Atterrato all’Aeroporto di Trieste l’Antonov AN124

29 Novembre 2017

Ha fatto scalo all’Aeroporto del Friuli Venezia Giulia lo scorso 27 novembre l’Antonov AN124 UR82007, il secondo aereo da trasporto più grande al mondo dopo l’Antonov 225. Di fabbricazione ucraina, il velivolo può vantare un potenziale peso massimo al decollo di 392 tonnellate.
Dopo una tappa ad Ankara, il gigantesco aereo ha scaricato a Trieste due motori del peso di 38 tonnellate ciascuno che erano stati precedentemente imbarcati a Doha. L’operazione di sbarco, di particolare complessità, ha richiesto l’impegno per circa sei ore dei 13 addetti allo scarico arrivati insieme al velivolo. Nelle operazioni, rese possibili dalla speciale caratteristica dell’aeromobile, che può sollevare la parte anteriore offrendo un accesso diretto alla zona di carico, l’equipaggio è stato coadiuvato da un team di terra dotato di gru adatte ai carichi eccezionali.
All’interno dell’Antonov AN124, uno speciale carroponte consente, una volta sollevata la prua, il trasferimento all’esterno del carico attraverso la fusoliera. Oltre ai tredici addetti allo scarico, l’Antonov AN124 ospita un equipaggio di sei piloti e tecnici di volo. Terminate le operazioni di trasbordo del carico, l’aereo è ripartito per un’ulteriore tappa in Polonia.

Trasporti-Italia.com – 29.11.2017

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Tav Brescia-Verona, scatta l’ultimo timbro

28 Novembre 2017

Aperta l’istruttoria alla Corte dei Conti: dopo il passaggio arriverà il via per il progetto da 2,49 miliardi che coinvolgerà 19 Comuni bresciani

«Signori, in carrozza: è in partenza il treno ad alta velocità Brescia Verona». Anzi, per meglio dire: non è in partenza il treno, ma è in arrivo il progetto definitivo, che a 24 anni dalla prima versione (era il 1993 quando comparvero i «fogli» del progetto di massima) ha superato tutti gli ostacoli e si presenta all’ultimo miglio: gli manca solo il timbro della Corte dei conti per avere il via libera per gli espropri delle aree, la cantierizzazione e poi 87 mesi di lavori al costo di 2 miliardi e 499 milioni.

L’ULTIMA NOTIZIA confermata ieri da Roma è che la Corte dei Conti ha aperto l’istruttoria per il «controllo preventivo di legittimità», che si chiama «preventivo» ma è in realtà l’ultimo della serie.

Da quando nella seduta dello scorso 10 luglio è stato deliberato dal Cipe il progetto definitivo della nuova linea Av/Ac Brescia-Verona, la delibera ha svolto tutti i passaggi di legge: fatta la redazione definitiva del provvedimento a cura del Dipe; fatta la verifica sugli impatti di finanza pubblica del ministero dell’Economia e delle finanze; fatta la formalizzazione del presidente del Comitato interministeriale per la programmazione economica; aperta, e in calendario a stretto giro, l’istruttoria per il «timbro» della Corte dei conti. A quel punto l’atto potrà essere pubblicato in Gazzetta Ufficiale e avere forza di legge in 15 giorni.

Può avverarsi dunque, salvo clamorosi colpi di scena, la previsione dell’amministratore delegato di Fs, Renato Mazzoncini, per l’apertura dei cantieri entro fine gennaio, due mesi da oggi, a partire dal lotto funzionale relativo alla galleria di 7,7 chilometri fra Lonato e Desenzano.

LA DELIBERA all’esame della Corte di Conti è quella riferita alla prima «tratta funzionale» dell’alta velocità, quella che va dal «Lotto Brescia-Est» in territorio di Mazzano fino al «nodo di Verona escluso»: come uscire da Brescia città (dove la Tav è già arrivata con la precedente tratta Treviglio-Brescia, costata 2 miliardi e realizzata tra il 2011 e il 2016) e come entrare in città a Verona sono questioni ancora oggetto di progettazione.

La tratta da Mazzano fino alle porte di Verona è quella che il Comitato interministeriale per la programmazione economica ha finanziato con 1.892 milioni di euro sul totale di 2.499 milioni dell’intera opera: riguarderà non solo i Comuni attraversati, ma anche la «bonifica» dei Comuni dell’hinterland che erano stati interessati da opere preparatorie del fantomatico «shunt» previsto fra Travagliato e Montichiari a sud della città, poi definitivamente eliminato dal progetto.

