Economia: Fedriga, futuro Fvg poggia su binomio logistica&ricerca

28 Settembre 2019

“Il futuro del Friuli Venezia Giulia poggia su due asset fondamentali, la logistica e la ricerca, sui quali l’impegno delle istituzioni pubbliche e dei soggetti privati deve convergere al fine di creare opportunità di sviluppo per il territorio e prospettive occupazionali per le nuove generazioni.”

Lo ha dichiarato il governatore Massimiliano Fedriga, intervenendo stamane a Trieste alla presentazione della nave “Laura Bassi”, che si occuperà, per conto dell’Istituto Nazionale di Oceanografia e di Geofisica Sperimentale, di attività di ricerca nell’Artico e nell’Antartico.

Al taglio del nastro hanno preso inoltre parte la presidente di Ogs, Maria Cristina Pedicchio, il sindaco di Trieste, Roberto Dipiazza, il ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, Lorenzo Fioramonti, e numerose autorità civili, militari e religiose.

Nell’occasione, Fedriga ha ricordato il ruolo attivo dell’Amministrazione regionale che, attraverso l’intensificazione delle relazioni di vicinato con i Paesi dell’Europa centro-orientale, mira a favorire gli investimenti in una regione percorsa da due corridoi europei e dotata di aree portuali extradoganali.

Volgendo lo sguardo al vicino Porto vecchio di Trieste, il governatore ha quindi salutato i presenti con l’auspicio che le istituzioni “sappiano sfruttarne le potenzialità per farlo diventare cuore pulsante dell’economia regionale, valorizzandolo nelle rinnovate vesti di polo per il terziario avanzato”.

Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia – 28/09/2019

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La compagnia aerea cinese SF Airlines inaugura un servizio cargo Cina-Europa

27 Settembre 2019

È il primo collegamento intercontinentale del vettore merci.

La compagnia aerea cargo cinese SF Airlines ha reso operativo il proprio primo trasporto merci intercontinentale inaugurando un nuovo servizio che collega l’aeroporto di Wuxi (Shanghai) con quello di Francoforte con scalo tecnico a Chongqing, nel sud-ovest della Cina. Il volo, che copre una distanza di 9.540 chilometri, viene realizzato con un aeromobile B747-400ERF che può trasportare 110 tonnellate di merci ed è il più capiente della flotta della compagnia cinese che è costituita da 57 velivoli.

InforMare -27/09/2019

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Per la prima volta la greca Celestyal Cruises effettuerà crociere in Adriatico

Nella stagione 2020-2021 previsti itinerari che in Italia faranno scalo a Venezia.

Il prossimo anno, per la prima volta, la compagnia crocieristica greca Celestyal Cruises effettuerà crociere in Adriatico ampliando il proprio raggio d’azione sinora limitato alla Grecia e al Mediterraneo Orientale. Nella programmazione della stagione 2020-2021 sono state infatti inserite quattro crociere di sette notti che toccheranno Venezia, Corfù, Patrasso, Cattaro, Dubrovnik e Spalato, una crociera di cinque notti da Atene a Venezia con toccate in Montenegro e Croazia e una crociera di sette notti da Venezia ad Atene.
Su queste rotte la compagnia impiegherà la nave Celestyal Olympia, di 38mila tonnellate di stazza lorda, che può ospitare 1.575 passeggeri e 540 membri dell’equipaggio.

InforMare – 27/09/2019

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Nuovo servizio intermodale settimanale Koper – Ploiesti (Romania)

È operato da Rail Cargo Operator – Hungaria

La società ferroviaria Rail Cargo Operator – Hungaria, che è di proprietà della Rail Cargo Group del gruppo ferroviario austriaco ÖBB, ha attivato un nuovo servizio intermodale che collega settimanalmente il porto sloveno di Koper con Ploiesti, in Romania, con la tratta Ploiesti che è operata congiuntamente da Adria Kombi e Rail Cargo.

