Comitatone per Venezia, ok ai 320 milioni che mancano per completare il Mose

26 Novembre 2019

Brugnaro: «È andato bene. Grazie al premier Conte». Legge speciale finanziata per 10 anni, subito 265 milioni. «Un miliardo e mezzo per la città». Un comitatone entro dicembre e un aggiornamento mensile dal Prefetto

Dopo due anni è tornato a riunirsi il comitatone per Venezia, oggi 26 novembre, a Roma. La “squadra” è quasi identica rispetto al 2017, quando c’erano il ministro dei Trasporti Graziano Delrio, il governatore del Veneto Luca Zaia, i sindaci Luigi Brugnaro (Venezia), Alessandro Ferro (Chioggia), Marco Dori (Mira), Valerio Zoggia (Jesolo), Roberta Nesto (Cavallino-Treporti) e il presidente dell’Autorità di Sistema Portuale, Pino Musolino. Come allora, il sottosegretario all’Economia oggi è il veneziano Pier Paolo Baretta. Il ministro delle Infrastrutture e Trasporti invece è Paola De Micheli, vice di Nicola Zingaretti del Partito Democratico, a cui si aggiunge quello ai Beni culturali, Dario Franceschini.

Ok ai 320 milioni che mancano per completare il Mose, in un quadro di 5 miliardi e 493 totali. Legge speciale finanziata per 10 anni, subito 265 milioni. E altri 60 per il 2020. «Un miliardo e mezzo per la città». Un comitatone entro dicembre e un aggiornamento mensile dal Prefetto. Sono le partite principali decise al termine del Comitatone. Cronoprogramma per la fine lavori al 31 dicembre 2021. «Dalla riunione di oggi usciamo con un risultato storico per Mira e per i comuni di gronda – scrive Marco Dori, sindaco di Mira – Per la prima volta il governo ha stanziato risorse della Legge speciale per il Comune che rappresento. Un finanziamento di 1,8 milioni di euro (per gli anni 2018 e 2019). Inoltre, per il prossimo anno (2020) aumento delle somme a disposizione dei Comuni. Al Comitatone ho proposto di rendere strutturali questi finanziamenti».

Il sindaco Brugnaro aveva incontrato stamattina il capo dello Stato, Sergio Mattarella, e a lui aveva espresso gratitudine per «l’affetto e la vicinanza che, anche nei giorni terribili dell’acqua alta, ha sempre dimostrato per Venezia». Sul tavolo l’emergenza. Il cambiamento climatico, l’alluvione e il dopo alluvione del 12 novembre scorso, le grandi opere, il rifinanziamento della legge speciale, le navi.

Fuori c’erano anche i movimenti di “opposizione”, i comitati No Grandi Navi e FridaysForFuture di Venezia-Mestre che hanno esposto i loro striscioni davanti a Montecitorio proprio perché il Comitatone discute di emergenza acqua alta e del proseguimento dei lavori del Mose.

Le navi

Le crociere «che assediano la laguna», e il porto commerciale, scrive il presidente della Municipalità di Venezia Murano Burano, Giovanni Martini -. Due cose da tenere distinte. Il porto commerciale, che è parte integrante della storia economica e politica di Venezia, oggi è chiamato a fare scelte radicali. Le crociere sono invece frutto della globalizzazione turistica che cerca di imporre regole, costi e danni». «Ai rappresentanti del governo – ha detto il sindaco Luigi Brugnaro – ricorderò che c’è un accordo da 70 milioni di euro, firmato con Renzi, per i marginamenti a Porto Marghera. Il ministro dell’Ambiente Sergio Costa mi aveva assicurato che sarebbero stati sbloccati entro la fine dell’anno. E poi ci sono altri 178 milioni firmati sempre dal governo».

Venezia Today – 26/11/2019

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Maltempo: Conftrasporto chiede di eliminare i contingentamenti al Brennero

Conftrasporto-Confcommercio ha lanciato un appello al ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Paola De Micheli per chiedere, in sede Ue, di liberare la circolazione sulla linea del Brennero.