Tempi? Quasi tutte le delibere adottate dalla seduta del Cipe del 10 luglio sono già state pubblicate in Gazzetta ufficiale dopo la Corte dei Conti. La Tav Brescia-Verona è in lista d’attesa ma risulta essere la prima della lista. E se dalle parti di Lonato non si sente ancora rumore di ruspe, basterà un «timbro» per accendere i motori.

Brescia Oggi – 28.11.2017

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Nuova gru transtainer al terminal di Samer Seaports & Terminals nel porto di Trieste

Investimento di oltre 10 milioni di euro

Oggi al Terminal di Riva Traiana del porto di Trieste gestito dalla Samer Seaports & Terminals, che è partecipata al 60% dall’armatore turco U.N. Ro-Ro e al 40% dall’italiana Samer & Co. Shipping, è stata presa in consegna una gru transtainer alta oltre 12 metri e larga 50 metri che è in grado di sollevare fino a 45 tonnellate. La gru transtainer, costruita dalla ditta austriaca Kunz presso i cantieri navali 3 Maj di Rijeka, è stata trasportata verso il porto di Trieste su una chiatta della ditta triestina Ocean in collaborazione con l’italiana Fagioli.
L’investimento, interamente privato effettuato da parte della Samer Seaports & Terminals, ha lo scopo di trasformare il Molo V dello scalo portuale giuliano, approdo dell’Autostrada del Mare che collega Trieste alla Turchia, in un moderno terminal ferroviario dedicato allo sbarco e all’imbarco di semirimorchi, casse mobili e container.
«Sono stati spesi – ha reso noto l’amministratore delegato della Samer Seaports & Terminals, Doriano Mistrangelo – oltre 6,5 milioni di euro per l’acquisto, il trasporto e l’installazione di una gru transtainer ad alto contenuto tecnologico, e ulteriori svariati milioni per ammodernare la nostra infrastruttura ferroviaria e la banchina del Molo V lato sud. I treni che arrivano al terminal sono lunghi 550 metri e i tecnici potevano operare soltanto su mezzo treno alla volta, aumentando le manovre ferroviarie e dilatando i tempi di carico e scarico delle merci. Adesso, grazie alla nuova gru, saremo in grado di operare su due treni alla volta. È un po’ presto per fare previsioni – ha precisato – ma abbiamo calcolato che il traffico ferroviario al Molo V potrebbe lievitare in breve tempo di oltre il 50%, arrivando così intorno ai 3.000 treni all’anno. Infine, ci tengo a ringraziare l’Autorità Portuale per il supporto che ci ha garantito in questa operazione».

InforMare – 28.11.2017

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Terminal Intermodale Venezia ha ordinato una seconda gru mobile Gottwald

Il mezzo ha una capacità di sollevamento fino a 125 tonnellate

Terminal Intermodale Venezia (TIV), la società partecipata dalla Mariner del gruppo maltese Marin Hili Holdings e dalla Marinvest del gruppo elvetico Mediterranean Shipping Company che gestisce l’omonimo terminal nel porto di Marghera (Venezia), ha ordinato una seconda gru mobile Gottwald.
Si tratta di una Konecranes Gottwald Model 6 dotata di spreader twin-lift che, come quella già impiegata presso il terminal veneziano, ha una capacità di sollevamento fino a 125 tonnellate e uno sbraccio fino a 51 metri.

InforMare – 28.11.2017

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Alta velocità, vertice in Comune su ingresso Est e scalo al Cason

27 Novembre 2017

Il progetto riguarda il «Nodo» nel tratto tra le stazioni di Porta Nuova e Porta Vescovo Al lavoro sulle osservazioni. Ma il comitato cittadini protesta: «Incontro a porte chiuse»

Nuova «fermata» a Palazzo Barbieri dell’alta velocità ferroviaria, dopo il parere favorevole votato la scorsa settimana dal Consiglio comunale al progetto preliminare sulla «sistemazione del nodo di Verona».

