EasyJet: nuovo volo Venezia – Belfast

22 Febbraio 2018

A partire dal 22 giugno, easyJet collegherà l’aeroporto di Venezia con Belfast, in Irlanda del Nord, due volte a settimana con un A320. Venezia è la seconda città italiana ad essere collegata con Belfast dopo il lancio della rotta per Napoli a dicembre 2017. Salgono così a 32 le destinazioni offerte dalla compagnia low cost da Belfast che continua a espandersi come base nel Nord dell’Irlanda: sempre a giugno easyJet vi posizionerà altri sei velivoli.

Trasporti-Italia.com – 22/02/2018

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«Lo sbocco a nord? Meglio vigilare sulle opere mondiali»

Confindustria risponde a Pozza della Camera di Commercio «Benvenuto al tavolo delle infrastrutture, esiste da un anno».

«Fa piacere che, dopo quasi un anno, anche il presidente della Camera di Commercio Mario Pozza si sia reso conto dell’importanza di un tavolo che unisce categorie economiche e organizzazioni sindacali del territorio per affrontare le azioni e i progetti finalizzati allo sviluppo infrastrutturale della provincia. La partecipazione è aperta anche all’ente camerale, l’importante è che ci sia quello spirito costruttivo e di condivisione che caratterizza questa iniziativa».

Interviene Domenico Limana (consigliere di presidenza di Confindustria Belluno Dolomiti e coordinatore del “Tavolo per le Infrastrutture della provincia di Belluno”), dopo le dichiarazioni del presidente camerale Mario Pozza. «Siamo d’accordo con lui», afferma Limana, «quando sostiene che è necessario farsi trovare pronti per i prossimi mondiali, con le opere strutturali realizzate al meglio e con una viabilità capace di sopportare i flussi di traffico. Ed è proprio per condividere questi obiettivi che da più di un anno è nato nel contesto bellunese il “Tavolo delle Infrastrutture”, promosso da Confindustria Belluno Dolomiti, che da subito ha coinvolto tutte le associazioni di categoria Appia Cna Belluno, Confartigianato Imprese Belluno, Ascom Belluno, Confagricoltura Belluno, Coldiretti Belluno, Confederazioni Italiana Agricoltori Belluno oltre ai sindacati Cgil, Cisl e Uil, per fare il possibile a sostegno della crescita infrastrutturale di questa provincia. È dunque da tempo che ci muoviamo con quest’obiettivo e siamo sempre aperti a nuovi contributi».

«Oggi l’attenzione è concentrata sui prossimi Mondiali», continua Limana, «ed è giusto spingere, perché i finanziamenti già previsti siano impiegati in tempi rapidi e con efficienza, ma se è vero che c’è molto da fare, è altrettanto vero che i lavori sono già partiti con l’aggiudicazione nelle settimane scorse dei primi appalti Anas. La partita è complessa, con diversi soggetti, istituzionali e non, coinvolti. Per questo in questi mesi il Tavolo si è spesso mosso anche in via informale per conoscere le realtà locali e per cercare di favorire chiarimenti proprio perché sovente l’interesse specifico contrasta con quello generale».

«Lo sbocco a Nord e il prosieguo dell’Autostrada sono sicuramente un’ipotesi interessante, ma guardiamo a ciò che è fattibile ora: uno snellimento della viabilità verso Cortina, oltre al rilancio della viabilità ferrata con l’anello delle Dolomiti per il quale è già in atto la progettazione dell’elettrificazione dell’anello basso e della linea sino a Calalzo. Su questi temi abbiamo bisogno di segnali positivi e di qualche risposta». Limana precisa quindi l’importanza di sostenere l’esistente evitando di moltiplicare tavoli e discussioni: «Pensiamo a far lavorare la macchina burocratica, i commissari già nominati e a spendere quello che già oggi abbiamo a disposizione».

Corriere delle Alpi – 22/02/2018

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L’aeroporto Ronchi dei Legionari vale 70 milioni

«La rinascita dell’aeroporto regionale è una delle priorità della Giunta nell’ambito delle infrastrutture strategiche, ed è diventata un’operazione di successo, portata a termine da un management rinnovato e all’altezza di una sfida difficile» ha affermato la presidente Fvg Debora Serracchiani.

