Mobilità sostenibile: Fvg prima in Europa per acquisto mezzi elettrici

11 Aprile 2019

Il Friuli Venezia Giulia è impegnato attivamente nella politica della mobilità sostenibile attraverso la sostituzione di vecchi automezzi con altri nuovi totalmente elettrici e con una forte incentivazione all’acquisto di vetture di ultima generazione. L’amministrazione regionale lo ha ribadito oggi a Roma, partecipando con l’assessore all’evento nazionale Motus-E, organizzato per raccontare lo stato dell’arte della mobilità elettrica in Italia.

La Regione si sta muovendo in questo senso attraverso il progetto Interreg Muse che si pone l’obiettivo condiviso di incrementare le competenze della Pubblica amministrazione per l’integrazione dell’efficientamento energetico nella pianificazione della mobilità sostenibile attraverso delle linee guida e un piano d’azione. Inoltre, l’Amministrazione sta investendo molto nel progetto Noemix che vede la Regione come primo ente in Europa impegnato a sostituire 800 veicoli della Pa con oltre 500 automobili totalmente elettriche, investendo anche nella produzione di energie rinnovabili per l’alimentazione dei mezzi.

La Regione ha quindi messo in evidenza che il compito della Pubblica amministrazione deve essere anche quello di dare l’esempio quando si tratta di mettere in atto cambiamenti di grande portata. Per questo motivo l’Amministrazione Fvg ha stanziato, per il secondo anno consecutivo, 1,4 milioni di euro di incentivi all’acquisto di auto di ultima generazione (3mila euro per quelle metano/benzina, 4mila euro per le ibride e 5mila per le elettriche) ai quali andranno a sommarsi i contributi statali. Ciò farà si che in Friuli Venezia Giulia si possa arrivare a toccare il tetto di un maxi bonus pari a 11mila euro per l’acquisto di veicoli elettrici e 6.500 euro per quelli ibridi se si decide di rottamare mezzi da Euro 0 a Euro 4.

Infine, la Regione ha ricordato la volontà di dare vita agli Stati Generali euroregionali dedicati ai cambiamenti climatici e lo sviluppo sostenibile quale strumento per avviare un ragionamento su ampia scala in merito a un tema che non conosce confini amministrativi e politici.

L’intento è quello di giungere alla promulgazione di una Carta di Trieste propedeutica ai mutamenti previsti a partire dal periodo 2030-50 nell’area alpeadriatica. Oltre al Friuli Venezia Giulia, all’iniziativa dovrebbero prendere parte anche Veneto, Carinzia, Stiria e le Repubbliche di Slovenia e Croazia.

Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia/Notizie dalla Giunta – 11/04/2019

© Riproduzione riservata

L’austriaca Rail Cargo Group ha attivato un nuovo corridoio ferroviario merci euroasiatico

La linea connette Xi’an, nella Cina centrale, con Budapest

Si susseguono sempre più numerose le iniziative per stabilire collegamenti ferroviari merci tra la Cina e l’Europa. L’ultima è stata attuata dall’austriaca Rail Cargo Group (RCG) che ha inaugurato una nuova linea per connettere Xi’an, il capoluogo della provincia di Shaanxi, nella Cina centrale, con Budapest con un primo treno che è giunto nel terminal di Bilk della RCG, nella capitale dell’Ungheria, dopo un viaggio di oltre 7.000 chilometri compiuto in 10 giorni attraversando Kazakistan ed Ucraina.
L’azienda ferroviaria austriaca ha ricordato che attualmente la gran parte delle merci che dalla Cina vengono trasportate in Ungheria giungono via mare al porto greco del Pireo o ad altri scali portuali dell’Adriatico, mentre solo in alcuni casi sono inviate attraverso corridoi continentali.

