Porti: inaugurato Tanger Med 2, scalo arriva a 9 mln Teu

27 Giugno 2019

Da oggi, con l’inaugurazione ufficiale, Tanger Med 2 è realtà, ampliando il porto ormai leader nel Mediterraneo che dall’area dello stretto di Gibilterra costituisce un hub fondamentale per il passaggio marittimo delle merci e che ora garantisce una movimentazione fino a 9 milioni di Teu. Il porto, insieme alla prima fase già attiva da alcuni anni, costituisce, infatti, il più grande dell’Africa in termini di capacità: il nuovo scalo, già attivo da qualche giorno, può ospitare fino a 6 milioni di Teu, l’unità di misura dei container navali e rafforza la sua posizione strategica a 50 km a ovest della città sul Mediterraneo.

Tanger Med 2 è in costruzione dal 2010 ed è costato 1,3 miliardi di dollari. Si affianca a Tanger Med 1, l’altro porto commerciale che fa anche da scalo passeggeri e che fino ad oggi ha gestito oltre il 50% delle esportazioni dal Marocco.

L’estensione di Tanger Med 2 triplica la capacità totale che arriva quindi ora a 9 milioni di Teu.

Ansa/Mare – 27/06/2019

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Ferrovie: Serracchiani confermati 232 mln per Trieste-Venezia

25 Giugno 2019

È stato confermato che 232 milioni sono nella disponibilità di Rete ferroviaria italiana, immediatamente spendibili per la velocizzazione della tratta Venezia-Trieste». Lo ha riferito la deputata Debora Serracchiani (Pd) che oggi a Roma ha incontrato Maurizio Gentile, amministratore delegato di Rete ferroviaria italiana (Rfi).

«È stato confermato che 232 milioni sono nella disponibilità di Rete ferroviaria italiana, immediatamente spendibili per la velocizzazione della tratta Venezia-Trieste». Lo ha riferito la deputata Debora Serracchiani (Pd) che oggi a Roma ha incontrato Maurizio Gentile, amministratore delegato di Rete ferroviaria italiana (Rfi).‎ «Gentile – spiega Serracchiani in una nota – ha ribadito che Rfi ha la volontà di procedere alle opere di velocizzazione della linea‎ Venezia-Trieste in modo da abbassare la percorrenza a un’ora. Sono previsti interventi a Latisana, Portogruaro e al bivio di Aurisina, con implementazione degli impianti tecnologici‎, eliminazione di passaggi a livello, utilizzo degli investimenti già previsti a servizio del porto di Trieste e raddoppio della tratta Udine-Cervignano». Nel corso del colloquio con Gentile, Serracchiani ha affrontato il problema del rumore causato dall’aumento del traffico dei treni merci che collegano lo scalo giuliano, «particolarmente avvertito dalla popolazione nelle aree di Trieste e Villesse». La parlamentare, sottolineando la «volontà condivisa di far crescere i traffici del porto di Trieste ma senza penalizzare i cittadini delle aree più esposte al passaggio dei convogli», ha concordato con Gentile sulla «opportunità di adempiere agli obblighi europei‎ che prevedono di ‎dotare i treni del cosiddetto ‘retrofitting’ e le linee di adeguate barriere antirumore».

Il Piccolo/Nordest Economia – 25/06/2019

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Approda al Porto di Trieste Troy Seaways mega traghetto DFDS

24 Giugno 2019

E’ approdato al Porto di Trieste il Troy Seaways, mega traghetto DFDS ad alta capacità di carico.

Partita dal Terminal RO/RO di Pendik (Istanbul) con 522 unità di carico, ha concluso a Trieste il suo viaggio inaugurale, sbarcando circa 490 unità di carico, ai comandi del Capitano Ercan Cilli. Partirà in giornata da Trieste per giungere a Pendik in serata.

Troy Seaways è il secondo dei sei “mega” traghetti merci dell’armatore DFDS previsti in attività sulla linea che collega Trieste alla Turchia. Il nome scelto dall’armatore celebra i siti archeologici turchi che sono Patrimonio dell’Unesco

La nave è equipaggiata con sistemi anti – inquinanti di ultima generazione con l’obiettivo di ridurre le emissioni, in particolare quelle di ossido di zolfo, ed è già in regola con le nuove normative in merito, che entreranno in vigore dal gennaio 2020. Inoltre la disposizione interna dei ponti e delle tre rampe di accesso permette di ridurre in maniera considerevole i tempi di carico e scarico.

