Grom (UTLC ERA): il 10% dei container trasportati per via marittima sulle rotte Asia-Europa potrebbe essere inviato via ferrovia

21 Febbraio 2019

L’azienda ha presentato un indice per determinare il valore dei trasporti lungo il corridoio euroasiatico

Il 10% dei container che attualmente vengono trasportati per via marittima sulle rotte tra l’Asia-Pacifico e l’Europa potrebbe essere inviato per via ferroviaria. Lo ha sottolineato Alexey Grom, presidente di United Transport and Logistics Company – Eurasian Rail Alliance (UTLC ERA), la società che gestisce oltre il 70% del trasporto delle merci in transito su treni container di linea sulla ferrovia a scartamento di 1.520 millimetri tra la Cina e l’Europa.
Evidenziando che UTLC ERA impiega cinque giorni e mezzo per il trasporto delle merci dalla Cina all’Europa su una tratta di 5.430 chilometri, intervenendo oggi alla fiera di Transpotec Logitec di Verona, Grom ha spiegato che attualmente «la movimentazione merci su container è il segmento del mercato del trasporto ferroviario più giovane e, al tempo stesso, in più rapida crescita. Il potenziale di questo settore – ha rilevato – rimane enorme: oltre 23 milioni di teu all’anno vengono consegnati in Europa dai Paesi della regione Asia-Pacifico e in direzione opposta via mare e fino al 10% di questo volume potrebbe essere consegnato attraverso le ferrovie euroasiatiche. Il nostro obiettivo strategico è quello di raggiungere il traguardo del mezzo milione di container trasportati sulle nostre rotte entro il 2025».
Grom ha specificato che il trasporto container lungo la Nuova Via della Seta registra una forte crescita e che nel 2018 il volume delle merci consegnate tra la Cina e l’Europa è aumentato del 35% rispetto al 2017 essendo ammontato a oltre 370.000 teu. Questo dato – ha osservato – mostra come i treni merci diretti verso la Cina rappresentino un’opportunità commerciale anche per le aziende italiane.
Nell’ambito del salone Transpotec Logitec la UTLC ERA, che è una joint venture partecipata con uguali quote dalle Ferrovie Russe (RZhD), dalle Ferrovie Bielorusse e dalle Ferrovie del Kazakistan, ha presentato l’Eurasian Rail Alliance Index ERAI e il sito web www.index1520.com dedicato al progetto. L’azienda ha reso noto che il nuovo Eurasian Rail Alliance Index, analogo agli indici SCFI e WCI, è un indice complesso in grado di determinare il valore dei trasporti lungo il corridoio euroasiatico nei territori di Russia, Kazakistan e Bielorussia.
UTLC ERA ha sottolineato che l’applicazione dell’ERAI supporta le aziende italiane ed europee nel calcolo automatico del costo del trasporto merci tra la Cina e l’UE. L’indice è calcolato sulla base di diversi fattori, tra cui il livello delle tariffe merci sullo scartamento 1.520 per il trasporto di container su rotaia; il livello delle tariffe per l’utilizzo di vagoni per il trasporto di container; il costo dei servizi presso i terminal per container e il tempo e la velocità del servizio di trasporto fornito. L’ERAI è stato ideato affinché tutti i paesi del corridoio euroasiatico coinvolti negli scambi commerciali est-ovest possano beneficiarne in egual misura.

InforMare – 21/02/2019

© Riproduzione riservata

Veneto: frena produzione,+2,2% IV trim.

19 Febbraio 2019

Nel quarto trimestre 2018 in Veneto la produzione industriale ha registrato un incremento del +2,2% sull’analogo periodo dell’anno precedente, la minor crescita rispetto ai trimestri precedenti (+3,2% nel primo, +4% nel secondo e +3,2% nel terzo). Il dato emerge dall’indagine VenetoCongiuntura, presentata oggi a Venezia dal presidente regionale di Unioncamere, Mario Pozza, ed effettuata su un campione di 1.575 imprese con almeno 10 addetti. La media del 2018 si attesta al +3,2%, inferiore rispetto al +4% del 2017. Su base trimestrale la variazione destagionalizzata è +1,8% (+5,7% il dato congiunturale grezzo). La performance migliore è nelle imprese di piccole dimensioni (+3,2%), seguite dalle medie e grandi imprese (+1,8%). La crescita più marcata ha riguardato i beni di investimento (+4,8%), a seguire i beni intermedi (+2%) e di consumo (+0,4%). A livello settoriale la tendenza positiva è evidente nel comparto del marmo, vetro, ceramica (+4,1%), alimentare, bevande e tabacco (+3,8%), macchine elettriche ed elettroniche (+3,7%), variazioni negative per mezzi di trasporto (-6,3%), carta, stampa ed editoria (-2,2%), gomma e plastica (-0,9%).

