Polo intermodale, ora tocca alla viabilità

14 Febbraio 2018

Stanno prendendo forma le corsie di ingresso e uscita dall’area. Lavori completati entro un mese

di Luca Perrino

Parcheggi, fermata ferroviaria, autostazione, ma anche viabilità. Si lavora davvero a 360 gradi nel grande cantiere del polo intermodale dei trasporti di Ronchi dei Legionari che, fra poco più di un mese, aprirà i battenti. Dal 19 marzo 70 convogli ferroviari, 16 stalli di sosta per i bus, 1500 posti auto a disposizione degli utenti, ma anche una nuova viabilità che, in questi giorni, sta per essere approntata sia all’ingresso del polo, sia anche dell’aerostazione.

Si configurano quelle che saranno le nuove direttrici di traffico per gli automobilisti diretti all’area che rivoluzionerà il sistema di trasporto regionale e anche alle strutture destinate ai passeggeri che, va detto, vengono sottoposte anche queste a un radicale maquillage. Sono apparse le prime cordonate su via Aquileia, sia verso la rotatoria che porta a via Tambarin, sia verso quella che permette di immettersi sul raccordo che porta al casello autostradale. Sono in corso le operazioni di asfaltatura, mentre nei prossimi giorni si procederà alla sistemazione delle aree a verde.

Non appena saranno tolte di mezzo le grandi barriere in cemento armato che, da un anno a questa parte, celano il cantiere della Ici Coop, ecco che ci si accorgerà di quanto è stato fatto in così breve lasso di tempo per un’opera pubblica. E sarà nuova anche la viabilità d’ingresso all’aeroporto regionale, mentre, proprio in questi giorni, si sta lavorando alla zona dove, un tempo, fermavano i taxi e che sarà completamente pedonale. I taxi, così come le auto dei noleggiatori di rimessa, troveranno posto accanto alla torre che porta alla lunga passerella che collega l’aeroporto ai parcheggi, alla fermata delle autocorriere e a quella ferroviaria che, va detto, avrà anche a disposizione una corsia proprio riservata ai tassisti.

Spariranno i parcheggi regolari con i parchimetri, mentre, come succede in altri aeroporti italiani, si dovrà passare da una barriera e da una postazione che rilascerà uno scontrino che servirà poi per pagare il tempo di sosta. Lavori sono guardati a vista dal direttore di cantiere, ingegner Ermanno Simonati, e dal direttore dell’ufficio di piano, ingegner Stellio Vatta, che, assieme al presidente e al direttore generale della società di gestione, Antonio Marano e Marco Consalvo, ormai contano i giorni che li separano dal fatidico taglio del nastro.

La giornata dell’inaugurazione sarà quella del 19 marzo, ma ancora non si conoscono i dettagli della cerimonia che permetterà al polo intermodale dei trasporti di essere cosa concreta. Un’idea sorta già negli anni Ottanta e che nel 2004 avrebbe dovuto vivere la prima fase, con la realizzazione della fermata ferroviaria, di un collegamento tra la linea Trieste-Venezia e l’aeroporto ed il potenziamento dell’esistente autostazione. Da allora solo annunci, dibattiti e prese di posisione. Sino a quando, il 23 gennaio 2017, il presidente della giunta regionale, Debora Serracchiani, quello di “Trieste Airport”, Antonio Marano e il sindaco, Livio Vecchiet, ponevano la prima pietra del nuovo e atteso polo intermodale. Un’opera che diventerà realtà solo dopo poco più di un anno di lavori. Una sorta di record per un’opera pubblica in Italia.

Il Piccolo – 14/02/2018

© Riproduzione riservata

Ryanair: sei nuove rotte Italia-Spagna

Con la prossima stagione invernale Ryanair avvierà sei nuove rotte dall’Italia alla Spagna. In particolare tre per Siviglia da Cagliari, Catania e Treviso; una per Tenerife Sud da Malpensa, una per Gran Canaria da Treviso e una per Valencia da Cagliari.  Tutte le rotte, ad eccezione della Treviso – Siviglia che avrà una frequenza di tre voli a settimana, saranno operate con due voli settimanali e partiranno da ottobre 2018.

Trasporti-Italia.com – 14/02/2018

©  Riproduzione riservata

Camion: dal 2006 al 2015 calo del 38,1% per il trasporto merci su strada

Si è passati da 24,9 tonnellate trasportate per abitante nel 2006 a 15,4 tonnellate per abitante nel 2015. La tendenza al calo, però, sembra esaurita. In dieci anni, dal 2006 al 2015, il trasporto merci su strada in Italia è calato del 38,1%. Si è infatti passati da 24,9 tonnellate per abitante trasportate nel 2006 a 15,4 tonnellate per abitante trasportate nel 2015. Il dato emerge da un’elaborazione del Centro Ricerche Continental Autocarro su base Istat.

