Siglata l’intesa per l’estensione del Punto Franco di Trieste alle aree retroportuali

18 Gennaio 2019

D’Agostino: questa giornata una data storica per il programma di sviluppo del porto, ma soprattutto per la nostra città e la nostra Regione

Oggi l’Autorità di Sistema Portuale del Mare Adriatico Orientale, la Prefettura di Trieste, la Regione Friuli Venezia Giulia, i Comuni di Trieste e San Dorligo della Valle e il Consorzio di Sviluppo Economico Locale dell’Area Giuliana hanno sottoscritto un’intesa per lo spostamento del regime giuridico di Punto Franco presso Bagnoli della Rosandra, nell’area di proprietà dell’Interporto di Trieste – Fernetti, dove si sta incardinando un polo retroportuale logistico e industriale a servizio delle attività portuali di Trieste.

L’AdSP del Mare Adriatico Orientale ha sottolineato che «si tratta di un atto propedeutico, ma fondamentale per arrivare alla successiva emanazione del decreto a firma del presidente dell’Autorità di Sistema Portuale e quindi alla partenza operativa, nei prossimi giorni, delle attività in capo all’Interporto di Trieste. La procedura prevede infatti che lo spostamento del Punto Franco avvenga con un provvedimento del presidente dell’Autorità di Sistema Portuale, previa intesa con la Regione, i Comuni e le altre istituzioni interessate». Entro pochi giorni il comprensorio godrà quindi dei benefici del regime di Punto Franco, anche se l’inaugurazione ufficiale delle struttura è prevista a febbraio.

La struttura di Bagnoli della Rosandra è stata acquisita dall’Interporto di Trieste da Wärtsila Italia nel dicembre 2017 con un investimento totale di circa 21 milioni di euro e comprende un’area di 240mila metri quadri, di cui 74mila coperti, e include un raccordo ferroviario con la stazione di Aquilinia. L’acquisizione è nata da una carenza di spazi a Fernetti per ospitare attività logistica.

L’Interporto sta già operando nei nuovi magazzini dal giugno scorso con l’acquisizione di ulteriori traffici (coils e forestali), e l’avvio di operazioni di movimentazione e deposito a supporto dell’industria locale come Wärtsila Italia e Mangiarotti. Ad oggi, ancor prima dell’introduzione del nuovo regime, sono già state movimentate 37mila tonnellate di merci. Una parte delle aree coperte verrà inoltre attrezzata come magazzino refrigerato con una prima unità di 20mila posti pallet, sia a supporto dell’export dei prodotti regionali, sia per l’import di prodotti deperibili in distribuzione in tutta Europa.

«Questa – ha commentato il presidente dell’Interporto di Trieste, Giacomo Borruso – è un’operazione fondamentale perché ha permesso la realizzazione di un’area retroportuale adeguata alle attuali esigenze di sviluppo dello scalo giuliano. Ora con il Punto Franco prevediamo un ulteriore aumento delle nostre attività».

«Questa giornata – ha concordato il presidente dell’AdSP,  Zeno D’Agostino – è una data storica per il programma di sviluppo del porto, ma soprattutto per la nostra città e la nostra Regione. Parte FREEeste la nuova free zone industriale di Trieste». Lo step successivo sarà rendere operativa la parte ferroviaria: «l’area – ha ricordato D’Agostino – è completamente efficiente proprio grazie alla presenza della ferrovia. L’Autorità di Sistema investe solo dove vi è la presenza di binari». Nel comprensorio esiste un raccordo ferroviario interno, che sarà completamente rimesso a nuovo e allacciato alla stazione di Aquilinia tramite una bretella di due chilometri di proprietà di COSELAG, il Consorzio di Sviluppo Economico Locale dell’Area Giuliana. I lavori di riattivazione della stazione di Aquilinia saranno invece portati avanti da RFI, con un investimento di circa 17 milioni di euro. L’AdSP ha specificato che con la fine dei lavori ferroviari, previsti entro l’inizio del 2020, Aquilinia diventerà stazione di riferimento per tutto il porto industriale, collegando FREEeste, Piattaforma Logistica e Area Ex-Aquila.

