Trasporto merci: tir troppo vecchi

22 Febbraio 2019

L’età media degli automezzi italiani adibiti al trasporto merci è di 13,5 anni e il 63,1% dell’intero parco circolante è di categoria euro inferiore alla 4. Sono i dati impietosi diramati dal ministero Infrastrutture e Trasporti al 31 dicembre 2018, che il vicepresidente di Confcommercio e di Conftrasporto, Paolo Uggè, ha commentato oggi, in occasione del suo arrivo a Transpotec, il Salone dei trasporti e della logistica in programma a Verona fino al domenica. «Con questi veicoli – ha dichiarato Uggè, che è anche presidente della Fai, la Federazione degli autotrasportatori italiani – è impossibile che i nostri vettori possano adeguarsi alla recenti normative comunitarie in materia ambientale, che prevedono la riduzione del 15% delle emissioni inquinanti entro il 2025 e del 30% entro il 2030, rispetto ai livelli del 2018». «Oltretutto le maggiori città italiane stanno sempre più emanando provvedimenti che vietano l’ingresso nei centri urbani dei veicoli diesel inferiori alle categorie euro4, che comunque – ha aggiunto – hanno già più di dieci anni di vita. Continuando di questo passo sarà impossibile, per molte imprese di autotrasporto, soprattutto quelle monoveicolari o con un parco disponibile ridotto, continuare a lavorare». «Chiediamo quindi ancora una volta al Governo – ha continuato Uggè – di adottare politiche di concreto sostegno per il rinnovo del parco circolante italiano, con la rottamazione dei vecchi automezzi inquinanti». E non a caso infatti che sicurezza sulle strade sia uno dei temi del Transpotec di quest’anno: tecnologia evoluta, infrastrutture intelligenti e il fattore umano sono i tre pilastri destinati a rendere sempre più affidabili e sicure le nostre strade. Il settore dell’autotrasporto rappresenta un’avanguardia rispetto alla sicurezza sulla strada: i veicoli commerciali sono stati i primi ad adottare sistemi di assistenza alla guida per prevenire gli incidenti stradali. Rispetto ai mezzi che ne sono sprovvisti, infatti, i veicoli dotati di queste soluzioni di sicurezza sono coinvolti per il 34% in meno in incidenti. L’autotrasporto è in cerca di nuove soluzioni. Dal 2015 è obbligatorio che i nuovi veicoli pesanti siano dotati di sistema di frenata autonoma in caso di emergenza e di sistema di segnalazione di deviazione dalla carreggiata, ma soluzioni anticollisione si possono installare anche su mezzi prodotti prima del 2015.

L’Arena/Economia – 22/02/2019

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«Ferrovia, una grande scelta strategica»

