Porti: Trieste sigla accordi con le ferrovie austriache

18 Marzo 2019

Con OBB, RCA e italiana RFI per sviluppo in Europa Centro-Est

Aumentare le relazioni ferroviarie con il Centro-Est Europa e rafforzare i collegamenti con la rete ferroviaria europea per promuovere lo sviluppo dei servizi intermodali con i terminal marittimi e terrestri dell’Europa centro-orientale. Sono gli obiettivi di due Memorandum siglati dal presidente Autorità Portuale Mar Adriatico Orientale, Zeno D’Agostino. Il primo è l’accordo firmato dal CEO delle ferrovie austriache OBB-INFRA Andreas Mattha, e da Christian Colaneri, direttore commerciale dell’italiana RFI; il secondo con Rail Cargo Austria (RCA). Gli accordi hanno una valenza particolare in quanto da oggi cominciano le celebrazioni per i 300 anni dell’istituzione da parte dell’imperatore Carlo VI del Porto Franco di Trieste. Sono inoltre allo studio soluzioni di corridoio doganale, anche ferroviario, che permetteranno di abbattere notevolmente il tempo di attesa della merce nelle aree portuali. Per D’Agostino, “gli accordi permetteranno di pianificare al meglio lo sviluppo futuro del porto di Trieste, offrendo garanzie sia a chi già vi opera sia a potenziali futuri investitori”. Andreas Mattha è convinto che Trieste sia “un modello da seguire per l’efficienza dell’interconnessione di diverse modalità di trasporto. Qui navi e ferrovia sono collegate e formano una catena logistica ottimale”. Dal 2015 ad oggi, è stato sottolineato, i traffici settimanali da Trieste verso Budapest sono venti volte più frequenti.

“La Rail cargo Austria è il primo operatore del nostro porto ha fatto quasi 3 mila treni l’anno scorso sui 9.700 complessivi, per cui è operatore fondamentale”, ha indicato Zeno D’Agostino subito dopo aver siglato il memorandum. Oggi “abbiamo siglato due accordi: uno riguarda i servizi e cioè il fatto che andremo a studiare insieme nuovi servizi intermodali non solo sul porto di Trieste, ma anche su Fernetti, su FreEste, su Cervignano, cioè su tutto il sistema complessivo; l’altro riguarda invece Rfi, Autorità di Sistema e Obb”. Nell’accordo con Rail cargo Austria il porto pensa a una partneship “sia per un terminal intermodale che è a Villacco, sia per un altro dove hanno quote notevoli che è a Budapest, uno dei mercati più importanti per il porto di Trieste”. La ricaduta per la città di Trieste? “Se vogliamo crescere, se vogliamo aumentare i traffici sul porto, la ferrovia è la componente principale del nostro sviluppo, dunque questo è un accordo fondamentale”, ha concluso D’Agostino.

Ansa/Mare – 18/03/2019

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Fortezza, con il Bbt nuova viabilità e stazione rifatta

16 Marzo 2019

L’opera. Iniziati i lavori per collegare statale 12 e area di emergenza della Galleria di base

Ieri sono iniziati i lavori per la costruzione del collegamento stradale tra statale 12 e la futura area di emergenza e di manutenzione a servizio della Galleria di base del Brennero nell’area della stazione ferroviaria di Fortezza. I costi dei lavori ammontano a circa 7,5 milioni e sono affidati da Bbt Se alle imprese E.Ma.Pri.Ce. spa di Bolzano e Transbagger srl di Campo Tures. Alla presenza dell’amministratore di Bbt Se Raffaele Zurlo, del sindaco di Fortezza Thomas Klapfer, del direttore dell’Osservatorio Bbt Martin Ausserdorfer e dei rappresentanti del raggruppamento di imprese, si è svolto al vecchio e stretto sottopasso di Riol un incontro in cui il direttore dei lavori Michele Ianeselli e il responsabile del procedimento Rosalia Di Bella hanno illustrato le varie fasi dei lavori che interesseranno l’abitato di Fortezza per i prossimi 14 mesi. L’intervento più importante consisterà nella realizzazione del nuovo sottopasso alla linea ferroviaria Verona-Brennero, accessibile tramite un breve tratto in galleria all’imbocco sud del paese di Fortezza. Tale sottopasso avrà una sezione maggiore rispetto a quello esistente e garantirà non solo il transito di mezzi di grandi dimensioni, ma anche un miglior collegamento con la frazione di Riol. Sono previste la sistemazione idraulica di un tratto del rio Riol e la demolizione di alcuni edifici in disuso nell’areale della stazione di Fortezza. “Questi lavori si svolgono a Fortezza. Per questo motivo – è stato detto – Bbt Se lavorerà con il massimo impegno per ridurre i disagi che i lavori comporteranno. Bbt Se ha assunto direttamente la direzione dei lavori, proprio per sorvegliare al meglio sulle opere”. “Apprezziamo l’attenzione di Bbt Se – ha detto il sindaco Klapfer – Siamo certi che anche quest’opera, una volta terminata, contribuirà a riqualificare questa parte del paese”.

