Logistica: crescono addetti (+6,4%) e fatturato (+8,1%) ma la crescita rallenta

27 Febbraio 2020

Aumentano gli addetti (+6,4% che porta il valore complessivo a poco più di 250.000 unità) e il fatturato (+8,1%, oltre 46miliardi totali) ma la crescita frena. Nell’anno precedente si viaggiava ad un incremento degli addetti del +10,4% e dei ricavi del +10%. L’analisi sulla base della banca dati AIDA –Bureau van Dijk ha riguardato i bilanci 2018 di quasi 17000 srl afferenti al settore, pari al 3% del totale di srl.

La fotografia del comparto trasporti e logistica è stata scattata dall’Osservatorio sui bilanci delle SRL – pubblicato dal Consiglio e dalla Fondazione Nazionale dei Commercialisti.

Nel dettaglio emerge come la crescita del fatturato sia più elevata tra le imprese del comparto trasporto terrestre di merci (+11,3%) seguito dalle srl del comparto del trasporto marittimo e acque interne (+8,7%), magazzinaggio e attività di supporto ai trasporti(+6,6%) e infine (+3,8%) trasporto terrestre di passeggeri.

Limitando l’osservazione all’andamento del fatturato e del valore aggiunto, le performance migliori relative ai bilanci 2018 si registrano nel Nord-ovest, per quanto riguarda sia il fatturato (+9,9%) che il valore aggiunto (+9,7%). Nel Nord-est, invece, si osserva la crescita più bassa del fatturato (+5,9%) mentre al Centro (+6,4%) l’incremento più contenuto del valore aggiunto.

In termini di fatturato, a livello regionale, a parte la Valle d’Aosta (-14%), in evidenza il Piemonte con il +27,6%, il Molise con il +14,9%, la Campania con il +11,9% e la Basilicata con il +11,1%. In particolare il Piemonte fa registrare un forte recupero rispetto al 2017, mentre nel Lazio si registra la tendenza opposta. Buone anche le performance dell’Umbria (+10 %) e del Friuli Venezia Giulia (+9,6%). Sul fronte degli addetti, maglia nera a Valle D’Aosta (-36,1%) mentre sul podio Campania (+14%), Lombardia (+8%), Piemonte(+7,9%) e Friuli Venezia Giulia(+7,9%).

Relativamente alle classi dimensionali di fatturato, soffrono le microimprese (fino a 350.000euro) con negatività sia per addetti (-9,6%) che ricavi (-5,7), mentre le grandi imprese (oltre10milioni di euro) marciano con livelli di crescita superiori alla media nazionale, segnando +11,7% per addetti e +12,3% per fatturato.

Trasporti-Italia.com – 27/02/2020

© Riproduzione riservata

Banda larga: Regione, pronti a realizzare autonomamente alcuni tratti

25 Febbraio 2020

No a qualsiasi ipotesi di ulteriori ritardi nella realizzazione del piano nazionale di diffusione Banda ultra larga (Bul), nessun avvallo a decisioni che vadano in questa direzione da parte del Cobul, il comitato che sovraintende l’attuazione di questa importante infrastruttura, e piena disponibilità a gestire autonomamente i tratti che Open Fiber non è in grado ultimare nei tempi stabiliti.

Questi in sintesi i principali passaggi del documento che l’assessore ai Sistemi informativi, nella sua veste di coordinatore della Commissione agenda digitale della Conferenza delle Regioni e Province autonome, ha presentato oggi a Roma nel corso della riunione del Comitato per la Banda ultra larga.

Durante un incontro che si è tenuto al Mise lo scorso 20 febbraio, al quale hanno preso parte tutte le Autorità di gestione dei fondi Fesr e Feasr delle Regioni italiane e Provincie autonome, infatti, è stato comunicato che sarebbe destinato a proseguire almeno fino al 2023 il piano tecnico di realizzazione dell’intervento per quanto concerne le aree bianche, quelle ritenute meno interessanti da un punto di vista economico dagli operatori delle telecomunicazioni come per esempio le zone montane.

Inoltre ben 1113 comuni italiani, finora sospesi e programmati per il 2021, risulterebbero definitivamente esclusi dal piano di intervento aree bianche in quanto presenterebbero già disponibilità di Banda ultra larga per oltre il 95% delle unità immobiliari.