21 Febbraio 2019

Realizzare l’autostrada 60 anni fa fu una grande scelta strategica, oggi la scelta strategica sposata dalla stessa autostrada, che ha già accantonato 700 milioni di euro allo scopo, è rafforzare la ferrovia. Le ragioni inderogabili di questa scelta le ha ben spiegate ieri Ennio Cascetta , docente di Pianificazione dei sistemi di trasporto all’Università di Napoli. Ragioni che sono spinte dalla forza dei numeri. Il professore ha fatto presente come oggi dalla porta d’Europa costituita dal Brennero passano oltre 49 milioni di tonnellate all’anno di merci di cui 35,6 milioni su strada e 13,8 su ferrovia. Un rapporto di 70 a 30 che deve essere invertito perché ormai l’autostrada è vicina al punto di saturazione: vi passano 2.360.000 camion in dodici mesi, l’80% del massimo che secondo l’Unione europea è di 3 milioni. Far crescere la ferrovia in questa situazione è indispensabile e non basterebbe potenziale la tratta attuale. «Il tunnel BBT – spiega Cascetta – consente di passare da 70 a 200 treni merci al giorno, ma saranno treni molto più lunghi, fino a 750 metri, e più alti». Opzioni possibili solo con un tracciato quasi piano come i 52 chilometri che si svilupperanno in galleria.
Ma oltre alle merci il docente sottolinea anche l’importanza dell’alta velocità e il miglioramento del trasporto passeggeri, che permetterà di raggiungere Monaco di Baviera in 3 ore e 40 da Trento.
Le finalità pubbliche perseguite col fondo ferrovia sono state sottolineate nel suo intervento dall’amministratore delegato Walter Pardatscher , così come i tanti investimenti fatti per migliorare la sicurezza, proprio grazie alla responsabilità di quell’85% di proprietà in mano agli enti locali, che coniugato con l’esigenza di efficienza dell’azionariato privato costituiscono un modello di gestione virtuoso. Un modello che l’A22 sarebbe pronta a allargare anche a nuove tratte di rete autostradale per la cui realizzazione ha vinto le gare europee: la Cispadana, la Campogalliano-Sassuolo e la Ferrara-Porto Garibaldi. Peccato che anche in questo caso il ministro Toninelli si è messo di traverso, congelando il tutto per sottoporlo all’analisi costi-benefici, come per la Tav.
Uno sguardo sul futuro lo ha regalato l’architetto Carlo Ratti , professore al Mit di Boston, in un’interessante relazione sulle opportunità che darà nei prossimi anni il progresso tecnologico e l’auto intelligente. Orizzonti a cui l’Autobrennero è sensibile come dimostrano i numerosi investimenti in tecnologie e ambiente, per migliorare la sicurezza ma anche il rapporto con il paesaggio attraversato. Progetti illustrati dal direttore tecnico di A22, Carlo Costa , che ha segnalato con orgoglio in particolare come nonostante l’aumento esponenziale del traffico gli incidenti e la mortalità siano notevolmente diminuiti.

L’Adige – 21/02/2019

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Trieste si candida a terminal europeo della Nuova Via della Seta marittima

Regioni 4.0 Friuli Venezia Giulia

di Guido Lorenzon

È stata inaugurata la settimana scorsa FREEeste, la zona franca di 300 mila metri quadrati, dei quali 75 mila coperti, attigua al Porto di Trieste, pochi chilometri all’interno, destinata a ospitare vere e proprie attività in punto franco, privilegio che, in Italia, ha soltanto il Porto di Trieste. La nuova zona franca è collegata attraverso un corridoio doganale ferroviario alle banchine del porto ed è un terminal intermodale integrato con la già esistente zona franca dell’area portuale, connesso direttamente all’autostrada TriesteVenezia. A Zeno D’Agostino, 51 anni, presidente del porto di Trieste, di Assoporti, l’associazione di categoria e, da novembre scorso, anche di Espo, l’associazione europea, MF-Milano Finanza ha chiesto il significato strategico di questa nuova struttura per Trieste, primo porto italiano per tonnellaggio totale, traffico ferroviario e primo scalo petrolifero del Mediterraneo.

Domanda: Che cosa significa concretamente Freeste per la competitività del porto? Risposta: L’Alto Adriatico è un sito d’interesse crescente per i commerci mondiali. Per questo il porto di Trieste s’impegna ad essere il più attrattivo, completamente digitalizzato.

D. Che cosa vuole dire? R. Qui le merci viaggiano senza bisogno di alcun pezzo di carta, e c’è, con il digitale, l’integrazione completa con la ferrovia per il coordinamento delle movimentazioni.

D. I programmi di sviluppo? R. Prevedono 1,2 miliardi di euro di investimenti per attrezzare 200 ettari di nuove aree con l’obiettivo di creare un sito non solo portuale ma logistico-industriale completo.

D. Perché? R. Gli investitori cercano sempre di più aree industriali attrezzate in grado di aggiungere valore alle merci che arrivano via mare, prima di indirizzarle sui mercati di consumo del centro e nord Europa.

