Nuovo servizio intermodale tra Germania e Italia della Kombiverkehr

9 Aprile 2019

Collegherà il Südwestfalen Container Terminal a Kreuztal con l’Interporto Quadrante Europa

Dal prossimo 6 maggio l’Interporto Quadrante Europa di Verona sarà collegato dalla tedesca Kombiverkehr con il nuovo terminal Südwestfalen Container Terminal a Kreuztal, nel circondario di Siegen-Wittgenstein, Il terminal tedesco, che occupa una superficie di 18.500 metri quadri, è stato inaugurato lo scorso settembre e sarà connesso all’interporto italiano con tre viaggi alla settimana in entrambe le direzioni, con partenze nei giorni di lunedì, mercoledì e venerdì da ambedue i terminal.
Il nuovo servizio si affiancherà al collegamento che l’azienda di Francoforte offre in cooperazione con Mercitalia Intermodal tra il terminal di Kornwestheim, nel Land del Baden-Württenberg, e l’Interporto Quadrante Europa, accrescendo l’offerta di Kombiverkehr da e per l’Italia via Brennero ad un totale di 148 partenze di treni alla settimana.

InforMare – 09/04/2019

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Autotrasporto, Italia e Germania a UE: stop restrizioni Austria

“La decisione rappresenta una violazione del principio della libera circolazione delle merci”

Il Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Danilo Toninelli, torna a scrivere al Commissario europeo ai Trasporti, Violeta Bulc, per ribadire con ancora più forza la propria contrarietà nei confronti delle misure restrittive per l’autotrasporto previste unilateralmente dal Tirolo. E lo fa, questa volta, con una comunicazione congiunta scritta a quattro mani con l’omologo tedesco Andreas Scheuer.

I due ministri chiedono che Bruxelles inviti le autorità austriache a desistere dall’adozione di misure che, se adottate, arrecherebbero un ingente danno alle imprese di autotrasporto che attraversano il corridoio del Brennero, con pesanti ricadute sull’economia italiana e su quella tedesca.

Le misure a cui si fa riferimento sono quelle proposte e notificate alla Dg Move dal Governo federale austriaco, che imporrebbero pesanti limitazioni al trasporto di alcune merci e di alcuni autoveicoli provenienti dall’estero, quindi dall’Italia, nel Land del Tirolo. Scelte che penalizzerebbero esclusivamente il traffico di transito e tutelerebbero quello interno, a danno dell’autotrasporto da e per l’Italia e, di rimando, delle imprese degli altri Stati membri. Una chiara discriminazione indiretta verso società straniere, che va contro i principi cardine del mercato unico dell’Unione europea.

Toninelli e Scheuer, nella comunicazione alla commissaria Bulc, sottolineano peraltro come sia l’Italia che la Germania perseguano politiche di tutela dell’ambiente e della salute, anche con sforzi finanziari ed investimenti importanti che sarebbero fortemente influenzati in negativo dalle misure austriache di restrizione del transito dei camion.

“Questa decisione, pertanto – si legge nella comunicazione dei due ministri – rappresenta, a nostro avviso, una violazione del principio della libera circolazione delle merci”.

Ministero delle Infrastrutture e Trasporti/News – 09/04/2019

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Mobilita’. Assessore Regione Veneto su progetto studio per collegamento intervallivo Belluno-Austria. “Sono fondi Ue, noi ci siamo ma manca ancora il sì della Carinzia. Folle o politicizzato accusarci di immobilismo”

6 Aprile 2019

“La Regione ha già fatto tutta la sua parte per accedere al finanziamento comunitario CEF (Connecting Europe Facility) disponibile per studiare la prefattibilità di un collegamento intervallivo tra il bellunese e l’Austria. Chi polemizza su un nostro presunto disinteresse parlando di follia, probabilmente parla di sé stesso, magari condizionato dal clima elettorale europeo”.

Lo dice l’Assessore alle Infrastrutture e Trasporti della Regione Veneto, commentando alcune prese di posizione critiche rispetto all’operato dell’Amministrazione regionale rispetto a un bando europeo dedicato alla mobilità.

