Filt Cgil esorta ad eseguire interventi di dragaggio nei porti di Venezia e Chioggia

29 Novembre 2019

Soddisfazione del sindacato per l’impegno di MSC ad investire nel porto di Gioia Tauro

Filt Cgil esorta ad eseguire interventi di dragaggio nei porti di Venezia e Chioggia per contribuire a sostenere l’economia marittima veneziana e l’intera città colpita dalla recente marea eccezionale. «Continuano – ha denunciato il segretario nazionale del sindacato, Natale Colombo – gli annunci ed i proclami, oltre ad un livello di irresponsabilità che sta superando ogni limite. Non si possono continuare ad attendere gli atti legislativi necessari a far partire gli interventi necessari a rimuovere l’emergenza fondali del porto». Il dirigente nazionale della Filt Cgil ha evidenziato che «la ridotta accessibilità ai porti veneti ha messo in ginocchio un’intera economia che si muove via mare con gravi ripercussioni, non solo sulla regione, ma sull’intero paese. Come sindacato non ci siamo mai sottratti alle responsabilità, a partire dalla sospensione dello sciopero del 3 dicembre, ma anche tutti gli altri attori in campo devono fare la propria parte. È urgente un cambio di passo che auspichiamo da tempo».
Se per Venezia la Filt Cgil ha invitato ad intervenire urgentemente per salvaguardare l’attività del porto di Venezia e dell’economia che gravita sullo scalo, il sindacato ha espresso invece soddisfazione per l’impegno per il rilancio del porto di Gioia Tauro assunto dal gruppo armatoriale elvetico Mediterranean Shipping Company (MSC) che nei mesi scorsi ha assunto l’intero controllo della Medcenter Container Terminal (MCT), la società che gestisce il container terminal dello scalo portuale calabrese. «Gli investimenti che MSC ha messo in campo per il porto di Gioia Tauro – ha sottolineato Natale Colombo – sono imponenti ed importanti per la sua strategicità al centro del Mediterraneo». Colombo ha specificato che tuttavia «il progetto di rilancio deve vedere protagonista anche il sindacato confederale pronto a far valere le proprie capacità di elaborazione e di progettualità politica». «Gli impegni economici del gruppo – ha proseguito il rappresentante dell’organizzazione sindacale – sono essenziali per un riposizionamento cruciale del porto nello scacchiere dello shipping mondiale e le migliori performances dello scalo si potranno ottenere, favorendo un clima aziendale meno teso ma rivolto al dialogo ed alla condivisione distinguendo i contesti e le situazioni. Auspichiamo – ha concluso Colombo – che gli investimenti in atto ripaghino non solo il terminalista ed il Paese, ma anche le centinaia di lavoratori che già stanno dando il proprio contributo propositivo al raggiungimento dei migliori risultati possibili».

InforMare – 29/11/2019

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Anas, al via progetto di monitoraggio strumentale di ponti e viadotti

28 Novembre 2019

Anas ha pubblicato sulla Gazzetta ufficiale quattro bandi di gara da tre milioni di euro ciascuno per il monitoraggio strumentale di ponti e viadotti.

Gli appalti, in accordo quadro, riguardano la fornitura e l’installazione di sensori accelerometrici sulle strutture portanti dei ponti.

Le imprese interessate dovranno far pervenire le offerte sul Portale Acquisti di Anas (www. acquisti.stradeanas.it), pena esclusione, entro le ore 12.00 del 9 gennaio 2020.

Monitoraggio continuo

In aggiunta alle ispezioni visive, l’installazione di sensori accelerometrici sulle strutture portanti dei ponti (le travi dell’impalcato), consentirà di migliorare ulteriormente il monitoraggio continuo dei ponti e dei viadotti, misurando gli standard di sicurezza delle opere e consentendo quindi ad Anas di programmare i necessari interventi di manutenzione.

Saranno circa 100 le opere oggetto di monitoraggio strumentale, selezionate sulla base dell’importanza dell’itinerario servito, delle caratteristiche geometrico-strutturali nonché della posizione geografica, in relazione alla pericolosità sismica e idraulica del territorio.