L’Arena – 19/02/2019

© Riproduzione riservata

Venezia-Duisburg: un nuovo servizio ferroviario per il trasporto merci

Un servizio di trasporto per aumentare l’operatività ferroviaria del Porto di Venezia rendendolo punto di partenza delle merci in transito via Tarvisio, con collegamenti sull’asse scandinavo/mediterraneo. È il nuovo servizio ferroviario regolare, che collegherà il porto di Venezia all’interporto di Duisburg, presentato al Terminal delle Autostrade del Mare di Fusina alla presenza dell’Assessore comunale allo Sviluppo e economico e Infrastrutture Simone Venturini, del presidente dell’Autorità di Sistema portuale del Mare Adriatico Settentrionale Pino Musolino e del comandante della Capitaneria di Porto di Venezia Stefano Meconi.

A partire da marzo, il servizio ferroviario unirà in 29 ore Venezia all’interporto di Duisburg, in Germania, con una cadenza dalle due alle tre volte a settimana, e permetterà di spedire semirimorchi, container e casse mobili di ogni tipologia di merce in Nord Europa, nei paesi Baltici, Russia, Asia e viceversa.

“Grazie agli operatori che hanno scelto di investire in questa città e in questo porto – ha dichiarato l’Assessore Venturini – perché questo nuovo servizio di trasporto su rotaia è la miglior risposta alle scelte di questa Amministrazione. Come Comune di Venezia infatti invochiamo e rivendichiamo l’importanza di Venezia e del suo Porto nello scenario nazionale e internazionale, anche dal punto di vista economico e commerciale. Spesso si parla di Venezia solo come porto passeggeri, ma in realtà è anche uno dei principali porti commerciali d’Italia e d’Europa, è una porta di accesso importantissima per il centro e nord Europa”.

Trasporti-Italia.com – 19/02/2019

© Riproduzione riservata

Ciclovie: Pizzimenti, Fvg capofila della Trieste-Lignano-Venezia

18 Febbraio 2019

“Il Friuli Venezia Giulia è strategico nella rete delle ciclabili europee poiché qui si trova lo snodo tra la ciclovia europea EuroVelo 8-Mediterranean Route e la ciclovia Alpe Adria. Per questo ho chiesto e ottenuto che la nostra Regione sia capofila della ciclovia nazionale Trieste-Lignano Sabbiadoro-Venezia entrata a pieno titolo nel sistema nazionale delle ciclabili turistiche”.

Lo ha annunciato l’assessore regionale a Infrastrutture e Territorio, Graziano Pizzimenti, intervenuto oggi a Cervignano del Friuli (Udine) nell’ambito di un convegno sul cicloturismo, promosso dall’Uti Agro-Aquileiese. La ciclovia nazionale Trieste-Lignano Sabbiadoro-Venezia, che si sovrappone alla ciclovia regionale Adria-Bike (Fvg2) e alla EuroVelo8 (che collega la costa settentrionale del Mediterraneo da Cadice ad Atene) ha una progettazione e realizzazione interregionale finanziate dal ministero delle Infrastrutture (Mit) con 16,6 milioni di euro. Attualmente è in corso la predisposizione del Protocollo di intesa fra le Regioni e il Mit per la definizione dell’iter progettuale complessivo e per l’esecuzione delle prime opere.

