Euro 3, ministro Costa: dal 1°ottobre stop in Piemonte, Lombardia, Veneto ed Emilia

8 Ottobre 2018
Dal primo ottobre è operativo l’accordo firmato tra Piemonte, Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna con il ministero dell’Ambiente che stabilisce che le auto private fino al livello euro 3 compreso non possono circolare. Lo dice il ministro dell’Ambiente e della Tutela del territorio e del mare, Sergio Costa, uscendo dagli incontri con il commissario dell’Unione europea per l’azione per il clima e l’energia, Miguel Arias Canete, e il commissario Ue per ambiente, affari marittimi e pesca, Karmenu Vella.

“Capisco che questo crea un disagio ai cittadini – dice Costa – ma l’aria inquinata provoca anche 80mila morti l’anno: di nuovo un codice rosso. Se vogliamo guardare all’aspetto della salute e se vogliamo anche rimanere sotto il riscaldamento di 1,5 gradi dobbiamo cambiare le nostre abitudini”. Su questo, Costa sottolinea che il ministero delle infrastrutture e dei trasporti sta sviluppando un piano alternativo “total elettrico” per la mobilita’ alternativa. “Tutto il Consiglio dei ministri è coeso su questo piano a cui sta lavorando il collega Toninelli, in particolare per la mobilità sostenibile pubblica, perchè significa disingolfare di traffico le città”.

Trasporti-Italia.com – 08/10/2018

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Territorio: Pizzimenti-Zilli, sopralluogo su ciclovia Alpe Adria

5 Ottobre 2018

Gli assessori regionali alle Finanze, Barbara Zilli, e alle Infrastrutture, Graziano Pizzimenti, hanno compiuto un sopralluogo sul percorso della ciclovia FVG 1 Alpe Adria, per verificare la fattibilità di alcuni interventi necessari per completarne il percorso, che per ora si interrompe tra Resiutta e l’Hotel Carnia, a Venzone.

Un’opera che non è stata completata, sfrutta in parte il sedime della linea ferroviaria dismessa tra Udine e Tarvisio, e come ha ricordato l’assessore Zilli, rappresenta un’occasione di sviluppo per zone che rischiano l’ulteriore spopolamento e l’abbandono.

Zilli, ha ricordato che vi sono aspettative della comunità locale.

Infatti, negli ultimi mesi, sono state decine di migliaia i cicloturisti e gli appassionati del pedale che l’hanno percorsa, anche fruendo dell’accordo attivato tramite il progetto Micotra (per il trasporto di passeggeri e bicilette in treno), nell’ambito del programma transfrontaliero Interreg.

I quali hanno fruito del servizio di collegamento con la linea ferroviaria tra i punti di attacco della ciclabile, provenenti dall’Austria, ma anche da altri Paesi.

Il tratto mancante di ciclovia, che come l’intera rete delle ciclabili del Friuli Venezia Giulia è di competenza di FVG Strade, come ha aggiunto Zilli, potrà attivare un percorso che si raccorda con il resto della ciclabile FVG1, che ha origine in Austria e consente ai ciclisti di scendere fino nella riviera friulana e verso il mare.

La FVG1, ha concluso, reca punti di raro interesse paesaggistico, e potrà dare un impulso anche alle attività di carattere turistico delle zone interessate.

L’assessore Pizzimenti, ha poi ribadito il proprio impegno a verificare sul territorio le necessità emergenti delle infrastrutture di collegamento nel Friuli Venezia Giulia.

Il sopralluogo di oggi, ha infatti precisato, rientra in una serie di visite alle realtà nelle quali vi è l’esigenza di ottimizzare le infrastrutture esistenti, o di completarle, ivi compresa la rete delle ciclovie.

Che, ha concluso Pizzimenti, nella nostra regione è molto ramificata e frequentata, tanto da attirare in siti molto interessanti turisti e visitatori anche da diverse parti del mondo.

Rappresenta dunque un elemento da considerare, anche per i riflessi di carattere economico sui territori interessati, come la montagna friulana percorsa dalla ciclovia FVG1.