II calo delle merci trasportate su strada ha penalizzato fortemente il settore dell’autotrasporto, che ha visto mutare profondamente lo scenario in cui si trova ad operare e si è trasformato di conseguenza, per adattarsi al nuovo scenario emerso durante e dopo gli anni della crisi economica. Il numero di aziende che operano in questo settore è diminuito, ed in particolare le aziende di minori dimensioni sono state penalizzate da una ricerca sempre più spinta del contenimento dei costi e dalla concorrenza via via più forte delle aziende di trasporto con sede nei paesi dell’est Europa, che operano nel nostro Paese con costi molto minori rispetto alle aziende italiane. Il settore dell’autotrasporto, però, continua ad essere fondamentale per il nostro Paese, perché il trasporto su strada è di gran lunga la modalità più utilizzata in Italia per gli spostamenti delle merci.

I dati elaborati dal Centro Ricerche Continental Autocarro includono anche un prospetto regionale. Ne emerge che nel 2015 il Trentino Alto Adige era la regione italiana in cui si movimentava la maggior quantità di merce su strada (27 tonnellate per abitante). Al Trentino seguono, in questa graduatoria, Emilia Romagna (25,7) e Umbria (25,1). È interessante notare che tutte le regioni presentano dati in calo rispetto al 2006, tranne la Calabria, che ha visto un aumento delle merci trasportate su strada del 18,1%, aumento dovuto soprattutto all’intensificarsi del traffico legato alle attività dei porti di questa regione.

L’Indice del traffico merci su strada in Italia è stato più o meno stabile dal 2006 al 2010. Dal 2010 al 2014 è calato fortemente, passando da 25,1 tonnellate di merci trasportate per abitante a 15,4 tonnellate. Tra il 2014 e il 2015 il dato è rimasto stabile.


Trasporti-Italia.com – 14/02/2018

©  Riproduzione riservata

Porto Trieste: D’Agostino, Cervignano sia nodo per Friuli

Piattaforma logistica intermedia con realtà friulana

“Cervignano può diventare una piattaforma logistica intermedia tra il porto e la realtà friulana”. Lo ha detto il presidente dell’Autorità di Sistema Portuale del Mare Adriatico Orientale Zeno D’Agostino, illustrando l’idea di sviluppo sul polo intermodale per il 2018, in occasione di un incontro tenuto ieri sera a Udine, ospite dell'”Accademia Udinese degli Sventati 1606″, club fondato un anno fa e che ora conta una ventina di soci tra professionisti e imprenditori di varie categorie lavorative, che si riuniscono per accrescere competenze e conoscenze in diversi campi. “L’idea è quella di far diventare Cervignano parte integrante del porto di Trieste. Questo significa che creiamo un nodo a disposizione del territorio friulano che non ha bisogno di dialogare direttamente con Trieste”, ha spiegato il presidente D’Agostino, primo ospite del 2018, annunciando che nei prossimi mesi nel polo intermodale di Cervignano sarà attrezzato, grazie a una piccolissima parte del finanziamento da 83 milioni di euro ottenuto da Rfi sul porto di Trieste, per gestire anche le merci “pericolose”.

Ansa/Mare – 14/02/2018

© Riproduzione riservata

Porti: Trieste, nel 2018 previsti oltre 10 mila treni

D’Agostino, sistema logistico con Opicina, Fernetti e Cervignano

Salito da 4.900 treni movimentati del 2015 agli 8.681 del 2017, il porto di Trieste supererà i 10 mila treni nel 2018. La previsione di sviluppo è stata illustrata nel dettaglio dal presidente dello scalo triestino Zeno D’Agostino nel corso della serata conviviale all’Accademia Udinese degli Sventati.

