Ferrovie: bando per raccordo Monfalcone con zona industriale

16 Febbraio 2018

È stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale il bando di gara per l’affidamento di lavori di manutenzione straordinaria sull’impianto ferroviario a servizio della zona industriale di Monfalcone.

Si tratta di lavori finalizzati al miglioramento delle condizioni generali di operatività dell’impianto ferroviario, sulla base di specifiche indicazioni di Rete Ferroviaria Italiana, che si svilupperà con interventi puntuali o diffusi, dal fascio di presa e consegna presso la Stazione di Monfalcone all’area portuale, lungo tutto il raccordo.

Il valore economico complessivo dell’intervento è di 2,5 milioni di euro. Tutti i documenti di gara sono scaricabili dal sito della Regione, al seguente link: http://bandigara.regione.fvg.it/BandiDiGaraEContratti/.

Si tratta del secondo intervento manutentivo programmato dall’Amministrazione Regionale, rispetto al quale la Regione stessa ha assunto un impegno economico e operativo a favore del miglioramento dell’utilizzo dei raccordi industriali afferenti i porti di Monfalcone e Porto Nogaro, con ricadute significative sulle tematiche della sicurezza e della maggiore operatività delle aree portuali.

L’intervento sul raccordo di Monfalcone segue uno urgente già realizzato nell’ambito del raccordo a servizio di Porto Nogaro e, in generale, della zona industriale dell’Aussa Corno, a cui seguirà un ulteriore intervento manutentivo del quale sono in fase di definizione le attività propedeutiche all’affidamento.

Il Gazzettino/Nord Est – 16/02/2018

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Traghetti e vaporetti: al Friuli Venezia Giulia 2 milioni per le flotte

Il Friuli Venezia Giulia beneficerà di 1,5 milioni di euro, a cui si aggiungono 500 mila euro di confinanziamento, per potenziare e migliorare i mezzi del trasporto pubblico locale via mare. I fondi, stanziati per la prima volta dallo Stato per una simile iniziativa, sono il frutto dell’intesa trovata a Roma, nel corso della recente Conferenza Stato-Regioni, sullo schema di decreto del ministro delle Infrastrutture e dei trasporti. La norma va a definire i criteri di riparto delle risorse per il rinnovo della flotta delle unità navali; al Friuli Venezia Giulia vengono destinati 1,5 milioni di euro, a cui si va ad aggiungere un cofinanziamento pari al 25 per cento del contributo ricevuto.

I due milioni totali a disposizione sarebbero stati appena sufficienti a finanziare l’acquisto di un unico nuovo natante; grazie invece ad un accordo con il ministero, la Regione sta valutando la possibilità di spalmare la somma per implementare le dotazioni dei mezzi di trasporto in uso, quali l’installazione di motori a basse emissioni, impianti di climatizzazione, sistemi di localizzazione delle unità navali, WiFi per i passeggeri, vani portabiciclette e porta bagagli nonchè il miglioramento dell’accessibilità a persone con mobilità ridotta. Attualmente i mezzi utilizzati per il trasporto pubblico locale via mare sono complessivamente 4, attivi nelle tratte Trieste-Muggia, Trieste-Sistiana, Trieste-Grado e Marano-Lignano.

Le modalità di finanziamento verranno definite nei prossimi mesi con la sottoscrizione di una specifica convenzione tra la Regione e il dicastero alle Infrastrutture. Oltre allo stanziamento del 2017, il Ministero ha ipotizzato di poter rifinanziare il canale contributivo attraverso la Conferenza Stato-Regioni anche per il prossimo anno.


Trasporti-Italia.com – 16/02/2018

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Sostenibilità: Friuli Venezia Giulia, ripartiti 100 mila euro per bici elettriche

Arrivano contributi per l’acquisto di biciclette elettriche a pedalata assistita nuove di fabbrica. La Giunta regionale del Friuli Venezia Giulia ha approvato il riparto di 100 mila euro, su base provinciale, somma stanziata sul bilancio del 2018. Il provvedimento suddivide l’ammontare complessivo di 100 mila euro, su base territoriale provinciale, nella percentuale del 70 % rispetto al numero dei residenti, e del 30 per cento considerando le caratteristiche altimetriche del territorio.