Decisioni che le regioni italiane ritengono inaccettabili anche in virtù del fatto che il Piano della Banda larga nelle cosiddette aree bianche viene sviluppato proprio grazie all’utilizzo, in particolare, dei fondi regionali Fesr e Feasr per un importo complessivo superiore a un miliardo e mezzo di euro. Le Regioni, pertanto, sono a tutti gli effetti “soci di maggioranza” di questo progetto e il loro punto di vista non può certo essere trascurato.

Nel documento, condiviso a livello di comitato, viene negato quindi qualunque avvallo alle decisioni del Cobul di estendere i tempi di ultimazione e di escludere, parzialmente o del tutto, alcuni territori dagli interventi pianificati.

Si chiede invece che vengano trovate soluzioni veramente praticabili e in grado di risolvere in modo credibile le difficoltà che presenta il progetto Bul aree bianche anche rivedendo la destinazione di fondi come quelli dei risparmi di gara o quelli destinati ai voucher di incentivo alla domanda.

La priorità delle Regioni italiane, infatti, è quella di mantenere la promessa di creare infrastrutture a Banda ultra larga diffuse in modo capillare al fine di connettere i territori con tecnologie ad alta velocità e favorire la diffusione di servizi innovativi per lo sviluppo sociale, economico e culturale.

Pertanto le Regioni hanno chiesto oggi di poter riprendere in mano direttamente l’implementazione di questo piano nel caso in cui Open Fiber, società che sta creando l’infrastruttura, si trovasse nell’impossibilità, in alcuni tratti, di andare avanti nella realizzazione della Banda ultra larga secondo un calendario condiviso.

Nel corso della riunione odierna, inoltre, è anche emerso che Open Fiber si troverebbe in difficoltà nel trovare, nel Nord Italia, lavoratori qualificati per questo progetto.

A tal proposito la Giunta ha assicurato di poter individuare tutto il personale necessario attraverso la Direzione Lavoro della Regione, mentre Open Fiber ha proposto di organizzare corsi di tre mesi finalizzati alla necessaria preparazione di questi profili.

Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia/Notizie dalla Giunta – 25/02/2020

© Riproduzione riservata

Infrastrutture: cresce il riciclo della pavimentazione stradale (25%), ma Italia fanalino di coda in UE

Cresce il riciclo della pavimentazione stradale attestandosi al 25% con un risparmio di materie prime per circa 300 mln di euro. Migliora la performance italiana, rispetto al 20% del 2014, ma restiamo fanalino di coda in Europa dove la media del riciclo è del 60%. È quanto emerge dall’analisi condotta dal Siteb– Associazione Strade Italiane e Bitumi – sul riciclo delle pavimentazioni stradali nei principali Paesi Europei (fonte Eapa).

Siteb ha calcolato che il riutilizzo del 25% del fresato comporta ogni anno il minor impiego di 300.000 tonnellate di bitume vergine (riduzione del fabbisogno di petrolio) e il recupero di 7.500.000 tonnellate di inerti, equivalenti in termini economici ad un risparmio di circa 300-320 milioni di euro di sole materie prime.

Riciclando il 100% delle pavimentazioni rimosse, il risparmio economico salirebbe fino a 1.200 milioni di euro/anno di sole materie prime, senza considerare tutti i vantaggi ambientali dovuti a minori importazioni di petrolio, al minor ricorso alle cave, ai minori trasporti di materie, ai minori costi di lavorazione e alle minori emissioni in atmosfera. In questo modo si eviterebbe la produzione di bitume di 3 raffinerie di medie dimensioni, salvaguardando inoltre l’aspetto paesaggistico del territorio.

“In Italia per il fresato d’asfalto, nonostante il recente Decreto End of Waste (69/189), resta ancora molta strada da percorrere. “Nonostante la normativa nazionale ed europea spinga, verso l’utilizzazione accorta e razionale delle risorse ambientali, dichiara il Direttore del Siteb – Stefano Ravaioli – la nostra burocrazia, il complesso regime autorizzatorioe il pregiudizio di tecnici e progettisti ostacolano ancora lo sviluppo del riciclo del fresato d’asfalto, limitandone l’impiego. […] È paradossale che proprio nel Paese in cui c’è la maggior disponibilità di fresato “pulito” (senza l’inquinamento da catrame), riciclabile al 100%, si faccia il possibile per ostacolarne anziché incentivarne il recupero”.

