L’aeroporto di Bolzano diventa completamente privato

17 Settembre 2019

L’aeroporto di Bolzano è adesso completamente privato. E’ stato infatti firmato dal governatore Arno Kompatscher il contratto con cui la Provincia Autonoma di Bolzano cede il 100% delle quote di gestione dell’aeroporto al nuovo gestore privato ABD Holding Srl. Il prezzo di base d’asta è di 3,8 milioni di euro più il rialzo offerto dall’aggiudicatario.
ABD Holding Srl dovrà sostenere tutti i costi necessari alla gestione e rispettare tutte le normative vigenti, anche in materia di inquinamento acustico e di sicurezza, attuando il Masterplan approvato da Enac nel 2013. I beni aeroportuali continueranno ad appartenere al Demanio aeronautico dello Stato. “Il passaggio in mano privata della gestione dell’aeroporto porterà all’amministrazione un risparmio economico superiore ai 20 milioni di euro solo nel prossimo quinquennio che saranno destinati ad altre finalità pubbliche”, ha detto Kompatscher.

Trasporti-Italia.com – 17/09/2019

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Nei primi otto mesi del 2019 China Railway ha trasportato 250mila container su rotaia dalla Cina all’Europa

16 Settembre 2019

Nei viaggi di ritorno ne sono stati trasportati 210mila

Il gruppo ferroviario cinese China Railway (CR) ha reso noto che nei primi otto mesi del 2019 i collegamenti ferroviari con l’Europa realizzati dall’affiliata China Railway Container Transport Co. (CRCT) hanno trasportato carichi containerizzati pari a 250mila teu dalla Cina all’Europa nell’ambito di un totale di 2.845 viaggi, con un tasso di riempimento del 99%, mentre dall’Europa alla Cina ne sono stati trasportati 210mila nell’ambito di 2.421 viaggi di ritorno, con un tasso di riempimento dell’85%.
Annunciando tali risultati, il gruppo ha sottolineato le ulteriori potenzialità di crescita del trasporto ferroviario sulla tratta Cina-Europa che beneficia di vantaggi competitivi come la durata del trasporto che risulta pari ad un terzo di quella di un collegamento marittimo tra Cina ed Europa e di un prezzo di trasporto che è pari ad un quinto rispetto al costo di un trasporto aereo su questa direttrice.

InforMare – 16/09/2019

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Strade sicure, contributi a 17 Comuni

Ci sono anche diciassette Comuni veronesi nell’elenco dei beneficiari dei finanziamenti regionali per la mobilità e la sicurezza stradale, destinati a 111 Comuni delle sette province venete per un totale di 119 interventi (in alcuni casi, come ad Albaredo d’Adige, sono doppi). I finanziamenti sono stati assegnati per effetto dello scorrimento di due graduatorie approvate nel 2017 e nel 2018 per lavori di consolidamento e messa in sicurezza della viabilità di interesse comunale: uno riguarda 51 interventi, per complessivi 3.691.231,63 milioni di euro, di cui 2.301.599,86 milioni dalla Regione; l’altro contributo riguarda 68 interventi, per un investimento di 34 milioni di euro, di cui 13,5 milioni di fondo regionale. «Con questi ulteriori interventi infrastrutturali proseguiamo la nostra azione per rendere più sicura e funzionale la rete stradale veneta», sottolinea la veronese Elisa De Berti, assessore regionale, «dando soluzione in modo mirato a situazioni di riconosciuta criticità, a punti neri, come nel caso di intersezioni a raso in area extraurbana, adottando tecniche di moderazione del traffico in area urbana o suburbana, ammodernando la viabilità esistente, completando tracciati alternativi agli attraversamenti dei centri urbani, attivando segnaletica a messaggio variabile e di informazione all’utenza, realizzando percorsi ciclabili e pedonali protetti in ambito urbano». «Le amministrazioni comunali», conclude l’assessore De Berti, «grazie a questi fondi regionali hanno la possibilità di attuare iniziative, magari irrealizzate sino ad oggi per mancanza di risorse economiche, per ridurre il rischio di incidenti sulle proprie strade, dando priorità agli interventi nelle situazioni che presentano una maggiore sinistrosità».

L’Arena/Provincia – 16/09/2019

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Grande Raccordo Anulare di Padova. Assessore De Berti: “per la Regione è un’opera di assoluta importanza strategica”

“Per la Regione del Veneto il GRAP è un’opera irrinunciabile e di straordinario valore strategico: per noi è fondamentale procedere con la verifica e l’aggiornamento del progetto che il CIPE ancora non ha approvato”.

Lo ribadisce l’assessore alle infrastrutture e trasporti Elisa De Berti, precisando che proprio la Regione aveva a suo tempo chiesto l’inserimento del Grande Raccordo Anulare di Padova nel Programma delle Opere Strategiche a livello nazionale.