InforMare – 11/04/2019

© Riproduzione riservata

Italia e Germania contro Austria sul Brennero

10 Aprile 2019

Il 9 aprile 2019 i ministri dei Trasporti italiano e tedesco hanno scritto alla Commissaria europea Violeta Bulc per chiedere misure contro i le restrizioni imposte da Vienna ai transito dei veicoli industriali. Conftrasporto chiede sovrattassa per camion esteri in ingresso e uscita.Danilo Toninelli e Andreas Scheuer, ministri dei Trasporti d’Italia e Germania, hanno deciso di muoversi insieme contro i crescenti limiti alla circolazione dei veicoli industriali imposti dall’Austria lungo l’asse del Brennero e il primo passo è una lettera inviata il 9 aprile alla Commissaria ai Trasporti europea, Violeta Bulc. I due ministri chiedono a Bruxelles misure concrete contro i provvedimenti austriaci recentemente comunicati ai Governi da Vienna, che “rappresentano, a nostro avviso, una violazione del principio della libera circolazione delle merci”. Infatti, queste misure “se adottate, arrecherebbero un ingente danno alle imprese di autotrasporto che attraversano il corridoio del Brennero, con pesanti ricadute sull’economia italiana e su quella tedesca”. Tali scelte, precisano i due ministri “penalizzerebbero esclusivamente il traffico di transito e tutelerebbero quello interno, a danno dell’autotrasporto da e per l’Italia e, di rimando, delle imprese degli altri Stati membri. Una chiara discriminazione indiretta verso società straniere, che va contro i principi cardine del mercato unico dell’Unione europea”. Poco dopo l’annuncio di questa lettera, Conftrasporto ha espresso apprezzamento per il suo contenuto. Ma il suo vice-presidente, Paolo Uggè, rilancia con una provocazione: “Dato che l’Austria si ostina a centellinare i camion al valico in barba ai richiami e alle sollecitazioni di Italia, Austria e della stessa UE perché non pensiamo, anche noi per contrastare l’inquinamento, di applicare un sovra-pedaggio per tutti i mezzi pesanti stranieri che entrano ed escono dall’Italia attraverso quel valico? Il tempo delle parole è scaduto: ora bisogna agire”. Sulla questione del Brennero è intervenuta il 10 aprile anche Unioncamere Veneto nell’ambito della terza tappa del Roadshow per il Brennero, dove i Sistemi camerali di Emilia Romagna, Lombardia, Trentino Alto Adige e Veneto hanno annunciato una posizione comune contraria alle limitazioni austriache. Il Sistema camerale ha la chiara visione di un territorio in cui le vie di comunicazione devono essere una strategia di business, quindi devono essere sicure, interconnesse e funzionanti”, ha dichiarato Mario Pozza, presidente di Unioncamere Veneto. “L’interconnessione è un must per ogni regione italiana ed in particolar modo per le regioni locomotiva dell’economia e frontiere verso le vie del Nord. Mi auguro che la chiara visione del Sistema camerale sia presto condivisa dalla politica e dia alle imprese il giusto assist per fare impresa”.

Trasporto Europa – 10/04/2019

© Riproduzione riservata

A22, Kompatscher da Toninelli. Ma prima deve convincere i soci

La concessione. Oggi seduta a Trento, poi l’incontro al ministero per salvare le opere

Maratona A22 oggi. Prima a Trento per la seduta dei soci pubblici, poi a Roma per l’incontro del presidente Arno Kompatscher con il ministro Danilo Toninelli. Sono le giornate clou, perché il ministero aveva fissato proprio oggi come data ultima per firmare l’accordo sulla concessione. «Non c’è questo termine perentorio, non esiste una minaccia di procedura di infrazione dell’Ue», replica Kompatscher. Questo non significa però proseguire le trattative all’infinito. Più passa il tempo, più si scollano gli alleati. A Trento i sedici soci pubblici dovranno affrontare due fronti: la discussione sul rinnovo del Cda di Autobrennero e il mandato a Kompatscher per il nuovo incontro con Toninelli. I soci del sud chiedono di modificare la legge regionale che prevede la riduzione a cinque del prossimo Cda. Il vicesindaco di Verona Luca Zanotto conferma: «La riduzione del Cda verrebbe pagata dai territori del sud. Non è solo un tema di governance dell’autostrada, ma di partecipare o meno alle scelte che ricadono sul territorio ». Kompatscher chiederà ai soci di sostenerlo nella proposta da portare a Toninelli sul tema delle opere che rischiano di essere cancellate. I soci del sud e la Camera di Commercio di Bolzano non accettano lo stralcio di 350 milioni di opere sulla intermodalità: Isola della Scala (polo intermodale), Cispadana, Valdaro (porto di Mantova) e Interbrennero (interporto a Trento). Durissimo il presidente della Camera di Commercio Michel Ebner nel difendere il polo di Isola della Scala, sopratutto in vista del Bbt: «A queste condizioni perfino l’alternativa di una gara europea per la concessione sarebbe più ragionevole».

