Autostrada Brescia-Padova, la concessione di Benetton a rischio

28 Gennaio 2019

Sarebbe questa una delle conseguenze indirette dopo la sentenza del Consiglio di Stato che ha annullato il progetto della A31 Nord tra Vicenza e Trento

La concessione per l’autostrada Brescia Padova, recentemente acquisita dal gruppo Atlantia, riconducibile alla famiglia trevigiana dei Benetton, è a rischio. E potrebbe presto essere rimessa a gara per volontà del governo. Lo rivela Vicenzatoday.it in una inchiesta pubblicata ieri, domenica 27 gennaio. Nel lungo approfondimento firmato da Marco Milioni infatti accendono i riflettori sulle conseguenze che la recente sentenza del Consiglio di Stato, che ha annullato il progetto per il prolungamento verso settentrione della Valdastico nord nel tratto tra Piovene Rocchette e la zona meridionale di Trento, avrebbe proprio nei confronti della concessione autostradale della Brescia Padova.

Quest’ultima infatti, come annunciato dalla stampa economica è stata acquisita da Atlantia in settembre. Più nel dettaglio alcuni mesi fa il braccio autostradale della famiglia Benetton, ovvero Atlantia, rispetto alla quale la casata di Ponzano non è l’unico azionista peraltro, aveva acquistato la spagnola Abertis, la quale a sua volta deteneva il controllo sulla Brescia Padova e sulla sua concessione.

Quest’ultima, come ricorda Vicenzatoday.it, era stata più volte prorogata senza andare a gara proprio grazie all’escamotage della preventivata realizzazione della A31 nord, che sarebbe stata in capo proprio alla Brescia Padova. La bocciatura del progetto però avrebbe rimesso le cose «ab ovo» tanto che adesso il ministero delle infrastrutture starebbe valutando di redigere un bando europeo perché la concessione, prossima allo svincolo, sia contendibile da tutti i soggetti che hanno i requisiti per partecipare, come previsto dalla normativa europea di riferimento. Il che potrebbe costituire una dispendiosissima seccatura per la famiglia di Ponzano veneto, che avrebbe pagato a caro prezzo un asset che ora sarebbe prossimo a ritornare allo Stato.

Treviso Today/Economia – 28/01/2019

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L’appello. La Pedemontana minaccia di congestionare i Comuni. Categorie e sindacati insieme: «Attenzione agli ingorghi»

26 Gennaio 2019

di Mauro Pigozzo

Ascom, Coldiretti, Confartigianato AsoloMontebelluna, CNA Asolo e CNA Montebelluna e Cisl uniti per chiedere collaborazione alle amministrazioni locali e attenzione da parte della Regione Veneto sulla Pedemontana.

«Si faccia attenzione alle problematiche legate alla viabilità di adduzione», chiedono categorie economiche e sindacati. «I nodi di Fonte e di Montebelluna sono per noi punti nevralgici per la viabilità del nostro territorio come pure il ponte di Vidor», dicono. «Creare ulteriori rallentamenti e ingorghi nelle nostre strade comporterebbe una dispersione di tempo ed un aggravio dei costi per le nostre aziende».

Sindacati e categorie economiche guardano ai territori dell’area Asolana, dove porterà il casello di Riese Pio X, unitamente a quella dell’area Montebellunese, più legata invece alle uscite di Caselle di Altivole e Montebelluna/Trevignano, nei quali già confluisce il traffico della Strada Statale 348 Feltrina. «È evidente la necessità di una progettualità che gestisca in modo efficace e definitivo il transito viario già concitato», dicono.

«Sarebbe utile il monitoraggio, da parte dei Comuni, dei flussi di traffico esistenti nelle strade che saranno funzionali alla Pedemontana, condividendo così l’effettiva criticità. Altra proposta è di valutare la possibilità della gestione di un traffico differenziato, per spostare quello pesante al di fuori dei paesi e rendere più veloce la percorrenza per il traffico urbano».

