Parisi: «Reti logistiche da rendere più corte il “reshoring” può ridare forza all’Adriatico»

22 Marzo 2021

L’imprenditore a capo della storica casa di spedizioni triestina sul dopo pandemia: «Vantaggi da catene di fornitura meno lunghe»

di Piercarlo Fiumanò

Nella pregiata casa di spedizioni triestina Francesco Parisi tutto è rimasto come cristallizzato al 1807, anno di fondazione. Nell’open space dove lavorano gli impiegati sembra di sentire il ticchettio delle telescriventi che annunciano l’arrivo delle grandi navi piene di spezie e tessuti. Francesco Parisi, con i figli Matteo e Pier Tomaso, guida questa storica azienda di famiglia, uno dei nomi simbolo della Trieste emporiale.
Un gruppo nato ramificandosi verso l’Europa centro-orientale. La vera sfida oggi si chiama piattaforma logistica, l’imponente terminal multipurpose per le navi portacontainer e traffici ro-ro che sarà la vera sfida del porto di Trieste nei prossimi anni. E di cui il gruppo Parisi è socio con i tedeschi di Hhla che hanno acquisito la maggioranza con i 50,01%. Intanto Duisburg, il più grande terminal intermodale del mondo, è entrato con 3 milioni come socio di minoranza nell’Interporto di Trieste.

Francesco Parisi, come viaggia il mondo delle spedizioni nella pandemia?

«Già nel 2019 erano emersi alcuni segni di debolezza dovuti agli sviluppi internazionali e ai nuovi protezionismi che hanno posto la parola fine all’epoca della globalizzazione. Sono aumentati i rischi per le imprese che investono sui mercati esteri a causa dei dazi sulle tariffe e dei blocchi commerciali negli Stati Uniti di Trump. Con la pandemia il mondo della logistica ha subìto il rallentamento dei volumi complessivi dei traffici mondiali in tutta Europa. Con alcune eccezioni».

Quali sono?

«L’elettronica di consumo in tempi di pandemia ha registrato un boom di acquisti a causa dei continui lockdown. Questo tipo di merce tradizionalmente confluiva in Europa attraverso Inghilterra e Olanda. Vedremo come la Brexit modificherà la situazione».
Come cambierà il mondo della logistica dopo il Covid?
«Il dramma della pandemia ha costretto a ripensare l’estensione delle catene logistiche che hanno mostrato tutta la loro fragilità. Queste catene vanno accorciate con un processo di reshoring. Penso ad esempio all’approvvigionamento di componenti o prodotti dall’Asia Pacifico e dalla Cina che potrebbe essere riportato nel bacino del Mediterraneo».

Un vantaggio per Trieste e i porti dell’Adriatico?

«Il porto di Trieste potrebbe avvantaggiarsi da questo processo. Le prospettive di Trieste, e degli scali del Nordest dell’Adriatico, restano positive non perchè ci aspettiamo una espansione dei volumi dei commerci internazionali costretti dalla pandemia ma proprio per questo cambio di paradigma dei traffici. Il porto di Trieste, per le sue risorse portuali e collocazione nella mappa geopolitica, ha la forza per conquistare nuove quote di mercato rispetto ai grandi traffici dalla Germania e verso il Mediterraneo».

Il gruppo Parisi è socio della Piattaforma Logistica Trieste (Plt), l’imponente terminal multipurpose dove è entrata con il 50,01% la società tedesca Hamburger Hafen und Logistik AG (Hhla). Come valuta l’investimento dei tedeschi?

«L’investimento di Hhla International nella piattaforma logistica del porto di Trieste conferma quanto Trieste sia centrale nel Mediterraneo. Sono convinti che la città abbia un potenziale di crescita molto elevato nell’assorbire quote di traffici dall’Asia Pacifico, Centro Europa e bacino del Mediterraneo, in una logica di sostenibilità. Una merce che arriva dell’India e diretta ad Amburgo può essere smistata a Trieste. Nonostate la pandemia, c’è un grande interesse da parte del mercato per la Piattaforma Logistica».

La Germania orienta i traffici europei?