Nella lettera inviata al ministro, l’associazione ha spiegato che l’isolamento del NordOvest, dalla Liguria al Piemonte, sta moltiplicando le richieste di intervento da parte delle imprese di trasporto, “che chiedono almeno che la linea del Brennero sia liberata da qualsiasi ostacolo alla libertà di circolazione. Il sistema del nord ovest è bloccato, con la chiusura in entrambe le direzioni dell’A26 e dell’A6, anche se fa ben sperare la riapertura annunciata questa mattina dalla ministra De Micheli della tratta dell’A26 compresa tra l’allacciamento con l’autostrada A10 e lo svincolo di Masone”.

“Questa situazione rischia di generare un danno notevolissimo in un periodo nel quale il traffico si incrementa – afferma il vicepresidente di Confcommercio e di Conftrasporto Paolo Uggè – Il 2 dicembre il ministro sarà a Bruxelles per incontrare la nuova commissaria europea ai trasporti. Fra i temi che affronteranno ci sarà anche la questione dei divieti al Brennero che il governo austriaco-tirolese pensa di introdurre nei confronti delle merci italiane che debbono uscire da quel confine”.

“Come Lei ben sa – scrive Uggè – le merci italiane subiscono, da questi contingentamenti, un danno pari a 170 milioni di euro per ogni ora persa, ai quali si aggiungono i 200 milioni persi in termini di competitività del sistema produttivo. Ne abbiamo parlato anche nel corso dell’incontro recentemente avuto tra Lei e le associazioni dell’autotrasporto”.

“Al danno subito dalle nostre imprese al Brennero, si aggiunge non solo quello provocato dal maltempo, ma anche il ‘carico da novanta’ dei lavori che prevedono la chiusura del Bianco e le operazioni di manutenzione al Frejus”, prosegue Uggè.
“Siamo sicuri che, nel corso dell’incontro con la Commissaria europea ai Trasporti, il ministro De Micheli saprà rappresentare la drammaticità nella quale il nostro Paese si trova, specie in un momento in cui la fluidità al valico del Brennero è determinante”, conclude il vicepresidente di Confcommercio e Conftrasporto.

Trasporti-Italia.com – 26/11/2019

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Volotea: dalla nuova base di Lione nuovi voli anche per l’Italia

Da quando Volotea ha iniziato le sue operazioni a Lione, nell’aprile 2018, ha trasportato 152.600 passeggeri. Lione diventerà la sesta base francese della compagnia nella primavera del 2020. Per supportare le operazioni, presso l’aeroporto sarà basato un Airbus A319.
La nuova base consentirà a Volotea di continuare la sua crescita nell’aeroporto di Lyon-Saint Exupéry. Saranno oltre 300.000 i posti disponibili nel 2020, con un aumento del 142% su base annua.
L’offerta Volotea da Lione per il 2020 coprirà 18 destinazioni, 10 delle quali nuove e 6 esclusive: dal 14 ottobre scorso è già attiva la nuova rotta per Venezia, con 4 voli settimanali; sempre per quanto riguarda l’Italia, dal prossimo 13 aprile sarà attivata la rotta per Bari – operata in esclusiva – lunedì e giovedì; dal 6 aprile sarà attiva la rotta per Bilbao – esclusiva – lunedì e venerdì; Malaga sarà operata dal 13 aprile, lunedì e venerdì; dal 13 aprile via anche al nuovo volo per Atene, mercoledì e sabato;sempre dal 13 aprile via anche al volo per Faro, lunedì e giovedì; attivo dal 6 aprile anche il volo per Caen, lunedì e venerdì; il nuovo volo per Corfù sarà attivo dal 13 aprile, domenica (da aprile a giugno) e martedì e domenica (da luglio ad agosto); sempre dal 13 aprile sarà attivo il volo per Heraklion; infine dal 20 aprile via al nuovo volo per Santorini, operato in esclusiva il mercoledì.
“Siamo molto lieti di rafforzare la presenza di Volotea in Francia e di aprire il prossimo anno la nostra sesta base francese a Lione – ha dichiarato Carlos Muñoz, fondatore e Ceo di Volotea -. Questa nuova base ci consente di accelerare il nostro sviluppo all’aeroporto di Lyon-Saint-Exupéry con 10 nuove destinazioni, offerte aggiuntive per i viaggiatori da Lione e dalla regione dell’Alvernia-Rodano-Alpi”.
Queste nuove rotte aumenteranno di 160.000 i posti disponibili rispetto all’offerta attuale. Inoltre, Volotea raddoppia il numero di posti disponibili per Maiorca e aggiunge posti aggiuntivi nel 2020 sui voli per Spalato e Valencia.
“Siamo orgogliosi di dare il benvenuto alla nuova base Volotea a Lione e di rafforzare la nostra partnership a lungo termine con questo importante partner – ha dichiarato Tanguy Bertolus, Ceo dell’aeroporto di Lione -. Facciamo ogni sforzo per garantire le prestazioni operative per Volotea e la migliore esperienza per i nostri passeggeri. Questa struttura contribuirà all’attrattiva di Lione e della sua regione, in Francia e in Europa”.
Nel 2020, Volotea offrirà da Lione un totale di 18 destinazioni: oltre alle novità Bari, Caen, Heraklion, Atene, Santorini, Venezia, Malaga, Corfù, Faro, Bilbao, proseguono i collegamenti già attivi verso Alicante, Cagliari, Ragusa, Maiorca, Palermo, Praga, Spalato, Valencia.

