Porti: protocollo Enel X – Assoporti per mobilità elettrica

20 Luglio 2018

300 punti di ricarica nei maggiori porti italiani

L’energia elettrica sbarca nei porti italiani per favorire la mobilità “green”. E’ questo l’obiettivo del Protocollo d’intesa siglato tra Enel X e Assoporti. L’accordo prevede l’istallazione di circa 300 punti di ricarica per veicoli elettrici ad uso pubblico nelle aree gestite dalle 15 Autorità di sistema portuale del Paese aderenti ad Assoporti. Enel X si occuperà di richiedere la concessione nelle aree individuate insieme alle Autorità e successivamente dell’installazione, l’attivazione e la manutenzione delle colonnine per i veicoli elettrici. “Assoporti sta puntando molto sulla sostenibilità in ambito portuale, promuovendo studi e approfondimenti. Questo Protocollo d’Intesa entra nel vivo con azioni mirate nei porti al fine di incentivare l’uso di auto elettriche al loro interno, attivando un importante processo di rinnovamento ambientale” ha affermato il presidente di Assoporti, Zeno D’Agostino, a margine della firma del protocollo. Per Alessio Torelli, Responsabile Enel X Italia “La mobilità elettrica si dimostra vincente non soltanto nell’ambito dei grandi centri urbani ma anche sulle banchine dei principali porti d’Italia in cui sarà possibile ricaricare il proprio veicolo prima di imbarcarlo per una destinazione turistica o per tornare a casa”.

Ansa/Mare – 20/07/2018

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Provincia Autonoma Trento: vertice Rossi-Toninelli su Brennero e A22

Il corridoio del Brennero della sua futura gestione e della correlata tematica relativa alla concessione autostradale per l’A22 sono i temi al centro dell’incontro romano fra il presidente della Provincia autonoma di Trento, Ugo Rossi, e il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, Danilo Toninelli.

Il governatore Rossi si dice fiducioso che entro il 30 settembre arrivi il via libera per l’A22: “Abbiamo avanzato – spiega a margine dell’incontro – una richiesta affinché lo Stato italiano affianchi convintamente in questo percorso la Regione, le Provincie autonome e tutti gli altri enti che insistono sull’autostrada. Confidiamo quindi che, anche con l’impegno del ministro, l’articolo di legge che prevede la concessione in capo alla società in house espressione di questi enti venga attuato entro il 30 di settembre. Una nota del Ministero dei Trasporti chiarisce però che il dossier sul corridoio del Brennero è in fase di valutazione, sotto analisi “gli aspetti tecnici, finanziari e soprattutto giuridici”.

Il vertice ha comunque carattere positivo. Il Ministro Toninelli si è soffermato sulla strategicità di un corridoio di evidente valenza europea, sia per il traffico delle merci che delle persone, il quale dunque ha bisogno di essere gestito in maniera particolare. Alla luce di ciò – come sottolinea il governatore –  ha espresso la sua condivisione rispetto alla logica di corridoio che sta alla base della richiesta di rinnovo della concessione dell’Autostrada del Brennero in capo agli enti locali. In particolare il ministro si è soffermato sulla strategicità di un corridoio di evidente valenza europea, sia per il traffico delle merci che delle persone, il quale dunque ha bisogno di essere gestito in maniera particolare.

“Questa particolarità richiede una condivisione a livello europeo, affinché possa essere confermata la compatibilità della normativa nazionale di riferimento con il diritto comunitario – spiega Rossi -. Abbiamo manifestato al ministro la nostra piena disponibilità a collaborare nell’interlocuzione con le istituzioni europee, offrendo tutto il nostro supporto tecnico e ribadendo con forza la necessità di questa condivisione”.

