Gpl Chioggia, il Consiglio di Stato respinge i ricorsi: troppo tardi

28 Febbraio 2019

Confermata la sentenza di primo grado del Tar. Comitato No Gpl e Comune: «Il nostro percorso non cambia attraverso l’avvocatura, la Regione e i ministeri»

Il Consiglio di Stato ha confermato la sentenza di primo grado del Tar, rigettando i ricorsi in appello presentati dall’amministrazione comunale e dal Comitato No Gpl: respinto l’abuso edilizio del deposito in Val da Rio a Chioggia e l’assenza di titolo paesaggistico da parte della Commissione di Salvaguardia di Venezia. «Il decreto interministeriale (Mise e Mit) del 2015, che è stato ritenuto inclusivo di qualsiasi autorizzazione, andava all’epoca impugnato entro i termini previsti per il suo annullamento – commentano il sindaco Alessandro Ferro e il vicesindaco Marco Veronese –. Non ci daremo per vinti e valuteremo a breve con l’avvocatura le prossime iniziative da intraprendere, tenendo conto di questi sviluppi».

Le gasiere e il regolamento

«Avevamo messo in conto anche questo tipo di esito ma il nostro percorso non cambia – spiega Roberto Rossi del Comitato No Gpl a Chioggia -. L’8 marzo saremo in Regione, per un incontro con l’assessore allo Sviluppo economico Roberto Marcato, delegato dal presidente Luca Zaia. Chiederemo di essere coerente con la memoria a suo tempo depositata, e di sostenere che l’intesa sottoscritta era per un progetto di tipo commerciale, non urbanistico, con tutte le varianti del caso. Del resto, nell’incontro di qualche settimana fa, a Roma, i ministeri dei Trasporti, dello Sviluppo economico e il Mibac, ministero per i Beni culturali, hanno ribadito alla ditta Socogas che il deposito presuppone un cambio di regolamento marittimo, come sostenuto dalla capitaneria di porto. L’entrata in porto delle gasiere comporta una variante che mette in discussione lo studio ambientale e richiede anni. Uno studio in qualche modo bypassato dai documenti fatti avere all’Unesco dalla Città metropolitana, che non avevano riportato l’impianto in itinere. Insomma – dice Rossi – a prescindere dall’esito legale in corso c’è stata la volontà espressa dai ministeri di arrogare a sé l’assunzione del problema».

I tempi del ricorso

«La sentenza sottolinea che il decreto del 2015 doveva essere impugnato prima ma noi ribadiamo – sottolinea Rossi – che c’è stata assenza totale di informazione ai cittadini. Per questo non ci si è mossi prima. Come si poteva? Una intera città è stata tenuta allo scuro in maniera furbesca. Nell’ultima riunione il Mise si è assunto un impegno importante con una memoria aggiuntiva presentata al Consiglio di Stato, in cui ha ribadito che, nonostante la correttezza dell’iter burocratico-amministrativo, non si può non tenere conto del fatto che manca un parere vincolante e obbligatorio, che rende il procedimento nullo. Si prenda in mano la questione e si decida pensando che una popolazione come quella di Chioggia non è stata rispettata e non è mai stata sentita in proposito. Non possono dire che non abbiamo fatto ricorso in tempo perché non sapevamo e non potevamo intervenire prima».

Costa Bioenergie

C’è soddisfazione per la sentenza del Consiglio di Stato da parte della società Costa Bioenergie «che ha confermato la legittimità dell’attività posta in essere dalla società e l’illegittimità del comportamento di chi ha cercato di impedire il regolare andamento dei lavori realizzativi. Da tutto ciò Costa Bioenergie ha subito rilevanti danni, economici e di immagine, in conseguenza dell’interruzione dei lavori e del rallentamento degli stessi (danni che si riserva di chiedere nelle competenti sedi) e che auspica non debba ulteriormente subire a causa di comportamenti volti ad impedire e/o ritardare il legittimo esercizio di una attività economica che la legge riconosce essere anche di pubblico interesse. Ci auguriamo che dopo questa sentenza possa instaurarsi un clima diverso, finalmente di civile confronto, finalizzato a porre le basi per una serena convivenza e collaborazione, nella convinzione che l’attività potrà costituire elemento positivo per l’economia locale».