D. Altri vantaggi? R. La possibilità per gli investitori di interloquire con un unico referente, un unico soggetto capace di decidere, cioè il presidente dell’Autorità Portuale che autorizza i soggetti che potranno localizzarvi le loro attività in base a una norma del 2017. Operiamo in collaborazione con gli Uffici doganali anche per la ragione che nei punti franchi di Trieste non sono richieste dalla Dogana garanzie in relazione al valore delle merci, a differenza delle zone franche comunitarie.

D. Di quali soggetti e di quali settori prevede l’insediamento nella zona franca? R . Armatori, gruppi industriali e società sia private che di proprietà di Stati esteri ci hanno già presentato richieste di insediamento. C’è forte competizione tra gli investitori, perché questa area di espansione portuale è dotata di Piano regolatore, e sono già state ottenute tutte le autorizzazioni. D. Da dove vengono le richieste? R. Da operatori cinesi ed emiratini, fuori dall’Europa, e poi da tedeschi, ungheresi, danesi e austriaci.

D. E i settori? R. Sono arrivate domande di trasformatori di materie prime, oltre a quelle per l’assemblaggio di apparecchiature elettroniche.

D. Quale ruolo vede per il porto di Trieste, in un contesto che chiede minore consumo di energia di origine fossile? R. Noi siamo la porta europea per i flussi da Oriente. Per effetto della nuova Via della Seta tutti i porti dell’Adriatico registrano, in controtendenza sull’andamento globale dell’economia, un incremento del traffico di container, che si sta spostando dal nord verso il sud Europa. Il peso della componente petrolio sui nostri volumi di traffico è scesa dal 75% al 68%.

D. Per quale ragione Trieste sta investendo più per attività di terraferma che marittime? R. Il porto deve essere comunque efficiente, e noi curiamo ogni dettaglio su questo. Ma la maggiore crescita dei porti in futuro non deriverà dai traffici d i persone e di merci, ma dal semplice fatto che il porto è un luogo di mare.

D. Perché ritiene che l’essere sul mare sia la vera opportunità da cogliere? R. È bello essere sul mare e la bellezza è la leva della crescita futura, quindi investire in nuovi insediamenti sul mare, sempre più manifattura innovativa e sempre meno chimica ed industria pesante. Le multinazionali nel mondo si stanno collocando vicino al mare non solo per i traffici, ma per la bellezza del sito.

MF – 21/02/2019

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La Tav verso Verona viaggia senza intoppi

La Tav BresciaVerona viaggia secondo programma. Il primo lotto funzionale, già finanziato, approvato dal Cipe e consegnato al General contractor Cepav2 procede con il progetto esecutivo e il programma di espropri. «Appena ci saranno le condizioni, i lavori potranno partire», dice l’ad Rfi Maurizio Gentile a Milano, dove doveva esserci anche il ministro alle Infrastrutture Danilo Toninelli, ma non si è visto, e c’è stata solo la dichiarazione del presidente regionale Attilio Fontana, che si dice «molto favorevole» all’opera. Per il resto, «l’analisi costi/benefici darà un parere – precisa Gentile da tecnico -, ma finchè lo studio non verrà presentato l’opera va avanti». Non è escluso che quell’analisi chieda di rivedere il progetto, e in linea di principio l’ad di Rfi non esclude un «ulteriore sforzo di efficientamento». Tuttavia, «una revisione del progetto è stata già fatta – aggiunge – e abbiamo eliminato lo shunt per Montichiari con il risparmio di un miliardo». Che verrà destinato anche alla riqualificazione della ferrovia Brescia-Ghedi e al collegamento con nuovo tracciato fino a Montichiari aeroporto e Fiera. Neanche di quest’ultima opera c’è traccia nel programma di investimenti da 14,6 miliardi presentato ieri.

