Porti: Pizzimenti, anche Monfalcone nell’Authority Adriatico Orientale

26 Febbraio 2019

“Entro qualche mese prenderà il via la procedura per la definizione dell’intesa con cui il porto di Monfalcone entrerà a far parte dell’Autorità di sistema portuale del Mare Adriatico Orientale”.

Lo ha annunciato l’assessore alle Infrastrutture del Friuli Venezia Giulia, Graziano Pizzimenti, rispondendo oggi in Aula ad una specifica interpellanza sul tema proposta dal consigliere regionale Danilo Moretti (Pd).

L’esponente dell’Esecutivo ha spiegato che, a seguito dell’approvazione della legge collegata alla manovra di bilancio 2019, si è disposto che l’Amministrazione regionale avviasse la procedura che porterà l’Authority al subentro anche nella gestione delle attività del porto di Monfalcone.

“Tra queste – ha detto Pizzimenti – figurano ad esempio le autorizzazioni per lo svolgimento delle attività commerciali e industriali, le operazioni dei servizi portuali, nonché la temporanea sosta di merci e materiali. A ciò si aggiungono anche le autorizzazioni riguardanti il rilascio delle concessioni per l’utilizzo dei beni demaniali nell’ambito portuale, i servizi di interesse generale, le manutenzioni ordinarie delle infrastrutture portuali e le altre attività ordinarie afferenti il funzionamento dello scalo di Monfalcone”.

L’assessore ha ricordato che la direzione regionale Infrastrutture sta dando corso all’iter “che dovrebbe portare, entro breve, all’avvio delle procedure per la definizione dell’intesa con la quale inserire il porto di Monfalcone all’interno dell’Autorità di sistema portuale del Mare Adriatico Orientale. In questo contesto verranno sentiti i principali enti e soggetti pubblici interessati a vario titolo nella gestione complessiva della realtà portuale quali, ad esempio, il Comune di Monfalcone, la Capitaneria di porto, il Provveditorato alle opere pubbliche, l’Azienda speciale per il Porto di Monfalcone e il Consorzio per lo sviluppo economico del Monfalconese”.

Sotto l’aspetto economico-finanziario, Pizzimenti ha posto in risalto il fatto che, da giugno 2018, l’Authority sta già percependo gli introiti relativi alle tasse portuali “pari a non meno di 3,5 milioni di euro all’anno. Contestualmente, l’Amministrazione regionale sta continuando comunque a garantire, senza soluzione di continuità, tutti gli interventi di manutenzione ordinaria e di funzionamento finalizzati al mantenimento in efficienza dell’impianto portuale monfalconese, oltre a proseguire con le opere infrastrutturali già in corso di realizzazione. A tal proposito la Regione ha stanziato 4 milioni di investimenti per lo sviluppo del porto di Monfalcone in relazione alle scelte pianificatorie strategiche nel triennio, oltre a un costante sostegno finanziario di interventi sul porto, non ultimo il prossimo avvio dell’escavo del canale di accesso per un importo pari a circa 16 milioni di euro”.

Infine, Pizzimenti ha ricordato anche che la Regione, con l’obiettivo di sviluppare il Sistema portuale regionale integrato, ha riconosciuto puntualmente il contributo per i traffici pari a 4 milioni di euro all’anno per il corrente triennio finanziario. L’obiettivo è quello di sostenere lo scalo portuale di rilevanza economica internazionale di Trieste.

Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia/Notizie dalla Giunta – 26/02/2019

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Progetto DigLos per la logistica digitalizzata

25 Febbraio 2019

Parte, con il kick-off meeting del 28 febbraio e 1 marzo a Fiume, il progetto DigLogs – Digitalising Logistics processes, cofinanziato dall’Unione Europea e dal Programma CBC Interreg Italia-Croazia- asse prioritario 4 – Trasporto marittimo.

DigLogs mira a sviluppare processi logistici digitalizzati avanzati per aumentare la competitività e la sostenibilità del trasporto multimodale di merci e di passeggeri nell’area del programma.

Ciò produrrà benefici rilevanti per le imprese e la società, riassunti nei seguenti obiettivi di impatto:
1) potenziamento e diffusione della capacità di monitorare, tracciare e gestire in sicurezza i beni mobili e i flussi di passeggeri;
2) aumento dell’efficienza delle reti di trasporto, migliorando la sincronizzazione tra utenti, operatori e autorità di controllo della logistica;
3) migliore sostenibilità dei sistemi logistici, riducendo il loro impatto sulle comunità locali in termini di congestione del traffico e inquinamento.