Altro tema caldo è quello dei pedaggi. In fase di progettazione, la Regione Veneto aveva previsto un’esenzione, a partire dal casello più vicino al comune di residenza per 21 chilometri in entrambe le direzioni: l’esenzione era pari al 100% nei primi 12 anni, al 50% per i successivi 4 anni, al 25% per gli ulteriori 5 anni. L’esenzione è stata poi tolta. «Ma riteniamo utile proporre un tariffario – concludono – che incentivi l’uso della Superstrada anche ai residenti, con prezzi calmierati e con scontistiche adeguate». Sullo stesso fronte, peraltro, si stanno muovendo anche i sindaci dopo l’accordo siglato lo scorso 16 gennaio in Provincia di Treviso, focalizzato sulla parte sud dell’arteria che necessita di un collegamento della Superstrada alla statale del Santo – Strada Regionale 308. Ieri si è tenuto a Vedelago un summit tra i rappresentanti dei comuni dell’area. «Fondamentale avere uno studio del traffico prima di compiere scelte sulla viabilità complementare alla SPV», dicono i sindaci. «Non va sottovalutato, infatti, che una pianificazione viaria non può prescindere dalle eventuali evoluzioni dei comportamenti, anche del mondo economico: le molte aziende del territorio, in futuro, vista la vicinanza alla Pedemontana, potrebbero mutare, oltre che i propri spostamenti, anche le strategie logistiche di mercato con un impatto significativo per la viabilità locale».

Corriere del Veneto/Treviso – 26/01/2019

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Consiglio Comunale contrario al terminal, ma con le dovute garanzie…

25 Gennaio 2019

Un solo ordine del giorno, quattro ore di discussione, un continuo balletto tra negazionisti e possibilisti. Alla fine il Consiglio Comunale vota l’ordine del giorno portato dalla maggioranza, pur con qualche ritocco nel testo.

L’ordine del giorno portato in Consiglio chiede che sin da questa fase attuale la consultazione avvenga nella forma dell’inchiesta pubblica a garanzia del miglior coinvolgimento possibile sia della popolazione, che delle categorie economiche e delle associazioni interessate. Si chiede poi di proseguire nell’opera di condivisione di qualsiasi informazione nei confronti del Consiglio Comunale e dell’intera città riguardante possibili evoluzioni, nonché di condivisione preventiva di ogni decisione.

Si invita quindi a trasmettere l’ordine del giorno al ministero dell’ambiente unitamente alla nota tecnica già prodotta dagli uffici competenti, assieme alle note preventive delle associazioni di categoria.

L’Amministrazione Comunale esprime contrarietà preventiva al progetto in mancanza di approfondimenti e delle necessarie garanzie. In pratica, il Comune di Chioggia è contrario alla realizzazione dell’opera ma non chiude completamente le porte. Infatti il Comune sarebbe disposto a valutare il tutto con un adeguato infrastrutturale preliminare all’opera; che le opere di mitigazione e comprensione siano proporzionate all’intervento; che l’opera assuma interesse pubblico, adeguandosi alle altre necessità della città.

Mentre il porto di Chioggia guarda, logicamente, con interesse al progetto di Vgate, è invece assolutamente contrario il comparto turistico, tanto che il presidente di Federalberghi, Marco Michielli, ha ritenuto opportuno divulgare una propria nota in merito. “Il progetto – precisa – sembra porsi in feroce contrasto con gli equilibri ambientali, nonché con la vocazione ed il destino turistico locale. Progetto che rischia di schiantarsi con la violenza di un meteorite su Sottomarina e Isola Verde”.

Gli fa eco il presidente di ASA, Giuliano Boscolo Cegion. “L’inquinamento delle polveri sottili e degli scarichi delle navi si muoverebbe verso la costa. Chioggia-sistema, scelto dalle famiglie per la qualità dell’aria e dello iodio a mare, perderebbe l’appeal conquistato in anni di politiche ambientali. Oltretutto non si specifica quale sarà il contenuto dei container che, per quel che ne sappiamo, potrebbe anche contenere materiali radioattivi”.

Chioggia News 24 – 25/01/2019

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Ravanelli: F2i svilupperà Trieste Airport il più possibile

Si tratta di «un investimento importante in una regione importante, perché il Friuli Venezia Giulia è la porta d’Oriente del sistema Paese Italia, è una regione snodo rilevante sui traffici commerciali e un’area dove il turismo è molto significativo»

L’aeroporto Trieste Airport di Ronchi dei Legionari con l’acquisizione del 55% da parte di F2i «entra nel network aeroportuale più grande d’Italia e questo sarà un vantaggio per l’aeroporto, perché consentirà di avere un’interlocuzione efficace con le compagnie».