Trasporti-Italia.com – 26/11/2019

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«Treni Venezia-Torino tagliati, così il Veneto è isolato»

25 Novembre 2019

Dopo le proteste di politici e imprenditori veneti per il taglio del treno Venezia-Roma da parte di Trenitalia, ora dal Veneto riparte la polemica contro l’azienda di trasporto pubblico per la mancanza di soluzioni, questa volta da e per Torino. «Prima Roma, ora Torino. Il Veneto è sempre più isolato. Io presenterò un’interrogazione al governo. La Regione pensa di fare qualcosa?». Così Roberto Caon, deputato padovano di Forza Italia, commenta i tagli sui collegamenti ferroviari tra Venezia e Torino. «La pesante riduzione dei treni tra Torino e Venezia – precisa Caon – che arriverà con il nuovo orario, in vigore fra meno di un mese, comporterà attese, per il cambio, di 25 minuti alla stazione di Milano Porta Garibaldi. Questo sempre che i convogli siano puntuali, e con Trenitalia non c’è da metterci la mano sul fuoco. Mentre in tutto il mondo si viaggia più rapidamente, noi torniamo indietro e si prospettano tempi più lunghi per i molti veneti che si devono recare nel capoluogo piemontese per motivi di lavoro». Su questo tema, assicura il parlamentare, verrà presentata un’interrogazione nei prossimi giorni. «Chiamerò il ministro dei Trasporti a rispondere di queste scelte», annuncia Caon.

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Bolzano: il tram affonda in un mare di No

Superato il quorum. Ha votato il 32%. Contrari al 70%. Caramaschi: “Rispetto il risultato. Progetto morto e sepolto”. La Lega: “Il sindaco ha peccato d’arroganza, ora deve dimettersi”

Bolzano ha detto no al tram. E lo ha fatto alzando la voce. Il progetto è stato affondato da un mare di voti contrari: oltre il 70 per cento dei votanti.

Alla chiusura dei seggi, alle ore 22 di domenica 24 novembre, è stato raggiunto e superato il quorum del 25%. In totale ha votato il 32,63% degli aventi diritto. L’affluenza più alta ad Europa Novacella (il 36%) e Gries (35%), due dei rioni più toccati dal progetto.

Al referendum consultivo il 70,17% ha votato no e solo il 32,63% sì.

Il risultato non  sarà giuridicamente vincolante per la giunta comunale, il sindaco Caramaschi ha però preso atto subito della sconfitta: “Il progetto è morto e sepolto – ha detto -. I bolzanini hanno deciso così. Evidentemente è considerata una soluzione troppo innovativa e impattante”. Il ritiro della candidatura alle comunali delle prossima primavera al momento non viene preso in considerazione.