InforMare – 27/09/2019

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Autovie Venete, il Cda approva i conti

Fatturato attorno ai 210 milioni di euro, utile in linea con l’esercizio precedente. Traffico leggero in calo (causa cantiere della Terza corsia), e pesante stabile.

Lunedì 28 ottobre in prima convocazione, mercoledì 6 novembre in seconda, queste le date fissate per l’assemblea di bilancio di Autovie Venete che si svolgerà nella sala convegni di via Locchi, a Trieste.

Lo ha stabilito il Consiglio di Amministrazione della Concessionaria, riunitosi oggi,  venerdì 27 settembre a Trieste, per l’approvazione del progetto di bilancio di esercizio (dal 1 luglio 2018 al 30 giugno 2019).

Un esercizio che, a partire dal gennaio 2020 ritornerà all’anno solare e dunque il periodo luglio-dicembre 2019 farà storia a sé.

Illustrati dal presidente Maurizio Castagna, affiancato dal direttore Amministrazione e Finanza Giorgio Damico, i dati delineano un quadro economico complessivamente positivo: nonostante minori ricavi da pedaggio, infatti, grazie a un’attenta gestione dei costi e a minori accantonamenti, l’utile prima delle imposte – 20 milioni 253 mila euro – è, di fatto, in linea con quello dell’esercizio precedente (19 milioni 845 mila euro).

I minori ricavi da pedaggio (2 milioni di euro) sono dovuti al mancato incremento tariffario e al calo del traffico leggero ( – 3,5%), mentre quello pesante è rimasto praticamente invariato.

Il fatturato – ovvero i ricavi delle vendite e delle prestazioni – è di 210 milioni 504 mila euro, mentre l’utile netto è di 6 milioni 582 mila euro (+ 2 milioni di euro rispetto a quello dell’esercizio precedente, per effetto, come detto, di minori accantonamenti e ammortamenti).

Commentando i dati riguardanti il traffico, il presidente Castagna ha sottolineato come si tratti di un risultato atteso, soprattutto per quanto riguarda il traffico leggero.

“In una situazione come quella attuale noi per primi abbiamo suggerito agli utenti di utilizzare la viabilità normale per gli spostamenti di breve e medio raggio – precisa – consapevoli dei disagi che i lavori comportano. Disagi che dureranno ancora poco, lo confermo, perché l’intervento su tutto il tratto Alvisopoli-nodo di Palmanova, è ormai in dirittura d’arrivo”.

Oltre al bilancio, all’ordine del giorno del Consiglio c’era una nutrita serie di appalti per servizi: 1 milione 659 mila euro per il noleggio di autoveicoli allestiti per l’attività della Polizia Stradale; 1 milione 814 mila euro per il noleggio dei furgoni allestiti destinati agli ausiliari alla viabilità; 5 milioni e 83 mila euro per i servizi riguardanti la viabilità invernale.

Il Piccolo – 27/09/2019

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Terza corsia, A22 accelera: «Via al progetto esecutivo»

Il futuro di Autobrennero. Il neo ad Diego Cattoni illustra le future strategie della società: «Tre anni per la tratta Trento sud-Verona. Intermodalità? Per noi la priorità è Isola della Scala».

Per usare una metafora legata al mondo dei motori, A22 è come se fosse una Ferrari con il pieno di benzina, le gomme appena cambiate e i cavalli pronti a rombare. Un bolide, però, fermo perché nessuno gira la chiave d’accensione. Ecco, la chiave in questo caso altro non è che il rinnovo della concessione: «Serve qualcuno che metta in moto per far partire l’enorme mole di investimenti che A22 ha programmato e per i quali siamo pronti a mettere sul piatto 6,5 miliardi di euro di risorse» – spiega con orgoglio il nuovo amministratore delegato di via Berlino Diego Cattoni.

