Infrastrutture: Pizzimenti, al via completamento ciclabile Porpetto

28 Febbraio 2021

La Giunta regionale, su proposta dell’assessore regionale alle Infrastrutture Graziano Pizzimenti, ha approvato l’affidamento in delegazione amministrativa al Comune di Porpetto della progettazione e realizzazione delle opere necessarie al completamento della ciclabile Porpetto – San Giorgio di Nogaro per un importo di 150.000 euro.

“Provvediamo così – commenta Pizzimenti – al completamento di uno degli archi del Sistema della ciclabilità diffusa sul territorio regionale (Sicid) che la legge regionale “Interventi per la promozione della nuova mobilità ciclistica sicura e diffusa” (8/2018) identifica come una delle sue finalità. Tale opera – aggiunge l’assessore – riveste carattere di urgenza per garantire sicurezza agli utenti deboli della strada, essendo il tratto Porpetto-San Giorgio di Nogaro caratterizzato da un importante carico di traffico veicolare, soprattutto nella funzione di collegamento tra il casello autostradale di San Giorgio di Nogaro, lungo la A4, e la Zona industriale dell’Aussa Corno”.

Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia – 28/02/2021

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Il MIT cambia nome: si chiamerà Ministero delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibili

26 Febbraio 2021

Un cambio di nome per una visione di sviluppo allineata alle attuali politiche europee e ai principi del Next Generation Eu.

Con questa motivazione, il dicastero di Porta Pia cambia nome e diventa Ministero delle infrastrutture e della mobilità sostenibili (Mims).
Il cambiamento è stato approvato oggi dal Consiglio dei Ministri su proposta del Ministro Enrico Giovannini con il decreto-legge sulla riorganizzazione dei ministeri.

Una ripresa sostenibile anche sul piano sociale e ambientale

“L’obiettivo è promuovere una forte ripresa economica del Paese che sia sostenibile anche sul piano sociale e ambientale, come indicato dal Presidente Draghi, che ringrazio per aver sostenuto la proposta di modifica del nome del Ministero – ha spiegato Giovannini -. Investimenti rapidi e consistenti, come quelli che stiamo programmando, in particolare con il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, devono produrre un rilevante effetto sul piano della competitività del sistema economico e di stimolo occupazionale nell’attuale congiuntura economica e in prospettiva. Il rafforzamento e l’ammodernamento delle reti infrastrutturali e del settore della logistica, l’investimento in infrastrutture sociali e nelle diverse aree del sistema dei trasporti devono accompagnare e accelerare le trasformazioni in atto nel mondo delle imprese e dei consumatori nella direzione della sostenibilità”.

Secondo Giovannini, il Ministero aprirà un dialogo intenso con gli operatori economici e sociali per identificare le azioni più idonee per accelerare questo percorso, tenendo conto anche delle nuove opportunità derivanti dai recenti orientamenti del mondo finanziario e delle politiche europee in materia.

Trasporti-Italia.com – 26/02/2021

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Patti territoriali, a breve un nuovo bando del Mise

25 Febbraio 2021

Nuovi fondi per finanziare le opere pubbliche potrebbero essere a disposizione della città con il nuovo bando per i Patti Territoriali promosso dal Mise, che potranno essere utilizzati nel territorio per finanziare progetti volti allo sviluppo del tessuto imprenditoriale, anche mediante la sperimentazione di servizi innovativi a supporto delle imprese.

Ogni soggetto responsabile, come si evince dall’articolo 3 del decreto, potrà presentare un solo progetto pilota costituito da singoli interventi pubblici e/o interventi imprenditoriali tra loro coerenti sulla base di tematiche predefinite. Il progetto pilota deve essere accompagnato da uno studio di fattibilità tecnico-economica finalizzato ad illustrare i contenuti tecnici della proposta, l’analisi costi-benefici sulla fattibilità economico-finanziaria e corredato da previsioni economico-finanziarie fino al termine delle attività. Il bando, che verrà emanato dal Ministero entro 30 giorni dalla data di entrata in vigore del decreto, fisserà l’ammontare massimo del contributo assegnabile ad ogni progetto pilota, in funzione delle risorse residue dei Patti territoriali resesi disponibili.

