Sicurezza: convenzione Polizia-Porto Trieste per nuove misure

26 Luglio 2018

Autorità finanzia allestimento vetture con sistema Mercurio

Nell’ambito del rafforzamento e miglioramento delle misure di sicurezza del territorio, è stata stipulata Polizia di Trieste e Autorità di Sistema Portuale del Mare Adriatico Orientale hanno siglato un accordo per consolidare la collaborazione tra porto e città, innalzando la soglia generale di sicurezza e dando una risposta alle esigenze della cittadinanza e degli operatori del sistema portuale.

A siglare l’accordo sono stati il presidente dell’Authority giuliana, Zeno D’Agostino, e il questore di Trieste, Isabella Fusiello alla Torre del Lloyd. Esso prevede l’allestimento di una serie di vetture della Polizia con il sistema “Mercurio”, già adottato su circa 500 volanti di altre province italiane, che permette tempestivi controlli dei veicoli attraverso il monitoraggio automatico delle targhe in prossimità di tutte le aree portuali. L’elaborazione dei dati in tempo reale garantisce una risposta immediata e efficace nel caso di riscontri positivi delle banche dati della Polizia, che potranno essere gestiti direttamente dall’operatore in strada con notevole riduzione dei tempi di intervento. Il progetto, finanziato interamente dalla Autorità di Sistema Portuale con un investimento di circa 40.000 euro, permetterà anche di migliorare il sistema di monitoraggio della security portuale.

Per D’Agostino: la “convenzione fa parte di un ragionamento complessivo che stiamo portando avanti collaborando attivamente con tutti gli Enti preposti, per aumentare la qualità della operatività dello scalo, incluse le zone adiacenti al porto, ma soprattutto per prevenire e combattere comportamenti illegittimi o criminosi. Con il progetto potenziamo i controlli, finanziandone l’investimento tecnologico. In quest’ottica, l’accordo con la Polizia diventa uno dei passaggi fondamentali per dare più sicurezza ai cittadini e agli operatori”.

In concreto, la telecamera inquadra l’autovettura, riprende la targa che viene codificata anche quando il mezzo controllato è in movimento. Se la targa risulta rubata, non revisionata o non assicurata scatta l’alert, senza che l’operatore in strada debba chiedere il “check” alla sala operativa della Questura.

“Siamo molto fieri di questo sistema”, afferma il questore Fusiello, “la nostra amministrazione ha posto da tempo il tema del controllo del territorio al vertice delle sue priorità.

Ringrazio il Presidente D’Agostino per la dimostrata sensibilità al tema e per la continua ed fruttuosa collaborazione con l’Autorità da lui presieduta”.

Ansa/Mare –  26/07/2018

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Mit: Toninelli ha firmato la decadenza del consiglio di amministrazione di Ferrovie dello Stato

25 Luglio 2018

“Ho appena firmato la decadenza dell’intero Cda di FS per chiudere con il passato. Siamo il governo del cambiamento e pensiamo che non esista attività industriale, soprattutto se prodotta al servizio dei cittadini, che non abbia un risvolto etico”. Lo ha scritto in un post sul proprio profilo Facebook il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Danilo Toninelli.

“Ora la barra si sposta sui treni regionali e sui pendolari in termini di sicurezza e di qualità dei loro spostamenti. E in tutto questo la “cura del ferro” ha un ruolo fondamentale”.

Il cda della società, compreso l’ad Renato Mazzoncini, in scadenza a primavera 2018, era stato rinnovato a fine 2017 dal governo Gentiloni.