Le misure acquisite dai sensori accelerometrici saranno analizzate da un software, dedicato all’elaborazione dei dati e alla determinazione delle proprietà dinamiche della struttura, il software sarà sviluppato, con il coinvolgimento delle Università italiane, in parallelo alle attività di installazione dei sensori.

Trasporti-Italia.com – 28/11/2019

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Partnership Costa Crociere-Flixbus per agevolare i crocieristi

Nuova partnership Costa Crociere-Flixbus. I croceristi potranno così raggiungere più facilmente le città in cui si imbarcheranno sulle navi Costa per le loro vacanze.

Con la prenotazione della crociera, è possibile aggiungere un viaggio in autobus (solo andata, o andata/ritorno) da una delle tante città europee servite da Flixbus verso la stazione più vicina al porto d’imbarco.

Dopo una iniziale fase test, svolta con successo, Costa e Flixbus hanno consolidato il loro obiettivo di rendere il viaggio più semplice e confortevole possibile. La partnership collega oltre 1.000 destinazioni europee di Flixbus alle principali città portuali da cui partono le navi da crociera Costa. Sono coinvolti tredici porti italiani, come ad esempio Bari, Civitavecchia, Genova, Napoli, Palermo e Savona. E altre dieci destinazioni nel resto d’Europa: Amsterdam, Amburgo, Barcellona, Bremenhaven, Copenhagen, Kiel, Marsiglia, Rostock (Warnemunde), Stoccolma, Valencia.

Negli ultimi anni, Flixbus ha creato la rete di collegamenti di autobus a lunga percorrenza più estesa d’Europa, con oltre 400mila collegamenti al giorno verso tutte le sue destinazioni in 30 Paesi. Lavorando in partnership con Flixbus, Costa Crociere moltiplica le opzioni per i trasferimenti ‘casa-nave’ con offerte nuove e convenienti, grazie a una rete che offre già molte fermate nelle città portuali.

In questo modo anche chi non ha la macchina, o sceglie di non mettersi alla guida per evitare code di traffico in autostrada e in città, potrà raggiungere la nave con la massima comodità.

Trasporti-Italia.com – 28/11/2019

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Il Parlamento UE chiede che trasporto marittimo e aereo si impegnino a ridurre le emissioni più di quanto attualmente previsto

Approvata una risoluzione che sollecita anche la Commissione Europea a proporre l’inclusione del settore marittimo nel Sistema UE di scambio delle quote di emissione.

Oggi il Parlamento europeo, con 429 voti a favore, 225 contrari e 19 astensioni, ha approvato una risoluzione che dichiara un’emergenza climatica e ambientale in Europa e nel mondo con la quale si chiede anche un’ulteriore riduzione delle emissioni del trasporto marittimo ed aereo. La risoluzione esorta la Commissione Europea a garantire che tutte le proposte sul clima siano in linea con l’obiettivo di limitare il riscaldamento globale al di sotto di 1,5 °C.
Un’altra risoluzione, anch’essa approvata oggi con 430 voti favorevoli, 190 contrari e 34 astensioni, specificando che l’UE dovrebbe ridurre le emissioni del 55% entro il 2030 per diventare climaticamente neutrale entro il 2050, chiede che l’Unione Europea si impegni in tal senso alla COP25, la Conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici che si terrà dal 2 al 13 dicembre prossimi a Madrid.
La prima relazione evidenzia che gli attuali obiettivi di riduzione delle emissioni del trasporto aereo e marittimo non consentono di ottenere il necessario livello di diminuzione delle emissioni e precisa che tutti gli Stati dovrebbero includere tali emissioni nei loro piani di contribuzione nazionale (NDC). La risoluzione chiede anche alla Commissione Europea di proporre l’inclusione del settore marittimo nel Sistema UE di scambio delle quote di emissione.