Alto Adige – 16/03/2019

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Cgia: Il gap infrastrutturale costa 40 miliardi all’anno

E ci fa perdere 70 miliardi di export e ci costringe a 38 ore di code all’anno. L’elaborazione sui dati del ministero dei Trasporti, Sace e Commissione europea. Rispetto alla Germania, ricorda l’associazione, l’Italia sconta un gap del 24% per la qualità delle strade; del 40% per l’efficienza dei servizi ferroviari; del 18% per quella dei servizi portuali; del 199% per la copertura della linea internet ultraveloce.

Il gap infrastrutturale italiano costa 40 miliardi, ci fa perdere 70 miliardi di export e ci costringe a 38 ore di code all’anno. È quanto ricorda la Cgia in una nota che elaborando i dati del ministero dei Trasporti, Sace e Commissione europea lancia l’allarme competitività.

Rispetto alla Germania, ricorda l’associazione, l’Italia sconta un gap del 24% per la qualità delle strade; del 40% per l’efficienza dei servizi ferroviari; del 18% per quella dei servizi portuali; del 199% per la copertura della linea internet ultraveloce. Secondo gli artigiani, oltre alla realizzazione delle grandi infrastrutture materiali e immateriali, c’è bisogno di compiere molti interventi ‘minori’ ma indispensabili per la messa in sicurezza di tanti cittadini e di molte città e piccoli paesi.

L’88% degli 8 mila Comuni ha almeno un’area classificata ad alto rischio idrogeologico; il 40% circa delle abitazioni di edilizia residenziale pubblica è in zone ad alto rischio sismico; su circa 6.000 opere censite (gallerie, ponti, viadotti, etc.) quasi 2.000 necessitano di interventi urgenti; il 38% dell’acqua trasportata dal sistema idrico pubblico si perde per strada a causa dell’elevato livello di deterioramento della rete. «E a differenza di quanto sostengono in molti – si legge- la Cgia è convinta che la realizzazione delle grandi infrastrutture non escluda la messa in sicurezza del Paese e viceversa».

Il Piccolo/Nord Est Economia – 16/03/2019

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Via della Seta: Merlo (Federlogistica-Conftrasporto), non perdiamo risorse europee per cercarle in Cina

15 Marzo 2019

Cina e Nuova via della Seta: la strategia per il miglioramento dei collegamenti commerciali della potenza asiatica al centro dell’attuale dibattito pubblico coinvolge anche il Presidente di Federlogistica-Conftrasporto Luigi Merlo.

In risposta ai sostenitori più strenui del progetto, Merlo pone in evidenza il pericolo di parziale cessione di sovranità dell’Italia nell’adesione all’iniziativa. “Giustificare il teorico traffico marittimo  crescente  da e per il far est per motivare l’adesione dell’Italia alla Via della Seta è una pericolosissima semplificazione, a tratti una vera e propria mistificazione. Se fosse vera questa tesi, ogni grande nazione dovrebbe gestire un porto o la ferrovia nei Paesi  con cui commercia – ha dichiarato Merlo – Non si capisce per quale motivo l’unica condizione per incrementare i traffici con la Cina dovrebbe essere quella di cedere pezzi di sovranità del nostro Paese. Regole comuni, libero scambio, accordi doganali, reciprocità, lotta alla contraffazione, infrastrutture adeguate: questo dovrebbe favorire gli scambi indipendente da chi gestisce le infrastrutture”.