Ammonta a circa 70 milioni di euro, grazie agli utili d’esercizio e al nuovo polo intermodale, il valore del Trieste Airport di Ronchi dei Legionari (Gorizia). La valutazione, espressa da un advisor indipendente, è stata illustrata nel corso del Consiglio di Amministrazione di Aeroporto Friuli Venezia Giulia Spa – composto dal Presidente Antonio Marano, dal Direttore generale Marco Consalvo e da Angela Napolitano – in cui sono stati analizzati anche i risultati di pre-chiusura 2017, per il secondo anno consecutivo in utile.

La chiusura delle attività del 2017, andata oltre le previsioni, presenta un margine operativo di 5,6 milioni di euro e 2,9 milioni di utile netto.

Il valore dello scalo regionale, stimato in circa 70 milioni per il totale delle azioni detenute al 100% dalla Regione Friuli Venezia Giulia, sarà tenuto in considerazione per la definizione della base di gara nella prossima cessione del 45% della società, cui seguirà l’opzione per la cessione di un ulteriore 10%.

Nel corso del 2017 si sono realizzate opere per 12,9 milioni che, sommati ai 6,1 investiti nel 2016, porta a 19 milioni il valore delle opere completate nel biennio. Dato in linea con i 40 milioni di investimenti programmati nel piano quadriennale 2016-2019. Tra le opere realizzate di maggiore rilievo c’è il nuovo polo intermodale, che sarà inaugurato il 19 marzo.

«La rinascita dell’aeroporto regionale è stata una delle priorità della Giunta nell’ambito delle infrastrutture strategiche, ed è diventata un’operazione di successo, portata a termine da un management rinnovato e all’altezza di una sfida difficile» ha affermato la presidente Fvg Debora Serracchiani, commentando i risultati pre-chiusura del 2017, resi noti dall’Aeroporto Fvg, con la società in utile per il secondo anno consecutivo e una valutazione che stima a 70 milioni di euro, il valore delle azioni detenute al 100% dalla Regione.

«Rilevo con soddisfazione – ha continuato – che si sono rivelate lungimiranti le scelte fatte tre anni or sono, quando, con l’indicazione del presidente Antonio Marano, abbiamo anteposto le competenze professionali a qualsiasi altra considerazione. Una compagine manageriale che si è consolidata ulteriormente, seguendo gli stessi principi, con il direttore generale Marco Consalvo. Abbiamo raccolto un aeroporto che faceva notizia sulla stampa nazionale per le sue performance negative e oggi, al termine della legislatura, consegniamo a chi guiderà la Regione un’azienda che è un valore per la comunità, che fa utili, che già adesso ha robuste prospettive di crescita e che – ha concluso la presidente – con l’ingresso del partner industriale potrà sviluppare completamente le sue potenzialità».

La Nuova di Venezia/Nordest Economia – 22/02/2018

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Porti: Commissione Camera ok Monfalcone in Autorithy Trieste

21 Febbraio 2018

Brandolin, grande passo per lo scalo,rischiava rimanere in limbo

“Valutato positivamente l’obiettivo di realizzare una sinergia tra gli insediamenti portuali di Trieste e di Monfalcone, come condizione funzionale ad un aumento di produttività, una maggiore efficienza ed efficacia dell’attività portuale e una connessa riduzione di costi, a tutto vantaggio del mercato e dei suoi utenti”, la Commissione Trasporti, poste e telecomunicazioni della Camera ha dato “oggi parere favorevole allo Schema di decreto del Presidente della Repubblica recante regolamento concernente l’inserimento del porto di Monfalcone nell’Autorità di sistema portuale del Mare Adriatico orientale”. Lo rende noto il relatore, Giorgio Brandolin (Pd). Si tratta, osserva Brandolin, di “un grande passo avanti per il futuro dello scalo monfalconese che rischiava altrimenti di rimanere ‘nel limbo’. Adesso – aggiunge – trascorsi i tempi tecnici, il provvedimento sarà pubblicato e quindi diverrà efficace. Ricordo che questo risultato è stato possibile grazie anche alla richiesta motivata del Presidente della Regione interessata, giunta lo scorso 16 settembre, elemento che ha reso possibile utilizzare il regolamento di delegificazione, autorizzato a modificare l’Allegato A della legge n. 84/1994, che elenca, per ciascuna Autorità di Sistema Portuale, i porti che ve ne fanno parte”.