L’uomo dei numeri

Da uomo abituato a lavorare con i numeri, Diego Cattoni snocciola quelli che servono a spiegare di che cosa parliamo quando affrontiamo il tema A22 e relativa concessione: «Il 10,5% di tutto l’import-export italiano passa per il Brennero. Siamo lungo un’asse strategica e le cifre lo dimostrano: +14% di transito merci rispetto al 2006 e +11% di veicoli. Ogni anno oltre 170 milioni di passaggi e soprattutto 6,5 miliardi di euro di risorse pronte per essere investite in infrastrutture e nel miglioramento della viabilità non appena avremo il via alla concessione».

Le opere in cantiere

Di questi 6,5 miliardi, spiega Cattoni, «4,1 sono quelle che finanzieranno il Pef, il piano economico finanziario, due serviranno per la realizzazione della nuova autostrada Cispadana e della bretella Campogalliano-Sassuolo e il resto serviranno per lo sviluppo dell’intermodalità con il grosso investimento per noi a Isola della Scala nel veronese. Questi progetti genereranno ricadute enormi sul territorio, saranno da volano per altri investimenti e aumenteranno i posti di lavoro».

La terza corsia

Cattoni ha annunciato ieri che A22 ha avviato al proprio interno l’iter per la progettazione esecutiva dell’opera: «Nel Pef la terza corsia è prevista da Bolzano Nord fino a Modena per un investimento complessivo di 1,8 miliardi di euro. Da Bolzano a Verona, come è noto, la terza corsia sarà dinamica mentre sarà fissa tra Verona e l’intersezione con l’A1 a Modena. Da Bolzano a Trento ci sono da realizzare due gallerie e tre viadotti (il ponte sull’Adige a Vadena, a Zambana e il ponte dei Vodi a Trento) ma il resto della piattaforma è adeguato. Da Bolzano nord a Bolzano sud dovremo spostare l’autostrada per bypassare il viadotto. Lo stesso dovremo fare con la galleria di Trento, anche qui spostando l’autostrada. Ma il tratto tra Trento sud e Verona è già pronto per ospitare la terza corsia dinamica. Vogliamo farci trovare pronti benché la concessione non sia ancora stata definita. Contiamo di ultimare la progettazione esecutiva in sei mesi e – salvo ostacoli autorizzativi – realizzare l’opera nei prossimi 36 mesi».

L’interesse per la rotaia

Il tunnel del Brennero sposterà molte merci su rotaia, liberando l’A22. Una perdita di potenziali entrate che Autobrennero controbilancerà con il rafforzamento della propria presenza in due società di trasporto merci su rotaia: «La prima è Rtc, con sede a Bolzano e uffici operativi a Verona, che ha 250 dipendenti e gestisce 10 mila treni all’anno e poi abbiamo una partecipazione rilevante nella società Locomotion con sede a Monaco. Complessivamente gestiremo 20 mila treni l’anno nel trasporto su rotaia e già oggi le due società fatturano circa 200 milioni l’anno» – spiega Cattoni.

Intermodalità

Il tunnel del Brennero, una volta completato, dovrà avere un hub di partenza a Monaco e uno di uscita a Verona. Due strutture fondamentali per far girare a pieno regime il nuovo sistema di trasporto merci su rotaia. «A Verona – spiega Cattoni – vogliamo essere presenti in modo forte. A Isola della Scala abbiamo acquistato un’area di 70 ettari dove sviluppare l’intermodalità. È un investimento importante di qualche centinaia di milioni di euro, ma puntiamo anche sul porto interfluviale di Mantova. L’interesse per Interbrennero? Non scema, ma andrà valutato nel contesto complessivo nel quale Verona sarà l’hub principale».

L’investimento “sexy”

Così, lo stesso ad, ha definito l’impegno di A22 sulla mobilità elettrica: «Abbiamo previsto 20 milioni di investimenti in 3 anni nelle colonnine di ricarica, oltre 100 e tutte gratuite. Ma di quei 20 milioni, 10 saranno destinati alla realizzazione di stazioni di ricarica di autoveicoli che vanno ad idrogeno a dimostrazione dell’impegno che A22 vuole mettere in campo per l’ambiente».