Tiene infatti rispettivamente conto del numero di residenti in ciascuna delle quattro province del Friuli Venezia Giulia secondo le statistiche demografiche dell’Istat alla data del 31 dicembre dell’anno precedente a quello di approvazione dell’avviso inerente la presentazione delle domande; e del numero di residenti nei comuni appartenenti alle zone altimetriche di montagna e di collina, secondo la più recente elaborazione statistica annuale pubblicata dall’Amministrazione al momento dell’approvazione dell’avviso inerente la presentazione delle domande.

Sulla base di tali parametri, sono così stati destinati oltre 21 mila euro per il territorio provinciale di Pordenone, oltre 40mila euro per il territorio provinciale di Udine, oltre 10mila euro per il territorio provinciale di Gorizia, e oltre 27mila euro per il territorio provinciale di Trieste.
I contributi, sono concessi dalla Regione per un importo pari al 30 per cento del prezzo della bicicletta, comprensivo dell’Iva, e fino a un massimo di 200 euro per ciascun acquisto.
A tutto il 7 febbraio scorso, sono state ricevute 1.332 domande, e concessi 1.211 contributi. Sono stati liquidati contributi per quasi 240mila euro.

Trasporti-Italia.com – 16/02/2018

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Acqua spostata, altezza, propulsori. L’algoritmo che frena le grandi navi

Pronta l’ordinanza della Capitaneria: sparisce il tonnellaggio, introdotti 7 fattori

di Francesco Bottazzo

Di sicuro non passeranno le navi costruite negli ultimi anni, da 330 metri. Troppo grandi, anche se non ci sarà più il limite di tonnellaggio. Spazio piuttosto alla massa d’acqua spostata e all’altezza ma anche all’uso di propulsori di ultima generazione. Quattro fattori, tre correttivi, e l’algoritmo emetterà il suo verdetto.

La nuova ordinanza

La nuova ordinanza sulle crociere in laguna è pronta, attende solo di essere firmata. Il comandante della Capitaneria di Venezia sta aspettando il verbale del Comitatone per farlo (sembra una questione meramente burocratica, ma in realtà la mancanza di ufficialità, che pare ormai imminente, sta bloccando la nuova soluzione), nel frattempo la bozza è stata discussa con tutti i soggetti coinvolti: dagli armatori all’Autorità di sistema portuale fino alla Vtp, la società che gestisce il terminal della Marittima. Il discrimine sarà il «modulo d’armamento», ossia il valore tecnico che risulterà dall’algoritmo, che andrà a sostituire il tonnellaggio di oggi. Di sicuro sarà un’analisi più completa che prenderà in causa più elementi: dai fattori dimensionali a quelli ambientali garantendo salvaguardia e sicurezza della navigazione. È la fase 2.0 del decreto Clini-Passera del 2 marzo 2012, emanato un mese e mezzo dopo la tragedia della Costa Concordia, che stabilì lo stop alle navi sopra le 40 mila tonnellate davanti a San Marco una volta però che fosse stata trovata una via alternativa. Se le crociere risulteranno sotto la soglia prevista potranno passare, altrimenti rimarranno fuori. I fattori individuati sono il dislocamento della nave (ossia la massa d’acqua che viene spostata il cui peso, per il principio di Archimede, è uguale al peso totale della nave stessa), la larghezza, l’altezza (dalla linea di galleggiamento) e l’area laterale dallo scafo (calcolato tra lunghezza e altezza).

Tre elementi fondamentali

Il risultato dovrà essere combinato con tre elementi correttivi: l’uso di propulsori di ultima generazione, la sottoscrizione dell’accordo blue flag per l’utilizzo di carburanti poco inquinanti e l’uso di propulsori alimentati a gnl (gas naturale liquido). Era stata ipotizzata anche un’ulteriore correzione qualora le compagnie scegliessero di arrivare o partire da Venezia di notte, ma le perplessità delle società hanno fatto desistere la Capitaneria di introdurre un nuovo fattore. Il coefficiente finale non dovrà superare 6800 e con ogni probabilità il prossimo anno sarà ulteriormente abbassato, riducendo le navi che potranno arrivare alla Marittima.