Lo ha detto Renato Ravanelli, ad di F2i, nel corso di una conferenza insieme con i vertici della Regione Fvg, indicando che intenzione di F2i è proprio «sviluppare l’aeroporto il più possibile». Ravanelli ha sottolineato che si tratta di «un investimento importante in una regione importante, perché il Friuli-Venezia Giulia è la porta d’Oriente del sistema Paese Italia, è una regione snodo rilevante sui traffici commerciali e un’area dove il turismo è molto significativo».

L’aeroporto di Trieste da questo punto di vista è un’infrastruttura fondamentale. Ravanelli ha sottolineato l’importanza di una «forte collaborazione tra società privata e azionista pubblico», evidenziando che sarà determinante la sinergia con il territorio. «Tutte le sue componenti – ha spiegato – devono contribuire a utilizzare al meglio l’aeroporto, che deve essere efficiente e di alta qualità, ma anche il turismo e il business saranno chiamati a utilizzare l’aeroporto come un punto di accesso importante». In merito a nuovi collegamenti, l’ad si è limitato a dire: «Ci stiamo lavorando e ci sono collegamenti con la Germania appena partiti che sono molto importanti».

Il Piccolo/Nordest Economia – 25/01/2019

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Catullo, Save rischia l’addio Cariverona apre alla Sgr F2i

ll polo aeroportuale del Nord Est, che somma il traffico del Marco Polo di Venezia, del Canova di Treviso e del Catullo di Verona, ha chiuso l’anno con quasi 18 milioni di passeggeri.

ll polo aeroportuale del Nord Est, che somma il traffico del Marco Polo di Venezia, del Canova di Treviso e del Catullo di Verona, ha chiuso l’anno con quasi 18 milioni di passeggeri, in aumento del +8, 9%. Dati record in particolare per l’aeroporto di Venezia, terzo gateway intercontinentale nazionale, che a dicembre ha raggiunto il traguardo di 11 milioni di passeggeri e ha concluso l’anno con un incremento passeggeri del +7,8%. Quanto agli altri scali, Treviso ha evidenziato un trend positivo, con un +9, 7% nel numero di passeggeri, e Verona ha registrato un exploit con una crescita dell’11,6%.

L’attenzione del Trentino si concentra, però, in particolare sul Catullo di Verona, scalo partecipato anche dalla Provincia con una quota in Aerogest (primo socio con il 47% insieme agli altri soci pubblici, Comune, Provincia e Camera di Commercio di Verona). Sull’assetto societario del Catullo la Provincia di Trento (seguita dagli altri soci veronesi) ha annunciato di voler rivedere i patti parasociali in scadenza con il socio privato Save. Save, infatti, chiede un aumento di capitale che i soci pubblici non intendono sottoscrivere. La partita è tutta aperta e la prossima settima i soci di Aerogest si riuniranno per elaborare una propria strategia.

Intanto, però, dal Veneto rimbalza l’indiscrezione secondo cui Save rischierebbe di perdere la propria partecipazione nel Catullo. A tenere aperto l’uscio per far uscire i veneziani e favorire l’ingresso di un socio finanziario, ci sarebbe Fondazione Cariverona, anch’essa socia dello scalo veronese. Le indiscrezioni portano a individuare il nome di questo nuovo investitore in F2i, sgr che investe in infrastrutture ed ha tra i suoi sponsor Cassa Depositi e Prestiti. L’intenzione, si dice, sarebbe quella di tagliare fuori Save, metterla in minoranza e costringerla a sedersi al tavolo da venditore. Va ricordato che F2i ha da poco acquistato una piccola quota nell’aeroporto di Trieste e possiede partecipazioni anche in molti altri scali.

Trentino – 25/01/2019

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Manutenzione di scuole e strade, in arrivo 250 mln per le Province

In arrivo finanziamenti per la manutenzione di strade e scuole alle Provincie delle Regioni a Statuto ordinario.

Un decreto del Ministero dell’interno di concerto con i ministeri dell’Economia e delle Finanze e delle Infrastrutture ha stanziato 250 milioni di euro annui per gli anni dal 2019 al 2033, da destinare al finanziamento di interventi per la sicurezza a valenza pluriennale.