NÈ, IN FONDO, poteva esserci. «L’opera è legata alla fase due della Tav BresciaVerona e al quadruplicamento dei binari in uscita da Brescia verso est – ricorda Gentile -, non è nel contratto di programma siglato con Regione ma esiste ed è pronta a essere adottata attraverso una sottoscrizione con il ministero delle Infrastrutture». Per ora, insomma, è uno studio di fattibilità.

Brescia Oggi – 21/02/2019

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«Ferrovia, una grande scelta strategica»

Realizzare l’autostrada 60 anni fa fu una grande scelta strategica, oggi la scelta strategica sposata dalla stessa autostrada, che ha già accantonato 700 milioni di euro allo scopo, è rafforzare la ferrovia. Le ragioni inderogabili di questa scelta le ha ben spiegate ieri Ennio Cascetta , docente di Pianificazione dei sistemi di trasporto all’Università di Napoli. Ragioni che sono spinte dalla forza dei numeri. Il professore ha fatto presente come oggi dalla porta d’Europa costituita dal Brennero passano oltre 49 milioni di tonnellate all’anno di merci di cui 35,6 milioni su strada e 13,8 su ferrovia. Un rapporto di 70 a 30 che deve essere invertito perché ormai l’autostrada è vicina al punto di saturazione: vi passano 2.360.000 camion in dodici mesi, l’80% del massimo che secondo l’Unione europea è di 3 milioni. Far crescere la ferrovia in questa situazione è indispensabile e non basterebbe potenziale la tratta attuale. «Il tunnel BBT – spiega Cascetta – consente di passare da 70 a 200 treni merci al giorno, ma saranno treni molto più lunghi, fino a 750 metri, e più alti». Opzioni possibili solo con un tracciato quasi piano come i 52 chilometri che si svilupperanno in galleria.
Ma oltre alle merci il docente sottolinea anche l’importanza dell’alta velocità e il miglioramento del trasporto passeggeri, che permetterà di raggiungere Monaco di Baviera in 3 ore e 40 da Trento.
Le finalità pubbliche perseguite col fondo ferrovia sono state sottolineate nel suo intervento dall’amministratore delegato Walter Pardatscher , così come i tanti investimenti fatti per migliorare la sicurezza, proprio grazie alla responsabilità di quell’85% di proprietà in mano agli enti locali, che coniugato con l’esigenza di efficienza dell’azionariato privato costituiscono un modello di gestione virtuoso. Un modello che l’A22 sarebbe pronta a allargare anche a nuove tratte di rete autostradale per la cui realizzazione ha vinto le gare europee: la Cispadana, la Campogalliano-Sassuolo e la Ferrara-Porto Garibaldi. Peccato che anche in questo caso il ministro Toninelli si è messo di traverso, congelando il tutto per sottoporlo all’analisi costi-benefici, come per la Tav.
Uno sguardo sul futuro lo ha regalato l’architetto Carlo Ratti , professore al Mit di Boston, in un’interessante relazione sulle opportunità che darà nei prossimi anni il progresso tecnologico e l’auto intelligente. Orizzonti a cui l’Autobrennero è sensibile come dimostrano i numerosi investimenti in tecnologie e ambiente, per migliorare la sicurezza ma anche il rapporto con il paesaggio attraversato. Progetti illustrati dal direttore tecnico di A22, Carlo Costa , che ha segnalato con orgoglio in particolare come nonostante l’aumento esponenziale del traffico gli incidenti e la mortalità siano notevolmente diminuiti.

L’Adige – 21/02/2019

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Treni: Pizzimenti, allo studio piano per riportare fermata a Palazzolo

“Il tema del ripristino del servizio di trasporto pubblico locale nella stazione di Palazzolo dello Stella è alla nostra attenzione già da tempo”.