«Quello di Chioggia, Cavarzere e Cona è un patto territoriale ancora attivo – spiega l’assessore al Bilancio e alle Partecipate Daniele Stecco – per cui possiamo e dobbiamo partecipare per portare nuovi incentivi nel nostro territorio, sia per opere pubbliche, che per sostenere la crescita delle nostre aziende. Ricordo, ad esempio, alcune azioni in campo infrastrutturale finanziate e concluse, che hanno riguardato il mercato ortofrutticolo di Brondolo, con la realizzazione delle nuove celle frigo, il mercato ittico all’ingrosso con l’adeguamento strutturale della sala aste, l’area attrezzata per la sosta di camper a Borgo San Giovanni e il punto di sbarco dei molluschi a Punta Poli. Rimarremo in stretto contatto con gli uffici della Città Metropolitana, che è l’attuale soggetto responsabile per la gestione di tali fondi perché si adoperino per presentare le progettualità necessarie al nostro territorio. Un’occasione da non perdere di vista, un lavoro importante di vasto respiro da portare avanti per accedere a nuove risorse per il sistema produttivo e per rilanciare il territorio clodiense».

Ad oggi, le risorse residue totali da ripartire nei vari patti territoriali sono stimate in circa 180 milioni di euro e saranno assegnate mediante un imminente bando indetto dal Ministero dello sviluppo economico. In particolare, il bando, atteso per la fine del corrente mese, individuerà le modalità e i termini di presentazione delle domande di finanziamento nonché l’ammontare del contributo per ogni progetto. Al bando potranno partecipare i soggetti responsabili ancora operativi. Anche il Comune di Chioggia potrà presentare un progetto pilota – costituito da singoli interventi pubblici e/o interventi imprenditoriali tra loro coerenti – realizzati da enti locali e piccole e medie imprese, sulla base di tematiche predefinite dal MISE.

Chioggia News 24 – 25/02/2021

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A Schio arriva la fibra ottica: Tim investe 5 milioni per i collegamenti ultraveloci

Tim sta avviando a Schio un piano di cablaggio che, con un investimento stimato di circa 5 milioni di euro, in sinergia con l’Amministrazione comunale, porterà la fibra ottica fino alle abitazioni per rendere disponibili collegamenti ultraveloci fino a 1 Gigabit/s.

La città berica è stata inserita infatti nel programma nazionale di copertura di FiberCop, la nuova società del Gruppo Tim che realizzerà la rete di accesso secondaria in fibra ottica nelle aree nere e grigie del Paese per sviluppare soluzioni Ftth (Fiber To The Home) secondo il modello del co-investimento “aperto” previsto dal nuovo Codice Europeo delle Comunicazioni Elettroniche.

I lavori sono già partiti in molte zone della città, in modo da rendere i servizi progressivamente disponibili, con l’obiettivo di collegare circa 13.000 unità immobiliari alla conclusione del piano. Per la posa saranno utilizzate le eventuali infrastrutture già esistenti. Nel caso sia necessario effettuare scavi, questi saranno realizzati adottando tecniche innovative a basso impatto ambientale, con interventi sulla sede stradale di circa 10-15 centimetri.

Veneto Report – 25/02/2021

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Costa Crociere: presentato Dante Mobile, il nuovo laboratorio mobile per test Covid-19

Costa Crociere riparte con Costa Smeralda il 27 marzo e per farlo nella massima sicurezza ha predisposto un nuovo servizio.
La compagnia, in sinergia con Dante Labs, azienda italiana leader mondiale della genomica e provider di test Covid-19, ha infatti presentato il “laboratorio mobile” per test Covid-19.