Trentino – 27/09/2019

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Rail Cargo Group attiva un nuovo collegamento intermodale tra Vienna e Melzo

26 Settembre 2019

Sostituisce la linea tra la capitale austriaca e Piadena, con un incremento della frequenza

Rail Cargo Group (RCG), la società del gruppo ferroviario austriaco ÖBB per il settore delle merci, ha attivato un nuovo collegamento intermodale tra Vienna e Melzo (Milano), nell’ambito del proprio network di servizi TransFER, che sostituisce il collegamento tra Vienna e Piadena (Cremona) e nel contempo potenzia l’offerta tra l’Austria e il Nord Italia avendo una frequenza di due rotazioni alla settimana. Inoltre da Melzo RCG, attraverso la collaborazione con i propri partner, offre connessioni verso le destinazioni di Bari, La Spezia, Ravenna e Lione.

InforMare – 26/09/2019

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Adria Airways, altro stop ai voli. Sette giorni per evitare il tracollo

Attivato solo un collegamento Lubiana-Francoforte. Agenzia per l’aviazione civile: piano finanziario entro il 2 ottobre o via la licenza.

Il tempo sta per scadere. Entro il 2 ottobre Adria Airways, la compagnia aerea slovena sull’orlo del baratro, deve presentare un piano di ristrutturazione credibile: in caso contrario perderà la propria licenza di volo. È questa la decisione presa ieri dall’Agenzia per l’aviazione civile slovena (Caa) e annunciata in una conferenza stampa dal suo direttore Rok Marolt.

«Alla compagnia aerea serve un aumento di capitale dal valore di diverse decine di milioni di euro e la licenza verrà revocata se il piano finanziario non dovesse rivelarsi soddisfacente», ha dichiarato Marolt al termine dell’incontro con i vertici di Adria Airways. Fondata nel 1961 e privatizzata nel 2016, dopo anni di difficoltà finanziarie, l’ex compagnia di Stato slovena è oggi di proprietà del fondo di investimento tedesco 4K, che dopo l’acquisizione ha proceduto alla vendita degli aerei di proprietà e alla sottoscrizione di contratti di leasing con società terze.

Oggi l’azienda affronta un’acuta crisi di liquidità (la stampa stima un debito da 60 milioni di euro) e ha fatto appello al governo nella speranza di ottenere un’iniezione di capitale. Ma invano. L’esecutivo di Lubiana, che nel 2011 ha autorizzato un’ultima ricapitalizzazione da 70 milioni di euro con fondi pubblici e crediti bancari, ha infatti escluso un nuovo intervento.

«Lo Stato non investirà un singolo euro con l’attuale proprietario di Adria Airways», ha ribadito il ministro dell’Economia sloveno Zdravko Počivalšek. Un nuovo aiuto statale – a distanza di meno di dieci anni dall’ultimo – sarebbe peraltro bloccato dalla Commissione europea, ha spiegato Počivalšek. Il no del governo sloveno alla richiesta di un finanziamento da 4 milioni di euro da parte di Adria ha provocato la decisione della compagnia di cancellare improvvisamente (a eccezione dei charter) la quasi totalità dei voli previsti nelle giornate di ieri e dell’altro ieri. In totale, 158 voli sono stati annullati lasciando a terra oltre 3.700 passeggeri. E ieri Adria Airways ha riconfermato questa scelta, annunciando che almeno ancora per oggi e domani sarà assicurato soltanto un volo giornaliero (andata e ritorno) con lo scalo di Francoforte.

Tutti gli altri rimarranno a terra. Nei giorni successivi, sarà necessario trovare quel partner strategico capace di sanare il debito e rimettere in piedi Adria. In caso contrario, ovvero qualora la compagnia dovesse dare inizio alla procedura di bancarotta, l’Agenzia per l’aviazione civile si vedrà costretta – ha ribadito Marolt – a revocare automaticamente la licenza di volo. Per la Slovenia, che rischia di perdere la compagnia di bandiera, si tratta di un momento delicato, che rischia di avere importanti ripercussioni sull’economia e sul turismo. Adria Airways conta infatti 500 dipendenti (e tra i debiti dell’impresa figurano anche gli stipendi arretrati) e garantisce le principali connessioni tra Lubiana e le capitali dei Balcani e dell’Europa centrale.