Il presidente pensa a un “sistema logistico che metta in rete Trieste con Villa Opicina, Fernetti e Cervignano. C’è un territorio regionale che è tutta una infrastruttura intermodale e logistica che non chiede altro di essere messa in rete, per poter usare il vero motore dei traffici che è il porto, espressione della vera relazione globale”. Dal 1 marzo prossimo Adriafer gestirà 10 binari a Villa Opicina. La successiva piena funzionalità del polo intermodale di Cervignano, concepito come punto di snodo per l’arrivo e la partenza delle merci, movimentate poi in entrata e uscita dal porto di Trieste con un sistema di shuttle, “permetterebbe alla realtà logistica e industriale friulana di utilizzare i servizi del porto, marittimi ma anche ferroviari intermodali a costi che non sono quelli offerti oggi. Consentirebbe sia al Friuli che al Porto di avere dei vantaggi perché creeremmo quelle economie di scala che sono la base su cui sviluppiamo servizi marittimi e intermodali”, ha spiegato. E in una successiva fase, quando sarà raccordata come piattaforma ferroviaria, il porto mira a ragionare anche con Pordenone “importante area industriale”. Trieste, porto franco internazionale, primo scalo italiano per tonnellaggio totale e per traffico ferroviario, primo porto petrolifero nel Mediterraneo e undicesimo in Europa per tonnellaggio, ha attualmente attivi collegamenti intermodali in Italia (Milano, interporti di Padova e Bologna), ma soprattutto all’estero con Austria, Germania, Lussemburgo, Belgio, Ungheria, Slovacchia e Repubblica Ceca. La tratta Trieste-Budapest ne è un emblema. “Ha avuto un boom, era una tratta completamente in mano a Capodistria e sta diventando importante per Trieste – ha spiegato ancora D’Agostino – quindi ci fa capire che siamo competitivi su quell’area e poi perché è un’area ad altissima crescita economica”.

Ansa/Mare – 14/02/2018

© Riproduzione riservata

Autovie Venete e Polizia Stradale: nuove sinergie per la gestione del traffico sulla A4

13 Febbraio 2018

Le principali azioni messe in campo da Autovie Venete, in collaborazione con la Polizia Stradale, per la gestione del traffico sulla A4 e per il recupero dei “mancati pagamenti”, sono state illustrate oggi, a Trieste dal presidente della Concessionaria Maurizio Castagna e dal Direttore Centrale delle Specialità della Polizia di Stato Roberto Sgalla, affiancato dal Dirigente Superiore compartimento Polstrada Fvg Paolo Sartori, dalla Primo Dirigente Polizia Stradale Veneto Cinzia Ricciardi e dal Dirigente  del Centro Operativo Autostradale di Udine Gianluca Romiti. Per Autovie Venete erano presenti anche il Direttore Sviluppo Organizzazione e Innovazione Aldo Berti e il Direttore d’Esercizio Davide Sartelli. Tutte le attività presentate fanno parte della convenzione quadro che regolamenta i rapporti fra concessionaria e Polizia Stradale, che è appena rinnovata: “Abbiamo introdotto – ha spiegato il presidente Castagna –  nuove modalità di intervento finalizzate proprio a rendere più efficace la sinergia operativa: una diversa organizzazione delle pattuglie consentirà di averne di più a disposizione. Saranno 5 di giorno e 4 di notte (aumentabili nelle giornate di esodo) a cui si aggiungono 8 mezzi degli ausiliari al traffico”.

Un software condiviso permetterà al Coa e al Centro Radio Informativo di Autovie di sapere chi, fisicamente, è in turno agevolando il contatto diretto con chi si trova su strada. E’ stata potenziata la Commissione Paritetica Autovie-Polstrada, un tavolo tecnico che si riunisce periodicamente per affrontare nel dettaglio problematiche e necessità di servizio, individuando tempestivamente eventuali correttivi se necessario. E’ stato rinnovato l’impegno alla fornitura, da parte della Concessionaria, di tutti gli strumenti più innovativi e moderni per svolgere l’attività di controllo.

A queste misure si affiancano ulteriori interventi messi in atto dalla Concessionaria, che vanno dal potenziamento della segnaletica e dell’informazione alla riduzione dei tempi di intervento in caso di criticità, all’installazione di autovelox nel tratto interessato dai lavori: attualmente sono 11, di cui 1 in A23, e 10 in A4, cinque per ogni direzione di marcia. Ancora in fase di definizione, la possibilità di contingentamento o laminazione dei mezzi pesanti in particolari situazioni. Uno strumento, questo, che presenta luci e ombre: non bisogna sottovalutare, infatti, che per mantenere un minimo di fluidità il traffico non andrebbe mai bloccato, perché l’effetto accumulo, in questo modo, annulla gli iniziali benefici. “Per quanto riguarda, invece, il fenomeno dei mancati pagamenti – ha affermato Castagna – la collaborazione con la Polizia Stradale, anche in questo caso gestita attraverso un apposito accordo, ci consentirà di intervenire efficacemente su chi cerca di non pagare il pedaggio.

