Turisti tra vie ciclabili e d’acqua in Polesine

31 Maggio 2019

E’ stato siglato a palazzo Celio il protocollo d’intesa tra Consvipo, Provincia, Gal Adige e Gal Polesine Delta Po a cui si affiancano Assonautica e Fiab per un turismo sempre più “lento” ma godibile.

Una cabina di regia a quattro con Consorzio per lo Sviluppo del Polesine, Provincia di Rovigo, Gal Adige e Gal Polesine Delta Po a cui si affiancano Assonautica Acque Interne Veneto ed Emilia e Fiab Rovigo in qualità di partner tecnici.

Polesine Blu&Green Tour scalda i motori e si appresta finalmente a partire: nella mattinata di venerdì 31 maggio, in sala consiliare a Palazzo Celio si è tenuta la firma del protocollo d’intesa con cui le parti si sono impegnate a lanciare quest’ambizioso modello di gestione del territorio che intende coniugare ambiente e mobilità “lenta” per uno sviluppo turistico capace di coinvolgere anche le comunità locali ciascuna con i propri attori, pubblici e privati.

Il progetto rappresenta anche la naturale conseguenza dell’attuazione del protocollo d’intesa siglato lo scorso aprile grazie al finanziamento della Fondazione Cariparo tra Provincia, Consvipo e 22 Comuni per valorizzare i percorsi ciclopedonali.

Si tratta di uno dei progetti di area vasta targati Consvipo, condiviso anche da sindaci e larga parte delle associazioni e delle istituzioni del territorio, che intende valorizzare lo straordinario sistema integrato di percorsi ciclabili e fluvio-lagunari del Polesine puntando su una duplicità che rappresenta anche un fattore di unicità a livello regionale e nazionale.

Per queste sue caratteristiche peculiari, il progetto, partendo da un ambito provinciale si estenderà anche a quello interprovinciale e poi interregionale, favorendo la valorizzazione delle aree transfrontaliere di Veneto, Lombardia ed Emilia-Romagna nell’ottica di circuiti nazionali e internazionali.

La posizione della provincia di Rovigo rispetto alle grandi greenways europee è d’altro canto assolutamente baricentrica: la Ven.To, parte centrale della grande Ciclovia del Mediterraneo che collega Cadice ad Atene, lambisce il Po ed attraversa il Polesine che non si trova lontano però nemmeno dall’antica Via Francigena, che valica l’Appennino e corre lungo il Tirreno fino a Roma, o dai vari collegamenti verso nord e nordest, ovvero Brennero e Slovenia, rispettivamente interessati anche dalle vie Romee Germanica e Strata che toccano il Polesine.

Tutto questo, unito alla presenza dei due maggiori fiumi italiani e del Delta, con il suo parco e la riserva della biosfera Mab-Unesco, rendono il territorio già di per sé un volano di crescita turistica davvero importante.

Nel concreto, il progetto prevede di iniziare con una serie di tappe a tema, almeno quattro nel 2019 due delle quali già fissate: si inizia il 16 giugno da Rovigo via Lusia verso Badia Polesine, dove in Vangadizza si celebra la quinta edizione di “Vegeto e Vivo”, festival nazionale vegan-vegetariano, per proseguire il 18 agosto con una duplice opzione, da Rovigo a Loreo in barca e di qui fino a Rosolina in bicicletta; da rilevare, a proposito di vie fluviali, che l’Adige è già fruibile in alcuni tratti mentre Po e Canalbianco sono navigabili in toto dal mare a Mantova e oltre (via laghi e Ticino).

Le restanti tappe, in via di calendarizzazione, ripartiranno in occasione della Settimana europea della mobilità sostenibile, che si celebra dal 16 al 22 settembre, cui seguirà un evento mediatico in concomitanza con l’Ottobre rodigino prima della dovuta pausa invernale.

Il progetto vedrà comunque nel frattempo un’anteprima d’eccezione ad Adria, il 2 giugno prossimo, in occasione proprio del passaggio della Ven.To in Polesine: una vetrina eccezionale che consentirà di veicolare anche all’esterno un intervento pensato non solo per le comunità locali ma anche per i tanti turisti e appassionati di sport.