Lo ha affermato oggi l’assessore alle Infrastrutture e territorio del Friuli Venezia Giulia, Graziano Pizzimenti, durante l’incontro con il sindaco di Palazzolo dello Stella, Franco D’Altilia, il consigliere regionale, Mauro Bordin, e i tecnici regionali della direzione trasporti.

“Sono a conoscenza del problema in quanto avevo già incontrato il sindaco e il consigliere Bordin sull’argomento per studiare eventuali soluzioni. I tempi ora sono maturi perché i prossimi mesi saranno decisivi per trovare una soluzione complessiva, sia essa ferroviaria, su gomma o integrata, poiché siamo nella fase di ridefinizione dell’affidamento del servizio ferroviario e di quello del trasporto pubblico su gomma”.

“In questo momento è necessaria una valutazione da parte di Rete Ferroviaria Italiana (Rfi) sulla fattibilità delle diverse ipotesi in campo, per garantire un servizio di trasporto efficace all’utenza dell’area di Palazzolo; nulla può essere ipotizzato senza un confronto tecnico con il gestore della rete, dal momento che va salvaguardata la tenuta dell’orario cadenzato sull’intera linea Trieste – Venezia”, ha riferito Pizzimenti.

Da parte sua il sindaco di Palazzolo ha evidenziato come la cittadina sia un punto di riferimento per una vasta area della Bassa friulana, da cui attinge sia utenza scolastica verso Portogruaro e Latisana, che lavoratori pendolari diretti a Cervignano, Monfalcone e Trieste.

Per Pizzimenti “la soluzione verrà trovata in un piano generale di rafforzamento di tutto il servizio lungo quella tratta ed in particolare sulla Portogruaro – Trieste, alla luce anche di una crescente domanda di utilizzo dei treni da parte dei cittadini, sia per gli spostamenti quotidiani che nei periodi festivi, determinata da un cambiamento graduale delle abitudini di trasporto a favore dei mezzi pubblici rispetto alle auto private”.

In questo quadro rientra, tra l’altro, anche l’ulteriore ammodernamento della flotta di treni regionali, con la sostituzione dei convogli più vecchi con materiale rotabile di ultima generazione in grado di garantire prestazioni più elevate, in particolare nel ridurre i tempi di percorrenza lungo le tratte principali.

Per il consigliere regionale Bordin sarà importante “dare un segnale di attenzione alle aree che in passato hanno subito maggiore sofferenza abitativa, produttiva e demografica, condizione che impone una nuova visione del territorio in cui i servizi siano diffusi e non concentrati esclusivamente nelle grandi città”.

Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia/Notizie dalla Giunta – 21/02/2019

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22 milioni per l’elettrificazione

Annuncio dell’assessore De Berti al tavolo tecnico a Venezia

Trasferta a Venezia per il sindaco di Adria Omar Barbierato, insieme alla consigliere regionale Patrizia Bartelle, per partecipare ai lavori della seconda commissione e portare le istanze dei pendolari dove si sono svolte le audizioni, tra gli altridell’assessore Elisa De Berti e del presidente di Sistemi territoriali Gian Michele Gambato.

“Questa ulteriore possibilità di confronto – commenta l’assessore Elisa De Berti – è senz’altro utile per affrontare le criticità di una linea ferroviaria che ha più passaggi a livello che chilometri, tante fermate ravvicinate, che deve scontare un’intensa urbanizzazione vicino alla ferrovia, in fascia di rispetto. E’ giusto sentire le esigenze dei pendolari soprattutto per lo studio di possibili nuovi orari. Abbiamo destinato risorse importanti a favore di Sistemi territoriali per l’acquisto di nuovi treni, nonché per l’elettrificazione della linea con 22 milioni la quale, tuttavia, avrebbe più senso qualora venisse eliminata qualche fermata, per velocizzare l’andatura dei treni. Inoltre è necessario eliminare alcuni passaggi a livello e per studiare nuovi orari. Ad ogni modo, prima di tutto, va garantita la sicurezza ferroviaria e bisogna contemperare le esigenze di tutti i soggetti coinvolti e va sicuramente migliorata l’informazione da garantire ai pendolari durante il viaggio”.

