Viadotti in trincea, gallerie, costi, pedaggi. Ma sul tratto trentino è ancora buio fitto
di Andrea Alba
Un miliardo e 300 milioni di euro per 18 chilometri di autostrada, per lo più in galleria, da realizzare entro il 2025. Con un pedaggio futuro, stimato come «paragonabile a quello dell’A31 già esistente», cioè poco meno di un euro ogni dieci chilometri. Sono i numeri e le previsioni della prima parte della Valdastico Nord, il cui progetto è stato depositato nei giorni scorsi dalla società Brescia Padova spa a Roma e agli enti interessati. Si tratta della metà veneta. Sulla parte che dovrebbe sorgere nella provincia autonoma è ancora nebbia fitta: «I trentini sono scettici? Non siamo assolutamente in competizione con loro, eseguiamo quel che ci dice il ministero – assicura il direttore della società Bruno Chiari – non c’è alcuna polemica. Certo, intendiamo farla tutta: la soluzione per il secondo lotto verrà decisa dal comitato paritetico fra ministero alle Infrastrutture, Venezia e Trento entro agosto 2018».
Il progetto. Nei giorni scorsi la società autostradale ha avviato il procedimento per l’approvazione del progetto definitivo del primo lotto. Quindi la mole di documenti è stata depositata ai ministeri competenti, oltre che ai Comuni interessati per le osservazioni. Dall’attuale casello di Piovene Rocchette allo svincolo (finale) di Pedemonte il progetto prevede 17,8 chilometri di autostrada – inframezzati da un’uscita a Cogollo del Cengio – per lo più in galleria (13,3 chilometri) e viadotti (1,3 chilometri). Tra le opere principali ci sono le due gallerie di Sant’Agata a Cogollo (1425 metri), il maxi-traforo sotto Cogollo da 6585 metri, una galleria a Pedescala da 1763 metri e il tunnel finale sotto San Pietro di Valdastico da 3465 metri. Quattro anche i viadotti: quello di Piovene sarà lungo 286 metri, quello in val d’Assa (zona Pedescala) 107 metri, altri 412 metri il viadotto nella frazione di Settecà e infine 491 metri il viadotto a Molino. Per quanto riguarda i tempi, la società spera in una delibera Cipe a marzo 2018, poi ai 12 mesi di progettazione esecutiva ed espropri dovrebbero seguire i cantieri per sei anni: il termine ipotizzato quindi è marzo 2025.
Lo scetticismo. Sul progetto in questi giorni oltre allo scetticismo della politica trentina – l’assessore provinciale ai Trasporti Mauro Gilmozzi ha parlato di «1,2 miliardi buttati» – sono piovuti gli strali dei comitati No Valdastico Nord dell’Alto Vicentino: «A4 Holding conferma quanto noi sosteniamo da sempre, il motore del proseguimento è nient’altro che l’interesse privato e non pubblico» è la critica. Il riferimento va alla proroga della concessione per la spa che dipende, come noto, dal completamento dell’A31. Gli oppositori inoltre sottolineano come non siano state ascoltate le richieste dei sindaci della vallata per una riduzione dell’impatto ambientale. Dalla società autostradale assicurano che «con i sindaci in questi mesi si è collaborato, sono stati ricevuti e ascoltati – osserva Chiari – premesso che abbiamo dovuto realizzare il progetto sulla base delle prescrizioni Cipe, è stato rifatto da capo lo studio di impatto ambientale. Inoltre è stato abbassato lo svincolo di Cogollo, ora interamente in trincea, e l’area della chiesetta di Sant’Agata ora viene attraversata in galleria. La sintesi finale la farà il ministero: ci concentriamo sulla parte veneta perché è la prima approvata, ma noi l’autostrada vogliamo farla tutta».
Corriere del Veneto/Economia – 21.09.2017
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