Rovigooggi.it – 31/05/2019

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Inaugurato il nuovo terminal ferroviario intermodale dell’Interporto Centro Ingrosso di Pordenone

Avrà una capacità massima giornaliera di 8-10 treni

Ieri è stato inaugurato il nuovo terminal ferroviario intermodale nell’area dell’Interporto Centro Ingrosso di Pordenone che sarà gestito dal gruppo elvetico Hupac e che è stato realizzato con lo scopo di sviluppare il traffico sia con i porti del Nord Tirreno sia con le nazioni del settentrione d’Europa e dell’Est. Si tratta di uno dei più moderni e funzionali impianti in Italia con caratteristiche a standard europei che permetterà di trasferire dalla strada all’intermodale fino a 180mila trasporti l’anno. Sul piano tecnico, verranno elettrificati tre su un totale di sette binari, con un’asta di manovra di 350 metri che, in previsione, diventeranno 750 metri, per un’opera che risponde agli standard europei. La piattaforma, che avrà una capacità massima giornaliera di 8-10 treni, è progettata per il ricevimento di treni ro-la e predisposta per l’installazione di gru a portale.

InforMare – 31/05/2019

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Dal Pireo a Trieste, avanti coi feeder

30 Maggio 2019

IL PORTO di Venezia come più volte, anche da ultimo, ha dichiarato Daniele Rossi, presidente dell’Autorità di sistema portuale del Mare Adriatico centro settentrionale e da qualche mese presidente anche dell’Associazione dei porti Italiani – si accinge a vivere un momento epocale nella sua storia poiché si trova alla vigilia dell’avvio del progetto ‘Ravenna Port Hub’, l’unico vero grande progetto che in questo momento si delinei all’orizzonte della portualità italiana. Un progetto che ha già finanziamenti deliberati per 235 milioni di Euro e per il quale a breve sarà pubblicato il bando di gara.

IL PORTO di Ravenna, unico porto commerciale dell’Emilia Romagna, è già uno scalo di rango internazionale, con una movimentazione di circa 27 milioni di tonnellate di merci ogni anno, e leader in Italia nei traffici di merci secche alla rinfusa. Lo scalo marittimo occupa circa 6.000 persone, che diventano oltre il doppio se si considerano l’indotto e l’autotrasporto. E’ uno dei ‘core-port’ strategici europei e terminale meridionale dei due corridoi Baltico-Adriatico e Mediterraneo delle reti Ten-T, reti che disegnano lo sviluppo futuro dell’intermodalità e sui quali l’Europa punta per rendere competitivo il trasporto delle merci. Con il progetto dell’Hub portuale sarà possibile non solo consolidare questa importante realtà ma anche creare le condizioni per una crescita dei traffici, rendendo l’infrastruttura più competitiva, non rispetto agli altri porti adriatici con i quali nei traffici internazionali si deve cercare di fare sistema, quanto per intercettare le grandi navi di nuova generazione che stanno invadendo le rotte dal Far East verso il Mediterraneo. Si tratta di naviglio di una dimensione tale (navi da 18-20 mila container) da non poter immaginare che questi volumi possano essere gestiti da un unico porto in Adriatico. Più realistico è pensare a grandi navi che facciano scalo al Pireo, a Koper e a Trieste e si colleghino con linee feeder a Venezia e a Ravenna. Solo così sarà possibile rendere sostenibili alcune linee di trasporto che dovrebbero operare lungo la Via della Seta di cui tanto si parla. In questo senso il presidente Rossi in più occasioni ha ribadito che la Via della Seta è un’opportunità, non tanto per far arrivare in alcuni porti italiani nuovi flussi di merci dalla Cina quanto per riuscire a dirottare sui porti italiani dell’Alto Tirreno e dell’Alto Adriatico, merci che già oggi arrivano dalla Cina ma sbarcano altrove. Il Mediterraneo deve diventare una valida alternativa per sbarcare le merci provenienti dalla Cina e questo solo per una questione geografica, di centralità verso l’Europa. l porto di Ravenna si farà trovare pronto per cogliere tutte le opportunità che deriveranno dagli investimenti della Via della Seta, anche grazie agli interventi realizzati con il progetto Ravenna Port Hub, che prevede l’approfondimento dei fondali in avamporto e lungo tutto il Canale Candiano, l’adeguamento (per oltre 6,5 km) ed il potenziamento delle banchine, oltre alla realizzazione di una nuova banchina della lunghezza di oltre 1.000 mt, e di aree destinate alla logistica in ambito portuale, per circa 200 ettari, direttamente collegate alle banchine, ai nuovi scali ferroviari merci e al sistema autostradale, che rappresenteranno un unicum nel panorama della portualità nazionale. Un intervento di considerevole valenza per il sistema logistico e portuale, che si avvia a diventare realtà.

