Pedemontana Veneta: già speso il 55% dell’investimento pari a 30 mln al mese

23 Novembre 2018

Lo ha reso noto oggi Elisabetta Pellegrini, direttore della struttura di progetto della Regione Veneto, nel corso di una conferenza stampa a Venezia. Rimangono peraltro da spendere circa 1.250 milioni nei prossimi due anni

L’avanzamento dell’investimento previsto per la realizzazione della Pedemontana veneta, pari a 2.258 milioni di euro, è stato a oggi già speso per il 55% circa, con un ordine di grandezza di circa trenta milioni al mese nel 2018, senza che ci siano state varianti sul quadro economico.

Lo ha reso noto oggi Elisabetta Pellegrini, direttore della struttura di progetto della Regione Veneto, nel corso di una conferenza stampa a Venezia. Rimangono peraltro da spendere circa 1.250 milioni nei prossimi due anni.

L’avanzamento degli espropri, su cui è stato dato input al concessionario di chiudere la partita nel 2018 con il pagamento e l’emissione del decreto, è a oggi pari all’83%, che diventerà circa il 95% per fine anno, lasciando da concludere i casi che presentano problemi amministrativi, con la conclusione di tutte le procedure entro il 2019. Il cronoprogramma dei lavori, ipotizzato con l’avanzamento che Pellegrini ha definito «in questo momento abbastanza regolare», presume di chiudere il 2019 con una spesa pari a 600 milioni circa (circa 50 al mese), e fissa settembre 2020 come conclusione dei lavori. «L’inaugurazione della prima tratta dall’A31 a Breganze – ha spiegato – inizialmente prevista per il 4 dicembre non avverrà in quella data: i lavori sono terminati, ma le incombenze amministrative hanno preso più tempo del prevedibile. Si sta cercando di concludere tutto entro dicembre, ma io penso più realisticamente a gennaio-febbraio».

La Tribuna di Treviso/Nordest Economia – 23/11/2018

© Riproduzione riservata

Trasporto pubblico locale: per ripartire stanziati 985 milioni del Fondo Nazionale

Il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti rende noto il raggiungimento dell’intesa in conferenza Unificata sullo schema di Decreto per il riparto del Fondo Nazionale per il Trasporto pubblico locale per il 2018.

Il provvedimento consente di erogare alle Regioni il residuo 20% dello stanziamento 2018, pari ad euro 985.864.272,30 a saldo dell’anticipazione già avvenuta dell’80% dell’importo per l’anno in corso.

Per la definizione delle quote di riparto, si legge ancora, sono stati applicati i criteri già adottati anche negli anni passati, soluzione necessaria ad evitare che il residuo 20% dello stanziamento del fondo non fosse ripartito ed erogato entro l’anno.

Rateizzate, inoltre, in 8 anni, a partire dal 2018, le penalità da applicare a Lazio (circa 34 milioni di euro), Basilicata (circa 4,5 milioni) e Umbria (circa 6 milioni).

Lo  schema di decreto, inoltre, tiene conto dell’aumento o della diminuzione degli oneri sostenuti, nel 2018, dalle Regioni a statuto ordinario per le variazioni dei canoni di accesso all’infrastruttura ferroviaria introdotte da RFI.

A margine della conferenza, il Presidente della Conferenza delle Regioni Stefano Bonaccini spiega “Con l’intesa odierna si completa il quadro relativo al concorso dello Stato ad un settore fondamentale per il diritto alla mobilità, qual è il trasporto pubblico locale”.

“Si tratta di un comparto – ha proseguito – che registra una esigenza forte di ammodernamento e di rafforzamento e su cui c’è la necessità di un confronto stringente con il Governo anche in vista della manovra”. Necessaria – conclude – anche una discussione tra il Ministero e le Regioni “per migliorare le regole che governano il sistema puntando su semplificazione e concretezza attuativa”.

Il dettaglio del riparto regione per regione

Abruzzo: 26.666.273,29 €;

Basilicata: 14.801.619,39 €;

Calabria: 42.428.122,55 €;

Campania: 109.738.158,10 €;

Emilia Romagna: 73.158.772,06 €;

Lazio: 111.441.869,88 €;

Liguria: 40.445.500,00 €;

Lombardia: 172.091.637,27 €;

Marche: 21.511.454,66 €;

Molise: 7.038.310,05 €;

Piemonte: 97.445.898,29 €;

Puglia: 80.197.082,11 €;

Toscana: 87.532.785,55 €;

Umbria: 19.385.346,69 €;

Veneto: 81.981.442,41 €.