Ansa/Mare – 21/02/2018

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Trasporto merci e persone: il 2018 si apre con un calo del’1,1% di emissioni Co2

A gennaio 2018 le emissioni di Co2 derivate dall’uso di benzina e gasolio per autotrazione sono calate di quasi 80.000 tonnellate (79.215 tonnellate per la precisione) rispetto allo stesso mese del 2017, una diminuzione dell’1,1%. E’ quanto emerge da un’elaborazione del Centro Ricerche Continental Autocarro su dati del Ministero dello Sviluppo Economico. A calare maggiormente sono state le emissioni derivate dall’uso di benzina (-51.072 tonnellate, pari al 2,9% in meno). Le emissioni da gasolio sono diminuite di 28.143 tonnellate, che corrispondono ad un calo percentuale dello 0,5%.

Tra le cause di questa diminuzione fanno sapere che vi è certamente l’immissione in circolazione di un numero crescente di autoveicoli nuovi, che hanno consumi di carburante ed emissioni di CO2 molto inferiori rispetto al passato, ma non solo questo. La necessità di rendere sempre più efficienti le fasi di trasporto di merci e persone su strada infatti ha spinto le società che operano in questo settore a sviluppare una gamma crescente di prodotti e servizi utili, tra le altre cose, a diminuire i consumi di carburante e quindi anche le emissioni di sostanze nocive per l’ambiente, in particolare nel settore dei trasporti pesanti.


Trasporti-Italia.com – 21/02/2018

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Anas e sindacati firmano un accordo per garantire legalità e sicurezza negli appalti

Implementare un efficace sistema di informazioni e relazioni sindacali per contrastare la criminalità organizzata e tutelare l’occupazione e la sicurezza sul lavoro nel settore degli appalti. Ecco l’obiettivo del protocollo d’intesa firmato questa mattina dall’Anas e dai sindacati di categoria degli edili Feneal Uil, Filca Cisl e Fillea Cgil. Al centro dell’accordo, che riguarda tutti gli appalti con un importo superiore ai 50 milioni di euro, sta il rafforzamento di un efficace sistema di informazioni e relazioni sindacali necessarie alla realizzazione delle opere con particolare attenzione alla prevenzione dei tentativi di infiltrazione della criminalità organizzata, all’organizzazione della forza lavoro, alla struttura dei cantieri, all’occupazione e alla materia della sicurezza e dell’igiene nell’esecuzione di lavori sulla rete viaria di interesse nazionale. Il protocollo intende, dunque, promuovere un confronto costante tra il committente e le organizzazioni sindacali di rappresentanza dei lavoratori edili.

A firmare il protocollo, alla presenza del ministro delle Infrastrutture e Trasporti Graziano Delrio, sono stati l’amministratore delegato di Anas, Gianni Vittorio Armani e i vertici delle Feneal, Filca e Fillea con i segretari generali , Vito Panzarella, Franco Turri e Alessandro Genovesi.

Il protocollo d’intesa siglato tra Anas e sindacati “è molto importante: c’è un’interpretazione del nuovo codice degli appalti che dà più competitività e certezza nella realizzazione delle opere”, ha affermato il ministro per le Infrastrutture e Trasporti, Graziano Delrio, dopo la sigla dell’accordo sugli appalti tra Anas e sindacati degli edili. Il ministro ha sottolineato che l’intesa “rappresenta un nuovo approccio con l’obiettivo di fare dell’edilizia un settore più trasparente e di qualità: la strada è quella di continuare a investire su qualità e stabilità dei rapporti di lavoro. Abbiamo tutti lo stesso obiettivo – ha concluso Delrio – creare lavoro e far progredire il Paese”.

 Trasporti-Italia.com – 21/02/2018

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Sicurezza in autostrada: firmato a Udine il protocollo per la viabilità esterna

20 Febbraio 2018

Al via la gestione coordinata degli itinerari alternativi alla viabilità autostradale. Il Protocollo Operativo che mette nero su bianco le modalità da utilizzare e le procedure da seguire quando, in seguito a una chiusura autostradale, il traffico viene fatto defluire sulla viabilità esterna, è stato sottoscritto oggi a Udine, nel Palazzo della Prefettura, da tutti gli Enti interessati, alla presenza del Prefetto di Udine Vittorio Zappalorto, dell’assessore alla Protezione Civile Paolo Panontin.