Il Resto del Carlino – 30/05/2019

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Ritorna la società ministeriale «Infrastrutture Spa»

Resta fuori la tassa sulle gare per finanziare il fondo salva Pmi

Cambia nome e vede ridursi il raggio d’azione ma alla fine la società in house del ministero delle Infrastrutture sarà costituita davvero. Uscita dalla porta del decreto Crescita, Infrastrutture Spa (forse a causa dell’evitabile omonimia con la società voluta nel 2002 dall’ex ministro dell’Economia Tremonti) rientra dalla finestra dello Sblocca-cantieri con il nome di Italia Infrastrutture Spa. Restano fermi gli altri punti che vedono la data di nascita al 1° settembre e un capitale di 10 milioni in mano al Mef. Rispetto all’idea iniziale, con compiti che andavano dalla programmazione fino alla realizzazione diretta delle opere, la società dovrebbe avere un raggio d’azione ristretto ai cantieri a rischio di perdere i fondi statali. «Se il soggetto cui vengono dati i fondi non li utilizza – ha spiegato il ministro Toninelli – si vedono cattedrali nel deserto. Questa struttura invece utilizzerà i fondi, sostituendosi al soggetto e chiudendo il cantiere».

La nascita di Italia Infrastrutture è prevista in uno degli emendamenti al decreto Sblocca-cantieri nel pacchetto dei relatori (quasi una trentina di correzioni) concordato con il Governo in una riunione di maggioranza conclusa poco prima dell’avvio della discussione in Aula. Come previsto è invece rimasta fuori la tassa sulle gare per finanziare il fondo salva Pmi, caldeggiato dai Cinque Stelle ma osteggiato dalla Lega. Confermata anche la trasformazione in ordine del giorno dell’emendamento della Lega per commissariare la Tav. I commissari arriveranno invece per il Mose, per la messa in sicurezza delle acque del Gran Sasso (con possibilità di semplificare anche le certificazioni antimafia sulla base di un decreto del Viminale), per il porto di Pescara, per il piano di edilizia sanitaria, per il nodo ferroviario di Genova e il collegamento con il Terzo Valico. C’è poi un nutrito elenco di nuove correzioni al codice appalti. Tra queste si prova a circoscrivere la possibilità di escludere le imprese per irregolarità fiscali non accertate: ok, ma solo se «gravi» e «contenute in atti amministrativi esecutivi». Spazio anche alla possibilità per le stazioni appaltanti di pagare direttamente i subappaltatori, anche in caso di cantieri bloccati dall’entrata in crisi dell’impresa principale. Quasi una norma ad hoc per fronteggiare le difficoltà in cui si trovano molti big delle costruzioni. In aiuto agli enti locali arriva invece un concorso, gestito dal Viminale, per assumere 171 segretari comunali.

Quattro gli emendamenti del Governo, relativi soprattutto al capitolo sisma. La discussione al Senato ripartirà oggi, il decreto è atteso alla Camera per l’11 giugno e va convertito entro il 17.

Il Sole 24 Ore – 30/05/2019

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Iata: continua ad aprile il trend negativo del cargo