Ecco che il governo sta riflettendo su un modo per garantire la sopravvivenza di un servizio pubblico aereo anche in caso di bancarotta. Ma senza incorrere in un aiuto di Stato. «Per salvare Adria Airways serve un piano di ristrutturazione ben pensato, in accordo con i creditori», ha detto il ministro dell’Economia Zdravko Počivalšek. Ieri intanto il quotidiano economico sloveno Finance ha segnalato che Adria Airways rimarrà presto senza flotta, perché i partner che affittano gli aerei alla compagnia hanno iniziato a rescindere i contratti di leasing. Informazione quest’ultima che però Adria Airways ha smentito.

Il Piccolo – 26/09/2019

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La Giunta adotta il nuovo Piano Regionale dei Trasporti. Zaia: “una programmazione che vale oltre 20 miliardi di euro”

24 Settembre 2019

Dopo la presentazione del documento preliminare lo scorso luglio, la discussione pubblica e la successiva raccolta di osservazioni e proposte migliorative da parte degli attori locali, la Giunta veneta ha adottato il documento di Piano Regionale dei Trasporti “P.R.T. Veneto 2030 – mobilità sostenibile per un Veneto connesso e competitivo”, strumento di previsione, indirizzo, coordinamento e monitoraggio delle diverse forme di mobilità relative a persone e merci che si svolgono sul territorio regionale e che individua i fabbisogni organizzativi, gestionali, normativi e infrastrutturali, assicurando una rete di trasporto che privilegi l’integrazione tra le varie modalità e favorisca, in particolare, quelle a minore impatto ambientale.

“Questo elaborato – ha detto il presidente della Regione, Luca Zaia, introducendo oggi a palazzo Balbi l’illustrazione del Piano adottato, a cui hanno partecipato l’assessore alle infrastrutture e trasporti, Elisa De Berti e il coordinatore del comitato scientifico del Piano, il professore Ennio Cascetta – è il risultato di un lavoro ponderoso e di un attento e proficuo processo di consultazione dei territori e delle organizzazioni economiche e sociali. Le osservazioni raccolte hanno consentito di apprendere, valutare e approfondire le esigenze espresse dal territorio e hanno fatto emergere un apprezzamento diffuso per l’impostazione generale”.

“La parola d’ordine – ha aggiunto Zaia – è sostenibilità, pensando a come cambierà nel prossimo decennio il modo di muoversi di persone e merci: il mondo digitale soppianterà la visione analogica che noi abbiamo dei trasporti e questa trasformazione nel Piano c’è, puntando sempre più a una regione ‘green’, al trasporto pubblico, alla cosiddetta ‘cura del ferro’. Un Piano che vale oltre venti miliardi di euro, dei quali poco meno di 13 sono già disponibili, un Piano che tiene in considerazione gli effetti nel sistema della mobilità della prima industria del territorio che è il turismo, un Piano che guarda avanti anche valutando i nuovi grandi eventi che si svolgeranno nel Veneto  come le Olimpiadi del 2026”.

“Il Veneto – ha evidenziato il professor Cascetta – è la Regione che, in questo tempo di crisi economica, è cresciuta di più: se negli ultimi dieci anni il Pil italiano ha segnato un +2%, quello Veneto ha raggiunto il +6%, grazie soprattutto alla ricetta dell’internazionalizzazione, fatta di incremento dell’export, dell’import e del turismo. Per questa crescita, per questo modello di sviluppo è stato pagato un prezzo ‘di congestione’, in quanto a rete dei trasporti praticamente fissa sono aumentati i traffici. Pertanto, la sfida è quella di trasformare l’insieme dei trasporti, della mobilità e della logistica del Veneto in un sistema sostenibile senza penalizzare la crescita economica, agendo sulle due parole chiave che danno il titolo al Piano: sostenibilità e competitività”.