“Si tratta di un bando – sottolinea l’Assessore –  che interessa 7 Nazioni e 48 Regioni, tra cui l’Italia e il Veneto, nell’ambito della Macroregione europea Eusalp, per le cui progettualità complessive sono disponibili circa 100 milioni. Il progetto sul quale la Regione, tutt’altro che inerte, sta lavorando da tempo, riguarda la realizzazione di uno studio di prefattibilità ambientale e l’analisi costi-benefici per un collegamento intervallivo tra la provincia di Belluno e la Carinzia, e potrebbe ottenere fino a 3 milioni di fondi, a condizione che ci sia il cofinanziamento del 50%”.

“Abbiamo già avuto vari incontri con il professor Giovanni Campeol, nostro rappresentante in Eusalp – precisa l’Assessore – e abbiamo già chiesto ai possibili partner austriaci la disponibilità a partecipare. Il bando scade il 24 aprile e stiamo attendendo una risposta. A dimostrazione di quanto sia fazioso chi polemizza – aggiunge – informo che il professor Campeol ha scritto a un parlamentare nazionale austriaco per caldeggiare la progettualità, parlando di un’opportunità eccezionale per poter finanziare gli studi in questione”.

Regione Veneto – Comunicato stampa N° 524 del 06/04/2019

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A Verona gli Stati generali delle infrastrutture Le imprese: serve una regia

5 Aprile 2019

L’idea di base è che ogni infrastruttura sia collegata, abbia un potenziale enorme e non si possa perdere tempo. L’ottica è quella degli industriali. Parliamo di infrastrutture ferroviarie (vedi Tav), aeroportuali, commerciali, stradali: dall’alta velocità Brescia-Verona al quadruplicamento e adeguamento della linea Verona-Brennero, dallo sviluppo dell’interporto Quadrante Europa alla terza corsia dell’A22, dal potenziamento dell’aeroporto Catullo a quello di Veronafiere. Infrastrutture su cui Confindustria Verona chiede di accelerare, tratteggiando il ruolo di crocevia di una città ch’è «risorsa strategica per l’Italia, all’interno dell’area che si sviluppa lungo l’asse del Brennero e funge da cerniera tra il nord-est e il nord-ovest del Paese».

È il quadro dipinto di fronte a imprenditori, figure istituzionali ed esperti nel convegno «Osservatorio sulle infrastrutture sull’Asse del Brennero». Così il presidente di Confindustria Verona, Michele Bauli: «In Italia ci sono 138 miliardi di euro già stanziati negli ultimi 7/8 anni, e già all’interno del debito pubblico, per le infrastrutture. Un investimento che se partisse porterebbe 300 mila posti di lavoro in dieci anni. Basta dare l’okay. Per Verona vuol dire Tav, tunnel del Brennero, Quadrante Europa, Fiera, aeroporto Catullo, tutte realtà che vanno coordinate con una visione strategica. Servono decisioni veloci». Due gli esperti coinvolti da Confindustria per ragionare di «sistema». Ennio Cascetta, professore di Pianificazione dei sistemi di trasporto all’Università Federico II di Napoli e al Mit negli Usa, avverte: dal 2009 al 2018 in Italia c’è stata una «crescita dei traffici merci su tutte le modalità di trasporto a eccezione del ferroviario convenzionale». L’altro ospite, Andrea Alemanno, group director di Ipsos, ha evidenziato come «infrastrutture, logistica e settore agroalimentare vengano identificati quali asset per lo sviluppo economico e sociale del Veronese». L’idea del convegno era stilare lo stato dell’arte delle infrastrutture (tante ancora in stand-by) e rimarcare l’esigenza di una visione comune. Dice l’assessore regionale ai Trasporti, la veronese Elisa De Berti: «A Verona come in Veneto c’è fame di infrastrutture e di decisioni: tunnel di base del Brennero, Tav, sblocco della Brescia-Padova. Manca una regia di progetto perché ognuno va per conto proprio».