Trasporti-Italia.com – 23/11/2018

© Riproduzione riservata

«A22, senza accordo con i territori si vada alla gara»

22 Novembre 2018

Una richiesta di incontro al Ministro dei Trasporti Danilo Toninelli e il rifiuto di qualsiasi soluzione che faccia passare i territori in secondo piano.

Una richiesta di incontro al Ministro dei Trasporti Danilo Toninelli e il rifiuto di qualsiasi soluzione che faccia passare i territori in secondo piano. Ieri la riunione dei soci pubblici dell’A22 nella sala rosa della Regione ha fatto il punto sul percorso fatto, e su quello ancora da fare, per la costituzione della nuova società in house BrennerCorridor spa che dovrebbe gestire per trent’anni la concessione senza gara. Ieri i 16 soggetti pubblici soci di A22 hanno ascoltato la relazione del presidente della Regione Arno Kompatscher che ha parlato anche del suo recente incontro a Bruxelles con il presidente della Commissione europea Jean Claude Juncker. Dal canto loro, ieri, i soci hanno detto di non aver paura di un’eventuale gara per la concessione. Quindi hanno detto che, se il governo non dovesse riconoscere un’effettiva posizione paritetica dei territori nel comitato di indirizzo. Chiesta anche piena garanzia sul piano di investimenti da 4,1 miliardi. Al termine i soci pubblici hanno dato delega piena a Kompatscher e Maurizio Fugatti, per la prosecuzione della trattativa con il ministero. «Vi è stata piena condivisione – spiega Kompatscher – sulle richieste di revisione di alcune parti della bozza di accordo attualmente in discussione». I soci chiedono che nell’accordo venga inserita «la clausola di gradimento delle amministrazioni pubbliche territoriali riguardo alla nomina del presidente, come concordato con il ministro Danilo Toninelli». Gli enti pubblici chiedono anche che negli investimenti siano ricompresi quelli del corridoio «Scan – Med» dei territori delle regioni interessate, la verifica della sostenibilità del piano economico finanziario e il riconoscimento «in tariffa» dei contributi «nell’ammontare di 800 milioni per il miglioramento della viabilità ordinaria funzionale all’asse autostradale».

Trentino – 22/11/2018

© Riproduzione riservata

Assaeroporti: 16,5 milioni di passeggeri a ottobre sugli scali italiani

A ottobre 2018 i passeggeri transitati nei 39 scali italiani monitorati da Assaeroporti sono stati complessivamente 16,5 milioni, con una crescita del 6,7% rispetto allo stesso periodo del 2017. Sul risultato complessivo del traffico passeggeri ha inciso positivamente lo sviluppo del traffico internazionale pari al +8% e, in particolar modo, del traffico Ue che ha registrato un incremento del 7% rispetto all’analogo periodo del 2017. Cresce anche il traffico nazionale, con un +4,3% rispetto a ottobre 2017. Positivi i valori registrati nel settore cargo che, con un totale di circa di 103mila tonnellate di merci movimentate a ottobre, aumenta dello 0,8%, in recupero dopo il -2,1% di settembre. Per quanto riguarda i movimenti aerei, pari a 141mila, si conferma in accelerazione (+4,3%). Si riscontra un incremento del numero di voli in riferimento alle destinazioni internazionali (+6,2%) rispetto a quelle nazionali (+4,7%).
Per quanto riguarda l’andamento dei singoli aeroporti, da segnalare i risultati più che positivi di Milano Malpensa, che mette a segno un +12,6% raggiungendo quota 2.174.367 passeggeri, e quelli di Roma Fiumicino che segna un aumento del 5,8% a quota 3.878.229 viaggiatori. Dati positivi anche per Bari (+12,3%), Brindisi (+13,6%), Genova (+15,6%), Lamezia Terme (+10,8%), Napoli (+12,9%), Pisa (+8,2%) e Verona (+11,9%).
Per quanto riguarda invece i primi dieci mesi del 2018, il traffico passeggeri segna il +5,4% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, con un’affluenza di 159,9 milioni di viaggiatori. In crescita i movimenti degli aeromobili (+2,4%), mentre rimane stabile il traffico cargo.