Trasporti-Italia.com – 20/07/2018

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Sicurezza: lunedi alla Camera il convegno sui temi della mobilità a misura di persona

“Sicuri in città. Interventi per una mobilità a misura di persona” è il titolo del convegno che si svolgerà presso la Sala della Regina della Camera dei deputati lunedì 23 luglio dalle ore 14. Al convegno parteciperà, tra gli altri, il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Danilo Toninelli, che ha annunciato l’imminente presentazione di un pacchetto di misure per favorire la mobilità sostenibile e la sicurezza stradale.

“Parleremo di modifiche al codice della strada che in Italia aspettiamo da anni, e delle altre soluzioni per rendere l’Italia un Paese europeo, un Paese ciclabile, quindi un Paese realmente più sicuro” spiega Diego De Lorenzis (M5S), vicepresidente della Commissione Trasporti alla Camera dei deputati, organizzatore del convegno. Tra gli i relatori, numerosi addetti ai lavori ed esperti: Marco Scarponi della Fondazione Michele Scarponi per la sicurezza stradale, l’architetto e urbanista Matteo Dondè, l’ingegnere dei trasporti Alfredo Drufuca, ad di Polinomia srl e l’architetto Alessandro Tursi,Vicepresidente FIAB e Vicepresidente dell’European Cyclists’ Federation, e il Direttore di Bikeitalia.it Paolo Pinzuti.

“Gli interventi regolatori e di urbanistica volti a favorire l’uso delle bici, del trasporto pubblico sono gli ingredienti chiave per la ricetta di città più sicure e vivibili. Discuteremo, entrando nel concreto e partendo dalle buone pratiche esistenti, di come cambiare la mobilità urbana e migliorare la qualità della vita riducendo innanzitutto il numero di veicoli privati in circolazione e la velocità con cui attraversano le nostre strade. Questo convegno, insieme alle misure che il Governo si accinge a varare, sono il segno tangibile del nuovo corso che stiamo inaugurando anche in materia di mobilità e sicurezza stradale” ha concluso De Lorenzis.

Trasporti-Italia.com – 20/07/2018

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Cepav pronta a far spesa dei terreni per la Tav

Perfezionati gli accordi con aziende e agricoltori E spuntano anche gli uffici in centro a Brescia

di Giovanni Bernardi

Non solo l’approvazione, avvenuta l’altra sera in consiglio comunale, della variante al Pgt con la quale il Comune di Lonato ha dato l’ok a Cepav 2 alla realizzazione del cantiere per la galleria Lonato-Desenzano nelle cave dismesse della ditta Vezzola. Ci sono anche altri passi in avanti nell’iter che è previsto possa portare ai primi interventi di costruzione della Tav già dall’inizio del 2019.

Nel corso delle ultime settimane infatti il consorzio Cepav 2 avrebbe già stretto parecchi accordi con privati i cui terreni insistono su quello che è previsto sia il tracciato della ferrovia. I privati in questione sarebbero sia aziende e siti produttivi della zona, sia agricoltori con terreni nell’area di passaggio della linea ferroviaria. Da quanto si apprende Cepav 2 finora non avrebbe avuto bisogno di ricorrere ad espropri, ma sarebbe stato sufficiente trovare accordi, in via economica, tramite i quali entrare in possesso dei terreni che è previsto siano interessati dal passaggio della linea nuova linea ferroviaria. I privati i cui terreni sono interessati dalla linea ferroviaria pare che siano una decina e, a quanto è dato sapere, Cepav 2 avrebbe trovato un accordo praticamente con tutti – al momento rimarrebbero fuori solamente un paio di agricoltori con i quali in ogni caso l’accordo sarebbe in via di perfezionamento.

Ma c’è di più. Il Consorzio Eni per l’alta velocità alcune settimane fa avrebbe preso in affitto una serie di uffici nella città di Brescia, dentro i quali realizzare una sorta di quartier generale che è previsto venga utilizzato nei prossimi anni, durante i lavori di realizzazione della linea ferroviaria veloce in progetto.