InforMare – 28/11/2019

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Prosegue il calo del commercio internazionale delle nazioni del G20

Nel terzo trimestre il rallentamento è stato particolarmente pronunciato nell’Unione Europea

Nel terzo trimestre di quest’anno è proseguito il trend al ribasso degli scambi commerciali internazionali delle nazioni del G20 che si è avvicinato al livello più basso degli ultimi due anni. L’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico (OCSE) ha reso noto oggi che, rispetto al secondo trimestre del 2019, nel trimestre successivo i dati destagionalizzati ed espressi in dollari mostrato una diminuzione del -0,7% delle esportazioni e un calo del -0,9% delle importazioni, flessioni – ha specificato l’OSCE – dovute in parte a causa di un calo dei prezzi del petrolio di quasi il -20% e dell’ammortamento della maggior parte delle valute rispetto al dollaro USA.
Nel terzo trimestre del 2019 il commercio è rimasto debole in tutte le regioni del G20 e il rallentamento è stato particolarmente pronunciato nell’Unione Europea, con le esportazioni e le importazioni in contrazione rispettivamente del -1,8% e del -0,4%. In particolare, le esportazioni e le importazioni sono diminuite in tutte le principali economie dell’UE, con una riduzione rispettivamente del -3,6% e del -1,7% in Francia e rispettivamente del -0,4% e del -1,8% in Germania. In Italia il commercio è diminuito per il sesto trimestre consecutivo poiché le esportazioni e le importazioni sono calate del -1,2% e del -1,0%. Nel Regno Unito, in parte a causa di una significativa riduzione del valore della sterlina (in flessione del -4,3% rispetto al dollaro USA) e della continua incertezza sulla Brexit, le esportazioni sono diminuite del -3,3% e le importazioni del -1,6%.
Le importazioni sono state deboli anche nelle principali economie asiatiche, con una contrazione del -9,7% in India, -2,3% in Corea, -1,8% in Cina e -0,4% in Indonesia. In Giappone, invece, le importazioni sono aumentate del +0,5% in quanto lo yen si è apprezzato nei confronti del dollaro. Le esportazioni hanno generalmente tenuto meglio nella regione asiatica, aumentando del +4,1%, +2,2% e +1,6% rispettivamente in Indonesia, Giappone e Cina, ma hanno registrato una contrazione in India (-3,1%) e Corea (0%). 4%). Riflettendo il calo dei prezzi del petrolio, le esportazioni dell’Arabia Saudita sono diminuite del -6,8%.
In Nord America, le esportazioni statunitensi sono diminuite lievemente del -0,2% mentre le importazioni sono diminuite del -0,7%. Le esportazioni statunitensi in Cina rimangono ben al di sotto dei livelli osservati prima delle recenti tensioni commerciali bilaterali, nonostante una ripresa nel secondo trimestre (-1,9%), e le importazioni dalla Cina negli Stati Uniti sono diminuite del 2,1%. Le esportazioni e le importazioni del Messico sono diminuite (-0,2% e -0,4%), mentre il Canada ha registrato un calo delle esportazioni del -1,7% ma un rialzo del +0,4% delle importazioni.
In Sud America, le esportazioni brasiliane sono diminuite del -3,5%, mentre le importazioni sono aumentate del +15,3%, in parte a causa del picco delle importazioni a seguito della promulgazione a fine 2017 della cosiddetta legge Repetro che ha introdotto incentivi fiscali a favore dell’industria oil & gas. Un aumento significativo delle spedizioni in Cina ha alimentato le esportazioni argentine (del +5,1%, il maggiore aumento tra i membri del G20 nel terzo trimestre del 2019).

InforMare – 28/11/2019

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Agenda digitale: Callari, senza banda ultra larga 5G inefficace

27 Novembre 2019

La necessità di imprimere un’accelerazione ai lavori del comitato Banda ultra larga (Cobul) per poter raggiungere con la fibra anche quei territori periferici attualmente scoperti dalla rete. Inoltre, la richiesta al Governo di un coinvolgimento delle Regioni nella prossima rivoluzione dei pagamenti via internet alle pubbliche amministrazioni dello Stato.

Queste le linee d’azione ribadite oggi a Venezia dall’assessore ai Servizi informativi del Friuli Venezia Giulia, Sebastiano Callari, nella sua veste di coordinatore della Commissione speciale Agenda digitale della Conferenza delle Regioni e delle Province autonome.

Callari, raccogliendo il consenso della Commissione, ha ribadito l’alta strategicità del progetto della banda ultra larga, rimarcando come nessuna applicazione della tecnologia 5G possa risultare efficace senza un capillare servizio che offra la velocità dei flussi informatici. A tal fine è stata sollecitata una quanto più rapida convocazione del Cobul per attivare l’utilizzo delle risorse comunitarie già stanziate.