Pieno appoggio al lavoro portato avanti da De Berti arriva dall’assessore regionale polesano Cristiano Corazzari. “Continua l’importante lavoro della collega alle infrastrutture e trasporti – esordisce Corazzari – lavoro che seguo da vicino e che riguarda gli interventi sulle criticità della linea ferroviaria tratta Adria-Mestre. Ci tengo a ricordare che si tratta di un grande lavoro sul quale è necessario continuare il reciproco confronto perché si tratta di importanti investimenti dei quali, proprio in quanto tali, sono destinati a durare piuttosto a lungo e hanno bisogno di tempo per essere portati a termine, come ad esempio rimodernare innanzitutto la rete ferroviaria e l’acquisto di treni spaziosi e confortevoli. Manutenzione straordinaria sulla rete, acquisto di nuovi treni, da spalmare sui percorsi più battuti con finanziamento da parte del Fsc, ovvero, Fondo per lo sviluppo e la coesione, già Fas, rinnovo delle linee ferroviarie, sono alcuni tra gli interventi più significativi e riguardano le linee Verona-Rovigo, Rovigo-Chioggia e l’Adria-Mestre”.

La Voce di Rovigo – 21/02/2019

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Ryanair: nuove rotte dall’Italia alla Francia

Sarà operativa dal mese di ottobre, come parte della programmazione invernale, la nuova rotta Ryanair  Catania-Marsiglia, con una frequenza di due volte a settimana.
Sempre ad ottobre, con l’avvio della stagione Winter 2019 saranno avviati una serie di altri collegamenti tra l’Italia e la Francia ad opera della compagnia britannica. Frequenza tre volte a settimana avrà la nuova rotta da Treviso a Bordeaux. Verso Bordeaux sarà possibile volare anche da Palermo, Napoli, Bari e Bologna con frequenza due volte a settimana. Da Bologna si potrà volare tre volte a settimana anche verso Marsiglia.

Trasporti-Italia.com – 21/02/2019

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Enav: nel 2018 risparmiati 43 milioni di kg di carburante grazie al Free route

Sono stati 43 milioni i kg di carburante risparmiati nel 2018 dalle compagnie aeree grazie alla procedura free route, introdotta da Enav nel 2016, e le minori emissioni di CO2 sono state pari a circa 135 milioni di Kg.
Il Free Route è un’innovativa procedura che consente a tutti i velivoli in sorvolo ad una quota superiore ai 9.000 metri, di attraversare i cieli italiani con un percorso diretto senza far più riferimento al network di rotte che, a partire da quella quota, è stato completamente eliminato. Enav è stato il primo fra i 5 maggiori service provider europei ad implementare il Free Route, in coerenza con la regolamentazione europea del Single European Sky che ne definisce l’obbligatorietà per tutti gli stati europei a partire dal 1° gennaio 2022. Dall’8 dicembre 2016, data in cui Enav ha attivato questa procedura, sono stati risparmiati globalmente 75 milioni di kg di carburante per minori emissioni pari a 236 milioni di Kg di CO2.
La maggiore efficienza delle traiettorie ha permesso alle compagnie aeree di volare circa 20 milioni di km in meno nello spazio aereo italiano. Nel solo 2018 il free route ha consentito di percorre complessivamente circa 11,5 milioni di km in meno.
“I benefici della procedura Free Route sono la dimostrazione del valore professionale e tecnologico di Enav, raggiunto grazie alla costante formazione del personale operativo e agli investimenti in ricerca e innovazione – ha commentato l’ad di Enav Roberta Neri -. La società, realizzando questa procedura in anticipo rispetto ai tempi richiesti dalla regolamentazione del Single European Sky, si dimostra ancora una volta uno dei principali player nel panorama internazionale per qualità del servizio ed innovazione”.