Trasporti-Italia.com – 22/11/2018

© Riproduzione riservata

Il Porto di Venezia fa gola alla Cina

«Così finanzierà la maxi banchina». Progetto per un molo da 1,3 miliardi davanti a Malamocco. «Il colosso CCCC vuole costruire e gestire l’infrastruttura»

Anche i cinesi sbagliano. Così quando China ocean shipping company (Cosco) nel 2008 ha rilevato per 4,3 miliardi la gestione del porto del Pireo, ha sbagliato la porta di ingresso all’Europa. I cinesi avevano pensato che il Pireo fosse la via di accesso al mercato più grande e ricco del pianeta, porto di testata della loro Maritime Silk Road Initiative. Ma disgraziatamente le ferrovie e le autostrade nei Balcani sono ancora materia grezza e incerta. E così, nello schema geopolitico che oppone Cina e Stati Uniti per il dominio del mondo e in specie per l’egemonia commerciale sull’Europa, ecco che divengono fondamentali i porti del Nord Adriatico. Lo dicono i piani di investimento che i cinesi stanno valutando tra Venezia e Trieste.

Partiamo da un cambio di rotta dei cinesi su Venezia. China communication construction company (CCCC), quinto general contractor al mondo, con il progetto definitivo consegnato prima dell’estate all’Autorità portuale di Venezia, ha dichiarato che il mega terminal offshore in mezzo all’Adriatico, a 8 miglia da Malamocco, economicamente non regge. Causa effetti legati alle onde e al vento, secondo CCCC le banchine sarebbero impraticabili almeno 90 giorni l’anno.

Approdo “alti fondali”

I cinesi erano in gioco non solo per progettare – studi pagati con 4 milioni di fondi statali – ma anche per costruire e gestire il terminal d’altura. E però non mollano. Hanno in pari tempo consegnato anche un progetto preliminare per realizzare la cosiddetta “banchina alti fondali” davanti alla bocca di porto di Malamocco. «Sono in corso le verifiche tecniche – dice Pino Musolino, presidente dell’Autorità portuale veneziana – per valutare l’efficacia complessiva di questa infrastruttura. E in questo caso, CCCC si candiderà a costruire e gestire l’opera, che richiede 1,3 miliardi di investimenti».

Tutta da valutare la modalità del trasporto delle merci dalle banchine “alti fondali” nelle acque dell’Adriatico fino alle aree logistiche di Porto Marghera affacciate alla laguna. Un andirivieni di chiatte? Un treno per merci ad alta velocità sotto al fondale della laguna stessa? Vedremo cosa immaginerà CCCC. Ma questa è solo una delle partite in cui operatori cinesi stanno guardando allo scalo veneziano. «L’accordo sottoscritto con i cinesi di Cosco – dice ancora Musolino – per me è esemplare. A me interessano i traffici, non che i cinesi finanzino le nostre infrastrutture e caso mai nella gestione li vedo solo in minoranza. Chiamiamola geopolitica, noi veneziani l’abbiamo praticata per secoli controllando i traffici nell’Adriatico e nel Mediterraneo orientale».

In sostanza, Venezia ha un patto semplice con il Pireo: Cosco garantisce un flusso di navi che, partendo dallo scalo greco, risalgono l’Adriatico per avvicinare le merci alle loro destinazioni finali (evitando camion e improbabili treni). Una sorta di gemellaggio. Naturalmente, le navi di ultima generazione che arrivano al Pireo sono impossibilitate a entrare in laguna: le bocche di porto legate al Mose prevedono un pescaggio di 12 metri e dunque escludono le navi portacontenitori più grandi.

Accessibilità nautica

Il tema dell’accessibilità nautica e il groviglio di norme e di istituzioni preposte alla salvaguardia dell’ambiente lagunare rappresentano un fattore di limite per le attività portuali a Venezia. Che ha nella disponibilità di aree di grandi dimensioni e logisticamente appetibili il proprio atout. E difatti vari sono i piani che investitori di caratura mondiale stanno coltivando su Venezia (Porto Marghera). Proprio in queste ore Musolino sta a Singapore per definire con la locale Autorità portuale (Psa) le modalità della messa in gara del terminal container gestito oggi da Vecon (emanazione di Psa). E allo stesso modo andranno gestite tutte le altre concessioni in scadenza. Perché nel rinnovo delle concessioni saranno inclusi investimenti da centinaia di milioni per l’incremento dei traffici. «Ma la partita più cospicua consiste nel recupero dei 90 ettari dell’area ex Montesyndial – dice Musolino – che può accogliere un’area containers, ma anche una piattaforma destinata all’importazione di prodotti cinesi semi-lavorati. Qui scatta il valore aggiunto di area franca e di una Zes in regime fiscale e doganale agevolato. Ne stiamo parlando con le autorità cinesi e con le loro camere di commercio». —