“Coerentemente con questa visione – prosegue l’assessore – e, come già noto agli Enti locali interessati, la Regione ha inserito l’opera nel nuovo Piano Regionale dei Trasporti presentato lo scorso luglio. Al termine della definitiva redazione, che è ormai in dirittura d’arrivo, tale importante strumento sarà adottato dalla Giunta regionale e  immediatamente a seguire sottoporremo ancora una volta al Ministero delle infrastrutture e dei trasporti la questione, tenuto conto che la pratica è da alcuni anni in istruttoria presso lo stesso MIT, ai fini del previsto parere del CIPE”.

Per quanto attiene le richieste presentate da alcuni Comuni circa la apposizione di vincoli urbanistici sul territorio a causa del progetto del GRAP, De Berti conferma ancora una volta la posizione assunta sin dal 2016 dagli Uffici regionali: non essendo ancora intervenuta l’approvazione del CIPE sul progetto preliminare dell’opera, il progetto stesso non determina vincolo urbanistico e vincolo preordinato all’esproprio,  in quanto manca il presupposto dell’approvazione dell’opera pubblica. Ciascun  Comune, nell’ambito delle proprie competenze urbanistiche, può apporre autonomamente il vincolo urbanistico attraverso le procedure ordinarie (PRG, ovvero PAT o PATI) e valutare se mantenere tale vincolo o meno; la competenza per l’approvazione delle eventuali varianti urbanistiche rimane in capo alla Provincia di Padova.

Regione del Veneto – Comunicato stampa N° 1489 del 16/09/2019

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Autostrade: aumento dei pedaggi sospeso per due mesi

Sospeso per ulteriori due mesi l’incremento tariffario relativo all’anno 2019 l’aumento dei pedaggi autostradali. Lo ha comunicato Autostrade per l’Italia.
La decisione è stata presa in Consiglio di Amministrazione, in considerazione degli inviti del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti.

Trasporti-Italia.com – 16/09/2019

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«Salva la sorgente di Spino, la Valdastico si può fare»

15 Settembre 2019

L’annuncio di Fugatti. Il presidente della Provincia: «A31, pronto lo studio di fattibilità» Il Comitato: «Tutta la zona è a rischio». Valduga: «Aspettiamo di approfondire: molte le criticità».

Lo studio di fattibilità per la A31 Valdastico con uscita a Marco è pronto e verrà presentato nelle prossime settimane. L’annuncio lo ha dato il presidente della Provincia Maurizio Fugatti a margine di una conferenza stampa a Luserna. «Per quello che possiamo dire – ha aggiunto Fugatti – lo studio risolve l’impatto sull’acquedotto di Spino, dunque l’opera non avrà contraccolpi sull’ambiente». Il presidente della Provincia ha anche ribadito che il tracciato, con uscita a Rovereto Sud, avrà un uscita a Terragnolo, con un casello dell’A31. L’intenzione della giunta provinciale è di presentare lo studio entro la fine del mese, poi inizierà il confronto con i territori coinvolti dall’opera. «Un confronto – conclude Fugatti – al quale non saremmo tenuti».

Il Comitato contro la A31

Gli risponde a distanza Aaron Iemma, presidente del Coordinamento dei Comitati contro la A31 Valdastico Nord, nonché presidente del Wwf Trentino. «Le criticità del progetto sono tante, non si limitano all’acquedotto di Spino. Tutta la montagna ha caratteristiche tali che dei perforamenti possono compromettere l’ambiente in maniera irreparabile. Siamo comunque molto curiosi di apprendere come i problemi verrebbero risolti sotto il profilo tecnico. In ogni caso, i problemi non sono risolti, anzi. Il progetto stesso ha un’impostazione sviluppista, sul modello degli anni 60, che non è più riproducibile, né attuabile in un territorio che ha più volte evidenziato la propria delicatezza e fragilità. Bisogna poi ricordare – prosegue Iemma – che si tratta di un’opera che verrebbe costruita non per una reale utilità – e sfidiamo chiunque a dimostrare il contrario con dati alla mano – bensì per mera speculazione, cioè per ottenere il rinnovo della concessione alla società A4 Serenissima». Un rinnovo che è stato giudicato illegittimo dalla Corte dei Conti, che ha imposto alla Serenissima una multa salatissima, 600 milioni per aver ottenuto la concessione senza aver completato la A31. «Mi preme dire – prosegue Iemma – che siamo aperti a soluzioni diverse, purché ispirate a un modello di sviluppo sostenibile. Quanto all’affermazione di Fugatti sul confronto “non dovuto” con i territori, prima di devastare una zona naturale il confronto con i cittadini ci pare il minimo». Il Comitato si riunirà, come ogni ultimo martedì del mese, il 24 settembre: un incontro aperto a tutti per informare la popolazione sugli ultimi sviluppi.