«La Germania, sia come destinazione che come Paese di transito, ha un ruolo cruciale per i traffici europei e internazionali. Le più grandi imprese di spedizione del mondo sono tedesche e non si fermano al mercato domestico ma viaggiano dal Mare del Nord e Trieste fino a Thalin e Odessa. Sono realtà costruite con un sistema a rete in tutto il mondo».

Il nuovo mantra è la sostenibilità dei traffici?
«L’Unione Europea sta spingendo molto per uno sviluppo sostenibile nel trasporto delle merci. La pandemia, in attesa dei vaccini, non ha cambiato le strategie dei traffici nel lungo termine e neppure frenato gli investimenti tedeschi a Trieste. Secondo una analisi di Hapag Lloyd nell’area dell’Asia Pacifico si prevede una crescita dei volumi innescata dai consumi dei privati costretti a casa per i lockdown che non potendo comprare viaggi e servizi acquistano beni di consumo. Ma è difficile fare previsioni sul futuro. Dobbiamo ripensare ai processi produttivi e all’innovazione».

Hahla ha da tempo scommesso sull’intermodalità ferroviaria…

«Il gruppo in questi mesi presenta ai propri clienti una slide sulla crescita aggregata dei traffici container dell’ultimo decennio dove Trieste è al primo posto con una crescita fino al 12% seguito da Capodistria e Fiume. Sulle distanze più lunghe il trasporto ferroviario è favorito e anche qui troviamo un altro vantaggio competitivo del porto di Trieste, che dispone di una infrastruttura ferroviaria concepita al tempo dell’Impero Asburgico, vicino ai mercati del Centro Est Europa».

E gli interporti?

«Sono importanti per utilizzare i servizi intermodali non solo per le merci che arrivano dai porti ma anche per quelle prodotte sul territorio. Ma per servizi ferroviari funzionanti bisogna avere volumi e massa critica. Senza rischiare che i treni restino vuoti».

Come funziona la logistica dei vaccini?

«Ne hanno tratto vantaggio soprattutto i colossi. Le grosse imprese di spedizione hanno subito colto questa opportunità grazie alla loro capacità finanziaria e sono state in grado di proporsi sul mercato dei vaccini e delle mascherine. Dhl ha costruito negli States il più grande magazzino frigo del mondo per i vaccini. La crescita boom della domanda di voli charter aerei ha però mandato alle stelle i prezzi dei noli».

Nordest Economia – 22/03/2021

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Costa Crociere: ripartenza rimandata al 1° maggio

Cambio di programma per Costa Crociere: dopo l’annuncio di ripartenza previsto per il 27 marzo, la compagnia ha deciso di far slittare ancora le sue crociere a causa della perdurante emergenza sanitaria.

In base al nuovo programma, la prima partenza disponibile di Costa Smeralda sarà quella del 1° maggio. L’itinerario, che rimane invariato, porterà gli ospiti alla scoperta delle più belle località italiane, grazie a mini-crociere di 3 e 4 giorni o in alternativa un’intera crociera di 7 giorni, con scali a Savona, La Spezia, Civitavecchia, Napoli, Messina e Cagliari.

Costa Smeralda e Costa Luminosa per la primavera/estate 2021

Dal 12 giugno Costa Smeralda tornerà invece a proporre crociere di una settimana nel Mediterraneo occidentale, che visiteranno Italia (Savona, Civitavecchia e Palermo), Francia (Marsiglia) e Spagna (Barcellona e Palma di Maiorca).
In accordo con la recente roadmap per la ripresa del turismo internazionale in Grecia, la data di partenza di Costa Luminosa, la seconda nave Costa prevista rientrare servizio con crociere di una settimana in Grecia e Croazia, è posticipata al 16 maggio da Trieste, e il giorno successivo da Bari.

Costa: attivo il protocollo anti-Covid

La ripresa delle crociere Costa continuerà ad essere supportata dall’implementazione del Costa Safety Protocol. Il protocollo Costa contiene misure operative relative a tutti gli aspetti dell’esperienza in crociera, a bordo come a terra, che sono state già applicate negli ultimi mesi di operatività delle navi. Tra le misure previste ci sono la riduzione del numero di ospiti, test con tampone per tutti gli ospiti e per l’equipaggio, controllo della temperatura ogni volta che si scende e si rientra in nave, visita delle destinazioni solo con escursioni protette, distanziamento fisico a bordo e nei terminal, nuove modalità di fruizione dei servizi di bordo, potenziamento della sanificazione e dei servizi medici, utilizzo della mascherina protettiva quando necessario.