Trasporti-Italia.com – 25/07/2018

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BBT, così cambia la tratta d’accesso Fortezza-Ponte Gardena

24 Luglio 2018

La Giunta provinciale ha approvato le varianti al progetto definitivo per il lotto 1 della tratta d’accesso Fortezza-Ponte Gardena al tunnel di base del Brennero proposte da RFI (Rete Ferroviaria italiana). L’approvazione è subordinata al rispetto delle condizioni indicate dal Comitato ambientale nel parere del 19 luglio scorso, le varianti richieste da RFI fanno seguito alla deliberazione del Comitato interministeriale programmazione economica CIPE. «Abbiamo accolto tutte le varianti richieste – ha affermato il presidente della Provincia Arno Kompatscher – che sono state individuate nel costante dialogo fra le parti in causa, RFI, Italferr, e i sindaci della Val d’Isarco, coinvolte sino dalla fase di predisposizione del progetto al fine di giungere a soluzioni accettabili e sostenibili rispecchianti le esigenze della popolazione. Si tratta di un vero e proprio successo della collaborazione con le amministrazioni della Val d’Isarco che presenta garanzie sia in fase di cantiere che successivamente». Particolare attenzione viene posta alla minimizzazione dell’inquinamento acustico derivante soprattutto del traffico merci. «La decisione odierna costituisce l’ultimo step della procedura di approvazione progettuale. Ora si proseguirà con l’appalto integrato delle opere. L’avvio dei lavori è previsto per il 2019″, ha precisato il Landeshauptmann sottolineando che “il lotto Fortezza-Ponte Gardena dovrà essere ultimato prima o comunque in corrispondenza della messa in servizio del tunnel».

Le misure di protezione e tutela dall’inquinamento acustico previste dovranno essere ottimizzate lungo tutte le tratte all’aria aperta e agli imbocchi o ai portali di uscita delle gallerie, in particolare nell’ambito del ponte sull’Isarco e a Ponte Gardena. Un aspetto di rilievo delle varianti si riferisce alle aree di deposito, che sono state ridefinite. L’area Gatschwiesen/Gatschwald non sarà utilizzata perché avrebbe forti ripercussioni sull’aspetto paesaggistico, quale soluzione alternativa il deposito potrà avvenire nell’area Unterplattner per 1,45 milioni di metri cubi, nell’area Unterplattner per 0,5 milioni di metri cubi, presso l’area Forch per 1,65 milioni di metri cubi e presso l’area Val di Riga di Dentro per un ammontare compreso fra i 3,5 e i 4 milioni di metri cubi. Il deposito primario è così la Val di Riga che per la sua posizione nelle vicinanze della galleria di accesso Aica consente la riduzione sostanziale dei trasporti di materiali su strada.

Tra le varianti principali vi è la predisposizione della nuova finestra costruttiva Funes per la viabilità di accesso al piazzale di emergenza e all’imbocco nord della galleria Gardena rinunciando alla soluzione originaria da Albes. Gli altri cantieri sono nell’area Forch, presso finestra costruttiva a Chiusa e la stazione di Ponte Gardena. Per quanto riguarda la tutela del paesaggio le aree riportate negli strumenti di piano paesaggistico come aree tutelate non dovranno essere interessate o danneggiate dai lavori, in particolare il biotopo del lago di Varna e il monumento naturale piramidi di terra della valle di Riga. Nell’abitato di Ponte Gardena le barriere antirumore dovranno essere adeguate alle caratteristiche dell’area urbana.

La progettazione del ponte di attraversamento della valle a Funes dovrà essere più slanciata per meglio inerirsi nel paesaggio. Le barriere acustiche dovranno essere realizzate sul lato interno in forma fonoassorbente anche nella parte superiore. Altre indicazioni si riferiscono all’idrogeologia per interventi di impermeabilizzazione e al rispetto importanti fonti idropotabili che alimentano la rete idrica pubblica nonché al trattamento delle acque. Per poter finanziare le misure di compensazione finalizzate a minimizzare gli impatti ambientali dovuti all’implementazione del progetto nei territori interessati si dovrà, come per il tunnel di base del Brennero, mettere a disposizione un importo pari al 2% dei costi di progetto.

Alto Adige Innovazione – 24/07/2018

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Dalla strada alla rotaia. Ma il cambio nel trasporto per ora è utopia

Dal porto di Livorno, la cellulosa che viene lavorata nelle cartiere di Arco e Riva del Garda viene trasportata in treno fino a Trento, e da lì in camion per gli ultimi chilometri. Spostare dalla strada alla rotaia il trasporto delle merci permette di ridurre notevolmente le emissioni di anidride carbonica e di contenere i danni ambientali a carico di un ecosistema fragile come quello alpino. Quello della carta è un esempio virtuoso, ma per potenziare il trasporto combinato e renderlo un’alternativa interessante, è necessario che sia organizzato in maniera più efficiente e che ci sia maggiore coordinamento a livello internazionale. Per questo 15 partner europei, tra cui Eurac Research, sono impegnati in un progetto per trovare soluzioni innovative a sostegno di questo tipo di trasporto.