Regione Friuli Venezia Giulia – 05/10/2018

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Porti: Venezia sperimenta ausili digitali alla navigazione

Dati Laguna disponibili su piattaforma web con uso tablet

L’Autorità di Sistema Portuale dell’Alto Adriatico, in collaborazione con la Capitaneria di Porto di Venezia e con il Comando Generale delle Capitanerie di Porto, ha avviato una sperimentazione che consentirà a tutta la comunità portuale di disporre di informazioni aggiuntive in tempo reale su condizioni meteo-marine e di innovativi ausili alla navigazione, secondo le linee dell’Intelligent Transport System.

I dati relativi alle informazioni meteo sono ricavati dalle rilevazioni dei sensori dell’Authority installati lungo i canali di Grande Navigazione, e sono integrati con i dati provenienti da altri soggetti, tra cui il Comune di Venezia che offre le proprie rilevazioni in “open data”.

I dati e le rilevazioni su vento, correnti, moto ondoso che riguardano tutta la Laguna, le bocche di porto ed entrambi gli scali di Venezia e Chioggia verranno sintetizzati dall’AdSP e resi immediatamente disponibili a tutta la comunità portuale tramite la piattaforma web “iLOGIS”. Parallelamente i dati saranno inviati in tempo reale al Comando Generale della Capitaneria di Porto a Roma per la diffusione a tutte le navi, i comandanti e i piloti presenti nell’Alto Adriatico attraverso il protocollo standard AIS, rendendoli leggibili anche alla strumentazione di bordo.

La sperimentazione consiste nell’attivazione di “ATON virtuali”, acronimo di “Aids TO Navigation”, supporti digitali alla navigazione che evidenzieranno sulle strumentazioni di bordo la rotta ideale da seguire per accedere al porto. “ATON virtuale” è la sintesi di una ricerca effettuata, su commissione dell’AdSP, dall’Università degli Studi di Napoli Parthenope sulla base di migliaia di tracciati di navigazione registrati negli ultimi anni all’interno della Laguna, che sarà sottoposto a sperimentazione diretta da ottobre. In questa fase si raccoglieranno i riscontri da parte dei piloti per migliorare e affinare il servizio, sia come ausilio alla sicurezza nella navigazione, sia come un supporto all’operatività degli scali di Venezia e di Chioggia in condizioni meteo-marine che, fino ad oggi, potevano determinare incertezze sul fronte dell’accessibilità nautica.

A completare il quadro, si avvierà la sperimentazione dei dispositivi PPU (Pilot Portable Units), costituiti da un kit formato da un’applicazione e tablet e da un’antenna GPS portatile dotata di accelerometri e giroscopi, che potranno geolocalizzare perfettamente la nave e i relativi movimenti.

Ansa/Mare – 05/10/2018

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Fs Italiane: trasporto regionale e pendolari al centro del Piano industriale

“Il Gruppo FS Italiane è fortemente impegnato nel rilancio del trasporto regionale e pendolare, mettendo al centro della filiera industriale le esigenze delle persone che ogni giorno scelgono il treno per muoversi per motivi di lavoro, studio e turismo”. Lo scrive il Gruppo Fs in una nota.

“Ferrovie dello Stato Italiane è impegnata insieme a tutte le società operative per consolidare la propria competitività e leadership sui servizi alta velocità e su quelli della logistica al servizio del sistema Paese”, si legge ancora nel comunicato.

“Trasporto regionale, alta velocità, logistica e digitalizzazione per nuovi servizi ai clienti pendolari sono le priorità e le sfide industriali messe al centro del prossimo Piano industriale, a cui stiamo lavorando già da agosto”, ha dichiarato Gianfranco Battisti, AD e DG FS Italiane, a margine dell’incontro con alcuni delegati delle associazioni del settore dei trasporti della Grecia, specificando, inoltre, che “al momento l’unico interesse è lo sviluppo industriale del Gruppo e non siamo focalizzati a partecipazioni finanziarie in altre società.”

