«Con il Mes appalti più veloci: Trentino modello in Italia»

22 Maggio 2019

«Sono molto contento del risultato, soprattutto perché siamo riusciti a far passare una proposta che è stata il risultato della mediazione dentro gli attori del tavolo appalti.

«Sono molto contento del risultato, soprattutto perché siamo riusciti a far passare una proposta che è stata il risultato della mediazione dentro gli attori del tavolo appalti. E non era affatto scontato».

Il presidente dei costruttori aderenti ad Ate, Giulio Misconel, si gode il nuovo accordo raggiunto in seno al Tavolo degli appalti (Trentino di ieri) che da un lato allontana l’ipotesi di un ritorno al metodo del massimo ribasso per l’assegnazione degli appalti, ma soprattutto che introduce un sistema innovativo (il software Mes) in grado di escludere in modo automatico le offerte anomale. «È un metodo che ci invidia anche l’Ate nazionale e che infatti si è già fatta avanti per studiarlo e magari applicarlo anche a livello italiano» – ammette con orgoglio Misconel, tra i maggiori fautori del passaggio al sistema automatizzato.

Anche i sindacati si sono detti soddisfatti del nuovo metodo di aggiudicazione. Talmente soddisfatti da chiedere che il Mes venga esteso a tutti gli appalti, a prescindere dalle varie soglie: «Non credo sia possibile – replica Misconel – perché i piccoli lavori i Comuni rimangono liberi di appaltarli in proprio. Costringerli ad usare il Mes gli obbligherebbe a dotarsi di un sistema complesso e per il quale sono necessarie competenze molto specifiche».

Il nuovo sistema informatico consentirà una contrazione dei ribassi e una aggiudicazione pressoché istantanea degli appalti, «con riduzione – spiega Misconel – anche dei possibili contenziosi. Ora la cosa importante – conclude – è che la Provincia provveda in fretta ad aggiornare il prezzario per consentire al Mes di partire».

Trentino/Economia – 22/05/2019

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Aeroporto di Trieste: nuovo volo per Malta

Sarà attivo dal prossimo 27 ottobre il nuovo collegamento Trieste-Malta operato da Ryanair con due frequenze settimanali, mercoledì e domenica. I biglietti sono in vendita sul sito della compagnia e anche sulla nuova piattaforma web sul sito dell’aeroporto. L’arcipelago del Mediterraneo entra così a far parte del network del Trieste Airport, che già comprende 25 destinazioni in Italia e in Europa. Come recentemente annunciato Trieste Airport ha programmato con Ryanair la progressiva apertura di nuove rotte nel prossimo triennio.
Il nuovo collegamento da e per Malta è parte di questo programma e si aggiunge ai voli già operati dalla compagnia irlandese su Londra, Valencia, Catania e Bari.

Trasporti-Italia.com – 22/05/2019

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Camion: l’Austria chiude la Statale Val Venosta. Conftrasporto chiede l’intervento del Mit

Dopo il contingentamento dei Tir al Brennero, oggi l’Austria ha deciso che con molta probabilità chiuderà per almeno un mese la strada statale della Val Venosta. Lo ha fatto sapere il vicepresidente di Confcommercio e Conftrasporto Paolo Uggè con una nota richiamando l’attenzione sui disagi che questa iniziativa causerà soprattutto ai mezzi pesanti, “che saranno obbligati a percorrere l’asse del Brennero, con un conseguente innalzamento delle emissioni inquinanti”.

Conftrasporto chiede l’intervento del ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Danilo Toninelli.
La strada statale della Val Venosta (Ss 40 di Resia in Italia e B180 in Austria) verrà quindi con ogni probabilità, completamente chiusa per circa un mese sul versante austriaco, rimanendo inagibile dal 3 al 28 giugno prossimi. Il tratto in questione è quello tra i paesi di Nauders e Pfunds.

Trasporti-Italia.com – 22/05/2019

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Porti: Venezia-Chioggia a salone europeo BreakBulk Brema

Presentati a rassegna cinque casi trasporto nel 2018

Il sistema portuale dell’Alto Adriatico presenta oggi a Brema (Germania), al salone europeo BreakBulk Europe 2019, cinque casi che hanno fatto “storia” nel settore e che confermano lo scalo veneto tra i più importanti in Europa per i traffici breakbulk, grazie a 900 colli eccezionali movimentati nell’ultimo anno.