Insomma a quanto sembra, Cepav 2 nell’ultimo periodo avrebbe impresso un’impor tante accelerazione all’iter: dagli accordi con i privati in territorio di Lonato all’approvazione di mercoledì sera nel consiglio comunale lonatese, fino all’affitto degli uffici a Brescia. Tutto ciò, nonostante dal ministero delle infrastrutture e dei trasporti qualche giorno fa sia arrivata una nota nella quale il ministro Danilo Toninelli (Movimento 5 Stelle) predicava prudenza e annunciava una rivalutazione dell’opera.

La Voce di Mantova – 20/07/2018

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Rallenta la corsa dei trasporti

È quanto emerge dal nuovo Osservatorio di Confcommercio. Continua a guadagnare terreno il treno rispetto alla gomma, ma il valore più alto in assoluto è quello dei prodotti spostati via aereo

Segnali di rallentamento nei primi sei mesi del 2018 per l’industria dei trasporti. La crescita del traffico merci è in flessione (2,5% rispetto al 3,3% del primo semestre del 2017). E anche l’autotrasporto, stando ai transiti in autostrada, segna un aumento del 3,1%, in calo rispetto al +4,4% dello stesso periodo di un anno prima, mentre prosegue la diversificazione modale a favore del trasporto su ferro che rappresenta però soltanto il 6% dei volumi movimentati. Crescono dello 0,6%, ma rallentano rispetto al +2,3% di un anno prima), anche i traffici marittimi così come i trasporti aerei merci che si attestano a un modesto +0,2% rispetto all’11,7% del 2017.

È quanto emerge dal neocostituto Osservatorio Trasporti di Confcommercio-Conftrasporto che, a proposito della quota modale dei trasporti di merce in Italia, evidenzia come l’autotrasporto rappresenti ancora la fetta più grande (ma si ferma al 60,2%), seguito dal mare con il 31,2%, mentre il treno pesa per il 5,9% e infine il cargo aereo conta circa il 2,7%.

Fra le novità sottolineate nello studio va segnalata inoltre la progressiva evoluzione della forma societaria delle aziende di autotrasporto, sempre più organizzate in società di capitali con sistemi maggiormente strutturati. Le società che operano servizi di trasporto su gomma diminuiscono numericamente (passando dalle 85.382 del 2016 alle 81.951 al 31 marzo 2018), ma crescono per dimensione dal momento che attualmente le società di capitali rappresentano il 21,6% del totale, rispetto al 18,9% del 2016.

In occasione della presentazione del nuovo Osservatorio sui trasporti e la logistica, Conftrasporto ha presentato al Governo diverse richieste per un’Italia più competitiva e più connessa. La prima è di pretendere il rispetto del principio della libera circolazione di persone e merci (a proposito del contingentamento dei tir al Brennero deciso unilateralmente dall’Austria), poi di sbloccare le procedure di revisione dei veicoli pesanti, di evitare ogni forma di limitazione dei rimborsi sugli incrementi dell’accisa sul gasolio agli utilizzatori professionali, specialmente per quelli che operano con veicoli più moderni e puliti, la deroga al divieto di pagamenti in contanti per il personale marittimo, in considerazione delle specificità organizzative e operative del lavoro marittimo, e infine l’introduzione omogenea del «macchinista solo» anche sui treni in Italia, superando la prassi del doppio macchinista.

