Valdastico Nord, la Cassazione ferma il progetto e ora A4 Holding ha bisogno di “un piano B”

5 Febbraio 2021

di Roberta Paolini

Il progetto va rifatto daccapo. Ma questo è solo la punta dell’iceberg per il concessionario che tiene anche la A4 Brescia-Padova. Perché come noto il rinnovo della concessione per quel tratto è legato proprio alla realizzazione del tronco Nord della Valdastico. E adesso? La società non commenta la sentenza, ma va da sé che per sperare nel rinnovo nel 2026 va trovato un progetto alternativo fattibile.

Illogica e irrazionale. L’aveva definita il Consiglio di Stato. E adesso la Cassazione conferma la sentenza, respingendo il ricorso della A4 Holding contro il Comune di Besenello sulla realizzazione del primo tratto, quello veneto, della Valdastico.

L’opera ha senso se completa, mentre non ha senso separare la Valdastico Nord in due tronconi: il tratto Veneto e quello Trentino. Così come era stato previsto dalla deliberazione Cipe del 18 marzo 2013. E quindi è tutto da rifare. Gli ermellini se non hanno firmato il de profundis dell’asse nord del collegamento Rovigo-Vicenza-Trento poco ci manca.

«Non vi sono dubbi  che la realizzazione di un’infrastruttura autostradale che si interrompe sul confine del territorio di un Comune è già di per sé idonea a determinare conseguenze dirette nel territorio medesimo e nella vita dei suoi abitanti, atteso l’aumento del traffico veicolare che con essa viene generato» aveva stabilito Palazzo Spada. Una sentenza che aveva del clamoroso e avrebbe costretto la concessionaria della A31, controllata da Abertis e quindi da Atlantia, a rimettere mano al progetto. La decisione partiva dal fatto che i lavori per il primo lotto, interamente in Veneto, erano indissolubilmente legati al secondo, in Trentino e non potevano quindi partire senza una completa approvazione, anche da parte delle autonomie locali. Battaglia arcinota e che si trascina da decenni.

Il Gruppo consiliare provinciale del Partito Democratico del Trentino ha espresso soddisfazione per le motivazioni della sentenza, depositata dalla Corte Suprema di Cassazione, “con la quale è stato respinto, con addebito delle spese, il ricorso che l’Autostrada Brescia-Padova aveva presentato contro il Comune di Besenello in merito alla possibile esecuzione del primo tratto Veneto della cosiddetta Valdastico”.

Nello specifico, la Suprema Corte, scrivono gli esponenti del Pd, “ha ribadito debba essere impedita la realizzazione del tratto Veneto, fino a quando l’intera opera non sia stata eventualmente progettata ed approvata. E dunque fino a quando anche la parte trentina non sarà stata approvata e progettata. Una prospettiva che appare oggi fortunatamente più lontana, e contro la quale continueremo a batterci come in tutti questi anni, accanto ad amministrazioni come quella di Besenello, che va ringraziata per la competenza, il coraggio e la passione, e che ottiene oggi una vittoria nell’interesse di tutto il Trentino”.

Il fatto di rimettere mano al progetto è solo un di cui per il concessionario che tiene anche la A4 Brescia-Padova. Perché come noto il rinnovo della concessione per quel tratto è legato proprio alla realizzazione del tronco Nord della Valdastico. E adesso? La società non commenta la sentenza, ma va da sé che per sperare nel rinnovo della concessione che scadrà nel 2026 va trovato un progetto alternativo fattibile. In attesa che arrivi il nuovo Governo e il nuovo ministro delle infrastrutture. Al momento l’unica alternativa per non perdere il rinnovo può essere solo il progetto della quarta corsia da Brescia a Padova. In tutto circa 1 miliardo di investimenti sulla base dei conteggi fatti nel 2019.