“Accogliamo con grande soddisfazione – ha dichiarato il Presidente della Samer & Co.Shipping, Enrico Samer – la RO/RO Troy Seaways; il secondo traghetto di queste dimensioni conferma il ruolo sempre più centrale del Terminal RO/RO del Porto di Trieste: come la Ephesus Seaways, anche questa nave è estremamente avanzata dal punto di vista tecnologico e della sicurezza marittima; essa garantisce maggiore efficienza e una capacità di carico quasi doppia rispetto alle navi tradizionalmente impegnate sull’Autostrada del mare Trieste/Turchia”.

Trasporti-Italia.com – 24/06/2019

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Un colosso cinese per i lavori della Tav Brescia-Verona

Un’azienda cinese esporterà in Italia un macchinario per il traforo delle gallerie TBM (in inglese Tunnel Boring Machine), che sarà utilizzato per i lavori della linea ferroviaria ad alta velocità tra Milano e Verona ,e in particolare per il tratto da completare tra Brescia e la nostra provincia.

Lo ha reso noto la società China Railway Engineering Equipment Group Co. Ltd. (CREG), che ha annunciato l’uscita della macchina destinata all’esportazione dalla propria linea di produzione. Il TBM è stato completato sabato 22 giugno nello stabilimento di Zhengzhou, capoluogo della provincia di Henan, in Cina centrale. Il macchinario possiede un diametro di 10,03 metri e una lunghezza complessiva di 155 metri, per un peso di 1.800 tonnellate.

Secondo Franco Lombardi, presidente della joint venture italiana Cepav Due, il committente del progetto ferroviario ha scelto proprio la CREG, tra i diversi offerenti nella gara per l’acquisto del TBM, poichè l’azienda cinese si è rivelata disposta a fornire soluzioni personalizzate. Zhang Zhiguo, vice direttore generale dell’azienda cinese, ha fatto sapere che l’esportazione in Italia di questo macchinario ha segnato l’ingresso della CREG nel mercato europeo.

Secondo il dirigente, l’operazione rappresenta una pietra miliare per le attività di esportazione dell’impresa. L’azienda cinese ha partecipato a progetti ferroviari urbani e per l’acqua potabile in 19 diversi Paesi e regioni del mondo, tra cui Malesia, Singapore, Algeria ed Emirati Arabi Uniti.

L’Arena – 24/06/2019

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Pedemontana Veneta, si va verso la soluzione sul casello di Montecchio

Dovrebbe passare la proposta della Regione Veneto: lo stralcio dei i lavori di sottopassaggio dall’appalto alta velocità da parte di Rfi e l’affidamento alla società di gestione della A4, al fine di poterli realizzare congiuntamente al nuovo casello

Riunione positiva oggi al Mit a Roma per risolvere i problemi tecnici relativi alla partenza dei lavori del nuovo casello della Pedemontana veneta di Montecchio (Vicenza), che si incrocia con la linea ferroviaria per l’alta velocità. La soluzione apparsa più conveniente – afferma una nota – è quella proposta dalla Regione del Veneto, nella nota inviata la settimana scorsa al capo di gabinetto del ministro Toninelli.

La proposta prevede che Rfi stralci i lavori di sottopassaggio dall’appalto alta velocità e li affidi alla società di gestione della A4, al fine di poterli realizzare congiuntamente al nuovo casello. Ora sono allo studio di tutti gli enti le modalità da adottare e la convenzione da sottoscrivere. Entro questa settimana, dopo il vaglio delle avvocature – è stato deciso -, verranno sciolte tutte le riserve anche amministrative e si potrà finalmente redigere e sottoscrivere il cronoprogramma dei lavori. Per la Regione del Veneto era presente l’ing. Pellegrini, direttore struttura di progetto della Strada pedemontana veneta.

Il Piccolo/Nordest Economia – 24/06/2019

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Tpl: Pizzimenti, bus a chiamata Trieste Trasporti è utile e innovativo

“Un servizio all’avanguardia, che integra – e non sostituisce – i bus già esistenti sull’altopiano triestino e che copre tutte le giornate, anche quelle festive”: sono questi i tratti qualificanti del progetto sperimentale del bus a chiamata di Trieste Trasporti Spa secondo l’assessore regionale alle Infrastrutture e Territorio Graziano Pizzimenti.