Venezia Today – 28/02/2019

© Riproduzione riservata

Codice della strada: Conftrasporto, la legge delega per modificarlo non è una soluzione

Codice della strada: per Conftrasporto, ancora una volta siamo di fronte a una ‘non decisione’. “La gente forse non sa quanti passaggi parlamentari siano necessari per rendere operative le norme che una legge delega, come quella approvata oggi dal Consiglio dei ministri, prevede – afferma il vicepresidente di Conftrasporto-Confcommercio Paolo Uggè – Che le modifiche al codice della strada debbano essere affrontate con una legge delega, non c’è dubbio. Esistono tuttavia disposizioni che invece dovrebbero essere assunte in tempi rapidi, come quelle relative ai trasporti eccezionali. La scelta del governo è stata quella di inserire il tutto in una legge delega che consente di prendere tempo, e non poco”.

“Innanzitutto la legge deve essere approvata dai due rami del Parlamento, sperando non vi siano modifiche – spiega Uggè –  La legge delega poi concede un tempo, solitamente da sei mesi ad un anno, all’Esecutivo per emanare i decreti legislativi che rendano operative le disposizioni delegate. In questo caso, è opportuno rammentare ai ‘non decisori’ che senza un intervento adeguato e immediato  continueranno a circolare a 108 tonnellate sui nostri ponti e strade gli automezzi che  trasportano bobine d’acciaio (quando a 108 tonnellate dovrebbero circolare sono mezzi con un pezzo unico e indivisibile). Quali conseguenze in termini di sicurezza e tenuta dei manufatti non è dato conoscere, ma sarebbe sufficiente coinvolgere gli uffici tecnici per avere una risposta”.

“Nel frattempo – prosegue il vicepresidente di Conftrasporto – i  trasporti eccezionali, quelli regolari, continueranno, per una mancanza di chiarezza, a subire le lungaggini burocratiche che saranno loro imposte dai funzionari degli enti proprietari delle strade, timorosi di essere coinvolti in iniziative della magistratura, laddove si verificassero incidenti. Così tutto il sistema produttivo, già in crisi, finirà con il trasferirsi all’estero oppure con il perdere le commesse”.
“Sarebbe interessante – conclude Uggè – scoprire le ragioni reali per una simile decisione che rinvia nel tempo un argomento che impatta sulla sicurezza degli utenti delle strade, oltre che sul sistema produttivo. Sarà  solo frutto della scelta del rinvio? Le imprese vorrebbero conoscerne le ragioni”.

 Trasporti-Italia.com – 28/02/2019

© Riproduzione riservata

Codice della strada: soddisfazione di Confetra per l’approvazione della legge delega

Piena soddisfazione di Confetra (Confederazione generale italiana dei trasporti e della logistica) per l’approvazione da parte del Consiglio dei Ministri, nella seduta di ieri, di una proposta di legge delega per la riforma del Codice della Strada.

“Per intervenire su un Codice come quello italiano non si può procedere con singole modifiche ma occorre elaborare una legge delega che disegni criteri e principi per una profonda rivisitazione di norme che si sono stratificate in decine di anni”.  Il presidente confederale Nereo Marcucci lo aveva sottolineato in occasione dell’audizione del 19 febbraio scorso in Commissione Trasporti della Camera dei Deputati dove giacciono oggi ben 16 proposte di modifica al Codice.

“Tutto il codice, che è del 1992, risulta oggi stratificato – osserva Confetra – perché negli anni ci sono state solo modifiche e mai una vera riforma, parecchi tentativi tutti falliti. Esempio di stratificazione è il regime sanzionatorio, estremamente vasto e cavilloso”. In questi anni la mobilità di merci e passeggeri è cambiata parecchio e  Confetra “ritiene  che nel momento in cui si mette mano al Codice occorrerebbe anche avere l’occhio al futuro occupandosi di  guida autonoma col platoonig,  smart road,  smart city”. La visione complessiva chiesta da Confetra riguarda anche le modifiche alla disciplina dei trasporti eccezionali e dei tempi di guida e di riposo.