Trasporti Italia – 21/02/2019

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Allarme della Camera di Commercio di Bolzano per l’estensione del divieto di transito settoriale pianificata dal Land Tirolo

Uggè (Confcommercio-Conftrasporto): «il governo italiano si attivi anche in campo europeo per evitare l’introduzione di norme anti-europee»

La Camera di Commercio di Bolzano ha lanciato un allarme per l’intenzione del Tirolo del Nord di apportare cambiamenti al divieto di transito notturno, al divieto di transito settoriale e ai divieti per classi euro introducendo misure più restrittive, soprattutto per il divieto di transito settoriale che – ha denunciato l’ente – avrebbero gravi ripercussioni sull’economia altoatesina e sulle sue aziende.
«Il Land Tirolo – ha spiegato il presidente della Camera di Commercio, Michl Ebner – ha preparato tre ordinanze riguardanti i divieti di transito per classi euro, il divieto di transito notturno e il divieto di transito settoriale. La Camera di Commercio di Bolzano è contraria alle misure in esse previste, in particolar modo all’inasprimento del divieto di transito settoriale». Ebner ha ricordato che se ad oggi il divieto di transito settoriale riguarda i trasporti di determinati rifiuti, pietre, terre e scavi, tronchi e sughero, particolari categorie di veicoli, materiali ferrosi e non ferrosi, tipi particolari di acciaio, marmo e travertino e piastrelle di ceramica, secondo le ordinanze previste dal governo del Tirolo, a partire dal 1° ottobre 2019 cadrebbero sotto il divieto di transito settoriale sull’autostrada A12 della valle dell’Inn anche le seguenti categorie di merci: carta e cartone, derivati fluidi di oli minerali, cemento, calce e gesso, tubi e profilati cavi e cereali.
L’ente camerale ha sottolineato che anche l’applicazione del divieto di transito settoriale ai mezzi pesanti di classe euro 6 rappresenterebbe una restrizione notevole, poiché queste merci non potrebbero essere trasportate sull’autostrada della valle dell’Inn nemmeno con mezzi di nuovo acquisto. «L’estensione del divieto di transito alle nuove categorie di merci – ha precisato il segretario generale della Camera di Commercio, Alfred Aberer – colpirebbe in modo particolarmente forte l’economia altoatesina. Ad esempio, dal 1°ottobre 2019 i mezzi pesanti sopra le 7,5 tonnellate non potrebbero più trasportare cereali, tubi e profilati cavi sull’autostrada della valle dell’Inn. Queste merci dovrebbero essere trasportate su rotaia, cosa difficilmente attuabile, vista l’inefficienza del collegamento ferroviario. Queste misure avrebbero un senso solo in seguito all’apertura della Galleria di Base del Brennero e alla costruzione delle tratte di accesso».
L’ente ha specificato che le aziende con trasporti in partenza da e in arrivo in Tirolo, inoltre, sarebbero escluse dalle restrizioni e che con queste misure le aziende altoatesine attive nelle categorie di beni comprese nella nuova ordinanza sarebbero fortemente svantaggiate nella loro competitività nei confronti di quelle con sede in Tirolo e si troverebbero nella condizione di non poter più accettare o eseguire certi ordini.
Il vicepresidente di Confcommercio e di Conftrasporto, Paolo Uggè, ha condiviso la posizione espressa dalla Camera di Commercio di Bolzano e ha chiesto l’intervento immediato del governo italiano «per stoppare l’arroganza dell’Austria». «Il governo italiano – ha sollecitato Uggè – si attivi anche in campo europeo per evitare l’introduzione di norme anti-europee. Non c’è tempo da perdere, bisogna attivarsi subito, perché, se la politica resterà a guardare il Pese intero si ritroverà isolato, con conseguenze pesantissime su tutto il sistema economico».

InforMare – 21/02/2019

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