“Il turismo a due ruote è un asse fondamentale per lo sviluppo dell’economia regionale su cui stiamo investendo ingenti risorse” ha affermato Pizzimenti, secondo il quale “i progetti più ambiziosi diventano realizzabili quando ad attivarsi congiuntamente ci sono tre attori: la Regione per la parte infrastrutturale, i Comuni per la messa in rete dell’offerta turistica e i privati per gli investimenti su ricettività e accoglienza”. Una sinergia che ispira il progetto “Un mosaico da scoprire su due ruote” presentato dall’Uti Agro-Aquileiese e finanziato dalle Intese per lo sviluppo con fondi regionali per complessivi 2,75 milioni di euro.

In quest’ambito, il primo studio di fattibilità, affidato all’Università Cattolica del Sacro Cuore, individua una rete cicloturistica intercomunale nel territorio che va da Palmanova a Grado, passando per Cervignano, Aquileia, Torviscosa e le campagne limitrofe. Una serie di itinerari unisce punti di interesse tematici (residenze storiche, cantine e aziende agricole d’eccellenza, chiesette di campagna e paesaggi lagunari) raggiungibili sulle due ruote seguendo percorsi circolari che fanno perno sulle due principali ciclovie regionali che si intersecano in questo lembo della Bassa friulana, la Alpe Adria (Fvg1) e la Adria Bike (Fvg2).

L’obiettivo, illustrato dal presidente dell’Uti, il sindaco di Cervignano Gianluigi Savino, è quello di trattenere i cicloturisti sul territorio (sono oltre 140 mila i passaggi registrati annualmente sulla sola Alpe Adria), sviluppando un’economia locale dedicata. Obiettivo che potrà essere raggiunto con maggiore efficacia attivando alcune collaborazioni preziose in ambito promozionale con PromoturismoFvg, Federazione Italiana Amici della Biciletta (Fiab Fvg) e, per il sistema intermodale, con i gestori degli scambi bici-bus e bici-treno (Trenitalia, treno transfrontaliero Micotra, aziende di trasporto locali su gomma).

Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia/Notizie dalla Giunta – 18/02/2019

© Riproduzione riservata

Turismo e turisti nel Veneto: uno studio della Regione rivela le caratteristiche della principale industria del territorio

Sarà disponibile da domani nel portale della Regione del Veneto, all’indirizzo http://statistica.regione.veneto.it/pubblicazioni_elenco_altro.jsp, uno studio ampio e approfondito sul turismo realizzato dall’Ufficio di Statistica regionale intitolato “Analisi del Sistema turistico del Veneto: la domanda, l’offerta, l’impatto economico, sociale e ambientale”.

“Siamo la Regione leader in Italia nel turismo – spiega l’assessore veneto, Federico Caner – e la conoscenza di questo fenomeno, delle sue diverse e numerose implicazioni economiche, sociali e territoriali, è fondamentale per definire le strategie di gestione di quella che è anche la più importante industria regionale, i cui sviluppi e mutamenti condizionano le scelte di governo in molti altri ambiti, da quello della mobilità e infrastrutture a quello urbanistico, da quello dei servizi alla persona a quello del commercio, soltanto per citarne alcuni”.

“Dopo la presentazione alla BIT di Milano del nuovo portale di settore e in attesa di disporre dei dati ufficiali dei flussi turistici del 2018 nel Veneto – prosegue Caner –, il pregevole lavoro del nostro Ufficio di Statistica consente di valutare, sulla base di dati reali e di stime attendibili, quale impatto abbia il turismo in un territorio totalmente vocato a questa economia, ma anche di capire le caratteristiche dei diversi comprensori che compongono ‘The Land of Venice’, indagando situazioni e fatti di stringente attualità come quelli del sovraffollamento di talune destinazioni, della stagionalità e della forza del turismo nel generare ricchezza e occupazione”.

Questi, in sintesi, i principali contenuti dell’indagine:

Ricchezza e occupazione creati dal sistema turistico

In Veneto dai circa 10 milioni di arrivi turistici totali nel 1997 si è giunti agli oltre 19 milioni nel 2017, registrando un aumento dell’85,2% in vent’anni, pari a una crescita media annua del 3,2%. Le presenze turistiche totali sono passate dai 51 milioni del 1997 agli oltre 69 milioni del 2017, +35,3% e crescita media annua dell’1,5%.