Trasporti-Italia.com – 05/10/2018

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Camion in coda per 70 km al Brennero

4 Ottobre 2018

La festività tedesca dell’Unità e il conseguente blocco della circolazione dei veicoli industriali in Austria ha causato la mattina del 4 ottobre 2018 una lunghissima colonna di camion sul tratto autostradale dell’Alto Adige.

Festa in Germania, blocco della circolazione in Austria e coda in Italia dove oggi sarebbe una normale giornata di lavoro. Questo è il copione che si è ripetuto fin dalle prime ore della mattina sull’autostrada A22 in direzione del Brennero, quando si è formata una coda di settanta chilometri da Bolzano a Vipiteno, favorita anche dal divieto di sorpasso tra veicoli pesanti. L’evento ha origine dalla festa dell’Unità, che si è svolta il 3 ottobre in Germania, con restrizioni alla circolazione dei veicoli industriali. Come è già accaduto in precedenza, l’Austria ha vietato il transito dei camion sul suo territorio, con conseguente fermo sul versante italiano del Brennero. Quando allo scadere del divieto i veicoli industriali si sono mossi verso nord hanno creato un ingorgo durato per l’intera mattina.

TrasportoEuropa – 04/10/2018

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L’industria del trasporto aereo vale 2,7 trilioni di dollari

L’industria del trasporto aereo supporta, nel mondo, 65,5 milioni di posti di lavoro e vale 2,7 trilioni di dollari. Sono i dati riportati nel report “Aviation: Benefits Beyond Borders” condatta dall’Air Transport Action Group  (ATAG) che analizza l’importante ruolo giocato dall’aviazione nella società oltre all’impatto economico, sociale e ambientale.
Il report individua due possibili scenari futuri di crescita nel traffico aereo, con relativi benefici economici e in termini di posti di lavoro. Se dovesse prevalere un rapporto commerciale aperto e libero da dazi, entro il 2037  la crescita del trasporto aereo supporterebbe 97,8 milioni di posti di lavoro e 5,7 milioni di attività economiche. Se invece dovesse prevalere la linea del protezionismo, i posti di lavoro in meno sarebbero oltre 12 milioni e le attività economiche perse 1,2 trilioni.“Lavorando tutti insieme, imparando dalle reciproche culture e gestendo apertamente i commerci, non solo creiamo un’economia più forte, ma manteniamo le condizioni per un’interazione pacifica in tutto il mondo – ha sottolineato Michael Gill, direttore esecutivo ATAG -. Il trasporto aereo è la chiave di sviluppo di una connettività positiva”.

Trasporti-Italia.com – 04/10/2018

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Trieste Airport: Pizzimenti, migliorati standard sicurezza

3 Ottobre 2018

“La ristrutturazione aziendale attuata a Trieste Airport e il superamento di costi ingiustificati, fra questi anche il cosiddetto falconiere, non ha ridotto la sicurezza delle operazioni di volo e ha consentito la verifica dei processi operativi e il miglioramento degli standard di sicurezza dell’aeroporto stesso”.

Lo ha affermato l’assessore a Infrastrutture e Territorio del Friuli Venezia Giulia, Graziano Pizzimenti, rispondendo all’iri (interrogazione a risposta immediata) della consigliera regionale Mara Piccin che chiedeva di sapere se i metodi utilizzati in sostituzione del falconiere sono efficaci per la sicurezza aerea o se viene prevista la reintroduzione della falconeria.

L’individuazione dei puntatori laser per allontanare i volatili, l’uso di droni segnalatori e altre attività previste accrescono la sicurezza, secondo Pizzimenti che ha indicato come “tra le varie iniziative di allontanamento dei volatili adottate, si opera anche sul fronte della prevenzione riducendo le fonti di cibo per gli uccelli all’interno e all’esterno dell’aeroporto. In questa direzione viene gestita una specifica grass policy per lo sfalcio delle aree a verde all’interno dell’aeroporto oltre che l’incontro con le maggiori aziende agricole limitrofe all’aeroporto per evitare l’attraversamento dei volatili che cercano cibo nei campi adiacenti”.