Dante Mobile: i furgoni su cui fare il tampone prima di una crociera Costa

Si tratta di una rete di laboratori mobili su furgoni, che saranno impiegati per effettuare i tamponi molecolari direttamente nei porti di partenza della compagnia. I mezzi, denominati “Dante mobile”, sono dotati di tutto il necessario per eseguire i tamponi: inattivatori di virus, macchinari per liquid-handling, estrattori e PCR. L’autonomia energetica, garantita da un gruppo elettrogeno, permette a ogni laboratorio mobile di analizzare sino a 1000 campioni al giorno senza utilizzo di fonti energetiche esterne, mentre l’invio dei risultati avviene attraverso la connessione alle reti mobili di ultima generazione.

Il protocollo di sicurezza di Costa Crociere

I “Dante mobile” saranno già operativi il 27 marzo, nel porto di Savona, per effettuare test COVID-19 pre-imbarco agli ospiti di Costa Smeralda, la prima nave della flotta Costa che riprenderà il mare. Grazie a questo servizio, che sarà disponibile non solo a Savona ma in tutti i principali porti di imbarco della navi del Gruppo Costa, Costa Crociere renderà ancora più efficaci le misure di sicurezza previste dal Costa Safety Protocol, il protocollo che contiene procedure operative adeguate alle esigenze di risposta al COVID-19. Una delle misure principali del protocollo prevede test antigenico per tutti gli ospiti prima dell’imbarco, che in caso di positività viene verificato attraverso un ulteriore test molecolare. Per quanto riguarda l’equipaggio, sono previsti test molecolari, eseguiti sia prima dell’imbarco, sia regolarmente durante tutto il periodo di permanenza a bordo. Grazie ai nuovi laboratori mobili, i test molecolari potranno essere effettuati in maniera ancora più rapida e sicura.
Altre misure incluse nel protocollo Costa riguardano il controllo della temperatura ogni volta che si scende e si rientra in nave, visite delle destinazioni solo con escursioni protette, distanziamento fisico a bordo e nei terminal, riduzione del numero di passeggeri, nuove modalità di fruizione dei servizi di bordo, potenziamento della sanificazione e dei servizi medici, utilizzo della mascherina protettiva quando necessario.

Trasporti-Italia.com – 25/02/2021

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La Cav nuova concessionaria? «Operazione da 1,2 miliardi»

La vicepresidente veneta De Berti al forum organizzato da Confindustria Veneto. «Per 30 anni risorse da utilizzare per opere stradali a Padova, Treviso e Venezia»

di Nicola Brillo

L’obiettivo è permettere a Cav di gestire per altri 30 anni il Passante di Mestre. E utilizzare gli utili per opere stradali tra le province di Padova, Venezia e Treviso. Da tempo ci sta lavorando l’assessore regionale ai Trasporti Elisa De Berti.

Lo scoglio è una norma che limita l’attività di Cav al 2032 e al solo Passante, mentre dovrebbe diventare a tutti gli effetti una concessionaria di autostrade, sul modello del Brennero o Autovie Venete. Il “primo assalto” per inserire la norma all’interno del Milleproroghe non è andato a buon fine, ma il Veneto è pronto a rifarsi sotto con il nuovo governo.

«Noi vogliamo che la concessione non vada a gara e sia rinnovata per ulteriori 30 anni a Cav – ha spiegato De Berti, durante il forum online “Il Veneto e la sfida infrastrutturale: verso il 2030”, organizzato ieri da Confindustria Veneto – e per questo presenteremo un piano economico e finanziario per investimenti nella zona di competenza Cav e l’area di adduzione del Passante. Così si potranno sfruttare investimenti per 1,2 miliardi, oltre a 600 milioni che deriveranno dagli utili previsti nei 30 anni successivi al 2032».

Il presidente di Confindustria Veneto Enrico Carraro ha ribadito «il grido di dolore del territorio, sintetizzato dal rapporto della Fondazione Nord Est, con la mancanza di infrastrutture viarie adeguate. Tutto quello che è successo nell’ultimo anno e che sta succedendo nel mondo – ha sottolineato Carraro – ci impone una revisione critica dei progetti che abbiamo lanciato».