Sulle questioni di medio periodo, Conftrasporto-Confcommercio chiede di proseguire il percorso tracciato dal precedente Governo con la «cura dell’acqua» e «del ferro», affiancando a queste la «cura della gomma» e «dell’energia». A proposito del trasporto su strada chiedono di assicurare la continuità delle misure a sostegno dell’autotrasporto che sono divenute sempre più selettive e hanno contribuito a favorire l’evoluzione del settore (investimenti per il rinnovo parco circolante, formazione, incentivi al trasferimento modale, rimborsi accise e pedaggi solo per i veicoli più puliti). In tema di energia chiedono di assicurare, anche attraverso un quadro autorizzativo e concessorio omogeneo e semplificato, lo sviluppo della filiera del Gnl (gas naturale liquefatto), alternativa potenzialmente disponibile da subito, per rispondere ai nuovi parametri di impatto ambientale. A proposito invece della «cura dell’acqua» Conftrasporto chiede di emanare l’attesissimo decreto sullo Sportello Unico Doganale e dei Controlli, varando un piano pubblico-privato per il rinnovo, in tema di sostenibilità ambientale, della flotta delle navi traghetto impegnata nei collegamenti con le isole e di cabotaggio. Infine, in merito all cosiddetta «cura del ferro», l’associazione chiede di garantire la prosecuzione delle misure di sostegno al trasporto ferroviario (ferrobonus e sconto traccia) nelle more del completo adeguamento della rete nazionale agli standard europei in termini di sagoma (delle gallerie almeno 4 metri per consentire il passaggio di trailer e container più grandi), di modulo (lunghezza massima dei treni di 750 metri) e peso trainabile (2 mila tonnellate) e di attivare i collegamenti merci anche sulla rete ad alta capacità.

Milano Finanza – 20/07/2018

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In Italia 270 cantieri sono paralizzati. Valgono 21 miliardi

Colpa della burocrazia e della crisi di alcune big Firenze «ostaggio» di Condotte e Gl Fincosit

di Camilla Conti

Duecentosettanta. Sono le opere pubbliche bloccate su tutta la penisola per un valore dei cantieri sospesi di 21 miliardi di euro. I numeri – che riguardano ponti, strade, tramvie ma anche molte scuole sparse soprattutto nei piccoli Comuni – sono stati raccolti ad aprile dall’Ance (l’associazione dei costruttori) verificando le segnalazioni al sito Sbloccacantieri.it.

«Un quadro pesante soprattutto a confronto con i dati ufficiali forniti dal ministero dei Trasporti e delle Infrastrutture che in un anno ha censito 670 opere incompiute per 4 miliardi», sottolinea l’Ance. Il rischio è che le opere pubbliche oggi paralizzate possano presto entrare in quell’elenco. Intanto lo stallo si traduce in 330 mila posti di lavoro in meno e 75 miliardi di euro di mancate ricadute sull’economia.

Fra i cantieri sospesi ci sono quelli della Gronda di Genova (5 miliardi), la realizzazione della terza corsia dell’A1 tra Firenze e Pistoia (3 miliardi) e il sistema di tangenziali venete nel tratto Verona-Vicenza-Padova (2,2 miliardi) per arrivare a interventi per 78 milioni per la manutenzione ordinaria del Comune di Roma. Ma al netto del valore il problema rischia di diventare anche sociale: il 30% dei casi segnalati sono infatti opere di manutenzione e messa in sicurezza di edifici scolastici. Comprese le scuole colpite dal sisma del Centro Italia che ancora non riaprono: si tratta di 21 interventi che dovevano essere realizzati in tempo per la riapertura per l’anno scolastico 2017-18. Seguono le opere di gestione delle acque con il 29% delle segnalazioni concentrate principalmente nel Mezzogiorno (per le nuove norme del codice degli appalti che impongono di mettere a gara i progetti esecutivi), gli interventi per la viabilità che riguardano la messa in sicurezza, manutenzione e realizzazione di strade statali, provinciali e comunali (il 15% dei casi segnalati) e le opere idrogeologiche (11%).

I costruttori chiedono al governo di semplificare norme e procedure per rimettere in moto il Paese. Intanto, a peggiorare la situazione sono anche le crisi di alcune big del settore. Ne sanno qualcosa i fiorentini che sono ostaggio di due cantieri: quello per la linea 2 della tramvia, bloccata dal commissariamento di Gl Fincosit che ha chiesto il concordato preventivo e sospeso i pagamenti ai subappaltatori, e quello per l’Alta Velocità (stazione e tunnel) appaltato a Condotte. L’azienda romana, dopo aver rifiutato l’offerta del fondo britannico Attestor, è finito sotto commissariamento e ora, come prevede la prassi, deve presentare una dichiarazione di insolvenza al tribunale.