Trasporti-Italia.com – 22/03/2021

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Piano di Ripresa: mobilità e trasporto merci al centro del confronto autotrasporto-Giovannini

In Italia proseguono i lavori preparatori al Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza che verrà presentato alla Commissione europea entro il 30 aprile. E il ministro delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibili, Enrico Giovannini, ha convocato recentemente le associazioni di categoria dell’autotrasporto assieme con le altre associazioni datoriali e sindacali del settore dei trasporti e della logistica per un confronto sui principali temi e sugli interventi che caratterizzeranno il piano. (Lo avevamo annunciato qui)

Patrizio Ricci, presidente di CNA Fita e vicepresidente dell’Albo Nazionale degli autotrasportatori, ha illustrato ai microfoni di Container, condotto da Massimo De Donato su Radio 24, le principali richieste.

Le richieste: dalle infrastrutture al sostegno per la transizione ecologica

Il mondo dell’autotrasporto ha chiesto, innanzitutto, un approccio di sistema con interventi che tengano conto delle necessità generali, dalle infrastrutture al sostegno per la transizione ecologica. Fra le istanze rappresentate ci sono, infatti, anche gli incentivi per il rinnovo del parco veicolare fondamentale per favorire il raggiungimento degli obiettivi di abbattimento di Co2 fissati per il 2030 dalla Ue.

Trasporti-Italia.com – 22/03/2021

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Caos Romea, il Comitato chiede al Comune di incontrare il ministro Giovannini

20 Marzo 2021

Code infinite, ambulanze bloccate con pazienti all’interno che, a causa del traffico, muoiono strada facendo per l’arrivo ritardato al Pronto Soccorso: i lavori sul ponte che attraversa il Brenta stanno causando più disagi forse del previsto, anche per via dell’insistente passaggio di mezzi pesanti che continuano a preferire di percorrere la Romea gratuitamente piuttosto che scegliere l’autostrada a pagamento. Risultato caos infinito tutto il giorno.

Il Comitato Romea-Ferrovia chiede al Consiglio Comunale l’istituzione di una delegazione unitaria e rappresentativa per incontrare subito il ministro Giovannini per vietare il traffico pesante dalle 7 alle 22 e iniziare subito i lavori sull’Arzeron quale variante del tracciato e che nel frattempo le rappresentanze della città e delle frazioni manifestino davanti alla sede dell’Anas.

“Da anni ripetiamo che la pur necessaria e programmata manutenzione della Romea – afferma l’avvocato Giuseppe Boscolo – rischia di aumentare per un decennio caos e tragedie a intervalli prevedibili. I chilometri di TIR in coda, le ambulanze bloccate con pazienti in fin di vita, guidatori esasperati o incoscienti che non rispettano I semafori, minuti di attesa che diventano mezze ore e impegni saltati: tutto prevedibile e tragicamente normale. Serve a poco lamentarsi coi sindaci vicini per la poca solidarietà nel prendersi una parte di TIR e non basta chiedere l’intervento del Prefetto per un problema che coinvolge due Regioni. Va coinvolto il ministro alle infrastrutture Giovannini, le soluzioni ci sono, come anche i fondi ( il recente dimezzamento dell’allegato Infrastrutture al Def 2020 va recuperato nel prossimo Def). La Regione d’altro canto prenda posizione, Zaia e la De Berti dicano se sostengono le richieste della città. Dal 2017 pende in consiglio comunale la nostra delibera popolare che chiede di formare una delegazione composta da sindaco, comitato e consiglieri regionali, per “trattare” con MIT e Anas”.

“L’aggravarsi della situazione in Romea – conclude l’avvocato Boscolo – impone venga ora messa ai voti. La città decida se vuol farsi carico del problema e risolverlo, con una mobilitazione unitaria. In attesa di poter praticare una biciclettata in Romea (al momento vietata fino a quando permane il Covid), si propone una manifestazione delle rappresentanze istituzionali politiche, economiche e sociali davanti alla sede Anas di Mestre (con il necessario distanziamento)”.