Oggi pomeriggio nell’aula consigliare di Palazzo Barbieri i tecnici di Rfi e Italferr illustreranno il progetto riguardante il «Nodo di Verona-parte est» nell’ambito della direttrice Milano-Venezia. L’incontro, promosso dall’assessore all’urbanistica Ilaria Segala, è riservato ai membri delle commissioni prima, competente in materia delle politiche per il decentramento, presieduta da Roberto Simeoni, e della commissione quarta (politiche per il territorio e tutela dell’ambiente, programmazione delle infrastrutture) presieduta da Matteo De Marzi. Sono stati inoltre invitati i presidenti della circoscrizione terza, Nicolò Zavarise, della quarta, Carlo Badalini, della quinta, Raimondo Dilara e della settima, Marco Falavigna. L’illustrazione ha lo scopo di informare i consiglieri comunali e circoscrizionali in vista della presentazione delle osservazioni sull’impatto dell’opera sui territori interessati al passaggio dei treni ad alta velocità.

Il progetto in esame è basato sull’aggiornamento di quello presentato al Cipe nel 2004, e rappresenta la seconda e conclusiva fase dell’intervento complessivo di sistemazione del nodo di Verona e riguardante l’ingresso Est, il tratto dalla stazione di Porta Nuova a quella di Porta Vescovo. Il progetto aggiornato prevede anche la realizzazione di un nuovo scalo in località Cason con interventi di modifica di tracciato sulle linee Milano-Venezia storica e Verona- Brennero e dei raccordi merci . Sono compresi, infine, interventi nell’ambito delle stazioni di Porta Nuova e di Porta Vescovo. Tale scelta progettuale è presentata dai promotori come l’«unica fattibile».

In Consiglio comunale l’assessore Segala ha fatto sapere che il Comune ha indicato opere compensative, tra le quali l’allargamento dei tre sottopassi ferroviari di via Albere, al fine di rendere possibile la realizzazione di una carreggiata a due corsie, marciapiedi e pista ciclabile, un percorso ciclopedonale che collega la Fiera con la stazione parallelamente a viale Piave e all’interno dell’ambito dello scalo merci di Porta Nuova. Si chiede inoltre la creazione, allo scalo merci, di un parco urbano, «le cui dimensioni dovranno essere le più ampie possibili, tendendo possibilmente all’interezza di tale ambito».

Contro la convocazione «a porte chiuse» dell’incontro di oggi, infine, protesta Daniele Nottegar del comitato Cittadini contro il disastro Tav, in quanto «contrario ai principi della convenzione di Aarhus, che garantisce il diritto alla trasparenza e alla partecipazione nelle decisioni in materia ambientale». Nottegar fa sapere di aver segnalato la questione al difensore civico regionale.

L’Arena – 27.11.2017

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Cargo strategico per il Paese, presentato il Position Paper

Nei primi nove mesi dell’anno il trasporto cargo aereo ha registrato un incremento dell’11,2% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Non solo: in riferimento alle esportazioni extra-europee il cargo aereo, sebbene costituisca solamente lo 0,7% dei volumi, rappresenta ben il 25,8% del valore economico dei beni esportati. Si capisce quindi perché il trasporto merci per via aerea, fino ad ora scarsamente considerato, stia diventando sempre più centrale in un’ottica globale. Tanto che il ministro delle Infrastrutture e Trasporti, Graziano Delrio, questa mattina ha presentato all’aeroporto di Malpensa il Position Paper “Azioni per il rilancio del cargo aereo” che si inserisce nel quadro strategico e programmatico del MIT “Connettere l’Italia”.
Il Position Paper affronta in maniera sistematica il tema del trasporto merci via aerea, individuando i mezzi necessari per intercettare gli sviluppi futuri del trasporto in un mondo globalizzato. A fronte della crescita registrata fino ad ora e quella attesa per i prossimi anni, sono già stati programmati investimenti aeroportuali dedicati al solo traffico cargo per un ammontare complessivo pari a circa 157 milioni di euro nei prossimi 4 anni, che si aggiungono agli 1,4 miliardi di euro di interventi sulle infrastrutture di volo di cui beneficiano sia il traffico cargo sia il traffico passeggeri.
Il Position Paper, partendo dall’analisi degli elementi di criticità del settore, individua alcune linee di azione sulle quali i partecipanti al tavolo di lavoro hanno trovato una generale condivisione, tra cui l’attuazione dello “Sportello Unico Doganale e dei Controlli”; recepimento delle linee guida di indirizzo strategico tratteggiate nel Position Paper negli opportuni atti di indirizzo (Piano Nazionale degli Aeroporti, Piano Nazionale della Logistica) da parte delle Autorità preposte; l’istituzione negli aeroporti a maggiore vocazione cargo o immediatamente a ridosso degli stessi di agevolazioni e semplificazioni coerenti con il Codice doganale unionale e di Zone Economiche Speciali nelle aree del Mezzogiorno ove è possibile stimolare una filiera del trasporto merci via area oggi poco attrattiva. Il Position Paper, siglato da tutti i protagonisti alla fine di ottobre, costituisce la road map per le azioni da intraprendere.