Le reazioni all’esito

In una nota i Verdi prendono atto del risultato: “Il NO vince chiaramente. Prendiamo atto della volontà della cittadinanza così esplicitamente espressa. Era un progetto in cui credevamo. Secondo noi era  una delle soluzioni migliori ed ecologiche alle problematiche del traffico che attanagliano Bolzano. Era la scelta del futuro, come testimoniano anche i tanti giovani che si sono impegnati per il tram nel segno della lotta al cambiamento climatico. Ma la scelta della cittadinanza è stata un’altra. Per noi un chiaro incarico di andare avanti sulla strada della mobilità sostenibile, in altro modo. Parleremo ancora con i cittadini per sentire le loro proposte. La nostra politica parte dalle persone. Per loro e con loro continueremo a lavorare”.

Canta vittoria la Lega: “Il Sindaco aveva dichiarato di non voler tenere in debita considerazione la volontà democratica dei suoi concittadini e anzi ha utilizzato soldi pubblici – scrivono in una nota Filippo Maturi e Luigi Nevola -, quindi anche di coloro che sono contrari al tram, per fare propaganda a favore del progetto. In sostanza ha pagato con i soldi di tutti la campagna per portare avanti la sua linea politica, un vero atteggiamento vergognoso e antidemocratico. L’atteggiamento arrogante del sindaco è però stato punito dai cittadini. Il risultato eclatante 70-30 è una pesante bocciatura a questa amministrazione a pochi mesi dalle elezioni comunali: è evidente come non vi sia alcuna sintonia tra la visione di città di Caramaschi e quella dei cittadini. Ha vinto la linea di chi,  come la Lega, ha fatto campagna informativa tra la gente con gazebo, volantinaggi e parlando con le persone. Ha perso invece chi si ostina ad amministrare la città dal palazzo, lontano dai problemi reali delle persone. Pretendiamo ora che Caramaschi rispetti l’esito referendario e abbandoni la folle idea del tram – prosegue la Lega –  e ci auguriamo che, constatando la sonora bocciatura alla sua amministrazione da parte dei cittadini, prenda in debita considerazione la possibilità di dimettersi”.

Dito puntato contro il sindaco anche da parte del Movimento 5 Stelle: “Il sindaco ha perso il tram” –  dichiarano i consiglieri Gaianigo, Fortini e Rizzo – in un referendum non ci sono  vincitori o vinti ma la prevalenza di una soluzione rispetto ad un’altra, una scelta operata direttamente dai cittadini, una opinione che gli amministratori pubblici sono tenuti a tenere in considerazione. Il risultato è schiacciante. Sindaco e giunta devono trarre le opportune conclusioni: questo progetto non è stato condiviso, sono stati informati gli stackholders istituzionalmente riconosciuti, ma non i veri portatori di interesse cioè i cittadini e i loro rappresentati politici, esclusi di proposito fin dall’inizio dei lavori di discussione sul PUMS- Tutto da rifare. Amministrare un Comune calando le decisioni dall’alto è profondamente dannoso, abbiamo visto in questa campagna referendaria ingaggiata tutta la potenza di fuoco della Provincia per pubblicizzare un progetto frettoloso e mal fatto. Il risultato in parte riflette l’ennesimo progetto non condivido e la giunta dovrebbe trarre le dovute conclusioni. Ci auguriamo  – conclude il Movimento – che si possa riprendere il discorso sulla mobilità cittadina attraverso una discussione sincera e partecipativa a partire dal Piano urbano della mobilità sostenibile che già mostra i chiari limiti da noi segnalati a luglio in modo ufficiale”.

Trentino – 25/11/2019

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Trasporto ferroviario, Ue: continua a crescere quello passeggeri +1,5% nel 2018

Il trasporto ferroviario passeggeri in Unione Europea continua a crescere.  Nel 2018, stimato in 472 miliardi di passeggeri per chilometri, è cresciuto del dell’1,5% rispetto al 2017. Lo rivelano statistiche dell’Unione analizzano l’andamento dal 2013 al 2018 con rilevazioni annuali e trimestrali raccolte in base del regolamento (UE) n. 2018/643 del regolamento (UE) n . 2016/2032 .