Se non vi sono dubbi, quindi, sul fatto che la domanda di turismo in Veneto ha registrato negli ultimi anni una continua crescita, più difficile è misurarne l’entità dell’impatto economico, in quanto il settore è ampio e articolato, con un insieme di prodotti e servizi che trovano origine anche in industrie diverse. In base alle stime del World Travel & Tourism Council, la ricchezza del comparto ‘viaggi e turismo’ generata nel 2017 nel mondo è di 8.272 miliardi di dollari e in Italia è di 223 miliardi di euro.

Anche l’Ufficio di statistica della Regione del Veneto ha voluto fare un esercizio dando un quadro sintetico di una filiera turistica “parziale” generata dalle imprese con attività finalizzate completamente o prevalentemente ad attrarre e soddisfare i bisogni espressi dai turisti. Il fatturato generato dalle attività produttive venete dell’aggregato turistico considerato è pari a 15 miliardi di euro nel 2015 e pesa per il 9,8% del fatturato totale italiano del settore. Le sole imprese ricettive venete nel 2015 hanno realizzato un fatturato che sfonda abbondantemente il tetto dei 3 miliardi di euro.

Nel 2017, in Veneto, gli occupati in aziende turistiche del ricettivo, ristoranti, agenzie di viaggio, tour operator, trasporto aereo e marittimo di passeggeri, erano 112.400, 32 mila unità in più rispetto al 2011 (+40%). Il lavoro turistico si contraddistingue per una presenza maggiore di appartenenti alle giovani classi (under 35), più frequentemente con un tipo di contratto a tempo determinato (37% contro il 15% del totale settori), con la più rilevante presenza di stranieri (24%). L’aspetto più caratterizzante è la tipologia dell’orario: se la percentuale di occupati veneti che lavorano di sera non va oltre il 22%, per gli occupati nel turismo supera il 71% e la percentuale di persone che lavorano di notte raggiunge il 40%.

Il profilo del turista in veneto

I turisti stranieri in Veneto viaggiano in compagnia (solo il 20% lo fa in solitudine) e nel 2017 hanno speso complessivamente 5,9 miliardi di euro (105 euro al giorno a testa). La spesa media giornaliera più bassa si riscontra per la vacanza al mare (circa 67 euro), a cui si accompagna però la più elevata spesa totale pro capite (circa 490 euro) per effetto della lunga permanenza nei luoghi di villeggiatura (più di 6 notti). Al lago il turista straniero spende al giorno un po’ di più (circa 76 euro), ma  il soggiorno è più breve (circa 5 notti). Le vacanze per cui giornalmente si spende di più sono quelle culturali (134 euro al giorno), enogastronomiche o ‘green’ (circa 132 euro).

I tedeschi contribuiscono più di tutti gli altri stranieri: spendono solo 78 euro al giorno ma soggiornano a lungo, soprattutto al mare e al lago, per un importo totale che supera il miliardo di euro all’anno. Americani, russi e cinesi spendono al giorno una cifra  attorno ai 200 euro e permangono 2-4 notti. I giapponesi concentrano tutta la spesa in uno o due notti, ma spendono le cifre più elevate, mediamente 255 euro al giorno.

Nel complesso dei viaggiatori stranieri si registra un maggior coinvolgimento della popolazione maschile (60%) e una prevalenza delle persone di mezza età: circa il 20% ha 25-34 anni, circa il 30% ha 35-44 anni, quasi il 40% è tra i 45 e i 64 anni.

Prevale il viaggio con un’unica tappa, segue il viaggio con più tappe in Italia, di cui una sola in Veneto, mentre il 7% dei viaggiatori stranieri pernottano in diverse località della nostra regione (quasi un milione all’anno). È questa la fetta che potrebbe essere ampliata, proponendo al turista non solo le località più rinomate, ma attirandolo verso le altre preziose e molteplici destinazioni del nostro territorio.

La stagionalità

Il flusso di turisti nel Veneto è caratterizzato da una forte stagionalità, soprattutto nelle località balneari, lacuali e montane. Dal 2001 a oggi, però, si assiste a un leggero miglioramento per i comprensori lacuale, montano e termale. In particolare al lago si riduce la concentrazione in estate a favore dell’autunno, in montagna aumenta la quota di chi predilige l’estate e l’autunno e per le terme, infine, è aumentata l’attrattività della stagione invernale. Sono gli italiani i clienti più propensi a distribuirsi maggiormente durante la stagione: viaggi a breve percorrenza, ripetibili, meno costosi, in momenti meno affollati sono fattori determinanti per una scelta del periodo di svago e relax anche in mesi di media-bassa stagione.