I finanziamenti sono ripartiti per il 50% tra le province la cui spesa per la manutenzione di strade e di scuole è diminuita negli ultimi anni, e per il restante 50% tra quelle che hanno visto ridursi i trasferimenti di risorse dallo Stato.

Una misura strutturale che permette di programmare gli interventi per i 130 mila chilometri di rete viaria provinciale e delle 5.100 scuole superiori, servizi essenziali per la crescita economica e lo sviluppo del Paese.

Trasporti-Italia.com – 25/01/2018

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Avanti da soli puntando sulla logistica dell’area

24 Gennaio 2019

L’Interporto di Rovigo è in ripresa ed andrà avanti sulle proprie gambe: lo assicura il Vitaliano Bressanin in consiglio comunale ai consiglieri illustrando loro l’attuale gestione. Non si parla più di una possibile fusione con gli Interporti di Padova o Verona in quanto l’area sta diventando appetibile dal punto di vista turistico, tanto da non pensare alla modifica dell’articolo 23 che comporterebbe l’insediamento di aziende insalubri

Era stato riconfermato presidente dopo Antonello Contiero con una mission precisa: fusione con Padova. Ora per Interporto Rovigo si parla di rinascita in solitario.

E’ quanto emerge dal consiglio comunale monotematico di giovedì 24 gennaio in cui il presidente dell’Interporto, Vitaliano Bressanin, ha illustrato una relazione nella quale non si fa alcun riferimento alla questione della fusione con gli Interporti di Padova o Verona.

Per mesi infatti è stata la domanda che associazioni, ma anche consiglieri comunali, sia di maggioranza ed opposizione, si sono posti analizzando quale delle due soluzioni potesse essere più conveniente per Rovigo. Da quando però l’organizzazione amministrativa è cambiata, Interporto ha cominciato a mettere i conti in ordine e la zona sta diventando appetibile. “Ora che siamo in ripresa sono molte le aziende che vorrebbero insediarsi” afferma Bressanin.

A chiedere chiarimenti però sulla questione fusione è il consigliere Ivaldo Vernellial quale però Bressanin ha risposto: “All’epoca ho avuto modo di incontrare sia i vertici dell’interporto di Padova che di Verona ma non ho più ricevuto comunicazioni. Se arriveranno richieste di fusione ne discuteremo, ora proseguiremo con il nostro lavoro”.

La fusione però non è stato l’unico argomento toccato, si è infatti parlato del famoso articolo 23 che evita l’insediamento di aziende inquinanti e insalubri in zona. A parlarne in aula per prima è la consigliere Alba Rosito che in modo velato ha fatto capire come una modifica aumenterebbe lo sviluppo dell’area, idea già espressa da tempo. Idea che va in netta contrapposizione invece con i comitati dei cittadini che hanno voluto l’articolo 23 delle norme attuative del piano Interporto proprio per tutelare la salute pubblica.

Il consigliere Francesco Gennaro invece è chiaro: “Se ora si parla di sviluppo turistico, sostenibile e compatibile è proprio perché in zona Interporto non si sono insediate infrastrutture insalubri grazie all’inserimento dell’articolo 23 nello statuto”. Da parte di Bressanin arriva infatti la conferma che non c’è alcuna volontà di modificarlo ma puntare invece sulla logistica dell’area.

Tra gli obiettivi futuri infatti c’è quello di creare nuovi spazi per i container ma soprattutto elettrificare il tratto di linea ferroviaria tra Interporto e Rovigo,un progetto da 12milioni di euro.

RovigoOggi.it – 24/01/2019

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Appalti pubblici, Ue contro Italia

La Commissione ha deciso oggi di aprire una procedura d’infrazione contro l’Italia e altri 14 Stati membri per non essersi conformati alle norme Ue su appalti pubblici e concessioni. Gli Stati membri erano tenuti a recepire la nuova normativa nel diritto nazionale entro il 18 aprile 2016.

L’Arena – 24/01/2019

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“Sulla Zes il governo si sbrighi”

Il progetto presentato all’assemblea di Confindustria. Il presidente Marinese: “Diventeremo un’area modello, ma c’è tempo solo fino a fine anno”.

Il conto alla rovescia è scattato. A disposizione, ormai, soltanto 340 giorni. Dopodiché, senza un intervento del governo, tutto andrà in fumo: investimenti per 2,4 miliardi di euro e la prospettiva di creare oltre 26mila posti di lavoro.