Trasporti-Italia.com – 27.11.2017

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Ferrovie: Rfi, nuovi sistemi di gestione del traffico tra Brescia e Vicenza

Gli impianti ferroviari del tratto di linea Brescia – Vicenza sono ora gestiti direttamente dalla “torre di controllo” della circolazione ferroviaria di Verona Porta Nuova dove, da oggi, è situata la Postazione dell’Operatore di Movimento che sovrintende i sistemi di gestione e controllo del traffico ferroviario.

L’intervento rappresenta un’ulteriore tappa del percorso di rinnovo tecnologico sull’intero asse Torino – Milano – Venezia, che garantirà a regime sia l’incremento degli standard di puntualità e regolarità della circolazione ferroviaria, sia il miglioramento delle attività di manutenzione dell’infrastruttura e della qualità dei sistemi di informazione e comunicazione ai viaggiatori.

L’investimento complessivo di Rete Ferroviaria Italiana, per tutti i lavori programmati sulla direttrice, ammonta a circa 770 milioni di euro.

Trasporti-Italia.com – 27.11.2017

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La via della seta del XXI secolo: a Venezia i protagonisti del trasporto Europa-Cina

L’enorme sviluppo economico della Cina e la nuova spinta alla globalizzazione hanno evidenziato la necessità di incrementare e sviluppare tutte le modalità di trasporto tra il Paese asiatico e l’Europa, attraverso quella che oggi chiameremo “La via della seta del XXI secolo”. I collegamenti terrestri, marittimi e aerei, proprio per la crescita delle città della Cina necessitano di nuove infrastrutture che rispondano alla crescita della domanda di import export tra Europa e Cina: “Belt and Road”, infatti, è il titolo del convegno organizzato da TEH Ambrosetti  a Venezia, scelta non casuale, in quanto rappresenta la storica porta verso l’oriente.

Il convegno sulla nuova Via della Seta, ha visto il confronto tra i partner cinesi ed europei al fine di creare ‘destini condivisi’: “Fin dal 2015 il porto di Venezia ha siglato accordi con i porti cinesi per lo sviluppo infrastrutturale ed operativo – spiega Pino  Musolino, presidente dell’autorità portuale del Nord est -. Ma è tutto il sistema Venezia ad essere impegnato in questo scambio costante per attuare la strategia di crescita prevista da One Belt One Road (OBOR), dal comune di Venezia, che ha sottoscritto accordi con aree e città della via della seta che permettano la crescita economica attraverso lo sviluppo del commercio  e il movimento delle persone. La nuova globalizzazione passa oggi da strade, porti e aeroporti”.

La Cina già da anni ha sviluppato i suoi porti, in particolare Tianjin, rappresentata al convegno da Li Quanyong, responsabile economico del porto, che ha ricordato che “lo sviluppo dei porti ha generato una crescita del Pil del 65% negli ultimi anni”. Proprio Tianjin è un pezzo d’Italia, in cui le aziende italiane hanno investito molto. La via marittima è la principale via della seta, occorre potenziare tutte le infrastrutture, agganciando i driver cinesi, mettendo a disposizione le competenze delle nostre aziende, spiega Riccardo Maria Monti (Chairman Italfer). Dal convegno è emersa, inoltre, la necessità di comprendere, per le istituzioni e le aziende italiane, quali possano essere i vantaggi in termini economici dalla crescita degli scambi commerciali con la Cina.

