Terna: a marzo in Veneto consumi elettrici ai livelli pre-covid

20 Aprile 2021

Nel mese di marzo i consumi industriali hanno registrato una sostanziale crescita (+59%) rispetto a marzo del 2020, tornando sopra i livelli anche di marzo del 2019 (+7,5%): fortemente positivi i comparti di siderurgia, meccanica e chimica; in recupero anche i settori delle ceramiche e vetrarie e metalli non ferrosi

A marzo, secondo i dati di Terna, la società che gestisce la rete elettrica nazionale ad alta e altissima tensione, i consumi elettrici del Veneto sono risultati in crescita del 15% rispetto a marzo 2020 e del 2,5% rispetto al marzo 2019.

L’indice IMCEI elaborato da Terna – che prende in esame e monitora in maniera diretta i consumi industriali di circa 530 clienti cosiddetti energivori connessi alla rete di trasmissione elettrica nazionale (grandi industrie dei settori ‘cemento, calce e gesso’, ‘siderurgia’, ‘chimica’, ‘meccanica’, ‘mezzi di trasporto’, ‘alimentari’, ‘cartaria’, ‘ceramica e vetraria’, ‘metalli non ferrosi’) – conferma il ritorno dei consumi industriali ai livelli pre-covid: a livello nazionale, infatti, l’indice risulta in crescita del 37,7% rispetto a marzo 2020 e dello 0,1% rispetto a marzo 2019 e, ancora, del 2,3% rispetto a febbraio 2021.

In Veneto, in particolare, nel mese di marzo i consumi industriali hanno registrato una sostanziale crescita (+59%) rispetto a marzo del 2020, tornando sopra i livelli anche di marzo del 2019 (+7,5%): fortemente positivi i comparti di siderurgia, meccanica e chimica; in recupero anche i settori delle ceramiche e vetrarie e metalli non ferrosi.

Anche in Italia, a marzo, i consumi di energia elettrica sono tornati ai livelli del 2019. Terna ha rilevato una domanda di elettricità pari a 26,7 miliardi di kWh, valore in aumento dello 0,6% rispetto a marzo del 2019 e superiore dell’11,8% rispetto a marzo del 2020, anno che è stato fortemente influenzato dal calo del fabbisogno dovuto alle iniziative messe in atto per contenere la pandemia da covid-19. Le fonti rinnovabili hanno coperto il 35,1% dei consumi, valore sostanzialmente in linea con il 2020 e in crescita rispetto al 2019 (33,4%).

Considerati i valori anomali registrati a partire da marzo 2020, Terna ha ritenuto opportuno condurre un’analisi statistica supplementare prendendo come riferimento anche l’anno 2019.

Nel mese di marzo la domanda di energia elettrica è stata soddisfatta per circa l’84% con produzione nazionale e per la quota restante (16%) dal saldo dell’energia scambiata con l’estero. In dettaglio, la produzione nazionale netta (22,6 miliardi di kWh) ha registrato un incremento del +12% rispetto a marzo 2020. In aumento le fonti fotovoltaica (+19,5%), termoelettrica (+12,5%), idrica (+11%) ed eolica (+5,6%). In flessione solamente la produzione geotermica (-4,6%).

Nel periodo delle festività di Pasqua, considerando i giorni da sabato 3 a lunedì 5 aprile, le fonti rinnovabili hanno coperto oltre la metà della domanda di elettricità italiana: Terna ha infatti registrato una percentuale che si è attestata al 51,5% (valore che sale al 55,3% se rapportato alla produzione nazionale complessiva) in crescita sia rispetto al corrispondente periodo del 2020 (50,1%) sia a quello del 2019 (49,6%). In particolare, il giorno di Pasqua (4 aprile) il fabbisogno di energia elettrica del Paese è stato soddisfatto dalle rinnovabili per il 57,1%.

Nordest Economia – 20/04/2021

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Enac pubblica il rapporto 2020, passeggeri in calo di oltre il 70%