La Nuova di Venezia/Nordest Economia – 22/11/2018

© Riproduzione riservata

La grande partita si gioca al Porto di Trieste, «Con Pechino batteremo il declino»

Lo scalo giuliano necessita di 1,2 miliardi di dollari. Il presidente D’Agostino: «Investitori cinesi stanno trattando per coprire la metà dei costi»

Zeno D’Agostino, presidente dell’Autorità portuale di Trieste e Monfalcone, ha veicolato tramite Asia Times una tesi molto essenziale: «Il porto di Trieste necessita di 1,2 miliardi di dollari di investimenti per sostenere il suo sviluppo, particolarmente nelle nuove zone franche. Investitori cinesi stanno trattando per coprire metà dei costi, anche se altri operatori hanno mostrato interesse da Kazakhstan, Azerbaijan, Turchia, Iran e Malesia».

I capitoli di sviluppo del porto giuliano sono legati ai nomi dei moli e di aree dismesse da decenni. Partita che potrebbe dare un orizzonte di sviluppo formidabile a una città altrimenti in declino. «Stiamo combattendo il declino – dice D’Agostino – e lo dicono numeri che ci proiettano a essere l’undicesimo porto europeo per volumi. Siamo diventati attrattivi e competitivi perché sotto a una sola autorità offriamo un sistema logistico integrato, fatto di banchine, interporti, zone franche, servizi ferroviari».

Il vero bacino

La vera intuizione di D’Agostino è consistita nel riconnettere lo scalo al suo vero bacino, che non è l’Italia ma i mercati europei centro-orientali. Lo sanno bene i cinesi. E ha rimesso in funzione la rete dei binari posati dall’impero asburgico, raddoppiando in un paio d’anni il volume dei treni che portano in Germania, Polonia, Repubblica Ceca, Ungheria. Tant’è che Viktor Orban, qualche giorno fa, ha dichiarato che l’Ungheria punta sul rapporto con Trieste e si sfila invece dal co-finanziamento della ferrovia collegata al porto sloveno di Capodistria. Mosse che ai cinesi non sfuggono, naturalmente. Perché risponde al criterio base degli investitori cinesi, racchiuso nell’acronimo Ppc: port, park (aree industriali), city. Significa che tutto il contesto deve essere attrattivo. Ecco perché guardano al raddoppio del Molo VII, terminal contenitori che richiede 200 milioni di euro di investimento e che per 60 anni è in concessione a una società al 50% di Msc (Aponte) e al 50% della To Delta di Pierluigi Maneschi. Un primario global contractor cinese sta trattando per entrare, con una quota di minoranza, in To Delta. «In generale – commenta D’Agostino – rifiutiamo investitori solo finanziari. Prediligo chi porta traffici e si assume il rischio di costruire l’infrastruttura».

In questione ci sta l’interesse di China Merchants Group (Cmg), ma anche di Dubai Port World (Dpw gestisce 78 terminal in giro per il mondo) per le numerose operazioni in atto: Piattaforma logistica (20 ettari), futuro Molo VIII, area Teseco (ex raffinerie Aquila, 40 ettari). Senza dire che pure il sito della storica Ferriera di Servola, già Italsider e oggi parte del gruppo Arvedi, è in predicato di essere riconvertita a funzioni logistiche (60 ettari).

Il capitolo più vicino consiste di sicuro nella Piattaforma logistica, cantiere che sarà concluso entro metà 2019 e attualmente in mano a San Servolo Docks controllata da Parisi Group e Icop. In pole position per rilevare la maggioranza ci sta oggi Cmg, che poi potrà candidarsi a costruire e a gestire il colossale Molo VIII (più che doppio rispetto al Molo VII). «Ma vorrei sottolineare – dice ancora D’Agostino – che a parte infrastrutture adeguate a traffici destinati a crescere nei loro piani esponenzialmente, gli investitori cinesi o degli Emirati arabi vedono in Trieste l’opportunità di zone industriali prospicienti al mare, dotate di zone franche e di snodi logistici efficienti».