“Siamo comunque grati al Ministero dell’Ambiente – conclude Ravaioli – per avere emanato un Decreto End Of Waste per il fresato d’asfalto che mette ordine nel recupero del materiale lasciando purtroppo però inalterati i limiti quantitativi delle vecchie autorizzazioni in procedura semplificata. Per incentivare il recupero e portare l’Italia ai livelli degli altri paesi europei è necessario tuttavia un ulteriore sforzo per semplificare ulteriormente le procedure, senza lasciare spazio a interpretazioni differenti mettono in difficoltà le imprese. Codice degli Appalti e Criteri Ambientali Minimi strade possono contribuire seriamente alla Green Economy purché, soprattutto questi ultimi, si basino su concetti semplici e realizzabili”.

Il riciclo in Europa e nel Mondo

Sul podio per il riciclo del fresato stradale troviamo il Belgio (95%), il Regno Unito (90%) e la Germania (84%), seguite da Olanda (71%) e Francia (70%).

Le alte percentuali di recupero derivano anche da legislazioni ad hoc. In Francia vige il “divieto” di portare in discarica il fresato d’asfalto, considerato “prodotto primario”, da riutilizzare nel ciclo produttivo. La Germania, giudica il fresato d’asfalto (13 mln di tonnellate/anno) come il miglior materiale costituente. In Olanda, paese notoriamente povero di terra, sono attivi impianti che eliminano l’eventuale presenza di catrame nel materiale raccolto e consentono di recuperare totalmente l’inerte.  In Inghilterra, Giappone e Stati Uniti gli studi di settore si concentrano sul numero di volte in cui si può riciclare il fresato.

Trasporti-Italia.com – 25/02/2020

© Riproduzione riservata

Coronavirus, i servizi di trasporto intermodale da e per l’Italia funzionano regolarmente

Hupac e Kombiverkehr rassicurano i clienti sulla piena operatività di treni e terminal

L’Italia è la terza nazione mondiale per numero di contagiati dal coronavirus dopo Cina e Corea del Sud e l’elvetica Hupac e la tedesca Kombiverkehr, due delle principali società estere di trasporto intermodale che operano servizi da e per l’Italia, hanno rassicurato i propri clienti confermando che i servizi di collegamento con il mercato italiano funzionano regolarmente: tutti i treni circolano e tutti i terminal sono operativi.
Hupac e Kombiverkehr hanno evidenziato come il trasporto intermodale possa dare un importante contribuito a questa emergenza sanitaria assicurando un trasporto delle merci sicuro e sostenibile in tutta Europa. In particolare, l’azienda tedesca ha sottolineato come il trasporto combinato non accompagnato, in cui i carichi vengono trasportati su treno senza la presenza a bordo dell’autotrasportatore, sia ideale per facilitare il trasporto delle merci su lunghe distanze attraverso l’Europa in un momento in cui i sistemi di trasporto e di distribuzione sono sotto pressione a causa dell’emergenza.

InforMare – 25/02/2020

© Riproduzione riservata

Ciclabile Treviso-Ostiglia: l’impegno di Regione, Comuni e Veneto Strade per completare l’opera entro il 2022

“Negli ultimi due anni abbiamo fatto continui e costanti passi avanti, finanziando e realizzando i vari lotti di questo lungo e accattivante percorso: adesso è arrivato il momento di dedicarsi ai tratti che attraversano il territorio veronese e di portare a termine gli ultimi interventi nel vicentino”.

Questa la proiezione per le prossime fasi attuative della pista ciclabile Treviso-Ostiglia che l’assessore ai lavori pubblici, infrastrutture e trasporti della Regione del Veneto ha illustrato stamane, in due diversi incontri, ai sindaci dei Comuni delle province di Vicenza e Verona interessati all’opera, con particolare riferimento ai collegamenti tra Grisignano di Zocco e Mossano (Vi) e tra Minerbe e Legnago (Vr).