Il Presidente di Federlogistica sottolinea inoltre il rischio di perdere risorse europee in luogo di nuove da cercare all’Est: “Paradossale che mentre l’Italia rischia di perdere quelle europee per la Tav, cerchi risorse dalla Cina per altre opere, ed è altrettanto assurdo che, mentre l’Unione europea sta mettendo in discussione l’assetto della portualità italiana rispetto al complesso tema dei aiuti di Stato, si impedisca a una nazione di investire nelle proprie infrastrutture consentendo invece di farlo a un’altra nazione.”

Secondo Merlo il pericolo, soprattutto in proiezione futura, è serio: “Se si completasse il disegno di Pechino, nell’arco di 10-15 anni si rischierebbe di veder dipendere da un unico Paese il 70% delle principali infrastrutture strategiche mondiali”.
“L’Italia dovrebbe evitare di perseverare in una discussione politica provinciale, e iniziare a porsi seri interrogativi. Negli ultimi giorni questo è ciò che sta succedendo. Speriamo – ha auspicato in conclusione Merlo – che gli atti del governo ne tengano conto”.

Trasporti-Italia.com – 15/03/2019

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Autotrasporto, l’Austria chiude le frontiere ai camion italiani

Conftrasporto-Confcommercio chiede l’intervento urgente del ministro dei Trasporti e delle Infrastrutture Danilo Toninelli nei confronti dell’Austria. Al centro, il calendario sul ‘dosaggio’ dei Tir al Brennero, che appare alle associaizoni di settore ancora più restrittivo nel 2° semestre 2019.

“L’Italia deve pretendere la cessazione del contingentamento dei Tir alla frontiera con la Germania, una misura che ha, come unico scopo, quello di penalizzare gli autotrasportatori italiani – dice il vicepresidente di Confcommercio e Conftrasporto Paolo Uggè – La lettera inviata lo scorso febbraio al commissario europeo ai Trasporti Violeta Bulc è stata certamente una presa di posizione importante, ma non basta”.

“L’Austria sta proseguendo in maniera imperterrita, e ha deciso di prorogare il dosaggio alla frontiera con la Germania anche nel secondo semestre di quest’anno, portando le giornate interessate alla misura a ben 32, contro le 27 del 2018 – spiega Uggè –  Questa cosa non è più accettabile, dato che abbiamo ancora ben presenti le immagini dello scorso anno quando, alla frontiera con la Germania e alla faccia della lotta all’inquinamento tanto cara al governo austriaco, si formò una fila di oltre 20 Km di mezzi pesanti in attesa di poter rientrare in Italia”.

Conftrasporto chiede quindi al ministro Toninelli di “inviare una protesta ufficiale nei confronti dell’Austria, invitandola a eliminare questa restrizione, che – come è già stato riconosciuto dalla commissaria europea Violeta Bulc.- è contraria alle normative comunitarie”.

Trasporti-Italia.com – 15/03/2019

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L’Italia prova a coinvolgere la AIIB per sbloccare gli accordi sulla Via della Seta

Secondo quanto riferisce il Financial Times il nostro paese sarebbe in una fase avanzata dei colloqui per sostenere il programma Belt and Road Initiative nonostante l’avvertimento dell’UE e le pressioni di Washington. Stamattina a Roma in un vertice a palazzo Chigi il memorandum sulla via della Seta è passato senza modifiche: la Lega ha accettato l’impostazione data dal Mise.

L’Italia sta considerando di farsi finanziare dall’Asian Infrastructure Investment Bank come parte dei piani per diventare il primo paese del G7 ad appoggiare il conteso programma di investimenti globali “Belt and Road” (la nuova Via della Seta) di Pechino. Lo riferisce il Financial Times.  La AIIB è la più grande banca multilaterale per lo sviluppo infrastrutturale nell’area asia-pacifico. Nel 2015 Francia, Germania e Italia sono entrati come membri fondatori dell’istituzione finanziaria.

I due paesi, dice il quotidiano finanziario britannico, stanno pianificando di “esplorare tutte le opportunità di cooperazione” in Italia e “paesi terzi”, secondo il progetto di accordo di cinque pagine che riferisce il Financial Times ha avuto l’opportunità di leggere. L’ampio accordo coprirà aree quali politica, trasporti, logistica e progetti infrastrutturali.