Nordest Economia – 05/02/2021

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COLLEGAMENTO FERROVIARIO CON L’AEROPORTO DI VENEZIA: REGIONE IN ACCORDO CON IL COMUNE DICE SÌ MA CON PRESCRIZIONI E RICHIESTA DI OPERE COMPENSATIVE

4 Febbraio 2021

La Giunta regionale del Veneto, convalidando quanto convenuto nell’incontro svoltosi il 21 gennaio scorso tra la vicepresidente e assessore alle infrastrutture della Regione, Elisa De Berti, e il sindaco di Venezia, Luigi Brugnaro, ha espresso, con apposito provvedimento, parere favorevole ai fini dell’intesa sulla localizzazione dell’intervento denominato “Collegamento ferroviario con l’Aeroporto Marco Polo di Venezia”, che deve ora essere esaminato dal CIPE.

Il progetto di collegamento ferroviario con l’aeroporto prevede la realizzazione di una connessione intermodale tra il “Marco Polo” e la rete ferroviaria esistente Venezia-Trieste, coerentemente con le direttive europee finalizzate all’incremento del trasporto su ferro e con le linee strategiche di sviluppo definite dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, che hanno individuato in Venezia uno degli scali di interesse nazionale per i quali potenziare l’accessibilità e l’intermodalità (in allegato la cronistoria del progetto e la planimetria del tracciato).

“In vista della futura intesa Stato-Regione che sarà sancita dal CIPE – spiega De Berti –, abbiamo preordinatamente condiviso con il Comune di Venezia le proposte da presentare al CIPE stesso, per migliorare il progetto definitivo, tenendo conto in particolare delle istanze provenienti dal territorio e dai cittadini. Dell’incontro che ho avuto il 21 gennaio con il sindaco Brugnaro e i tecnici regionali e comunali è stato redatto un verbale, inserito come parte integrante e sostanziale della deliberazione, nel quale si esprime favore alla localizzazione dell’opera ma con prescrizioni e con la richiesta di realizzazione di opere compensative, al fine di ridurre il più possibile l’impatto territoriale e sociale dell’opera: si tratta di elementi imprescindibili per mitigare gli effetti ambientali ma anche quelli socio-economici”.

“Dall’accordo tra Regione del Veneto e Comune di Venezia emergono anche altri aspetti rilevanti – prosegue la vice presidente –, come la volontà di implementare la collaborazione per promuovere e attuare ulteriori progetti, tra cui la variante di Tessera sulla Statale 14, in capo all’ANAS, non di diretta competenza ma funzionali e integrativi al collegamento ferroviario. Ma soprattutto Regione e Comune condividono l’auspicio di pervenire a una gestione commissariale delle procedure di realizzazione dell’opera per una sua rapida ed efficace attuazione, anche per garantire gli adeguati risarcimenti degli espropri”.

Queste le prescrizioni che Regione e Comune di Venezia hanno proposto nell’intesa sulla localizzazione dell’intervento:
1. con riferimento alla “Fermata Stadio” e relativa viabilità, le opere previste in progetto – ad oggi compatibili con la realizzazione della Fermata Stadio – siano adeguate in modo da assicurare il raggiungimento della funzionalità della fermata stessa, comprendendovi anche le opere di attraversamento atte a garantire il superamento stradale sia della costruenda ferrovia che della bretella autostradale esistente;
2. il by-pass provvisorio di cantiere sulla bretella autostradale sia realizzato sul lato opposto (a nord della stessa invece che a sud);
3. per quanto possibile, la viabilità di cantiere sia realizzata lontano dai centri abitati, garantendo su via Bosco Costa la transitabilità temporanea, da e verso Mestre, durante il cantiere delle opere stradali;
4. il progetto assicuri la libera e gratuita accessibilità alla nuova stazione ferroviaria da parte delle diverse tipologie di utenza;
5. sia realizzato il sottopasso per l’attraversamento ciclopedonale della linea ferroviaria storica Venezia-Trieste tra via Altinia e via Bosco Berizzi, all’interno dell’area triangolare interclusa in corrispondenza dello sfiocco del nuovo tracciato ferroviario;
6. siano realizzati i sottopassi viari e ciclopedonali delle intersezioni stradali con i due nuovi bivi ferroviari, ovvero in direzione Venezia e in direzione Trieste. Qualora nel Bivio direzione Venezia ciò non fosse geometricamente possibile, sia realizzato almeno il sottopasso per l’attraversamento ciclopedonale. Ad ogni modo è da preferirsi la soluzione che renda più agevole il transito ciclabile;
7. sia adeguato il tratto stradale di via Bosco Costa compreso fra il nuovo sottopasso (in sostituzione del cavalcaferrovia previsto) sul Bivio in direzione Trieste e via Praello e il tratto di via Altinia compreso tra i nuovi bivi ferroviari a Dese, per quanto possibile, senza introdurre nuove demolizioni ai fabbricati esistenti;
8. sia garantito il transito di mezzi di soccorso, di mezzi d’opera e agricoli con adeguate sezioni e altezze utili sui nuovi manufatti viari, a superamento della nuova linea ferroviaria.