 Il 66 per cento del traffico di merci tra Italia e Svizzera avviene su rotaia, solo il 34 per cento su strada. Lungo gli assi tra Italia e Austria, queste percentuali si rovesciano e crescono ulteriormente tra Italia e Francia (90 per cento strada, 10 per cento ferrovia). Questo è uno dei dati più significativi che emerge dalla mappatura di Eurac Research sui volumi trasportati lungo i principali corridoi transalpini. I ricercatori hanno analizzato anche le infrastrutture presenti, individuando nell’area Alpina e perialpina la presenza di circa 100 terminal intermodali, cioè centri dove le merci vengono spostate dai camion ai treni o viceversa.
Le strategie che gli stati e le regioni possono adottare per sostenere il trasporto integrato sono varie; alcune puntano a un miglioramento del servizio attraverso lo sviluppo di infrastrutture ferroviarie o centri intermodali, altre scoraggiano il traffico stradale attraverso limiti, divieti di circolazioni e pedaggi. «Restrizioni e divieti ottengono un effetto immediato sulla riduzione del traffico su gomma, ma la loro efficacia deve essere valutata tenendo conto della situazione complessiva», spiega Federico Cavallaro di Eurac Research. «L’aumento dei pedaggi stradali in un paese, ad esempio, può giocare a vantaggio del trasporto su rotaia, ma potrebbe anche causare effetti indesiderati: per spendere meno, i trasportatori potrebbero scegliere nuovi percorsi più economici aumentando i volumi e quindi il traffico lungo altre direttrici».

Le strategie di maggior successo, secondo i ricercatori, si basano sulla combinazione di misure restrittive e incentivi al trasporto combinato e devono essere armonizzate a livello internazionale. «Il pedaggio del traforo del Monte Bianco, ad esempio, ha costi elevati. Questo è giustificato dalle spese di manutenzione del tunnel, ma fa sì che il traffico si diriga verso altre direttrici», conclude Cavallaro.

In quest’ottica di collaborazione transnazionale, Eurac Research partecipa al progetto Alpine Space “AlpInnoCT” e al progetto Italia-Austria “SMARTLOGI”, a cui stanno lavorando anche ministeri dei trasporti, governi locali, centri di ricerca, centri logistici e autorità portuali di diversi paesi dell’arco alpino.

La mappatura e gli studi specifici tecnici su volumi di traffico, politiche di trasporto e soluzioni ICT realizzati da Eurac Research serviranno come base per realizzare alcune azioni pilota nei corridoi Bettembourg-Trieste, Fürnitz-Trieste e Rostock-Verona, con ricadute anche sul territorio altoatesino.

Alto Adige Innovazione – 24/07/2018

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Dal Mit un nuovo Pacchetto mobilità per un futuro più green per l’Italia

Il ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti sta lavorando al pacchetto sulla mobilità per rendere più green l’Italia e la mobilità più sicura. Il pacchetto sarà discusso ad una delle prossime riunioni del Consiglio dei ministri, segnando un primo passo verso la rivoluzione che il ministro Danilo Toninelli vuole attuare.

Il pacchetto si compone di due disegni di legge: uno sulla mobilità sostenibile e uno di modifica al codice della strada con particolare attenzione alle misure anti abbandono per i bimbi in auto, ciclisti e mobilità sostenibile.

“Le grandi opere ci sono, ma il cuore di questo ministero sarà la mobilità sostenibile” – ha proseguito Toninelli – “Con le norme in cantiere, il Governo inizia a mettere il traffico a dieta, a rendere più pulite e vivibili le nostre città, più sgombre le nostre strade e a ridurre i consumi degli automobilisti con un’andatura più regolare che non modifica i tempi di percorrenza”.