La bozza mostra che l’Italia è in colloqui avanzati con la Cina e resiste alle pressioni di Washington e di Bruxelles per abbandonare tali discussioni in un momento di crescente preoccupazione per le ambizioni di Pechino e la potenziale minaccia alla sicurezza.

Il governo italiano intende firmare il “memorandum of understanding” sul BRI il 22 marzo, quando Xi Jinping, il presidente della Cina, visiterà Roma. Il potenziale coinvolgimento dell’AIIB, una banca multilaterale di sviluppo guidata da Pechino, suggerisce che l’Italia sta cercando modi per dissipare le preoccupazioni di Bruxelles rendendo l’accordo conforme alle norme dell’UE. Questo perché l’AIIB si presta secondo gli standard internazionali, inclusi gli appalti competitivi e gli studi sull’impatto ambientale, che sono richiesti all’interno dell’UE.

“Il potenziale coinvolgimento dell’AIIB nelle BRI in Italia è un punto di svolta”, ha affermato un diplomatico dell’UE a Bruxelles si legge ancora sul Financial Times. “Senza il coinvolgimento dell’AIIB nel prestito ai progetti, sarebbe difficile per le BRI arrivare in uno stato membro chiave dell’UE”.

I piani BRI cinesi mirano a finanziare e costruire infrastrutture in oltre 80 paesi in Eurasia, Medio Oriente e Africa. Gli Stati Uniti e i grandi paesi europei sono preoccupati che favoriscano le imprese cinesi, creino trappole del debito per gli stati beneficiari e siano utilizzati per rafforzare l’influenza strategica e militare di Pechino.

I piani, rivelati dal Financial Times la scorsa settimana, hanno scatenato proteste a Washington e Bruxelles. Diversi paesi dell’Europa centrale e orientale hanno già approvato i BRI, ma l’Italia sarebbe il primo paese del G7 a farlo. Roma crede che una più stretta collaborazione con la Cina possa aiutare a risolvere problemi tra cui l’alto debito pubblico e la migrazione illegale dall’Africa. Dalla crisi del debito europeo, le società cinesi hanno acquistato asset strategici come la rete elettrica del paese, i produttori high-tech e le marche di lusso.

Stamattina a Roma in un vertice a palazzo Chigi il memorandum sulla via della Seta è passato senza modifiche. La Lega – riferiscono fonti di governo del Movimento 5 stelle – ha accettato l’impostazione data dal Mise.  Via libera dunque alla firma. Al vertice – a quanto si apprende – presenti Conte, Di Maio, Tria, Moavero e  Salvini.

Il Piccolo/Nord Est Economia – 15/03/2019

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Venezia: Grandi navi, l’Autorità portuale ricorre al Mibac

Si tratta di aspetto tecnico su questioni gerarchiche

“L’Autorità di Sistema Portuale del Mar Adriatico Settentrionale è ovviamente favorevole alla tutela della città e dell’ambiente veneziano. Per questo l’Ente ha proceduto, come atto dovuto, a proporre un ricorso gerarchico per ribadire la competenza sulle aree interessate dal provvedimento, così come previsto dalla legge, propria del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti che esercita attraverso la propria articolazione funzionale ovvero l’Autorità di Sistema”. Lo afferma in una nota l’Autorità portuale precisando che il ricorso avverso è rivolto al Mibac e sulla questione Grandi navi da crociera.

Sulla sensibilità alla questione ambientale, rileva l’Autorità è la testimonianza “delle numerose iniziative e politiche volte a garantire piena integrazione della sostenibilità ambientale e della sostenibilità economica delle attività portuali”. Il ricorso é “una decisione volta a tutelare l’integrazione della sostenibilità ambientale ed economica delle attività portuali – aggiunge – ma, ancor più, a tutelare l’operatività del Canale della Giudecca a favore dei cittadini di Venezia”. “L’imposizione di un vincolo, così come formulata dal Ministero per i beni e le attività culturali sul Canale della Giudecca e sul Bacino di San Marco – conclude l’Autorità – metterebbe infatti a serio rischio la possibilità non solo di transito delle navi da crociera, di qualsiasi stazza, ma anche il trasporto pubblico e il trasporto urbano di merci e persone che ricorrono, per operare, agli spazi dati in concessioni a istituzioni pubbliche e soggetti privati”.