Il gioco a incastro

Un grande gioco a incastro, con l’intervento di interessi di scala globale, sta partendo nell’area portuale triestina. Al punto che un pezzo di città dove sta la Ferriera potrebbe cambiare destino. «Il piano di espansione portuale, e in particolare la necessità di un’area ove attrezzare treni da 750 metri, ci spinge a trattare per l’area della Ferriera. Ne abbiamo bisogno a prescindere dai cinesi», dice ancora D’Agostino. Toccherà a Giovanni Arvedi decidere se mantenere il laminatoio o abbandonare del tutto l’impianto.

I cinesi arrivano in Italia dopo un decennio in cui hanno investito almeno 6 miliardi per comprare o gestire una decina di scali in Europa. Ma la via della Seta predicata dal presidente Xi Jinping privilegia oggi il mare nostrum per una questione di velocità dei traffici.

La Nuova di Venezia/Nordest Economia – 22/11/2018

© Riproduzione riservata

Ntv Italo: ecco le novità per la stagione invernale

21 Novembre 2018

Al via la nuova stagione invernale targata Italo. Grazie all’aumento della flotta consolidatosi nel 2018 con l’ingresso di 12 treni Italo EVO e in attesa di altri 10 di questi treni che entreranno in servizio fra il 2019 e l’inizio del 2020, l’offerta continua a crescere, arrivando a 92 servizi al giorno dai primi mesi del 2019. Questo significa una crescita dell’offerta di circa il 65% rispetto al 2017.

Cresceranno i servizi no stop fra Roma e Milano,20 al giorno, con una nuova partenza da Roma Termini alle 14:10 con arrivo a Milano Centrale alle 17:12. Questo servizio collegherà a Milano anche Napoli, infatti il treno partirà da Napoli Centrale alle 12:51, fermando solo a Roma per poi andare dritto fino al capoluogo lombardo, riducendo i tempi di viaggio anche dei passeggeri campani.
Anche Bologna avrà un simile vantaggio: il treno no stop delle 9:10 in partenza da Milano Centrale, con arrivo a Roma Termini alle 12:14, fermerà anche a Bologna Centrale alle 10:12, garantendo un servizio aggiuntivo ai numerosi bolognesi che ogni giorno raggiungono la capitale. Vantaggio simile avrà la città di Torino che vedrà prolungare 3 servizi no stop garantendo nuovi collegamenti con Roma: partenza da Torino per Roma alle 12:05 e 14:50 con arrivo a Termini alle 16:14 e 19:14, mentre dalla capitale un treno no stop in partenza alle 19:10 arriverà alle 23.23 nel capoluogo piemontese.
Nuovo collegamento da Milano per Napoli a prima mattina, con partenza dalla stazione Centrale alle 6:25 che consente di essere nel cuore della città partenopea alle 11:10 (fermando anche a Roma alle 10:04). Il capoluogo campano avrà delle novità anche per quanto riguarda le connessioni con Venezia: un treno partirà da Santa Lucia alle 8 per raggiungere Napoli Centrale alle 13:20 ed un altro nuovo servizio in fascia pomeridiana partirà alle 16 da Venezia per arrivare a Napoli alle 21:05 e a Salerno alle 22.09.