“Tratta dopo tratta, questo percorso prende sempre più forma – ha detto l’assessore – e, dopo l’accordo sottoscritto lo scorso dicembre tra Regione e Veneto Strade, abbiamo delineato le modalità di progettazione e di intervento per la realizzazione della pista da parte di Veneto Strade. L’opera, che collegherà attraverso il tracciato della ex ferrovia i comuni veneti con la città di Ostiglia, in provincia di Mantova, ha un alto valore strategico per il nostro territorio e sarà finanziata dalla Regione con ulteriori 6,7 milioni di euro”.

L’assessore regionale ha sottolineato come, sia nella fase di progettazione che in quella di esecuzione degli interventi, si stia lavorando per dare un’evidente omogeneità al tracciato: “Ogni ciclista che percorrerà la Treviso-Ostiglia – ha precisato – potrà disporre di una segnaletica turistica, orizzontale e verticale, coordinata, puntuale e costante, in modo da aver sempre presente le caratteristiche dell’itinerario e sapere  dove si trova. Lo stesso discorso deve valere per i servizi e le attività turistiche di supporto che, insediandosi lungo la pista, potranno garantire un vero e proprio salto di qualità all’offerta escursionistica”.

“Operando in stretta sinergia con Comuni e Veneto Strade – ha concluso l’assessore –, confidiamo di portare a compimento l’opera entro la fine del 2022”.

Regione Veneto – Comunicato n. 269 del 19 febbraio 2020

© Riproduzione riservata

 

Viabilità: al via programmazione interventi su SS13 e SR56

L’Amministrazione regionale ha avviato la fase di programmazione degli interventi per la messa in sicurezza e la riqualificazione viaria della Strada Statale 13 Pontebbana e della Strada Regionale 56 di Gorizia secondo le priorità individuate dallo Studio di fattibilità realizzato proprio allo scopo di individuare azioni e provvedimenti in grado di limitare le criticità esistenti.

Con l’approvazione di una delibera di Giunta proposta dall’assessore alle Infrastrutture e territorio, la Regione in collaborazione con Friuli Venezia Giulia Strade, stabilirà infatti tempi e priorità di progettazione e realizzazione delle migliorie indicate dallo studio, strumento di previsione che è il frutto di un lavoro di concertazione capillare svolta sul territorio con tutte le amministrazioni comunali interessate.

Il documento ha recepito le richieste di integrazione e le modifiche suggerite dai Comuni per mettere in sicurezza questi due assi stradali così rilevanti nel sistema viario regionale della media e bassa pianura friulana, che attraversano tanti centri urbani e, collegando insediamenti industriali e commerciali del territorio, sono interessati quotidianamente anche da un transito consistente di mezzi pesanti.

Lo studio comprende vari tipologie di intervento legati alla manutenzione ordinaria e straordinaria delle due strade: quelli di carattere correttivo a basso impatto economico e maggiore efficienza realizzativa da effettuarsi a breve termine, alcune soluzioni progettuali più rilevanti – come ad esempio nuove rotatorie – e infine progetti più complessi per i quali è necessario compiere ulteriori e approfondite valutazioni.

Quanto al cronoprogramma, il criterio individuato è quello della sicurezza: sulla base della disponibilità finanziaria, si interverrà prima laddove sono maggiori le criticità riscontrate e segnalate dalla collettività.

Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia/Notizie dalla Giunta – 22/02/2020

© Riproduzione riservata

Porti: siglato accordo fra Trieste e Baku

In occasione del Business Forum Italia-Azerbaijan alla Farnesina

Un memorandum d’intesa fra l’Autorità di Sistema Portuale del Mare Adriatico Orientale e la compagnia pubblica che gestisce il Baku International Sea Trade Port, è stato firmato nel corso del Business Forum Italia- Azerbaijan tenutosi alla Farnesina e aperto dal presidente della Repubblica dell’Azerbaijan, Ilham Aliyev, in visita ufficiale in Italia, e dal ministro degli Affari Esteri, Luigi Di Maio.

L’accordo, siglato ieri ma reso noto solo oggi, formalizza una cooperazione, in parte già avviata, fra il porto della capitale azera, e quello di Trieste, posizionati sulla direttrice di traffico trans-caspica; un’area in forte crescita.

Tra gli obiettivi della firma ci sono lo sviluppo di traffici e servizi logistici integrati marittimi e ferroviari, trasferimento di conoscenze in ambiti come gestione delle free trade zones, ICT, training del personale e sviluppo di politiche portuali innovative per sostenibilità ambientale e sicurezza.

