Il sindaco Ferro apre alle grandi navi

15 Febbraio 2019

Dopo l’ultimo parere del ministro Toninelli, possibilista sull’arrivo delle grandi navi in porti offshore, anche il sindaco di Chioggia, fino a ieri assolutamente contrario all’approdo delle mega navi da crociera in laguna (tanto ad essere stato l’unico sindaco della gronda lagunare ad avere votato contro le grandi navi nel tavolo che aveva visto impegnato il porto di Venezia assieme al ministero dei trasporti e delle infrastrutture), ora sembra, almeno in parte, aver cambiato idea.

Il primo cittadino clodiense, infatti, in una nota stampa dell’ultima ora, pur ammettendo le criticità del transito delle grandi navi, apre ad una possibilità di poter aver navi da crociera dalla stazza importante anche a Chioggia, difficilmente ovviamente nel porto dei Saloni (fondali e Mose non consentono il transito di imbarcazioni di determinate dimensioni), ma più verosimilmente in un porto offshore, insomma molti indizi portano a pensare al progetto presentato da VGate, con il terminal d’altura di fronte alla foce del Brenta.

«Sul tema delle grandi navi – afferma il sindaco Ferro – è in corso in queste settimane, presso il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, un dialogo costruttivo con tutti i soggetti coinvolti, istituzioni e portatori di interesse, al fine di individuare una rotta alternativa che preservi le specificità ambientali del luogo. Un obiettivo comune del Governo e di questa Amministrazione. Si sta dunque procedendo in un clima di collaborazione, per approfondire la fattibilità di alcune ipotesi progettuali e acquisire tutti gli elementi utili a giungere a una soluzione condivisa dalle parti interessate. Al momento non mi sento di dire di più; sono consapevole delle criticità del tema, ma anche che il porto di Chioggia necessita di un rilancio atteso da troppi anni».

Chioggia News 24 – 15/02/2019

© Riproduzione riservata

Lavori pubblici: Pizzimenti, task force per accelerare avvio opere

Sbloccare le risorse finanziarie già stanziate agli enti locali per realizzare le opere pubbliche nel territorio regionale: si occuperà di questo la task force, formata da dipendenti pubblici del comparto regionale e liberi professionisti, che supporterà gli enti per accelerare e attuare le procedure d’appalto di lavori pubblici in modo da dare avvio alla realizzazione di opere e quindi promuovere economia e occupazione.

È quanto ha disposto oggi la Giunta regionale su proposta dell’assessore alle Infrastrutture e Territorio Graziano Pizzimenti.

Complessivamente per investimenti in lavori pubblici le risorse disponibili sul bilancio regionale sono pari a 900 milioni, di cui 525 mln a favore degli enti locali (111,4 mln), del sistema la casa (55,4) e della viabilità locale ex Province (oltre 50 mln); consentire una cospicua attività progettuale nel corso del 2019 è la priorità per poter dare avvio alla spesa.

A questo scopo, ha comunicato alla Giunta Pizzimenti, occorre predisporre con urgenza misure per l’affidamento di incarichi di progettazione anche a professionisti esterni, con il coinvolgimento degli Stati generali delle costruzioni, degli enti locali e di tutti i soggetti portatori di interessi.

“Ho incontrato recentemente i rappresentanti degli Stati Generali delle costruzioni – ha fatto sapere Pizzimenti – per condividere i criteri per l’iscrizione nell’elenco regionale di candidati idonei a comporre le unità specializzate e quindi all’incarico di Resposabile unico del procedimento (Rup) e per stabilire la remunerazione in linea con i parametri generali professionali”.

Per dare operatività all’elenco, dopo la riunione e con la collaborazione degli Ordini professionali degli architetti, degli ingegneri e dei Collegi dei geometri e dei geometri laureati, dei periti industriali e dei periti industriali laureati, sarà definito un regolamento.

Tra i requisiti di particolare rilevanza che verranno richiesti ci sarà quello di aver svolto, nei dieci anni antecedenti alla data di presentazione della domanda di iscrizione all’elenco, attività o supporto al Rup di progettazione, direzione lavori e coordinamento per la sicurezza, e di collaudo tecnico – amministrativo nel settore degli appalti pubblici. Sarà richiesta anche la partecipazione a corsi specifici di formazione in materia di procedimento amministrativo, per almeno 20 ore, con verifica finale di apprendimento. Inoltre nel regolamento sarà posta attenzione a favorire l’inclusione e l’ingresso dei giovani professionisti nel mercato del lavoro pubblico del territorio regionale, con particolare riguardo al settore dei lavori pubblici.