L’impatto del turismo sull’ambiente, il territorio e la popolazione

L’istituzione del ‘contributo di ingresso’ a Venezia ha riproposto decisamente il tema, che non riguarda solo la città lagunare, del delicato equilibrio tra turismo, popolazione residente e ambiente. Il cosiddetto overtourism provoca degrado sociale e ambientale, inquinamento, appiattimento culturale, deterioramento del patrimonio artistico, perdita delle tradizioni locali, soprattutto quando società e ambiente risultano essere più fragili e delicati. D’altro canto, la scarsità di turismo può portare all’impoverimento di un’area e alla riduzione delle risorse finanziarie e dell’interesse per migliorarla e conservarne il patrimonio ambientale e culturale.

Considerando i turisti giornalieri e quelli che pernottano in una delle strutture turistiche della regione, si contano mediamente 46 turisti per 1.000 abitanti al giorno, valore che sale a 103 ad agosto, il mese di maggiore affluenza turistica.

Sommando la presenza dei turisti a quella dei residenti, in certi periodi dell’anno si verifica che la pressione sul territorio raggiunge anche le 292 persone per kmq, quando per il solo effetto dei residenti è di  267 abitanti per kmq.

Venezia a parte, l’impatto del turismo sulla popolazione è più intenso nei comprensori “balneare” e “lago”, molto al di sopra della media regionale. In agosto, in molte di queste località, il numero dei turisti è superiore a quello della popolazione: 1.043 turisti al giorno ogni 1.000 abitanti al “lago”, 1.296 al “mare”. Nelle zone termali i flussi turistici sono maggiormente distribuiti durante l’anno e la pressione sulla popolazione varia da una media annua di 138 turisti per 1.000 abitanti al valore massimo di 183 nel mese di ottobre. In montagna l’impatto del turismo sulla popolazione si mantiene a livelli inferiori (mediamente 46 presenze ogni 1.000 residenti nell’anno), anche nei mesi di massima affluenza turistica (138).

Regione del Veneto/Comunicato stampa N° 259 del 18/02/2019

© Riproduzione riservata

Tav, gli espropri a Castelnuovo

Anche a Castelnuovo del Garda decine di cittadini e numerose aziende dovranno cedere, in via definitiva o in via temporanea, porzioni di aree per i lavori connessi al passaggio della linea ferroviaria Tav. Come già fatto con Peschiera, pubblichiamo anche per Castelnuovo l’elenco di imprese, privati ed enti coinvolti nell’opera. Sul territorio comunale sarebbero già numerosi gli accordi bonari che il consorzio Cepav Due sarebbe riuscito a chiudere con i proprietari dei terreni in prossimità del futuro sedime della ferrovia ad alta velocità. Aree perlopiù definite catastalmente come vigneti, seminativi e incolte, eccezion fatta per quelle di proprietà dell’autostrada A4. I dati che seguono sono tratti dall’ultima versione del piano particellare di esproprio redatto dal consorzio Cepav Due dopo l’approvazione da parte del Cipe del progetto definitivo dell’opera (delibera 42/2017). Va sottolineato che modifiche sono ancora in corso sulla base delle integrazioni al progetto esecutivo. A Castelnuovo a subire la sottrazione maggiore di aree sarà l’azienda Ballarini srl che si occupa di scavi e demolizioni e ha sede in località Campagna Bassa a Cavalcaselle: quasi 33mila i metri quadrati interessati dagli espropri per la ferrovia e per le opere di mitigazione ambientale connesse. C’è poi la società Tommasi Viticoltori con sede a San Pietro in Cariano, per la quale sono conteggiati oltre 23mila metri quadrati, seguita dalla società agricola La Rinascita e dall’azienda Di Canossa Matilde srl, collegata al Golf Club Paradiso che si estende tra Castelnuovo e Peschiera. In questa zona di confine tra i due Comuni inizierà la galleria denominata «Paradiso», lunga un chilometro e mezzo. Il Comune di Castelnuovo dovrebbe cedere poco più di 8mila metri quadrati («tutte aree senza valore», specifica il sindaco Giovanni Peretti). In totale, sul territorio castelnovese le aree occupate da immobili da demolire risultano essere di circa 700 metri quadrati, di cui oltre la metà di proprietà di Gardaland srl: si tratta di alcuni edifici, disabitati da tempo, collocati appena dopo il sottopasso autostradale di via Mantovana a Cavalcaselle, che la società del parco divertimenti ha acquisito anni fa assieme ad alcuni terreni in questa zona. Stando alle tabelle di esproprio, circa 6mila metri quadrati serviranno inoltre per ospitare i «ricettori acustici», strumentazioni previste tra le prescrizioni riportate dal Cipe che monitorano il rumore prima, durante e dopo la realizzazione dell’opera.