Dal 2 luglio scorso, data di presentazione del documento, il preliminare di Piano è stato discusso nel corso di otto incontri (uno generale e sette territoriali in ognuna delle province venete), che hanno coinvolto oltre un migliaio di persone, in rappresentanza di amministrazioni locali ed enti pubblici, associazioni di categoria e rappresentanti degli interessi economici e sociali, imprese, professionisti e singoli cittadini. Da tali consultazioni sono emerse proposte di integrazione che hanno permesso di aggiornare il documento prima di avviare la seconda fase di ascolto e partecipazione pubblica che si terrà nei prossimi due mesi, relativa alla raccolta delle osservazioni di carattere ambientale, secondo quanto previsto dalla procedura di Valutazione Ambientale Strategica (VAS).

Per favorire la comunicazione e quindi una partecipazione più consapevole da parte dei soggetti interessati, è stato sviluppato il sito www.prtveneto2030.it, attraverso il quale è stato possibile inviare le osservazioni e le proposte migliorative del Piano e dove ora si può consultare da domani il documento aggiornato e adottato dalla Giunta regionale.

Complessivamente sono pervenute 110 osservazioni da parte di 88 soggetti (alcuni dei quali hanno inviato due o più contributi): il 55% da amministrazioni locali, il 16% da organizzazioni di categoria e sindacati, il 13% da partiti politici, associazioni e comitati, il 13% da Enti pubblici, operatori pubblici e privati e il 3% da cittadini.

I contributi raccolti hanno riguardato i seguenti macro temi: infrastrutture di trasporto: 46 osservazioni (41%); logistica, porti e interporti: 13 osservazioni (12%);  ambiente, territorio e turismo: 13 osservazioni (12%); trasporto pubblico regionale: 10 osservazioni (10%); temi vari: 28 osservazioni (25%).

Il Piano individua otto obiettivi principali e altrettante strategie per raggiungerli.

Gli obiettivi sono:

1. connettere il Veneto ai mercati nazionali e internazionali, per la crescita dell’economia regionale;

2. potenziare la mobilità regionale, per un Veneto di cittadini equamente connessi;

3. promuovere la mobilità per il consolidamento e lo sviluppo del turismo in Veneto;

4. sviluppare un sistema di trasporti orientato alla tutela dell’ambiente e del territorio;

5. accrescere funzionalità e sicurezza delle infrastrutture e dei servizi di trasporto

6. promuovere il Veneto come laboratorio per nuove tecnologie e paradigmi di mobilità;

7. efficientare la spesa pubblica per i trasporti e mobilitare capitali privati;

8. sviluppare una nuova governance integrata della mobilità regionale.

Queste, invece, le strategie:

1. inserire l’area metropolitana diffusa del Veneto nella metropolitana d’Italia;

2. promuovere la comodalità mare – gomma – ferro e il riequilibrio modale del trasporto merci;

3. sviluppare infrastrutture e servizi per un trasporto pubblico regionale integrato, intermodale, efficiente;

4. completare ed efficientare la rete stradale regionale;

5. migliorare l’accessibilità delle aree turistiche;

6. sostenere la transizione del trasporto verso la mobilità sostenibile;

7. promuovere e sostenere lo sviluppo di nuove tecnologie per la mobilità;

8. strategie di governo, programmazione e controllo.

Passano dalle iniziali 32 alle attuali 37 le azioni finalizzate a concretizzare le strategie, che comprendono, oltre a progetti infrastrutturali (fra i quali prioritari sono il completamento della TAV Milano-Venezia e della Superstrada Pedemontana Veneta), anche interventi e programmi di corretta manutenzione del patrimonio infrastrutturale regionale, attività di gestione, riorganizzazione dei servizi e della governance del settore, azioni di innovazione tecnologica, in particolare nel settore del trasporto pubblico locale, dove il Piano intende dare un significativo contributo per rendere più facile l’accesso ai servizi grazie alle opportunità offerte dalle tecnologie della comunicazione. In tale contesto, fra le azioni principali del PRT vi è la piena attuazione del progetto del “Biglietto Unico” e il completo rinnovamento del parco rotabile ferroviario per superare definitivamente le criticità che continuano ancor oggi ad interessare il servizio.