“L’approccio alla materia è affrontata dal nostro aeroporto con tecniche all’avanguardia”, ha aggiunto Pizzimenti, ricordando inoltre come la falconeria sia utilizzata in modo discontinuo e su un numero residuale di scali nazionali così come viene indicato nella relazione annuale 2016 pubblicata dall’ente nazionale per l’aviazione civile (Enac), e non rappresenta una modalità compatibile e integrabile con i moderni sistemi in uso.

Pizzimenti, infine, ha rassicurato sul fatto che Trieste Airport applica le migliori tecniche disponibili per l’allontanamento dei volatili “come costantemente verificato e certificato da Enac. I dati del bird risk index, indicatore che considera il numero degli impatti in rapporto al volume di traffico, l’abbondanza dei volatili e di altra fauna e gli effetti del volo, negli ultimi due anni è pari a 0,07, ben inferiore alla soglia di attenzione posta allo 0,5”.

Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia/Notizie dalla Giunta – 03/10/2018

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Nel 2017 il trasporto di merci via mare è cresciuto del +4,0% e nel periodo 2018-2023 la crescita media annua attesa è del +3,8%

Cinquantesimo rapporto annuale dell’UNCTAD sul trasporto marittimo.

Nel 2017 il trasporto mondiale di merci via mare è cresciuto del +4,0% rispetto all’anno precedente segnando l’incremento percentuale più elevato dell’ultimo quinquennio. Lo evidenzia l’ultima edizione annuale dell’“UNCTAD Review of Maritime Transport”, l’analisi sul trasporto marittimo elaborata dalla Conferenza delle Nazioni Unite sul Commercio e lo Sviluppo (UNCTAD) che è giunta nel 2018 al 50° anno di pubblicazione. Lo scorso anno la flotta mondiale ha trasportato complessivamente 10,7 miliardi di tonnellate di carichi, con una crescita di 411 milioni di tonnellate sul 2016 di cui quasi la metà costituita da rinfuse secche.

Se nel 2017 quest’ultima tipologia di carichi ha registrato un aumento del +4,0% sull’anno precedente rispetto al +1,7% conseguito nel 2016, lo scorso anno – dopo due anni in cui sono state segnate le percentuali più contenute di aumento del traffico containerizzato mai registrate con un +1,1% nel 2015 ed un +3,1% nel 2016 – i trasporti containerizzati sono aumentati del +6,4%, che è la percentuale più elevata dal 2011. Complessivamente nel 2017 il trasporto containerizzato via mare è stato pari ad un totale di 148 milioni di container da 20′ (teu).

Nel settore delle rinfuse liquide, lo scorso anno il trend di crescita dei trasporti marittimi di petrolio grezzo è risultato meno sostenuto con un aumento del +2,4% sul 2016, mentre i trasporti di prodotti petroliferi raffinati e di gas hanno segnato un incremento del +3,9%.

L’UNCTAD prevede che nel 2018 il trasporto di merci per via marittima registrerà nuovamente un aumento del +4,0%, con un rialzo dei volumi in tutti i principali segmenti merceologici e in particolare in quelli dei container e delle rinfuse secche che risulteranno superiori alla crescita delle rinfuse liquide. L’organizzazione delle Nazioni Unite prevede inoltre che nel periodo 2018-2023 il tasso annuo di crescita composto del trasporto marittimo sarà del +3,8%, con un +4,9% delle rinfuse secche, un +6,0% dei trasporti in container, un +1,7% dei trasporti di petrolio grezzo e un +2,6% dei prodotti petroliferi e del gas.

«Anche se le prospettive per il commercio marittimo sono positive – ha avvertito però il segretario generale dell’UNCTAD, Mukhisa Kituyi – queste sono minacciate dall’insorgere di guerre commerciali e dalle crescenti politiche di chiusura. L’escalation del protezionismo e le battaglie sulle tariffe all’insegna dell’“occhio per occhio” – ha rilevato Kituyi – potranno potenzialmente nuocere al sistema di scambi commerciali globali che sostiene la domanda di trasporto marittimo».

