +12,9% di arrivi e un +6,7% delle presenze. In altre parole, proprio i prodotti più tradizionali dell’offerta veneta sono anche quelli che si devono misurare con una concorrenza più ampia e più forte e risultano pertanto più vulnerabili: sta a noi saperci rinnovare con continuità”.
Un’importante prerogativa del Veneto, sottolinea l’assessore, è la sua sempre più evidente capacità di catalizzare l’interesse dei mercati internazionali: quasi il 70% delle presenze totali, infatti, sono straniere. I tedeschi, pur segnando un calo, rimangono i clienti stranieri più affezionati e numerosi (15,6 milioni di presenze, quasi un quarto del dato complessivo), seguiti a notevole distanza da austriaci (3,8 milioni) e inglesi (2,6 milioni). Ottime le performance per quanto riguarda gli americani (+14,1% di presenze), cinesi (+5,2%) e russi (+7,9%).
Queste elaborazioni statistiche, inoltre, certificano un’attitudine che si sta manifestando ormai da qualche anno: la continua e progressiva riduzione dei più lunghi soggiorni in occasione delle classiche ferie estive, sostituiti da vacanze brevi in località e in periodi diversi. In altre parole, siano vacanze di scoperta o di svago, culturali o avventurose, attive o riposanti, sportive o enogastronomiche, oppure un mix di queste, la tendenza è quella di scaglionare le proprie uscite, accorciandole e ricercando mete e fattori stimolanti diversi.
“Segnali in questo senso – evidenzia l’assessore – vengono dall’attenuazione del fenomeno della stagionalità nelle città d’arte, nelle località lacuali e montane, ma anche dalla crescita attrattiva di province come Vicenza (+ 4,3% di arrivi e +4% di presenze), Treviso (+ 3,1% di arrivi e +6,5% di presenze) e Verona (+ 2,9% di arrivi e +2,1% di presenze), i cui territori offrono nuove e interessanti opportunità di vacanza, espressione di quel turismo esperienziale ed emozionale sempre più gettonato, legato all’originalità dei luoghi, alle caratteristiche di ospitalità e di soggiorno,  all’autenticità dei prodotti, siano essi enogastronomici o artigianali. Non a caso, anche nella scelta delle strutture nelle quali alloggiare, i turisti guardano, e non solo per una questione di minor spesa, con sempre maggior favore agli agriturismi (+ 8,3%) o ai b&b e simili (+ 3,4%)”.
“In ultima analisi – conclude Caner – il Veneto del turismo ha la consapevolezza sia dei suoi punti di forza sia delle insidie che possono, anche repentinamente, mutare l’attuale scenario favorevole. Obbligatorio è non stare fermi e non accontentarsi, ma continuare a indagare i modi attraverso i quali gran parte degli uomini intende soddisfare i bisogni atavici di viaggiare e di conoscere”.
Regione Veneto – Comunicato stampa N° 427 del 21/03/2019
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Ferrovie: piano industriale da 58 miliardi per Fs Italiane

Un piano industriale da 58 miliardi di euro in 5 anni, con investimenti destinati al trasporto regionale, all’alta velocità e al potenziamento dell’infrastruttura.

È quanto annunciato dall’amministratore delegato e direttore generale di FS Italiane, Gianfranco Battisti, nel corso della Conferenza nazionale del trasporto aereo, che si è svolta ieri a Roma.

Un piano d’impresa, che sarà presentato prima di Pasqua, che vede il Gruppo tra i primi investitori del Paese con 39 miliardi per il potenziamento delle infrastrutture, 6 per il rilancio del trasporto regionale e 4 destinati all’implementazione dei sistemi digitali.

Trasporti-Italia.com – 21/03/2019

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A22, nessun accordo tra ministero ed enti locali

Toninelli intenzionato a convocare un altro tavolo e a far sì che “la concessione sia pubblica al 100%”

Sull’affidamento della concessione dell’A22 il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti prende atto che «al momento non si è raggiunto un accordo con gli enti locali».