Corriere del Veneto – 05/04/2019

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Droni terrestri e aerei per la logistica urbana, prospettiva interessante per il Freight Leaders Council

“La prospettiva dell’uso di droni terrestri e aerei per consegnare nel modo più efficiente le merci in città è senza dubbio suggestiva e interessante, ma c’è ancora molto da studiare e da verificare per renderla una opzione percorribile a medio termine, entro il 2030 per esempio”. È questa l’analisi di Massimo Marciani, Presidente del Freight Leaders Council, l’associazione che studia i nuovi trend della logistica e dei trasporti, intervenuto al convegno “U-Space, il nuovo scenario europeo per l’integrazione degli UAV nello spazio aereo” nell’ambito di Dronitaly.

“La logistica urbana – ha detto Marciani – vale circa il 30% dei flussi della movimentazione delle merci ed è un mercato in continua crescita grazie all’esplosione dell’ecommerce. Aumenta il numero delle consegne svolte con veicoli convenzionali e di conseguenza cresce l’inquinamento, il traffico e l’utilizzo del suolo. Il mercato delle consegne di piccoli colli a livello mondiale vale circa 70 miliardi di euro con tassi di crescita del 10% in Germania e negli Stati Uniti e di addirittura del 300% in India. C’è quindi molto interesse su come soddisfare la domanda crescente abbattendo i costi, aumentando la velocità di consegna e, possibilmente, eliminando il costo del personale. La risposta fornita da una nuova modalità basata sui droni è una alternativa senza dubbio affascinante, ma che necessariamente deve essere sviluppata in termini di business model sostenibile. Vanno analizzati nel dettaglio alcuni fattori cruciali quali la sicurezza del volo, anche in termini di possibili sabotaggi, il rumore generato da centinaia di droni che si muovono contemporaneamente, le infrastrutture dedicate al decollo e all’atterraggio, l’efficienza energetica e non ultimo la regolamentazione e la gestione dei servizi”.

Trasporti-Italia.com – 05/04/2019

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Logistica: strategica per traffico merci la lunetta ferroviaria Sdag

Per agroalimentare Fvg grandi opportunità su mercato cinese

Gli accordi siglati per gli investimenti sul Porto di Trieste legati alla nuova Via della Seta, che sono di natura commerciale e vengono sottoposti ad una governance totalmente pubblica, rappresentano una grande opportunità per la nostra regione, perché consentiranno l’esportazione di un’ampia gamma di prodotti agroalimentari del Friuli Venezia Giulia verso il mercato cinese. Per essere competitive le strutture logistiche di Trieste, Gorizia, Pordenone e Cervignano non devono però essere considerate come realtà a sé stanti, ma vanno viste in un’ottica di sistema regionale con un’alta vocazione al traffico internazionale. Un quadro nel quale l’esistenza e lo sviluppo della zona franca rappresentano un valore aggiunto a livello nazionale ed europeo, grazie alla possibilità di effettuare lavorazioni in aree extra doganale.

È questo il concetto espresso dal governatore del Friuli Venezia Giulia durante il convegno pubblico “Il contributo della logistica all’economia della regione Friuli Venezia Giulia”, promosso dall’International Propeller Clubs e tenutosi all’interporto Sdag di Gorizia.

In merito agli investimenti infrastrutturali nell’area isontina è stato inoltre confermato come la realizzazione a Gorizia della lunetta ferroviaria della Sdag, che eviterà la doppia manovra ai convogli, sia uno dei passaggi fondamentali per rendere maggiormente concorrenziale il sistema logistico del Friuli Venezia Giulia. La Regione è quindi favorevole a sostenere la realizzazione ed anche a supportare, nell’ambito delle disponibilità di bilancio, opere che generino ricadute positive per l’economia e l’occupazione.

Nel corso del convegno è stata infine rimarcata la necessità di promuovere l’assegnazione ai privati delle concessioni sulle banchine portuali per attrarre nuovi investimenti.

All’evento hanno partecipato, tra gli altri, il presidente nazionale dell’International Propeller Club, Umberto Masucci, il direttore dell’Agenzie delle dogane e dei monopoli per il Veneto e il Friuli Venezia Giulia, Franco Letrari, il sindaco di Gorizia e i presidenti dell’Unione degli industriali di Pordenone e di Confindustria Venezia Giulia, Michelangelo Agrusti e Sergio Razeto.

Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia/Notizie dalla Giunta – 05/04/2019

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Iata: a febbraio crescita passeggeri in rallentamento

A febbraio il traffico passeggeri è cresciuto del 5,3% rispetto allo stesso mese 2018. Si tratta del tasso di crescita più lento in più di un anno ma ancora in linea con tendenze della domanda a lungo termine. La capacità è aumentata del 5,4% e il load factor è sceso di 0,1 punti percentuali all’80,6%, ancora piuttosto elevato.”Dopo la forte performance di gennaio, ci siamo stabilizzati un po’ a febbraio, in linea con le preoccupazioni per le più ampie prospettive economiche – ha dichiarato Alexandre de Juniac, Direttore Generale e Ceo Iata -. Le continue tensioni commerciali tra Stati Uniti e Cina e l’incertezza irrisolta sulla Brexit stanno anche pesando sulle prospettive di viaggio”.
Il traffico internazionale è cresciuto in media del 4,6% rispetto a febbraio dello scorso anno, dunque in rallentamento rispetto alla crescita del 5,9% registrata a gennaio. La capacità è salita del 5,1% e il fattore di carico è sceso di 0,4 punti percentuali al 79,5%. Ad eccezione del Medio Oriente, alle prese con un calo del traffico passeggeri dello 0,8%, in tutte le regioni i passeggeri sono risultati in crescita rispetto a febbraio 2018. I vettori europei hanno mostrato la performance più forte per il quinto mese consecutivo, con una crescita di traffico del 7,6%, rispetto a un anno fa, invariata da gennaio. La continua e solida performance dell’Europa rappresenta in un certo senso un paradosso in considerazione delle preoccupazioni legate alla Brexit e ai segnali di una prospettiva economica in rallentamento. In Asia-Pacifico il traffico è aumentato del 4,2%, in sostanziale rallentamento rispetto all’aumento del 7,2% registrato a gennaio. Il calendario delle festività del nuovo anno lunare nella prima settimana di febbraio di quest’anno potrebbe aver spostato il traffico a gennaio. I passeggeri delle compagnie nordamericane sono cresciuti del 4,2%, anche in questo caso in deciso calo rispetto al +5,4% di gennaio. Segnali di rallentamento dell’attività economica alla fine del 2018, in combinazione con gli effetti delle tensioni in corso tra gli Stati Uniti e alcuni dei suoi partner commerciali, potrebbero risultare mitigati dalla bassa disoccupazione della regione e da un contesto economico generalmente solido. Le compagnie aeree dell’America Latina hanno visto un aumento del traffico del 4,3% rispetto a febbraio 2018, in rallentamento rispetto al 5,4% di crescita annuale a gennaio. Rinnovate incertezze economiche e politiche in un certo numero di paesi chiave potrebbero incidere sulla domanda di trasporto aereo nei prossimi mesi. Le compagnie aeree africane hanno registrato un aumento del traffico del 2,5%, in calo rispetto alla crescita del 5,1% di gennaio. Le preoccupazioni per le condizioni nelle maggiori economie stanno contribuendo al rallentamento.
Il traffico interno è aumentato del 6,4%, anche in questo caso, dunque, in calo rispetto alla crescita del 7,4% di gennaio. Tutti i mercati, ad eccezione dell’Australia, hanno registrato passeggeri in crescita, con l’India alle prese con il suo 54° mese consecutivo di crescita a doppia cifra. La capacità interna è salita del 5,8% e il fattore di carico è salito di 0,5 punti, all’82,4%. In Cina il traffico è cresciuto dell’11,4% su base annua, segnando comunque un calo rispetto al 14,5% di gennaio. Il traffico interno del Brasile è aumentato del 5,8%, il ritmo più veloce in più di sei mesi e più del doppio del 2,6% di aumento anno su anno di gennaio. Il Brasile è stato l’unico mercato nazionale monitorato dalla IATA a mostrare un aumento del tasso di crescita anno su anno rispetto a gennaio 2019.
“Mentre la fiducia economica complessiva sembra attenuarsi, l’aviazione continua a fornire solidi risultati, contribuendo a sostenere il commercio globale e il movimento delle persone – ha spiegato de Juniac -. La scadenza della Brexit è arrivata e se n’è andata senza un accordo di separazione, ma con una connessione aerea vitale tra il Regno Unito e il Continente mantenuta per il momento. Le misure temporanee, tuttavia, non possono sostituire un pacchetto Brexit globale che garantirà che il business of freedom possa svolgere il suo ruolo vitale nel contribuire al benessere della regione e del mondo”.