«Ora – ha dichiarato l’assessore regionale alle Infrastrutture, Graziano Pizzimenti – ci aspettiamo che questo accordo, frutto di una preziosa sinergia tra istituzioni, possa alimentare crescita e sviluppo, favorendo l’insediamento di nuove aziende e quindi l’occupazione. Facendo leva anche sulla importante collaborazione che le nostre imprese hanno, dentro e fuori il porto di Trieste, anche con AREA Science Park, in termini di innovazione e trasferimenti di conoscenze di cui industrializzazione avanzata e logistica necessitano. Il tutto nella prospettiva della nuova Via della Seta marittima in cui Trieste potrà avere un ruolo chiave. Un ruolo che l’amministrazione regionale non mancherà di assecondare».

InforMare – 18/01/2019

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Camion, obiettivi Ue CO2: mancano i punti di ricarica per i veicoli ad alimentazione alternativa

17 Gennaio 2019

In Ue è grave la mancanza di infrastrutture di ricarica e rifornimento per veicoli elettrici e di altro tipo in tutta l’UE. Lo comunica l’Associazione europea dei costruttori di automobili (ACEA). L’ACEA sta pubblicando nuovi dati in vista di una riunione decisiva sui primi traguardi europei sul fronte riduzione emissioni CO2 per iveicoli pesanti, che si terrà la prossima settimana tra i rappresentanti del Parlamento europeo, i 28 governi nazionali e la Commissione europea nell’ambito dei negoziati sul “trilogo”.

Raggiungere gli ambiziosi standard di CO2 proposti dall’UE sarà possibile solo con un rapido e massiccio utilizzo da parte del mercato di camion a emissioni zero e a basse emissioni. L’obiettivo è concludere un accordo sui nuovi obiettivi entro le prossime settimane, ma l’infrastruttura necessaria è quasi completamente assente oggi e non esiste un piano d’azione dell’UE chiaro per il futuro.

Secondo stime prudenti, sarebbero necessarie almeno 6.000 punti di ricarica ad alta potenza per i ‘carrelli elettrici’ (DC> 500 kW) lungo le autostrade dell’UE entro il 2025/2030. Inoltre, sono necessari altri 20.000 punti di ricarica “regolari” adatti ai camion, portando il totale a 26.000.

“Il fatto scioccante è che oggi non esiste un unico punto di ricarica pubblico per i camion a lungo raggio disponibili”, ha dichiarato il segretario generale ACEA Erik Jonnaert. “Inoltre, uno standard per le i punti ricarica ad alta potenza richieste non esiste ancora.”

Benché i punti di ricarica ad alta potenza vengano installati per le autovetture elettriche lungo le autostrade, i camion pesanti non possono utilizzare questa infrastruttura a causa della loro maggiore potenza e richiesta di energia, così come i numerosi parcheggi di cui avrebbero bisogno per caricare lungo tutte le principali rotte in Europa.

Allo stesso modo, le stazioni di rifornimento di idrogeno per le auto non sono adatte per i camion, dato che lo stoccaggio di pressione è troppo piccolo per soddisfare la domanda dei camion. Entro il 2025/2030 sarebbero necessarie circa 1.000 stazioni di idrogeno specifiche per camion, ma oggi sono ne disponibili meno di 10 in tutta l’UE, nessuna delle quali è adatta per i camion a lungo raggio.

Stazioni di rifornimento pubbliche specifiche per autocarri per gas naturale compresso (GNC) e gas naturale liquefatto (LNG) sono attualmente presenti in alcuni stati membri dell’UE, ma la loro distribuzione è ancora molto disomogenea in Europa e il numero di stazioni rimane basso.