“Con l’approvazione di una proposta di legge delega è stata così accolta la nostra istanza: condividiamo i criteri e i principi di riforma delineati nella legge delega e dichiariamo fin da ora la piena disponibilità a collaborare con il Ministero Infrastrutture e Trasporti e gli altri dicasteri interessati per l’elaborazione del nuovo testo. E’ importante instaurare il dialogo con le associazioni del settore affinché su una materia complessa e sensibile anche ai fini sociali come quella della circolazione stradale ci possa essere il giusto contributo degli operatori che garantiscono la mobilità delle merci” conclude Marcucci.

Trasporti-Italia.com – 28/02/2019

© Riproduzione riservata

Venezia, contributo accesso: Anav, un importante risultato l’esclusione dei bus

“Grazie ad ANAV i viaggiatori che arriveranno a Venezia in autobus saranno esclusi nel 2019 dal pagamento del contributo di accesso previsto dalla recente legge di stabilità. Questo il risultato delle iniziative portate avanti dall’Associazione in favore delle aziende del settore, e dei propri clienti, quotidianamente impegnate nei servizi di trasporto pubblico di linea e di noleggio con conducente con destinazione Venezia”. Lo scrive l’ANAV, associazione nazionale autotrasporto viaggiatori, in una nota diffusa oggi.

“La decisione del Comune di Venezia di accogliere la richiesta di ANAV di escludere, seppur per il 2019, dal contributo di accesso i passeggeri che utilizzano autobus di linea o privati per arrivare in Città, premia i nostri sforzi nel portare avanti le giuste istanze delle imprese associate e dei propri clienti”,  ha dichiarato il Presidente di ANAV, Giuseppe Vinella, che aggiunge: “In maniera efficace e tempestiva abbiamo evidenziato all’Amministrazione comunale come le nostre imprese, già da anni, contribuiscano in misura importante al sistema di regolazione degli ingressi alla Città e come l’applicazione di un doppio prelievo a carico della nostra clientela avrebbe rischiato non solo di essere iniquo e discriminatorio, ma di disincentivare fortemente i flussi turistici, con inevitabili ricadute sull’economia locale”.

“La nostra iniziativa naturalmente non si ferma, ma – prosegue Vinella – da qui partiremo per proseguire, sempre in un’ottica costruttiva, il confronto con l’Amministrazione di Venezia al fine di definire a regime un equo, proporzionato e non discriminatorio sistema di prelievo a carico degli autobus e dei relativi viaggiatori. Questo anche in vista dell’imminente programmazione dell’attività turistica delle imprese per l’anno 2020 e seguenti”.

Trasporti-Italia.com – 28/02/2019

© Riproduzione riservata

Trasporti: via a Deep Sea, verso emissioni zero in Adriatico

Aries Cciaa VG capofila partner progetto Interreg Italia-Croazia

Ottenere un turismo nautico e costiero a emissioni zero dalla Puglia al Friuli Venezia Giulia, fino alle coste della Croazia. E’ questo in sintesi l’obiettivo di Deep Sea, acronimo di Development of Energy Efficiency mobility services for the Adriatic marinas, progetto finanziato nell’asse del Trasporto marittimo del Programma Interreg Italia-Croazia, che ha preso avvio questa mattina a Trieste in Camera di Commercio Venezia Giulia con l’incontro operativo dei partner. Del valore complessivo di 2,5 milioni di euro – e per una durata che va da gennaio 2019 al 30 giugno 2021 – l’iniziativa coinvolge Aries Camera di Commercio Venezia Giulia, Università degli Studi di Trieste, Camera di Commercio di Foggia, Regione Puglia, Comune di Andria e per la Croazia: Autorità portuale di Krk-Veglia, il Comune di Malinska Dubanica, Rera-Agenzia per lo sviluppo della Regione palato-Dalmatina, le Università di Rijeka-Fiume e Split-Spalato e il marina H.L. Dvorac. L’idea, spiega una nota, è quella di sviluppare una mobilità elettrica abbinata alla produzione di energie rinnovabili in modo da sviluppare una nautica sostenibile senza emissioni, rumori, vibrazioni dove l’energia elettrica viene prodotta direttamente nelle Marine e utilizzata dalle barche, per la mobilità dei turisti che raggiungono le banchine o le aree attigue. In questo percorso, fanno sapere i promotori, potranno trovare nuove opportunità di investimento anche gli imprenditori nautici e della cantieristica, gestori delle marine, albergatori e operatori del terziario più in generale che coglieranno le sfide produttive, le autorità politiche e istituzionali che andranno ad innovare l’aspetto normativo in funzione sempre più green, nonché i cittadini e le comunità che in questi territori vivono e lavorano e che in questo modo troveranno nuove e ulteriori opportunità occupazionali.