Queste, invece, le opere compensative richieste:
1. siano realizzate delle barriere fono-assorbenti, compatibili con il paesaggio, nel tratto storico VE-TS, in corrispondenza dei centri abitati in prossimità di via Pialoi e di via Bosco Berizzi/via Altinia, anche quale possibile anticipazione di quanto previsto dal Piano di Risanamento Acustico Nazionale;
2. sia realizzato un sottopasso per il collegamento ciclopedonale tra via Pialoi “vecchia” e via Bosco Berizzi nel centro abitato di Dese;
3. nell’ambito del collegamento ciclabile in progetto lungo l’argine del Dese, compreso fra via Altinia e il centro abitato di Praello, sia realizzato il tratto ciclabile a partire dall’incrocio tra Via Praello e Via Bosco Costa fino all’intersezione con la Bretella Autostradale, comprensivo di relativa passerella per lo scavalco del fiume Dese in corrispondenza di via Praello, valutandone l’eventuale realizzazione sul lato opposto dell’argine;
4. siano realizzati gli impianti di illuminazione lungo la via Bosco Costa e lungo tutti i percorsi ciclopedonali;
5. siano predisposte le opere necessarie alla futura realizzazione di un sottopasso ciclopedonale lungo la S.S. 14.

Regione del Veneto – Comunicato n° 141 del 04/02/2021

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ENERGIA. TERNA COMPLETA ELETTRODOTTO INTERRATO CORTINA-AURONZO. MARCATO, “RISULTATO DI SINERGIA CHE GARANTISCE SERVIZIO NEL RISPETTO DELL’ AMBIENTE”

“Apprendo la notizia con grandissima soddisfazione. Questo risultato è la dimostrazione che quando c’è una visione complessiva delle esigenze del territorio, unita ad una sensibilità ambientale, si riescono a raggiungere risultati in maniera sinergica, coinvolgendo gli enti locali, i comitati e i cittadini. Ricordo che questo progetto è frutto di un accordo fatto con Terna, fortemente voluto dal Presidente Zaia e da me in qualità di assessore all’energia, ampiamente condiviso da tutta la Regione. È un risultato straordinario che consente da una parte di garantire un servizio per un’area importante, come è quella bellunese, e dall’altro il rispetto dell’ambiente e dei territori”.

Così l’assessore regionale allo sviluppo economico ed energia Roberto Marcato commenta la notizia del completamento della nuova linea elettrica tecnologica e totalmente interrata tra Cortina d’Ampezzo e Auronzo (Belluno) in poco più di un anno, funzionale a garantire lo svolgimento in sicurezza del Mondiali di Sci di Cortina 2021 che si apriranno domenica.

L’opera è il risultato di un lungo e proficuo percorso decisionale partecipato dal territorio nel quale sono stati coinvolti sin dalla fase iniziale di definizione del progetto, la popolazione oltre agli enti e tutte le istituzioni e amministrazioni locali.

“Sottolineo che l’intervento rientra nel quadro del piano di investimenti previsti da Terna nel Veneto – conclude l’assessore, – come concordato la società ha programmato di investire oltre 370 milioni di euro nei prossimi cinque anni per lo sviluppo, l’ammodernamento e la resilienza della rete elettrica veneta. Moltissimi di questi interventi, in vista delle Olimpiadi Cortina 2026, saranno realizzati in area bellunese, a dimostrazione che si tratta di un territorio di primario interesse per la Regione”.