Sono stati 52.759.724 i passeggeri transitati negli aeroporti italiani nel 2020, tra traffico nazionale e internazionale, con un decremento rispetto al 2019 del -72,5%. Lo rivela il rapporto sui dati di traffic 2020 pubblicato dall’Enac sul proprio sito.  Il traffico nazionale, con i suoi 25 milioni di passeggeri ha registrato una diminuzione più moderata, -61,1%, rispetto al traffico internazionale, -78,3%, con un totale di circa 27.700.000 passeggeri. “Una diminuzione media del –72,5% di traffico aereo con punte di oltre il -90% in alcuni momenti dell’anno – ha commentato il direttore generale dell’Enac Alessio Quaranta – è un fenomeno mai registrato nell’aviazione civile moderna che, al contrario, ha avuto una crescita più o meno costante nel tempo. Dobbiamo pensare al presente e al futuro del settore, puntando sulla domanda e sulla voglia di ricominciare a viaggiare per turismo e per affari. Ora tutti i player del settore, colpiti in maniera trasversale dalla crisi pandemica, devono operare con l’obiettivo di un rapido riavvio del traffico aereo, partendo dalla ricostruzione della fiducia da parte dei passeggeri. La combinazione tra le disposizioni sanitarie, la campagna vaccinale, i voli Covid-free e l’auspicato pass sanitario aiuteranno tutti noi a ricominciare a scegliere, con consapevolezza e fiducia, il trasporto aereo: un passo per contribuire alla ripresa del settore e, più in generale, dell’economia diretta e indiretta generata dal comparto”.

I movimenti complessivi del 2020 sono stati 551.071, con una diminuzione del -61,8% rispetto al 2019. A fronte di una generale contrazione dei movimenti, singoli scali hanno avuto variazioni in controtendenza, come quello di Brescia che ha registrato una crescita importante del +42% (5,3 mila movimenti), supportata dalla movimentazione delle merci. Il settore cargo, infatti, pur avendo anch’esso risentito della crisi dell’intero sistema, ha registrato una contrazione inferiore, rispetto al comparto passeggeri, in quanto le merci hanno continuato, seppur in maniera più limitata, a viaggiare. Complessivamente, nel 2020, il settore cargo ha registrato un totale di circa 804.000 tonnellate, con una flessione del -24,2% rispetto al 2019. Si segnalano Milano Malpensa che ha confermato il proprio primato con una contrazione nettamente inferiore (-7,5%) e l’aeroporto di Brescia che, in controtendenza, ha registrato un incremento del +61,4% rispetto al 2019.

Trasporti-Italia.com – 20/04/2021

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Ryanair, il programma Estate 2021: in Veneto oltre 260 voli settimanali, ecco le 65 rotte da Treviso, Verona e Venezia, 23 nuove destinazioni

Annunciato l’operativo per l’estate 2021 sulla regione Veneto, con 65 rotte in totale da Treviso, Verona & Venezia Marco Polo, incluse 23 nuove rotte da Treviso verso destinazioni come Cofú Chania, Leopoli, Rodi, Oslo e Tel Aviv da Treviso, oltre a una nuova rotta da Verona a Corfù, attive a partire da giugno in poi, come parte integrante dell’operativo estivo 2021 sul mercato italiano.

Ryanair, la compagnia aerea numero 1 in Italia, ha annunciato oggi (20 aprile) l’operativo per l’estate 2021 sulla regione Veneto, con 65 rotte in totale da Treviso, Verona & Venezia Marco Polo, incluse 23 nuove rotte da Treviso verso destinazioni come Cofú Chania, Leopoli, Rodi, Oslo e Tel Aviv da Treviso, oltre a una nuova rotta da Verona a Corfù, attive a partire da giugno in poi, come parte integrante dell’operativo estivo 2021 sul mercato italiano.

Ryanair conferma il proprio impegno sul Veneto e si aspetta che il suo operativo estivo ’21 contribuirà a stimolare il traffico aereo e la ripresa del settore turistico, mentre l’implementazione dei programmi di vaccinazione prosegue e l’Europa riaprirà in tempo per le vacanze estive.

L’operativo di Ryanair per l’estate ‘21 sul Veneto includerà:

  • La nuova base a Treviso (2 aeromobili basati, $200m di investimento)
  • 65 rotte da Treviso, Verona & Venezia Marco Polo
  • 23 nuove rotte in totale da Verona e Treviso*
  • Oltre 260 voli sui tre aeroporti
  • 60 nuovi posti di lavoro diretti
  • Collegamenti con destinazioni turistiche come Palma di Maiorca & Rodi, con mete ideali per un city break come Porto & Barcellona, nonché collegamenti domestici con Cagliari e Pescara.

L’operativo per l’estate ‘21 a Treviso:

  • 2 aeromobili basati ($200m di investimento)
  • 48 rotte in totale (5 domestiche / 43 internazionali)
  • 22 nuove rotte incluse Corfù (1 volo alla settimana), Bristol (4 voli a settimana), Chania (2 voli a settimana), Riga (2 voli a settimana) e Trapani (2 voli a settimana).