Sono ambiti nei quali, come indica Zeno D’Agostino, presidente Autorità di Sistema Portuale del Mare Adriatico Orientale, “il porto di Trieste ha un posizionamento altamente qualificato, di elevato interesse per partner di aree in sviluppo. Le relazioni con il porto di Baku – conclude – si sono ulteriormente rafforzate grazie a questo memorandum, nuova occasione di sviluppo delle politiche di internazionalizzazione del nostro sistema portuale nell’ambito delle reti globali”. Per Taleh Zyadov, direttore del porto di Baku: “Il protocollo che abbiamo firmato con Trieste – apre nuove opportunità per entrambi i porti che fungeranno da hub determinanti nel corridoio centrale che collega la Cina e l’Europa attraverso l’Azerbaijan”. Il Paese, che ha una popolazione di 10 milioni di persone e un PIL di oltre 48 miliardi, spinge per diversificare dell’economia dal petrolio (che rappresenta il 35%).

L’area azera, e in particolare quella di Baku, è parte del sistema delle nuove rotte globali a sud della Russia, che congiungono Estremo Oriente e Europa Occidentale, sfruttando anche il potenziale delle nuove infrastrutture ferroviarie dell’Azerbaijan, come le linee con la Georgia Baku-Batumi o quelle con la Turchia Baku-Kars. In questo quadro, lo scalo di Baku, il più grande del Paese, con i nuovi investimenti nella zona di Alat, e quello di Trieste, sono in una posizione strategica di cerniera mare-terra, rispettivamente nella zona Centrasiatica e Europea.

Numerosi sono stati gli interventi in sala, ieri, durante il forum, come quello del presidente dell’ICE, Carlo Ferro, che hanno più volte richiamato il ruolo chiave di Trieste e di Baku, nel quadro di crescita delle relazioni economiche bilaterali e di traffico dell’area. L’Azerbaijan intende diventare un hub commerciale, posizionandosi come crocevia per gli scambi tra Europa e Cina ed Asia meridionale e Russia. In quest’ottica, le risorse saranno nei prossimi anni prevalentemente investite in infrastrutture stradali, portuarie e ferroviarie.

All’evento erano presenti una novantina di rappresentanti azeri di imprese appartenenti a diversi settori (agro-industria, infrastrutture, energia, ICT, tessile ecc.) mentre da parte italiana c’erano circa 170 imprese ed enti.

Ansa/Mare – 22/02/2020

© Riproduzione riservata

Trasporti: Regione, nuovi treni e autobus ecosostenibili e di qualità

21 Febbraio 2020

La Giunta regionale ha deliberato, su proposta dell’assessore alle Infrastrutture e Territorio, lo schema di due convenzioni fra Regione Fvg e ministero dei Trasporti che, avvalendosi di un cofinanziamento statale, consentiranno di acquisire nuovi mezzi di trasporto ferroviario e su gomma, per un valore complessivo che supera i 16 milioni di euro.

L’obiettivo è quello di migliorare la qualità e l’affidabilità dei servizi attivi sul territorio e giungere a un sistema dei trasporti a bassa emissione e sempre più rispettoso dell’ambiente.

Il piano di investimenti elaborato dalla Regione prevede l’acquisto di cinque nuovi autobus interurbani per un valore complessivo di 2 milioni e 270 mila euro, di cui un milione e 360 mila euro cofinanziato dallo Stato. I veicoli, della lunghezza di dodici metri e sviluppati su due piani, entreranno in servizio entro la fine del 2021 e saranno gestiti dalla Tpl-Fvg, società fondata dalle maggiori aziende di trasporto pubblico regionale.

Su strada ferrata, l’intervento consiste nell’acquisto di due nuovi treni a trazione diesel-elettrica del valore di oltre 14 milioni di euro (5,4 milioni di provenienza statale), che permetteranno di attivare l’alimentazione elettrica e migliorare la sostenibilità ambientale anche nelle linee al momento non elettrificate come la Sacile-Gemona e la Casarsa-Portogruaro. Gestiti da Trenitalia, i nuovi vettori circoleranno nella rete ferroviaria regionale entro la fine del 2022.

Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia/Notizie dalla Giunta – 21/02/2020

© Riproduzione riservata