Ansa/Mare – 15/03/2019

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Il sindaco incontra a Roma il ministro Toninelli

14 Marzo 2019

Il ministro alle infrastrutture ed ai trasporti Danilo Toninelli oggi ha incontrato il sindaco Alessandro Ferro, il presidente del Consiglio Comunale Endri Bullo, il vicesindaco Marco Veronese ed il presidente della 4^ Commissione Consiliare (urbanistica, edilizia, LL.PP., trasporti, demanio e patrimonio) Daniele Padoan presso la sede del ministero di piazzale Porta Pia a Roma. Presente anche la consigliera regionale Erika Baldin.

«Oggetto dell’incontro sono state le maggiori problematiche della nostra città – spiega il sindaco di Chioggia Alessandro Ferro –, che vanno dalla presenza del deposito di Gpl in Val da Rio, alla mancanza di collegamenti viari e ferroviari sicuri ed efficienti. A tal proposito, prossimamente presenteremo al MIT uno studio di fattibilità sulla strada statale Romea. In merito alla crocieristica, il ministro Toninelli ha ribadito di essere in attesa di ricevere dall’Autorità portuale lo studio di fattibilità dei tre progetti, uno dei quali riguarda Chioggia, per poi arrivare ad una sintesi. Abbiamo dato la disponibilità per lo sviluppo del nostro porto in questo senso, data la vocazione turistica di Chioggia e l’opportunità di rilancio per l’economia locale. Se questa sarà l’indicazione finale del Ministero, avremo tempo e possibilità di individuare le modalità più appropriate a livello tecnico e di condividere il tema con la cittadinanza e le categorie interessate».

Chioggia News 24 – 14/03/2019

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Tirolo, filtro camion: ecco le nuove giornate in cui verrà effettuato il dosaggio

Il Land Tirolo ha reso noto l’elenco di ulteriori giornate durante le quali sarà applicato il “sistema di dosaggio” sui veicoli pesanti provenienti dalla Germania in transito sull’autostrada dell’Inntal – asse del Brennero – e diretti a sud, nel secondo semestre 2019. Ne ha dato comunicazione Anita con una nota.

Il filtro dei veicoli pesanti – che sarà attuato a Kufstein Nord – ammette in alcune giornate fino ad un massimo di 300 unità/h.

Riportiamo di seguito le date individuate

• Lunedì 1 luglio,
• Lunedì 8 luglio,
• Lunedì 15 luglio,
• Lunedì 22 luglio,
• Lunedì 29 luglio,
• Venerdì 16 agosto,
• Venerdì 4 ottobre,
• Lunedì 28 ottobre,
• Lunedì 4 novembre,
• Martedì 5 novembre,
• Giovedì 7 novembre,
• Martedì 12 novembre,
• Giovedì 14 novembre,
• Giovedì 21 novembre,
• Giovedì 28 novembre.

Trasporti-Italia.com – 14/03/2019

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Ferrovie, piano da un miliardo per le merci

13 Marzo 2019

Il Gruppo Fs Italiane ha sviluppato nel nuovo Piano industriale un robusto programma di rilancio del business merci, fondato sulla creazione del Polo Mercitalia. In sintesi: il piano prevede la crescita dei ricavi del settore merci, grazie al miglioramento della qualità del servizio offerto e della produttività dei fattori impegnati, da un miliardo di euro nel 2018 a oltre 1,5 miliardi nel 2023. Per centrare questi obiettivi sono stati pianificati, nei prossimi cinque anni, investimenti per circa un miliardo di euro.

«Mercitalia – spiega al Sole 24 Ore Gianfranco Battisti, amministratore delegato del gruppo Fs – è il più grande player italiano nel mercato europeo del trasporto merci e dispone di una delle più importanti flotte di locomotori e carri merci esistenti oggi in Europa. Lo sviluppo e il potenziamento del trasporto merci, insieme al trasporto delle persone con i collegamenti regionali a lunga percorrenza, sono le priorità del nostro Piano industriale. Nel piano assunzioni del nostro gruppo ben 600 persone saranno impegnate per raggiungere questo obiettivo».