L’operativo per l’estate ‘21 a Venezia Marco Polo:

  • Oltre 80 voli a settimana
  • 7 rotte in totale (5 domestiche / 2 internazionali)
  • Incremento delle frequenze verso destinazioni come: Barcellona (fino a 10 voli a settimana), Napoli (fino a 10 voli a settimana) & Londra Stansted (fino a 18 voli a settimana)

L’operativo per l’estate ‘21 a Verona:

  • 10 rotte in totale (5 domestiche / 5 internazionali)
  • Una nuova rotta per Corfù (operativa con due voli a settimana)
  • Oltre 35 voli a settimana
  • Incremento delle frequenze verso destinazioni come: Cagliari (7 voli a settimana), Palermo (9 voli a settimana) & Londra Stansted (5 voli a settimana)

Il Direttore Commerciale di Ryanair, Jason Mc Guinness, ha commentato: “Mentre i programmi di implementazione delle vaccinazioni continueranno nei prossimi mesi, il traffico aereo è destinato a crescere questa estate e siamo lieti di annunciare il nostro operativo per l’estate 2021 sul Veneto con oltre 260 voli settimanali e 65 rotte da Treviso, Verona & Venezia Marco Polo, incluse 23 nuove rotte per popolari mete estive.

I clienti Ryanair possono ora prenotare la loro meritata pausa estiva con la certezza che se i loro piani dovessero cambiare, possono spostare le date di viaggio due volte senza pagare il supplemento di cambio volo fino alla fine di ottobre 2021, e pagando solo l’eventuale differenza di prezzo tra il volo originale ed il nuovo volo.

Per l’occasione, abbiamo lanciato un’offerta speciale con tariffe a partire da soli € 19.99 per viaggi fino alla fine di ottobre 2021. I voli devono essere prenotati entro la mezzanotte di giovedí 22 aprile. Poiché queste incredibili offerte andranno a ruba rapidamente, invitiamo i clienti a collegarsi al sito www.ryanair.com per non perdere l’occasione”.

Il Direttore Sviluppo Aviation del Gruppo SAVE, Camillo Bozzolo, ha spiegato: “L’offerta di Ryanair per l’estate 2021, distribuita tra gli aeroporti del Polo del Nord Est, presenta un   programma particolarmente ricco sia in termini di destinazioni, che di capacità. Con i voli sulle 65 destinazioni in Italia e in Europa, il piano contribuirà ad ampliare significativamente il bacino d’utenza dei tre scali veneti, con un mix di traffico che bilancerà i flussi in entrata turistici e d’affari con quelli in uscita dal nostro territorio.”

Nordest economia – 20/04/2021
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Porti: Giovannini rinnova i vertici delle Autorità

Riscontro da Presidenti delle Regioni entro 30 giorni

Il Ministro delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibili, Enrico Giovannini ha avviato il completamento delle procedure per il rinnovo dei presidenti delle Autorità di sistema portuale e inviato ai Presidenti delle Regioni interessate la richiesta di intesa sui nominativi proposti. Come prevede la legge, il riscontro da parte dei Presidenti delle Regioni dovrà avvenire entro 30 giorni, trascorsi i quali l’intesa si riterrà acquisita. Lo si legge in una nota del ministero. Sono cinque le Autorità portuali per le quali i presidenti sono in corso di nomina: l’Autorità del sistema portuale del Mare Adriatico settentrionale (presidente indicato Fulvio Lino Di Blasio); l’Autorità del sistema portuale di Gioia Tauro (presidente indicato Andrea Agostinelli); l’Autorità del sistema portuale della Sicilia Orientale (presidente indicato Alberto Chiovelli); l’Autorità del sistema portuale del Mare Adriatico Meridionale (presidente indicato Ugo Patroni Griffi); l’Autorità del sistema portuale del Mare Adriatico Centrale (presidente indicato Matteo Africano). Per altre due Autorità portuali il Ministero sta procedendo all’acquisizione delle manifestazioni di interesse per proporre i nuovi presidenti. Si tratta dell’Autorità di sistema portuale del Mare di Sicilia Occidentale e dell’Autorità di sistema portuale del Mare di Sardegna. Contestualmente al rinnovo dei vertici delle Autorità di sistema portuale, il Ministro ha firmato la direttiva che individua per l’anno 2021 gli obiettivi in base ai quali verrà calcolata la parte variabile delle retribuzioni dei Presidenti. Nello specifico, la direttiva fa riferimento alle politiche del governo legate all’accelerazione degli investimenti pubblici, alla sostenibilità, all’efficientamento dei processi amministrativi e, tenendo conto degli effetti dell’emergenza sanitaria generata dal Covid-19 sul settore dei porti, individua cinque obiettivi strategici da perseguire (a cui corrispondono i relativi obiettivi operativi): accelerazione della spesa per investimenti; creazione dello sportello unico per la semplificazione amministrativa e l’accelerazione dei procedimenti; attuazione delle misure per l’efficientamento energetico dei porti e l’impiego di energie rinnovabili; definizione del bilancio non finanziario dell’Ente; predisposizione del piano nazionale dei dragaggi. Il monitoraggio sul raggiungimento degli obiettivi avverrà trimestralmente da parte della Direzione generale per la vigilanza delle Autorità portuali e il trasporto marittimo, che poi invierà una relazione conclusiva al Gabinetto del Ministro entro il 31 gennaio 2022.

