È quanto emerge dal nuovo Osservatorio di Confcommercio. Continua a guadagnare terreno il treno rispetto alla gomma, ma il valore più alto in assoluto è quello dei prodotti spostati via aereo
Segnali di rallentamento nei primi sei mesi del 2018 per l’industria dei trasporti. La crescita del traffico merci è in flessione (2,5% rispetto al 3,3% del primo semestre del 2017). E anche l’autotrasporto, stando ai transiti in autostrada, segna un aumento del 3,1%, in calo rispetto al +4,4% dello stesso periodo di un anno prima, mentre prosegue la diversificazione modale a favore del trasporto su ferro che rappresenta però soltanto il 6% dei volumi movimentati. Crescono dello 0,6%, ma rallentano rispetto al +2,3% di un anno prima), anche i traffici marittimi così come i trasporti aerei merci che si attestano a un modesto +0,2% rispetto all’11,7% del 2017.
È quanto emerge dal neocostituto Osservatorio Trasporti di Confcommercio-Conftrasporto che, a proposito della quota modale dei trasporti di merce in Italia, evidenzia come l’autotrasporto rappresenti ancora la fetta più grande (ma si ferma al 60,2%), seguito dal mare con il 31,2%, mentre il treno pesa per il 5,9% e infine il cargo aereo conta circa il 2,7%.
Fra le novità sottolineate nello studio va segnalata inoltre la progressiva evoluzione della forma societaria delle aziende di autotrasporto, sempre più organizzate in società di capitali con sistemi maggiormente strutturati. Le società che operano servizi di trasporto su gomma diminuiscono numericamente (passando dalle 85.382 del 2016 alle 81.951 al 31 marzo 2018), ma crescono per dimensione dal momento che attualmente le società di capitali rappresentano il 21,6% del totale, rispetto al 18,9% del 2016.
In occasione della presentazione del nuovo Osservatorio sui trasporti e la logistica, Conftrasporto ha presentato al Governo diverse richieste per un’Italia più competitiva e più connessa. La prima è di pretendere il rispetto del principio della libera circolazione di persone e merci (a proposito del contingentamento dei tir al Brennero deciso unilateralmente dall’Austria), poi di sbloccare le procedure di revisione dei veicoli pesanti, di evitare ogni forma di limitazione dei rimborsi sugli incrementi dell’accisa sul gasolio agli utilizzatori professionali, specialmente per quelli che operano con veicoli più moderni e puliti, la deroga al divieto di pagamenti in contanti per il personale marittimo, in considerazione delle specificità organizzative e operative del lavoro marittimo, e infine l’introduzione omogenea del «macchinista solo» anche sui treni in Italia, superando la prassi del doppio macchinista.
Sulle questioni di medio periodo, Conftrasporto-Confcommercio chiede di proseguire il percorso tracciato dal precedente Governo con la «cura dell’acqua» e «del ferro», affiancando a queste la «cura della gomma» e «dell’energia». A proposito del trasporto su strada chiedono di assicurare la continuità delle misure a sostegno dell’autotrasporto che sono divenute sempre più selettive e hanno contribuito a favorire l’evoluzione del settore (investimenti per il rinnovo parco circolante, formazione, incentivi al trasferimento modale, rimborsi accise e pedaggi solo per i veicoli più puliti). In tema di energia chiedono di assicurare, anche attraverso un quadro autorizzativo e concessorio omogeneo e semplificato, lo sviluppo della filiera del Gnl (gas naturale liquefatto), alternativa potenzialmente disponibile da subito, per rispondere ai nuovi parametri di impatto ambientale. A proposito invece della «cura dell’acqua» Conftrasporto chiede di emanare l’attesissimo decreto sullo Sportello Unico Doganale e dei Controlli, varando un piano pubblico-privato per il rinnovo, in tema di sostenibilità ambientale, della flotta delle navi traghetto impegnata nei collegamenti con le isole e di cabotaggio. Infine, in merito all cosiddetta «cura del ferro», l’associazione chiede di garantire la prosecuzione delle misure di sostegno al trasporto ferroviario (ferrobonus e sconto traccia) nelle more del completo adeguamento della rete nazionale agli standard europei in termini di sagoma (delle gallerie almeno 4 metri per consentire il passaggio di trailer e container più grandi), di modulo (lunghezza massima dei treni di 750 metri) e peso trainabile (2 mila tonnellate) e di attivare i collegamenti merci anche sulla rete ad alta capacità.
Milano Finanza – 20/07/2018
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