“L’entrata in vigore, in tempi rapidi, del nuovo regolamento per la ripartizione degli incentivi per funzioni tecniche, ampiamente condiviso con le direzioni regionali interessate e con il parere favorevole espresso all’unanimità dal Consiglio delle autonomie locali, faciliterà la disponibilità del personale in servizio ad assumere incarichi nei procedimenti di realizzazione di opere pubbliche”, assicura Pizzimenti.

Nell’occasione della comunicazione di queste misure, Pizzimenti ha dato conto anche del bilancio dell’attività della piattaforma telematica (eAppaltiFVG) gestita direttamente dal Servizio lavori pubblici e che permette agli enti convenzionati di condividere moduli procedurali uniformi. A fine 2018 risultano 5640 operatori economici registrati, di cui 710 iscritti all’Albo operatori economici FVG; le procedure avviate in ambito regionale tramite la piattaforma sono state 391, di cui 105 richieste di informazioni e 286 procedure di gara vera e propria con offerte per un totale di quasi 60 milioni di euro.

Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia/Notizie dalla Giunta – 15/02/2019

© Riproduzione riservata

Smart mobility: in Parlamento una proposta dell’Aniasa

14 Febbraio 2019

Portare in Parlamento la richiesta di regolamentazione delle più moderne forme di “smart mobility” con nuovi dati alla mano. È quanto fatto dall’Aniasa, Associazione interna a Confindustria con competenza nel settore servizi di mobilità, presso la Commissione Trasporti, Poste e Comunicazioni della Camera dei Deputati.

Tema dell’audizione “Modifiche al codice della strada”, in riferimento a un impianto normativo datato 1992 che, secondo il presidente Aniasa Massimiliano Archiapatti, è oggi anacronistico e inadeguato  ai nuovi modelli di fruizione dei veicoli.
Modelli messi in luce dai numeri della nuova smart mobility: tra il 2000 e il 2018 il settore del noleggio ha registrato l’immatricolazione di oltre 6,3 milioni di veicoli (23% delle immatricolazioni nazionali), ogni giorno per business o turismo oltre 900.000 persone utilizzano il noleggio a lungo termine, 94.000 il noleggio a breve termine e oltre 19.000 il car sharing.

L’Associazione ha dunque presentato in Commisione una proposta in tre punti che prevede, al punto uno, l’inserimento in Codice e la regolamentazione della fattispecie “Vehicle sharing” tale da disciplinare i servizi correlati come l’accesso alle ZTL, l’uniformità della segnaletica stradale, l’accesso alle corsie preferenziali, la previsioni di stalli dedicati. Nei punti due e tre i rappresentanti ANIASA hanno proposto la possibilità per taxi e servizi di NCC di prendere a noleggio il proprio veicolo e l’opportunità di noleggiare veicoli con portata superiore a 60 quintali, oggi prevista solo tra imprese iscritte all’Albo in conto terzi.

“La mobilità a noleggio oggi può rappresentare” – ha dichiarato Archiapatti – “un volano dell’evoluzione verso modelli più sostenibili e sicuri e un acceleratore della svolta elettrica”. Questo perché i veicoli a noleggio sono di ultima generazione, dotati di sistemi di sicurezza all’avanguardia, inquinano meno e rappresentano ad oggi la metà delle immatricolazioni di vetture elettriche (circa 2.500 nel 2018).

Trasporti-Italia.com – 14/02/2019

© Riproduzione riservata

Autostrada del Brennero: Kompatscher, dosare il traffico proposta ragionevole

Dosaggio del traffico lungo l’asse del Brennero, una proposta ragionevole da approfondire e concretizzare secondo il presidente della Provincia di Bolzano, Arno Kompatscher.