«Da una parte – si legge in una nota – ci sono paletti dettati dalla Commissione europea in merito al Comitato di indirizzo che sono difficilmente superabili. E dall’altra ci vengono segnalati dall’Autorità di regolazione dei trasporti problemi sul Piano economico finanziato presentato da ultimo dai soci pubblici interessati».

«Il Mit, e il ministro Danilo Toninelli in prima persona, sono interessati a mettere in campo ogni sforzo possibile perché la concessione dell’Autostrada del Brennero sia pubblica al 100% e gli utili rimangano sul territorio. Per questo – prosegue una nota del ministero – verrà a stretto giro convocata una nuova riunione con i soci pubblici interessati per trovare un punto di incontro».

«Il Ministero valuterà se da parte loro sia accettabile che il presidente del Comitato di indirizzo e di coordinamento venga scelto tra una rosa di nomi indicati dagli enti territoriali. Per quanto riguarda il Pef, il Mit auspica di poter trovare insieme alle parti interessate una soluzione che, alla luce dei rilievi dell’Art, rispetti i criteri di bancabilità e redditività che il Piano economico deve avere» conclude la nota.

Il Piccolo/Nordest Economia – 21/03/2019

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Amazon, a Rovigo entra nel vivo il cantiere per il centro da 2.400 addetti

Hub logistico di quattro piani su venti ettari. Tra opportunità e dubbi

di Marco Baroncini

Un magazzino multipiano distribuito su quattro livelli e con 65 baie di carico, entro un’area di 20 ettari distribuiti su quattro livelli. Obiettivo: il primo centro di distribuzione gestito direttamente da Amazon al servizio del Nordest, insediato in provincia di Rovigo. È il progetto dietro il cantiere tra i Comuni di Castelguglielmo e San Bellino avviato dalla «P3 Logistic Parks», multinazionale specializzata nella costruzione di impianti logistici attiva in tutta Europa. Il cui direttore generale, Jean-Luc Saporito, prima di entrare in P3 ha lavorato per molti anni proprio in Amazon, curando proprio la costruzione di nuovi impianti tra Francia ed Italia. Il general contractor che ha seguito l’iter burocratico e gestisce la parte edilizia è invece la «Techbau spa», che ha già realizzato per il colosso americano altri poli italiani. I lavori sono in moto, con i consolidamenti sotterranei necessari a posare le fondamenta. Una volta terminati tutti gli interventi sarà l’azienda leader nell’e-commerce mondiale a prendere in gestione il sito, usandolo come centro per le consegne a domicilio in tutto il Nordest. Ad arricchire il progetto, che sarà concluso entro un anno, 137 mila metri quadrati per lo stoccaggio robotizzato delle merci, 5.500 metri quadrati per uffici ed oltre un centinaio di posti camion, il tutto su terreni precedentemente ad uso agricolo. Una volta a regime si verrebbero a creare tra i 2 mila ed i 2.400 nuovi posti di lavoro. Con un salto di qualità dopo il primo assaggio di Amazon a Rovigo, dove già è presente un centro distribuzione nel comune di Villamarzana gestito dalla cooperativa Gestlog. Come quello già esistente, la nuova struttura sarà dotata di un accesso quasi diretto alla superstrada «Transpolesana», snodo strategico per collegarsi alla rete autostradale.