Ansa/Mare – 28/02/2019

© Riproduzione riservata

Treviso, MOM: 31 milioni di investimenti per la mobilità locale

27 Febbraio 2019

Approvato il nuovo piano industriale di MOM Spa, l’azienda del trasporto pubblico locale trevigiano. Previsti investimenti di 31 milioni di euro per rinnovare non solo la mobilità di Treviso ma anche per sviluppare in chiave 4.0 l’azienda “attraverso la forte spinta alla digitalizzazione dei processi interni e dei sistemi di vendita, la patrimonializzazione attraverso importanti operazioni immobiliari”, chiarisce il Presidente MOM, Giacomo Colladon.

Rinnovo parco mezzi

Parte degli investimenti stimati fino al 2021 saranno destinati al rinnovo parco mezzi per migliorare i servizi e aumentare la competitività del trasporto pubblico trevigiano.

In programma l’acquisto di 38 nuovi autobus, di cui 33 già nel 2019. L’investimento sarà superiore ai 10 milioni di Euro (5,6 milioni da contributi sia regionali che europei, per la parte restante in autofinanziamento e finanziamento di terzi) e comporterà la dismissione di autobus con classe Euro 0, 1 e in parte Euro 2.

Tra gli acquisti, previsti diversi “maxi bus” da 18 metri, che MOM è stata tra la prime aziende italiane ad inserire nella flotta nel 2018: grazie all’alta capacità di carico, consentiranno di limitare le “corse bis” e di ridistribuire i chilometri recuperati potenziando i servizi ove opportuno.

Prevista anche una razionalizzazione delle corse. L’azienda guarda positivamente alla rivisitazione del servizio nel centro storico di Treviso (Piano Urbano Mobilità Sostenibile) e al ridisegno della rete nel bacino di Castelfranco, con un potenziamento del servizio suburbano.

Nuove sedi e innovazione tecnologica 

Gli investimenti previsti servono anche per portare a compimento due importanti operazioni immobiliari. Complessivamente saranno investiti 13,7 milioni di Euro per l’intervento nell’area di Via Castellana (nuova sede aziendale e deposito per 7,7 milioni) e per la costruzione di un deposito e di una officina a Castelfranco Veneto.

Nel 2019 sono previsti investimenti in innovazione tecnologica (dotazioni informatiche hardware e software) per 4,6 milioni di Euro. “Nell’arco di piano, MOM punta a portare a termine l’evoluzione in Utility 4.0, attraverso – prosegue il Presidente Colladon – la crescente digitalizzazione dei processi, la raccolta e analisi dei dati e la diffusione di infrastrutture “intelligenti” per i suoi Clienti. Si tratta di completare i sistemi AVM per il controllo satellitare della flotta, diffondere i sistemi di infomobilità nelle aree urbane, digitalizzare le officine, dotare i mezzi e gli autisti di tecnologie di bordo per la navigazione e la guida sicura, approdare a nuovi sistemi tariffari che guardino ancora di più alla smaterializzazione dei biglietti”.