Kompatscher medierà fra Italia e Austria per armonizzare i divieti: “Si è trattato di un incontro positivo. Superate le diffidenze iniziali ho trovato apertura da parte dei tecnici ministeriali, i quali hanno considerato ragionevole la nostra proposta di dosaggio del traffico lungo l’asse del Brennero nei casi di emergenza”, ha detto Kompatscher, commentando l’esito dell’incontro di ieri a Roma con tecnici e funzionari del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti.

“Il primo dato da sottolineare è che l’invito sia partito dalla Presidenza del Consiglio – spiega il Landeshauptmann – ritengo positivo che si sia voluto creare un primo momento di confronto che ora proseguirà a livello tecnico con il coinvolgimento diretto della società Autostrada del Brennero”. Come noto, dal vertice di venerdì scorso sulla gestione del traffico era emersa l’idea di fissare, in occasione delle emergenze annunciate, un tetto massimo di accessi stradali lungo l’asse del Brennero, prevedendo dei meccanismi per il filtraggio e il dosaggio già in pianura padana.

“Inizialmente – precisa Arno Kompatscher – era emersa la preoccupazione che si potesse giungere a misure di blocco del traffico lungo una delle arterie chiave della viabilità nazionale e internazionale, ma una volta approfonditi i reali obiettivi della proposta, si è trovato un punto di intesa per aprire il dialogo. L’idea del dosaggio va ora naturalmente approfondita e concretizzata”.
Fra i temi affrontati durante l’incontro di Roma, anche la necessità di migliorare il calendario dei divieti di transito in vigore in Italia, e soprattutto di armonizzarlo con quello austriaco. “Mi sono proposto come mediatore con le autorità tirolesi e austriache”, annuncia Kompatscher, il quale conclude sottolineando che “tecnici e funzionari del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti hanno espresso la loro condivisione verso la strategia di lungo periodo per la gestione del traffico lungo l’asse del Brennero che prevede un massiccio passaggio da gomma a rotaia con il completamento del tunnel di base e delle tratte d’accesso”.

Trasporti-Italia.com – 14/02/2019

© Riproduzione riservata

Sacile-Gemona: Pizzimenti, servizi di linea anche su tratta non servita

La linea ferroviaria Sacile-Gemona rappresenta una concreta opportunità per lo sviluppo del territorio che le amministrazioni comunali e le realtà produttive insediate sul suo percorso hanno colto e intendono ulteriormente valorizzare.

È il positivo segnale che sindaci e amministratori dei comuni da Sacile a Pinzano al Tagliamento hanno voluto rappresentare all’assessore regionale alle Infrastrutture e Territorio Graziano Pizzimenti nel corso di un incontro tenutosi ieri nella sede della Regione a Udine, presenti anche l’amministratore delegato della società Roncadin spa e i direttori regionali di Rete Ferroviaria Italiana (Rfi) Rosina Oliveto e Elisa Nannetti e il responsabile della direzione commerciale di Rfi – Sviluppo e commercializzazione territoriale Nord Est, Carlo De Giuseppe.

“Ho colto con soddisfazione – ha commentato Pizzimenti – la volontà del territorio di proseguire con determinazione la riattivazione di tutta la linea ferroviaria ed il riscontro positivo sui servizi ferroviari presenti da poco più di un anno sulla tratta da Sacile a Maniago: questo hanno inteso testimoniare e confermare oggi gli amministratori locali presenti all’incontro, assieme alla richiesta di estendere i servizi di linea anche alla restante tratta al momento non servita”.

“Ciò – ha spiegato Pizzimenti – non solo in ragione del crescente utilizzo dei treni, ma anche in considerazione della presenza di aziende, come la Roncadin, che stanno definendo un progetto di promozione e sviluppo aziendale basato anche sulla presenza della ferrovia, da utilizzare sia per consentire ai dipendenti di raggiungere lo stabilimento, sia in chiave di valorizzazione turistica”.

I treni turistici attivati sull’intero percorso della Sacile-Gemona a partire dal luglio 2018 e il programma che si sta definendo per il 2019 costituiscono solo una parte – è stato evidenziato nel corso dell’incontro – delle potenzialità della linea turistica “Pedemontana del Friuli”, unica tra le 18 linee turistiche riconosciute dalla legge nazionale n. 128/2017 che preveda anche servizi di linea lungo il suo percorso.