“Le maestranze italiane ben si inserirebbero nella costruzione di strade, ferrovie e porti, che potrebbero eventualmente passare anche dalla Georgia, come “scorciatoia” della Via della Seta e che necessita di grandi investimenti per poter fare da ponte tra la Cina e l’Europa – dichiara l’Ambasciatore italiano in Georgia Antonio Enrico Bartoli -, investimenti in parte già stanziati dal governo georgiano. “Un progetto ambizioso, che ha in progetto investimenti di 3 miliardi di dollari, tra pubblico e privato, e che con lo sviluppo della rete ferroviaria velocizza il trasporto bypassando la Russia”, aggiunge Katevan Bochorishvili, CEO JSC Analia City, Georgia. “Quali sono le possibili applicazioni del progetto OBOR? La Cina conta più di 300 città marittime e con infrastrutture e impianti adeguati è possibile, ad esempio, consegnare il pesce in più breve tempo migliorandone la qualità e la freschezza, conclude Ly Lanfang, Founder and Chairwoman di Whale Offshore Engeneering Group.  La via della seta del XXI secolo é un’opportunità di sviluppo enorme sia per la Cina che per i partner, un’opportunità che per l’Italia in particolare che avrebbe ricadute positive sul turismo aprendo nuove opportunità di sviluppo che adegui le modalità di accoglienza.

Trasporti-Italia.com – 27.11.2017

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Interporto di Cervignano: il rilancio corre in Renault

26 Novembre 2017

L’infrastruttura dopo diversi anni di declino, scommette sulla ripresa grazie alla casa automobilista francese: da qui partiranno le vetture per il Nord Italia

di Silvio Maranzana

La Renault si accinge a rianimare l’Interporto di Cervignano nell’attesa che diventi a tutti gli effetti retroporto intermodale di Trieste. La struttura, collocata in territorio friulano, per molti anni, nonostante bilanci comunque in attivo, ha versato in stato semicomatoso, con traffici estremamente ridotti e magazzini sottoutilizzati. Il new deal avviato da Zeno D’Agostino, presidente dell’Autorità di sistema portuale dell’Adriatico orientale, ha rilanciato lo scalo marittimo triestino che per non restare afflitto dalla mancanza di spazi sempre più sentita dato il moltiplicarsi delle merci, intende ora avvalersi, a mo’ di satelliti, di tutti gli interporti della regione: non solo Fernetti dunque, ma anche Gorizia, Cervignano appunto e addirittura Pordenone. «Grazie alla lungimiranza di D’Agostino – spiega il presidente di Cervignano, Fulvio Tomasin – abbiamo avviato nuovi e più proficui rapporti con Fs che ci permetteranno di svoltare fin dall’anno prossimo. Ma una formidabile boccata d’ossigeno ci sta già arrivando grazie alla casa automobilistica francese Renault che ha deciso di fare di Cervignano l’hub per la distribuzione delle proprie vetture a tutte le concessionarie del Nordest d’Italia».

Si tratta in particolare dei modelli Twingo e Clio che, fabbricati nello stabilimento in funzione a Novo Mesto, in Slovenia, arrivano in Friuli via treno e all’interporto vengono quindi smistate e stipate sulle bisarche che le portano alla definitiva destinazione. «Le prime automobili sono già arrivate – specifica Tomasin – ma a regime, cioè tra uno o due anni, l’obiettivo è fissato a trentamila automobili all’anno: per noi un’autentica manna che oltretutto ci permetterà di assumere alcuni nuovi dipendenti».

L’Interporto di Cervignano è una struttura pubblica controllata dalla Regione che attraverso la finanziaria Friulia ne detiene l’82% delle quote, il resto fa capo alla società Interporto, al Comune di Cervignano e nella misura minima del 2% allo stesso Interporto di Fernetti. Direttore è il triestino Aldo Scagnol e i dipendenti, perlopiù addetti di piazzale, sono attualmente una decina. La grande area dello scalo ferroviario di Cervignano appartiene per quattro quinti a Rete ferroviaria italiana e solo per un quinto fa capo all’Interporto che, oltre a quattro binari, ha anche magazzini per 26 mila metri quadrati, «oggi quasi tutti pieni – sottolinea Tomasin – con rapido e costante turn over delle merci stoccate».