Strade sicure
Il ddl Strade sicure prevede interventi puntuali sulle disposizioni del nuovo codice della strada per implementare la sicurezza dell’utenza vulnerabile ossia bimbi e ciclisti.

Pera arginare il fenomeno dei decessi di bambini dimenticati in auto è stato modificato l’articolo 172 del Codice della strada con l’istallazione obbligatoria dei dispositivi anti abbandono sui seggiolini auto per i bambini. Per l’acquisto di questi dispositivi sarà previsto uno sconto fiscale.

Nell’ottica della mobilità sostenibile si prevede che le biciclette possano circolare nelle corsie preferenziali o nelle strade riservate al trasporto pubblico locale di linea nelle città, lì dove ci siano i requisiti di sicurezza necessari. Verranno poi previste linee di arresto avanzate per i ciclisti ai semafori e si rederà più facile il trasporto di biciclette sugli autobus da noleggio, da gran turismo e di linea.

Nel ddl si prevede poi che i motorini elettrici di potenza superiore a 11 Kw possono circolare sulle autostrade e sulle strade extra-urbane principali, colmando il vuoto normativo che interessa una categoria di mezzi a basso impatto sempre più diffusi.

Ddl Mobilità sostenibile
Il disegno di legge si concentra principalmente sugli aeroporti. Previsti interventi a Roma Fiumicino, Milano Malpensa e Venezia per sostituire gli automezzi e le attrezzature alimentati con motori endotermici con automezzi  e attrezzature a trazione elettrica. L’obiettivo è quello di ridurre le emissioni di gas serra e migliorare il livello di sostenibilità ambientale.

Nello stato di previsione del ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti sono previsti degli incentivi per la sostituzione o per la conversione degli automezzi e viene istituito unFondo nazionale per lo sviluppo della mobilità elettrica negli aeroporti strategici che rivestono il ruolo di gate intercontinentali. I costi per la conversione dei mezzi non andranno per nessun motivo a gravare su un innalzamento delle tariffe aeroportuali.
Il provvedimento prevede che sarà l’Enac a predisporre un programma di sostituzione e conversione degli automezzi e attrezzature e di realizzazione dei relativi impianti di ricarica. La società riferirà poi sull’andamento del piano al Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti entro il 31 marzo di ogni anno.

Trasporti-Italia.com – 24/07/2018

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La nuova Via della seta arriverà in Adriatico

Elisabetta De Dominis

IL MEDITERRANEO È TORNATO A ESSERE CENTRALE nel commercio mondiale, come ai tempi dell’Impero romano. E siccome per la Cina tutte le strade portano in Europa, la nuova Via della seta potrà terminare nell’alto Adriatico, come ai tempi di Marco Polo. I paesi del Nord Europa non amano questa prospettiva, ma l’Italia e l’attracco al quale si arriva in minor tempo dal Canale di Suez, con 15 aree di sistema portuali; e la Cina, dopo aver investito nei p orti di Napoli e Savona, ha capito che la via meglio collegata alle economie ricche d’Europa è il mare dell’antica Serenissima. La Via della seta marittima del XXI secolo, Century Mentirne Silk Road, fa parte della Belt & Road Initiative, rete di collegamenti per unire tutta l’Eurasia, anche via terra. È un’iniziativa strategica di sviluppo delle infrastrutture di trasporto e logistica, promossa dal presidente Xi Jinping, in cui la Cina vuole coinvolgere più di 80 paesi, per moltiplicare gli sbocchi commerciali e gli investimenti. Per la Bri, chiamata anche One belt, one road, la Cina ha aperto finora svariate rotte, investendo in diversi scali nel Mediterraneo, in modo da legare al suo mercato più paesi possibile. L’anno scorso a Pechino l’ex presidente del Consiglio Paolo Gentiloni ottenne la promessa di investimenti cinesi nei porti sia di Genova sia di Trieste. Capital ne parla con Zeno D’Agostino, presidente dell’Autorità di sistema portuale del Mare Adriatico orientale, che in meno di 3 anni ha visto il porto di Trieste diventare il primo in Italia per tonnellaggio totale movimentato, primo per traffico ferroviario e primo porto petrolifero nel Mediterraneo.