Nell’elenco ci sono, tra le altre cose, la necessità di miglioramento dei collegamenti tra aeroporti, e la rete regionale del trasporto ferroviario, il prolungamento nord della A31, il collegamento dell’autostrada A27 Alemagna.

Intanto prosegue il piano di investimenti di Rfi con lavori per oltre 16 miliardi, come ha ricordato l’ad Vera Fiorani: «L’area veneta è tra quelle dove siamo maggiormente impegnati in Italia». Sul fronte stradale in Veneto «nuovi investimenti per 340 milioni nei prossimi anni, mentre la manutenzione programmata è di 932 milioni euro», ha ricordato Mario Liberatore (Responsabile Veneto e Friuli Venezia Giulia di Anas).

Cinzia Zincone, commissario straordinario del Porto di Venezia e Chioggia, ha ribadito che dalle ultime decisioni politiche «vi è l’idea di portare le crociere, oppure le merci fuori dalla laguna, con l’idea di un off-shore. Al quale, tra l’altro, è legato l’off-shore di Montesyndial: queste sono le condizioni con cui il porto di Venezia può non solo mantenere, senza perdite per l’entrata in funzione del Mose, ma crescere ancora».

Si è chiuso infine un anno difficile per l’aeroporto di Venezia, che tornerà ai livelli del 2019 solo nel 2024-2025. Monica Scarpa, ad di Save, ha ricordato che il gruppo sta già lavorando a nuove iniziative per i collegamenti per le Olimpia2026 a Cortina.

Nordest Economia – 25/02/2021

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Porti: Venezia; Zincone, l’off shore per mantenere i traffici

Legame con quello di Montesyndial al quale si sta già lavorando

“Dalle ultime decisioni politiche vi è l’idea di trasportare le crociere, oppure le merci fuori dalla laguna, e quindi rientra prepotentemente in campo l’idea di un off-shore. Al quale, tra l’altro è legato l’off shore di Montesyndial al quale si sta già lavorando”. Così Cinzia Zincone, commissario Straordinario del Porto di Venezia e Chioggia, durante il forum di Confindustria Veneto. “In effetti – ha aggiunto – queste sono le condizioni con cui il porto di Venezia può non solo mantenere, senza perdite per l’entrata in funzione del Mose, il proprio traffico, che oggi ammonta a 22-23 milioni di tonnellate di merci, ma anche migliorare questi numeri di una buona percentuale”.

Ansa/Mare – 25/02/2021

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Appello del Comitato Venezia Lavora affinché sia consentita la ripresa delle crociere in Italia e a Venezia

24 Febbraio 2021

Tommasini: rispetto e dignità per tutti quei lavoratori che vivono grazie alla crocieristica

Il Comitato Venezia Lavora, associazione il cui obiettivo è di promuovere gli interessi degli operatori e lavoratori che fanno parte del sistema portuale veneziano, ha lanciato un appello al governo e alle istituzioni affinché sia consentita la ripresa delle attività crocieristiche in Italia e a Venezia. Ricordando che le compagnie crocieristiche si stanno riorganizzando per ripartire, tenendo in debito conto l’andamento della pandemia e attraverso l’adozione di severi protocolli per la tutela della salute e della sicurezza dei passeggeri, degli equipaggi, degli operatori e delle comunità cittadine e portuali che operano con le navi da crociera e ospitano i viaggiatori, il Comitato ha sottolineato che il riavvio delle crociere «sarebbe un segnale non solo auspicabile ma anche così atteso da tutta la comunità portuale che potrebbe così rivedere un barlume di speranza per il futuro dei lavoratori e delle loro famiglie».

Il Comitato Venezia Lavora ha precisato che, specificamente per Venezia dove le attività crocieristiche sono state al centro di polemiche per il loro contribuito all’inquinamento, la ripartenza potrebbe avvenire sulla base della decisione dell’ultimo Comitatone che ha dato indicazioni chiare: portare la maggior parte delle navi da crociera a Marghera approntando approdi diffusi compatibili con il traffico merci e riservare la Marittima alle navi più piccole, soluzione di breve periodo – ha evidenziato il Comitato – che consentirebbe di riavviare il traffico crocieristico iniziando ad ovviare al passaggio davanti San Marco.