Revoz, la fabbrica di Novo Mesto al 100% di proprietà della Renault, solo nel periodo 2008-2015 ha prodotto un milione e mezzo di Clio e recentemente ha ripreso l’assemblaggio anche della Clio super mini. Negli anni scorsi il Gruppo aveva dato il via libera a un investimento da 48 milioni di euro (la Slovenia ne aggiunse altri 14,3 di incentivi) per la produzione della Wind, piccola decapottabile (un roadster urbano) che ha soddisfatto un target di nicchia del mercato automobilistico dando lavoro ad oltre 300 addetti divenuti complessivamente 2.400 quest’anno grazie al restyling della Clio. Per Cervignano potrebbe essere soltanto il sostanzioso antipasto della rivoluzione dei prossimi anni. «A gennaio – spiega ancora il presidente – è previsto il passaggio dei primi treni caricati al porto di Trieste. Qui si potranno agganciare alcuni vagoni riempiti da clienti che non sono in grado di completare un intero treno blocco. Cervignano ha la fortuna di trovarsi all’intersezione tra il Corridoio Mediterraneo e quello Adriatico-Baltico e mentre la direttrice per il Centro Europa che passa da Verona e dal Brennero sta per saturarsi, la Pontebbana offre ancora ampie possibilità».

Proprio nel febbraio scorso oltretutto è stata inaugurata la bretella di 800 metri, costata 3 milioni di euro, che allaccia l’interporto con la strada Strassoldo-Cervignano, facilitando così il collegamento con il casello autostradale di Palmanova che consente ai camion di non attraversare aree urbanizzate. In quell’occasione la governatrice Debora Serracchiani ha affermato: «In questi anni abbiamo lavorato per rafforzare le potenzialità dell’interporto e soprattutto per creare un collegamento con Trieste: l’obiettivo è di fare di Cervignano il retroporto dello scalo triestino, primo porto ferroviario d’Italia».

Il Piccolo – 26.11.2017

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Alta velocità, il Consiglio dà parere favorevole al progetto per Verona

25 Novembre 2017

Alta velocità ferroviaria, approvata dal Consiglio comunale, con 21 voti favorevoli, 3 contrari e 7 astenuti, la delibera che esprime parere favorevole al progetto preliminare della “Sistemazione del nodo AV/AC di Verona“, parte della trasversale Est-Ovest Torino-MilanoVenezia che comprende la realizzazione della nuova linea Alta Capacità (AC), fino all’ingresso nella stazione attuale di Verona Porta Nuova.

Il progetto prevedeva tutti gli interventi funzionali alla continuità della linea AV/AC Milano-Venezia all’interno del nodo di Verona, tra l’autostrada A22 fino alla radice est della stazione di Verona Porta Vescovo, per un’estensione di circa 10 chilometri.

«In relazione agli interventi previsti dal progetto e all’impatto che gli stessi avranno sul territorio», ha sottolineato l’assessore alla Pianificazione urbanistica Ilaria Segala, «il Comune ha indicato precise osservazioni che apporteranno soluzioni urbanistiche compensative di miglioramento della viabilità delle zone interessate dal progetto e di recupero di aree dismesse da destinarsi a nuovo spazio a verde. Nello specifico sono indicati: richiesta di allargamento dei tre sottopassi ferroviari di via Albere, al fine di rendere possibile la realizzazione di una carreggiata a due corsie, marciapiedi e pista ciclabile, in modo da garantire una corretta fluidità dei flussi del traffico, la separazione fisica delle diverse mobilità garantendo così adeguati standard di sicurezza; la realizzazione di un apposito percorso ciclopedonale che collega la Fiera con la stazione, da realizzarsi parallelamente a Viale Piave e all’interno dell’ambito dello Scalo Merci».

«In merito alla cantierizzazione», ha proseguito Segala, «si chiede che il cronoprogramma preveda la non contemporaneità dei lavori su via Fenilon e su via Albere. I cantieri devono essere realizzati in tempi diversi per garantire il flusso di mobilità indispensabile per garantire il collegamento tra la quarta e la terza Circoscrizione. In ambito di opere compensative, si chiede inoltre la realizzazione, nell’area ambito dello scalo merci di Porta Nuova, di un parco urbano da destinare a fruibilità pubblica, le cui dimensioni dovranno essere le più ampie possibili, tendendo possibilmente all’interezza di tale ambito».

Accolti dall’assessore un ordine del giorno, a firma dei consiglieri Battiti per Verona Marco Zandomeneghi e Paolo Rossi, che invita l’Amministrazione «a chiedere alle Fs di valutare la possibilità di realizzare un sottopasso più a Ovest, che potrebbe avere inizio dall’attuale Stradone Santa Lucia per andare a congiungersi con via Albere».

Accolti inoltre due emendamenti a firma uno del capogruppo Pd Carla Padovani e l’altro del consigliere Zandomeneghi.

L’Arena – 25.11.2017

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