“Elementi di novità rispetto alle precedenti programmazioni – precisa l’assessore De Berti – sono l’importanza che attribuiamo ai monitoraggi e alle manutenzioni, ma anche l’azione che riguarda i Giochi Olimpici invernali di Milano-Cortina 2026, portando a compimento il disegno di rinnovamento infrastrutturale dell’intero Bellunese, oltre che una riorganizzazione dei servizi di mobilità pubblica basata sull’interscambio ferro/gomma. Vogliamo che questo nuovo Piano sia uno strumento di crescita per l’intera società veneta, catalizzando anche risorse statali ed europee per sviluppare investimenti da destinare alle reti stradali e ferroviarie e per accrescere i servizi pubblici, puntando ad aumentare dall’attuale 15% al 22% la quota di domanda attratta dal trasporto pubblico rispetto al totale degli spostamenti nella nostra regione”.

“Per quanto riguarda un tema di grande attualità e di doverosa preoccupazione come quello relativo alla qualità dell’ambiente – sottolinea l’assessore –, possiamo affermare che gli interventi previsti dal Piano, insieme al progressivo miglioramento tecnologico dei mezzi di trasporto, porteranno al 2030 a una drastica riduzione della produzione di polveri sottili, circa -80%, e di emissioni di anidride carbonica e gas serra, circa -30%”.

“Questo non è il libro dei sogni – ha concluso De Berti – e rispetto al Piano precedente è stata operata una chiara distinzione tra le opere finanziate o in via di completo finanziamento che sono considerate prioritarie e da concludere nei prossimi dieci anni, quelle che sono già sul tavolo e saranno oggetto di ulteriori valutazioni per comprenderne la sostenibilità e attualità e infine i ‘fabbisogni’, di cui ci si impegna a verificare l’effettiva praticabilità e utilità con specifici studi appropriati nel corso di validità del Piano. Insomma, un piano che non sarà mai vecchio”.

Regione del Veneto – Comunicato stampa N° 1539 del 24/09/2019

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ACI Europe: già 200 aeroporti Ue impegnati per zero emissioni 2050

Sono già oltre 200 gli aeroporti europei che hanno aderito all’impegno ‘NetZero2050’ per raggiungere l’obiettivo zero emissioni di Co2 entro i prossimi 30 anni. È l’aggiornamento fornito da ACI Europe, che rappresenta oltre 500 scali in 45 Paesi europei, in occasione del Summit Onu sul clima a New York. ACI Europe ha annunciato nel giugno scorso questa risoluzione che impegna i suoi 500 membri ad aderire all’impegno ‘NetZero2050’ e ad oggi sono 203 gli scali di 42 Paesi a sostenere l’iniziativa. Considerando gli attuali volumi di traffico degli aeroporti europei (2,34 milioni di passeggeri nel 2018), si legge nella nota di ACI Europe, questo impegno per ridurre a zero le emissioni, eliminerà 3,46 milioni di tonnellate annue di Co2 dal 2050.
“Il nostro impegno ‘NetZero2050’ si basa sui forti risultati di gestione e riduzione del carbone da parte dell’industria europea degli aeroporti – ha sottolineato il direttore generale di ACI Europe, Olivier Jankovec –. Siamo lieti di aver superato i 200 aeroporti impegnati su questo obiettivo. Ringrazio quelli che hanno aderito negli ultimi 3 mesi: Aberdeen, Glasgow, Liegi, Lussemburgo, Malta, Salisburgo, Southampton, Torino e Toulouse-Blagnac. Ci aspettiamo che molti altri aderiscano nei prossimi mesi”.

Trasporti-Italia.com – 24/09/2019

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