Gli obiettivi

Risanare e riportare in utile il business del trasporto merci, un’attività storicamente in perdita per Fs Italiane ma che rappresenta circa l’8% del volume d’affari complessivo del gruppo al 2018 e il 7% circa dell’organico totale del gruppo Fs. Presentarsi al mercato, cioè al mondo delle imprese e degli operatori della logistica e del trasporto merci, come un unico interlocutore, ovvero facendo in modo che i clienti possano beneficiare di tutti i servizi offerti dalle diverse società della nuova realtà industriale senza però doversi preoccupare di interagire con più soggetti diversi. Sono questi gli obiettivi strategici del Piano industriale di Fs relativi al settore merci.

Gli investimenti

In particolare, per quanto riguarda gli investimenti verrà ammodernato e potenziato il parco rotabili (carri e locomotive), sviluppata l’attività manutentiva della flotta carri, costruiti nuovi terminal intermodali. Ulteriori investimenti riguarderanno l’information technology, la sicurezza e l’ampliamento del perimetro commerciale e operativo del Polo. Il piano è già in atto. Nei giorni scorsi è stata consegnata a Mercitalia Rail, società del Polo Mercitalia, la prima delle 40 nuove locomotive elettriche prodotte nello stabilimento Bombardier di Vado Ligure (Savona). Le nuove locomotive fanno parte del contratto siglato a dicembre 2017 da Mercitalia Rail e Bombardier, che prevede la consegna di cinque locomotive al mese, con il completamento della fornitura entro ottobre di quest’anno e l’opzione di ulteriori 20 unità nei mesi successivi, per un investimento di circa 180 milioni di euro.

L’interfaccia unica

Con la creazione del Polo Mercitalia, che occupa più di 5mila addetti in Italia e all’estero, Fs Italiane ha raggruppato tutte le aziende attive nel settore della logistica e del trasporto merci in un’unica unità organizzativa che, operando in modo coordinato e sinergico, è oggi in grado di competere nel mercato europeo offrendo ai clienti soluzioni integrate di trasporto merci e logistica che valorizzino la modalità ferroviaria. Grazie alla nascita di Mercitalia, avvenuta nel 2017, è stato avviato quel delicato e complesso processo di integrazione societaria che sta progressivamente portando le aziende del Polo ad agire come se fossero un’unica entità che opera sul mercato nel modo più efficace possibile.

Un business che genera valore

Nella visione di Battisti, il compito che Mercitalia avrà nei prossimi anni sarà quello di raggiungere gli obiettivi prefissati facendo diventare anche il business merci un generatore di valore e di competitività per Fs Italiane. Dovrà inoltre contribuire – in modo significativo – allo sviluppo economico del Paese, attraverso un dialogo costruttivo con il ministero dei Trasporti e con le organizzazioni degli operatori della logistica e del trasporto merci che porti a un’attenta valorizzazione delle peculiarità economiche e ambientali che connotano le diverse modalità di trasporto. Mercitalia dovrà quindi fornire un contributo importante per fare sì che il sistema di trasporto merci possa concorrere a favorire la crescita del Paese e la competitività delle imprese italiane.

Anche l’internazionalizzazione è una delle priorità di Mercitalia: nei prossimi anni una quota crescente di ricavi verranno generati da attività svolte in Europa. L’innovazione di prodotto e di processo giocherà un ruolo molto importante nello sviluppo che Mercitalia avrà nei prossimi anni: Mercitalia Fast, lanciato lo scorso novembre, rappresenta il primo servizio al mondo di trasporto ferroviario ad alta velocità dedicato alle merci. Mercitalia Fast, ovvero un treno Frecciarossa destinato esclusivamente al trasporto merci, collega – utilizzando la rete Alta Velocità/Alta Capacità italiana – ogni giorno (dal lunedì al venerdì), in tre ore e 30 minuti, l’Interporto di Bologna, uno dei più importanti hub logistici del Nord Italia, con il Terminal Mercitalia di Maddaloni-Marcianise (Caserta), la naturale porta d’accesso logistica al Sud del Paese.

Il Sole 24 Ore/Economia e Imprese – 13/03/2019

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