Il servizio bus, presentato oggi nel Palazzo della Regione, sarà attivo dal 1 luglio per quattro mesi e fino all’11 agosto sarà gratuito, nell’ambito del progetto europeo Interreg “Peripheral Access”, che valorizza il fabbisogno di trasporto pubblico locale dove la domanda è debole o collega con la frontiera. In pratica ogni giorno dalle 9 alle 21 sarà possibile per gli utenti triestini prenotare un autobus “su misura” in partenza da Opicina. Le vetture (smartbus) saranno due: una coprirà l’altipiano est, l’altra l’altipiano ovest. Basterà la prenotazione via web e via centralino telefonico per poter usufruire del trasporto pubblico addizionale. Gli unici vincoli saranno la sosta del bus ogni due ore a Opicina e l’utilizzo delle fermate già in uso alle linee bus ordinarie. Per il resto il percorso varierà a seconda delle esigenze dei passeggeri e sarà gestito dall’autista attraverso il computer di bordo.

“Ecco un progetto europeo – ha rilevato Pizzimenti – che si traduce non in uno studio generico ma in una sperimentazione concreta, che i cittadini possono toccare con mano. Questo servizio aggiuntivo offerto ai cittadini segue un principio di flessibilità intelligente e può essere prezioso anche per chi deve recarsi o muovere dall’ospedale di Cattinara”. Quando i due smartbus saranno a pagamento – dal 12 agosto – il servizio costerà 2 euro e potrà essere saldato anche con carta di credito o coupon prepagato. All’atto della prenotazione – web o telefono – sarà cura dell’autista del bus verificare l’identità del passeggero.

Alla conferenza stampa di presentazione odierna hanno preso parte tra gli altri, l’assessore comunale alle Partecipazioni societarie Francesca De Santis (Trieste Trasporti Spa è controllata dal Comune di Trieste al 60 per cento), il professor Marco Mazzarino dell’Università di Venezia, e i vertici di Trieste Trasporti, il presidente Pier Giorgio Luccarini e l’amministratore delegato Aniello Semplice. Questi ultimi hanno ricordato alcuni dei primati della spa giuliana, forte del parco mezzi più nuovo d’Italia e di un indice di soddisfazione dei clienti pari al 98 per cento.

Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia/Notizie dalla Giunta – 24/06/2019

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Nuovo corridoio ferroviario merci che colleghi Italia e Russia attraverso Slovenia, Ungheria e Ucraina

Lo prevede un accordo di cooperazione tra i gruppi ferroviari di Ungheria, Italia e Russia

Realizzare un nuovo corridoio ferroviario merci che colleghi l’Italia alla Russia attraversando la Slovenia, l’Ungheria e l’Ucraina. È questa l’intenzione espressa dai gruppi ferroviari di Ungheria, Italia e Russia in occasione di un incontro trilaterale svoltosi martedì scorso nella sede delle Ferrovie ungheresi (MAV) di Budapest al quale hanno partecipato i delegati del gruppo FS Italiane (FS International, Italferr e Mercitalia Rail), promotore dell’iniziativa, le MAV, con il presidente e CEO Róbert Homolya, le Ferrovie Russe (RZD), con il rappresentante generale delle Ferrovie Russe in Ungheria, Victor Belyakov, e RZD Logistics, con il direttore Spedizioni internazionali Alan Kalukhov.
È stato specificato che il progetto, che è in linea con lo sviluppo del Corridoio Mediterraneo TEN-T e della Via della Seta, vede quale punto strategico di riferimento il centro logistico di Zahony (stazione di cambio di scartamento), di proprietà di MAV e ultimo avamposto all’estremo Nord-Est dell’Ungheria al confine con l’Ucraina.
Come indicato dal presidente Homolya, tra le priorità del governo ungherese vi è l’esame delle opportunità di cooperazione nel trasporto ferroviario merci e della logistica, finalizzato all’incremento dell’efficienza infrastrutturale della rete e dei centri logistici del Paese.
Nel corso dell’incontro, Mercitalia Rail ha confermato il forte interesse per il progetto di sviluppo del traffico (logistica, trasporto convenzionale e trasporto combinato) lungo la direttrice Italia – Ungheria – Russia per giungere fino alla Cina.
Anche da parte russa l’iniziativa è stata accolta favorevolmente, ribadendo il proposito di sviluppare il nuovo corridoio in linea con quanto già emerso nell’ambito dell’incontro del Gruppo di lavoro Trasporti G2G Russia – Italia, svoltosi lo scorso 10 aprile a Roma.