Stop alle navi oltre i 330 metri

A quanto pare dalle simulazioni fatte dalla Capitaneria l’elemento che incide maggiormente è quello relativo all’altezza che esclude le navi di ultima generazione, da 140 mila tonnellate di stazza, lunghe 330 metri e alte quasi 70 (60 dal limite di galleggiamento), ma taglia anche quelle più piccole che però si sviluppano in diversi piani. Sia chiaro, l’ordinanza vuole normare la fase transitoria in attesa della via alternativa al passaggio davanti a San Marco. Dopo di che, stando a quanto è stato detto al Comitatone di novembre, le navi più grandi ben oltre quelle individuate nel testo della Capitaneria si potranno fermare a Porto Marghera, quelle più piccole (tra le 55 e 90 mila tonnellate) continueranno solcando il Vittorio Emanuele (a patto di ottenere il via libera ambientale) fino alla stazione Marittima ben sapendo che il passaggio sarà a tempo considerando che il segmento è destinato a scomparire, non essendoci più ordini di questo tipo nel mercato, diviso tra lussuoso nanismo e gigantismo.

Corriere del Veneto – 16/02/2018

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Tav Brescia-Verona, un altro intoppo

Gli oppositori all’opera parlano di «ritiro del progetto», il ministero smentisce: «Solo integrazioni al Cipe». Ma i tempi si dilatano ancora

di Pietro Gorlani, Annamaria Schiano

Un annuncio dei No Tav che sembra una specie di bomba sull’opera, una smentita del ministero alcune ore dopo, e praticamente una certezza: c’è l’ennesimo intoppo nell’annoso iter procedurale dell’alta velocità ferroviaria BresciaVerona. Il progetto, che era sul tavolo della Corte dei Conti per la sua approvazione definitiva, è tornato al ministero delle Infrastrutture. «Si sono rese necessarie piccole rettifiche che non ci risultano sostanziali» riferisce al Corriere un funzionario del Cipe (Comitato interministeriale per la programmazione economica), che non entra nel dettaglio delle modifiche e di eventuali aumenti dei costi. Il Ministero delle Infrastrutture, in una nota ufficiale precisa «di non aver richiesto modifiche progettuali» ma «finalizzate a completare al meglio l’istruttoria ed a fornire tutti gli elementi che consentano, quanto prima, la regolare registrazione della stessa delibera relativa al progetto da parte della Corte dei Conti». Ora sarà il Cipe ad inviare l’istruttoria alla magistratura contabile, che già una prima volta aveva chiesto integrazioni. Tutto nasce, ieri, da una nota dei comitati degli oppositori, in cui si afferma che «il ministero delle Infrastrutture ha ritirato il progetto». Si accoda rapidamente Francesca Businarolo, deputata grillina uscente (e ricandidata): «Il ministro delle infrastrutture Graziano Delrio aveva assicurato che i lavori per la Tav BresciaVerona sarebbero partiti entro il 2017. Oggi si apprende del nuovo passaggio, che porterà ad ulteriori ritardi. Per fortuna, perché la Tav, come abbiamo sempre denunciato, è un’opera inutile e costosa, ad altissimo rischio corruzione. Speriamo che si possa intervenire prima che sia troppo tardi». L’auspicio, ovviamente, è quello di uno stop definitivo. Una scelta che sarebbe «di buon senso» anche per l’avvocato veronese Fausto Scappini, difensore di una sessantina di comitati ambientalisti e di privati cittadini. Dopo aver perso la prima causa al Tar del Lazio, ieri ha discusso in Consiglio di Stato il ricorso contro il progetto. Scappini insiste nell’affermare che «il progetto è stato ritirato dalla Corte dei Conti e che stanno attendendo indicazioni dal ministero per le modifiche». Appare certo, comunque, che slitterà per l’ennesima volta l’avvio dei cantieri: secondo l’ultimo aggiornamento avrebbero dovuto iniziare in questo primo scorcio del 2018. La tempistica ora è nelle mani della Corte dei Conti: l’iter medio di approvazione di un progetto è di otto mesi. Vero è che il tracciato Tav, con relativi costi, è già stato vagliato e le nuove piccole modifiche potrebbero richiedere tempi relativamente stretti. Resta il fatto che le elezioni del 4 marzo, la scelta (forse) di un nuovo ministro e le indicazioni del nuovo esecutivo potrebbero essere elemento di ulteriore ritardo. Molto probabile che il primo cantiere, la galleria di Lonato nel Bresciano, non prenda inizio prima dell’estate. Il progetto rimane nella sostanza quello approvato il 10 luglio 2017 dal Cipe (2,5 miliardi di costo): primo lotto da Calcinato in provincia di Brescia fino alle porte di Verona, 43 chilometri per 1,9 miliardi di spesa.