Il partenariato del progetto, guidato dalla Facoltà di Studi Marittimi di Fiume, comprende Unioncamere del Veneto, Elevante srl, società informatica di Trieste specializzata in servizi per il settore della logistica e dei trasporti, CFLI -Consorzio formazione logistica intermodale di Venezia, il Dipartimento di Ingegneria e Architettura dell’Università degli studi di Trieste, il cluster di innovazione INOLTRA di Pescara, l’Autorità Portuale di Fiume, l’Autorità Portuale di Šibenik e l’Autorità Portuale di Rovigno.

Il progetto DigLogs ha un budget totale totale di € 2.555.427,50.

Unioncamere Veneto – 25/02/2019

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Stato-Regione: Fedriga, 834 mln euro in più per Fvg nel 2019-21

“Un enorme passo in avanti per l’autonomia del Friuli Venezia Giulia che, grazie ai nuovi accordi sottoscritti con il Governo, si vedrà riconosciute più risorse e più competenze.”

Questo il commento del governatore Massimiliano Fedriga a margine della firma dei patti finanziari con il ministro dell’Economia e delle Finanze, Giovanni Tria: un documento che, in 17 articoli, disciplina le modalità di contribuzione della Regione alla finanza pubblica per il triennio 2019-21.

Nello specifico, il Friuli Venezia Giulia sarà chiamato a versare allo Stato 671 milioni nel 2019, 671 milioni nel 2020 e 596 milioni nel 2021. “Importi che, tra il blocco del rinnovo di misure precedenti e i nuovi tagli concordati a vantaggio della Regione – spiega Fedriga – porteranno a un risparmio complessivo di 834 milioni di euro rispetto al triennio 2014-16.”

Altra novità di rilievo riguarda la disapplicazione delle misure unilaterali che, fino a ieri, consentivano al Governo di chiedere alla Regione contributi per far fronte ad eccezionali esigenze di finanza pubblica o per assicurare il rispetto delle normative comunitarie in materia di riequilibrio di bilancio pubblico. “Ciò significa – prosegue il governatore – che il Friuli Venezia Giulia avrà maggiore capacità decisionale nell’utilizzo delle risorse da destinare al territorio.”

La Regione, in virtù dell’accordo firmato con il ministro Tria, potrà inoltre disciplinare autonomamente i tributi locali comunali di natura immobiliare, definendone le modalità di riscossione e consentendo agli Enti locali di modificare le aliquote e di introdurre esenzioni, deduzioni e detrazioni.

“Un ulteriore progresso – conclude Fedriga – che, assieme al tavolo tecnico che verrà aperto al Mef per incrementare la compartecipazione regionale sull’Iva a 9,1 decimi, garantirà margini più ampi di autonomia al Friuli Venezia Giulia.”

Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia/Notizie dalla Giunta – 25/02/2019

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Trasporti: Pizzimenti, via a collegamento diretto bus/treno Ts-Lubiana

24 Febbraio 2019

Dal prossimo primo marzo, per sei mesi, sarà possibile con un unico biglietto usufruire del servizio di trasporto pubblico locale per raggiungere dal centro di Trieste (piazza Oberdan) la stazione ferroviaria di Villa Opicina e poi prendere direttamente il treno per Lubiana. Una formula di viaggio che vale anche per il percorso inverso.

Questo quanto deliberato dalla Giunta regionale su proposta dell’assessore alle Infrastrutture, Graziano Pizzimenti, che ha sottoposto all’attenzione dell’Esecutivo l’approvazione del “Titolo integrato sperimentale transfrontaliero denominato Cross-Border ticket Slo-Ita”.

Per quel che riguarda il costo intero del viaggio, le tariffe vanno dagli 8 euro (da e per Lubiana) ai 4,20 (da e per Postumia), mentre per raggiungere Sesana basteranno 2 euro. Tra le altre località d’oltre confine inserite nel tragitto: Divaca (2,60 euro), Logatec (5,80) e Borovica (7,00). Per i bambini sotto i dieci anni, accompagnati da un adulto pagante, il servizio è gratuito.