Chioggia News 24 – 20/03/2021

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Logistica: Pizzimenti, in Fvg realizzati progetti di rilievo europeo

“Nei settori della logistica e del trasporto delle merci il Friuli Venezia Giulia può vantare diverse best practice riconosciute a livello europeo”.

Lo ha affermato l’assessore alle Infrastrutture, Graziano Pizzimenti, durante l’evento “Dai nodi alle reti smart: connettere le infrastrutture e i servizi di trasporto nella Regione Adriatico Ionica. Eusair: sfide, strategie, soluzioni”, organizzato dalla Regione Friuli Venezia Giulia.

Realizzato nell’ambito delle iniziative promosse all’interno del “Pilastro 2 Connecting the Region” della Strategia Eu per la Macroregione Adriatico-Ionica (Eusair), l’evento è finalizzato al miglioramento della connettività – in termini di reti di trasporto – nella Macroregione e con il resto d’Europa.

“I risultati ottenuti dalla nostra Regione si fondano su una duplice esperienza. La prima – ha spiegato Pizzimenti – è stata maturata con il progetto intitolato Sistema informativo logistico integrato (Sili), la rete informatica realizzata già nel periodo 2007-2013 che ha messo in connessione porti, retroporti e arterie stradali con un finanziamento europeo di 5 milioni di euro. Grazie a Sili oggi sono attivi sistemi di tracciamento delle merci, anche via ferrovia, nei principali poli logistici del Friuli Venezia Giulia”.

“La seconda esperienza riguarda invece lo sviluppo delle infrastrutture e dei servizi marittimi e ferroviari intermodali che hanno collegato sia i porti della Regione che alcune aree produttive. Questo – ha aggiunto l’assessore – ha consentito, per fare un esempio concreto e virtuoso, di togliere dalla strada, solo nel 2020, un traffico pesante e particolarmente pericoloso come quello delle bramme di ferro, per un totale di circa 27mila tir”.

Il trasporto marittimo delle bramme di ferro da Monfalcone a Porto Nogaro è stato reso possibile grazie a un preciso sostegno approvato dalla Commissione europea nel 2015 e che resterà in vigore fino al 31 dicembre 2021.

“La nostra Amministrazione intende mantenere e sviluppare ulteriormente questa misura anche nei prossimi anni. Per questo – ha rimarcato Pizzimenti in conclusione – chiederemo alle autorità europee di rinnovare questo sostegno”.

Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia – 20/03/2021

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Materie prime alle stelle: «Il rincaro pesa sulle aziende non sul consumatore finale»

Offerta ridotta in previsione di un calo di domanda che non c’è stato. Aumentano le quotazioni del legno, schizzano quelle dei metalli

di Riccardo Sandre

«L’aumento delle materie prime è legato a un fenomeno contingente di variazione delle domanda presunta a seguito del Covid ma le conseguenze potrebbero perdurare per almeno uno o due anni». Così Patrizio Dei Tos, Ad di Itlas e Laborlegno (40 milioni di euro di fatturato nel settore del mobile e dei pavimenti in legno) in merito a un incremento delle materie prime di base che sembra non risparmiare nessuno.

Proprio il legno di importazione europea, da inizio anno, ha subito rincari tra il 20 e il 30% mentre nel settore chimico prodotti come il metanolo, l’urea e la melanina addirittura dell’80-90%.Secondo il centro studi di Cna Veneto le quotazioni dei metalli industriali sono in notevole ascesa oramai da mesi. Il ferro quotato al Cme raggiunge il prezzo più alto dal 2011 (180 dollari/tonnellata) e registra variazioni percentuali pari al + 66%, il rame quotato all’Lme presenta il valore maggiore da otto anni (8000 dollari/tonnellata), l’alluminio è aumentato da inizio 2020 più del 40% l’acciaio inossidabile di circa il 35%.

Nel frattempo Unicredit Research evidenziava come il costo dei trasporti via mare dei container dalla Cina all’Europa abbia raggiunto livelli mai toccati prima d’ora con noli passati, secondo il Freightos Baltic Index, dai 2100 dollari di novembre ai 7800 dollari dei giorni scorsi.