InforMare – 24/06/2019

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Pellicani e Confindustria per la Zes: «Il governo va per la sua strada». Lega: «Si farà entro l’anno»

22 Giugno 2019

L’onorevole Pd: «Bocciato il mio ordine del giorno che impegnava il governo a istituire la Zona Economica Speciale nel 2020»

«La Zes a Porto Marghera è sempre più lontana. Venerdì sera il governo e la maggioranza gialloverde hanno bocciato il mio ordine del giorno che impegnava il governo a istituire la Zona Economica Speciale a partire dal primo gennaio 2020. Ha preferito approvare l’odg generico della Lega che non implica alcun impegno concreto». È il commento dell’onorevole del Partito Democratico Nicola Pellicani.

Investimenti e lavoro

«Dopo l’incontro a vuoto del 3 giugno tra il ministro per il Sud Barbara Lezzi e le categorie economiche guidate da Confindustria, è giunto dalla Camera un altro stop, che significa che questo governo non intende puntare sulla Zes a Venezia. Secondo uno studio di Confindustria Venezia e Rovigo l’istituzione di una Zes in Veneto, limitatamente alle sole aree libere che oggi non producono alcun reddito, pari a 385 ettari, di cui 255 a Porto Marghera, potrebbe attrarre 2,4 miliardi di investimenti e creare 26 mila posti di lavoro tra diretti e indiretti – prosegue Pellicani -. 
Un’ occasione per rilanciare l’industria e l’economia veneziana, oggi monopolizzata dalla monocultura turistica. 
Le associazioni di categoria venete dovrebbero trarne le conseguenze. 
La battaglia per la Zes continua. La settimana prossima discuteremo anche in Comune a Venezia, alla presenza deò presidente di Confindustria Venezia e Rovigo, Vincenzo Marinese».

La Zes a Venezia

«In Italia – si legge nell’odg presentato dal deputato veneziano – un’accelerazione alla realizzazione delle Zes si è registrata con il decreto per il Mezzogiorno del 2017, che ha previsto l’istituzione di zone economiche speciali introducendo regimi fiscali agevolati e misure di semplificazione burocratica e amministrativa per le aree del Paese meno sviluppate e in transizione – successivamente è stato introdotto – un ampliamento degli strumenti legislativi di supporto all’attività dei porti delle regioni del nord e all’interno del sistema delle imprese, in particolare le Pmi, quale terminale strategico per la “via della Seta”. Confindustria Venezia Rovigo ha elaborato e presentato un piano per l’istituzione di una Zes in Veneto, limitatamente alle aree libere che oggi non producono alcun reddito. Il ministro Lezzi è stata evasiva rimandando ogni decisione alla legge di Stabilità del 2020. Invece il decreto Crescita poteva essere la giusta occasione per accelerare le procedure e prevedere uno strumento necessario al rilancio economico e produttivo per Marghera anche attraverso le Zes». Per questo è stato chiesto l’impegno del governo a «prevedere a partire da gennaio 2020 la istituzione di una Zes anche per Venezia».

L’appello e la lettera

«Speravamo fino all’ultimo che prevalesse il buon senso e che quindi la Zes venisse inserita nel decreto Crescita – commenta il presidente di Confindustria Venezia Rovigo, Vincenzo Marinese -. Chiedo a tutti i parlamentari di Venezia e del Veneto di insistere perché veramente venga istituita entro il 31 dicembre 2019. La delusione espressa dall’onorevole Pellicani è forte e condivisa. Ma sono altrettanto convinto che con il dialogo e con il supporto delle istituzioni riusciremo a ottenere ciò che ci spetta di diritto. Martedì prossimo i sindaci dei Comuni interessati dalla Zes rappresenteranno questa assoluta esigenza al presidente della Repubblica, consegnando una lettera al Prefetto di Rovigo. Non va assolutamente abbassata la guardia. Dobbiamo far capire in tutti i modi l’importanza di questo progetto, non solo per il Veneto ma anche per tutta l’Italia». «La Zes rappresenterebbe una occasione per supportare ulteriormente la crescita e lo sviluppo di Porto Marghera – conferma su Twitter il presidente dell’Autorità di sistema portuale Pino Musolino – sosteniamo questa richiesta, convinti che sia a favore del Paese e non a scapito di qualcuno».