Come ha spiegato Callari, tra i temi emersi nel corso dei lavori della Commissione c’è stato anche quello della riorganizzazione dei data center degli enti locali che saranno accentrati in un unico sistema nazionale. “Nel caso del Friuli Venezia Giulia – ha sottolineato l’assessore – ci troviamo davanti a una gestione virtuosa dei data center da parte della Regione attraverso Insiel, il che ci ha permesso di mantenere il controllo a livello territoriale. Ricordo che si tratta di dati particolari, il cui trattamento diretto, oltre a conferire maggiori garanzie di sicurezza, consente anche un rapido utilizzo per l’elaborazione di politiche idonee relativamente a temi che, vedi la sanità, incidono direttamente sulla vita dei cittadini”.

Per quel che riguarda il prossimo switch off dei pagamenti on line alla pubblica amministrazione, Callari ha riaffermato l’esigenza di un ruolo attivo delle Regioni in un cambiamento che coinvolgerà cittadini e imprese e “che dovrà essere accompagnato garantendo un’assistenza di prossimità attraverso l’impiego di personale formato e competente. Un’esigenza alla quale il Governo deve rispondere stanziando adeguate risorse”.

Infine, l’assessore ha ricordato che, in qualità di coordinatore della Commissione speciale Agenda digitale della Conferenza delle Regioni e delle Province autonome, incontrerà il 2 dicembre prossimo il ministro per l’Innovazione tecnologica e la digitalizzazione, Paola Pisano.

Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia/Notizia dalla Giunta – 27/11/2019

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Decisione sulle crociere prima di Natale. Il sindaco vede Mattarella: è la mia guida

Martella: gettate le basi per la governance. Baretta: strategia verso il futuro

di Francesco Bottazzo

Navi? Non era all’ordine del giorno. Il ritornello è lo stesso, poco importa se la risposta è del premier, del ministro alle Infrastrutture, del sindaco o del presidente della Regione. Se ne riparlerà, la prossima volta, che comunque sarà presto: «Prima di Natale», dice il presidente del Consiglio Giuseppe Conte. Nell’ultimo Comitatone del 7 novembre 2017, l’alternativa al passaggio delle crociere davanti a San Marco era la priorità. Questa volta ce n’erano altre, dopo l’acqua grande di due settimane fa.

Il dossier

Il ministro Paola De Micheli ha bisogno di tempo per studiare il dossier, anche se l’intenzione è quella di spostare già dal prossimo anno fino a duecento navi a Porto Marghera. Saranno comparate (ancora una volta) tutte le soluzioni, per individuare quella migliore e più compatibile. Sarà l’argomento principe del Comitatone di Natale, che dovrà fare il punto anche sulle commissioni su governance del Mose e Legge speciale.

Brugnaro e Mattarella

«Il presidente della Repubblica è sempre molto vicino alla nostra città», dice Luigi Brugnaro. Ieri mattina infatti, prima dell’incontro a Palazzo Chigi, accompagnato dal capo di gabinetto Morris Ceron il sindaco ha incontrato il Capo dello Stato, che era stato il primo a chiamarlo la notte dell’acqua granda. «L’ho ringraziato a nome di tutti i cittadini per l’affetto e la vicinanza che, anche nei giorni terribili della marea record, ha sempre dimostrato per Venezia – confessa il sindaco – Sono anni che mi ascolta e mi sostiene: come il patriarca è la mia guida spirituale, lui è quella morale, sono cose importanti. E’ precisissimo, è informato di tutto, vuole sapere, capire, conoscere… E agisce, perché la città è nel suo cuore, ma questo l’ha dimostrato in quattro anni. E’ sempre presente al nostro fianco».