“I responsabili politici devono essere consapevoli di questa situazione allarmante quando concordano i futuri obiettivi per il CO2 per i camion, in quanto questi dipendono da un massiccio aumento delle vendite di camion alimentati in modo alternativo -. ha ammonito Jonnaert -. Gli obiettivi dovrebbero essere fissati di conseguenza e devono essere accompagnati da un piano d’azione per l’implementazione di infrastrutture specifiche per i camion in tutta l’UE. Non ci si può aspettare che i clienti investano in camion alimentati in alternativa se non hanno la possibilità di ricaricarli o rifornirli. ”

Jonnaert: “ACEA sostiene pienamente un accordo sui nuovi standard di CO2 per i camion, ma esortiamo i responsabili delle decisioni a garantire che gli obiettivi siano raggiungibili nella pratica”.

Trasporti-Italia.com – 17/01/2019

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Autostrade: Toninelli, per nuove concessioni la nazionalizzazione

16 Gennaio 2019

Per Aspi il procedimento si chiuderà con la decadenza, dice il ministro delle Infrastrutture. «Le nuove concessioni che stiamo dando, ad esempio in Veneto, Friuli e Trentino, le stiamo dando in concessione a un consorzio di enti locali. Per tutte le nuove concessioni noi chiederemo agli enti locali» ha affermato.

«Assolutamente sì», è un obiettivo del Governo la nazionalizzazione delle autostrade. Lo ha detto il ministro delle infrastrutture e trasporti Danilo Toninelli a ‘Omnibus’ su La7.

«Benissimo le concessioni ma devono essere riequilibrate: tutto quello che guadagni in più, o abbassi le tariffe, o i soldi ritornano allo Stato. Abbiamo fatto un primo passo nel decreto Genova», ha detto Toninelli, precisando che «la nazionalizzazione è un indirizzo di questo governo. I fenomeni che mi hanno preceduto fatto concessioni quarantennali. Le nuove concessioni che stiamo dando, ad esempio in Veneto, Friuli e Trentino, le stiamo dando in concessione a un consorzio di enti locali. Per tutte le nuove concessioni noi chiederemo agli enti locali. Se poi mi chiede di Autostrade per l’Italia, è in un corso procedimento amministrativo che penso si chiuderà con la decadenza della concessione. È un procedimento lungo».

Il Piccolo/Nordest Economia – 16/01/2019

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A22, nessun aumento di tariffe per i tir

L’aumento delle tariffe per i tir per abbattere il traffico deviato dei mezzi pesanti verso il Brennero non ci sarà. Stando all’ad dell’Autobrennero Spa, Walter Pardatscher, intervistato dalla Tiroler Tageszeitung di Innsbruck, «Roma si oppone ad aumenti di questo tipo. Anzi – dice Pardatscher – dovremmo essere contenti se le tariffe rimangono come sono, perchè nel resto d’Italia la tendenza è a farle diminuire per favorire i trasporti».

Il Brennero rimarrà così uno dei valichi alpini più convenienti per il transito dei mezzi pesanti e questo nonostante la dichiarazione d’intenti inserita nel programma di coalizione della futura giunta Svp-Lega di un aumento delle tariffe per abbattere il traffico deviato verso il Brennero. In sostanza in accordo con il Tirolo del Nord l’Alto Adige aveva chiesto un aumento della tariffa per i tir sull’A22 nel tratto Verona – Brennero di 16 cent per chilometro per portarla a livello di quella applicata in Tirolo, ovvero a 80 cent per km, ricorda la Tt.

L’Arena – 16/01/2019

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Quattro i porti italiani inclusi nella nuova configurazione dei servizi della Ocean Alliance anziché gli attuali sei

Confermate le toccate di tre linee a Genova e di una a Trieste e Venezia. La Spezia salirà da uno a due servizi. Livorno e Salerno fuori dal network

La nuova configurazione della rete di servizi della Ocean Alliance, il consorzio armatoriale di linea costituito dalle compagnie CMA CGM, COSCO Shipping Lines, Evergreen Line e Orient Overseas Container Line (OOLC), includerà quattro porti italiani anziché i sei compresi nell’attuale configurazione denominata Day Two che è stata lanciata ad aprile 2018.