Lo scetticismo di Valduga

Scettico anche il sindaco di Rovereto Francesco Valduga: «Prendiamo atto che c’è uno studio di fattibilità, ora attendiamo di conoscerne i dettagli per approfondirne i contenuti. Siamo curiosi di capire come verrà salvaguardato l’acquedotto di Spino, fermo restando – conclude il sindaco – che non è l’unico punto critico del progetto, ma solo una delle criticità del completamento della A31».

Trentino – 15/09/2019

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Polesine, una strategia di fuga

Il territorio si scopre poco competitivo e con minore attrattività industriale. Ci sono correttivi in vista?

Polesine non strategico per industria ed economia? Sembrerebbe così ad analizzare le motivazioni che hanno spinto Ecolab ad abbandonare il sito produttivo di Rovigo per trasferire la produzione in Francia. Una scelta che comporta pesanti ricadute sull’immediato e che pone seri interrogativi sul futuro a medio-lungo termine del panorama economico-occupazionale del Polesine.

Ecolab infatti spiega che la chiusura dello stabilimento di Rovigo è legata ad una revisione industriale che ha portato in superficie costi operativi che a Rovigo risultano più alti che in altri siti della multinazionale che si occupa di detergenti industriali. Costi maggiori, dunque, determinati da una logistica più complessa in quanto la maggior parte dei clienti Ecolab proviene da oltre i confini italiani, inoltre dal fatto che la maggior parte delle materie prime per la lavorazione proviene dall’estero. E quindi costi di trasporto più onerosi e tempi di consegna più lunghi. Il Polesine e Rovigo, quindi, si scoprono, detta in parole povere, meno competitivi dal punto di vista strategico-industriale, almeno per quelle attività imprenditoriali che lavorano molto nell’export. Ecco allora che l’interrogativo primario a cui cercare di dare risposta è il seguente: il Polesine è in gradi di competere, a livello economico e industriale, con le sfide della globalizzazione e di un mercato sempre più aperto e ‘competitivo’? Stando alle motivazioni, ovviamente ‘di parte’, di Ecolab, non sarebbe così.

E la cosa fa specie se si pensa che l’alternativa scelta dalla multinazionale americana non è un Paese delle cosiddette economie emergenti, dove esistono contributi o sgravi fiscali, ma la Francia, dove è probabile che il costo del lavoro non sia tanto diverso rispetto alla media italiana. I punti di forza, o di debolezza, su cui ragionare, a questo punto, vanno declinati su quello che molti esperti del settore chiamano la “competitività” di un territorio. E qui entrano in campo logistica, infrastrutture materiali e digitali, costo delle materie prime, trasporti. Ragionando da un punto di vista delle mere vie di comunicazioni non si può dire che Rovigo non sia al centro di uno snodo infrastrutturale interessante (autostrade, ferrovia, idrovia, superstrada). Il punto però è un altro perché le infrastrutture devono servire per portare e fare arrivare merci e prodotti, e secondo Ecolab questi punti di partenza, o di arrivo, non sono per niente vicini al Polesine, che quindi si rivela poco strategico.
E quindi? Quindi politici e categorie del mondo produttivo dovrebbero approntare correttivi e misure per invertire, o stoppare, questa tendenza. Uno di questi correttivi potrebbe essere la Zes, il meccanismo di sgravi fiscali per aziende che decidono di insediarsi nel territorio (16 Comuni polesani e l’area di Marghera per il progetto di Zona economico speciale in Veneto). Ecco allora che il territorio polesano (considerato nel suo complesso anche grazie ai benefici dell’indotto) tornerebbe ad essere strategico e favorevole a chi vuole “fare impresa” e “creare lavoro”. La Zes, come più volte sottolineato da Confindustria e dai sindaci polesani, è dunque la priorità, utile a sviluppare non solo nuovi insediamenti, ma anche un tessuto economico-sociale in grado di autosostenersi e ampliarsi.

Interrogativi a cui dare risposte nel breve. Perché Ecolab sta chiudendo i battenti adesso, tagliando 43 posti di lavoro (ma potrebbero essere di più), ma il rischio è che nei prossimi mesi il mondo economico-produttivo si impoverisca ulteriormente.

La Voce di Rovigo.it – 15/09/2019

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Fs Italiane: Rfi ottiene la certificazione in asset management. E’ la prima in Italia

13 Settembre 2019

Rete Ferroviaria Italiana (Gruppo FS Italiane), gestore dell’infrastruttura ferroviaria nazionale, ha ottenuto la certificazione del sistema di gestione degli asset aziendali, in accordo allo standard internazionale ISO 55001.