La proposta a Toninelli

Così Kompatscher ribadisce la proposta che presenterà oggi ai soci: «Nelle ultime settimane abbiamo chiarito alcuni aspetti a livello tecnico e politico. Tanti nodi sono stati risolti e siamo giunti a buon punto, come, ad esempio, sulla governance, la nomina del presidente del comitato di indirizzo e il calcolo degli interessi del denaro investito. Un accordo di massima, vi è anche per quanto riguarda il calcolo in tariffa degli investimenti in manutenzione ordinaria e straordinaria dell’autostrada che ammontano a 3,3 miliardi di euro, ed anche per quanto riguarda gli 800 milioni di “opere funzionali” all’autostrada stessa, cioè gli investimenti sui territorio. Ciò che manca ancora sono i 350 milioni per il miglioramento della infrastruttura intermodale, che faciliterebbe il trasferimento il traffico merci da gomma a rotaia e la costruzione del centro intermodale di Isola della Scala». Secondo Kompatscher, «è corretto che questo investimento non sia calcolato con la tariffa base, ma per noi esiste una soluzione, e cioè, i pedaggi ambientali sui quali il governo italiano si è già detto favorevole e che sono peraltro previsti da una direttiva europea anche per il finanziamento di opere come queste». Il presidente trentino Maurizio Fugatti ha sottolineato ieri la necessità che il consiglio d’amministrazione si compatti: il ministro Toninelli ha dimostrato di sapere mediare e di sapere trovare le soluzioni su tante partite per quanto riguarda l’A22. Ora siamo al dunque e ci sono ancora un paio di scogli. L’Europa preme e, giustamente, Toninelli ci mette fretta. Io dico dunque a tutti di pazientare, di fare l’ultimo sforzo per superare gli ultimi ostacoli». Così Fugatti sul Cda: «Occorre avere rispetto di tutte le posizioni: come c’è per Trento, noi vogliamo ci sia per Mantova, Modena, Reggio Emilia».

Alto Adige – 10/04/2019

© Riproduzione riservata

Al via lo studio sulle priorità ferroviarie

Il rapporto congiunto individuerà i corridoi per collegare la Via della seta

Unione europea e Cina hanno deciso di avviare uno studio congiunto per la realizzazione di «corridoi ferroviari integrali sostenibili» per collegare le reti europee di trasporto (TEN-T) e la Belt and Road initiative cinese, detta in modo evocativo “Via della seta”. L’obiettivo dello studio, che sarà affidato a terze parti per garantirne l’indipendenza, è «individuare e dare priorità ai tratti ferroviari mancanti e ai colli di bottiglia, migliorare le capacità degli hub e la qualità dei servizi di trasporto» come si legge nelle minute del meeting sulla connettività che si è svolto nell’ambito del vertice Ue-Cina.