Ansa/Mare – 20/04/2021

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Olimpiadi 2026: il Treno delle Dolomiti potrebbe tornare ad essere realtà

19 Aprile 2021

Le Olimpiadi Milano-Cortina del 2026 hanno fatto tornare prepotentemente d’attualità il tema del “Trenino delle Dolomiti”, grande protagonista delle Olimpiadi Invernali del 1956, allora “Ferrovia delle Dolomiti”, con un ruolo fondamentale nel trasporto di spettatori, atleti, organizzatori e, anche dell’allora Presidente della Repubblica, Giovanni Gronchi, che presenziò alla cerimonia d’apertura, in un momento in cui era stato deciso di chiudere la Strada Statale 51 di Alemagna per la paura che non riuscisse a sostenere l’enorme flusso di veicoli.

Il Trenino, che arrivò a trasportare fino a 7mila persone al giorno nella Conca Ampezzana, visse in quell’occasione il suo ultimo momento di gloria, perché finiti i Giochi, per un insieme di ragioni tra le quali anche il calo del traffico e la mancanza di investimenti, il suo declino divenne inesorabile.

Come ha voluto sottolineare Roberto Padrin, presidente della Provincia di Belluno, ora la priorità è capire se un nuovo treno delle Dolomiti possa veramente risolvere parte dei problemi infrastrutturali del Bellunese; poi eventualmente bisognerà valutare quale potrebbe essere il tracciato migliore e analizzare i vincoli territoriali e paesaggistici e l’impatto dei cantieri e del rumore dei treni in transito. “Se invece si pensasse ad un trenino turistico, allora servirebbero considerazioni di altro genere”.

L’ipotesi di collegare in treno Venezia e Cortina, per poi proseguire verso Pocol, Tofane e Passo del Falzarego, sul modello dei trenini delle Alpi Svizzere, ha ripreso quota dopo il via libera alle Olimpiadi 2026, nella certezza della rinuncia alla riattivazione del vecchio tracciato della storica ferrovia Calalzo-Cortina-Dobbiaco, convertito oggi a pista da fondo in inverno e pista ciclabile d’estate.

Si è anche tenuto nella giusta considerazione il successo del progetto ferroviario della Provincia autonoma di Bolzano, che attraverso la riattivazione delle linee della Val Venosta e della Val Pusteria ha completamente cambiato la mobilità locale, con grande soddisfazione sia della popolazione delle valli che dei turisti.

Ora la nuova ipotesi si chiama “Agordino” e rappresenterebbe la quarta variante: in prima battuta infatti si era pensato al tratto Calalzo-Cortina, lungo la Valle del Boite, parallelo al vecchio tracciato; successivamente si era ragionato su un tracciato B, che partendo sempre da Calalzo permettesse di raggiungere Cortina attraverso Auronzo e la Valle d’Ansiei e un tunnel da Palus San Marco, ipotesi suggestiva ma poco praticabile; il terzo tracciato, un mix dei due precedenti, prevederebbe il passaggio per Auronzo con rientro attraverso un tunnel nella Valle del Boite e con tappa a San Vito di Cadore.

L’ipotesi “Agordino”, nata da una proposta dei sindaci dell’Unione Montana Agordina, farebbe emergere non pochi elementi d’interesse: tempi di percorrenza ridotti, centralità nelle Dolomiti, collegamenti con i diversi comprensori sciistici, mobilità d’interesse anche per il colosso dell’occhialeria di Agordo Luxottica e possibilità di usufruire di vari fondi stanziati per il territorio, tra i quali quelli per la tempesta Vaia.

Ora non rimane che attendere lo studio di fattibilità della Regione, che come ha ribadito in più occasioni il presidente della Provincia Padrin, “è l’unico strumento che ci consentirà di verificare se la ferrovia è un progetto realizzabile e soprattutto se il treno potrà essere il mezzo più utile per risolvere i problemi infrastrutturali del Bellunese”.