Polizia Stradale del Friuli Venezia Giulia, Polizia Stradale di Udine, Centro Operativo Autostradale (Coa), Uti Riviera Bassa Friulana Latisana, Uti Mediofriuli Basiliano, Comune di Codroipo, Comune di Latisana, Autovie Venete (rappresentata dal presidente Maurizio Castagna) e Friuli Venezia Giulia Strade (rappresentata dal presidente Giorgio Damiani) le realtà coinvolte. Il protocollo fa parte di una serie di misure, sempre coordinate dalle Prefetture di riferimento, finalizzate a gestire in modo efficace ed efficiente le criticità autostradali e la delicata fase di realizzazione dei lavori della terza corsia in A4. Fra le tante azioni adottate, ci sono anche i percorsi alternativi che vengono attivati quando, appunto, a causa di una chiusura autostradale si rende necessario far defluire sul traffico sulla viabilità esterna.

Controllare i flussi di veicoli in uscita, cercando di mantenere – per quanto possibile – la fluidità della circolazione non è cosa semplice, basti pensare che, mentre l’asse autostradale è in grado di reggere un flusso di transiti fino a 2 mila e 800 veicoli all’ora, una strada ne sopporta, senza andare in sofferenza, al massimo 400-500 all’ora. Fondamentale, quindi, il ruolo della Polizia di Stato, delle Polizie locali, nonché degli enti gestori di ciascuna tratta, ai quali si affiancherà – a ulteriore supporto – il personale della Protezione Civile.
Per ottimizzare le comunicazioni, rendendo anche più rapido l’intervento sugli incroci e in prossimità degli svincoli, sono stati localizzati – sugli itinerari alternativi – una serie di punti da presidiare per ridurre il rischio di congestione e di disorientamento per chi non conosce il territorio. Un apposito software dedicato, consentirà anche di mettere in contatto diretto la Centrale Radio Operativa di Autovie con i referenti indicati dagli enti coinvolti e di aggiornare la situazione in tempo reale.

Trasporti-Italia.com – 20/02/2018

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Tunnel di base, tempi rispettati. In arrivo le super-talpe meccaniche

Le frese sono state costruite in Germania. Scaveranno le gallerie di linea

di Luigi Ruggera

Flavia e Virginia: si chiamano così le due «talpe» meccaniche che stanno per arrivare in Alto Adige per lo scavo delle gallerie di linea del tunnel del Brennero, tra Mules e il confine. Si tratta di gigantesche frese a piena sezione, che in gergo tecnico vengono identificate con la sigla Tbm: realizzate in Germania, negli ultimi mesi sono state collaudate presso lo stabilimento del produttore,e successivamente smontate e preparate per il trasporto, che avviene in questi giorni.

Il trasporto dei pezzi più grossi, che arrivano a un peso di quasi 150 tonnellate l’uno, avviene addirittura via mare, date le limitazioni di peso e di sagoma sulle arterie stradali dalla Germania fino al cantiere di Mules, dove sono destinate. Una volta arrivate in Alto Adige, le talpe saranno di nuovo assemblate in appositi cameroni di montaggio all’interno della galleria. Le due talpe meccaniche hanno un diametro di 10,65 metri, una lunghezza di 200 metri ed una potenza pari a 4.200 kW, cioè oltre 5.600 cavalli. Una terza fresa del lotto di Mules, chiamata «Serena», è invece già stata montata e pronta per l’inizio dello scavo nel cantiere di Mules.

A partire da marzo scaverà i 14 chilometri del cunicolo esplorativo fino al confine di stato. Procedono dunque secondo programma i lavori per la realizzazione del tunnel ferroviario del Brennero. Attualmente sono operativi quattro cantieri, due su suolo italiano (Mules e sottoattraversamento Isarco) e due in territorio austriaco (Tulfes-Pfons e Wolf). Complessivamente, la realizzazione del tunnel costerà 8,4 miliardi di euro, finanziati al 40% dall’Unione europea e per il restante 60% da Italia e Austria (2,65 miliardi di euro a carico dell’Italia). L’opera, di cui si prevede l’attivazione nel 2027, rappresenterà il tunnel ferroviario più lungo del mondo con 64 chilometri di lunghezza tra i portali di ingresso di Fortezza e Innsbruck e circa 223 chilometri complessivi di gallerie (sono già stati scavati 67 chilometri).

In merito ai costi, recentemente l’amministratore di parte italiana della società Bbt Se, l’ingegner Raffaele Zurlo, aveva annunciato un risparmio di 400 milioni rispetto agli 8,8 miliardi preventivati. «Si tratta di un risultato importante, dal momento che gli oltre 400 milioni risparmiati potranno essere investiti dal Governo italiano e da quello austriaco nella realizzazione di altre infrastrutture» aveva spiegato Zurlo, annunciando il contenimento dei costi ottenuto «grazie ad interventi ottimizzati e alla geologia del terreno che ci ha fatto trovare meno difficoltà durante gli scavi».