Domanda. La Via della seta passerà per Trieste e Venezia, più Genova, oppure sceglierà Capodistria, in Slovenia?

Risposta. Genova e Trieste sono compatibili. Le compagnie armatoriali e dei terminal decidono di investire dove ci sono le condizioni tecniche ed economiche più favorevoli. E cercano scali integrati con retroporti, autoporti, terminal intermodali. A Trieste chiuderemo il 2018 con oltre 10mila treni merci che tutti i giorni raggiungono Austria, Germania, Lussemburgo, Repubblica Ceca, Slovacchia, Ungheria, e Italia, naturalmente. Abbiamo una nuova linea settimanale che unisce in tre giorni Adriatico e Baltico. Con la Turchia abbiamo creato la più affollata autostrada del mare del Mediterraneo; la via per l’Iran è aperta.Trieste è un porto completamente digitalizzato, abbiamo fondali di 18 metri, siamo il primo scalo italiano per traffico ferroviario internazionale e abbiamo un porto franco unico in Europa.

D. Sentite la concorrenza del Pireo, comprato dai cinesi?

R. Il Pireo paradossalmente è stata la nostra fortuna, perché ha modificato l’approccio dei cinesi con l’Europa e con l’Italia. Adesso per loro il Pireo è Cina e guardano quello che è vicino: l’Adriatico, appunto. Il porto di Trieste è in crescita con la ricchezza dell’Europa dietro. Chissà, forse i cinesi pensavano che il Pireo sarebbe stato il loro cavallo di Troia per entrare in Europa, però da Atene non si potranno raggiungere le destinazioni europee per ferrovia in tempi brevi. E la Commissione Ue ha avviato un’indagine sulla costruzione della linea che dalla Grecia, via Balcani, dovrebbe raggiungere Budapest. La Cina sta anche lavorando in Montenegro, Kosovo, Serbia, tuttavia sono tutti paesi non Ue che contano meno economicamente e commercialmente.

D. Quali sono i concorrenti di Trieste?

R. E in Nord Europa che cominciano a provare fastidio perché la Cina guarda a sud, all’Italia, invece di investire lassù. La sede europea della Cosco, China Ocean Shipping Company, è finora sempre stata ad Amburgo; uscendo da Suez, le navi cinesi si dirigevano a Gibilterra per risalire verso nord. Ma il porto di Trieste oggi dà un risparmio di quattro giorni di navigazione. E abbiamo il porto franco.

D. Quali vantaggi offre?

R. La Via della seta cambierà tante cose. Con la costruzione di infrastrutture non si muoveranno solo le merci, ma anche le fabbriche: assisteremo a una riorganizzazione globale dell’industria. Nel 2025 la Cina si propone di essere leader mondiale in 30 settori. Le imprese cinesi potrebbero produrre nei punti franchi di tutta la provincia di Trieste, in regime di extraterritorialità. Ci saranno qui attività ad alto valore aggiunto. Inoltre a Trieste abbiamo un parco scientifico con i migliori ricercatori del mondo. A ottobre inaugureremo FREEeste, il primo punto franco operativo gestito dall’interporto Fernetti.

D’Agostino indica dalla finestra le navi portacontainer di Msc, che fanno servizio tra Trieste ed Estremo Oriente, compresi Giappone e Corea, tre volte la settimana. I container vengono caricati su treno per Budapest o trasferiti sui feeder, navi più piccole che raggiungono gli altri porti dell’Adriatico. Così la Cina diventa più vicina.

Capital, n. 456, 7 lug/ago 2018- 24/07/2018

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A22 Brennero-Modena: Art, via libera alle nuove tariffe. Peserà anche l’impatto ambientale

23 Luglio 2018

Via libera dall’Autorità dei Trasporti al sistema tariffario di pedaggio per l’affidamento della concessione per la gestione ‘in house’ della tratta autostradale A22 Brennero-Modena.

Il sistema tariffario di pedaggio è basato sul metodo del ‘price-cap’, con determinazione dell’indicatore di produttività a cadenza quinquennale, e su criteri di modulazione tariffaria che tengono conto anche dell’impatto ambientale dei veicoli.