Si parte dai quattro megareattori salpati la scorsa estate dal terminal Transped di Venezia per il Medio Oriente, quasi 1.600 tonnellate movimentate attraverso tre modalità: stradale, fluviale e marittima. Si passa quindi ai tre mega-boiler ultimati a Venezia dall’italiana Macchi, ora parte di uno dei più grandi impianti Oil & Gas al mondo, tre carichi del peso di 700 tonnellate ciascuno. A Brema presentato anche il caso delle due componenti più grandi mai prodotte nel settore petrolchimico, realizzate tra la Lombardia e Venezia da Riva Calzoni, ciascuno del peso di oltre 1.500 tonnellate. un trasporto che ha richiesto la messa in opera di convogli di 60 metri di lunghezza.

Lo scalo di Chioggia ha presentato l’assemblaggio e l’imbarco delle due gru della padovana Bedeschi, le più grandi costruite in Italia negli ultimi 10 anni con un altezza di quasi 100 metri per 1.800 tonnellate ciascuna. E, sempre a Chioggia, l’imbarco in tempi record di una gru Csu (Continuous ship unloader), un project da 680 tonnellate imbarcato in cinque ore.

La delegazione veneta, presente a Brema con uno spazio espositivo ispirato alla storia millenaria delle breakbulk a Venezia – risalente al 1200 – è stata coordinata dall’Autorità di Sistema Portuale del Mare Adriatico Settentrionale e ha visto la partecipazione di una nutrita rappresentanza di operatori degli scali di Venezia e di Chioggia.

Ansa/Mare – 22/05/2019

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Via della Seta, nuovo accordo con il porto di Rotterdam

Per il collegamento logistico con tratta ferroviaria vero Cina

In occasione del terzo anniversario dell’accordo per la creazione di un servizio di trasporto ferroviario cargo express tra Chengdu e Tilburg è stato firmato un memorandum d’intesa con il porto di Rotterdam per estendere il trasporto lungo questa rotta e arrivare a collegare così anche la costa orientale dell’America settentrionale, il Regno Unito, l’Irlanda, la Scandinavia e i Paesi baltici. Nel memorandum, ‘Chengdu international railway port investment & development group’, il porto di Rotterdam e Gtv group si sono accordati per sviluppare insieme la logistica multimodale tra Cina ed Europa. Nell’accordo si parla per esempio del trasporto di beni via nave dalla costa orientale dell’America del nord a Rotterdam e poi tramite la linea “Rotterdam-Tilburg-Chengdu” in Cina. Questa tratta può essere estesa al Regno Unito, all’Irlanda e la Scandinavia, ma anche ai Paesi baltici.

Ansa/Mare – 22/05/2019

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Il cargo aereo rappresenta il 22,6% del valore dell’export italiano extra UE

Uno studio dell’Osservatorio Cargo Aereo evidenzia il gap tra il sistema aeroportuale italiano e quello dei principali competitor europei.

Il cargo aereo rappresenta il 22,6% del valore dell’export italiano extra UE e, dunque, si conferma un settore fondamentale per l’economia dell’Italia, Paese tradizionalmente vocato all’esportazione e che fa della qualità dei propri prodotti (Made in Italy) la chiave del proprio successo commerciale. Lo sottolinea “Il trasporto aereo merci in Italia: efficacia ed efficienza rispetto ai principali competitor europei”, il primo studio realizzato in collaborazione con Ernst & Young dall’Osservatorio Cargo Aereo, il progetto avviato lo scorso anno dal Cluster Cargo Aereo costituito da ANAMA (Associazione Nazionale Agenti Merci Aeree), Assaeroporti (Associazione Italiana Gestori Aeroportuali), Assohandlers (Associazione Nazionale Operatori Servizi Aeroportuali di Handling) e IBAR (Italian Board Airline Representatives).

Lo studio, che è stato presentato ieri a Milano nell’ambito del convegno “Osservatorio Cargo Aereo: diamo i numeri!”, aveva l’obiettivo di raccogliere dati sui due principali aeroporti cargo italiani – Milano Malpensa e Roma Fiumicino – per valutarne la competitività rispetto alle principali realtà aeroportuali europee: Amsterdam, Bruxelles, Parigi, Madrid, Francoforte, Monaco, Lipsia, Liegi, Lussemburgo e Zurigo.

Se il documento evidenzia la consistente quota di valore dell’export italiano extra UE movimentata dal cargo aereo, sottolinea anche come sia ancora grande il gap tra il sistema aeroportuale italiano e quello dei principali competitor europei: Milano Malpensa e Roma Fiumicino, infatti, movimentano solo il 7% delle merci europee, mentre i primi tre aeroporti – Amsterdam, Parigi e Francoforte ne movimentano il 55%.