L’Arena – 18/02/2019

© Riproduzione riservata

Trieste-Venezia ferma e Santoro se la prende con leghisti e grillini

17 Febbraio 2019

Sulla velocizzazione della tratta ferroviaria TriesteVenezia è iniziato il rimpallo di responsabilità. I lavori di realizzazione dell’intervento da 1,8 milioni di euro che ha preso il posto della Tav orientale nel piano investimenti di Rfi non sono partiti, i progetti non ci sono e nemmeno le risorse (salvo 200 milioni di euro). Ma di chi è la responsabilità?La consigliera regionale Mariagrazia Santoro (Pd), già assessore ai Trasporti nella giunta Serracchiani, punta il dito contro gli esponenti regionali di M5s e Lega: «Dovevano darsi da fare prima – attacca la democratica – quando si costruiva la Finanziaria nazionale, e far inserire dal governo amico le risorse che servono alla velocizzazione della tratta TriesteVenezia. Non serve a niente lamentarsi, solo per aver qualcosa da dire: ricordino che per la nostra regione il governo ha messo zero euro».Replica così Santoro alle dichiarazioni del consigliere pentastellato Cristian Sergo e del suo successore ai Trasporti, Graziano Pizzimenti, in merito alla mancanza di risorse necessarie ad avviare i cantieri. Per Santoro, «una parte dei 200 milioni disponibili dovrebbe essere stata spesa sul nodo di Latisana, ma è evidente che vorremmo fosse rapidamente impiegato anche il resto. E auspichiamo che poi arrivi almeno una consistente altra tranche per avanzare con i lavori: Fedriga e Patuanelli dovrebbero cominciare a fare pressioni già da ora. Perché queste – affonda Santoro – non sono opere che si fanno con i pochi milioni per gli investimenti annunciati con il patto Stato-Regione».La risposta di Sergo arriva a stretto giro. «È avvilente verificare che chi doveva occuparsi di queste cose negli scorsi 5 anni non abbia idea di cosa è stato fatto, vale dire nulla per velocizzare la linea salvo un polo intermodale per rallentarla, e non dia spiegazioni sul perché le Frecce oggi ci mettano dieci minuti in più a percorrere la TriesteVenezia rispetto al passato».

Messaggero Veneto – 17/02/2019

© Riproduzione riservata

Tir e limiti austriaci «Governo e gestori di rete intervengano»