Ad aprile il traffico cargo è diminuito del 4,7% rispetto allo stesso mese 2018, dato che dimostra la prosecuzione della tendenza negativa della domanda su base annua iniziata a gennaio.
La capacità di trasporto è cresciuta del 2,6%. L’aumento delle capacità ha ormai superato quello della domanda negli ultimi 12 mesi. I volumi delle merci aviotrasportate sono stati volatili nel 2019, a causa dei tempi del Capodanno cinese e di Pasqua, ma la tendenza è chiaramente al ribasso, con volumi intorno al 3% sotto il picco dell’agosto 2018.
L’incertezza commerciale legata alla Brexit in Europa e le tensioni commerciali tra Stati Uniti e Cina hanno contribuito al calo dei nuovi ordini di esportazione. In termini mensili, gli ordini sono aumentati solo tre volte negli ultimi 15 mesi e la misura globale ha indicato una domanda di esportazioni negativa da settembre. È probabile che la perdurante debolezza porti a una crescita di volumi trasportati più contenuta ancora nei prossimi mesi.
“Aprile ha visto un forte calo della crescita delle merci aviotrasportate e la tendenza è chiaramente negativa quest’anno – ha sottolineato Alexandre de Juniac, direttore generale e amministratore delegato Iata –. Gli input di costo stanno aumentando, le tensioni commerciali stanno influenzando la fiducia e il commercio globale si sta indebolendo. Le compagnie aeree stanno adattando la crescita della capacità per cercare di allinearsi con il calo del commercio globale dalla fine del 2018. Tutto ciò si aggiunge a un anno impegnativo per il settore cargo. I governi dovrebbero rispondere allentando le barriere commerciali al fine di guidare l’attività economica”.
Asia-Pacifico, Europa e Medio Oriente hanno registrato nel mese di aprile forti flessioni, mentre l’Africa, l’America Latina e il Nord America hanno beneficiato di un modesto aumento della crescita ad aprile.
Le compagnie aeree dell’area Asia-Pacifico hanno visto il traffico cargo contrarsi del 7,4% rispetto ad aprile 2018. Questo è stato il sesto mese consecutivo di calo della domanda nella regione, dove i volumi internazionali sono diminuiti dell’8,1% rispetto al livello di un anno fa. Essendo il principale centro di produzione e assemblaggio del mondo, l’ultimo round delle tariffe statunitensi rischia di incidere negativamente sul sentiment e sull’attività nella regione. La capacità è diminuita dello 0,1%.
Le compagnie aeree nordamericane hanno visto il traffico cargo aumentare dello 0,1% rispetto ad aprile 2018. Il traffico internazionale, tuttavia, è diminuito dello 0,8%. Nonostante i solidi risultati economici interni, i venti contrari globali potrebbero incidere sui risultati dei trasporti aerei nei prossimi mesi, in particolare con la recente escalation delle tensioni commerciali tra Cina e Stati Uniti. Capacità aumentata del 2,5% nell’ultimo anno.
Le compagnie aeree europee hanno registrato un netto calo del 6,2% della domanda di merci rispetto ad aprile 2018. La debolezza degli ordini all’esportazione tedeschi, insieme alla moderata crescita economica e alla continua mancanza di chiarezza intorno alla Brexit sono tutti fattori che incidono sui risultati del trasporto aereo. Capacità aumentata del 4,2% su base annua.
I volumi di merci trasportati dalle compagnie aeree mediorientali sono diminuiti del 6,2%. Capacità aumentata dello 0,7%. In questo caso i volumi di merci trasportate via aerea sono in calo dal quarto trimestre del 2018. I volumi di merci da e verso Europa e Asia-Pacifico sono in crescita, ma una contrazione a due cifre per il mercato chiave del Nord America evidenzia alcune delle problematiche dei vettori della regione.
Le compagnie aeree dell’America Latina hanno registrato un aumento della domanda di merci del 5% rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso – un terzo mese consecutivo di crescita positiva -. La futura crescita nella regione sarà fortemente influenzata dalla salute dell’economia brasiliana. Capacità aumentata del 18,7%.
I vettori africani hanno registrato una crescita ad aprile del 4,4%. La forte crescita che ha contrassegnato la fine del 2016 e il 2017 è stata solo in parte esaurita e il traffico internazionale per le compagnie aeree africane è ancora superiore del 30% rispetto al livello di tre anni fa. La capacità è cresciuta del 12,6% su base annua.

Trasporti-Italia.com – 30/05/2019

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Atteso quest’anno il nuovo record storico di traffico crocieristico nell’Adriatico

Presentato oggi il report di Risposte Turismo sull’attività cruise e ferry nella regione

Lo scorso anno il turismo via mare in Adriatico ha prodotto oltre 420 milioni di euro di spesa turistica a terra (escursioni e visite, pernottamenti, pre-post viaggio, shopping e ristorazione, ecc.) da parte di crocieristi e passeggeri in viaggio su traghetti, aliscafi e catamarani, ma l’impatto economico dei settori cruise e ferry nella regione è in realtà molto più consistente in considerazione del fatto che le spese dirette dei turisti costituiscono solo una parte del contributo complessivo all’economia dell’Adriatico. Lo sottolinea la nuova edizione dell’Adriatic Sea Tourism Report, il rapporto di ricerca presentato oggi ad Ancona da Francesco di Cesare, presidente di Risposte Turismo, in apertura della quarta edizione di Adriatic Sea Forum – cruise, ferry, sail & yacht, appuntamento ideato e organizzato dall’azienda quest’anno in partnership con l’Autorità di Sistema Portuale del Mare Adriatico Centrale.