Lo studio dell’Osservatorio Cargo Aereo cerca di spiegare questa differenza analizzando e approfondendo alcuni aspetti che risultano essere determinanti per la competitività di un aeroporto. Innanzitutto l’infrastrutturazione, che vede Fiumicino e Malpensa fanalini di coda relativamente al numero dei magazzini: solo cinque a Fiumicino e sei a Malpensa rispetto ai 50 di Frankfurt Main. Modesta anche la dimensione dei magazzini: 25.000 metri quadri a Fiumicino e 70.000 metri quadri a Malpensa rispetto a Paris Charles de Gaulle con 700.000 metri quadri. Inoltre gli aeroporti di Fiumicino e Malpensa hanno ampi margini di miglioramento su accessibilità e servizi per camion e autisti.

Un altro dato che merita attenzione è il modello di concessione degli spazi aeroportuali: in otto dei 12 aeroporti presi in analisi (ad esclusione di quelli italiani, di Bruxelles e di Zurigo) la gestione degli scali è pubblica o a forte partecipazione pubblica.

Relativamente ai flussi di traffico, in termini di numero di destinazioni Malpensa e Fiumicino si collocano in fondo alla classifica, rispettivamente all’ultimo posto (con 51 destinazioni) e al quartultimo posto (con 90 destinazioni) contro Amsterdam Schiphol (431), seguito da Paris Charles de Gaulle (364) e da Frankfurt Main (300). Tuttavia, mentre Roma Fiumicino si colloca all’ultimo posto per merci movimentate, Malpensa si colloca al settimo posto del panel sia per merci totali sia per merci in import ed export, evidenziando una crescita nell’ultimo decennio del +6,9%, la terza più alta fatta registrare dagli scali del panel dopo Leipzig Halle (CAGR +9,8%) e Paris Charles de Gaulle (CAGR +8,4%).

Lo studio analizza anche l’operatività e i servizi degli aeroporti, rilevando che Fiumicino e Malpensa si collocano su livelli di saturazione rispettivamente del 66% e 60%: un dato positivo che indica come i due aeroporti abbiano ancora una capacità potenziale rispettivamente del 34% e del 40%. Tuttavia i due aeroporti offrono il servizio di Dogana H23/7 solo per sdoganamenti elettronici. Sopra la media, invece, la copertura garantita per quanto riguarda i servizi per merci speciali.

Per quando riguarda gli investimenti emerge il dato positivo di Milano, al primo posto per numero di iniziative infrastrutturali tra gli aeroporti del panel. Poche, invece, le iniziative in ambito digitale presso lo scalo di Fiumicino.

«Con il progetto dell’Osservatorio – ha spiegato Marina Marzani, presidente di ANAMA – vogliamo dare voce al cargo aereo, che rappresenta una nicchia di un settore, quello del trasporto merci, che nonostante balzi poco agli onori della cronaca è fondamentale per la competitività di un Paese. Una voce che faccia dei dati la propria forza e la propria autorevolezza». «Questo primo studio – ha osservato Marzani – restituisce un quadro in chiaroscuro dei nostri principali aeroporti: alcuni aspetti di qualità e molti altri sui quali lavorare, pubblico e privato insieme, per migliorare: in primis le infrastrutture, indispensabili per dare servizi alla merce e ai camion (piste, magazzini, parcheggi, strade di collegamento, etc.) e un incremento delle rotte servite, per aumentare i flussi di traffico. Inoltre, è necessaria un’accelerazione nella digitalizzazione dei processi, che consentirebbe una maggiore efficienza e affidabilità nella gestione dei flussi fisici e informativi tra gli operatori della filiera. In particolare, è necessario promuovere in Italia l’utilizzo della lettera di vettura aerea elettronica (e-AWB), che vede Malpensa e Fiumicino agli ultimi posti nel confronto europeo».

«Ritengo – ha affermato il direttore generale dell’Ente Nazionale per l’Aviazione Civile (ENAC), Alessio Quaranta, nel suo intervento – che, in termini di politiche pubbliche, un settore come quello del cargo aereo, in crescita e ad alto valore aggiunto, abbia bisogno di un approccio ad hoc (che in altri Paesi europei esiste), che ne consideri la specificità: l’elevata qualità del prodotto trasportato ha bisogno di tempi rapidi di gestione e di consegna, secondo le esigenze del mercato. Questo aspetto va compreso dagli operatori pubblici e privati quando si pianificano gli interventi di sviluppo degli scali (semplificazione dei processi, servizi, infrastrutture). Credo ci sia tanto lavoro da fare ma, come dicevo, la strada è tracciata: questo studio ci fornisce chiara indicazione degli obiettivi e della strada da percorrere. Fare squadra è stato fondamentale in questi anni e lo sarà ancora di più da oggi in avanti. Attendiamo lo studio del prossimo anno per conoscere quali saranno stati i passi avanti fatti dal sistema del cargo aereo in Italia».