16 Febbraio 2019

Il sistema dei trasporti lungo le direttrici alpine si rivela fragile. Eppure, è vitale per l’economia italiana. Il valico del Brennero, strategico per muovere merci e persone, ha evidenziato le proprie falle in occasione delle recenti nevicate. Gestori della rete e Governo devono monitorare la situazione ed intervenire. La questione si somma al nodo del dosaggio del traffico pesante imposto dal Tirolo, che aggiunge divieti e limitazioni. «Il Governo deve intervenire contro le misure imposte dall’Austria», sollecita Andrea Manfron, direttore di Fai, la Federazione degli autotrasportatori, che fa capo a Conftrasporto-Confcommercio. Confartigianato condivide ed evidenzia lo scarso senso dei provvedimenti restrittivi, che di fatto limitano in maniera scientifica la circolazione dei tir, ma solo se in transito e diretti ad altri Paesi Ue. Manfron parte dall’analisi sull’abbondante nevicata che ha mandato in tilt il traffico al valico del Brennero. «Alcuni autotrasportatori, per lo più stranieri, non hanno brillato in correttezza e hanno contribuito ad aggravare l’emergenza non rispettando le più elementari regole di circolazione», denuncia; «alcuni mezzi non avevano montato o, peggio, non erano in possesso di catene o pneumatici invernali». Ciò ha creato caos ed ostacolato la circolazione per ore. «La dirigenza della A22 rifletta pure sulla mancata informazione e sulla carenza di strumenti e opere per la sicurezza statica e dinamica, ancora limitati ed insufficienti», ammette Amedeo Genedani, presidente di Confartigianato Trasporti. «La categoria dell’autotrasporto merci», aggiunge Lucia Caregnato, presidente di Confartigianato Trasporti Verona, «insieme al mondo della manifattura e della produzione italiane hanno bisogno di certezze e garanzie di transito per continuare ad essere la forza propulsiva in grado di muovere l’economia nazionale, l’export e dunque accrescere il Pil del Paese». I veicoli pesanti italiani non possono continuare a subire il divieto h24 di sorpasso ed il passaggio notturno. «Introdurre almeno il sorpasso dinamico, sull’autostrada del Brennero sarebbe un segnale di ascolto e di attenzione per il settore, purtroppo sottostimato e poco ascoltato», conclude Amedeo Genedani.

L’Arena – 16/02/2019

© Riproduzione riservata

Treno Verde 2019: FS Italiane verso una mobilità sempre più sostenibile

15 Febbraio 2019

Un viaggio in 12 tappe da Palermo a Milano e 4 carrozze che si trasformano in laboratori itineranti e luoghi di dibattito. Torna Treno Verde, la campagna di Legambiente e Ferrovie dello Stato per la mobilità sostenibile giunta alla sua 31a edizione.

Occasione giusta, quella di Treno Verde 2019, per presentare nuove iniziative del Gruppo FS Italiane, legate ai temi del trasporto, dell’inquinamento e dello sviluppo,  orientate dalla bussola della sostenibilità.
Trasporto su ferro come spina dorsale della mobilità green, grazie anche a nuove scelte industriali: “La sostenibilità ambientale, sociale ed economica è valore fondamentale per i nostri processi industriali e proietta il Gruppo verso un futuro più attento allo sviluppo sostenibile – ha dichiarato Gianfranco Battisti, AD di FS Italiane  – Per questo motivo, innovazione e tecnologia, determinanti per lo sviluppo sostenibile dei territori, anche quelli più periferici, sono i temi dell’edizione 2019 del Treno Verde e costituiscono il fulcro delle idee e dei progetti delle start up presenti a bordo. La cultura della sostenibilità è un pilastro del Piano industriale che stiamo elaborando”.

Una strategia votata ad efficienza energetica, fonti rinnovabili e qualità della vita dimostrata dall’efficientamento dei processi industriali e dal rinnovo della flotta mezzi. Ne è un esempio l’utilizzo del Frecciarossa 1000, primo treno AV a ricevere la certificazione di impatto ambientale con un tasso di riciclabilità fino al 100%” e l’investimento sui nuovi treni regionali Rock e Pop, al top dell’efficienza energetica con il 30% di consumi in meno e una riciclabilità fino al 96%. Nel trasporto collettivo su gomma, inoltre, continua il rinnovo del parco autobus di Busitalia con l’acquisto di mezzi motorizzati Euro 6 in grado di garantire bassi consumi energetici. Attenzione anche nella realizzazione di opere infrastrutturali con un utilizzo più razionale delle risorse tale da limitare le emissioni di gas effetto serra.

Trasporti-Italia.com – 15/02/2019

© Riproduzione riservata

Mom 4.0: a Treviso il trasporto pubblico è sempre più smart

La rivoluzione 4.0, intesa come digitalizzazione e innovazione di servizi e processi, è il più grande cambiamento che le imprese stanno attualmente affrontando. Mobilità di Marca Spa, azienda dei trasporti della provincia di Treviso,  nel guardare all’ultimo anno, segna un bilancio più che positivo nel campo della  “mobilità digitale”.