Questo biglietto integrato transfrontaliero, come ha spiegato l’assessore, rende operativo l’accordo siglato lo scorso 14 febbraio tra le società Trieste Trasporti Spa e la Slovenske Zelenize D.o.o., che prevede “l’utilizzo di un unico titolo di viaggio per i treni tra la Slovenia (Lubiana) e Villa Opicina che non proseguono verso la città di Trieste e gli autobus di servizio urbano che dalla Stazione di Villa Opicina arrivano a Piazza Oberdan.

L’iniziativa si colloca, come ha rimarcato Pizzimenti, nell’ambito del progetto europeo ‘CONNECT2CE’ coordinato dalla Cei (Iniziativa centro europea) e volto a migliorare il trasporto pubblico nelle aree periferiche.

“In tale contesto – ha sottolineato l’assessore – abbiamo inteso sostenere questa tratta facendo in modo che il viaggiatore non debba perdere tempo nell’acquisto di due diversi biglietti. Una comodità che potrebbe favorire, soprattutto in chiave turistica, un incremento di flussi in entrambe le direzioni”.

Il costo di 8 euro del tagliando integrato transfrontaliero di sola andata, che comprende il servizio treno più bus, è uguale a quello del servizio ferroviario da/verso Trieste Centrale per Lubiana.

“Al termine della sperimentazione – ha concluso Pizzimenti – e alla luce dei dati raccolti dal monitoraggio, valuteremo, assieme alle società che hanno siglato l’accordo e la Cei, ulteriori possibili progetti da realizzare”.

Il titolo di viaggio integrato, applicato in forma sperimentale, sarà acquistabile solo online dal 1° marzo sul sito delle ferrovie slovene (www.slo-zeleznice.si).

Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia/Notizie dalla Giunta – 24/02/2019

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De Berti: «Alta Velocità vitale per l’economia del Nordest»

di Filippo Tosatto

Delegata a rappresentare il dolorante Luca Zaia, l’assessore regionale alle infrastrutture e ai trasporti Elisa De Berti non lascia margine ad equivoci: «Distinguiamo la Tav Torino-Lione dal completamento dell’Alta Velocità sul percorso Brescia-Padova. Se il primo dossier è oggetto di una revisione, il che non equivale affatto ad uno stop ma ad un approfondimento nel merito, la tratta di competenza veneta non è assolutamente in discussione. Fa parte del nostro programma elettorale e la porteremo a compimento perché rientra nel Corridoio mediterraneo e rinunciarvi equivarrebbe ad isolarci dai mercati dell’Europa, basti pensare che dei cinque corridoi europei, ben tre reti di trasporto attraversano il Veneto e due di queste si incrociano a Verona».

Eppure c’è chi ne contesta l’opportunità, lamentando costi eccessivi… «È una sciocchezza. La Tav è assolutamente necessaria, anzitutto per separare il traffico internazionale da quello regionale che oggi crea problemi sia alle merci che alle frecce a lunga percorrenza. La quadruplicazione delle linee consentirebbe di riservarne due ai passeggeri, garantendo finalmente certezze alle imprese. Oggi la linea ferroviaria tra Brescia e Padova è intasata, satura, crea problemi. Insomma, è poco incentivante rispetto alla gomma. È vero che attualmente il traffico su rotaia rappresenta una minima parte del totale ma in questi casi è l’offerta a stimolare la domanda. E mi riferisco ad incentivi nazionali, non certo locali, perché questo terreno il Veneto non potrà mai competere con la concorrenza delle regioni confinanti, Friuli e Trentino, che usufruiscono delle risorse garantite dello statuto speciale. È lo Stato che deve compiere una scelta strategica di trasferimento dei flussi dalla gomma al ferro. Altro che il teatrino No Tav e Sì Tav, qui è in gioco il futuro del nostro sistema economico e produttivo. Nel Veronese sono già stati spesi molti soldi, tra progetti ed espropri, altri finanziamenti sono in arrivo, sarebbe una follia rallentare».