La crescita, rivelano i dati, si registra costante dal 2013, con un incremento in ogni trimestre ad eccezione del secondo trimestre del 2018. Dall’analisi complessiva è possibile tracciare un modello stagionale con un calo nel primo e quarto trimestre e un aumento nel secondo e terzo trimestre rispetto al trimestre precedente. Tuttavia, nel 2016 e nel 2017 nel quarto trimestre si è però registrato un leggero aumento rispettivamente  dello 0,1% e dello 0,3% rispetto al primo trimestre.

Nel 2018 lo schema stagionale è tornato. L’aumento è stato principalmente influenzato dal terzo trimestre (+ 2,8% rispetto allo stesso trimestre dell’anno precedente). Il primo e il quarto trimestre hanno mostrato una tendenza positiva rispettivamente del 2,5% e del 2,1% rispetto ai corrispondenti trimestri dell’anno precedente. Al contrario, il secondo trimestre è diminuito rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente (-1,5%).

Complessivamente, diciotto dei 28 Stati membri dell’UE-28 hanno segnalato aumenti nel trasporto passeggeri (in numero di passeggeri) tra il 2017 e il 2018. Gli aumenti maggiori sono stati registrati in Lettonia (+353,6%) e Grecia (+9,4%) . Al contrario, il trasporto di passeggeri è diminuito dell’84,5% in Lussemburgo e del 72,3% in Lituania.

Trasporto nazionale

I dati rilevati identificano, poi, la quota tra trasporto nazionale e internazionale. Nel 2018, il trasporto nazionale ha rappresentato oltre il 70% del trasporto totale in tutti i paesi ad eccezione del Lussemburgo, dove il trasporto internazionale rappresentava il 29% del trasporto totale di passeggeri per ferrovia.

Generalmente le prestazioni del trasporto ferroviario di passeggeri (in chilometri passeggeri) a livello di UE-28 hanno registrato un aumento rispetto al 2017. Tuttavia sette Stati membri hanno mostrato una diminuzione nello stesso periodo. Il calo più elevato tra i paesi dell’UE-28 si osserva in Lettonia (-14,1%), seguito dalla Francia (-3,4%). Al contrario, le prestazioni del trasporto ferroviario di passeggeri in Estonia, Repubblica Ceca e Irlanda sono aumentate sostanzialmente del 13,8%, 8,7% e 7,5%, rispettivamente. Al di fuori dell’UE-28, il Montenegro e la Macedonia settentrionale hanno registrato le crescite più elevate rispettivamente con +11,4% e +7,0%).

Per quanto riguarda l’evoluzione delle prestazioni di trasporto nazionale, la Lettonia ha registrato il calo maggiore con -14,9% mentre l’Estonia ha registrato il maggiore aumento con +14,6%.

Trasporto internazionale

I maggiori incrementi tra il 2017 e il 2018 sono stati segnalati da Danimarca (+22,6%), Repubblica Ceca (+18,7%), Lituania (+18,1%) e Polonia (+12,9%). Al contrario, il calo maggiore è stato segnalato dal Portogallo (-32,8%), seguito dalla Grecia (-30,1%) e dalla Svezia (-17,3%). Anche la Norvegia, paese EFTA, ha registrato un forte calo del 31,5%.

Osservando l’evoluzione del trasporto internazionale per numero di passeggeri tra il 2017 e il 2018, i maggiori incrementi sono stati segnalati da Polonia (+17,7%), Repubblica Ceca (+17,0%), Lituania (+13,6%), Slovacchia (12,9%) e Irlanda (+10,5 %). Al contrario, i maggiori decrementi sono stati segnalati dal Portogallo (-31,1%) seguito dalla Grecia (-21,0%). Al di fuori dell’UE, il paese dell’EFTA Norvegia ha registrato un calo sostanziale del -25,5%. Infine, per quanto riguarda l’evoluzione del trasporto nazionale, la Lettonia ha registrato il maggiore aumento con +368,9% mentre il Lussemburgo ha registrato il calo maggiore con -88,1%, seguito dalla Lituania (-74,0%).