InforMare – 22/05/2019

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A4: terza corsia, entro giugno pronto nuovo viadotto Palmanova

Regione Fvg investe su infrastrutture per rilanciare economia

Autovie Venete conta di aprire entro giugno il nuovo viadotto di Palmanova, uno dei tratti delicati nella realizzazione della terza corsia dell’autostrada A4, mentre la realizzazione del terzo lotto Alvisopoli-Gonars, che comprende il doppio ponte sul Tagliamento, viaggia con un semestre di anticipo e sarà completato tra meno di un anno.

Gli aggiornamenti sono stati resi noti oggi a Trieste dalla concessionaria autostradale nel corso del seminario “La distribuzione della spesa pubblica: i conti pubblici territoriali nella Regione Friuli Venezia Giulia. La viabilità in Regione”, tenutosi al centro congressi Stazione Marittima. Si è trattata di un’occasione promossa dalla Regione, presente ai lavori con l’assessore a Finanze e Patrimonio, per una condivisione tecnica e un confronto finalizzati alla trasparenza dell’azione amministrativa e al controllo della spesa e della bontà dei risultati.

Le poste del 2019 nel settore dei trasporti e della mobilità, focus dell’incontro odierno, concentrano il 25 per cento del totale su mutui con Banca depositi e prestiti e Bei nell’ambito di un investimento complessivo di 319 milioni deliberato dall’Amministrazione regionale sul triennio 2019-21 che mira a stimolare l’economia del Friuli Venezia Giulia e a favorire la ripresa e la fiducia.

Dai lavori è emerso che il Friuli Venezia Giulia è più efficiente rispetto alla media nazionale nella realizzazione delle opere, in particolare nelle fasi di affidamento e dei lavori, mentre va resa più celere la progettazione.

Fvg Strade ha illustrato alcune dei risultati raggiunti: nei dieci anni di attività, interventi per la manutenzione pari a 132 milioni finalizzati a preservare lo stato di salute delle strade e l’abbattimento del 78 per cento dell’indice degli incidenti laddove sono state realizzate le rotatorie. Per il 2018 si segnalano, tra i risultati conseguiti, il completamento del programma di sfalci e una minuziosa sorveglianza delle strade per verificarne la buona tenuta.

Un elemento critico del sistema è rappresentato, infine, dalla vetustà del parco macchine circolante in Friuli Venezia Giulia: degli 800mila veicoli, solo 300mila sono euro 5 o euro 6, effetto di una crisi che ha visto dal 2009 al 2013 il dimezzamento delle immatricolazioni.

Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia/Notizie dalla Giunta – 22/05/2019

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Nel 2018 il traffico intermodale europeo movimentato dagli operatori dell’UIRR ha raggiunto il massimo storico

21 Maggio 2019

È stato pari a 8,6 milioni di teu (+5,0%)

Nel 2018 il traffico intermodale movimentato in 18 nazioni europee dai 39 associati della UIRR (International Union for Road-Rail Combined Transport)) ha raggiunto il massimo storico di 8,6 milioni di teu (o 4,3 milioni di spedizioni), con un incremento del +5,0% (+5,0%) sull’anno precedente. L’associazione ha specificato che la crescita è in parte attribuibile al consolidamento verificatosi nel settore e in parte alla crescita organica registrata dagli associati.
Presentando oggi il rapporto 2018-19 l’associazione ha evidenziato che attualmente il comparto del trasporto combinato europeo è nella migliore posizione per poter riempire di carichi i treni merci ecologici (elettrici) trasferendo alla ferrovia i carichi che attualmente vengono trasportati su camion sulle lunghe percorrenze, ma – ha sottolineato l’UIRR – questo potenziale non sarà sfruttato senza una graduale modifica della direttiva europea sul trasporto combinato che dovrebbe fornire un quadro normativo europeo armonizzato e rafforzato per l’efficiente funzionamento di questo servizio di trasporto che è tipicamente transfrontaliero.