Il problema di molte big sta a monte e si chiama Stato: il 70% delle imprese di costruzioni registra ritardi nei pagamenti. L’attesa media per un’azienda che realizza lavori pubblici è di 156 giorni (5 mesi) contro i 60 giorni previsti dalla normativa comunitaria. Ma c’è anche chi aspetta 180-195 giorni. A tutto ciò si aggiunge la macchina burocratica italiana che spesso blocca i cantieri o i contratti per decenni e i contenziosi aperti con le stazioni appaltanti.

Il Giornale – 20/07/2018

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Trenitalia: una nuova App a portata del cliente per acquisti rapidi con geolocalizzazione

19 Luglio 2018

Offerte esclusive e un servizio di smart caring sempre più curato e puntuale. È questa la nuova App di Trenitalia a portata del cliente. L’App Trenitalia, forte di oltre 3,1 milioni di download, si rinnova profondamente con un’interfaccia che rende più semplice, veloce e intuitiva ogni fase di consultazione e acquisto. Tra i plus l’accesso rapido al profilo CartaFRECCIA, offerte esclusive, la geolocalizzazione per acquisti più veloci e un servizio di smart caring sempre più curato e puntuale.
La nuova release permette inoltre di consultare nella sezione “I miei viaggi” i biglietti in modalità ticketless acquistati su tutti i canali di vendita (se associati a un profilo CartaFRECCIA) e mette a disposizione il tabellone dinamico degli arrivi e delle partenze di ogni stazione di proprio interesse, di facile consultazione grazie a un accesso semplificato.

Le novità portate all’App Trenitalia arricchiscono uno strumento digitale che sta raccogliendo un crescente interesse anche come piattaforma commerciale: da inizio anno sono stati oltre 5 milioni i ticket venduti, con una crescita di circa l’80% rispetto al 2017. Ora tutti i servizi già disponibili vengono resi di più agevole utilizzo: dal cambio del biglietto alla mappatura dei posti, dalle operazioni di fatturazione alle notifiche push che informano il cliente sullo stato e l’andamento dei treni di proprio interesse, prima e dopo essere saliti a bordo.

Oggi l’App consente quindi di salvare i viaggi preferiti e riacquistarli in modo rapido, di personalizzare l’homepage e di utilizzare la geolocalizzazione per acquistare il biglietto in pochi tap, di accedere velocemente al proprio profilo CartaFRECCIA, il programma di fidelizzazione di Trenitalia che conta oltre 7 milioni di iscritti.
L’applicazione è stata realizzata ascoltando i clienti e realizzando dei panel di usabilità con alcuni di loro. Prima del lancio è stata effettuata una sperimentazione su oltre 1000 clienti per testare “dal vivo” la fruibilità e le nuove funzionalità.

Entro fine luglio, con una nuova release, saranno eliminati alcuni problemi di accessibilità per clienti ciechi o ipovedenti che sono emersi, nonostante i test, nella versione finale. L’App Trenitalia conferma quindi la strategia della società del Gruppo FS Italiane, che punta a una relazione diretta “one2one” con i suoi clienti per migliorare la loro customer experience e soddisfare al meglio le loro esigenze. L’App Trenitalia è disponibile su Google Play e iTunes.

Trasporti-Italia.com – 19/07/2018

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Friuli Venezia Giulia, al via il trasporto ferroviario sperimentale delle bramme

Parte il Progetto Sperimentale per il trasporto ferroviario delle bramme (semilavorati siderurgici) dal Porto di Monfalcone ai quattro laminatoi (EVRAZ Palini e Bertoli Srl, Marcegaglia SpA, Metinvest Trametal SpA e Officine Tecnosider Srl) operanti nella zona industriale dell’Aussa Corno.