«Le società forestali hanno ritenuto che l’effetto del Covid sulla filiera riducesse di circa il 10-15% la domanda di materia prima e hanno tagliato meno legname», spiega Dei Tos, «Però a fine anno abbiamo scoperto che la domanda da parte delle imprese è stata inferiore al 2019 solo di pochi punti. L’aumento dei prezzi è il frutto di una nuova stabilizzazione tra una domanda quasi in linea con il passato e un’offerta ridotta.

Ma se il fenomeno è dovuto a una particolare contingenza, un’eventuale riduzione dei prezzi coinciderà solo con un calo significativo della domanda da parte delle imprese trasformatrici e non credo che ciò si verificherà per lo meno per tutto il 2021».Colpita in misura più morbida dall’aumento delle materie prime, in questo caso il ferro, anche la padovana Bedeschi Spa, 140 milioni di euro di fatturato 2020 e 270 dipendenti tra Padova, Bergamo, Usa e Russia. La società è attiva nella costruzione e istallazione di macchinari per la movimentazione portuale di materie prime (polvere di ferro, carbone, grano ecc).

«Per noi un aumento generalizzato di questi prodotti» spiega il presidente e ad, Rino Bedeschi, «potrebbe essere un elemento ulteriore di accelerazione del business. Quello che però mi sento di ipotizzare è che difficilmente vedremo un aumento dei prezzi al consumo. La domanda al dettaglio è ancora troppo debole e rigida per potere assorbire un incremento dei prezzi ed è più probabile che, per lo meno inizialmente, gli incrementi delle materie prime vengano riassorbiti da una riduzione della marginalità da parte delle imprese».

Nordest Economia – 20/03/2021

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Brennero, limitazioni alla circolazione: incontro tra Fai-Conftrasporto e Goetze (Commissione Ue)

19 Marzo 2021

Le difficoltà di transito lungo l’asse del Brennero sono state al centro di un recente incontro tra Fai-Conftrasporto e il capo di Gabinetto della Commissaria ai Trasporti della Commissione europea Adina Valean, Walter Goetze.

Fai-Conftrasporto chiede che l’Europa si faccia parte attiva

Il presidente Uggè ha ribadito come l’introduzione unilaterale da parte della Germania dell’obbligo dei tamponi per poter accedere nel Paese e le conseguenti attività di controllo imposte dall’Austria “non garantiscano un adeguato equilibrio tra le certamente importanti necessità sanitarie e le altrettanto fondamentali necessità economiche. Ogni intervento comunque individuato deve minimizzare l’impatto sul trasporto e in particolare sugli autisti, il controllo – se previsto – deve avvenire a campione attraverso dei meccanismi di stop-and-go. Per questo, Fai-Conftrasporto chiede che l’Europa si faccia parte attiva”.

La Commissaria si è attivata per garantire proporzionalità e condivisione preventiva delle misure: i corridoi verdi che garantiscono esenzione dall’obbligo dei tamponi per gli autisti vanno ripristinati – come richiesto da Paolo Uggè. Si sta anche valutando l’esenzione per gli autisti qualora la loro permanenza all’interno di un Paese non superi le 72 ore.

Limitazioni Euro 6 danno per il mercato unico europeo e un freno alla ripresa italiana

Uggè ha poi sottolineato che “le limitazioni ai transiti lungo l’asse del Brennero imposte dall’Austria, supportato da un finto ambientalismo (si limita persino il transito dei veicoli euro 6), un danno per il mercato unico europeo e un freno alla ripresa italiana. La libera circolazione di beni e persone all’interno del mercato unico è un imprescindibile punto di forza dell’economia europea e costituisce un principio portante del Trattato che non può essere calpestato. Per di più le misure prevedono un trattamento più favorevole, quindi un indebito vantaggio competitivo, per gli operatori austriaci”.

La Commissione è attivamente impegnata nel negoziare con l’Austria nuove misure per una maggiore proporzionalità, che contemplino le esigenze ambientali e quelle economiche.
L’appello finale alla Commissaria e al suo staff è di continuare, anche con maggior forza, nell’opera a tutela della libera circolazione delle merci nel mercato unico Europeo, spiegano dall’associaizione.