Regione del Veneto – Comunicato n° 144 del 04/02/2021

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Open Fiber: connesse le prime 6mila unità immobiliari alla rete a banda ultra larga

3 Febbraio 2021

La città di Rovigo può già godere dei benefici dell’infrastruttura interamente in fibra ottica posata da Open Fiber. La società guidata da Elisabetta Ripa ha infatti completato il cablaggio delle prime 6mila unità immobiliari incluse nel progetto in corso nel territorio comunale, che possono così usufruire dei servizi innovativi che sfruttano l’elevata velocità e la bassa latenza della nuova connessione ultraveloce. I cittadini e le attività commerciali dei quartieri Commenda est e ovest possono quindi già rivolgersi a uno degli operatori partner di Open Fiber e cominciare a navigare sul web, con un servizio che permetterà loro di raggiungere la velocità fino a 1 Gbps in modalità FTTH (Fiber to the home), quindi con la fibra ottica che entrerà direttamente nelle abitazioni, nelle scuole, nelle aziende e negli uffici pubblici.

L’investimento a carico di Open Fiber nella città di Rovigo ammonta a 7 milioni di euro e verrà posata una rete a banda ultra larga di circa 152 chilometri. Il 40% del piano di sviluppo dell’opera prevede il riutilizzo di infrastrutture e cavidotti già esistenti, soprattutto interrati, fattore che permette di limitare i disagi per la circolazione e per i cittadini. Sono già iniziate le attività di cablaggio anche in Centro storico e nel quartiere San Bortolo.

“Rovigo sempre più tecnologica e all’avanguardia – ha detto il Sindaco Edoardo Gaffeo – grazie anche all’investimento di Open Fiber. Dopo la fase di posa per la messa in opera della rete, ora si entra nel vivo con la possibilità di utilizzare questa nuova infrastruttura innovativa che permetterà la navigazione internet più veloce per tutti. Un bell’investimento e una ottima opportunità per la nostra città”.

“Dotare questa città di un’infrastruttura interamente in fibra ottica – ha sottolineato Federico Cariali Regional Manager del Veneto di Open Fiber – significa metterla nelle condizioni di sfruttare tutte le potenzialità della trasformazione digitale. Certamente, oltre all’infrastruttura occorre sviluppare cultura e competenze digitali e lavorare sulla capacità di utilizzare le tecnologie che stiamo mettendo a disposizione. La rete Ftth di Open Fiber è “a prova di futuro” perché consente di abilitare tutti i servizi di ultima generazione: è infatti la più avanzata mai realizzata e continuerà a esserlo anche nei prossimi anni”.

Open Fiber è un operatore wholesale only, realizza l’infrastruttura e la mette a disposizione di tutti gli operatori nazionali e locali partner a condizioni tecniche ed economiche non discriminatorie. I principali operatori partner di Open Fiber, insieme a Internet service provider locali, stanno già commercializzando servizi sulla rete ultraveloce realizzata nel comune di Rovigo.

Veneto Report – 03/02/2021

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Nell’ultimo trimestre del 2020 il porto di Ravenna ha movimentato sei milioni di tonnellate di merci (-10,9%)

2 Febbraio 2021

Rialzo del traffico dei rotabili

Lo scorso anno il traffico delle merci nel porto di Ravenna è diminuito del -14,7% essendo stato pari a 22,41 milioni di tonnellate rispetto a 26,26 milioni di tonnellate nel 2019. Le sole merci allo sbarco sono ammontate a 18,60 milioni di tonnellate (-17,0%) e quelle all’imbarco a 3,80 milioni di tonnellate (-1,1%).