Oltre a tracciare un quadro consuntivo dell’impatto dell’attività delle navi passeggeri sull’economia della regione, il rapporto formula anche previsioni per il 2019 stimando che quest’anno verrà registrato il record storico di crocieristi movimentati nell’area con un totale di 5,52 milioni di passeggeri tra imbarchi, sbarchi e transiti nei porti dell’Adriatico, in crescita del +7,3% rispetto al 2018. Anche per le toccate nave le previsioni di Risposte Turismo mostrano una crescita attesa del +7,2%, per un totale di 3.307. Tali previsioni sono il frutto della proiezione effettuata dalla società sulle stime di 23 porti crocieristici dell’Adriatico, scali che nel 2018 hanno rappresentato complessivamente il 99,7% del totale passeggeri movimentati e il 99,3% delle toccate nave.

In particolare, l’anno in corso dovrebbe chiudersi con Venezia saldamente al primo posto con 1,56 milioni di crocieristi movimentati (stabile rispetto al 2018) e 502 toccate nave (stabile rispetto allo scorso anno), seguito da Corfù con 787mila crocieristi (+7,0%) e 416 toccate nave (+0,7%) e Dubrovnik, con 745mila crocieristi (+1,8%) e 475 toccate nave (+8,4%).

Per quanto riguarda il traffico crocieristico per Paese, i dati a consuntivo del 2018 confermano la leadership dell’Italia con 2,42 milioni di passeggeri movimentati (+12,0% sul 2017, il 46,9% del totale nell’area adriatica). Sugli altri gradini del podio la Croazia con 1,3 milioni di passeggeri movimentati (il 25,2% del totale), leader però nel numero di toccate nave (1.180, il 37,7% del totale) e la Grecia con 737mila passeggeri movimentati.

Il rapporto evidenzia inoltre che la crescita maggiore sul 2017 è quella della Slovenia, in classifica grazie ai numeri del porto di Koper (101mila passeggeri movimentati, +40,5%), mentre la contrazione maggiore è stata quella dell’Albania (-19,1%), trascinata verso il basso dalla riduzione del traffico crocieristico nel porto di Saranda (78,2 mila passeggeri movimentati, -23,2%).

Relativamente alla movimentazione passeggeri su traghetti, aliscafi e catamarani, il report di Risposte Turismo prevede che il 2019 dovrebbe chiudersi con una leggero ulteriore aumento rispetto ai positivi risultati registrati nel 2018 (19,74 milioni di passeggeri movimentati, +2,4% sul 2017), il migliore degli ultimi dieci anni.

In particolare, tra i porti esaminati, previsioni 2019 positive per Zara (2,43 milioni di passeggeri movimentati, + 1,2%), Durres (875mila, +2,6%), Dubrovnik (575mila, +3,0%), Sibenik (300mila, +3,0%), Rijeka (150mila, 16,0%), Pola (12mila, +2,2% su rotte costiere e stabile sulle rotte internazionali). Stabile, invece, la movimentazione passeggeri prevista a fine anno nei porti di Ancona, Saranda, Porec, Trieste, Rovigno, Pesaro e Umago/Novigrad.

La pubblicazione specifica inoltre che dall’analisi della movimentazione passeggeri via traghetti/aliscafi e catamarani registrata nel 2018, pur senza considerare tutte le rotte interne la Croazia si conferma al primo posto tra i Paesi dell’area adriatica (9,56 milioni di passeggeri movimentati, + 0,7% sul 2017, pari al 48,4% del totale nell’area), seguita dalla Grecia (5,39 milioni, +7,0% sul 2017, pari al 27,3% del totale) e dall’Italia (3,29 milioni, +1,8% sul 2017, pari al 16,7% del totale).

Il report realizzato da Risposte Turismo contiene anche quest’anno un approfondimento sul comparto nautico nei sette Paesi che si affacciano sull’Adriatico. Proseguendo il lavoro di indagine iniziato nel 2013 con la prima edizione del report, la mappatura conferma i risultati della rilevazione effettuata nel 2017, con 332 marina operative per complessivi poco più di 75mila posti barca. Tra le nazioni che si affacciano sull’Adriatico, l’Italia conferma la propria forte leadership nell’area con 186 marina (56% del totale) e oltre 49mila posti barca (il 65,6% del totale). A seguire Croazia (125 marina e oltre 17.400 posti barca) e la coppia Slovenia – Montenegro, con otto marina e, rispettivamente, poco più di 3.100 e 2.800 posti barca.