La Lega

«La Zes in Veneto è un’ipotesi molto concreta sui cui la Lega sta lavorando ogni giorno. Confindustria ha ragione quando afferma che con il governo si aprirà presto un tavolo per ragionare sulle zone economiche speciali nelle aree del centro Nord. Prova ne è che in commissione Attività produttive è stato approvato all’interno del decreto Crescita un ordine del giorno a firma Saltamartini e Andreuzza che va proprio verso l’ipotesi di cui parla il presidente di Confindustria Marinese – scrive la deputata della Lega Giorgia Andreuzza -. Ricordo al Pd che strumentalizza la questione che il regolamento di istituzione del Zes è un decreto Presidenza Consiglio dei ministri e quindi non poteva essere inserito nel Crescita, in quanto il passaggio di modifica andava portato in Consiglio dei ministri. Con ogni probabilità, invece, entro l’anno riusciremo a portare a casa il risultato. La Zes del Veneto, infatti, oltre ad avere caratteristiche di strategicità, ha un piano industriale sostenibile e anche un parere positivo a livello europeo e la Lega sta facendo di tutto perché questa partita sia vinta».

Venezia Today – 22/06/2019

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Pedemontana, lo stop di Rfi diventa scontro politico

21 Giugno 2019

Il nodo Tav e il casello di Montecchio sulla A4. I grillini: non è colpa nostra

di Alessandro Zuin

L’antefatto: causa infinite incertezze sulla Tav tra Verona e Padova (supererà il vaglio della famigerata analisi costi/benefici? Ma poi si farà? E quando?), anche la Superstrada Pedemontana Veneta rischia di nascere monca. Tutto questo perché la Pedemontana, quando si dice la sfortuna, va a innestarsi sulla A4 all’altezza di Montecchio (vedi il grafico a destra), e in quel tratto l’autostrada corre parallela alla linea ferroviaria, che in teoria dovrebbe essere raddoppiata per sostenere l’alta capacità/alta velocità. Perciò Rfi, la società che gestisce la rete ferroviaria italiana, ha fatto sapere a tutti i diretti interessati che, perdurando l’incertezza sulla Tav, non è in grado di sottoscrivere l’indispensabile convenzione per la realizzazione del nuovo casello di Montecchio. Senza il quale, ovviamente, Pedemontana e A4 rimangono due mondi separati, con pesanti ripercussioni sui futuri flussi di traffico. Vista dal lato veneto, reso oltremodo diffidente da una serie di precedenti specifici, la vicenda si presta a una lettura dietrologica: vuoi vedere che al ministero delle Infrastrutture hanno trovato l’inghippo per tenere sotto scacco due infrastrutture – la Tav e la Pedemontana – non particolarmente gradite al titolare del ministero medesimo, Danilo Toninelli del Movimento 5 Stelle?

L’aria che tira a Venezia

L’aria che tira a Venezia, sede del governo regionale, dev’essere esattamente questa, visto che il gruppo dei 5 Stelle si è affrettato a rovesciare la frittata con una nota congiunta dei suoi componenti, rilasciata ieri pomeriggio: «La giunta regionale del Veneto – è il messaggio, tutt’altro che criptico – non cerchi ancora scuse per giustificare il ritardo che sta contrassegnando l’avanzamento dei lavori della Superstrada Pedemontana, né tanto meno tenti di scaricare le proprie responsabilità sul ministro delle Infrastrutture Danilo Toninelli». Anche fonti del ministero, per altro, hanno provveduto a mettere in chiaro alcuni punti-chiave: «L’analisi costi/benefici sulla Tav nel tratto veneto, che sarà diffusa a brevissimo – fanno sapere dal Mit – non ha affatto bloccato o rallentato l’opera stessa, che può procedere secondo il suo cronoprogramma. Peraltro, già da mesi il ministro Toninelli ha detto che la Tav si farà, anche se con i miglioramenti legati proprio all’esito dell’analisi costi/benefici». Come dire: all’indirizzo del Mit non abita nessuno che voglia ostacolare lo sbocco naturale della Pedemontana nella A4. Ringhiano ancora i consiglieri pentastellati veneti: «Zaia e i suoi non cerchino ora di mascherare la loro incapacità trovando l’ennesimo alibi in ordine a un’opera progettata 25 anni fa, voluta e portata avanti in modo deciso dalla Lega, che solo ora si accorge di questo problema».