In particolare il sistema prevede: l’individuazione delle attività pertinenti ed i criteri di ammissibilità dei costi e degli investimenti; la determinazione del capitale investito netto e del relativo tasso di remunerazione; la dinamica tariffaria e della produttività; i meccanismi incentivanti e  le penalità, relativamente ai livelli della qualità del servizio e degli investimenti; la definizione degli obblighi di separazione contabile e di contabilità regolatoria; le modalità di monitoraggio annuale e i criteri per la modulazione tariffaria e per eventuali ulteriori variazioni tariffarie.
Il sistema tariffario di pedaggio approvato e la relazione istruttoria degli Uffici sono pubblicati sul sito web dell’Authority.

Trasporti-Italia.com – 23/07/2018

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I distretti del Nordest oltre 8,3 miliardi di export nei primi tre mesi 2018

A livello settoriale, sono stati i distretti della metalmeccanica a segnare i maggiori incrementi +5,5%, seguiti dal sistema casa (+3,1% pari 46 milioni) e materie plastiche

Nel primo trimestre del 2018 i distretti del Triveneto hanno registrato una nuova crescita toccando il livello di 8,3 miliardi di euro di esportazioni, con un incremento del 2,7%, pari a 218,7 milioni di euro, di poco superiore alla crescita media distrettuale nazionale, pari a 2,4%.

A livello settoriale, sono stati i distretti della metalmeccanica a segnare i maggiori incrementi in valore assoluto, 113,4 milioni di euro, in crescita del 5,5%, seguiti subito dopo dai distretti del Sistema Casa (+3,1% pari 46 milioni di euro) e dagli Altri Settori, che contengono le Materie Plastiche di Treviso, Vicenza e Padova, (+6,7% pari a +29,4 milioni di euro). Positivo avvio d’anno anche per i distretti dell’Agroalimentare (+2,5% pari a 28,3 milioni di euro), mentre i distretti del Sistema Moda hanno sostanzialmente replicato i livelli di esportazioni registrati nel primo trimestre del 2017. Complessivamente dei 40 distretti monitorati da Intesa Sanpaolo, 25 hanno registrato un aumento delle esportazioni al primo trimestre 2018.

Buona la crescita degli scambi con i principali mercati di sbocco europei, guidata dalla Germania che è tornata a crescere (+58 milioni di euro) seguita da Francia (+57,8 milioni di euro) e Paesi Bassi (+49,4 milioni di euro). Tra i nuovi mercati spiccano poi gli incrementi di Cina, India, Repubblica Ceca, Turchia, Vietnam e Brasile.

A livello regionale, si è mantenuta brillante la crescita dell’export delle imprese distrettuali del Trentino Alto Adige, +80 milioni di euro, pari a +7,6%, con 4 distretti che rientrano tra i primi 30 italiani per maggiore incremento assoluto. Buono il risultato trimestrale anche per i distretti veneti (+144,8 milioni di euro pari a +2,3%). Per i distretti del Friuli Venezia Giulia, se si esclude il distretto della meccanica di Udine e Pordenone, soggetto a rilevanti oscillazioni delle esportazioni trimestrali per la consegna di commesse di grandi gruppi locali, il trimestre 2018 si è chiuso comunque con segno positivo (+6,1 milioni di euro, pari a +1,3%).

9 distretti veneti tra i primi 30 in Italia per crescita dell’export

Miglior primo trimestre di sempre quello del 2018 per i distretti veneti che, con 6,3 miliardi di euro hanno superato del 17% i valori delle esportazioni dello stesso periodo del 2008. Nove distretti veneti si posizionano ai primi 30 posti in Italia per crescita del valore delle esportazioni: si tratta di alcuni distretti legati alla produzione del comparto metalmeccanico (Meccanica strumentale di Vicenza, Termomeccanica di Padova, Termomeccanica scaligera), alle filiere del sistema casa (Mobili di Treviso ed Elettrodomestici di Treviso), del sistema moda (Tessile e abbigliamento di Schio-Thiene-Valdagno, Calzature del Brenta), alle Materie plastiche di Treviso, Vicenza, Padova e al Prosecco di Conegliano e Valdobbiadene.