L’analisi annuale relativa al 2017 dell’UNCTAD prende in esame diversi aspetti del trasporto marittimo tra cui la consistenza della flotta mondiale, rilevando che lo scorso anno si è verificata una lieve ripresa della crescita della flotta che è risultata pari a 42 milioni di tonnellate di stazza lorda in più rispetto al 2016, per un incremento percentuale pari al +3,3%.

Quanto alla proprietà della flotta mondiale, nel 2017 la Grecia si è confermata in testa alla classifica con una flotta di 4.371 navi (+5,7% sul 2016) per una capacità di stiva di 330,2 milioni di tonnellate di portata lorda (+12,7%), di cui 774 navi (+6,3%) di bandiera nazionale per 65,0 milioni di tpl (+0,4%) e 3.597 navi di bandiera estera o internazionale (+5,5%) per 265,2 milioni di tpl (+16,1%). Secondo è il Giappone con una flotta di 3.841 navi (-3,2%) per 229,0 milioni di tpl (-2,3%), di cui 988 navi di bandiera nazionale (+18,3%) per 38,0 milioni di tpl (+32,2%) e 2.853 navi di bandiera estera (-9,0%) per 185,6 milioni di tpl (-7,3%). Al terzo posto la Cina con 5.512 navi (+11,1%) per 183,1 milioni di tpl (+15,2%), di cui 3.556 unità di bandiera nazionale (+16,8%) per 83,6 milioni di tpl (+12,9%) e 1.956 di bandiera estera (+2,1%) per 99,4 milioni di tpl (+17,3%). Quarta la Germania con 2.869 navi (-14,6%) per 107,1 milioni di tpl (-10,1%), di cui 319 di bandiera nazionale (+32,9%) per 11,7 milioni di tpl (+3,7%) e 2.550 di bandiera estera (-18,3%) per 95,4 milioni di tpl (-11,6%). Al quinto posto Singapore con una flotta di 2.629 navi (+3,0%) per 103,6 milioni di tpl (+8,7%), con una flotta di bandiera nazionale che – si desume raffrontando l’ultima analisi dell’UNCTAD rispetto a quella relativa al 2016 – sarebbe stata costituita da 240 navi di bandiera nazionale (-84,0%) per 2,2 milioni di tpl (-96,3%) e da 2.389 di bandiera estera (+126,7%) per 101,3 milioni di tpl (+202,0%), evidenziando quella che sarebbe stata un’emorragia dalla bandiera di Singapore di naviglio di proprietà riconducibile a Singapore.

Relativamente ai registri navali, nel 2017 Panama si è confermato al primo posto con 7.914 navi per 335,9 milioni di tpl rispetto a 8.153 navi per 334,4 milioni di tpl nell’anno precedente. Al secondo posto è salito il registro delle Isole Marshall con 3.419 navi per 237,8 milioni di tpl, rispetto a 2.942 navi per 200,1 milioni di tpl nel 2016, che ha scavalcato la Liberia classificatasi terza con 3.321 navi per 223,7 milioni di tpl rispetto a 3.185 navi per 206,3 milioni di tpl nel 2016.

Quanto al settore delle costruzioni navali, nel 2017 oltre il 90% della capacità costruttiva era presente in Cina, Corea del Sud e Giappone, mentre il 79% della capacità di demolizione navale era presente nell’Asia meridionale, in particolare in India, Bangladesh e Pakistan.

InforMare – 03/10/2018

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Confetra: rallenta la crescita del trasporto marittimo

Incrementi meno marcati rispetto al passato nel 1° semestre 2018.

E’ cresciuto anche nel primo semestre 2018 il traffico di merci via mare in Italia, ma l’incremento è stato meno sostenuto rispetto al passato.