Nei prossimi mesi il gruppo di esperti congiunto incontrerà investitori interessati al progetto e alla realizzazione e per la fine dell’anno dovrebbe essere firmato un accordo di cooperazione. Lo sforzo è assicurare il «pieno coinvolgimento di tutti i principali stakeholder, in particolare gli investitori». La lista dei progetti terrà conto di quanto già pianificato con le reti Ten-T della politica europea di connettività e della rete di trasporti pianificata in Cina. Le reti Ten-T non si limitano ad attraversare tutti i Paesi membri dell’Unione fino ai suoi confini orientali, ma si spingono nei Balcani e in altri sei paesi (Ucraina, Moldavia, Armenia, Azerbaijan, Bielorussia e Georgia). Questo significa che l’accordo non mette in discussione quanto già è stato deciso sui rispettivi territori dalla Ue e dalla Cina ma guarda ai collegamenti tra la rete ferroviaria cinese e quella europea.

L’accordo firmato ieri a Bruxelles è uno sviluppo di quanto concordato negli incontri precedenti, a partire dal vertice di settembre 2015 quando l’Unione europea e il governo cinese avevano firmato un memorandun of understanding per definire una “piattaforma di connettività”. In occasione del vertice dello scorso anno a Pechino, era stata definita una lista che comprendeva 18 progetti nella Ue e negli Stati vicini e 16 progetti in Cina per i quali si concordava di esplorare la possibilità di finanziamenti congiunti, ma sempre in un contesto di parità di condizioni. Nella lista europea figurano il porto di Trieste e quello di Genova di cui tanto si è parlato, anche a sproposito, nelle scorse settimane in occasione del memorandum Italia-Cina. L’accordo di ieri, limitato solo alle linee ferroviarie, non riguarda i due porti italiani.

Il passo avanti registrato ieri nella costruzione di collegamenti ferroviari più veloci ed efficienti tra l’Europa e la Cina introduce un ulteriore elemento di riflessione sul tratto di alta velocità ferroviaria tra Torino e Lione, parte del corridoio Mediterraneo della Ten-T. L’eventuale rinuncia rischia di trasformarsi in un altro motivo di esclusione dell’Italia dalle rotte sui cui sono destinati a scorrere i grandi flussi commerciali.

Agli accordi sui trasporti viene attribuita molta rilevanza dalle due parti. Secondo gli esperti di geopolitica e studi strategici, l’abbraccio cinese all’Europa dimostra che il periodo di transizione nel riequilibrio tra i blocchi volge ormai al termine. Lo sfidante alla supremazia americana è la Cina e l’idea di una nuova Via della seta che, attraverso la Russia arrivi sino all’Atlantico lascia immaginare il disegno di un blocco euroasiatico in cui Russia e Ue sono inevitabilmente destinate a giocare un ruolo di secondo piano.

Il Sole 24 Ore – 10/04/2019

© Riproduzione riservata

Banda Ultra Larga. Al via nuovi cantieri in 17 comuni. L’assessore regionale “Stiamo facendo l’impossibile, il Ministero risolva le questioni aperte”

Sono diciassette i Comuni veneti nei quali, tra aprile e maggio, è prevista l’apertura di cantieri per portare l’infrastruttura che permette la connessione con banda ultra larga. Cantieri che si aggiungono agli ottantotto già avviati.

“Noi qui in Veneto – sottolinea l’assessore regionale allo sviluppo economico – stiamo facendo l’impossibile per dare risposte al territorio, per dare infrastrutturazione digitale alle nostre aziende e alle nostre abitazioni. Confido nell’interessamento del Ministero dello Sviluppo Economico perché risolva le questioni che stanno drammaticamente rallentando la realizzazione di questo grande progetto”.

In tre Comuni Badia Polesine (Rovigo) Sovizzo (VI) e Torreglia (PD) i lavori sono già stati avviati nei giorni scorsi, a breve partiranno a Salizzole (VR), Casalserugo (PD), Comelico Superiore (BL) e Rovolon (PD). A maggio è previsto l’avvio dei lavori in dieci Comuni. Si tratta di Asigliano Veneto (VR), Bagnolo di Po (RO), Roncade (TV) e Santa Giustina (BL); Carceri, Montagnana, e Ospedaletto Euganeo in provincia di Padova; ed infine, ad Arcugnano, Mossano e Villaverla in provincia di Vicenza.