L’incontro è stato anche l’occasione per gli amministratori locali di rappresentare alcune esigenze di miglioramento – dalle coincidenze a Sacile alle informazioni in stazione -, per chiedere una maggiore integrazione tra i servizi ferroviari e quelli automobilistici, anche di tipo tariffario, e per ricercare soluzioni per il passaggio a livello sulla SS 13 Pontebbana.

Tra i temi trattati anche quello dei comodati delle stazioni, strutture la cui riqualificazione rappresenta un punto centrale nel percorso di valorizzazione della linea ferroviaria. Su tale aspetto la Regione ha confermato il suo impegno, facendosi promotrice di un’azione specifica verso Rfi.

Da parte loro i rappresentanti di Trenitalia e Rfi hanno evidenziato il sensibile miglioramento nell’affidabilità dei servizi e dell’infrastruttura rispetto ai primi mesi di apertura. Rfi ha affrontato anche il dedicato tema dell’eliminazione dei passaggi a livello, che consentirebbe un ulteriore miglioramento dell’affidabilità della linea e ridurrebbe i costi previsti per l’apertura delle ulteriori tratte: in tal senso l’incontro è stata occasione per una prima ricognizione e per avviare un percorso di valutazione operativa tra Rfi, Regione e le amministrazioni locali, con approfondimenti specifici che saranno attivati sul territorio. Pizzimenti ha chiesto a Rfi di predisporre un’ipotesi di costi, tempi e interventi finalizzati ad una riapertura progressiva della tratta oggi ancora chiusa ai servizi di linea, in modo da poter valutare le modalità migliori per allineare i tempi di riapertura di una ulteriore parte della ferrovia con l’importante intervento che la società Roncadin ha in programma di realizzare il prossimo anno e che è stato illustrato nel corso dell’incontro dall’amministratore delegato Dario Roncadin.

“Ritengo necessario – ha concluso l’assessore – per valorizzare ulteriormente l’importante investimento realizzato e quello altrettanto significativo che si dovrà realizzare, attivare sinergie con le imprese insediate nell’area: in tal senso Roncadin potrà rappresentare un primo importante esempio”.

Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia/Notizie dalla Giunta – 14/02/2019

© Riproduzione riservata

 

Il progetto: in bici dalla Bra a Sona sulla ciclabile

Definito il percorso nel comune di Verona all’interno della «Ciclabile del Sole» che unirà Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna.

Partirà da piazza Bra per proseguire sulle Regaste San Zeno, attraversando alcuni quartieri fino alla pista ciclabile sul canale Camuzzoni, per poi arrivare nel comune di Sona attraverso San Massimo e Cason.

Oggi il sopralluogo dagli assessori all’Ambiente Ilaria Segala e ai Lavori pubblici Luca Zanotto che hanno accompagnato in bici tecnici e progettisti sul tratto di ciclopista di competenza comunale.

Presenti anche i professionisti incaricati della progettazione dell’opera, commissionata dalla città capofila Bologna.

La nostra regione è interessata dal progetto per una ventina di chilometri, tre dei quali nel territorio veronese. Verranno riqualificati alcuni punti della ciclabile di Corso Milano e ristrutturati gli scivoli di Regaste San Zeno, dove passerà il tracciato.

Lo studio tecnico dell’opera, che sarà pronto entro fine aprile e darà una risposta anche sul suo costo complessivo. Poi ci sarà la richiesta al Ministero.

L’Arena – 14/02/2019

© Riproduzione riservata

Top: su mezzi pubblici 5,4 mld viaggi

In Italia il sistema delle aziende di trasporto pubblico locale e regionale impiega oltre 124.000 addetti, offre 2 miliardi di chilometri vettura annui, trasporta 5,4 miliardi di passeggeri l’anno e produce un fatturato complessivo (ricavi da traffico e contributi pubblici) di circa 12 miliardi di Euro. E’ quanto emerge dallo studio “Le Aziende Tpl, alla ricerca della rotta giusta”. realizzato da Asstra, Intesa Sanpaolo, Fondazione Ifel-Anci. Fatto importante, sottolineato da Laura Campanini della direzione studi e Ricerche di Intesa San Paolo, le aziende di trasporto che operano su ferro, ovvero che operano su metropolitana, tramvia e ferroviario regionale nel triennio dimostrano – nel periodo 2015-2017, di migliorare significativamente la propria redditività e di investire una quota consistente del proprio fatturato: il ROE passa da 4,5% a 9,5%, il ROI da -2,7% a 0,4%, gli investimenti da 1,3% a 7,8%”.