A certificare questo rallentamento del trend positivo è Confetra- Confederazione Generale Italiana dei Trasporti e della Logistica, che ha diffuso la sua Nota Congiunturale relativa ai primi sei mesi dell’anno. Il report, realizzato dal Centro Studi dell’associazione, mette a fuoco tutti i settori del trasporto e della logistica, studiando nel dettaglio anche il comparto marittimo, “in cui si registra un rallentamento rispetto ai primi sei mesi del 2017” si legge nella nota di Confetra.

Per quasi tutte le tipologie di merce, il saldo è comunque positivo rispetto al primo semestre dello scorso anno: il traffico di rotabili (ro-ro) è aumentato del 4,7%, mentre quello di container è cresciuto del 3,1%. Bene anche le rinfuse liquide, la cui movimentazione ha fatto registrate un +1,7% (nel calcolo mancano però i dati relativi ai porti di Augusta e Cagliari). In costante calo, invece, le rinfuse solide, che tuttavia rallentano la caduta, dal -11,2% registrato nel primo semestre 2017 (rispetto allo stesso periodo del 2016) al -0,3% dei primi sei mesi di quest’anno.

Confetra analizza poi il traffico di container in transhipment, ovvero quando i porti fungono solo da ‘stazione intermedia’ per lo sbarco di box da navi grandi e il loro imbarco su unità più piccole, con vengono trasportati fino alla loro destinazione finale. Mentre il volume di transhipment è aumentato nei porti di Genova (+17,2%) e Trieste (+9,7%), dove però questo tipo di traffico è marginale e complementare a quello di destinazioni finale per le merci (porti gateway), nei due principali scali italiani dedicati interamente (o quasi) al transhipment, ovvero Gioia Tauro e Cagliari, i volumi movimentati sono calati sensibile, rispettivamente dell’8,3% e del 61,8%.

Ansa/Mare – 03/10/2018

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Inquinamento: l’Ue chiede un taglio alle emissioni di Co2 del 40% entro il 2030

Un taglio del 40% delle emissioni di Co2 per auto e furgoni entro il 2030. Il Parlamento europeo ha votato a favore di un obiettivo ancora più duro di quello proposto dalla Commissione europea — e ha anche fissato un obiettivo intermedio del 20% per il 2025. La commissione ambiente del Parlamento, orientata ad azioni sul cambiamento climatico più drastiche rispetto a quelle dell’aula nel suo complesso, il mese scorso si era espressa a favore di una riduzione del 45% entro il 2030 per le emissioni delle flotte di auto e furgoni dei produttori automobilistici.

I costruttori le cui emissioni medie di CO2 supereranno tali obiettivi pagheranno un’ammenda al bilancio dell’UE. Tali fondi saranno destinati ai lavoratori altamente qualificati colpiti da cambiamenti nel settore automobilistico. Le case automobilistiche dovranno inoltre garantire che i veicoli a emissioni zero e a basse emissioni – ZLEV (auto elettriche o veicoli che emettono meno di 50 g CO2/km) abbiano una quota di mercato del 35% sulle vendite di nuove auto e furgoni entro il 2030 e del 20% entro il 2025.

Ma il maggiore gruppo politico europeo, il Ppe, non ha sostenuto il target, preoccupato che possa danneggiare la competitività del settore, spingendo i politici a cercare un compromesso prima del voto.

La proposta di legge della Commissione europea prevede invece obiettivi meno impegnativi, pari a una riduzione del 15% entro il 2025 e del 30% entro il 2030 rispetto ai livelli del 2021. Dopo il voto odierno gli eurodeputati dovranno negoziare gli obiettivi finali con i 28 stati membri del blocco, che stanno ancora dibattendo le proprie posizioni. La Germania — dando voce ai timori che target ambiziosi possano portare a tagli di posti di lavoro nell’importante settore dell’automotive — ha detto che appoggerà la proposta iniziale della Commissione. Altri governi Ue tuttavia, inclusa la Francia, vogliono obiettivi più alti.

Trasporti-Italia.com – 03/10/2018

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