Corriere di Verona – 16/02/2018

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Alta velocità, bisogna rifare il Borgomagno

In progettazione l’adeguamento del vecchio cavalcavia. Previsto anche un sottopasso a San Lazzaro

di

Dopo il sottopasso ci sarà il sovrappasso ferroviario. Per far arrivare l’alta velocità sarà necessario rifare il cavalcavia Borgomagno. Un’operazione da 9 milioni di euro che però non è programmata a breve termine, anche perché ancora non esiste una progettazione. Quello che è certo è che bisognerò farlo. E con tutta probabilità si farà esattamente dove è l’attuale cavalcavia, lavorando a stralci.

D’altronde il primo accordo tra la Tav Spa, le Ferrovie, il consorzio Iricav Due e il Comune per il passaggio della tratta dell’alta velocità-alta capacità a Padova risale al 30 luglio 1998, cioè vent’anni fa.

Il passaggio delle due linee Tav nella stazione padovana è previsto sul lato di via Avanzo, anche per questo è stato necessario rifare il sottopasso. I padovani dunque andranno a prendere i treni veloci per Milano o Roma non più al primo binario ma al nono e decimo.

C’è un anche altro ostacolo: le due nuove linee Tav incrociano a Padova la linea che arriva a Castelfranco ma è previsto che non ci siano intersezioni per cui servirà un intervento importante a scavalco: potrebbe essere un nuovo sovrappasso o sottopasso, esclusivamente ferroviario.

In progetto c’è anche un sottopassaggio viaggiatori a San Lazzaro, per rendere possibile per i residenti di Mortise raggiungere la futura stazione dell’Sfmr (il sistema ferroviario metropolitano regionale), senza interferire con il passaggio dell’alta velocità.

Tutti questi interventi comunque saranno a carico di Rfi, la società del gruppo Ferrovie che si occupa della gestione della rete.

Sono già adeguati all’alta velocità invece i due cavalcavia realizzati recentemente: il Sarpi-Dalmazia e il cavalcavia della Fiera.

Nel progetto di Ferrovie c’è anche il rafforzamento della linea verso l’Interporto. Il progetto ambizioso prevede da una parte il raddoppio del binario che collega la struttura logistica alla stazione di Padova (eventualmente ragionando anche di sviluppare un nuovo tratto ferroviario di collegamento che bypassi la Stazione centrale e prenda la direzione est), dall’altra puntando a sviluppare un collegamento ferroviario diretto tra Interporto Padova e Porto di Venezia che favorisca l’utilizzo della rotaia per il trasferimento delle merci, di fatto trasformando una volta per tutte Interporto nel retroporto operativo del Porto Lagunare.

Il Mattino di Padova – 16/02/2018

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Trasporto marittimo: via libera a un finanziamento da 262 mln di euro per rinnovare le flotte

15 Febbraio 2018

La Conferenza Stato-Regioni, su proposta del ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Graziano Delrio, ha espresso nella seduta di oggi l’intesa sul Decreto Ministeriale di riparto delle risorse destinate al rinnovo della flotta di unità navali destinate ai servizi di trasporto pubblico locale marittimo, lagunare, lacuale e fluviale.

Dopo le risorse per nuovi  bus e treni, arrivano, per la prima volta, le risorse messe a disposizione dalla Legge di Stabilità 2016, per rinnovare i mezzi del  trasporto pubblico locale marittimo, lacuale, lagunare e fluviale e renderli più comodi e meno inquinanti. Le risorse ammontano a 262.648.951 di euro ripartiti dal 2017 al 2030, che diventeranno 350 milioni con il cofinanziamento regionale pari al 25% dei costi.
Sono destinate all’acquisto di nuove unità navali utilizzate per i servizi di Tpl marittimo, lacuale, lagunare e fluviale di competenza regionale che: collegano esclusivamente uno o più comuni presenti sul territorio della medesima regione; sono effettuati in modo continuativo o periodico con offerta indifferenziata al pubblico e con orari e itinerari prestabiliti, secondo modalità imposte o concordate con le autorità competenti; sono caratterizzati da tariffe determinate o approvate dalle autorità competenti.

Sono ammesse al finanziamento le unità navali: ro/ro passeggeri (roll on/roll off) e passeggeri, comprese le unità veloci; adibite al servizio di trasporto pubblico nella laguna di Venezia. Tutte le unità ammesse al finanziamento devono rispondere alla normativa internazionale, comunitaria e nazionale applicabile e rispettare i limiti di emissioni previsti dal 2020 dalla Direttiva 2012/33 Ue ovvero dal Regolamento 2016/1628/UE.