L’Arena – 14/02/2019

© Riproduzione riservata

 

«La Valdastico si farà e uscirà a Rovereto sud»

13 Febbraio 2019

Il governatore Fugatti rassicura le imprese anche sulla terza corsia in A22 Spinelli: «Meccatronica, rimoduleremo il progetto in base a tutti gli interessi»

Mentre a Roma il presidente di Confindustria Boccia spara a zero sul governo giallo-verde, a Trento l’intesa tra Confindustria e giunta provinciale sembra quella tra due fidanzati che si sono appena conosciuti. «Diteci quello che vi serve» – ha detto il governatore Maurizio Fugatti. «Faccia cose semplici e veloci. Noi saremo sempre disponibili al dialogo» – gli ha risposto Manzana.

Nel corso del dibattito post proclamazione, a cui ha preso parte anche l’assessore allo sviluppo economico, ricerca e lavoro Achille Spinelli, il direttore del Trentino Alberto Faustini ha chiesto al governatore quale sia lo stato di salute dell’autonomia trentina oggi, soprattutto in un’Italia in cui altre regioni spingono per diventare autonome a loro volta: «Rispetto a qualche anno fa, quando le autonomie speciali erano un po’ ‘nel mirino’, oggi vi è una minore ostilità» – ha risposto Fugatti. «Ciò anche perché altre regioni si sono avviate sulla strada dell’autogoverno. Noi siamo un modello, e ciò ci tutela. Non dobbiamo quindi guardare con preoccupazione al fatto che altre regioni aspirino ad una maggiore autonomia».

Inutile dire che il dibattito si è ben presto spostato sulle infrastrutture, una delle principali leve su cui può intervenire la politica per dare una scossa all’economia: «Questa Giunta provinciale la Valdastico la vuol fare – ha sottolineato a sua volta Fugatti – . Sul tema della sua uscita abbiamo detto che la priorità era a Rovereto Sud. Abbiamo un dossier aperto con il Veneto per valutare eventuali conseguenze ambientali ma a nostro modo di vedere, valutando pro e contro, questa opzione è più funzionale, sia sul piano del potenziamento dei collegamenti sia per l’impulso che può dare allo sviluppo anche industriale di quella parte del Trentino». I segnali dell’economia internazionale non sono buoni: è necessario quindi, sempre secondo il presidente Fugatti, utilizzare risorse pubbliche in funzione anticiclica. A questo tema va ricondotto anche l’obiettivo della terza corsia della A22, legato però a sua volta al rinnovo della concessione.

Riguardo alla ventilata ipotesi di rivedere il progetto di Meccatronica, l’assessore Spinelli ha spiegato che la Provincia «non ha intenzione di ridurre la capacità di formare i giovani contaminandoli con il mondo dell’impresa. Vogliamo vedere se il progetto può essere in parte rimodulato, mettendo assieme tutti gli interessi coinvolti. Dobbiamo verificare se Meccatronica in questo momento è capace di soddisfarli tutti».

Infine una riflessione sul reddito di cittadinanza che Faustini ha chiesto a Spinelli: «In Trentino c’è l’assegno unico, c’è un sistema che funziona, basato su Agenzia del lavoro e i centri per l’impiego, qualche aspetto andava rivisto, ad esempio la formazione e la profilazione non vanno standardizzate, ma su questo ci lavoreremo. Ma sui navigator, non sappiamo ancora come vengono selezionati».

Trentino – 13/02/2019

© Riproduzione riservata

 

Grandi Navi via dalla Laguna di Venezia, incontro tecnico al Ministero

In un comunicato molto stringato il Mit afferma che in accordo con le principali compagnie crocieristiche le grandi navi verranno portate fuori dalla Laguna

Si è tenuto al Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti un incontro tecnico con i rappresentanti delle maggiori compagnie crocieristiche sul tema Venezia e Grandi navi. Lo rende noto il Mit in un comunicato. Durante l’incontro si è registrata unità di intenti sulla necessità di spostare le grandi navi fuori dalla laguna.