Novità anche per il Trentino-Alto Adige, meta di numerosi turisti soprattutto nel periodo natalizio per i rinomati mercatini e le località sciistiche. Passano infatti da 2 a 4 i collegamenti quotidiani con le città di Bolzano, Trento e Rovereto con Roma, di cui 3 prolungati su Napoli e 1 su Salerno. Dal 9 dicembre infatti, con l’entrata in vigore del nuovo orario, ci sarà un nuovo servizio in partenza alle 12:41 da Bolzano con arrivo alle 17:25 a Roma Termini, alle 18:50 a Napoli Centrale e alle 20 a Salerno. Per chi invece vuole raggiungere Bolzano a disposizione il nuovo treno delle 5:50 da Napoli, 7:15 da Roma Termini, che arriva a Bolzano alle 12, e quello delle 14:55 da Napoli Centrale, partenza da Roma Termini alle 16:15, e arrivo a Bolzano alle 21.
Il Trentino-Alto Adige, e Bolzano nello specifico, però non saranno solo sinonimo di treno: Italo rilancia il servizio intermodale Italobus, trasporto integrato treno-bus con un unico biglietto, per Canazei e la Val Gardena. Dal 13 dicembre, per tutta la stagione invernale, raggiungere le più rinomate località sciistiche sarà più semplice grazie a 2 servizi al giorno Italobus che collegheranno la stazione di Bolzano alle località di Ortisei, Santa Cristina Val Gardena, Selva di Val Gardena, Plan de Gralba e Canazei. Novità Italobus non solo per il Trentino-Alto Adige però: dal 9 dicembre confermati i 4 servizi fra la stazione di Napoli Afragola, Pompei e Sorrento con 2 viaggi al giorno che serviranno anche Ercolano e confermata la linea Mestre-Cortina con 8 fermate intermedie (già attivo dalla scorsa estate). I 4 servizi al giorno su Cosenza (collegata alla stazione di Salerno), per soddisfare la grande richiesta dei viaggiatori in vista delle prossime festività natalizie, saranno effettuati con autobus di maggiore capienza e comfort. A testimoniare il successo dell’intermodalità di Italo basti pensare che ad oggi sono 28 le località servite, quasi il 50% in più rispetto all’inizio del 2017, e 40 i collegamenti giornalieri, cresciuti di circa il 20% rispetto al 2017.

Italo per questo inverno sta attivando le fermate straordinarie a Milano Rho Fiera per portare i suoi viaggiatori direttamente nel cuore del polo fieristico, senza bisogno di fare cambi, con 22 collegamenti giornalieri connettendo Milano Rho Fiera a Torino, Reggio Emilia, Bologna, Firenze, Roma, Napoli, Salerno, Brescia, Desenzano, Peschiera, Verona, Vicenza, Padova, Mestre e Venezia. Dopo l’EICMA di novembre il prossimo appuntamento sarà L’Artigiano in Fiera in programma ad inizio dicembre. Tutti coloro che vorranno raggiungere l’appuntamento con Italo avranno a disposizione uno sconto ad hoc, disponibile accedendo dalla sezione “come arrivare” su artigianoinfiera.it.

Trasporti-Italia.com – 21/11/2018

© Riproduzione riservata

Italo, da gennaio +65% treni sul 2017

Venti collegamenti al giorno Milano-Roma senza fermate dal 2019

Ntv ha presentato il nuovo orario invernale di italo con 92 viaggi al giorno dai primi mesi del 2019, con un incremento del 65% rispetto al 2017 e 20 collegamenti quotidiani senza fermate intermedie tra Roma e Milano. Il nuovo orario prevede anche nuovi collegamenti tra Napoli ed il resto della rete di Italo, il raddoppio dell’offerta su Bolzano, Trento e Rovereto, con 4 treni al giorno fino a Roma e 3 per Napoli. Il Capoluogo altoatesino, poi, diventa anche l’Hub di Italobus, con servizi attivi per la Val Gardena a partire dal prossimo 13 dicembre. In programma anche 22 collegamenti straordinari per Rho-Fiera Milano in occasione dei principali eventi fieristici.

Ansa/Trentino A.A. – 21/11/2018

© Riproduzione riservata

Trasporti: Pizzimenti, potenziati servizi ferroviari regionali

Da 9/12 in vigore orario invernale trasporto pubblico locale

“Le novità e le conferme nel 2019 dei sevizi sperimentali già attivati quest’anno testimoniano, nei fatti, l’impegno della Regione a favore del trasporto ferroviario e in generale sul tema del trasporto pubblico locale”.

Lo ha dichiarato l’assessore regionale alle Infrastrutture e trasporti, Graziano Pizzimenti, il quale ha sottolineato che dal 9 dicembre entrerà in vigore l’orario invernale 2018-19 del servizio di trasporto pubblico regionale, che “prevede la conferma delle importanti sperimentazioni in atto in Friuli Venezia Giulia, tra cui il collegamento ferroviario transfrontaliero di Udine e Trieste con Lubiana e i treni veloci tra il capoluogo regionale e Venezia Mestre in corrispondenza con la prima “Freccia” del mattino verso Roma e il relativo ritorno serale”.