Gli effetti sul tessuto economico

Un investimento che creerà nuove opportunità di lavoro, ma che non manca di causare dubbi per gli effetti sul tessuto economico locale. «Se saranno rispettate tutte le leggi potrebbe essere un’occasione di crescita unendo il vecchio ed il nuovo – è il commento di Massimo Zanon, presidente regionale di Confcommercio, che guarda agli effetti positivi –. Rovigo è una zona economicamente fragile ma con ottimi collegamenti stradali, essenziali per le attività logistiche. Il settore dell’e-commerce è in Italia indietro rispetto al resto del mondo e questa può essere un’ottima opportunità per le imprese del territorio, che hanno lo spazio di manovra per proporre i propri prodotti supportati da un servizio che solo loro possono offrire, alternativo a quello limitato dei colossi». Ma non mancano dubbi sulle condizioni di lavoro, dopo le proteste gi viste in altri centri logistici in Italia. «La nostra attenzione è alta – afferma Gianfranco Refosco, segretario generale della Cisl – Quello che ci preme non è solo la quantità di lavoro, ma anche la sua qualità». Il riferimento è alle proteste per le condizioni di lavoro all’interno dei magazzini di Amazon, che hanno prodotto scioperi anche in Italia. «È un percorso complicato quello aperto con la società – continua Refosco – Stiamo lavorando a livello nazionale per aumentare la rappresentanza sindacale tra i lavoratori e per garantire maggiori tutele; ma c’è ancora strada da fare. Nei prossimi giorni chiederemo ai sindaci dei Comuni interessati dal polo logistico in costruzione di attivare un tavolo di confronto per fare il punto della situazione ed avere maggiori informazioni. Ricordo che il lavoro deve avere sempre anche una dignità».

Corriere del Veneto/Economia – 21/03/2019

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Rossi, verso bando per opere in porto Ravenna

‘Nel progetto creazione hub logistico, interesse anche per Cina’

Il porto di Ravenna “è impegnato in importanti opere infrastrutturali”, “stiamo preparando un bando del valore di 235 milioni di euro” che prevede, tra l’altro, “200 ettari di nuove aree logistiche” e “tutte le collaborazioni con possibili operatori commerciali che possano portare traffico ci interessano molto”. Così, a proposito dei rapporti con la Cina, Daniele Rossi, presidente dell’Autorità portuale del Mare Adriatico centro-settentrionale e di Assoporti.

Come porto di Ravenna, ricorda Rossi, “siamo stati invitati a novembre scorso a visitare la sede cinese del gruppo China Merchant Group Holding (Cmgh)” a Hong Kong, cui fa riferimento la Cmit che fa progetti di ingegneria navale per imbarcazioni dedicate a oil&gas e crociere. La Cmit, afferma Rossi, “ha già investito in un modo molto importane nel porto ravennate, ha assunto fin qui almeno 60 ingegneri e ha in programma di arrivare a oltre 100 entro la fine dell’anno”. Dalla visita a Hong Kong, ha aggiunto, “speriamo possa essere sortito un dialogo più frequente e più stretto” che “permetta di cogliere tutte le opportunità di collaborazione che potranno esserci in futuro”.

Ansa/Mare – 21/03/2019

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Rb Rail svela il progetto della linea ferroviaria che collegherà gli Stati baltici

20 Marzo 2019

La tratta sarà lunga 870 chilometri. Due o tre treni merci in partenza ogni ora a una velocità media di 120 km/orari