Il Mattino di Padova – 24/02/2019

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Bike economy in Paganella un affare da oltre 4 milioni

Del positivo impatto nel 2018 delle iniziative legate alle due ruote si è occupata  perfino la stampa nazionale. D’Angelo (Apt): «Siamo una delle destinazioni top»

Più di 4 milioni di euro (per l‘esattezza 4.207.556). A tanto ammonta l’impatto economico totale generato, nel 2018, sull’altopiano della Paganella, dalle iniziative legate al mondo della bici, realizzate nell’ambito della “Dolomiti Paganella Bike Area”. Un successo senza precedenti, di cui si è occupato anche la stampa economica nazionale. A calcolare il ritorno della cosiddetta “bike economy” sull’altopiano è stata l’Apt Dolomiti Paganella, commissionando un’apposita ricerca di mercato. Le aspettative erano già alte, ma i risultati alla fine le hanno ampiamente superati.

«Lo sviluppo del prodotto “Dolomiti Paganella Bike” – ha commentato Luca D’Angelo, direttore dell’Apt Dolomiti Paganella – ha portato la nostra destinazione in pochi anni ad essere una “top mountain bike destination” in Italia e sull’intero arco alpino. I risultati ottenuti, in termini di flussi turistici e d’impatto economico sulla località, sono stati raggiunti grazie a un lavoro di sistema tra i diversi attori e soprattutto grazie alla condivisione di un master-plan strategico capace, da un lato, di aggregare competenze specifiche del settore e, dall’altro, di guardare al medio-lungo periodo in termini di risultati».

Quali sono stati, più in dettaglio, i risultati raggiunti?

I dati relativi alla stagione 2018 hanno registrato un aumento del numero dei passaggi bike totale del 146% rispetto al 2016 (pari a un totale di 191.789 passaggi); una crescita del numero dei biker totali del 75% (pari a 21.176); il raddoppio degli incassi maturati dagli impianti di risalita, pari a +103%. Dalla ricerca è, inoltre, emerso che, mediamente, ogni biker (escluso il costo per gli impianti) ha speso tra ristoranti, pernottamenti, noleggi e altri servizi 196 euro. Sulla base di questi risultati è stato calcolato un impatto economico totale della bike economy superiore a 4,2 milioni di euro.

Il bike ha determinato un’ulteriore apertura sui mercati esteri?

Sì, l’apertura al segmento dei bikers ha portato ad un’elevata internazionalizzazione dei mercati, con un focus forte su Germania, Austria e Polonia, un abbassamento dell’età media ed un allungamento della stagione estiva al di là dei canonici mesi estivi centrali. Adesso possiamo contare su di una “macro” stagione estiva che va dal 20 di aprile al 2 novembre, rispettivamente date di apertura e chiusura di alcuni dei trail della “Dolomiti Paganella Bike Area” per la prossima stagione 2019.

Quali sono i punti di forza del bike in Paganella emersi dalla ricerca?

La motivazione principale nella scelta della località è data per il 54% dalla rete dei sentieri dedicata, per il 14% dalla reputazione del luogo, come “destinazione mtb e per il 10% dai servizi adatti alla mtb (guide, noleggi). L’indagine ha utilizzato anche alcune metriche per misurare, nel dettaglio, la capacità della destinazione nel generare esperienze “shareable” (condivise) e quindi d’innescare un passaparola positivo, vera arma a disposizione di chi si occupa di marketing. Sulla base di questi indicatori i bikers che effettivamente agiranno come “promotori” dell’esperienza bike sul territorio della Paganella sono pari al 75%».

Trentino – 24/02/2019

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Grandi navi a Venezia, vincolo sul canale della Giudecca

23 Febbraio 2019

La tutela firmata il 31 gennaio dalla Sovrintendente. Brugnaro: errore le navi in mare

di Francesco Bottazzo e Alberto Zorzi

Il primo passo per fermare l’attraversamento delle navi del canale della Giudecca è stato fatto: il vincolo storico-artistico. «Questo governo ha a cuore la conservazione e la tutela di uno dei luoghi più belli al mondo», aveva scritto a settembre sui social il ministro ai Beni e alle attività culturali Alberto Bonisoli. Sono passati cinque mesi e il provvedimento è arrivato, firmato il 31 gennaio scorso dalla Sovrintendente di Venezia Emanuela Carpani e inviato a Ca’ Farsetti. Cosa cambia? Automaticamente niente, ma è chiaro che l’introduzione del vincolo, che punta alla difesa del patrimonio artistico e culturale del canale della Giudecca, toglie tutti quegli elementi di rischio. E le crociere rappresentano proprio uno di questi. Palazzo Ducale di fatto ha equiparato il canale a una strada da proteggere, rafforzando la tutela paesaggistica, già presente dal 1985, con l’obiettivo di impedire il passaggio delle crociere. E’ chiaro che in questo contesto dovrà essere riconosciuto il danno provocato dalle grandi navi altrimenti il provvedimento andrebbe incontro a una raffica di ricorsi.