Alla conferma di queste sperimentazioni si aggiungono l’introduzione di due nuovi treni: il primo da Udine e Trieste via Cervignano, in partenza alle 7 del mattino e il secondo sulla tratta Trieste-Portogruaro, con partenza alle 5.45 e alla fermata al Trieste Airport. “Con questi convogli – ha spiegato Pizzimenti – completiamo l’offerta rivolta ai pendolari nelle ore di maggiore frequentazione e consentiamo di raggiungere l’aeroporto in corrispondenza dei primi voli del mattino”.

Al fine di valorizzare il polo intermodale di Trieste Airport è prevista (sempre dal 9 dicembre) l’introduzione di nuovi servizi automobilistici: una corsa da parte dell’Apt da Udine a Trieste via autostrada (partenza alle 9.15), che collegherà anche l’Aeroporto (alle 9.59). “Viene così data risposta alle necessità degli utenti – ha detto l’assessore – in una fascia oraria di relazione con l’aeroporto ad oggi non servita dai collegamenti con autobus e nella quale, a causa della presenza di una fascia manutentiva giornaliera di Rete ferroviaria italiana (Rfi) non c’è, per ora, la possibilità di sviluppare collegamenti ferroviari. Sempre per quanto riguarda l’Aeroporto è previsto, inoltre, l’affinamento degli orari di alcune corse e una riorganizzazione delle partenze serali in modo da poter gestire anche limitati ritardi degli ultimi voli, in arrivo, della giornata”.

Oltre alla conferma anche per il 2019 delle intensificazioni dei servizi treno + bici (nei weekend dal 31 marzo al 26 ottobre) a favore in particolare dei cicloturisti sulle rotte Trieste-Tarvisio e Sacile-Tarvisio lungo la Ciclovia Alpe Adria, per quanto concerne Trenitalia, verranno introdotte alcune novità. La prima è il regionale Udine-Trieste via Cervignano del Friuli (da lunedì a venerdì e il sabato sostituito da autocorsa fino a Cervignano) con partenza alle 7, il quale oltre a collegare le due città nell’ora di punta mattutina consentirà anche di servire Palmanova e offrirà una migliore connessione con gli istituti scolastici di Cervignano del Friuli. Inoltre, sarà attivato anche il Trieste-Portogruaro delle 5.45, che garantirà l’arrivo all’aeroporto di in tempo utile per sfruttare i primi voli del mattino. Verrà quindi istituita la fermata a Venzone per tutti i treni regionali di Trenitalia percorrenti la linea Udine-Tarvisio, al fine di valorizzare turisticamente questo borgo medievale di notevole e riconosciuto valore storico. Sono quindi confermati i 2 regionali veloci attivati a settembre tra Trieste e Venezia (in Veneto fermano solo a Mestre), per la coincidenza con le prime Frecce del mattino per Roma, i 4 treni transfrontalieri Trieste-Lubiana, di cui 2 prolungati a Udine e i 2 regionali serali sulla linea Sacile-Maniago attivi da settembre.

“Si tratta – ha concluso Pizzimenti – per i soli servizi svolti da Trenitalia, di oltre 200mila chilometri in più rispetto a quanto effettuato nel 2018 a cui va aggiunto l’impegno della Regione per quanto riguarda i servizi gestiti dalla società Ferrovie Udine-Cividale (Fuc), a partire dal prolungamento del treno Mi.Co.Tra Udine-Villach fino a Trieste, attivato a giugno di quest’anno e che proseguirà anche nel 2019. Ci auguriamo che i nuovi servizi attivi da dicembre, i quali potenziano ulteriormente l’offerta di servizi ferroviari, trovino il gradimento dei viaggiatori”.

Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia/Notizie dalla Giunta – 21/11/2018