«Oggi, che l’arrivo del vaccino e la ripresa dell’economia sono speranze sempre più concrete – ha affermato il presidente del Comitato Venezia Lavora,Vladimiro Tommasini – ci chiediamo se una volta usciti dall’incubo di questa pandemia, i lavoratori del settore crocieristico veneziano avranno la possibilità di riprendere ad operare o saranno ancora ostaggio delle mancate scelte politiche che hanno posto un’ipoteca sul futuro di migliaia di famiglie che da nove anni attendono risposte. Poiché al centro del dibattito sulle grandi navi a Venezia vanno posti, anche e soprattutto, il rispetto e la dignità di tutti quei lavoratori che vivono grazie alla crocieristica e vogliono continuare ad essere un tassello importante della rinascita della nostra amata città e dell’intero territorio veneto».

Il Comitato ha denunciato inoltre che «in tutti questi mesi si è parlato di contributi per ristoranti, bar, alberghi, palestre, discoteche, operatori del settore montano ecc. ma nulla è stato studiato per lenire la profonda crisi in cui versano i terminal crociere, molti dei quali si trovano peraltro in questo periodo a dover versare i canoni concessori da parte delle rispettive Autorità di Sistema Portuale che solo in pochi casi hanno ridotto l’onere dell’ammontare dovuto».

Ricordando che, con i suoi 1,41 milioni di passeggeri, la crocieristica ha coperto quasi il 3% del Pil dell’economia di Venezia, il vice presidente del Comitato Venezia Lavora, Marco Gorin, ha espresso l’auspicio che «infine che le navi ritornino presto ad essere ospitate presso le banchine del porto crociere di Venezia senza dover difendere il nostro lavoro da ingiustificate minacce che troviamo inaccettabili. Oggi, con la crisi economica innescata dal Covid-19 – ha concluso – abbiamo più che mai bisogno di risposte a soluzioni che non possono più attendere di essere realizzate e soprattutto essere certi che alla ripartenza anche Venezia possa essere della partita e che il nostro porto non venga ingiustamente penalizzato per infondate paure e sterili polemiche il cui unico esito è stato scontato dai lavoratori e dalle loro famiglie».

InforMare – 24/02/2021

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Tamponi Brennero, Conftrasporto: combattere la pandemia è obiettivo comune, l’Italia adotti stesse misure di Austria e Germania

Prosegue la polemica per i tamponi a pagamento per i camionisti italiani diretti in Austria e Germania.

Il presidente di Conftrasporto-Confcommercio Paolo Uggè torna sul tema dei controlli sanitari per gli autisti in ingresso in Italia, e replica al presidente del Transitforum Austria-Tirol Fritz Gurgiser, che in una nota stampa ha minimizzato il danno economico derivante all’Italia dai rallentamenti e dal pagamento dei tamponi.

“Concordo con il signor Gurgiser sul fatto che combattere la pandemia debba essere l’obiettivo primario di tutti gli Stati e che anche l’Italia dovrebbe adottare le stesse misure applicate dall’Austria e dalla Germania, ma rigetto con forza l’accusa di egoismo mossa questo signore – ha detto Uggè –. In tema di salute, le nostre premesse collimano, quindi i controlli facciamoli anche noi ai camionisti austriaci e tedeschi che entrano nel nostro Paese: lo chiedo da giorni. Altra cosa: forse il signor Gurgister non lo sa, ma l’esito del tampone è valido solo per 48 ore, dopodiché va ripetuto ogni volta che si intende viaggiare in quella direzione. Tragga lui le considerazioni che crede”.

“Per inciso – ha aggiunto Uggè – evidenzio che in una recentissima agenzia di stampa è apparso un dato sul quale dovrebbe riflettere il signor Gurgiser: su 850 conducenti testati, ne è risultato positivo uno solo. Questo conferma che forse l’unica scelta fatta dal Governo Conte sia stata quella che riguardava i conducenti dei mezzi pesanti. Se Gurgiser vuole trovare qualcuno che dice sciocchezze o affronta questioni serie con furba superficialità, si guardi allo specchio”.