Nel 2020 il settore delle merci varie ha registrato il transito di 2,13 milioni di tonnellate di merci in container (-10,9%) realizzate con una movimentazione di contenitori pari a 195mila teu (-10,7%), 1,55 milioni di tonnellate di rotabili (-4,9%) e 5,14 milioni di tonnellate di merci convenzionali (-20,0%). Le rinfuse liquide hanno totalizzato 4,15 milioni di tonnellate (-10,5%), di cui 2,25 milioni di tonnellate di prodotti petroliferi (-12,8%), 1,16 milioni di tonnellate di prodotti alimentari, mangimi e oleaginosi (-2,3%), 738mila tonnellate di prodotti chimici (-14,0%) e 6mila tonnellate di concimi (-66,5%). Le rinfuse solide si sono attestate a 9,43 milioni di tonnellate (+17,9%), incluse 4,05 milioni di tonnellate di minerali, cementi e calci (-19,2%), 2,68 milioni di tonnellate di derrate alimentari, mangimi e oleaginosi (+17,4%), 868mila tonnellate di cereali (-54,2%), 168mila tonnellate di carboni (-40,4%), 51mila tonnellate di prodotti metallurgici (-55,0%), 47mila tonnellate di prodotti chimici (-23,1%) e 1,58 milioni di tonnellate di altre rinfuse secche (+3,1%).

Nel solo quarto trimestre del 2020, per il sesto periodo trimestrale consecutivo, il traffico delle merci movimentato dallo scalo portuale ha registrato una flessione essendo stato pari a 6,01 milioni di tonnellate, con una riduzione del -10,9% sul periodo ottobre-dicembre dell’anno precedente, di cui 4,94 milioni di tonnellate di carichi allo sbarco (-14,3%) e 1,07 milioni di tonnellate di carichi all’imbarco con un incremento – il primo dopo sei trimestri di calo – del +9,0%. Le merci varie hanno segnato una contrazione del -5,5% scendendo a 2,33 milioni di tonnellate, di cui 1,35 milioni di tonnellate di merci convenzionali (-10,2%), 506mila tonnellate di merci containerizzate (-5,9%) con una movimentazione di container pari a 48mila teu (-6,1%) e 472mila tonnellate di carichi ro-ro, con una ripresa del +12,1% dopo sei trimestri di riduzione. Rinfuse liquide e rinfuse solide sono state pari rispettivamente a 1,09 milioni di tonnellate (-11,1%) e 2,59 milioni di tonnellate (-15,2%).

InforMare – 02/02/2021

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Auto, il 2021 parte in salita: a gennaio immatricolazioni giù del 14 per cento

Secondo la Unrae il mese di gennaio è stato certamente penalizzato da due giorni lavorativi in meno, ma ancor più dalle limitazioni nelle zone più colpite dall’emergenza da Covid-19 e dall’apertura tardiva del portale per la richiesta degli incentivi.

Il mercato dell’auto stenta a decollare e apre l’anno con una flessione a doppia cifra. Nel primo mese del 2021 sono state immatricolate 134.001 nuove vetture con un calo del 14% rispetto alle 155.867 del gennaio 2020. Il mese di gennaio è stato certamente penalizzato da due giorni lavorativi in meno, ma ancor più dalle limitazioni nelle zone più colpite dall’emergenza da Covid-19 e dall’apertura tardiva del portale per la richiesta degli incentivi.

A questo va aggiunto che il mancato adeguamento al nuovo ciclo WLTP dei valori di CO2 previsti per l’applicazione dei fringe benefit ha causato turbativa nel mercato delle auto aziendali. Da sottolineare che il calo sarebbe stato certamente ancora più pesante in assenza del pacchetto di incentivi previsto dall’emendamento bipartisan alla Legge di Bilancio, fortemente sostenuto dai membri della maggioranza (in particolare dai componenti della Commissione Attività produttive, Pres. Nardi, On. Benamati, On. Moretto e On. Bersani).

L’avvio degli incentivi, infatti, sta fornendo grande sostegno al comparto, con un notevole successo per le richieste di rottamazione sulla fascia incentivata da 61 a 135 g/km: un ottimo risultato per l’ambiente, ma la disponibilità di fondi rischia di esaurirsi rapidamente nel primo trimestre. Inoltre, se le vetture a ricarica esterna (BEV+PHEV), come auspicato, dovessero raggiungere una market share a doppia cifra, allora anche per la fascia 0-60 g/km i fondi non basterebbero a coprire l’intero anno.

Il PNRR avendo un respiro pluriennale non dovrebbe incidere sui risultati 2021, ma se necessario potrebbe anche essere usato per intervenire con un rifinanziamento dei fondi, già nel breve termine.