Nel 2017 il numero di rapporti emessi per mancato pagamento sono stati 105 mila 311 che per Autovie Venete ha significato un minor incasso di 679 mila 712 euro (65% di stranieri e 35% di italiani). Di questi, ne sono stati recuperati circa un 45% pari a 306 mila 347 euro. Quindi i mancati pagamenti reali sono stati 51 mila 150 (lo 0,30 dei transiti) che per Autovie hanno significato un minor ricavo per 373 mila 365 euro (80% stranieri e 20% italiani).

Trasporti-Italia.com – 13/02/2018

© Riproduzione riservata

Pubblicato in Gazzetta Ufficiale il ‘correttivo porti’

E’ stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 9 febbraio scorso e entrerà in vigore il 24 febbraio prossimo il cosiddetto ‘correttivo porti’, il decreto legislativo 13 dicembre 2017, n. 232, recante le ‘disposizioni integrative e correttive al decreto legislativo 4 agosto 2016, n. 169’, il provvedimento con il quale è stata varata la riforma del sistema portuale italiano delineata dal ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Graziano Delrio. Il decreto, la cui formulazione definitiva non presenta sostanziali variazioni rispetto alla versione approvata dal Consiglio dei Ministri nel dicembre 2017, interviene su diversi aspetti della materia oggetto della riforma portuale, a partire dalle procedure per la definizione e approvazione del piano regolatore di sistema portuale, che ogni Autorità di Sistema Portuale (AdSP) deve adottare e che si compone di un documento di pianificazione strategica di sistema e del piano regolatore portuale.

Nella norma viene poi chiarito che non possono essere nominati quali componenti dei Comitati di gestione delle authority “coloro che rivestono incarichi di componente di organo di indirizzo politico anche di livello regionale e locale o che sono titolari di incarichi amministrativi di vertice o di amministratore di enti pubblici e di enti privati in controllo pubblico”. I componenti nominati nei Comitati che rivestono tali incarichi decadranno di diritto il 24 febbraio, data di entrata in vigore del decreto. Tra le novità introdotte, la possibilità per le authority di utilizzare fino al 15% dei proventi delle tasse di imbarco e sbarco per finanziare piani operativi di intervento “finalizzati alla formazione professionale per la riqualificazione o la riconversione e la ricollocazione” dei lavoratori portuali.

Ansa/Mare – 13/02/2018

© Riproduzione riservata

Gas: al via deposito Pir-Edison per Gnl al porto di Ravenna

‘Primo in Italia secondo direttiva Ue su bassa quota zolfo’

Via libera definitivo, in sede di conferenza di ‘Via’ al Ministero dello Sviluppo economico, al progetto di un deposito costiero per Gas Naturale Liquefatto (Gnl) al porto di Ravenna, messo a punto dalla partnership tra Gruppo Pir ed Edison, con un investimento di circa 80 milioni.

Lo rende noto Pir Group, precisando che si tratta del primo deposito in Italia in vista della direttiva europea che dal 2021 obbliga l’uso di carburanti a basso contenuto di zolfo. I passaggi amministrativi e tecnici, durati un anno e definiti celeri, hanno interessato Comune di Ravenna, Autorità di Sistema Portuale dell’Adriatico centro-settentrionale, Regione Emilia-Romagna, organismi tecnici regionali, ministeri dell’Ambiente e dello Sviluppo economico. La costruzione del deposito inizierà nella tarda primavera e richiederà quasi tre anni di lavori.

“Sono molto soddisfatto per il risultato ottenuto – commenta il dg e ad del Gruppo Pir, Guido Ottolenghi – e della grande collaborazione con le Istituzioni che ha portato all’esito positivo”, concludendo “un percorso all’insegna della trasparenza e dell’efficienza”.

“Il nostro – sottolinea Daniele Rossi, presidente dell’Autorità centro-settentrionale, che ha sede a Ravenna – sarà il primo porto italiano a essere dotato di un’infrastruttura per rifornire le navi in linea con il dettato dell’Unione Europea”.