In particolare, nella nuova configurazione Day Three del network di collegamenti marittimi di linea della Ocean Alliance, che è stata presentata oggi dalle compagnie di navigazione, il porto di Genova è presente nei due servizi Asia-Mediterraneo AEM1 e AEM2 e nel servizio transatlantico MENA, gli stessi che toccano lo scalo portuale del capoluogo ligure nella configurazione Day Two. Nell’ambito della configurazione Day Three il servizio AEM1 toccherà i porti di Qingdao, Shanghai, Ningbo, Kaohsiung, Hong Kong, Yantian, Singapore, (canale di Suez), Pireo, La Spezia, Genova, Fos, Valencia, Pireo, (canale di Suez), Colombo, Singapore, Hong Kong, Qingdao; le portacontainer del servizio AEM2 scaleranno i porti di Qingdao, Tianjin, Busan, Shanghai, Ningbo, Nansha, Yantian, Singapore, (canale di Suez), Malta, Valencia, Barcellona, Fos, Genova, Malta, Beirut, (canale di Suez), Jeddah, Port Kelang, Xiamen, Qingdao; i porti del servizio MENA saranno Fos, Genova, La Spezia, Barcellona, Valencia, New York, Norfolk, Savannah, Miami, Algeciras, Fos.

Il porto della Spezia, toccato una sola volta dal servizio AEM nella configurazione Day Two, nella nuova configurazione Day Three sarà scalato dai due servizi AEM1 e MENA.

Confermati anche nella configurazione Day Three gli scali ai porti di Trieste e Venezia, già presenti nella configurazione Day Two, nell’ambito del servizio Asia-Mediterraneo AEM6 che prevede toccate a Shanghai, Ningbo, Busan, Shekou, Singapore, (canale di Suez), Malta, Koper, Trieste, Rijeka, Venezia, Koper, Malta, Port Said, (canale di Suez), Jeddah, Port Kelang, Shekou, Shanghai.

Nella configurazione Day Three della rete di servizi della Ocean Alliance non sono invece inclusi i porti di Livorno e Salerno che nella configurazione Day Two sono toccati dal servizio MENA.

InforMare – 16/01/2019

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Il Canova raggiunge i 3,3 milioni di passeggeri: per Save è il limite massimo

15 Gennaio 2019

L’aeroporto trevigiano ha registrato nel corso dello scorso anno una crescita da record rispetto al 2017 (+9,7%): «Risultato che induce a ridimensionare le prospettive di evoluzione».

I dati di traffico del Polo Aeroportuale del Nord Est relativi al 2018, con 17.961.959 passeggeri (+8,9% rispetto al 2017), confermano l’efficacia del Sistema la cui gestione coordinata ha permesso ancora una volta di sviluppare le potenzialità dei singoli aeroporti e di servire in modo sinergico il territorio.

L’aeroporto di Treviso ha registrato una crescita del traffico del +9,7% rispetto al 2017, per oltre 3,3 milioni di passeggeri, dimostrando il grande interesse da parte del pubblico per i servizi offerti dal Canova. Un risultato che giunge in anticipo rispetto alle attese, che induce a ridimensionare le prospettive di evoluzione del traffico dello scalo, in linea con i colloqui in corso con il Sindaco di Treviso, ENAC e Autorità locali, per andare incontro alle esigenze del territorio ritenendo che questo sia il volume massimo di passeggeri che lo scalo può gestire.

Treviso Today – 15/01/2019

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Il Marco Polo sempre più in alto: passeggeri +7,8% nel 2018

Lo scalo di Venezia ha chiuso l’anno con 11,184 milioni di passeggeri ed è il terzo gateway intercontinentale italiano. Dati positivi per tutto il “polo aeroportuale del Nordest”

L’aeroporto di Venezia si rinforza e con esso gli scali minori del Veneto (Treviso e Verona) e quello di Brescia, riuniti nel “polo aeroportuale del Nordest”. Lo dicono i dati relativi al 2018, uno su tutti quello sul totale dei passeggeri dei quattro scali: 17.961.959, in aumento dell’8,9% rispetto all’anno precedente. L’aeroporto di Tessera, in particolare, dopo aver raggiunto lo scorso 21 dicembre il nuovo traguardo di 11 milioni di passeggeri, ha chiuso il 2018 a quota 11.184.608, in incremento del 7,8% rispetto all’anno prima. Dicembre è stato per il Marco Polo il 43° mese di crescita consecutiva, con un incremento medio annuo del numero di passeggeri del +7% negli ultimi 5 anni.