Dei 25 distretti veneti, 16 hanno segnato un aumento di vendite sui mercati esteri, mentre dei rimanenti con calo tendenziale 4 sono del settore moda, tra cui i più importanti per livello delle esportazioni sono l’Occhialeria di Belluno e l’Oreficeria di Vicenza. Il distretto bellunese, rispetto alla sostanziale stabilità registrata nel 2017, ha subito nel primo trimestre 2018 un calo del 3,5% (pari a -24,9 milioni di euro), attribuibile a riorganizzazioni logistiche verso centri distributivi fuori provincia e alle difficoltà incontrate dal business dei department store statunitensi.

Per l’Oreficeria di Vicenza il primo trimestre chiude in negativo con un calo tendenziale del 3,8% (pari a -12,5 milioni di euro): nonostante la ripresa della domanda mondiale in Cina e negli Stati Uniti, il distretto vicentino ha risentito di cali nei principali sbocchi, in primis Hong Kong e Emirati Arabi Uniti. Infine, per il Tessile di Treviso, la diminuzione delle esportazioni si è concentrata nel primo trimestre del 2018 soprattutto nei mercati europei, essenzialmente in Germania e in Spagna, confermando le riduzioni già registrate nel 2017.

Friuli-Venezia Giulia in positivo Filiera del Mobile e Agroalimentare

Nel primo trimestre, i distretti del Friuli Venezia Giulia hanno raggiunto 815,8 milioni di euro di export, di cui 300,7 milioni della Filiera del Mobile, risultata la più performante sui mercati esteri con aumenti di 5,4 milioni di euro, rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente; bene sia il mobile di Pordenone (+2,3% pari a 4,2 milioni di euro) sia le sedie e i tavoli di Manzano (+1,1%, pari a 1,2 milioni di euro). Il distretto degli Elettrodomestici di Pordenone ha invece registrato un calo del 2,4%, con diminuzioni più rilevanti nel Regno Unito, Emirati Arabi Uniti e Spagna. Buon incremento complessivo dei distretti dell’agroalimentare (+3,3% pari a 2,6 milioni di euro), grazie al balzo del Prosciutto di San Daniele (+18,9%) e dei Vini e distillati del Friuli (+3,8%). Sostanzialmente stabili le esportazioni del Caffè di Trieste rispetto al primo trimestre dell’anno precedente.

Messaggero Veneto/Nordest Economia – 23/07/2018

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Più strade, ciclovie e torri nel futuro della provincia

22 Luglio 2018

Domani al voto del Consiglio il Piano strategico: «Non sarà un libro dei sogni». Si punta allo sviluppo dell’area con Tav, opere pubbliche, cultura e città verticali

di Roberta De Rossi

Nelle premesse, si dichiara di voler «superare quell’idea di “libro dei sogni” che rischiano sempre di restare tali, senza diventare mai reali».

Nel PsmVe – il piano strategico metropolitano che approderà domani al voto del Consiglio della Città metropolitana – c’è davvero di tutto: la promessa di più collegamenti e «rapidità di accesso con autostrade e grandi arterie» verso le località balneari per agevolare gli arrivi dei turisti e, al contempo, la lotta all’inquinamento dell’aria con le sempre attese piste ciclabili; l’impegno a bloccare il consumo del suolo, puntando su riuso e torri, «promuovendo la crescita a consumo zero, sia sviluppando strategicamente le “città verticali” che promuovendo politiche di rigenerazione e riuso».

165 pagine sul quel che la Città metropolitana a guida Brugnaro vuol fare nei prossimi anni, che si aprono con citazioni latine (Nomina sunt consequentia rerum), greche: «Metropoli: da meter, madre, e polis, città». E figure retoriche dal sapore demodé: «Come una perla non può vivere senza la sua conchiglia, la città antica con la sua laguna, ha bisogno del supporto di tutto il territorio circostante, in una logica di integrazione». Che però funziona soprattutto a ruoli invertiti: «Quest’area non può che chiamarsi Venezia, brand conosciuto e apprezzato in tutto il mondo, che diventa un volano formidabile per attrarre nuovi talenti e risorse, che per promuovere all’estero le tante eccellenze che ci contraddistinguono», «proiettare il territorio, sfruttando la vocazione del capoluogo in ambito internazionale», per richiamare visitatori, operatori, investitori, «portatori di conoscenza». Tra le speranze alle quali lavorare, portare nella Venezia metropolitana la sede dell’Agenzia europea “sull’acqua”.