Bonisoli: migliorare la tutela della città

Del resto Bonisoli da tempo sottolinea come «il passaggio delle crociere vicino a monumenti è uno dei temi che occorre affrontare per migliorare la tutela di Venezia», per questo ha dato indicazione agli uffici di studiare il vincolo anche per il Canal Grande solcato non da navi, ma in continuazione da vaporetti, barche private, merci e taxi. Intanto l’Autorità portuale ha cominciato a studiare i documenti per redigere i progetti preliminari delle tre soluzioni individuate dal ministro alle Infrastrutture Danilo Toninelli alternative al passaggio delle navi davanti a San Marco. Difficile comunque che i tempi possano essere rispettati, perché i novanta giorni stabiliti del ministero sono tecnicamente insufficienti per produrre simili documentazioni. Le ipotesi riguardano il terminal a Chioggia dove oggi è stato quasi completato il deposito Gpl (che così verrebbe cancellato), a Malamocco nella piattaforma del Mose (che però dovrebbe essere smantellata) e al di fuori della bocca di porto del Lido dove One Works aveva pensato la stazione sul molo di San Nicoletto e non davanti all’isola del Mose (progetto Boato) come aveva fatto trapelare il ministero in un primo momento.

Brugnaro: oggi sentiamo bestialità

«C’è qualcuno che della laguna di Venezia non sa nulla. Oggi sentiamo delle bestialità: a chi parla di disastri se si scavano i canali, vorrei ricordare che i veneziani, quelli veri, hanno deviato i fiumi perché la laguna non si interasse — è intervenuto il sindaco Luigi Brugnaro a margine della presentazione della mostra del Canaletto a Palazzo Ducale —. Noi abbiamo bisogno di tenere aperti i porti, altrimenti Venezia è morta. Non possiamo pensare di mettere le navi in mare, fra tre mesi ci diranno cosa hanno scelto, fra tre mesi dirò al ministro cosa ne penso, perché sarà dopo le elezioni europee e i comitati e chi li ha votati non potrà più dire niente». La consegna del dossier infatti è prevista tra fine maggio e giugno, poi scatterà la consultazione pubblica tramite un sondaggio on line sul sito del ministero delle Infrastrutture.«Per l’ennesima volta in questo territorio si propone una consultazione tra città e lavoro, come a suo tempo su Porto Marghera, come se non fossero un patrimonio comune ma in contrapposizione», interviene la Filt Cgil che non nasconde le perplessità sul Vittorio Emanuele. «E’ fondamentale non penalizzare il traffico commerciale ed industriale che comporterebbe ricadute immediate sul lavoro e sull’occupazione — sottolineano Renzo Varagnolo e Valter Novembrini — Noi difendiamo il lavoro».

Corriere del Veneto – 23/02/19

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Grandi navi a Venezia, duro il sindacato sulla consultazione in rete

22 Febbraio 2019

A prendere posizione la sigla sindacale Cgil dei Trasporti

Di essere preoccupato per il futuro occupazionale dei lavoratori dei Trasporti a Venezia, il sindacato Filt Cgil lo ha detto a più riprese. Ma ora, di fronte all’eventualità di sottoporre la decisione sul passaggio delle grandi navi alla consultazione in web, la critica della sigla si sarebbe fatta perfino più dura. «Non capiamo perché chiedere un ulteriore studio di fattibilità al porto – dice la sigla – sulle tre soluzioni scelte, fra le 14 già prese in esame: il porto di Chioggia, Malamocco, e San Nicolò. Con ulteriori 90 giorni di tempo. Ancora più singolare poi la consultazione pubblica. Si rischia di slittare a dopo le elezioni europee».