Per una Pedemontana alternativa

Quelli del Covepa – il coordinamento per una Pedemontana alternativa – tornano a sguainare la spada: «Siamo in mano a dei veri e propri pellegrini, che manco sanno che questa questione è nota dal dicembre 2013, quando l’ex commissario Silvano Verinizzi chiuse un progetto esecutivo coi buchi, per prendersi i soldi del secondo finanziamento del governo da 370 milioni». Secca la replica della struttura regionale di progetto dell’opera: «Nel 2013, diversamente da quanto sostiene il Covepa, il problema dell’interconnessione di più infrastrutture a Montecchio non esisteva proprio, poiché i lavori del casello erano in fase di realizzazione. L’intoppo, come già detto, arriva nel 2014 e all’epoca non era ancora dato sapere dell’accavallarsi degli eventi susseguitisi». Morale della favola? Secondo Stefano Fracasso, capogruppo del Pd in Regione, non può essere che questa: «Qua siamo di fronte a un governo “blocca-Veneto”. Il caso del nuovo casello di Montecchio è solo l’ultimo di una vergognosa serie di rinvii e rimpalli di responsabilità tra Lega e 5 Stelle. E meno male che doveva essere un esecutivo amico della nostra regione!».

Corriere del Veneto/Politica – 21/06/2019

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Fitch Ratings ritiene prossima ad esaurirsi la fase di consolidamento nel settore del trasporto marittimo containerizzato

Per l’agenzia è più probabile una prosecuzione della strategia delle compagnie di navigazione di ampliare l’attività ad altri rami della logistica.

Secondo l’agenzia di rating londinese Fitch Ratings, la fase di consolidamento nel settore del trasporto marittimo containerizzato è prossima ad esaurirsi e, nell’attuale momento di rallentamento della crescita degli scambi commerciali mondiali e di cambiamento determinato dalla digital distruption, il settore si sta sempre più concentrando invece su un’integrazione verticale inserendosi in diversi settori della logistica. Una strategia, quest’ultima – ha puntualizzato l’agenzia – dimostrata ad esempio dalla recente acquisizione della CEVA, una delle principali aziende di logistica del mondo, da parte del gruppo armatoriale francese CMA CGM e dalla trasformazione in società di logistica dei container integrata del gruppo armatoriale danese A.P. Møller-Mærsk attuata con l’obiettivo di bilanciare i ricavi generati dall’attività di trasporto marittimo containerizzato e i ricavi prodotti dalle altre attività, in particolare da quelle logistiche e terminalistiche e dai servizi. Strategie di integrazione verticale – ha osservato Fitch Ratings – che sono perseguite anche da altre compagnie tra cui la tedesca Hapag-Lloyd e la cinese COSCO Shipping.

Fitch Ratings ha specificato che, con le prime sei compagnie di navigazione di questo settore che rappresentano oltre il 70% della capacità di trasporto dell’intero mercato, è quindi improbabile che si verifichino nuove acquisizioni di grande portata, anche se non deve essere sottovalutata – ha precisato l’agenzia – la possibilità che si verifichi un ulteriore consolidamento attraverso il fallimento di compagnie di navigazione più piccole e finanziariamente più deboli o attraverso l’acquisizione di questo tipo di compagnie da parte di società di navigazione più strutturate.

Per Fitch Ratings, la spinta al consolidamento del comparto del trasporto marittimo containerizzato è destinata ad esaurirsi principalmente perché l’agenzia ritiene che un ulteriore efficientamento dei costi sia difficilmente ottenibile attraverso ulteriori aumenti di scala. Inoltre Fitch Ratings ritiene che ottenere dalle autorità competenti l’autorizzazione a nuove concentrazioni potrebbe risultare difficile per le sempre crescenti preoccupazioni dell’impatto di tali operazioni sulla concorrenza e ritiene pure che il finanziamento di rilevanti acquisizioni richieda la capacità di proporre un processo di riduzione dell’indebitamento che sarebbe difficilmente accettato nelle attuali condizioni di mercato.

Fitch Ratings, inoltre, ha evidenziato che il passaggio dal consolidamento all’integrazione verticale offre alle compagnie di navigazione containerizzate l’opportunità di generare flussi di cassa più stabili e di ridurre la loro esposizione nei confronti di noli marittimi che sono estremamente volatili.

L’agenzia londinese ha sottolineato però anche la difficoltà che le compagnie di navigazione possono avere nell’inserirsi in un mercato della logistica che è altamente competitivo e frammentato e che include spedizionieri, imprese di logistica, start-up digitali ed ora anche compagnie di navigazione. Pertanto – secondo Fitch Ratings – perché queste strategie abbiano successo a lungo termine sono necessarie una velocità di adattamento e una capacità di creare attività agili e flessibili, anche in considerazione del fatto che, anche se sospinti dalla crescita dell’e-commerce, i tassi di crescita della logistica sono diminuiti e i margini nel settore delle spedizioni sono limati dalla concorrenza digitale.

InforMare – 21/06/2019

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