© Riproduzione riservata

Aeroporto di Venezia: soluzioni LG per migliore informazione passeggeri

20 Novembre 2018

Per supportare lo sviluppo cui è andato incontro negli ultimi anni, l’Aeroporto “Marco Polo” di Venezia, terzo gate intercontinentale in Italia dopo Roma e Milano, ha scelto le dotazioni della divisione Business Solutions di LG Electronics per migliorare l’esperienza visiva e la fruizione delle informazioni da parte dei passeggeri.
Il sistema informativo dell’aeroporto, gestito dal Gruppo Save, al momento è composto da duecento monitor LG, la maggior parte modelli della serie LS75C, a copertura di circa il 90% dell’installazione e in diverse dimensioni: da 42”, 49” o 55”. La dotazione verrà estesa nei prossimi anni, visto il generale programma di ampliamento strutturale che prevede, tra 2012 e 2021, investimenti per 800 milioni di euro. Il parco monitor precedente era composto da modelli più contenuti: l’implementazione di monitor LG di dimensioni maggiori permette, quindi, una miglior fruizione e visualizzazione delle informazioni da parte degli utenti.
“Avevamo un sistema di monitor da 32”, piuttosto piccoli – ha spiegato Gabriele Padovan, project manager alle Infrastrutture Informatiche dell’Aeroporto di Venezia -. Il sistema aveva bisogno di essere aggiornato, cercavamo monitor più grandi, in funzione h24, luminosi e antiriflesso, con cornici sottili e player integrato per la visualizzazione dei contenuti HTML5 su cui si basa il nostro software FIDS, onde evitare l’acquisto di un PC esterno. Inoltre, cercavamo monitor dotati di software di gestione in grado di monitorarne continuamente lo stato e di modificarne i parametri direttamente dalla console centralizzata”.
I monitor della serie LS75C sono pensati per funzioni informative e di digital signage, anche 24 ore su 24 e 7 giorni su 7. Visto che costituiscono l’anima informativa dell’aeroporto di Venezia, sono stati dislocati in diverse aree, dai banchi del check-in agli spazi di attesa e di transito dei passeggeri, per mostrare l’elenco dei voli, in partenza o in arrivo, e le diverse pagine segnaletiche.
La principale area applicativa dei monitor è il Flight Information Display System, che ordina e comunica gli arrivi, le partenze, i luoghi di ritiro dei bagagli e di tutte le altre informazioni utili ai viaggiatori. Circa trenta monitor sono dedicati alle zone di controllo passaporti, mentre tre sono impiegati per visualizzare i tempi di attesa nelle code ai varchi del controllo sicurezza.
I modelli da 49” e da 55” sono utilizzati in diverse zone: in sospensione sopra i banchi del check-in, ai gate di imbarco e per tutto l’aeroporto, disposti secondo un layout sia verticale, sia orizzontale, per una miglior adattabilità a spazi e ambienti diversi. I formati da 42” sono stati utilizzati nei box del controllo passaporti, mentre sui nastri di riconsegna bagagli sono stati scelti i modelli da 55” per una visibilità migliore delle informazioni.
Oltre alla serie LS75C, l’upgrade delle strutture video dell’aeroporto di Venezia comprende anche quattro monitor della serie SM5KD da 65”, utilizzati per costruire una sorta di “portale” per gli arrivi, una nuova segnaletica, sia in arrivo che in partenza, per visualizzare le tipologie di passeggeri e agevolare i controlli di sicurezza tramite un’applicazione dedicata, gestibile via tablet.
Un singolo modello da 65”, ad uso interno e non visibile al pubblico, è dedicato alla visualizzazione della planimetria dell’intera area aeroportuale grazie a un’applicazione sviluppata dalla società Naitec. Grazie al collegamento a un PC esterno, permette il monitoraggio generale e in tempo reale dell’intera area, della movimentazione dei mezzi sulle piste e nei parcheggi degli aeromobili.
Le soluzioni LG implementate nell’aeroporto di Venezia non riguardano soltanto i monitor. Una parte fondamentale dell’upgrade messo in opera dal gate intercontinentale veneto riguarda, infatti, i software di gestione e di monitoraggio. I contenuti che girano sui monitor LG sono pagine HTML5 gestite da un software proprietario e da una applicazione sviluppati da Naitec, la software house del Gruppo SAVE. Il software LG SuperSign è stato integrato sia per il monitoraggio dei monitor, sia per la distribuzione delle informative sui voli a singoli gruppi di display, a seconda della loro tipologia e dislocazione.
“Siamo lieti che LG sia stata scelta come partner tecnologico dell’Aeroporto di Venezia – ha commentato il National Account Manager di LG Luca Russo -. Il design e la robustezza dei nostri monitor, uniti alla presenza del player integrato e di una solida piattaforma software, ci hanno consentito di supportare Save e Naitec nell’integrazione e nello sviluppo del sistema FIDS in Aeroporto. Confidiamo di poter supportare Venezia per eventuali progetti di sviluppo futuri, basati anche sull’interattività e sull’utilizzo di nuove tecnologie”.

Trasporti-Italia.com – 20/11/2018

©  Riproduzione riservata