Trasporti-Italia.com – 25/11/2019

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Lavori ponte translagunare, le perplessità delle opposizioni

24 Novembre 2019

Mentre l’inizio dei lavori sul ponte translagunare sembrano ormai imminenti con l’intento da parte di Anas, di comune accordo con la Città Metropolitana e con l’Amministrazione Comunale, di istituire un circuito a senso unico tra la Romea e l’Arzeron, aumentano le perplessità da parte delle forze di opposizioni, non propriamente convinte della bontà dell’operazione.

Barbara Penzo, segretaria locale del PD, pone una serie di quesiti all’Amministrazione Comunale. “Da segretaria dem, ma ancor più da cittadina e pendolare – spiega – sono molto preoccupata sulla viabilità concordata da Anas con l’Amministrazione pongo questi quesiti: Cosa comporterà l’anello circolatorio per la deviazione della Romea? Cosa succederà in caso di incidente visto che la Romea e l’Arzeron saranno a senso unico? Quale sarebbe la viabilità alternativa per gli utenti e per i soccorsi, tenendo conto che in orario notturno l’elisoccorso non può essere utilizzato? Il traffico da nord a sud della Romea che si concentro verso il Clodì quale rischio di congestione comporta con il traffico urbano che accede al centro commerciale? Ed i mezzi pesanti che dovranno affrontare delle piccole rotonde? Cosa succederà inoltre quando il flusso di traffico che arriva da nord si incrocerà con le auto in coda per il cantiere nell’altro ponte? Chiedo all’Amministrazione di argomentare quali siano le valutazioni tecniche che hanno sostenuto tali scelte”.

Gli stessi interrogativi li pone anche il capogruppo della Lega Marco Dolfin che aggiunge: “E’ vergognoso – dice – che a pochi giorni dall’inizio dei lavori sul ponte translagunare delle Trezze nessuno dell’Amministrazione Comunale abbia comunicato, abbia dato informazioni su cosa succederà, su come gli automobilisti dovranno comportarsi nei tratti interessati dai lavori, sapere come si entrerà e si uscirà dalla città. Le voci a Palazzo sono discordanti, oltre che tempestose, tanto che si vocifera di forti dissidi tra gli uffici interessati, su come agire secondo la propria competenza. Il Sindaco, a quanto pare, ha voluto dare il suo parere sulle deviazioni imposte da Anas, senza valutare altre soluzioni. Ci sono molte problematiche sul campo, che rischiano di complicare la vita quotidiana di tantissimi pendolari, lavoratori e studenti, oltre al fato che stiamo parlando di una statale che collega il nord con il su del Paese. Qui si rischia l’isolamento e non per poco tempo”.

Chioggia News 24 – 24/11/2019

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Pioggia di finanziamenti per la viabilità

Valsugana. Strade e ciclabili, non solo Alta Valsugana, la programmazione riguarda anche Bassa Valsugana e Tesino. Nel “Documento di programmazione settoriale 2019 – 2021”, aggiornato di recente.

Strade e ciclabili, non solo Alta Valsugana, la programmazione riguarda anche Bassa Valsugana e Tesino. Nel “Documento di programmazione settoriale 2019 – 2021”, aggiornato di recente, contiene interventi importanti su infrastrutture stradali, statali e provinciali, e ciclopedonali di interesse provinciale. Opere tutte già finanziate.

«Interventi di varia portata con lo scopo di migliorare la fruibilità ma anche la sicurezza di strade importanti, senza trascurare il settore delle piste ciclabili, uno dei punti di forza dell’attrattività turistica trentina», ha commentato il presidente, Maurizio Fugatti.

Per la Bassa Valsugana e Tesino, di nuovo inserimento nella programmazione ci sono: la pista ciclopedonale del Tesino, per un importo di 2,9 milioni di euro, finanziata con fondi statali delle “Aree Interne”. Altri 100mila euro sono stati destinati alla progettazione preliminare comprensiva di Studio di Impatto Ambientale per la riorganizzazione e raddoppio della S.S. 47 della Valsugana nel tratto tra Castelnuovo e Grigno: sul piatto ad oggi ci sono due ipotesi ovvero la 4 corsie (con tempi e costi maggiori) e la 2+2 corsie. Proprio in questa settimana sono stati organizzati alcune serate pubbliche a Grigno, Ospedaletto e Castel Ivano ed ora cittadini e Comuni hanno 30 giorni di tempo per presentare osservazioni e esprimersi su quale soluzioni sia la migliore.