Le risorse sono state ripartite sulla base delle “corsa-miglio” effettuate in ciascuna Regione nel 2015 e ponderate in relazione alle classi dimensionali dei mezzi, per tener conto del diverso costo dei mezzi utilizzati per effettuare il servizio. Sono ammessi a finanziamento anche gli interventi di refitting per un importo fino al 15% delle risorse assegnate alla singola regione, ovvero per un importo fino a 3 milioni di euro per le regioni che hanno un contributo statale inferiore a 5 milioni.
Gli interventi possono essere effettuati su mezzi navali già in uso e finalizzati a rendere gli stessi almeno in linea con i limiti di emissioni di gas di scarico previsti per il 2020 dalla Direttiva 2012/33/UE o del Regolamento 2016/1628/UE.

Ecco le ripartizioni statali per Regione: Friuli Venezia Giulia 1.573.213, Liguria 234.637, Piemonte 253.098, Emilia-Romagna 381.930, Lombardia 4.425.849, Lazio 13.925.362, Sardegna 15.202.663, Toscana 21.735.811, Sicilia 73.513.784, Campania 64.046.510, Veneto 67.356.094 per un totale di 262.648.951

Trasporti-Italia.com – 15/02/2018

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Rivoluzione verde: la legge sulla mobilità ciclistica è operativa. 14,8 milioni per 70 percorsi ciclabili

Entra oggi in vigore la legge sulla mobilità ciclistica, che rende obbligatori i finanziamenti per le ciclovie nazionali e gli itinerari urbani.  La legge prevede che il ministero delle Infrastrutture entro sei mesi dall’entrata in vigore prepari un piano triennale della mobilità ciclistica. Lo stesso dovranno fare anche le Regioni e i Comuni. Sono previsti fondi per 500 milioni su 6 anni dal 2016. In particolare, i Comuni devono mettere in atto strumenti urbanistici per realizzare le velostazioni, gli stalli per bici e approvare regolamenti edilizi che consentano il parcheggio delle bici negli spazi condominiali. Si possono installare portabiciclette a sbalzo sugli autobus. La nuova norma prevede che siano individuate e realizzate le ciclovie di interesse nazionale che costituiranno la rete ciclabile nazionale ‘Bicitalia’, non inferiore a 20 mila chilometri, integrata al sistema ‘EuroVelo’. Le prime ciclovie nazionali individuate sono: VenTo, da Venezia a Torino lungo il Po; la Ciclopista del Sole da Verona a Firenze; il romano Grab, Grande raccordo anulare delle biciclette; la ciclovia dell’Acquedotto pugliese; la ciclovia del Garda; la Trieste-Lignano Sabbiadoro-Venezia; la ciclovia Adriatica, da Venezia al Gargano; la ciclovia della Magna Grecia, da Potenza a Pachino, in Sicilia; l’anello della Sardegna, da Santa Teresa di Gallura a Cagliari, Alghero e Sassari; la Tirrenica da Ventimiglia a Fiumicino. La legge, nota la Fiab, “fissa il principio generale che il Codice della strada che non deve più garantire solo la “fluidità del traffico”, ma da oggi in poi dovrà anche garantire la mobilità sostenibile e la circolazione dei velocipedi”.

“Si tratta di un altro provvedimento di grande importanza sul fronte ambientale varato da questo Governo – ha dichiarato l’onorevole Silvia Velo, sottosegretario del ministero dell’ambiente -. Il ricorso massiccio all’auto privata per gli spostamenti è fallimentare e soprattutto non più sostenibile. E grazie anche a questa nuova norma abbiamo cercato di procedere sulla strada della mobilità sostenibile con i fatti e non con semplici dichiarazioni d’intenti. Una legge che per quanto riguarda la mobilità urbana consentirà di ridurre traffico e inquinamento – specifica l’onorevole Velo -, considerando anche che quotidianamente le cosiddette polveri sottili avvelenano l’aria che respiriamo e ci avvelenano, e che consente di sviluppare l’attività turistica, risorsa enorme per l’Italia e ancora assai poco sfruttata. Sono stati stanziati 14,8 milioni di euro alle Regioni per 70 percorsi e piste ciclabili ed entro sei mesi il ministero delle infrastrutture dovrà elaborare il piano generale per lo sviluppo della mobilità ciclistica, che dovranno poi adottare le stesse Regioni e i Comuni. La rete denominata ‘Bicitalia’ sarà lunga almeno 20 mila chilometri e interconnessa con le reti infrastrutturali. Una vera rivoluzione verde”.