“Il 2018 – spiega il Presidente MOM, Giacomo Colladon –  ha segnato una svolta nell’ambito dei servizi per la Clientela, in particolare sul fronte degli acquisti digitali: quasi 200 mila quelli effettuati nel 2018, 543 ogni giorno, più di 22 ogni ora, segnando un +60% sul fronte degli incassi da canali on line. Avere “a portata di mano” i servizi di trasporto pubblico ne innalza la qualità e, siamo certi, potrà avvicinare nuovi utenti alla mobilità collettiva”.

MOMUP, la nuova App brandizzata MOM piace agli utenti del trasporto pubblico, registrando oltre 26mila download nel corso dell’ultimo anno. Utile per le informazioni su linee, orari e fermate, l’App è anche strumento apprezzato per l’acquisto da mobile dei biglietti e il rinnovo abbonamenti. Nel 2018, si è raggiunta quota 27.600 transazioni. A MOMUP si aggiungono altri applicativi cui MOM Spa ha scelto di aderire al fine di fornire alla Clientela un ventaglio di possibilità per l’acquisto smart: MyCicero, piattaforma nazionale (5.510 transazioni) e DaAaB (550 acquisti) ultima nata nel corso del 2018,  vede l’adesione di alcuni tra i principali vettori del Veneto in ottica di biglietto unico regionale. In totale, tramite App per smartphone sono stati acquistati 33.600 titoli di viaggio (biglietti, carnet, abbonamenti), cui si aggiungono le 154.700 transazioni tramite SMS (sistema di acquisto che MOM ha introdotto nel 2013, prima tra le aziende di trasporto italiane).

Il vero boom, però, si è registrato con il sito www.mobilitadimarca.it: dal nuovo portale rinnovato è ora possibile sia il tesseramento e l’acquisto di un nuovo abbonamento, sia il rinnovo. La modalità on line riscuote gradimento, registrando oltre 5mila transazioni (+60%) relative tutte alla clientela abbonata. Quasi mille abbonati annuali hanno scelto l’acquisto on line, senza passare in biglietteria, con una crescita del +94%.

“Nel corso dei primi mesi del 2019 – afferma il direttore generale, Giampaolo Rossi – siamo pronti ad un nuovo passo avanti con la possibilità di pianificare il viaggio e acquistare qualsiasi tipologia di biglietto direttamente dal sito. I biglietti compariranno direttamente sul proprio smartphone tramite MOMUP. Oppure è possibile caricare un credito nel proprio borsellino da cui scalare i biglietti/abbonamenti acquistati, un sistema facile anche per i genitori che possono così attivare una “ricarica trasporto” per i propri ragazzi direttamente sul loro telefonino”.

Le biglietterie virtuali sono andate moltiplicandosi nel corso dell’ultimo anno anche con l’inserimento della rete bancomat di Intesa San Paolo e la presenza del rinnovo abbonamento MOM tra i pagamenti delle utenze: oltre 2mila le transazioni nel 2018 (+44%). Infine l’acquisto a bordo con carta di credito, introdotto sperimentalmente solo sui mezzi in servizio sulla Linea 6: il sistema di acquisto contact less è stato utilizzato da oltre 2.700 passeggeri.

Il digitale ha inoltre trasformato la comunicazione MOM rendendola in real time. Il nuovo sito completamente rivisto e in costante aggiornamento segna  1,3 milioni di accessi nel 2018 (+17%). L’azienda ha inoltre ampliato la propria presenza sui social media: oltre a Facebook, Twitter e YouTube, è nato anche il nuovo canale Telegram Servizio Clienti MOM. MOM è inoltre entrata nell’applicativo MOOVIT, la maggiore App mondiale dedicata al trasporto pubblico.  Un protocollo per la comunicazione d’emergenza ha, infine, consentito di realizzare un’informazione immediata di alert (tramite sito, social, App e call center) in caso di variazioni dei servizi o situazioni di emergenza. Il banco di prova del maltempo con chiusura al transito del Ponte della Priula, tra ottobre e novembre, ha dimostrato tutta l’efficacia dei nuovi strumenti: tramite web e social, MOM ha raggiunto circa 100mila persone in pochi giorni consentendo un’informazione capillare su deviazioni, cambi di orario e servizi sostitutivi con treno.

Trasporti-Italia.com – 15/02/2019

© Riproduzione riservata