Veneto Report – 19/04/2021

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Alta velocità, costituita una task force tecnica a supporto del sindaco

16 Aprile 2021

Avanti tutta verso l’alta velocità anche attraverso la costituzione di una task force tecnica. “La volontà dell’amministrazione comunale di perseguire con la massima celerità ed efficacia questo obiettivo strategico per l’intero territorio e in particolare per la città – annuncia l’assessore alle risorse umane Valeria Porelli – ci ha portato ad istituire una specifica unità di progetto comunale”.

L’unità di progetto fornirà supporto specialistico al sindaco Francesco Rucco, che ha mantenuto per sé la delega “Alta Velocità”, e avrà funzioni di coordinamento, analisi e formulazione di valutazioni tecniche sul progetto e sulla sua cantierizzazione, comprese le opere complementari. Si occuperà inoltre dei rapporti con i tecnici di Rfi, Italferr e Iricav Due.

Coordinata dal direttore del servizio Mobilità e trasporti, l’unità di progetto “Opere AV/AC Città di Vicenza” è costituita dai direttori dei servizi Infrastrutture-Gestione urbana e Urbanistica, di un funzionario tecnico, di due istruttori direttivi tecnici e di un istruttore amministrativo con funzioni di segreteria. Vi potranno far parte anche altre specifiche professionalità che saranno individuate con atto del direttore generale.

Veneto Report – 16/04/2021

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Nominato il commissario per il completamento della Tav Verona-Vicenza e Venezia-Trieste, ma resta il “buco” veneto

Sarà il dirigente Rfi Vincenzo Macello a gestire i lavori. La regione resta però spezzata: manca il completamento che colleghi anche Padova, che slitta al 2028

di Fabio Poloni
La Tav veneta e il potenziamento delle tratte Brescia-Verona-Vicenza e Venezia-Trieste hanno finalmente un commissario: si tratta del dirigente di Rfi Vincenzo Macello. Resta però scoperto il “buco” denunciato di recente dai presidenti delle Camere di commercio del Veneto, ovvero il completamento dell’alta velocità ferroviaria fra Vicenza e Padova.

Ventinove commissari straordinari sono stati nominati per gestire 57 opere pubbliche da tempo bloccate a causa di ritardi legati alle fasi progettuali ed esecutive e alla complessità delle procedure amministrative. Si tratta di 16 infrastrutture ferroviarie, 14 stradali, 12 caserme per la pubblica sicurezza, 11 opere idriche, 3 infrastrutture portuali e una metropolitana, per un valore complessivo di 82,7 miliardi di euro (21,6 miliardi al Nord, 24,8 miliardi al Centro e 36,3 miliardi al Sud) finanziate, a legislazione vigente, per circa 33 miliardi di euro. Il finanziamento sarà completato con ulteriori risorse nazionali ed europee, compreso il Next Generation EU. Lo ha annunciato venerdì il ministero stesso.

“Con i Dpcm firmati dal Presidente del Consiglio dei Ministri, a seguito del parere positivo espresso dalle commissioni competenti di Camera e Senato – si legge in una nota – parte ufficialmente l’iter previsto dal decreto legge n.76 di luglio 2020, anche se diversi Commissari hanno già avviato le attività. In questo modo sarà possibile accorciare i tempi di realizzazione di importanti interventi infrastrutturali attesi da anni in diverse aree del Paese, soprattutto nel Mezzogiorno”.

Per il Veneto è una buona notizia a metà, perché come detto resta il “buco nero” che isola Padova e la prosecuzione da ovest verso Venezia. “Pur non essendoci risorse stanziate, da Grisignano a Padova siamo a livello di progettazione preliminare. La prescrizione del Cipe è che in fase di redazione del progetto definitivo si proceda prima a uno studio approfondito sull’uscita da Vicenza”, ha spiegato Macello durante la sua audizione in commissione Lavori pubblici al Senato. La tratta Vicenza-Padova non sarà finanziata tramite il Piano nazionale di ripresa e resilienza, ma potrebbe trovare copertura in un secondo fondo da 30 miliardi che il Governo vorrebbe creare attraverso lo storno di risorse già impegnate per opere pubbliche e “liberate” dal Recovery. “Per l’attraversamento di Vicenza e il completamento della linea fino a Padova l’orizzonte temporale è il 2028“, ha spiegato su questo Macello, “ma sono in corso delle azioni per ridurre i tempi”.