Già inserita nella programmazione, e in corso di esecuzione, è anche la sistemazione con ampliamento della sede stradale sulla Statale 47 ad Ospedaletto, tra Barricata d’Agnedo e Barricata di sotto: qui il costo è di 6.5 milioni di euro.

Il Documento di programmazione settoriale comprende infine, tra gli interventi già inseriti prima del recente aggiornamento: la sistemazione del ponte sul Ceggio sulla SP 65 per un costo di 1,2 milioni di euro; la variante di Roncegno lungo il torrente Larganza per 450.000 euro; il marciapiede in località Marter per la messa in sicurezza della mobilità pedonale lungo la SP228 per 250.000 euro di spesa e infine vari interventi nel Comune di Castel Ivano per 750.000 euro.

Trentino – 24/11/2019

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Tav, approvato ingresso ovest di Verona

22 Novembre 2019

Aumentate di altri 2 milioni e mezzo le risorse da destinare ad opere compensative per il territorio attraversato

L’assessore regionale Elisa De Berti, ha partecipato ieri alla seduta del CIPE, il Comitato Interministeriale per la Programmazione Economica, dove è stato approvato il progetto preliminare dell’“Ingresso Ovest di Verona” della Alta Velocità ferroviaria Torino-Venezia. La Regione è chiamata ad esprimersi in sede CIPE per sancire dal punto di vista urbanistico ed edilizio l’intesa Stato-Regione sulla localizzazione dell’opera, condivisa dalla Regione con i Comuni interessati di Verona e Sona.

«Si tratta – dichiara l’assessore – dell’ultimo tassello del complesso procedimento di approvazione del progetto finalizzato alla realizzazione di questa importante infrastrutture fortemente voluta dal nostro territorio, il cui iter era stato sospeso dopo la lunga pausa dovuta al completamento dell’analisi costi-benefici. La nostra perseverante e caparbia azione, che ha contribuito certamente a sbloccare i progetti ha consentito oggi al CIPE di approvare il progetto e di vedere accolta la richiesta formulata dalla Giunta Regionale di aumentare di altri 2,45 milioni di euro, le risorse da destinare ad opere compensative per il territorio attraversato. Con l’aggiunta di tali risorse, non previste nel progetto originario, il nuovo quadro economico del progetto approvato porta le opere di ristoro socio ambientale da 4,92 a 7,37 milioni di euro».

Il costo totale della porta ovest di Verona è di 376 milioni di euro ed è interamente finanziato. La realizzazione dell’Alta velocità renderà più funzionale ed evoluta la mobilità nel territorio veneto, assicurando una riduzione dei tempi di percorrenza, l’alleggerimento della rete ferroviaria ordinaria e l’incremento della qualità e dell’affidabilità del servizio offerto, sia per le tratte a lunga percorrenza sia per il traffico pendolare. Il “Nodo AV/AC di Verona: Ingresso Ovest” è inserito nel progetto relativo alla nuova linea che sarà realizzata prevalentemente in affiancamento all’attuale storico tracciato della Milano-Venezia, fino alla stazione di Verona Porta Nuova: l’opera interessa territorialmente i Comuni di Verona e di Sona e prevede:

  • La realizzazione dell’infrastruttura di ingresso nel nodo scaligero della tratta Brescia-Verona, attraverso lo spostamento dei binari della linea storica per creare gli spazi necessari alla costruzione dei binari AV/AC;
  • La realizzazione dei due nuovi binari AV/AC nel tratto compreso tra l’autostrada A22 e la radice ovest di Verona Porta Nuova;
  • La realizzazione di due nuovi binari concernenti l’interconnessione merci di Verona, nel tratto compreso tra la A22 e l’innesto sulla Linea “Brennero”;
  • La razionalizzazione e il potenziamento della stazione di Verona Porta Nuova.