Trasporti-Italia.com – 27/02/2019

© Riproduzione riservata

Aeroporto di Bolzano: offerta per acquisto azioni detenute dalla Provincia

Passo avanti nell’iter per la dismissione del pacchetto azionario detenuto dalla Provincia in ABD, la società di gestione l’Aeroporto di Bolzano. La società Abd Holding srl, composta da una cordata di cui fanno parte gli imprenditori bolzanini Gostner, il magnate tirolese René Benko e la fondazione privata dell’imprenditore austriaco dell’asfalto Hans Peter Haselsteiner,  bolzanino d’adozione, ha presentato un’offerta per l’acquisto del 100% delle quote detenute dalla Provincia. La commissione di gara, composta da funzionari delle Ripartizioni finanze e mobilità, ha provveduto per il momento a valutare – positivamente – solo la parte amministrativa e procedurale della proposta, senza entrare in alcun tipo di valutazione tecnica o economica. Questo secondo passaggio sarà affidato a una commissione giudicatrice nominata a inizio febbraio con apposito decreto, che avrà 30 giorni di tempo per concludere i lavori.

Trasporti-Italia.com – 27/02/2019

©  Riproduzione riservata

Ferrovie: Anceferr, dieci miliardi di manutenzione per risparmiarne 30

Cambiare subito – come ha appena assicurato il presidente del Consiglio –  il Codice degli appalti: “perché non serva più ai giudici a quantificare le pene, ma alle imprese a far ripartire il Paese”; riparare i danni provocati dall’età e dall’usura delle infrastrutture e dalla mancata cura del territorio; ripartire immediatamente il Fondo per gli investimenti della Legge di Bilancio 2019: investire per dieci miliardi per risparmiarne 30 in dieci anni.

Lo hanno chiesto i costruttori ferroviari riuniti nell’Anceferr, insieme agli ingegneri del Cifi e all’associazione di ingegneria e architettura aderente a Confindustra (Oice) durante il seminario: “Ambiente, risparmio, sicurezza, sviluppo: guarire le infrastrutture italiane” al quale hanno partecipato, tra gli altri, il viceministro ai Tasporti Edoardo Rixi e l’Ad di Rfi, Maurizio Gentile.

“Se davvero e non a parole, la priorità del governo è mettere in sicurezza il territorio, con azioni di contrasto e prevenzione del rischio idrogeologico, e fare un tagliando ai nostri trasporti con progetti e opere immediatamente cantierabili – ha detto Pino Pisicchio, presidente Anceferr –  non possiamo non considerare con preoccupazione, e lo diciamo da “ferrovieri”, la drastica riduzione delle risorse previste nella legge di bilancio per le FS, dove alla voce Contratto di servizio e di programma per n investimenti RFI, assistiamo alla riduzione delle risorse di cassa e di competenza di 2,240 miliardi, entità economica che corrisponde al 42% di abbattimento. Non è un buon modo per fare la ‘cura del ferro’.

Apprezziamo le parole del viceministro Rixi – ha concludo –  facciamo ripartire il Paese che non è soltanto la Tav, ma anche le tante piccole opere bloccate e migliaia interventi di  manutenzione”.

L’ANCEFERR, Associazione Nazionale Costruttori Edili Ferroviari Riuniti, nasce nel 2011 con l’obiettivo di creare un sodalizio fra le imprese associate in termini di collaborazione, aiuto e tutela. I soci fondatori, aziende che operano prevalentemente nel settore ferroviario, hanno sentito la necessità di dare vita ad un’organizzazione che potesse sostenere le imprese di questo settore il quale vive problematiche complesse ed ha peculiarità operative, organizzative e strutturali molto diverse dagli altri settori.

Trasporti-Italia.com – 27/02/2019

© Riproduzione riservata

Servizio regionale di Trenitalia, aumenta la customer satisfaction

26 Febbraio 2019

Chi viaggia a bordo dei treni regionali di Trenitalia è sempre più soddisfatto del servizio. Lo conferma l’indagine demoscopica voluta dalla società del Gruppo Fs Italiane che ha rilevato una customer satisfacion complessiva dell’85,9%.
Il dato, relativo a gennaio 2019, segna una crescita del +2,5% rispetto a gennaio 2018 e del +4,7% rispetto al 2017, e si basa su criteri di valutazione quali puntualità, pulizia, comfort, informazioni, sicurezza.
Nel dettaglio, gli indicatori dell’esperienza viaggio riportano tutti il segno positivo: la sicurezza raggiunge l’82,6% di gradimento con un +3,4% rispetto all’anno precedente,  le informazioni a bordo treno l’85,6% (+2,2%), la pulizia il 76,6%(+2,1%), il comfort l’88% (+1,7%).