Ansa/Mare – 13/02/2018

© Riproduzione riservata

Cantieri e innovazione, più spazio ai privati

11 Febbraio 2018

Banche e imprese intorno al tavolo. Con un filo rosso: spingere su infrastrutture e innovazione, con un sistema bancario che sappia accompagnare questa evoluzione. Tutti concordi nel chiedere un quadro di regole certe. «L’Italia ha una sfida: il modello di sviluppo del futuro. Va pensato oggi», dice Pietro Salini, ad del gruppo Salini-Impregilo. Il rilancio delle infrastrutture ha tenuto banco al convegno Assiom-­Forex. Salini condivide: «Non avere infrastrutture al livello dei paesi con cui competiamo è uno svantaggio. Ci sono i soldi? Allora siamo doppiamente colpevoli», ha aggiunto, sottolineando i tempi lunghi della Pa: il contratto firmato da Salini­-Impregilo nel 1991 per l’alta velocità Verona-­Padova è stato finanziato nell’ultimo Cipe del 2017. «Occorre un quadro normativo stabile ha aggiunto ­ per rendere attraente il settore infrastrutturale anche ai privati, fondi sovrani e fondi pensione, che verrebbero nel nostro paese». Una «costanza delle regole» è una priorità anche per Gianluca Rana, ad dell’omonimo gruppo. Bene Industria 4.0. Ma non basta: «Occorre una spinta all’aggregazione e un maggiore aiuto all’internazionalizzazione. Le imprese spesso sono troppo piccole: se si modernizza, ma si ha difficoltà a trovare i mercati è inutile», ha detto Rana, aggiungendo di non pensare alla Borsa, che il gruppo continuerà a crescere del 15 per cento, nella media del passato, e che negli Usa in 5 anni sono stati raggiunti 300 milioni di ricavi. Innovazione sì, ma insieme alla sostenibilità, ha sottolineato la presidente Enel, Patrizia Grieco. «Bisogna accelerare su innovazione, il cliente è meno statico. Ma nessuna impresa può sviluppare da sola un processo innovativo al passo con i tempi. Enel sta realizzando hub tecnologici. Un ruolo cruciale lo gioca la finanza sostenibile», ha continuato la Grieco, citando i green bond emessi l’anno scorso e quest’anno. La necessità di un «ecosistema»è stata sottolineata anche da Pietro Sella, ceo del Gruppo Sella. «Occorre una collaborazione tra gli operatori. Il Fintech District è un ecosistema aperto per far sì che anche nel nostro settore si crei un’ambiente capace di creare quell’innovazione che porta allo sviluppo» aggiungendo che la banca ha intenzione di crescere da sola. Pensa invece ad altre acquisizioni l’ad del banco Bpm, Giuseppe Castagna: «Se riusciamo a fare il nostro piano per fine 2019 avremo una solidità che ci permetterà di guardare ad altro». Per Castagna «oggi il sistema bancario è nelle condizioni di supportare le imprese italiane, anche quella minoranza che è ancora in difficoltà», ha continuato Castagna, aggiungendo che il gruppo «è attrezzatissimo per vendere e gestire Npl». Npl, Unione bancaria e Unione monetaria: per Roberto Gualtieri, presidente Commissione affari economici e monetari del Parlamento Ue, c’è la possibilità di raggiungere un traguardo prima della fine della legislatura Ue, con «un equilibrio tra la riduzione del rischio per le banche e il sostegno all’economia reale». Sui crediti deteriorati, «l’addendum della Bce arriverà – ha detto ­ valuteremo il testo finale. Ottenere un rinvio credo aiuti tutti gli operatori».

Il Sole 24 Ore – 11/02/2018

© Riproduzione riservata

Verona: a gennaio passeggeri in crescita del 7,7%

9 Febbraio 2018

Buon inizio d’anno per l’aeroporto Valerio Catullo di Verona: a gennaio i passeggeri in partenza e arrivo sono stati oltre 192.000, con un incremento del 7,7% rispetto a gennaio 2017.  Il traffico domestico, in particolare, è cresciuto del 18,6%, grazie ad un più elevato coefficiente di riempimento degli aeromobili (+9 punti rispetto a gennaio 2017). Roma si è confermata la prima destinazione nazionale, seguita da Catania e Palermo.
Il segmento leisure ha registrato un incremento del 16% nel primo mese del 2018. Il primo mercato è rappresentato dalla Russia, con oltre 10.000 passeggeri incoming (+52% rispetto a gennaio 2017), che hanno volato su Verona principalmente per raggiungere le località sciistiche del territorio. Per quanto riguarda il traffico outgoing, a gennaio è proseguita la forte ripresa dei flussi per le destinazioni del Mar Rosso (Sharm El Sheikh e Marsa Alam) e per il Kenya, mercati cresciuti rispettivamente del 56% e del 162%.

Trasporti-Italia.com – 09/02/2018

©  Riproduzione riservata