Soddisfazione

E se il sottosegretario all’Economia Pier Paolo Baretta ieri ha sottolineato la responsabilità del governo «di essersi assunto in pieno i problemi di Venezia e della sua laguna» («Finalmente il dibattito istituzionale si inserisce in una strategia che guarda sia all’emergenza che al futuro», dice), il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Andrea Martella evidenzia come «il Comitatone ha segnato un punto fermo e costruttivo, non solo dal punto di vista dei finanziamenti, ma perché ha posto le basi per un ridisegno della governance su Venezia e per un metodo basato sulla trasparenza». Il Comitatone ha poi finalmente ripartito i 65 milioni di legge speciale per gli anni 2018 e 2019, fermi da mesi in attesa del via libera: 46 milioni a Venezia, 9 a Chioggia, quasi 3 a Cavallino, 1,7 a Mira e Jesolo e poi 750 mila a Musile, Quarto d’Altino, Campagna Lupia e Codevigo. «Un risultato storico per i Comuni di gronda – commenta soddisfatto Marco Dori, sindaco di Mira – Per la prima volta il governo ha stanziato risorse della Legge speciale per il Comune che rappresento»

Corriere del Veneto – 27/11/2019

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Grandi Navi: Musolino, scavi per mantenere fondali a 12 metri

Servono a garantire l’arrivo delle navi sistema economico della città di Venezia

Gli scavi nel canale Malamocco-Marghera, per permettere l’operatività del porto commerciale di Venezia “servono a mantenere il fondale a 12 metri, consentito dalla legge”. Lo ha precisato il presidente dell’Autorità portuale di Venezia e Chioggia, Pino Musolino, durante l’audizione alla Commissione Lavori pubblici del Senato. “Il Piano regolatore portuale – ha ricordato Musolino – prevede che il canale abbia un fondale di 12 metri, e non è possibile ripensarlo. Gli impianti del Mose tra l’altro fissano questa quota in maniera definitiva”. Per Musolino inoltre “gli scavi servono a garantire l’arrivo delle navi e il sistema economico della città di Venezia, che è tutelato dalla stessa Legge speciale. Gli ultimi dragaggi hanno soprattutto consentito di togliere fanghi inquinati, che vengono caratterizzati e smaltiti”, ha concluso. “Noi – ha puntualizzato Musolino – abbiamo un piano regolatore portuale che ci permette di avere canali portuali fino a -12 metri. L’accessibilità nautica, che è uno dei compiti principali dell’autorità di sistema ci dà diritto e ci obbliga a mantenere l’accessibilità a -12 metri. E’ evidente che i porti si insabbiano e si dragano, è un fatto di buonsenso notorio. I 12 metri di fondale sono quelli che garantiscono la piena operatività al porto di Venezia e Chioggia. Chioggia ha fondali autorizzati a meno 7, meno 8 metri, ma anche in quel caso per quasi vent’anni non si sono dragati i canali portuali, e il porto oggi versa in condizioni emergenziali, perché ha fondali che sono arrivati a 6 metri, In queste condizioni – ha concluso – possiamo andare a raccogliere le margheritine”.

Ansa/Mare – 27/11/2019

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Grandi Navi: Musolino, in 20 mesi pronte banchine a Marghera

Presidente Autorità Portuale ascoltato in Commissione Senato

In 20 mesi potrebbero venire allestite le banchine alternative a Porto Marghera per l’attracco delle grandi navi da crociera, secondo il piano concordato nel Comitatone del 2017. Lo ha ribadito oggi il presidente dell’Autorità portuale dell’Adriatico settentrionale, Pino Musolino, ascoltato oggi dalla Commissione Lavori pubblici del Senato. “Qualora fosse stato dato il via all’epoca – ha affermato Musolino – non avremmo avuto il passaggio della nave ‘Opera’ (coinvolta nell’incidente del 2 giungo scorso, ndr) per il canale della Giudecca”. Ricordando l’ipotesi di fermare le navi più grandi a Marghera e di far transitare quelle inferiori per il canale Vittorio Emanuele, il presidente dell’Authority ha precisato che “questo canale fu inaugurato il 16 maggio 1922, e da Piano regolatore portuale ha una profondità di 11,5 metri. Quando chiediamo di poter scavare, non chiediamo di aggiungere nuovi canali, ma di agire secondo quel che è fissato da sempre”. Musolino ha indicato che “le grandi navi verrebbero indirizzate su due banchine di Marghera che sono inutilizzate e che così verrebbero rimesse a reddito. Per ristrutturare la prima ci vogliono nove mesi, per entrambe ce ne vogliono 20. Per la prossima estate potremmo deflazionare i passaggi per il canale della Giudecca, ovviamente un’ipotesi – ha concluso – al netto di eventuali ‘rallentamenti’ procedurali”.