Servizio fortemente voluto dalla Regione per favorire il trasferimento di parte delle bramme dalla modalità stradale – non più sostenibile per la collettività e per la sicurezza nella circolazione sulle strade –  a quella ferroviaria. Attuatori del progetto gli operatori logistici Inter-rail SpA e Mercitalia Rail che riceveranno un contributo in “regime de minimis” di 200.000 Euro cadauno. Collaborano al progetto anche l’impresa ferroviaria InRail, le imprese di manovra ferroviaria Traction Service e Logica, la Compagnia Portuale di Monfalcone, il Consorzio Commessi Sopraccarichi e il Consorzio Portonuovo di Porto Nogaro.

La fase di sperimentazione, realizzata grazie ai fondi regionali, è iniziata lo scorso lunedì 9 luglio con un primo treno composto da 32 vagoni ed una portata utile di oltre 1.000 tonnellate destinato a due laminatoi. Seguirà una seconda fase in cui si renderà strutturale la misura di intervento grazie a contributi della Unione Europea spiega Graziano Pizzimenti assessore regionale infrastrutture territorio. A regime il servizio di trasporto ferroviario sperimentale delle bramme prevede la programmazione ed organizzazione di 4-5 treni alla settimana.

“Questo nuovo servizio di trasporto ferroviario, peraltro già attivato dall’ex Consorzio ZIAC nei primi anni 2000, va nella direzione della differenziazione dei flussi tra le varie modalità di trasporto, che potranno così garantire una alimentazione programmata dei semilavorati ai laminatoi salvaguardandone l’operatività. Inoltre questa soluzione di trasporto va nella direzione della sostenibilità in quanto toglierà settimanalmente minimo 130-150 camion dalla strada” puntualizza Tullio Bratta Amministratore Delegato di Inter-rail SpA.

Oggi la presentazione ufficiale del Progetto Sperimentale per il trasporto ferroviario delle bramme a San Giorgio di Nogaro in concomitanza con l’arrivo di un convoglio ferroviario destinato ai laminatoi e alla presenza dell’assessore regionale alle Infrastrutture e Territorio Graziano Pizzimenti, il Sindaco di San Giorgio di Nogaro Roberto Mattiussi, il Direttore Centrale Infrastrutture e Territorio Magda Uliana ed i vertici delle due società che organizzano il servizio Inter-rail Spa e Mercitalia rail Srl.

Trasporti-Italia.com – 19/07/2018

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Fusione Fs-Anas: Armani, è giusto che Toninelli valuti costi e benefici

Sulla possibile marcia indietro nella fusione fra Fs e Anas, già operativa dai primi di gennaio, “le dichiarazioni del ministro dei Trasporti Danilo Toninelli sono quelle più sensate, è giusto che il governo – siccome Anas è un suo strumento – si domandi la valutazione costi benefici delle operazioni fatte da tutti i governi precedenti, perché ogni cosa deve essere valutata e giusta nel suo tempo”. A dirlo è l’amministratore delegato di Anas, Vittorio Armani, a margine del convegno Ance dal titolo ‘Sbloccacantieri’, rispondendo a una domanda sulle dichiarazioni dello stesso ministro e del sottosegretario ai Trasporti Armando Siri.

“E’ giusto che il ministro si ponga delle domande sui costi benefici delle operazioni pregresse che impattano sul futuro del paese ed è legittimo che decida di conseguenza”, ha ribadito aggiungendo che per Anas “è fondamentale non perdere la connotazione industriale e l’autonomia finanziaria perché le consente di investire in modo efficiente a tutto vantaggio della competitività del paese”.

Una decisione sul futuro di Fs ed Anas “ovviamente richiede una valutazione, poi quale sia lo strumento o se si vogliano cambiare le cose queste sono questioni tecniche e non sono interessanti”, ha continuato l’ad di Anas Vittorio Armani rispondendo a una domanda sul veicolo con cui eventualmente il governo potrebbe decidere di fare marcia indietro sulla fusione.