«Anche oggi il governo gialloverde di fronte al nodo dell’allontanamento delle grandi navi dal Bacino di San Marco ha pronunciato la fatidica espressione ‘analisi costi/beneficì. Ciò significa voler rinviare il problema, buttare la palla avanti, senza assumersi la responsabilità di decidere».

Lo afferma Nicola Pellicani del Pd in replica alla risposta del governo alla sua interpellanza nell’Aula della Camera. Tutto il mondo ci guarda, l’Unesco ha minacciato di togliere Venezia dall’elenco dei siti patrimonio dell’umanità ma anche oggi il governo ha confermato il suo disinteresse per il futuro di Venezia. Ogni anno, in particolare da aprile ad ottobre, passano davanti a San Marco 600 navi da crociera, ovvero 1.200 transiti di grattacieli galleggianti che oscurano la città. Oggi abbiamo scoperto che sul tavolo del Ministro sono arrivate 13 ipotesi di localizzazione per un nuovo terminal crocieristico. Si tratta della documentazione che il «Ministro alla Confusione» Danilo Toninelli aveva richiesto all’Autorità Portuale nel novembre scorso, chiedendo la produzione di schede sintetiche esclusivamente relative alle diverse soluzioni emerse finora per spostare il terminal crocieristico al di fuori della laguna. Ciò significa che la soluzione di Porto Marghera, che l’Autorità portuale, su incarico dell’ultimo Comitatone, avrebbe dovuto approfondire, è definitivamente tramontata? Il governo non risponde e come sempre è diviso al suo interno. Da una parte il «partito del fare», rappresentato dal viceministro Edoardo Rixi, si è dichiarato favorevole al terminal di Porto Marghera, dall’altra il «partito del non fare» e il Ministro Toninelli che prima si era dimostrato anch’egli favorevole, per poi cambiare idea. È il solito gioco delle parti, che tiene in ostaggio il Paese, senza decidere alcunché, bloccando qualsiasi opera infrastrutturale», conclude.

Il Piccolo/Nordest Economia – 13/02/2019

© Riproduzione riservata

Al via il retroporto di Trieste con il punto franco

La struttura, acquisita da Interporto di Trieste da Wärtsila Italia a dicembre 2017, con un investimento di 21 milioni di euro, comprende un’area di 240 mila metri quadri, di cui 74 mila coperti, e include un raccordo ferroviario con la stazione di Aquilinia

Un regime giuridico di Punto Franco trasferito a Bagnoli della Rosandra (Trieste), in una nuova area di proprietà di Interporto di Trieste Spa, destinato a logistica e stoccaggio e dove esiste la possibilità di svolgere attività manifatturiere e industriali in punto franco, in un’area strategica in cui ferrovia e terminal intermodali sono integrati e c’è una connessione diretta con la Free Zone del Porto di Trieste attraverso un corridoio doganale: è FREEeste (Free Zone of Trieste), la nuova area logistica retroportuale in regime di punto franco inaugurata oggi.

La struttura, acquisita da Interporto di Trieste da Wärtsila Italia a dicembre 2017, con un investimento di 21 milioni di euro, comprende un’area di 240 mila metri quadri, di cui 74 mila coperti, e include un raccordo ferroviario con la stazione di Aquilinia. Una realtà, ha osservato il presidente dell’Autorità di sistema portuale del Mare Adriatico orientale, Zeno d’Agostino, che è segnale di una «svolta» e che è «già a regime»: «Il magazzino da 25 mila metri quadrati è già pieno, l’altro ha già 10 mila metri quadrati riempiti da alluminio che arriva da tutto mondo.

Stiamo valutando con l’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli la possibilità di autorizzare attività industriali, che sarebbero un grande salto di qualità». A prescindere dai numeri dei traffici del Porto di Trieste, ha osservato D’Agostino, «è importante» che questi «portino attività di trasformazione, lavorazione e logistica. Cominciamo a guardare la qualità dei numeri e non solo la quantità. Queste sono attività che portano occupazione, quando invece le attività portuali diventano sempre più meccanizzate. È come dire – ha concluso – che non si guarda al fatturato di un’azienda ma si guarda all’utile».

Il Piccolo/Nordest economia – 13/02/2019

© Riproduzione riservata