Trasporti-Italia.com – 05/04/2019

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A Venezia firmato accordo “Blu flag” su crocieristica “verde”

Hanno aderito Enti locali e di gestione e 38 compagnie

Il Comune di Venezia, l’Autorità di Sistema Portuale del Mare Adriatico Settentrionale – Porti di Venezia e di Chioggia e 38 compagnie di navigazione, in collaborazione con la Capitaneria di Porto, hanno sottoscritto questa mattina a Venezia l’Accordo volontario “Venice Blue Flag 2019”.

Con la firma odierna dell’Accordo “Venice Blue Flag 2019”, le compagnie di crociera si sono impegnate a far funzionare i motori principali e ausiliari delle loro navi con combustibile per uso marittimo con tenore di zolfo non superiore allo 0,1 % in massa e questo non solo all’ormeggio, ma anche durante la navigazione e le fasi di manovra all’interno dell’area portuale di Venezia. Stesso impegno anche per i rimorchiatori durante le operazioni legate al transito delle navi.

Le regole da seguire fino al 31 dicembre 2019, volte a individuare misure di mitigazione degli impatti delle attività portuali, riguardano principalmente: la qualità dei carburanti; le norme di gestione delle macchine di bordo; l’attività di vigilanza ovvero che le compagnie di navigazione firmatarie accettano che sia comunicato periodicamente all’Autorità di Sistema portuale di Venezia e al Comune di Venezia la conformità dei controlli effettuati dalla Capitaneria di Porto di Venezia, ai fini della pubblicazione sui loro siti web istituzionali.

Ansa/Mare – 05/04/2019

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Fondi Ue, 590 milioni al Tunnel di base

4 Aprile 2019

Le elezioni europee. Nella stima di 1,5 miliardi in sette anni previsti sul territorio altoatesino c’è anche il Bbt Numerose imprese locali coinvolte. 1.500 operai, tecnici e impiegati presenti nei cantieri della val d’Isarco

L’Unione europea in Alto Adige è anche Bbt. Sulla stima di un miliardo e mezzo di finanziamenti europei in sette anni nel nostro territorio, circa 590 milioni andranno alla parte italiana del progetto di Tunnel di base del Brennero. All’opera lavorano grandi società di costruzione, ma non solo. C’è una ricaduta ambientale ed economica per il Bbt. In vista delle elezioni europee del 26 maggio, proseguiamo gli articoli sull’impatto dell’Ue in Alto Adige. La stima di un miliardo e mezzo di fondi Ue in sette anni sul nostro territorio viene fornita dall’europarlamentare Herbert Dorfmann. Agli uffici del Bbt in piazza Stazione a Bolzano abbiamo chiesto una sintesi sull’opera e il finanziamento. I costi complessivi per tutto il Bbt nella parte austriaca e italiana sono stati previsti in 8,385 miliardi di euro. La chiusura del cantiere è prevista nel 2027, la messa in esercizio nel 2028. L’Ue finanzia al 40% i lavori e al 50% le attività di studio (progettazioni e realizzazione del cunicolo esplorativo). Fino al 2015 i lavori venivano finanziati al 30%. La prospettiva è che dal 2012 si passi al 50% di finanziamenti Ue anche per i lavori. La parte restante dei finanziamenti va suddivisa a metà tra Italia e Austria. Questo lo stato attuale dei finanziamenti europei sulla parte italiana. È in corso di erogazione il budget 2014-2020, con assegnazione di 590 milioni a parziale copertura del quinquennio 2016-2020. Italia e Austria hanno garantito la copertura finanziaria dell’intero progetto, procedendo con assegnazioni in base alle programmazioni. Le tratte di accesso laterali a Fortezza e in Bassa Atesina (in discussione), importanti per il territorio, sono invece di competenza di Rfi per progettazione e realizzazione. Non viene fornito un dato ufficiale delle ricadute economiche del Bbt sul territorio altoatesino. Negli uffici bolzanini ricordano tuttavia che molte aziende locali sono coinvolte nel maxi quartiere. Vanno poi aggiunte voci come il consumo dell’energia elettrica e la presenza sul territorio di 1500 lavoratori, tra operai, impiegati e tecnici. Sono stati realizzati 900 alloggi per gli operai, cui si aggiungono gli appartamenti presi in affitto. l Tunnel di base del Brennero è stato progettato per il transito dei treni merci (75%) e dei treni passeggeri a lunga percorrenza (25%). Questo lo stato di avanzamento dei lavori a fine marzo: realizzati complessivamente 99 chilometri su 230, di cui costruiti 27 chilometri di gallerie (su 120 chilometri previsti), 38 chilometri di cunicolo esplorativo (su 61), e 34 chilometri di altre gallerie (su 49).