Vocazione internazionale

Terzo gateway intercontinentale italiano, nel 2018 il traffico del Marco Polo è stato caratterizzato da una componente internazionale pari all’86% del totale. Oltre 50 i vettori operativi per oltre 100 destinazioni, 10 delle quali di lungo raggio (New York JFK e Newark, Atlanta, Philadelphia, Chicago, Montreal, Toronto, Seoul, Doha, Dubai) e 4 di medio raggio (Casablanca, Tunisi, Tel Aviv e dalla stagione invernale Sharm el Sheikh operata da Air Cairo). Nel 2018 sono state attivate le nuove linee di lungo raggio su Chicago, operata da American Airlines nella stagione estiva, e Seoul, effettuata da Asiana Airlines tutto l’anno. I voli diretti intercontinentali hanno stimolato anche i flussi indiretti, portando al risultato di oltre 1 milione di passeggeri complessivi da/per il Nord America e circa 500mila passeggeri da/per l’Estremo Oriente, in crescita rispettivamente del +11% e del +6% sull’anno precedente. Inoltre il nuovo collegamento su Madrid di Air Europa inaugurato nel mese di marzo ha ulteriormente sviluppato il mercato del Sud America, con un incremento del +11% di questo segmento di traffico.

Low cost

Volotea e easyJet, entrambe basate a Venezia, hanno contribuito molto al raggiungimento del nuovo traguardo. In particolare nell’anno in corso easyJet ha aggiunto due nuovi aeromobili alla sua base, portando complessivamente a 14 gli aeromobili basati sullo scalo dai due vettori.
Venezia è stata caratterizzata anche da un positivo andamento del traffico cargo che, con oltre 68mila tonnellate di merce/posta movimentate, ha registrato un incremento complessivo dei volumi del +11,8% rispetto all’anno precedente.

Treviso già “saturo”

L’aeroporto di Treviso ha registrato una crescita del traffico del +9,7% rispetto al 2017, per oltre 3,3 milioni di passeggeri, dimostrando il grande interesse da parte del pubblico per i servizi offerti dal Canova. Un risultato che giunge in anticipo rispetto alle attese, che induce a ridimensionare le prospettive di evoluzione del traffico dello scalo, in linea con i colloqui in corso con il sindaco di Treviso, Enac e Autorità locali, per andare incontro alle esigenze del territorio ritenendo che questo sia il volume massimo di passeggeri che lo scalo può gestire.

Venezia Today – 15/01/2019

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Bolzano, maxi cordata per l’aeroporto

Offerta alla Provincia della “Abd Holding”. In prima linea i fratelli Gostner. Ma c’è anche Benko

Non è un decollo, sta solo scaldando i motori. Ma la proposta di “Abd Holding”, depositata ieri, per l’acquisto dell’aeroporto di Bolzano vuol dire una cosa precisa: l’aeroporto si sta costruendo un futuro. Dentro una cornice altrettanto definita: il referendum ha detto che l’ente pubblico (la Provincia) non dovrà più investirci ma anche, di conseguenza, non ha escluso che su quel “bene” possa farlo un privato. Dietro la holding ci stanno due persone che, secondo la classifica stilata un anno fa dal settimanale Ff, sono al primo e al secondo posto come ricchezza in Alto Adige: i fratelli Gostner, in particolare Josef amministratore delegato di Fri-el, gigante della green energy, e Hans Peter Haselsteiner, nato in Austria ma residente a Bolzano, a sua volta a capo di Strabag, colosso dell’edilizia. Josef Gostner possiede la maggioranza della neocostituita holding per l’acquisto di tutte le quote Abd airport: il 52%. Il resto è diviso tra Haselsteiner e la Signa di Renè Benko qui rappresentata da Heinz Hager.