“Ciò dimostra concretamente – precisa l’assessore – che il nostro impegno per estendere la banda ultra larga in tutto il territorio veneto è massimo. Estendere le infrastrutture digitali significa dare alle imprese e ai cittadini strumenti essenziali alle attività di ciascuno di noi”.

Il piano di sviluppo della Banda Ultra Larga in Veneto riguarda tutti i Comuni del territorio regionale e prevede la realizzazione di un’infrastruttura pubblica abilitante l’offerta di servizi a 30 e a 100 Mbps in tutte le cosiddette “aree bianche”, vale a dire quelle aree a fallimento di mercato che, al momento, sono sprovviste della connessione adeguata.

Il piano vede fortemente impegnata la Regione Veneto ed il Ministero dello Sviluppo Economico che, complessivamente, hanno messo a disposizione circa 400 milioni di euro per gli interventi sul territorio regionale, dimostrando grande sensibilità verso cittadini e imprese, nel facilitare loro l’accesso alle tecnologie dell’informazione e della comunicazione.

Regione Veneto – Comunicato stampa N° 549 del 10/04/2019

© Riproduzione riservata

Porto Nogaro: avviata manutenzione raccordo ferroviario Aussa Corno

Sono stati consegnati oggi, alla presenza della Regione rappresentata dall’assessore a Infrastrutture e Territorio, i lavori di manutenzione straordinaria che interessano il raccordo ferroviario dell’Aussa Corno, intervento del valore complessivo di oltre 1,6 milioni di euro che sarà realizzato nel corso dell’anno.

Ribadito così l’impegno dell’Amministrazione regionale per lo sviluppo della zona industriale Aussa Corno, in questo caso attraverso un nuovo cantiere che fa parte della progettualità in corso d’opera o di programmazione e necessaria a migliorare l’infrastrutturazione dell’area di Porto Nogaro.

I lavori si svilupperanno su una lunghezza complessiva di quasi 3 km di raccordo, oltre alla realizzazione di impianti di segnalamento su tre attraversamenti della ex provinciale 80, e consentiranno di rendere nuovamente pienamente utilizzabili parti significative del raccordo, migliorandone l’utilizzabilità a servizio delle molte aziende insediate anche sotto il profilo della sicurezza.

La consegna dei lavori è stata anche l’occasione per fare il punto sui diversi interventi ferroviari e portuali in atto che, come ha ricordato la Regione, dopo anni di attese e di mancati investimenti, miglioreranno l’attrattività dello scalo portuale friulano e le potenzialità delle aziende insediate.

Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia/Notizie dalla Giunta – 10/04/2019

© Riproduzione riservata

 

Dal Brennero transita il 70% delle esportazioni nazionali

Le quattro regioni del Nord pesano per il 60% dell’interscambio con l’Ue28 (305 miliardi) e per circa il 38,5% dell’interscambio tra Italia e Paesi ScanMed (82 miliardi), con un maggiore peso per l’export. All’interno della macroarea, il Veneto pesa per oltre il 23% nell’interscambio Ue28.

Attraverso l’arco alpino transita la metà delle esportazioni italiane e oltre il 70% dei flussi import-export dell’Italia con l’Ue.

Con oltre 50 milioni di tonnellate merci sugli oltre 160 che varcano i confini nazionali, l’asse del Brennero è un segmento fondamentale del Corridoio Scandinavo-Mediterraneo.

Il dato è stato diffuso oggi a Verona, durante la terza tappa del Roadshow per il Brennero.

Le quattro regioni del Nord pesano per il 60% dell’interscambio con l’Ue28 (305 miliardi) e per circa il 38,5% dell’interscambio tra Italia e Paesi ScanMed (82 miliardi), con un maggiore peso per l’export.

All’interno della macroarea, il Veneto pesa per oltre il 23% nell’interscambio Ue28.