La legge 2/2018 sulla mobilità ciclistica era stata approvata il 22 dicembre scorso dalla Commissione Trasporti del Senato in sede deliberante. Il disegno di legge era stato presentato dai dem Umberto Decaro e Paolo Gandolfi. Per la nuova norma si era battuta a lungo la Federazione italiana amici della bicicletta (Fiab).

Trasporti-Italia.com – 15/02/2018

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Udine e Pordenone: ecco gli interventi per migliorare il servizio bus

Gli interventi più significativi attuati nel 2017 per l’adeguamento delle percorrenze delle aziende del trasporto pubblico locale di Udine e Pordenone. Sono stati illustrati ieri dalla Regione durante il Question Time consiliare. Si tratta di interventi adottati, sulla base di sollecitazioni dei rappresentanti dei lavoratori, per superare le criticità di orario e i problemi di sicurezza dei percorsi. Nell’anno trascorso sono stati rivisti i tempi dell’autolinea Aviano-Polcenigo-Sacile ed è stata eliminata l’inversione nella piazza di Polcenigo, abbandonando anche il transito difficoltoso tra il Castello e il centro di Aviano.

Sono stati inoltre riformulati gli orari della linea Dardago-Polcenigo-Pordenone, ricollocando inoltre la fermata di Santa Lucia di Budoia, e gli orari della Maniago-Aviano-Pordenone. Per la Motta-Chions-San Vito al Tagliamento si è proceduto a una revisione sia dei tempi di percorrenza sia del tragitto nell’abitato di Motta di Livenza.
Il monitoraggio regionale ha portato a rideterminare i tempi di percorrenza delle linee che fanno capo a Lignano, oltre che a Bibione, e rettifiche del percorso hanno riguardato la frazione di Gleris e la località di Santa Sabina.

Negli scorsi giorni, a seguito di un sopralluogo congiunto con le Rls (rappresentanze dei lavoratori per la sicurezza) dell’Azienda Atap su una corsa della linea Polcenigo-Sacile-Pordenone sono stati già formulati dagli uffici correttivi per modificare alcuni tempi di percorrenza e adeguarli alle necessità del traffico in entrata a Pordenone. Tali modifiche verranno sperimentate a partire dal 1o marzo.
L’amministrazione regionale ha ribadito, in conclusione, la disponibilità a verificare, coinvolgendo anche gli Enti locali, tutte le proposte di miglioramento ritenute necessarie dalle aziende concessionarie del Tpl e dalle organizzazioni sindacali, possibilmente sulla scorta di una preventiva concertazione aziendale.

Trasporti-Italia.com – 15/02/2018

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Tirolo: Delrio, profondo disappunto per il possibile numero chiuso per i camion

14 Febbraio 2018

Il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Graziano Delrio, esprime “profondo disappunto” in merito a quanto riportato da notizie di stampa, che riferiscono dell’introduzione di ulteriori blocchi unilaterali al traffico dei camion nelle giornate del 31 marzo, del 3 e del 26 aprile da parte delle autorità del Tirolo.
Notizie che seguono di pochi giorni l’incontro di Monaco del 5 febbraio scorso “dove abbiamo esaminato le problematiche del traffico al valico del Brennero con l’obiettivo di individuare soluzioni condivise e meccanismi concordati per risolvere i problemi derivanti dalla congestione e  accelerare il passaggio del traffico merci dalla strada alla ferrovia”.

“L’ipotesi di nuovi blocchi unilaterali, di cui la stampa ha riferito, sarebbe in contraddizione con questo spirito comune – continua Delrio –. Ho dato mandato ai miei uffici di compiere accertamenti in merito. Se confermata questa intenzione, si tratterebbe di  un improvviso e inatteso cambiamento, che rischia di mettere in discussione le nostre intese e soprattutto arrecherebbe ancora una volta un danno rilevante alle imprese e all’attività economica, provocando ricadute pericolose di inquinamento e di traffico per la congestione forzata che si viene a creare in territorio italiano”.

Trasporti-Italia.com – 14/02/2018

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