“I Commissari sono figure di alta professionalità tecnico-amministrativa, immediatamente operative, scelte per assicurare la migliore interlocuzione con le stazioni appaltanti di ANAS e RFI e con le varie amministrazioni pubbliche coinvolte. Solo in un caso, come previsto da una delibera Cipe, è stato nominato commissario straordinario il Presidente della Regione Siciliana”.

“E’ un passo importante per il rilancio delle opere pubbliche in Italia. Si tratta di infrastrutture attese da tempo da cittadini e imprese, in gran parte già finanziate”, commenta il Ministro delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibili, Enrico Giovannini. “L’attuazione delle opere commissariate determinerà anche importanti ricadute economiche e occupazionali. Considerato che una parte significativa delle opere è localizzata al Sud, ci aspettiamo impatti positivi in termini di riduzione del gap infrastrutturale tra i territori del nostro Paese. In due mesi abbiamo completato un processo che era fermo da tempo, ma ora occorre procedere velocemente all’attuazione dei cronoprogrammi e a tal fine intendo incontrare al più presto i commissari. Il Ministero monitorerà trimestralmente la realizzazione delle diverse fasi, così da rimuovere tempestivamente eventuali ostacoli”.

Per quanto riguarda le tipologie di interventi soggetti a commissariamento, le infrastrutture ferroviarie hanno un valore di 60,8 miliardi, quelle stradali 10,9 miliardi, i presidi di pubblica sicurezza 528 milioni, le opere idriche 2,8 miliardi, le infrastrutture portuali 1,7 miliardi, la metropolitana 5,9 miliardi. Per accelerare la realizzazione di tali interventi, a dicembre 2020 è stato firmato con le organizzazioni sindacali un Protocollo d’intesa che prevede l’ottimizzazione dei turni di lavoro su 24 ore.

Diverso è lo stato di attuazione delle infrastrutture. Per alcune opere il commissariamento consentirà di avviare la progettazione, per altre l’avvio in tempi rapidi dei cantieri. Sulla base dei cronoprogrammi disponibili, nel corso del 2021 si prevede l’apertura di 20 cantieri, cui se ne aggiungeranno 50 nel 2022 e ulteriori 37 nel 2023. La realizzazione delle opere commissariate avrà una ricaduta significativa sui livelli occupazionali: secondo una valutazione condotta da RFI e Anas, l’impatto occupazionale delle sole opere ferroviarie e stradali è valutabile in oltre 68.000 unità di lavoro medie annue nei prossimi dieci anni, con un profilo crescente fino al 2025, anno in cui si stima un impatto diretto sull’occupazione di oltre 100.000 unità di lavoro.

Quelle che vengono “sbloccate” sono opere caratterizzate da un elevato grado di complessità progettuale, da una particolare difficoltà esecutiva o attuativa, da complessità delle procedure tecnico-amministrative ovvero che comportano un rilevante impatto sul tessuto socioeconomico a livello nazionale, regionale o locale. Alcune delle opere erano in parte già pianificate nel documento “Italia veloce”, allegato al Documento di Economia e Finanza 2020 e trovano corrispondenza anche nella proposta del Ministero delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibili per il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (Pnrr).

Tra le opere ferroviarie principali oggetto del commissariamento si segnalano: le linee AV/AC Brescia-Verona-Padova, Napoli-Bari, Palermo-Catania-Messina; il potenziamento delle linee Orte-Falconara e Roma-Pescara; la chiusura dell’anello ferroviario di Roma; il potenziamento con caratteristiche di AV della direttrice Taranto-Metaponto-Potenza-Battipaglia. Tra le opere stradali principali rientrano: la SS Ionica 106; la E 78 Grosseto-Fano; la SS 4 Salaria e la SS 20 del Colle di Tenda; la SS 16 Adriatica; la SS 89 Garganica. I presidi di pubblica sicurezza verranno realizzati a Palermo, Catania, Reggio Calabria, Crotone, Napoli, Bologna, Genova e Milano. Gli altri interventi riguardano l’Acquedotto del Peschiera e numerose dighe in Sardegna, i porti di Genova, Livorno e Palermo.

“Come annunciato in Parlamento – aggiunge il Ministro Giovannini – proporrò nelle prossime settimane una nuova lista di opere da commissariare, ma bisogna ricordare che il commissariamento è un atto straordinario. Per questo, abbiamo elaborato una serie di interventi normativi e procedurali volti a ridefinire le regole esistenti per la realizzazione delle infrastrutture, a partire da quelle previste nel Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza. La Commissione che abbiamo istituito alcune settimane fa con Il Ministro Brunetta ha completato i suoi lavori e le numerose proposte formulate per rendere più veloci i percorsi di tutte le opere pubbliche sono ora al vaglio dei competenti uffici”.