Ansa/Mare – 27/11/2019

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Il Cipe assegna 600 milioni alla Tav Brescia-Verona

26 Novembre 2019

De Micheli: «Sul sito del ministero ho fatto partire il contatore delle grandi opere. I cantieri bloccati per le resistenze di sindaci e comitati locali, basta con i veti»

Avanti tutta con la Tav Brescia-Verona, dal Cipe arrivano 600 milioni anche se l’appalto del primo lotto della galleria di Lonato è andato incredibilmente deserto. Scavare in trincea a due passi dal Garda tra Sirmione e Peschiera non è certo come asfaltare una strada, ma la fame di appalti segnalata da Confindustria mal si concilia con i bandi ignorati forse per evitare il massimo ribasso sui 200 milioni indicati come base. A Roma sono convinti che al prossimo appello, la risposta delle imprese sarà di prim’ordine. A confermare gli impegni del governo sul completamento della Tav da Brescia a Verona è il ministro Paola De Micheli, che ha invertito rotta e mandato in archivio i veti del grillino Toninelli, ma non l’analisi costi-benefici prevista per legge, come ha spiegato nel question time alla Camera.

«Il Cipe un paio di giorni fa ha sbloccato opere per 600 milioni su un finanziamento globale di 1,8 miliardi. L’alta velocità è drammaticamente in ritardo per le forti resistenze che arrivano dai paesi, con i sindaci che chiedono correzioni al progetto e i comitati locali pronti a bloccare le ruspe nei cantieri», ha spiegato Paola De Micheli.

Insomma, il Pd deve fare autocritica anche se ad organizzare la protesta sono i grillini coordinati da Francesca Businarolo, presidente della commissione Giustizia della Camera. Con il decreto “sblocca-cantieri” la macchina degli appalti si è rimessa in moto a luglio, prima del ribaltone della Lega, ma il traguardo resta sempre lontano. Il ministro non intende però scaricare le colpe sui sindaci e sul sito web delle Infrastrutture ha fatto partire il contatore delle Grandi Opere, un’idea simile a quella di Galan e Rossi Luciani ai tempi delle code sulle tangenziali di Mestre, prima di realizzare il Passante. Sul portale non ci sarà solo l’orologio ma anche la scheda completa con lo stato di avanzamento di ogni singolo progetto con l’obiettivo di rendere trasparente il dibattito e le responsabilità sui ritardi.

Quanto alla nomina dei commissari ad hoc previsti sempre da Toninelli, Paola De Micheli non ha dubbi: massima cautela per evitare ulteriori complicazioni burocratiche con figure che si possono sovrapporre nella sfera decisionale.

Tutto risolto per l’alta velocità? Pare di no, a sentire il senatore Vincenzo D’Arienzo. «Il Cipe ha approvato il finanziamento di 600 milioni destinato all’ingresso Ovest da Brescia verso Verona e in dirittura d’arrivo c’è anche il collegamento con Vicenza. In forte ritardo è invece il quarto lotto Verona-Pescantina-Brennero: il progetto preliminare Rfi è già depositato in comune ma il sindaco Sboarina non ha dato il via libera. Il dossier è stato consegnato il 18 settembre 2018 e dopo un anno siamo fermi, invece vanno avviate le assemblee con i sindaci chiamati ad esprimersi. Il rischio è che il tunnel del Brennero venga realizzato prima del raccordo a Verona con la linea verso Pescantina: sarebbe un errore gravissimo non solo per il nostro Interporto ma per tutto l’asse commerciale tra l’Italia e la Germania e il Nord Europa», conclude il senatore D’Arienzo.

Un passo indietro a un anno fa. Quando il Cipe sbloccò 985 milioni della tratta Verona- Vicenza: 42 chilometri assegnati al consorzio di imprese Iricav Due, general contractor nato nel 1991 di cui fanno parte Astaldi al 37,49%, Salini Impregilo al 34,10%, Ansaldo Sts al 17,05%, Società Italiana per Condotte d’Acqua al 11,35% e Fintecna allo 0,01%. Verranno rifatte anche le stazioni di Lonigo e Montebello Vicentino.

Il Mattino di Padova – 26/11/2019

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