Comprensibile, allora, il forte appello lanciato, durante l’assemblea di Confindustria Venezia-Rovigo che si è celebrata a Venezia, dal presidente dell’associazione di categoria, Vincenzo Marinese: “Da vent’anni aspettiamo la zona economia speciale – le sue parole – ma il governo ha sempre preferito puntare sul Sud. Ora c’è tempo fino al 31 dicembre per varare un provvedimento ad hoc, che dovrà poi essere attuato dalla Regione, con cui stiamo già discutendo”.

Certo, lo Stato dovrebbe metterci anche 250 milioni di euro, “ma quell’investimento creerebbe un gettito fiscale quattro volte superiore”, ha sottolineato ancora Marinese. In parallelo, i privati sono pronti ad investire 2,4 miliardi di euro, per sviluppare nuove imprese nei settori emergenti.

Le Zes – ha sottolineato ancora Marinese – “hanno dato prova di riuscire a sviluppare l’economia. Nel mondo ce ne sono più di 4mila, con 68 milioni di lavoratori. Solo la Polonia ne ha 14, ed hanno generato 300mila nuovi posti di lavoro e 25 miliardi di euro di finanziamenti, trainando la crescita del Paese ad un +27%. E allora: apriamo la porta al mondo, per metterci al passo con l’Europa. Oggi diamo il calcio d’inizio ad una partita decisiva: Venezia e Rovigo possono diventare il modello per un rilancio complessivo del nostro Paese”.

La Voce di Rovigo.it – 24/01/2019

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“Interporto in salute e nuovi arrivi”

“Esercizio in utile, ma le idrovie devono essere migliorate”. E di fusione non si parla più

Conti in ordine, utile in aumento e strategie di crescita per l’Interporto di Rovigo. Primo Vitaliano Bressanin, presidente di Interporto è intervenuto ieri pomeriggio al consiglio comunale dedicato alle relazioni di alcuni presidenti di società partecipate.

Bressanin ha così illustrato una panoramica sulla situazione della società Interporto che si occupa di logistica, “vocazione primaria”. Ed è sulle prospettive future che Bressanin si è soffermato per evidenziare che “le vie navigabili hanno un futuro interessante davanti. Le norme di Kyoto prevedono infatti penali per quegli Stati che non si adeguano sul potenziamento del trasporto sostenibile. L’idrovia del Canalbianco vanta una collocazione geografica ideale, per questo la logistica non potrà che svilupparsi nei prossimi anni. Grossi gruppi industriali hanno scelto il Polesine anche per questi motivi, considerando poi che i trasporti speciali e su chiatta utilizzeranno sempre di più le idrovie”. E ci sarebbero anche diverse aziende disponibili ad insediarsi.

Per Bressanin è necessario il potenziamento di questa infrastruttura navigabile: “La Regione deve provvedere ad alzare i ponti, a scavare e pulire i canali per migliorare la navigabilità”. Interporto, fra gli obiettivi, ha anche il completamento delle aree logistiche, una, in particolare, di 12mila metri quadri.

Per quel che riguarda il bilancio, anche il 2018 chiuderà in utile come l’esercizio precedente, grazie anche al miglior sfruttamento delle aree logistiche e del bacino di Canda, dove si lavora alla dismissione dei natanti. Nel 2019, inoltre, entrerà in vigore l’accordo per l’affitto, per diversi mesi, di un’area in banchina per assemblaggio e spedizione via acqua di manufatti. “Si può migliorare ancora molto, le parole di Bressanin – dal punto di vista degli investimenti, occorre rendere navigabile il Canalbianco, dal mare a Mantova, 265 giorni l’anno. Questo è il futuro”. In quest’ottica diventa strategico anche l’obiettivo di utilizzare nuovi spazi vicino al porticciolo dell’Interporto per la realizzazione di un nuovo attracco fluviale utilizzabile a fini commerciali e come approdo per le imbarcazioni da crociera”.

Dopo la relazione del presidente ci sono stati diversi interventi da parte dei consiglieri. Sul tema dell’ipotesi di fusione con l’Interporto Padova, invece, non si è mosso nulla e questa proposta sembra destinata ad un nulla di fatto.

La Voce di Rovigo – 24/01/2019

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