Trasporti-Italia.com – 19/03/2021

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Infrastrutture: Strada regionale 308, Valsugana e collegamento con la Pedemontana sono opere strategiche per la ripartenza

L’appello della vicepresidente di Assindustria Venetocentro Carron: «L’innesto alla SPV e ai corridoi europei è la priorità per tre province a cui si deve il 65% dell’export veneto. Più possibilità se il territorio è unito. Ma a prescindere dal Recovery, accelerare fondi e procedure»

Non solo Alta Velocità. Accanto alle grandi opere c’è la necessità di sbloccare le altre, cosiddette minori, essenziali alle connessioni interne e internazionali di un territorio tra i più dinamici in Italia ma dipendente da collegamenti veloci.

«Il completamento dopo Castelfranco e il potenziamento della SR 308 in direzione Padova Est, l’adeguamento della SP 47 Valsugana connessa alla variante di Bassano e il loro innesto veloce nella Superstrada Pedemontana Veneta (raddoppio Bretella di Loria) sono opere fondamentali e interconnesse per tenere collegati ai corridoi verso il Centro e il Nord Europa i territori di tre province ad alta densità produttiva (Padova, Treviso, Vicenza), che realizzano il 65% delle esportazioni del Veneto e l’intero surplus commerciale di 18,3 miliardi di euro. Ma anche per massimizzare la rilevanza strategica e i benefici economici e ambientali di una grande opera lungamente attesa come la Pedemontana Veneta, in termini sia di collegamenti veloci e capillari con le aree interne sia di decongestione dei flussi di traffico, quindi di mobilità più sostenibile e qualità ambientale urbana». Così Paola Carron, Vicepresidente di Assindustria Venetocentro per il Territorio e Infrastrutture, all’indomani del vertice con i Presidenti di Provincia, i Sindaci e le categorie economiche sul collegamento tra SR 308 e Pedemontana.

«In queste settimane decisive per le scelte sul Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) – dichiara Carron – lanciamo a nome di migliaia di imprese un grande appello alla responsabilità sul futuro del nostro territorio. Chiediamo alla politica locale e agli amministratori di dare alla proposta del territorio alla Regione Veneto e al Governo quello spirito unitario che fino ad oggi ha fatto fatica ad emergere e da cui deriva solo un aggravarsi del ritardo e dei costi logistici che frenano le imprese. Una proposta forte, unitaria e in tempi molto stretti, che rilanci e allarghi all’asse Padova-Bassano quella del 2019 fra tre Province e venti Comuni sulla 308, tolga alibi alla Regione e al Governo e attivi ogni via per vedere inseriti nel PNRR il completamento o la realizzazione di queste opere essenziali per la ripresa di tutto il Veneto centrale e la previsione di adeguati investimenti».

«Una proposta unitaria e condivisa del territorio – sottolinea Carron – potrà trasmettere il senso di urgenza, accrescere le possibilità di una risposta positiva e organica nel Recovery Plan. Sappiamo che non sarà semplice, perché il Recovery è concentrato sulle direttrici e le grandi opere strategiche, e anche rispetto ai tempi previsti dall’Ue per la progettazione e l’esecuzione dei lavori, che potrebbero costringere la Regione o il Governo ad una scelta selettiva. Ma a prescindere dalle risorse del Recovery, resta l’inderogabile priorità di dare a questo territorio almeno un innesto veloce ed efficiente nella Pedemontana, che innervi in modo capillare le aree interne, per dare sollievo a una rete stradale da anni satura, inadeguata a sostenere il potenziale di sviluppo e anche l’aumento di traffico futuro con l’entrata in servizio della SPV (da 45mila auto al giorno da Castelfranco a Padova a 80mila) e causa negli ultimi anni di mancati investimenti o di trasferimenti di attività. E di procedere nell’immediato alla riqualificazione urgente della 47 Valsugana».