Sono inoltre previsti i seguenti interventi:

  • Realizzazione di una nuova sottostazione elettrica, con dismissione di quella attuale localizzata nel quartiere Santa Lucia;
  • Costruzione di nuovi tratti (elettrodotto) di linea primaria funzionali alla nuova Sottostazione;
  • Adeguamenti e potenziamenti tecnologici per la gestione delle modifiche agli impianti di segnalamento esistenti e per la gestione degli impianti di nuova realizzazione.

Vvox – 22/11/2019

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In programma lavori per 235 milioni di euro

L’Autorità di Sistema Portuale del Mare Adriatico Centro Settentrionale ha presentato il bando di gara del progetto “Ravenna Port Hub – Approfondimento canali Candiano e Baiona, adeguamento banchine operative esistenti, nuovo terminal in Penisola Trattaroli e riutilizzo del materiale estratto in attuazione al P.R.P. vigente 2007” che è stato pubblicato oggi a conclusione di un lungo iter burocratico.

Il progetto prevede principalmente il dragaggio dai fondali portuali di Ravenna inclusi quelli del Canale Candiano, la realizzazione di piattaforme logistiche e terminalistiche e l’adeguamento di banchine. «Con la pubblicazione del bando di gara – ha evidenziato il presidente dell’Autorità di Sistema Portuale, Daniele Rossi – raggiungiamo un traguardo storico del quale tutta la comunità portuale deve essere fiera. Sono sempre stato fiducioso che saremo riusciti a raggiungere questo risultato, ci abbiamo creduto, lo abbiamo voluto, con impegno e determinazione e oggi è realtà. Sono stati anni di grande lavoro e molto ancora dobbiamo fare, per recuperare quanto più tempo possibile nell’approfondimento dei fondali, nell’adeguamento delle banchine, nella costruzione del nuovo terminal container, nella preparazione di quasi duecento ettari di nuove aree destinate alla logistica, nella realizzazione dei nuovi scali ferroviari e dei nuovi raccordi autostradali. Dobbiamo lavorare per il futuro, senza perdere mai di vista il presente. Per questo abbiamo posto grande attenzione alle modalità esecutive, per ridurre l’impatto dei lavori sull’operatività dello scalo, adottando soluzioni progettuali, anche estremamente complesse che potranno funzionare solo se tutta la comunità portuale saprà mettersi con generosità a disposizione del progetto».

«Con il via libera al bando – ha ricordato il presidente della Regione Emilia-Romagna, Stefano Bonaccini – si mettono in cantiere lavori per 235 milioni di euro destinati al potenziamento dell’hub portuale di Ravenna. È un’opera attesa, su cui abbiamo puntato per disegnare un futuro nel quale gli spostamenti “intelligenti” delle merci saranno garantiti da infrastrutture ferroviarie e portuali moderne, efficienti a minor impatto emissivo per salvaguardare l’ambiente a nella lotta imposta dal cambiamento climatico. Ravenna, che è già il primo porto in Italia per le rinfuse e il terzo per il movimento merci diventerà così un sistema nodale anche per il contract logistics, un comparto che conta più di 10mila operatori specializzati e ben 12,4 miliardi di euro generati dagli operatori logistici, rendendo sempre più competitivo l’intero territorio sui mercati nazionali ed internazionali».

Il sindaco di Ravenna, Michele de Pascale, ha sottolineato che oggi è «un giorno molto importante, atteso e sudato da tutta la comunità ravennate, non solo da quella portuale». «Ora – ha aggiunto – il bando di gara per i lavori è pronto, ovviamente ci auguriamo che nei tempi più brevi possibili venga assegnato e si possa iniziare a scavare».

«Con questo storico investimento per l’approfondimento fondali e l’adeguamento delle banchine e del terminal – ha commentato l’assessore regionale ai Trasporti, Raffaele Donini – sono certo che il porto di Ravenna riuscirà a vincere sempre più la sfida per la competitività, anche a livello europeo, per quanto riguarda la movimentazione di merci, anche grazie alle enormi potenzialità dell’intermodalità ferro-nave. L’obiettivo è quello di realizzare, in sei anni, le condizioni strutturali per movimentare 500.000 container, con l’accesso di imbarcazioni più grandi, aumentando anche la capacità del porto».

InforMare – 22/11/2019

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