Trasporti-Italia.com – 24/02/2021

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Tir, è caos tamponi: «Bisogna pagarli e con i controlli perdiamo tre ore»

23 Febbraio 2021

Da martedì i test imposti dalla Germania costano 40 euro. Conftrasporto: «Una vera beffa, e non c’è reciprocità»

di Matteo Marian

Dalle code chilometriche per fare il tampone «alla beffa». Perché dopo essersi scontrati con la stretta anti-Covid della Germania per il tramite dell’Austria, anche i trasportatori veneti da ieri devono fare i conti con la fine della gratuità del tampone e con una nuova routine dove bisogna mettere in conto, se va bene, un’ora di stop.

«Da oggi (ieri, ndr) a Vipiteno i camionisti italiani diretti in Germania devono pagarsi il tampone anti-Covid, se vogliono proseguire il viaggio. Non ci resta che piangere» tuona il presidente di Conftrasporto-Confcommercio Paolo Uggè. «Bene che il ministro dei Trasporti scriva lettere e chieda il rispetto del principio della libertà di circolazione delle merci, ma, anche di fronte a quest’ennesima beffa imposta all’Italia da un altro Paese comunitario, scrivere non basta più. “A brigante, brigante e mezzo”, ebbe a dire il presidente della Repubblica Sandro Pertini. Insomma, a questi Paesi rispondiamo applicando quantomeno il principio di reciprocità. Per l’economia nazionale e per i trasportatori, ogni ritardo, ogni rallentamento, significano perdita di competitività e costi».

Il caso è noto. La Germania ha imposto a tutte le persone (compresi i camionisti) in arrivo nel Paese l’obbligo di esibire l’esito di un tampone (con referto scritto in inglese o tedesco) negativo ed effettuato da non più di 48 ore. L’Austria ha spostato il problema al confine con l’Italia, e il Brennero è diventato così il collo di bottiglia anti-Covid. Tutto questo, una settimana fa, si è tradotto in 40 chilometri di Tir in coda e camionisti all’addiaccio in una stazione di servizio (Sadobre) in attesa del tampone. Ma non è tutto.

Da ieri, infatti, i tamponi sono a pagamento (40 euro) e garantirselo implica almeno un’ora di sosta. «Questo dopo che ci siamo dati da fare come categoria» spiega Alessio Sorio, segretario della Fai Conftrasporto di Verona. «Prima la fermata per il tampone faceva perdere dalle due alle tre ore di lavoro». All’interno di Interporto Verona è stato infatti organizzato un punto tamponi dove i camionisti che lavorano con la struttura possono fermarsi per eseguire il test. «È a pagamento, il costo è di 40 euro come quelli che si fanno a Sadobre e a Trento. Ma almeno c’è un punto accessibile e i camionisti non sono costretti a cercare per mezza provincia una farmacia con spazi esterni dove poter parcheggiare Tir».

Ieri, nella prima giornata di operatività, sono stati eseguiti 150 tamponi ma il punto è attrezzato per arrivare a un massimo di 900 test. «Nel frattempo c’è chi preferisce farsi 150 chilometri in più per andare in Germania passando da Tarvisio, visto che qui non vige alcun obbligo» prosegue Sorio. «Un’ora in meno di guida, dato che sono nove al giorno, significa comunque una giornata compromessa per il 15%. E i clienti non ne vogliono sapere di costi aggiuntivi».

I camion, in questo periodo di crisi, rientrano senza carico. «E il ritorno è fondamentale per riuscire a guadagnare» conclude Sorio. «A questo va aggiunto il costo del tampone e il fatto che comunque, complessivamente, un viaggio per la Germania dura dalle due alle tre ore in più, visti i controlli e le code che si creano. Significa lavorare sapendo già che non si guadagnerà».

Nordest Economia – 23/02/2021

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