Nordest Economia – 19/03/2021

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Aeroporto di Treviso, il Governo dà il via libera all’ampliamento

Il via libera al masterplan consentirà di avviare investimenti per oltre 54 milioni di euro. Il sindaco Conte: “l’ufficializzazione significa nuove opere, cantieri, posti di lavoro, sostenibilità ambientale, mobilità, turismo e un avanzamento importante nel processo di internazionalizzazione della città di Treviso e della Marca Trevigiana”.

«Abbiamo appreso la notizia della firma del Masterplan per lo sviluppo dell’ aeroporto Canova. Una notizia che la nostra Città e l’intero territorio aspettavano da anni e che finalmente vedrà concretizzarsi un piano di sviluppo da 54 milioni di euro».

Così il sindaco di Treviso Mario Conte sulla firma dell’apposito decreto da parte del Ministro della Transizione Ecologica Roberto Cingolani di concerto con il Ministro della Cultura Dario Franceschini.

«L’ufficializzazione – rileva – significa nuove opere, cantieri, posti di lavoro, sostenibilità ambientale, mobilità, turismo e un avanzamento importante nel processo di internazionalizzazione della Città di Treviso e della Marca Trevigiana».

«Non posso che ringraziare il presidente di Save Enrico Marchi, con cui c’è stato sempre un rapporto di grande franchezza e collaborazione e il Presidente della Regione Luca Zaia, che fin da subito ha dato battaglia con noi per permettere lo sviluppo di uno snodo strategico per il turismo della nostra Regione».

«Siamo certi che, una volta ripreso il traffico aereo, l’ aeroporto di Treviso diventerà un hub di riferimento. Ryan Air ha voluto investire con la nuova base e nuove rotte. Inoltre, la nostra Amministrazione darà vita a un piano di promozione senza precedenti. Nel 2026, il Canova sarà uno dei poli logistici di riferimento per i Giochi Olimpici invernali. Un’aerostazione rinnovata e sviluppata in equilibrio con il territorio è la chiave per il futuro».

«Siamo molto soddisfatti di questa pronta azione da parte del nuovo Governo, che ci permette di programmare con certezza lo sviluppo futuro dello scalo – osserva Enrico Marchi, presidente Gruppo Save -. La firma odierna costituisce un passo in avanti fondamentale, che renderà l’ aeroporto un volano di rilancio per tutto il territorio e per un settore, quello del turismo, che sta soffrendo enormemente».

Nordest Economia – 19/03/2021

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A Venezia la consegna delle merci si fa con i droni: ecco il nuovo urban delivery

Protocollo siglato tra la Giunta Comunale di Venezia e l’Enac , l’ente nazionale dell’aviazione civile. Ecco il sistema di ‘Urban Delivery’ e ‘Urban Air Mobility’, in grado di facilitare i collegamenti nel delicato tessuto lagunare

Venezia si avvia verso l’utilizzo di droni e altri mezzi a pilotaggio remoto per sperimentare sistemi di ‘Urban Delivery’ e ‘Urban Air Mobility’, in grado di facilitare i collegamenti nel delicato tessuto lagunare, caratterizzato anche da molte isole.

A questo tende un protocollo siglato tra la Giunta Comunale di Venezia e l’Enac , l’ente nazionale dell’aviazione civile.

In particolare, il protocollo di Intesa sancisce la collaborazione tra l’Enac e la Città di Venezia «per promuovere l’utilizzo di sistemi intelligenti di Urban delivery con droni per individuare le condizioni operative utili alla definizione da parte dell’Enac di uno schema di regolamentazione, condiviso con il Comune, che consideri il fragile equilibrio del territorio lagunare e che tuteli il patrimonio storico-culturale e ambientale della Città».

Inoltre prevede la definizione di modalità di sviluppo di operazioni urbane tramite la sperimentazione e l’utilizzo di servizi ‘U Spacè per i droni.

«Venezia, che proprio in questi giorni si prepara a celebrare i 1600 anni dalla sua Fondazione, si dimostra, anche in questa occasione, la più antica città del futuro – commenta l’assessore all’Ambiente Massimiliano De Martin – I droni saranno sempre più uno strumento fondamentale per il controllo del territorio, per la sicurezza pubblica ma anche per consentire il collegamento tra le tante isole della laguna e chi le abita».

Nordest Economia – 19/03/2021

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