Consultazione

«Novanta giorni, quelli chiesti dal ministro Toninelli al presidente dell’Autorità di Sistema Portuale di Venezia, Pino Musolino, per preparare uno studio di “fattibilità tecnico economica”. Singolare – scrivono Filt Cgil Venezia e Veneto -, visto che Musolino ha già per tempo presentato 14 progetti sullo stesso tema. E poi la consultazione. Per l’ennesima volta in questo territorio si propone una scelta tra città e lavoro, come a suo tempo su Porto Marghera, come se non fossero patrimonio comune ma due fattori in contrapposizione. Tra l’altro i massimi vertici istituzionali, Mit, governo, Regione, Città metropolitana e Comuni, più il porto, che hanno pregnanti responsabilità istituzionali e pubbliche sulle decisioni, dovrebbero andare a consultare i cittadini per prenderle. Se sarà confermata questa scelta, con grande rispetto del suo valore democratico, sorgono dubbi sui tanti, troppi mesi in attesa di soluzioni da parte del governo che tra l’altro ha smentito il Comitatone, per poi consegnare ai cittadini la soluzione».

Marittima

«Per ora sembra scomparsa dagli scenari l’ipotesi di Marghera, anni di discussioni, schieramenti e polemiche. Sparita – scrivono le sigle provinciale e regionale -. La Filt venerdì ha scioperato, all’arrivo della prima nave a Marghera. Abbiamo da sempre sostenuto che ci può e ci deve essere un equilibrio tra l’attività crocieristica, l’attività commerciale e industriale del Porto e la salvaguardia della città e della laguna. Sulle tre soluzioni strutturali a lungo termine, ci sarà, speriamo, tempo per verificarle, approfondirle e discuterne. Ma sull’ipotesi di breve periodo, quella della Marittima, siamo fortemente preoccupati per le difficoltà che ci possono essere al passaggio delle navi da crociera che limiteranno il traffico commerciale e industriale di Porto Marghera. Deve essere garantito un impegno logistico e organizzativo per i convogli delle navi crocieristiche, commerciali e industriali, tutti sullo stesso canale. È fondamentale non penalizzare commercio e industria, perché ciò comporterebbe ricadute immediate sul lavoro e sull’occupazione».

Scadenze

«Molte imprese portuali  – conclude Filt Cgil – sono prossime alla scadenza delle concessioni e devono presentarsi con piani industriali e di investimento per i prossimi decenni di sviluppo della portualità e del lavoro. Il continuo ritardo sulle decisioni sul futuro della portualità o peggio, l’incertezza sulle sue condizioni strutturali di accessibilità e sviluppo possono oggi penalizzare una programmazione per il futuro del porto, che ad oggi è ricchezza sociale ed economica di tutto il territorio».

Venezia/Today – 22/02/2019

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Progetto transnazionale “Future 4.0”. a Venezia incontro su innovazione e profili professionali nella cantieristica navale e nella logistica nell’area adriatica.

Si è svolto oggi presso la sede della Regione del Veneto, Palazzo Grandi Stazioni a Venezia, un Focus Group nell’ambito del progetto di cooperazione territoriale europea FUTURE 4.0, finanziato dal Programma Interreg ADRION e organizzato dalla Direzione Industria Artigianato Commercio e Servizi in collaborazione con Confindustria Veneto SIAV S.p.a.. L’incontro ha visto la partecipazione di rappresentanti delle Università venete, di organismi di supporto alle imprese, di istituti di formazione, di consulenti per l’innovazione e di aziende del settore della cantieristica navale.

Il progetto, di cui la Regione del Veneto è capofila, vede collaborare nove organizzazioni di quattro paesi dell’area Adriatico-Ionica (Italia, Croazia, Grecia e Albania) con l’obiettivo di supportare l’industria della cantieristica navale, la sua filiera e la logistica nell’affrontare le grandi sfide ed i cambiamenti posti dalla quarta rivoluzione industriale, coinvolgendo le aziende del settore in un percorso di avvicinamento alle tecnologie 4.0. Questo sarà possibile rafforzando interazioni e interdipendenze fra i tre attori fondamentali dei processi innovativi – università e centri di ricerca, governo e aziende – e progettando un modello di apprendimento intelligente che si concretizzerà nel centro di formazione e apprendimento delle conoscenze, competenze e abilità: la Piattaforma FUTURE 4.0.

Durante il Focus Group di oggi, che chiude la prima fase del progetto, sono stati presentati i risultati della ricerca, guidata dal Politecnico di Bari, sulle tecnologie 4.0 e sui profili professionali legati alla quarta rivoluzione industriale; sono stati illustrati i servizi rivolti alle imprese rientranti nel previsto percorso di accompagnamento verso le nuove tecnologie e sono stati raccolti i contributi dei partecipanti sulle tematiche in questione.