Il trasporto regionale e metropolitano si conferma, quindi, il perno delle attività del Gruppo e il centro del Piano Industriale 2019-2023. Già dagli ultimi mesi del 2018 il settore si è arricchito di un servizio di customer care rivolto ai pendolari e svolto da più di 500 ferrovieri, in prevalenza giovani e neoassunti, in grado di coprire 100mila treni regionali all’anno.

Saranno, inoltre, 600 i nuovi treni che rinnoveranno la flotta regionale di Trenitalia, per un rilancio del trasporto ferroviario regionale e un miglioramento della qualità della vita di 1,5 milioni di pendolari che ogni giorno utilizzano i convogli della società. Già in costruzione negli stabilimenti di Hitachi e Alstom i nuovi Rock e Pop, treni di nuova generazione ad alta sostenibilità, che arriveranno sui binari italiani questa primavera.

Trasporti-Italia.com – 26/02/2019

© Riproduzione riservata

Fvg-Cina: Bini, focus su porto Trieste ma anche su industria e turismo

“La Via della Seta rappresenta un’enorme opportunità per l’intero Paese ed è una partita da dentro e fuori che va colta, con il Friuli Venezia Giulia pronto a essere partner degli interlocutori cinesi non solo come terminale marittimo della Via e piattaforma logistica, ma anche con tutta la sua industria e la sua offerta turistica”.

Lo ha affermato l’assessore regionale ad Attività produttive e Turismo, Sergio Emidio Bini, intervenuto oggi alla tavola rotonda “The China-Italy business relationship. Partnership building the future” organizzata alla Stazione marittima di Trieste dalla Fondazione Italia-Cina, da Costa Group e Price Waterhouse Coopers.

Nel 2017 l’Italia ha esportato in Cina l’equivalente di 20 miliardi di euro di prodotti, per lo più manifatturieri secondo le dogane cinesi, con una crescita tendenziale del 22 per cento. Tuttavia si tratta ancora solo un quinto di quanto esporta la Germania, come ha ricordato il direttore della Fondazione Italia-Cina, Vincenzo Petrone. “Le possibilità di ulteriore crescita vanno allora colte”, ha rilevato Bini.

Si calcola che nel 2050 Europa e Cina rappresenteranno il 32 per cento del Pil planetario. Bini ha posto l’accento sull’interesse che il Friuli Venezia Giulia può destare nel sistema produttivo e nel mercato cinese anche al di fuori dell’asset logistico-portuale.

“Disponiamo – ha spiegato l’assessore regionale alla platea italo-cinese – di una ricerca scientifica di alto livello e di un sistema industriale che ha punte d’eccellenza nelle costruzioni navali, nel design, nei macchinari, nella siderurgia, nell’agrifood e nelle biotecnologie che beneficiano di un numero elevatissimo di professionisti preparati ad aprirsi a un percorso di internazionalizzazione, nonché di infrastrutture con alto indice di sviluppo”.

“La Regione Friuli Venezia Giulia – ha assicurato Bini – si mette a disposizione delle nostre imprese, oltre il 90 per cento delle quali è di piccola e media dimensione, affinché quei mercati comincino a diventare più semplici, più friendly e quindi più affrontabili”.

Approfittando dell’occasione che sarà offerta dall’inaugurazione a Trieste della Costa Venezia il prossimo 1 marzo, Bini ha ricordato che “nei giorni di permanenza a Trieste la nave ospiterà circa 1500 persone provenienti dall’Asia (Cina, Corea, Giappone) e dall’Europa. Tra queste – ha sottolineato – anche un centinaio di media internazionali e blogger”.

Si tratterà di una “vetrina di altissimo livello e di una grandissima opportunità per il Friuli Venezia Giulia che sta lavorando e lavorerà con impegno per fornire un’offerta turistica mirata a far conoscere un variegato panorama di arte, cultura, enogastronomia e natura in grado di sorprendere il turista cinese”.

Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia/Notizie dalla Giunta – 26/02/2019

© Riproduzione riservata