La Rb Rail, promotrice del progetto “Rail Baltica”, ha svelato i dettagli del piano operativo per la linea ferroviaria di 870 chilometri che collegherà gli stati dell’Europa baltica. Rail Baltica ­ tra gli interventi prioritari dell’Unione europea nell’ambito del noto programma “Ten­T” ­ è un progetto infrastrutturale che ha l’obiettivo di collegare, tramite una rete ferroviaria “green”, i cosiddetti “stati baltici”, ovvero Finlandia, Estonia, Lettonia, Lituania e Polonia. Il piano operativo sviluppato dalla Etc Gauff Mobility, Cowi e dall’Institut für Bahntecchnik include le attività legate allo sviluppo infrastrutturale del network ferroviario previste per il periodo compreso tra il 2026 e il 2056. Il progetto comprende azioni importanti sia per quanto riguarda il traffico passeggeri sia per quanto concerne il cargo. Nel primo caso il piano pre­ vede 4 treni veloci al giorno dedicati ai passeggeri che si spostano tra Tallinn e Varsavia e altri 4 per coloro che viaggiano tra Tallinn e Vilnius, operativi già nel 2026 e che saranno destinati a salire a quota 6 nell’arco di dieci anni. Inoltre sono previsti 6 treni al giorno tra Vilnius, Kaunas e Varsavia, anche’essi destinati a salire a 10 in un secondo momento. Nel complesso si arriverà a fornire un collegamento tra le capitali baltiche ogni due ore durante il giorno. Saranno realizzati anche collegamenti notturni grazie al servizio Tallinn – Riga – Kaunas – Varsavia – Berlino e Vilius – Kunas – Varsavia – Berlino. Un servizio shuttle ogni 30 minuti, secondo quanto previsto dal progetto, metterebbe in collegamento la stazione ferroviaria principale di Riga con l’aeroporto internazionale in soli 11 minuti. Il piano, inoltre, annuncia anche azioni potenziali, ancora soggette a studi di ap­ profondimento e decisioni governative, relativamente a servizi regionali che potrebbero essere portati ad una velocità pari a 200 chilometri orari. Secondo quanto inserito nella proposta progettuale, la domanda da parte dei passeggeri è rivolta alla realizzazione di servizi nazionali tra Tallinn e Pärnu, da Riga a Bauska e Salacgrïva e da Marijampole a Vilnius via Kaunas. Esiste – sempre secondo quanto si legge del documento ­ anche una domanda consistente per quanto riguarda i servizi “extra­border”, ovvero oltre confine, in particolare per il Marijampole – Riga e Tallinn – Riga aeroporto. Per quanto riguarda, invece, il trasporto merci il progetto punta a raggiungere la media di 2­3 treni merci ogni ora, treni che viaggeranno ad una velocità media di 120 chilometri orari. Per questo motivo verranno appositamente realizzati terminal multimodali a Muuga in Estonia, a Sa­ laspils in Lettonia e a Palemonas in Lituania. Secondo le stime fornite dalla Rb Rail, l’80% dei treni merci trasporterà container intermodali e camion. «Il principale obiettivo del piano operativo consiste nell’indicare come le infrastrutture correlate al progetto Rail Baltica risponderanno alla sempre crescente do­ manda di trasporto nel medio e nel lungo periodo – spiega Jean­Marc Bed Mar, a capo del Systems & Operation della Rb Rail – Il tutto garantendo la massima capacità e il massimo sviluppo per tutte le tipologie di servizi ferroviari, da quelli dedicati ai passeggeri a quelli relativi al trasporto merci. Il piano operativo – conclude Bed­ mar ­ vuole essere una garanzia e, quindi, assicurare che la rete della Rail Baltica sia utilizzata in modo efficiente fin dal primo giorno della sua operatività e che il progetto, dopo un primo periodo di rodaggio, porti a un miglioramento esponenziale dei servizi per i passeggeri e per le merci».

L’Avvisatore Marittimo – 20/03/2019

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Padova, aumentano i cittadini-segnalatori. Giordani: “A tutti una risposta”

18 Marzo 2019

Con l’applicazione per segnalare buche nelle strade, illuminazione carente e altri problemi le segnalazioni sono aumentate del 25%: da 14 mila nel 2017 alle 21 mila nel 2018.

Finché era necessario chiamare un numero di telefono o inviare una mail al Pronto intervento manutenzioni del Comune di Padova arrivavano circa 14 mila segnalazioni all’anno. Un numero stabile da alcuni anni. Ma lo scorso anno, nel 2018, con l’entrata in funzione dell’app “PadovaPartecipa” le segnalazioni sono aumentate del 25%: oltre 21 mila, di cui più di 6 mila fatte direttamente dall’app. E d’altronde è molto più facile prendere il proprio cellulare, fare una foto e caricarla sull’applicazione.

Nonostante i numeri in crescita, il primo cittadino Sergio Giordani non si scompone e anzi assicura l’implementazione del servizio: “E’ giusto che i cittadini ci dicano tutte le cose che non vanno – spiega – Solitamente rispondiamo abbastanza velocemente, ma ho chiesto a tutti gli assessori di rispondere sempre. Una risposta va assicurata a tutti, anche quando ci sono cose che non si possono fare”.

Il quartiere con il maggior numero di segnalazioni è il numero 4 Sud-Est, cioè l’area della Guizza (1.272 casi), mentre curiosamente l’Arcella è tra i rioni meno con meno lamentele.

Il Mattino di Padova – 18/03/2019

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