Corriere dell’Alto Adige – 20/02/2018

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Friuli Venezia Giulia: inaugurato nuovo tratto per la ciclovia Udine-Salt-Povoletto

19 Febbraio 2018

Taglio del nastro ieri mattina per il tratto Udine-Salt-Povoletto della Ciclovia Fvg 4 (Udine-Cividale). Attraverso due interventi sostenuti dalla Regione Friuli Venezia Giulia, compiuti dal Comune di Udine e da Fvg Strade, sono state realizzate la pista ciclabile che dal capoluogo friulano (con partenza da via Planis) porta fino al ponte di Salt sul fiume Torre e i raccordi con la viabilità comunale di Povoletto (nei pressi del campo sportivo di Salt).

In tal modo è stata assicurata la continuità a tutta la Ciclovia Fvg 4 da Udine a Cividale e in particolare al tratto tra Udine e Grions, dove il percorso si innesta sul tratto Grions-Moimacco-Cividale. Due interventi sinergici ritenuti dalla Regione di particolare interesse, perché consentiranno dalla prossima estate il lancio turistico del tracciato ciclabile come diramazione della Ciclovia Alpe Adria Radweg.

L’operazione è stata possibile grazie alla stretta collaborazione tra il Comune di Udine e il servizio viabilità locale con il sostegno mirato della Regione, che per l’intervento da via Planis al ponte di Salt (6,6 chilometri complessivi) ha concesso un finanziamento di 400.000 euro, al quale si è aggiunto lo stanziamento di 150.000 euro per gli interventi sul ponte e la realizzazione dei collegamenti con gli altri percorsi ciclabili.

Trasporti-Italia.com – 19/02/2018

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La Camera di Commercio rilancia: A27 fino in Austria

La Camera di Commercio di Treviso-Belluno ritiene possibile riavviare i ragionamenti per proseguire l’autostrada verso Nord.

L’eurodeputato veneto Remo Sernagiotto non demorde ed è riuscito a compattare i simpatizzanti bellunesi, passando per Treviso: la sua idea di fare dell’A27 un corridoio di traffico e di servizi verso l’Austria ha trovato terreno fertile nelle categorie economiche di casa nostra in seno alla Camera di Commercio di Treviso-Belluno.

Stamattina, lunedì 19 febbraio, a margine della relazione sull’andamento dell’economia il presidente Mario Pozza ha annunciato che presto la Camera di Commercio organizzerà a Belluno un convegno per discutere del proseguimento dell’autostrada verso Nord. Secondo Pozza, primo presidente dopo la fusione della camera di Belluno in quella di Treviso, c’è un vasto bacino territoriale interessato a prolungare l’autostrada oltre Pian di Vedoia: lo rappresentano le categorie economiche bellunesi ma anche trevigiane, veneziane «e oltre, perché pare che l’Austria abbia cambiato atteggiamento su questo tema», ha detto il trevisano Pozza. A sentire il presidente, anche il governatore veneto Luca Zaia sarebbe possibilista.

L’ipotesi ha un davvero fondamento concreto o si tratta dell’ennesimo rilancio privo di sostanza?

Sta di fatto che nel Parlamento europeo il tema è sempre fermo al «no» uscito dal voto di alcuni mesi or sono, che è giunto dopo il «no» formale dell’Austria pervenuto anni fa al commissario di governo Bortolo Mainardi. E d’altra parte è chiaro il rischio: la riapertura del tema autostrada potrebbe distogliere l’attenzione e l’impegno dagli aggiornamenti infrastrutturali su cui si è lavorato in questi anni, come le opere per Cortina 2021 e il miglioramento della ferrovia con l’elettrificazione prima dell’«anello basso» e poi fino a Calalzo. La vicenda del ’’treno delle Dolomiti’’ è sotto gli occhi di tutti: il progetto del Calalzo-Dobbiaco è insabbiato da mesi dopo che i sindaci cadorini, invece di scegliere tra le ipotesi di tracciato A e B preparate dalla Regione, hanno chiesto a Venezia di predisporre anche il percorso C. E tutto si è fermato lì.

Amico del Popolo – 19/02/2018

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