Nel merito, tra le tante linee di programma – che non saranno un «libro dei sogni», ma non sono in questa sede supportate tutte da finanziamenti certi per tradurle nel complesso in realtà o non dipendono dalla Città metropolitana – una lunga lista di titoli di grandi opere «da concretizzare in sede attuativa del piano strategico»: sì al corridoio Baltico-Adriatico, alla Monaco-Venezia, all’asse plurimodale Padova-Venezia, alla messa in sicurezza della Romea, al completamento della terza corsia A4, al rafforzamento del collegamento con le spiagge, all’ampliamento delle ciclovie, al collegamento ferroviario con l’aeroporto Marco Polo, all’alta velocità, al collegamento Chioggia-Padova e alla velocizzazione della Chioggia-Venezia, al completamento e gestione del Mose; «una rete sempre più fitta di collegamenti rapidi e puntuali» tra l’aeroporto di Venezia e Treviso e «le eccellenze del territorio»; lo sviluppo portuale con la promozione dell’Istituzione di Zone franche doganali o Zone economiche. Come fare?

«No all’«estenuante “burocrazia” vincolistica”: sarà importante garantire la semplificazione delle regole», con la Città metropolitana che si propone come «unico interlocutore per la gestione del paesaggio metropolitano».

Quindi l’economia, con l’obiettivo – ora solo un titolo al quale si promette di dare sostanza – di «ridare centralità a Porto Marghera: la sua riconversione può diventare motore di sviluppo dell’intera area metropolitana», iniziando dall’ultimazione della barriera di marginamento anti inquinamento che vede ancora uno “squarcio” di 3 km sui 42 complessivi».

La Nuova di Venezia – 22/07/2018

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Cicloturismo, musei e cultura: ecco le nostre miniere d’oro

Nel 2017 sono stati quasi un milione i turisti stranieri che hanno scelto l’Italia per una vacanza sportiva. Il secondo grande business è il turismo culturale che rappresenta il 36% degli arrivi e il 27% delle presenze nazionali. Lo dice un report Ciset

Nel 2017 sono stati quasi un milione i turisti stranieri che hanno scelto l’Italia per una vacanza sportiva e circa 3,3 i pernottamenti da questi generati, pari all’1,4% dei flussi e dei pernottamenti stranieri complessivi e in aumento rispetto al 2015. La durata del loro soggiorno è di 3,5 notti mentre la spesa complessiva generata da questi turisti ammonta a 410 milioni di euro (1,6% sul totale della spesa straniera), per una spesa media giornaliera pro-capire di 123 euro, anche questa in aumento rispetto al 2015.

Lo racconta un report Ciset- Banca d’Italia pubblicato in questi mesi. Tra i turisti stranieri che fanno vacanza sportiva in Italia, chi spende di più è il turista tedesco, per cui si registra una spesa giornaliera pro-capite superiore alla media e pari a 137 euro.

I principali pacchetti a tema sportivo commercializzati dai tour operator riguardano il cicloturismo (36%), la vacanza sciistica (26%) e quella all’insegna del trekking (25%), mentre le principali mete amate dagli sportivi sono Trentino, Emilia Romagna, Toscana e Sardegna.

Il secondo grande business è invece rappresentato dal turismo culturale, una vera miniera d’oro per l’Italia visto che rappresenta il 36% degli arrivi e il 27% delle presenze nazionali, con un aumento degli introiti per i beni culturali del +53% dal 2013 al 2017 perché la spesa media di 133 euro è la più alta di tutte (89 euro la media del turista balnerare) secondo il Ciset, con un paniere differenziato tra ricettività, ristorazione, shopping, enogastronomia.

Messaggero Veneto/Nordest Economia – 22/07/2018

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