I Commissari straordinari, cui spetta ogni decisione per l’avvio o per la prosecuzione dei lavori, provvedono all’eventuale rielaborazione e approvazione dei progetti non ancora appaltati, insieme ai Provveditorati interregionali alle opere pubbliche e mediante specifici protocolli per l’applicazione delle migliori pratiche. È previsto che l’approvazione dei progetti da parte dei Commissari, d’intesa con i Presidenti delle regioni territorialmente competenti, sostituisca a effetto di legge ogni autorizzazione, parere, visto e nulla osta occorrenti per l’avvio o la prosecuzione dei lavori, salvo che per quelli relativi alla tutela ambientale e dei beni culturali e paesaggistici, per i quali è definita una specifica disciplina.

Per l’esecuzione degli interventi, i Commissari straordinari possono assumere direttamente le funzioni di stazione appaltante e operano in deroga alle disposizioni di legge in materia di contratti pubblici, fatto salvo il rispetto di una serie di principi e di disposizioni, tra cui quelli relativi all’aggiudicazione e l’esecuzione di appalti e concessioni, alla sostenibilità energetica e ambientale, al conflitto di interesse. Inoltre, un ulteriore limite è quello relativo alle disposizioni del codice delle leggi antimafia e delle misure di prevenzione e del subappalto.

Macello dovrà però moltiplicare gli sforzi su diversi fronti, dato che oltre ai progetti del Nordest dovrà occuparsi anche del completamento-raddoppio fra Genova e Ventimiglia, ma anche del potenziamento e sviluppo della direttrice Orte-Falconara e della linea Roma-Pescara.

Nordest Economia – 16/04/2021
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Pedemontana veneta: da maggio aperta la tratta Malo-Montebelluna

15 Aprile 2021

La Pedemontana veneta è ormai quasi ultimata e da maggio si potrà viaggiare da Malo a Montebelluna, su 65 chilometri dei 94 totali. Nel giugno 2019, l’allora Ministro dell’Interno, Matteo Salvini con il presidente della Regione Luca Zaia aveva inaugurato il primo tratto di soli sette chilometri della superstrada, nella zona di Breganze, nel punto di intersezione con la A31. Ora, in meno di due anni, sarà possibile viaggiare su due terzi dell’intero tracciato.

Inoltre oggi verrà completato anche lo scavo della galleria nord di Malo, da Vallugana, in direzione di Treviso, cosa che rallegrerà non poco gli abitanti della zona, provati da un lungo periodo di disagi, dovuti sia ai rumori che alle vibrazioni causate dagli scavi con esplosivo. Contestualmente diminuirà anche il traffico dei camion legati all’attività del cantiere, con una notevole riduzione delle polveri.

La storia di quella che è stata definita “la galleria maledetta”, è nota: sequestrata in seguito ad un incidente mortale in cantiere, è stata poi al centro di indagini per questioni sulla conformità dei materiali utilizzati. Dissequestrata l’anno scorso dalla Procura di Vicenza, sarà al centro di ulteriori lavori di scavo sul versante di Castelgomberto, dove a causa della composizione del terreno, “costituito da elementi a grana piuttosto grossolana, come un terreno sabbioso”, il lavori non saranno semplicissimi, dovendo garantire al contempo la tenuta della volta e la messa in opera del consolidamento.

Come ha voluto sottolineare l’ingegner Elisabetta Pellegrini, alla quale sono stati affidati i lavori dalla Regione, dopo anni di contenziosi, “questa tratta costituisce il percorso più critico per la conclusione di tutta la Pedemontana”. Ma come ha fatto sapere Zaia, “è la più grande opera pubblica in costruzione oggi in Italia”.

Veneto Report – 15/04/2021

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Aeroporti: arriva la riorganizzazione dei centri di controllo veneti

A riportare la notizia, battuta qualche minuto fa è Agenzia DIRE: la trasformazione dell’Acc (Area central center) di Abano Terme in un hub per la gestione da remoto del traffico aeroportuale, e la soppressione del App (Approach control service) dell’aeroporto Valerio Catullo di Verona “non incideranno in alcun modo sulla performance del sistema” ma, anzi, hanno l’obiettivo di “innalzarne ulteriormente i livelli e migliorarne le capacità ricettive”.