Insieme, hanno il 24% a testa delle quote in cordata. Perchè questo sforzo? Josef Gostner è da sempre interessato al volo e, dunque, all’aeroporto. Gli altri due hanno accettato di concorrere perchè vedono nell’infrastruttura un passaggio decisivo per consolidare la presenza del sistema Alto Adige sui mercati. La stessa posizione è stata giusto ieri condivisa da Assoimporenditori che, oltre a chiedere un rilancio di San Giacomo, è pronta, parole del suo vicepresidente Nikolaus Tribus, a sostenere «ogni sforzo dei privati per non far morire l’aeroporto». Ed ecco quindi che i tre imprenditori, quasi rieccheggiando le parole delle associazioni imprenditoriali e delle reti economiche, spiegano che “l’aeroporto di Bolzano è di fondamentale importanza strategica per l’Alto Adige, in particolare per quanto riguarda la mobilità, il turismo, l’economia, l’università, gli istituti di ricerca e, in generale, ai fini dell’apertura e della internazionalizzazione dell’intero territorio”.

In sostanza, si va dentro uno dei nodi che più incombono sul futuro dell’Alto Adige: la sua sempre più difficile raggiungibilità. Tra blocchi al Brennero, intasamento dell’A22, vetustà della linea ferroviaria priva di alta velocità. Ora, depositata la proposta, che ad oggi sembra l’unica ad essere giunta in Provincia a Bolzano, si procederà all’esame dei contenuti e della congruità dell’offerta economica.

Trentino – 15/01/2019

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Save: record per il sistema aeroportuale del Nordest

Sfiorati i 18 milioni di passeggeri, l’aeroporto di Venezia, terzo gateway intercontinentale nazionale, a dicembre ha raggiunto il traguardo di 11 milioni di passeggeri e ha concluso l’anno con un incremento del +7,8%. Treviso ha evidenziato un trend positivo, con un +9,7%, e Verona ha registrato un exploit con una crescita dell’11,6%

Il polo aeroportuale del Nord Est ha chiuso il 2018 con 17.961.959 passeggeri, in crescita del +8,9% sull’anno precedente. Dati record in particolare per l’aeroporto di Venezia, terzo gateway intercontinentale nazionale, che a dicembre ha raggiunto il traguardo di 11 milioni di passeggeri e ha concluso l’anno con un incremento passeggeri del +7,8%. Quanto agli altri scali, Treviso ha evidenziato un trend positivo, con un +9,7% nel numero di passeggeri, e Verona ha registrato un exploit con una crescita dell’11,6%. I dati di traffico – osserva Save – confermano l’efficacia del sistema, la cui gestione coordinata ha permesso di sviluppare le potenzialità dei singoli aeroporti e di servire in modo sinergico il territorio. Il Marco Polo di Venezia, che lo scorso 21 dicembre aveva già raggiunto il traguardo degli 11 milioni, ha chiuso il 2018 con 11.184.608 passeggeri (+7,8%).

Dicembre ha rappresentato per lo scalo veneziano il 43simo mese di crescita consecutiva, con un incremento medio annuo del numero di passeggeri del +7% negli ultimi 5 anni. Terzo gateway intercontinentale italiano, nel 2018 il traffico del Marco Polo è stato caratterizzato da una componente internazionale pari all’86% del totale.