“Anas oggi è un’impresa industriale, ha delle regole normali da azienda, non è più un soggetto politico che decide le opere discrezionalmente. Siamo uno strumento del ministero dei Trasporti che si muove con regole del ministero, con autonomia finanziaria e quindi con capacità industriale per poter assumere e avere progettisti, per risolvere i problemi sulla strada”, ha spiegato Armani sottolineando che proprio sulle strade “ci sono ancora troppi incidenti e bisogna investire molto per aumentare la sicurezza. Ecco, su questo non si deve tornare indietro”.

Trasporti-Italia.com – 19/07/2018

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La Tav brucia le tappe sul lago. Via libera al primo cantiere

Il consorzio Cepav Due «prenota» 60mila metri quadri per realizzare le aree logistiche e di stoccaggio e tre «villaggi» con alloggi e mensa, in grado di ospitare 320 operai

di Valentino Rodolfi

Alta, altissima velocità: nel Bresciano aprono i primi cantieri della Tav Brescia-Verona. Il consorzio Cepav ha ottenuto ieri sera dal Comune di Lonato del Garda i permessi urbanistici per realizzare quattro aree di cantiere su oltre 60mila metri quadrati complessivi, nella zona tra Castelvenzago e via Lavagnone, a ridosso del confine con Desenzano.Oltre alle aree di stoccaggio mezzi e deposito materiali, il progetto esecutivo prevede anche la costruzione di tre «villaggi» temporanei con alloggi e mense, per ospitare 320 addetti fra operai e tecnici lungo un arco temporale di 72 mesi. Che sono sei anni.

LA VARIANTE urbanistica sui terreni interessati è stata esaminata dal Consiglio comunale lonatese e approvata dalla maggioranza di centrodestra. Un’accelerazione che stride con le dichiarazioni del ministro delle Infrastrutture, Danilo Toninelli, che la scorsa settimana aveva annunciato una revisione del progetto in termini costi-benefici, evocando l’ipotesi di rescissione dei contratti.Come si spiega tutto questo? Si spiega con il fatto che il progetto definitivo è approvato dal luglio 2017, il contratto d’opera è firmato da giugno, il progetto esecutivo a questo punto sembra pronto e gli espropri dei terreni potrebbero scattare in teoria, ma anche in pratica e con tutte le carte in regola, da un momento all’altro. Vero che il ministro sta sottoponendo il progetto a un riesame, ma in assenza di suoi atti formali il treno corre.Sia chiaro: non spetta al Comune di Lonato stabilire se e come realizzare il progetto del valore di 1 miliardo 645 milioni di euro per la tratta Brescia-Verona dell’Alta velocità. Ma quelle aree, da ieri sera, sono state rese idonee ad ospitare l’eventuale (e ormai probabile) cantiere.

UN ASPETTO rilevante è che non è ancora scattata la procedura di esproprio delle aree per opera di interesse pubblico: queste aree per i cantieri a Lonato Est sono state acquisite dal consorzio di imprese Cepav Due, incaricato da Rfi di costruire la nuova ferrovia, tramite un accordo privato coi proprietari.Nessuno tranne gli «addetti ai lavori» prima di ieri era a conoscenza di questo intervento: nel progetto definitivo tutta l’area di cantiere, logistica, stoccaggio e personale si doveva concentrare in località Salera, nella frazione di Campagna, a ovest di Lonato, vicino a Calcinato. Qui invece siamo a Lonato Est, vicino al confine con Desenzano e Castiglione. Infatti le prescrizioni allegate al progetto definitivo chiedevano di «rimpicciolire» l’area di cantiere a Campagna, troppo estesa e impattante. La soluzione in sede di progetto esecutivo, par di capire, è stata di dividere i cantieri in due, uno a Lonato Ovest e uno appunto a Lonato Est, ai due capi della galleria a doppia canna di 7.300 metri da scavare fra Lonato e Desenzano, il «pezzo forte» del primo lotto della tratta.

L’Arena – 19/07/2018

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