Lo assicura il ministro alle Infrastrutture e alla Mobilità sostenibile Enrico Giovannini, rispondendo ad una interrogazione in merito dei senatori leghisti Paolo Tosato, Massimo Candura, Sonia Fregolent, Andrea Ostellari, Nadia Pizziol, Paolo Saviane, Erika Stefani, Gianpaolo Vallardi e Cristiano Zuliani, preoccupati sia delle prospettive occupazionali, con i dipendenti di Abano e di Verona costretti al trasferimento a Milano, che di eventuali problemi di servizio e sicurezza, con il venir meno della ridondanza delle strutture che risulta fondamentale in caso di guasti o attacchi terroristici, ma che si sarebbe rivelata utile anche allo scoppio della pandemia Covid.

Per quanto riguarda il primo tema, quindi l’occupazione, “il nuovo modello operativo, che si proietta in un orizzonte temporale di 10 anni, non contempla riduzioni di personale ma delinea una diversa articolazione delle strutture a livello nazionale prevedendo, a regime della capacità di controllo garantita dalla nuova struttura degli Acc, l’assorbimento anche delle attività di avvicinamento nonché la trasformazione degli Acc di Brindisi e di Abano Terme in hub di eccellenza per la gestione da remoto del traffico aeroportuale”, assicura Giovannini.

“La realizzazione del nuovo modello organizzativo è in linea con le iniziative intraprese in altri Paesi europei di semplificazione dei centri di controllo e di implementazione della tecnologia delle remote tower, come strumento per migliorare la gestione dei flussi di traffico aereo”. L’eventuale riallocazione del personale coinvolto nello spostamento dell’attività da Verona all’area di Milano, infine, “avverrà esclusivamente su base volontaria, cosi’ come concordato con le parti sociali”, continua il ministro.

E anche per quanto riguarda la sicurezza non ci saranno problemi. “In relazione alla prevista integrazione del servizio di avvicinamento attualmente fornito dallo scalo di Verona con quelli resi dal centro di controllo d’area di Milano, l’Enav evidenzia che la stessa non incide né sull’attività operativa né sulla safety allineando, al contempo, l’aeroporto scaligero al modello operativo degli altri aeroporti europei e italiani (come Roma Fiumicino, Roma Ciampino, Olbia Costa Smeralda, Milano Malpensa, Milano Linate e Bergamo Orio al Serio) nei quali la fase di avvicinamento viene da sempre gestita dai centri di controllo d’area”, conclude Giovannini.

Veneto Report – 15/04/2021

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Le crociere torneranno a Venezia, ma Marghera non è pronta, attraverseranno la laguna

La Msc Magnifica, il 12 giugno, sarà la prima nave da crociera a tornare a Venezia dopo più di un anno e mezzo dall’ultima, il giorno dopo sarà la volta della Msc Orchestra. La notizia l’ha portata il presidente del Veneto Luca Zaia durante la conferenza stampa di ieri mattina.

“Questo annuncio ci permette di pensare che Venezia tornerà quella di prima – ha detto Zaia -. Speriamo di poter arrivare presto a Porto Marghera come previsto dall’ultimo decreto, intanto si parte con due navi”. “È un segnale di ripresa per la filiera turistica, così guardiamo al futuro con speranza e coraggio”, ha twittato il sindaco di Venezia Luigi Brugnaro.

Per l’estate è improbabile che saranno già pronti gli «approdi diffusi» di Marghera, individuati nei due terminal container di Vecon e Tiv e quindi verrà utilizzato il vecchio (e contestato) tragitto: bocca di porto di Lido, bacino di San Marco, canale della Giudecca e stazione Marittima. “Abbiamo aspettato 9 anni una soluzione, non vedo il problema di farlo per pochi mesi ancora – dice il vicesindaco di Venezia Andrea Tomaello, riferendosi al decreto Clini-Passera del 2012 -. Poi dobbiamo essere veloci ad allestire gli approdi alternativi”. Diverso il parere di AmbienteVenezia che insiste: “Fuori le grandi navi dalla laguna, ora e sempre”.

Il governo Draghi due settimane fa ha delineato, con un decreto legge ad hoc, il futuro delle crociere a Venezia: l’Autorità di sistema portuale, entro i primi di giugno, dovrà bandire un concorso di idee internazionale per raccogliere ipotesi su terminal fuori dalla laguna, sia per le crociere che per i container.

Lo stesso Porto ha bandito la progettazione di un nuovo terminal sul canale industriale nord di Marghera. “Il governo ha deciso di fare il terminal in mare, una cosa abbastanza assurda – ha ribadito ieri Brugnaro -. Vedremo quali sono queste idee mitiche”. La commissione ha acquisito un documento sul piano, che sarebbe pronto in 28 mesi di lavori, con un investimento di 180 milioni di euro, più il costo delle motonavi per trasportare i crocieristi.

Veneto Report – 15/04/2021

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