L’aeroporto di Brescia segna per contro un bilancio negativo (cargo 24.545 tonnellate, -29,4% sul 2017), perchè il traffico cargo è stato influenzato dalla sospensione dei voli di SWItalia su Hong Kong, sul cui ripristino Save sta ora lavorando. Nello scalo bresciano è invece l’attività di Poste Italiane, che ha movimentato 16.987 tonnellate di merce, in crescita del 2,5%. «Siamo molto soddisfatti per i risultati ottenuti nell’anno appena concluso – afferma Enrico Marchi, presidente di Save – caratterizzato da un grande lavoro di gruppo la cui efficacia viene restituita da un quadro di dati di traffico che evidenzia l’efficacia del Polo Aeroportuale del Nord Est. L’aumento dell’8,9% del volume dei passeggeri rappresenta un traguardo importante, con positive ricadute economiche ed occupazionali per l’intera area servita».

Il Piccolo/Nordest Economia – 15/01/2019

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Da Venezia a New York senza scali: riprendono i voli diretti della Delta Air Lines

14 Gennaio 2019

Riparte a fine marzo l’orario estivo di Delta Air Lines per i collegamenti tra Italia e Stati Uniti, che saliranno fino a otto voli giornalieri tra i due paesi per l’alta stagione 2019

Riparte a fine marzo l’orario estivo di Delta Air Lines per i collegamenti tra Italia e Stati Uniti, che saliranno fino a otto voli giornalieri tra i due paesi per l’alta stagione 2019. Il 31 marzo riprenderanno infatti i collegamenti giornalieri da Venezia all’aeroporto New York JFK e da Roma Fiumicino a Detroit, mentre il 16 maggio saranno ripristinati i servizi giornalieri da Milano Malpensa e Venezia per Atlanta. Il 24 maggio, infine, sarà la volta della ripresa del secondo volo giornaliero da Roma Fiumicino per Atlanta. Tutti i voli saranno operati in collaborazione con i partner di joint venture Delta: Air France, KLM e Alitalia.

I servizi

Delta è fra i maggiori vettori al mondo e una compagnia globale leader in innovazione e prodotti che tra i servizi annovera: un servizio di imbarco prioritario, sistema di intrattenimento a poltrona con una vasta scelta di film, musica e spettacoli, la possibilità di rimanere sempre connessi, gratuitamente, ad internet, un’app dedicata con mappe che semplifica il viaggio – la Fly Delta App permette ai passeggeri di acquistare o cambiare il biglietto, gestire la prenotazione, avere accesso in tempo reale alle informazioni volo, fare check in (voli domestici), avere a disposizione una vera e propria guida aeroportuale negli hub di partenza e destinazione comprensiva di mappe dell’aerostazione, oltre che di controllare la posizione delle proprie valigie.

Info

In aggiunta ai collegamenti estivi, Delta opera collegamenti annuali da Milano Malpensa per l’aeroporto di New York JFK e da Roma Fiumicino per New York JFK e Atlanta, oltre ad offrire voli in coincidenza per numerose destinazioni negli Stati Uniti dai principali hub europei. I passeggeri che desiderano prenotare un volo nonstop Delta per gli Stati Uniti possono contattare il team prenotazioni Delta al numero 02 3859 1451, consultare il sito delta.com o rivolgersi all’agenzia di viaggi di fiducia.

Delta

Delta Air Lines (NYSE: DAL) è la compagnia statunitense leader per prodotti, servizi, innovazione, affidabilità e customer experience. Con il supporto dei suoi 80mila dipendenti in tutto il mondo Delta continua ad investire miliardi nel suo personale e nel migliorare l’esperienza di volo, generando rendimenti leader nel settore per i suoi azionisti.  Con sede ad Atlanta, Delta offre più di 5mila voli al giorno e 15mila partenze in affiliazione, inclusa l’alleanza Sky Team, di cui Delta è membro fondatore. Il vettore trasporta circa 200 milioni di persone all’anno, portando i suoi passeggeri verso oltre 300 destinazioni, in 50 paesi del mondo. Delta collega gli aeroporti degli Stati Uniti verso hub centrali e mercati chiave, ed opera nel mondo insieme ai suoi partner di alleanza. Ulteriori informazioni sono disponibili presso il Delta News Hub, e su delta.com, via @DeltaNewsHub su Twitter, e su Facebook.com/delta.

Venezia Today – 14/01/2019

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