Alto Adige – 04/04/2019

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Nuovo Piano Regionale dei Trasporti: assessore annuncia l’avvio della fase di consultazione con enti e portatori di interesse

Una mobilità facile per un Veneto connesso e competitivo. Sono riassunti in questa frase gli obiettivi del Piano Regionale dei Trasporti al quale l’esecutivo di palazzo Balbi sta ufficialmente lavorando dal luglio dello scorso anno e di cui è stata completata pochi giorni fa la stesura del Documento Preliminare, avviando così la fase di consultazione con gli Enti pubblici e i diversi portatori d’interesse e di acquisizione dei pareri ambientali.

“Per valutare l’importanza di questa stagione pianificatoria – spiega l’assessore ai trasporti e alle infrastrutture della Regione – basti ricordare che il PTR vigente risale al 1990, a un Veneto che di fatto non esiste più. Oggi abbiamo il compito di programmare e promuovere un sistema di mobilità sostenibile dal punto di vista sociale, economico e ambientale, da realizzare in un orizzonte temporale di almeno dieci anni, fino al 2030, partendo dalla conoscenza e dall’analisi delle criticità esistenti, delle tendenze evolutive, delle vaste potenzialità offerte dalle nuove tecnologie”.

Quello che la Regione vuole creare con questo nuovo Piano, spiega l’assessore, è un Veneto equo e inclusivo, superando le disparità tra i territori, rendendo più accessibili alcune aree decentrate, in particolare quelle montane, senza intaccarne la ricchezza ambientale e storico artistica, attraverso la creazione di un’adeguata connettività informatica, di servizi di trasporto flessibili e moderni, economicamente sostenibili, con una diversa politica di accessibilità. Ma anche un Veneto “più facile”, che attraverso una governance territoriale orientata al coordinamento e all’integrazione dei servizi di mobilità, urbani ed extraurbani, superi dannosi particolarismi, consentendo, ad esempio, di accedere con un unico biglietto a tutte le modalità di trasporto, ma anche a un’unica e autorevole fonte informativa istituzionale sul servizio di trasporto pubblico, dagli orari ai costi, agli eventuali ritardi, ecc. Un Veneto di cittadini del mondo, perché fortemente interconnesso a tutti i mercati mondiali grazie allo sviluppo della portualità, dei suoi aeroporti e della rete infrastrutturale: nel giro di dieci anni dovrà concludersi il disegno di connessione della regione alle maggiori capitali europee programmato nella rete trans europea dei trasporti (Ten-T),  fondamentale per l’economia regionale e dell’intero Paese, considerato il ruolo sempre più rilevante del nostro export verso tutti i mercati internazionali e lo sviluppo della nostra offerta turistica. E infine, un Veneto competitivo, in cui si circola in modo facile, dove la mobilità intelligente si traduce in qualità dell’ambiente per migliorare la qualità della vita.

“Stiamo per dare avvio alla fase cruciale – sottolinea l’assessore –: entro il mese di maggio si svolgerà la prima consultazione con la Commissione Vas propedeutica alla redazione del Rapporto Ambientale di Piano, durante l’estate si terrà il confronto sui contenuti con gli Enti pubblici e gli stakeholder e, valutate le loro osservazioni, contiamo di portare il Piano all’adozione in Giunta entro l’autunno e alla sua definitiva approvazione in Consiglio regionale nei mesi successivi”.

Regione Veneto – Comunicato stampa N° 506 del 04/04/2019

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