InforMare – 30/05/2019

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Porti: Musolino (Venezia), interessante proposta F2I

Fondo interessato a partecipazione in terminal Multi Service

Il fondo F2I Sgr, attraverso il gruppo Porto di Carrara, ha avanzato una proposta per entrare nella compagine societaria di Multi Service srl, impresa terminalista multipurpose del Porto di Venezia, specializzata nel cargo-project, con partecipazione strategica sul terminal ‘Sorima’ di Chioggia.

Lo rende noto oggi il presidente dell’Autorità di Sistema Portuale del Mare Adriatico Settentrionale, Pino Musolino, secondo cui l’operazione “dimostra l’attrattività degli scali portuali di Venezia e di Chioggia. Si tratta di un’ottima opportunità per lo sviluppo del settore delle rinfuse solide – prosegue – che vanta già numeri importanti a Venezia grazie alle oltre 7,3 milioni di tonnellate movimentate nel 2018 in crescita del 7,8% rispetto all’anno precedente , e player eccezionali come Multi Service. E’ evidente che l’eventuale rafforzamento del comparto potrebbe favorire la crescita occupazionale e un ulteriore aumento della competitività del sistema portuale veneto. Per quanto di competenza, esamineremo ora attentamente i dettagli della proposta di F2I – conclude Musolino – che si prefigura come molto interessante”.

Ansa/Mare – 30/06/2019

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eCommerce in crescita in Italia del 15% nel 2019. Informatica ed elettronica al primo posto

29 Maggio 2019

Crescono nel 2019 gli acquisti online degli italiani (+15% rispetto allo scorso anno) e superano i 31,5 miliardi di euro. I prodotti, grazie a una crescita del +21% sono pari a 18,2 miliardi, mentre i servizi raggiungono online i 13,3 miliardi di euro (+7%). Fondamentale il ruolo dello smartphone: quasi il 40% del totale eCommerce viene generato su questo canale.

Questi alcuni dei dati aggiornati sul mercato eCommerce in Italia, secondo l’ultima indagine dell’Osservatorio eCommerce B2C-Consorzio Netcomm/School of Management del Politecnico di Milano, presentati oggi durante la giornata di apertura della quattordicesima edizione di Netcomm Forum, che si svolge a MiCo (Milano), dal 29 al 30 maggio.

In particolare, il comparto di Informatica ed elettronica si conferma uno dei più performanti, grazie a una crescita del +18% e un valore complessivo di oltre 5 miliardi di €. Bene anche l’Abbigliamento (+16%, 3,3 miliardi €). Tra i settori emergenti fanno registrare una decisa crescita Arredamento & Home Living (+26%, 1,7 miliardi di €), Food & Grocery (+39%, quasi 1,6 miliardi di €). Nei servizi, il comparto principale rimane Turismo & Trasporti (+8%, 10,8 miliardi di €).

La penetrazione dell’online sugli acquisti retail supera nel 2019 il 7% (6% per i prodotti, 11% per i servizi) e si avvicina lentamente ai tassi a doppia cifra fatti registrare dai principali paesi europei (come Regno Unito, Francia e Germania).

“Continua in modo lineare la crescita del mercato eCommerce B2c in Italia, ma una riflessione va fatta in una prospettiva internazionale” commenta Roberto Liscia, Presidente di Netcomm. “Secondo recenti stime, rispetto agli altri Paesi europei, l’Italia detiene la quota di popolazione che compra online più bassa in assoluto: solo il 44% degli italiani acquista online, contro il 68% della popolazione europea. Non solo, l’Italia si aggiudica l’ultimo posto anche in termini di competitività nel settore dell’eCommerce. Questo ritardo si può spiegare nella correlazione diretta tra le competenze digitali di un Paese e la competitività delle aziende. Solo il 10% delle imprese italiane, infatti, vende online proprio per la scarsa capacità di applicare le tecnologie disponibili per espandere il proprio business. Gli e-shopper, che hanno esigenze sempre più puntuali e personalizzate, comprano all’estero proprio perché in Italia non trovano un’offerta che risponda in modo efficiente alla propria domanda”.