“Si tratta – afferma l’Assessore veneto allo Sviluppo economico Roberto Marcato – di una grande opportunità per le imprese venete attive nel settore della cantieristica navale, della sua filiera e della logistica che vogliono iniziare un percorso di accompagnamento alla scoperta delle nuove figure professionali emergenti e collegate al concetto di Industria 4.0, al fine di accrescere i propri livelli di innovazione in uno scenario globale sempre più complesso, dinamico e competitivo”.

La pagina web di FUTURE 4.0 è: http://www.regione.veneto.it/web/attivita-produttive/adrion

Regione Veneto/Comunicato stampa N° 282 del 22/02/2019

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Più treni e almeno un autobus tra il Delta e Mestre

Il sindaco del comune etrusco Omar Barbierato ha sottolineato in Regione i continui disagi di pendolari e studenti

“La prima cosa che ho chiesto in audizione alla seconda commissione regionale, è stato l’autobus  alternativo e non sostitutivo per i pendolari che partono da Adria, come hanno già i pendolari che partono da Cavarzere fino a Mestre. Una richiesta già portata all’attenzione del direttore Gian Michele Gambato e dell’ingegner Giuseppe Fasiol, in occasione del tavolo tecnico che si era tenuto a Piove di Sacco, qualche  settimana fa”.

Sono le parole del sindaco di Adria Omar Barbierato, in merito alle problematiche legate ai  disservizi del trasporto pubblico ferroviario sulla tratta Adria-Mestre.

I disagi per lavoratori e studenti che ogni giorno percorrono la linea Adria-Mestre vanno avanti da anni e ancora non è stata trovata una soluzione soddisfacente. Servono più collegamenti, è un dato di fatto.

“In merito l’assessore De Berti, presente in seconda commissione, ha espresso la volontà di convocare i rappresentanti delle province di Padova e Rovigo per firmare la convenzione che permetta tale servizio – spiega il sindaco di Adria Omar Barbierato -. Nell’occasione ho fatto presente alla seconda commissione, all’assessore regionale e al direttore di sistemi territoriali Gian Michele Gambato, che i nuovi orari che entreranno in vigore dal 25 Febbraio, sono dannosi, soprattutto per  gli studenti che frequentano l’istituto alberghiero perchè da Lunedì dovranno partire con un netto anticipo di 45 minuti per arrivare ad Adria alle 7.25, momento in cui gli istituti  non sono pronti a riceverli.

E’ un problema serio se pensiamo che parliamo di minorenni che si devono alzare prestissimo per giungere a Adria, dove devono  rimanere fuori dalla scuola per più di mezzora. Una situazione di disagio per le famiglie e di danno a livello di iscrizioni per l’istituto scolastico. Non è da meno il problema dei lavoratori – prosegue Barbierato – perchè prendendo tale tratta ferroviaria, nel momento in cui arrivano a Venezia in ritardo, perdono le coincidenze con conseguenti ritardi nel posto di lavoro”.

“Ho chiesto – prosegue il sindaco – un impegno politico economico, per la risoluzioni di tali problematiche, tenendo conto della visione  futura del progetto della metropolitana in superficie , che andrebbe quindi a risolvere i disagi e nel contempo creerebbe nuove opportunità per il Polesine. Terra che dovrebbe essere valorizzata, sia per una diminuzione dell’inquinamento da  PM10, che attanaglia tutta la pianura Padana, sia perché verrebbe alleggerito il traffico veicolare sulla strada Statale Romea e andremo a invertire lo spopolamento  di un Polesine da parte di tanti pendolari, che a causa dei disagi del trasporto pubblico, si sono spostati dalla terra Polesana per lavoro e famiglia”.

“Solo per citare un esempio – sottolinea  il sindaco – per giungere a Venezia, sono andato in macchina con la consigliera regionale Patrizia Bartelle, perché non sapevamo a che ora saremmo giunti in commissione, visto che il treno  registrava 30 minuti di ritardo sull’orario di partenza da Adria”.

“Valorizzare  la tratta ferroviaria Adria-Venezia, significherebbe – conclude Barbierato – dare un nuovo impulso anche al turismo se si pensa che Venezia ha bisogno di offrire proposte alternative ai turisti che invadono la città lagunare e perché Adria rappresenta la porta del Delta”.

RovigoOggi.it – 22/02/2019

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