Si tratta della prima e unica certificazione ottenuta in Italia, attraverso Accredia, per la gestione di asset materiali. In ambito internazionale la società del Gruppo FS Italiane si colloca tra i primi gestori dell’infrastruttura ferroviaria a vantare un simile riconoscimento, in considerazione della vasta estensione della rete ferroviaria gestita, oltre 16.700 km, circa 2.000 stazioni e 26.000 dipendenti.

I principali benefici di un sistema di gestione degli asset integrato e ottimizzato includono ritorno sugli investimenti e crescita stabile, pianificazione a lungo raggio e sostenibilità delle performance, miglioramento della gestione del rischio e della governance aziendale, possibilità di dimostrare le scelte come migliori in termini di costi/benefici all’interno di un sistema di finanziamenti regolamentato, nonché il miglioramento generale della soddisfazione del cliente.

La norma ISO 55001 fornisce i requisiti per un sistema di gestione degli asset efficiente e integrato, in grado di facilitare le organizzazioni nell’ottimizzare la disponibilità e profittabilità dei propri asset per l’intero ciclo di vita, dall’acquisizione fino alla dismissione.

La certificazione ottenuta si inserisce all’interno di una strategia più ampia, in linea con il Piano industriale 2019-2023 di Gruppo, che attraverso l’approccio asset-centrico mira a garantire ulteriormente una gestione efficiente della rete e a creare valore, sia all’interno della Società sia verso gli stakeholder.

Trasporti-Italia.com – 13/09/2019

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Eva+, attive in Italia e Austria 200 stazioni per la ricarica elettrica veloce

Completata l’attivazione delle infrastrutture di ricarica veloce sulle strade a lunga percorrenza di Italia e Austria. Attive 200 stazioni con una potenza pari 50kW per un totale di 400 punti di ricarica disponibili per i clienti finali.

L’iniziativa fa parte del progetto di mobilità elettrica EVA+ coordinato da Enel e co-finanziato dalla Commissione Europea nell’ambito del programma Connecting Europe Facility Transport.

Le infrastrutture di ricarica di EVA+ presenti sul territorio italiano sono interamente sviluppate e installate da Enel X. Permettono di fare un pieno di energia a due veicoli contemporaneamente in circa 30 minuti. Ogni stazione è compatibile con tutti i modelli di auto elettriche attualmente sul mercato e rispetta gli standard internazionali nell’ambito dell’e-mobility: CCS, CHAdeMO e Type 2.

Grazie al recente accordo di interoperabilità tra Enel X e SMATRICS, gli utenti delle due aziende potranno accedere ai punti di ricarica di EVA+ e delle rispettive reti di ricarica nazionali in totale libertà e senza limiti territoriali nei due Paesi. Inoltre, grazie alle funzionalità avanzate di Juicepass, la nuova app per la mobilità elettrica di Enel X, è ancora più semplice ricaricare il proprio veicolo presso le stazioni fast del progetto.

Electric Vehicles Arteries

EVA+ è il progetto europeo per lo sviluppo della mobilità elettrica nato nel 2016, che prevedeva entro tre anni l’installazione di 200 infrastrutture di ricarica veloce, 180 in Italia e 20 in Austria, lungo le strade a lunga percorrenza extraurbane dei due Paesi.

Il programma ha visto la collaborazione di Enel in qualità di coordinatore, con Verbund, principale utility austriaca, SMATRICS, il più importante operatore austriaco di reti di ricarica. Hanno partecipato anche alcuni tra i più importanti marchi automobilistici a livello mondiale come Renault, Nissan, BMW Group e Volkswagen Group Italia (con le marche Volkswagen e Audi).

Trasporti-Italia.com – 13/09/2019

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A22: più traffico tir e meno incidenti in primi 6 mesi 2019

Oggi Cda della società autostradale

Nei primi sei mesi del 2019, lungo l’Autostrada del Brennero c’è stato un leggero aumento del traffico (+0,58%), riconducibile per lo 0,06% ai veicoli leggeri e per l’1,71% ai mezzi pesanti. A metà dell’anno, lungo la A22 sono già stati complessivamente percorsi 2,37 miliardi di chilometri.

Cala, invece, il tasso di incidentalità globale (Tig), unità di misura che esprime il rapporto tra incidenti accaduti e chilometri percorsi moltiplicato per 100.000.000. Il 2018 si è chiuso con un tasso di 16,83, nei primi sei mesi del 2019 il Tig si è assestato a 16,21.

I dati sono stati resi noti oggi nel corso del cda semestrale della società A22.

Ansa/Trentino A.A. – 13/09/2019

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