Nel 2018, per i soli settori oggetto di «divieto settoriale» (materie prime, materiali grezzi, veicoli e rimorchi) sono transitate merci per un valore di 46 miliardi di euro.

Senza contare i divieti che scatteranno dal primo agosto 2019 (chimica, metalli, macchinari e apparecchiature) e dal primo ottobre 2019 (carta e cartone, tubi e profilati e prodotti del petrolio liquido), per i quali nel 2018 il valore economico transitato quantificato è di 137 miliardi di euro.

«La posizione delle Camere di Commercio lungo l’asse del Brennero – ha spiegato Antonello Fontanili, direttore Uniontrasporti – è critica rispetto a qualsiasi forma di divieto che limiti la libera circolazione delle merci nell’Ue, ma allo stesso tempo vuole essere propositiva e aperta alla discussione in merito a misure di medio periodo, anche legate alla modalità ferroviaria, da applicarsi nell’attesa del completamento della Galleria di Base del Brennero. Abbiamo scelto Verona quale tappa del nostro roadshow perché questo è un nodo fondamentale per la logistica nazionale – ha concluso – incrocio di due importanti corridoi e sede del principale interporto europeo».

Il «Roadshow Brennero», che ha già toccato Modena, Mantova e Verona, si sposterà ora a Trento, Bolzano, Monaco di Baviera per concludersi a Roma a metà maggio.

Il Piccolo/Nordest economia – 10/04/2019

© Riproduzione riservata

A22, Camera commercio Bolzano: «L’interporto è indispensabile»

9 Aprile 2019

Ebner: senza finanziamento per Isola della Scala più ragionevole andare a gara

di Valentina Iorio

«L’interporto di Isola della Scala è indispensabile per il trasferimento del traffico merci su rotaia». A dirlo è la Camera di commercio di Bolzano, che in una nota contesta la lettera con cui il presidente della Regione Trentino-Alto Adige, Arno Kompatscher, ha informato i soci di A22 sullo stato delle trattative per il prolungamento della concessione autostradale. Stando a quanto è emerso, il finanziamento dell’interporto a Isola della Scala non è previsto negli attuali documenti. «Ciò è inaccettabile – dice la Camera di commercio altoatesina – dato che sarà proprio tale interporto a permettere in futuro il trasferimento del traffico merci dalla strada alla ferrovia». L’interporto Isola della Scala, si legge nella nota, « diventerà indispensabile soprattutto una volta ultimata la galleria di base del Brennero». «L’interporto `quadrante Europa ́ – sottolinea il presidente Michl Ebner – non basterà più in futuro: per questo occorre assolutamente definire il finanziamento dell’interporto di Isola della Scala nell’ambito del prolungamento della concessione per l’autostrada». Senza l’interporto, sostiene la Camera di commercio, i vantaggi della galleria di base del Brennero si ridurrebbero drasticamente; per questo il presidente è dell’avviso che allo stato attuale il contratto per il prolungamento della concessione dell’autostrada non debba essere sottoscritto. «A queste condizioni – sottolinea Ebner – perfino l’alternativa di una gara europea per la concessione dell’A22 sarebbe più ragionevole». Venerdì il ministro delle Infrastrutture Danilo Toninelli aveva dato un ultimatum ai soci, dicendo: «O si chiude entro mercoledì o si va a gara». I soci, seppur con toni diversi, lo avevano respinto al mittente. «Se non ci sono le condizioni, meglio la gara» aveva detto il sindaco di Mantova. Posizione che adesso viene ribadita dal presidente della Camera di commercio di Bolzano. Il presidente della Provincia Arno Kompatscher, pur ammettendo che serve ancora qualche aggiustamento, nei giorni scorsi ha ribadito che si sono fatti grandi passi avanti. La strada migliore dal suo punto di vista continua a essere quella del dialogo. Per capire come andrà avanti la trattativa non rimane che aspettare l’assemblea di mercoledì.