“In questo scenario la nostra stima per il mercato delle autovetture nel 2021 è di 1.550.000 immatricolazioni, che indica un andamento positivo del +12% rispetto all’annus horribilis appena chiuso, ma che va letta in relazione al trend pre pandemia: parliamo ancora di un pesante calo del 19% rispetto ai livelli 2019 e non è certamente una stima prudenziale”, afferma Michele Crisci, Presidente dell’UNRAE, l’Associazione delle Case automobilistiche estere.

“I programmi del PNRR rappresentano un’occasione storica per l’Italia, fondamentali per il decollo della mobilità verde e il rilancio del settore automotive, con benefici per l’ambiente la stabilità occupazionale e il bilancio dello Stato – conclude il Presidente. In questo quadro, il nostro settore può giocare un ruolo centrale per il riavvio dell’economia, attraverso tre pilastri strategici su cui convogliare le risorse disponibili: un corretto supporto allo sviluppo della mobilità green, rispettando la neutralità tecnologica; la realizzazione di infrastrutture di rifornimento per i veicoli di nuova generazione; una maggiore competitività delle aziende italiane, allineando la fiscalità delle imprese che si avvalgono di auto aziendali a quella dei principali Paesi europei, riducendo il gap competitivo di cui soffrono”.

Nordest Economia – 02/02/2021

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Porti: Venezia, nel 2020 perse 2,5 mln tonn. merci (-10,3%)

Pesa l’abbandono del carbone. Azzerate crociere e calo container

Nell’anno segnato dalla pandemia i dati relativi ai traffici dei porti veneziani confermano una prevedibile flessione rispetto al 2019. Lo riferisce oggi l’Autorità di sistema portuale del mare Adriatico Settentrionale.

Venezia perde nel complesso 2,5 milioni di tonnellate (-10,3%), percentuale da ridurre al netto del carbone, Chioggia perde invece circa 409 mila tonnellate (-31%). Il calo del porto veneziano risulta inferiore al calo medio (-14.3%) registrato lo scorso anno dai porti italiani comparabili sotto un profilo geografico, di mercato e funzionale.

Nonostante gli effetti del Coronavirus sull’economia mondiale, il secondo semestre ha però visto un miglioramento dei dati rispetto alla prima parte dell’anno, a confronto con gli stessi periodi del 2019. Ed è in particolare nel quarto trimestre che il porto di Venezia registra la diminuzione minore (-8,1%) nelle tonnellate di merci movimentate rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, percentuale che, al netto dell’intermediazione di carbone, si consolida ad un valore pari a -4.7%. Una rilevante porzione del traffico perduto nel 2020 è infatti legata al crollo del carbone (-69,6%), causato dal graduale abbandono da parte dell’Italia di questa fonte energetica; la flessione dei traffici del porto veneziano passa quindi dal 10,3% al 6,3%.

Le rinfuse liquide segnano un -5,1% (-461 mila tonnellate), quelle solide – compreso il carbone – si attestano sul -20,4% (-1,278 milioni tonnellate) mentre il general cargo registra un -8,6% (-844 mila tonnellate). In controtendenza, con +2,6%, mangimi e semi oleosi, mentre tengono sostanzialmente le rinfuse siderurgiche (-6,6%) e i prodotti chimici (-2%).

Il settore container che perde 64.394 TEU (-10,8%), una riduzione motivata in parte dalla decisione di molte compagnie di ridurre l’offerta di stiva, e in parte dall’abbandono della linea diretta con il Far East, che l’Authority intende recuperare nel più breve tempo possibile attraverso lo scavo del canale Malamocco-Marghera.

In calo del 76% il traffico passeggeri dei traghetti, mentre il traffico crocieristico è rimasto praticamente fermo (-99,6%) con 5.653 passeggeri rispetto agli oltre 1,6 milioni dell’anno precedente.

A Chioggia risultano azzerate le poche rinfuse liquide transitate nel porto nel 2019 e in flessione del 10,4% le rinfuse solide, con i prodotti per l’edilizia (cemento, calce, malta) che perdono più di 65 mila tonnellate. Segnali positivi arrivano dai prodotti chimici solidi (+5,7%) con 7.000 tonnellate. In calo del 59,3% anche il general cargo.

Ansa/Mare – 02/02/2021

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