InforMare – 21/05/2019

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Trasporti, con intermodalità -1,5 mln camion su strade

20 Maggio 2019

Alis,obiettivo ridurre emissioni. Arcuri, non ‘green’ costa 4% Pil.

di Maria Chiara Furlò

La risposta del settore dei trasporti all’inquinamento può arrivare dall’incremento di quelli via mare e ferro, grazie all’intermodalità tra navi e treni. E’ così, infatti, che si sono già tolti dalle strade, in un solo anno, oltre 1,5 milioni di camion. Un risultato pari a 40 milioni di tonnellate di merci in meno trasportate sull’intera rete stradale nazionale, con un abbattimento di oltre 1,2 milioni di tonnellate di emissioni di Co2 nell’aria. Questi i risultati presentati da Alis (Associazione Logistica dell’Intermodalità Sostenibile) in occasione dell’evento ‘Mobilità a impatto zero: il futuro è green’. Le 1.400 aziende associate insieme ai loro 152.000 lavoratori “stanno contribuendo da tempo a produrre risultati concreti in termini di sostenibilità ambientale con una riduzione di emissioni di Co2 fino al 70% rispetto al tutto-strada”, ha spiegato il presidente di Alis, Guido Grimaldi, sottolineando che lo scopo principale dell’associazione è, infatti, quello della riduzione ulteriore delle emissioni: “a partire dal 2020 saremo in grado di abbatterle ulteriormente soprattutto grazie allo sviluppo di nuove tecnologie”. Una di queste è sicuramente quella delle mega batterie a litio installate sulle navi, grazie alle quali “porteremo zero emissioni in porto, rispettando così le comunità portuali e mantenendo pulite le città”, ha aggiunto Grimaldi. Che il settore della mobilità sostenibile sia sempre di più “ad alta rilevanza strategica” lo conferma poi l’ad di Invitalia, Domenico Arcuri, citando studi internazionali secondo i quali le esternalità negative del trasporto ‘non green’ costano “il 4% del Pil di tutto il mondo”. Ecco anche perché quella a favore della sostenibilità è una battaglia che il settore dei trasporti ha intrapreso da tempo e che ora sta cominciando a portare i suoi frutti. Usare sempre più il mare, anche combinato col trasporto su ferro e gomma “porta alle nostre imprese un vantaggio competitivo e consente di recuperare nuovi mercati, anche nel Centro Europa”, fa notare il viceministro alle Infrastrutture e Trasporti, Edoardo Rixi, sottolineando che sebbene nel settore della logistica ci siano ancora diseconomie importanti “momenti di confronto come questo ci consentono di individuare un vero e proprio sistema intermodale che faccia risparmiare sia ai vettori che alle imprese”. A mostrarsi soddisfatto anche il vicepremier e ministro dell’Interno, Matteo Salvini, secondo il quale, il mondo dei trasporti “guarda avanti, investe sulla tutela dell’ambiente e risparmia Co2. Sono orgoglioso che ci siano aziende italiane così all’avanguardia”.

Ansa/Mare – 20/05/2019

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Porti: Musolino, serve più coordinamento

Adriatico e Tirreno non sono concorrenti sulla Via della seta

“Abbiamo fatto grandi passi come sistema paese e come sistemi portuali, ma dobbiamo continuare quel processo di coordinamento operativo che dovrebbe essere rappresentano anche dalla conferenza dei presidenti, che serve a far sì che tutti i sistemi portuali e interportuali collegati lavorino su un piano di infrastrutture che sia collegato e non ridondante e pieno di raddoppi di infrastrutture inutili, che valorizzi al massimo la nostra capacità attuale e ponga le basi per lo sviluppo futuro”. Lo ha detto il presidente dell’Autorità di sistema portuale del Mare Adriatico settentrionale Pino Musolino, parlando a margine del convegno “Da Marco Polo a Cristoforo Colombo. La Nuova Via della seta arriva (anche) al porto di Genova (oltre che a Venezia e Trieste” in corso Palazzo San Giorgio. Adriatico e Tirreno non sono in competizione sulla Via della Seta, ha aggiunto Musolino, che alla domanda si tratti di un’opportunità o un rischio per i porti italiani, ha risposto ” Come tutte le cose ha in sè aspetti positivi e rischiosi, Noi finora abbiamo enfatizzato gli aspetti positivi, ci sono aspetti rischiosi, dobbiamo avere le difese alte sapendo che non bisogna temere le cose se hai presenti i tuoi obiettivi”.

Ansa/Mare – 20/05/2019

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