Corriere del Trentino – 09/04/2019

© Riproduzione riservata

 

Sblocca cantieri, salta il silenzio assenso arrivano commissari e subappalto facile

di Michele di Branco

Subappalti più semplici, commissari in campo per velocizzare le opere e norme a maglie più larghe per consentire alle aziende di poter partecipare alle gare. Il decreto sblocca cantieri, approvato a marzo dal governo con la formula “salvo intese”, è pronto per la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale. La maggioranza gialloverde ha limato gli ultimi dettagli introducendo, in queste ore, una importante novità. Nella ultima bozza del decreto licenziata da Palazzo Chigi era infatti previsto che dopo 60 giorni scattasse il silenzio-assenso per gli interventi che i commissari straordinari chiederanno per sbloccare progetti di opere pubbliche. Ma la misura non era affatto gradita al Movimento 5 Stelle che ha chiesto e ottenuto la cancellazione di una norma che, nei ragionamenti dei pentastellati, avrebbe aperto la strada ad autorizzazioni incontrollate in territori sottoposti a tutela per i beni culturali e paesaggistici. Tutto confermato, invece, sul fronte dei subappalti. Il provvedimento, nonostante le forti critiche di Raffaele Cantone («Stiamo costruendo un’autostrada all’illegalità» ha protestato il presidente dell’Autorità anticorruzione), prevede, con soddisfazione dell’Ance (l’associazione dei costruttori edili), l’innalzamento dal 30% al 50% del tetto massimo di quota di contratto subappaltabile dall’impresa principale. Per velocizzare l’assegnazione dei lavori pubblici di minore importo, il decreto prevede anche la possibilità di aggiudicare le commesse tenendo sconto solo del prezzo più basso fino alla soglia Ue di 5,5 milioni di euro, con l’obbligo di escludere le offerte anomale, vale a dire con percentuali di ribasso superiori alla media. Con l’obiettivo di snellire l’iter dell’assegnazione degli appalti di minore importo, il provvedimento conferma a quota 40 mila euro la soglia per gli affidamenti diretti da parte dei funzionari delle Pa, ma alza da 150 a 200 mila euro il tetto massimo per assegnare gli appalti con procedura negoziata, con invito ad almeno tre operatori. Oltre i 200 mila euro il decreto prevede invece l’obbligo di procedere con gara, a procedura aperta, ma con aggiudicazione al massimo ribasso e esclusione delle offerte anomale per snellire le procedure. Inoltre, Palazzo Chigi ha raccolto l’allarme delle imprese alleggerendo i requisiti tecnico-economici per accedere al mercato degli appalti. Finora le imprese potevano attingere ai risultati ottenuti negli ultimi dieci anni. Ora questo limite viene innalzato a 15 anni andando a pescare risultati non influenzati dal crollo produttivo causato alla crisi del mattone che dura, appunto, proprio da dieci anni.

LE OPERE Si tratta, in buona sostanza, di un modo per permettere ai costruttori di superare all’indietro gli anni peggiori delle crisi cominciata nel 2008. «Col decreto – spiegano fonti del Ministero delle Infrastrutture – potremo commissariare tutti i cantieri che vanno a rilento e toglierli dalle grinfie di una serie di dinamiche burocratiche e a volte politiche che non ne permettono la consegna». Le gestioni commissariali, aggiungono le stesse fonti, consentiranno di spingere sull’acceleratore, con il coinvolgimento di oltre 100 opere, per almeno 22-23 miliardi di euro di infrastrutture tra Rfi e Anas, con un beneficio aggiuntivo sul solo 2019 di circa 2 miliardi e mezzo e una leva considerevole sull’indotto. «Sono mesi che ripetiamo il messaggio: la nostra economia non può ripartire senza un piano serio di investimenti in infrastrutture» ha avvertito ieri il presidente Federmanager, Stefano Cuzzilla, aggiungendo che «se l’Italia vuole e continuare a essere la seconda manifattura in Europa, la settima nel mondo, deve collegarsi agli altri Paesi e rendersi logisticamente attrattiva»

Il Messaggero – 09/04/2019

© Riproduzione riservata