“L’eCommerce B2c in Italia è sempre più rilevante: pur rappresentando ancora “solo” il 7% degli acquisti complessivi spiega infatti oltre il 60% della crescita del Retail” afferma Alessandro Perego, Direttore Scientifico degli Osservatori Digital Innovation – School of Management del Politecnico di Milano. “L’eCommerce è inoltre sempre più percepito come complementare al canale fisico con gli operatori tradizionali che abilitano modelli omni-canale e le cosiddette Dot Com che cercano di stabilire con i clienti un canale di contatto fisico. L’eCommerce gioca poi un ruolo decisivo nel promuovere nuovi modelli di relazione con i consumatori che, pur partendo dall’online, costituiscono un fattore di innovazione che si propaga a tutto il Retail”.

Lo smartphone diventa anche fondamentale della fase di decisione dell’acquisto online. L’analisi di Netcomm in collaborazione con Diennea rivela infatti che E-mail, sms e notifiche via app rappresentano lo strumento più efficace per raggiungere il cliente e fargli fare il primo passo nel processo d’acquisto: il 22% degli acquisti online sono diretta conseguenza di questo strumento di marketing. Il punto vendita fisico mantiene la sua efficacia: la visita in negozio è decisiva per il 18,4% degli acquisti.
Gli Italiani sono sempre più disponibili a salvare online i propri dati di pagamento per non doverli reinserire in acquisti futuri: il 57% del campione effettua questa scelta se ritiene che il sito di e-commerce sia affidabile.

Il retail è una delle industrie in cui l’impatto dell’applicazione dell’intelligenza artificiale potrà essere più interessante e immediato, proprio perché in grado di avvicinare anche gli utenti finali, nelle loro abitudini quotidiane, alle nuove frontiere dell’innovazione. Non a caso, nel mondo del retail sono già state adottate soluzioni di AI per migliorare la relazione con i clienti, come lo sviluppo appena iniziato dell’uso dei chatbot. I processi di automazione legati alla filiera logistica, ma anche al machine learning e alle analisi predittive sono elementi decisivi per la creazione e il rafforzamento di una relazione sempre più personalizzata tra i brand e i clienti.

Trasporti-Italia.com – 29/05/2019

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Cantieri: Toninelli confermato l’odg sulla Tav

L’emendamento della Lega per il commissariamento delle opere prioritarie, tra cui la Tav, diventerà un ordine del giorno (la conversione avverrà in Aula). «Io non ho letto nessun ordine del giorno, ma sicuramente si tratta di infrastrutture ferroviarie nazionali, a cui teniamo ovviamente anche noi», ha precisato Toninelli.

«Come emendamenti dei relatori abbiamo chiuso. Ci sarà una serie di emendamenti». Lo ha detto il ministro delle infrastrutture e trasporti Danilo Toninelli al termine della riunione di maggioranza al Senato sullo Sblocca cantieri. Gli emendamenti attesi in Aula sono circa una decina.

Confermato, ha detto il viceministro Edoardo Rixi uscendo dalla stessa riunione, che l’emendamento della Lega per il commissariamento delle opere prioritarie, tra cui la Tav, diventerà un ordine del giorno (la conversione avverrà in Aula). «Io non ho letto nessun ordine del giorno, ma sicuramente si tratta di infrastrutture ferroviarie nazionali, a cui teniamo ovviamente anche noi», ha precisato Toninelli.

Un altro emendamento riguarda poi il Mose: «è sotto il vaglio del Mef», ha detto Toninelli, spiegando che «prevede coperture perché il Mose è un’opera infinita che, dicono i tecnici, dovrebbe costare circa 80 milioni l’anno di manutenzione». Un altro emendamento riguarda infine le colonnine elettriche, con 30 milioni.

Il Piccolo/Nordest Economia – 29/05/2019

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Apre il primo tratto di Pedemontana

Semaforo verde per la Pedemontana.

Lunedì 3 giugno ci sarà infatti l’apertura del primo tratto della Superstrada a pedaggio Pedemontana Veneta, circa 7 chilometri dalla A31 Valdastico a Breganze.

Dopo tanti annunci, e altrettanti rinvii, oggi la Struttura di progetto dell’infrastruttura, svolti tutti gli accertamenti necessari, ha comunicato al Concessionario SPV Spa «l’autorizzazione alla messa in esercizio della prima tratta dell’infrastruttura viaria che si estende tra la A31 e Breganze».

«Il concessionario- si legge nella nota – emanerà e pubblicherà l’ordinanza che prevede l’apertura per lunedì 3 giugno alle ore 12».

L’Arena/Veneto – 29/05/2019

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