Rixi: “Dal prossimo anno il Fondo porti torna a 60 milioni”

12 Ottobre 2018

Il passato governo ne aveva destinati solo 30

“L’anno prossimo, con la manovra, il fondo porti verrà riportato al plafond di 60 milioni con la distribuzione dell’Iva, anzichè 30 come quest’anno”. Lo ha detto il viceministro alle Infrastrutture e Trasporti Edoardo Rixi a margine della presentazione di un evento dedicato allo shipping.

Rixi ha anche spiegato come sarà sostenuto il porto di Genova che sta subendo disagi nella logistica a causa del crollo del viadotto Morandi. “Il passato Governo per quest’anno aveva destinato ai porti 30 milioni, decurtando il fondo di altrettanti 30 milioni. Il prelievo di 30 milioni dal fondo porti solo per lo scalo di Genova avrebbe significato che nessun altro scalo quest’anno avrebbe potuto prendere soldi. Così il Governo è intervenuto, stanziando 15 milioni per Genova sul decreto fiscale. Di conseguenza per il porto di Genova vengono confermati 30 milioni: 15 dal fondo porti e 15 dal decreto fiscale. I 15 milioni che restano nel fondo porti saranno distribuiti su tutti gli altri scali italiani”.

Ansa/Mare – 12/10/2018

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Pedemontana Veneta: non sottoposta ad analisi costi-benefici

11 Ottobre 2018

Disco verde per la Pedemontana Veneta, la superstrada a pagamento lunga 94 chilometri che collegherà Treviso a Vicenza. E’ quanto prevede a pagina 73 il Def, il Documento di economica e finanza, che ha escluso la grande opera dall’esame costi-benefici, come riporta il Gazzettino.

 “La rigorosa analisi” e l'”attento monitoraggio”, riguarderanno altre opere come il terzo valico, il collegamento ferroviario tra Brescia e Padova, la Torino-Lione e la stessa Pedemontana lombarda. La realizzazione della Pedemontana veneta ha sempre incontrato l’opposizione dei consiglieri regionali M5s.

“Il ministero delle infrastrutture – aveva sottolineato il consigliere pentastellato Jacopo Berti – è già stato avvertito e io farò di tutto perché questo scempio sia fermato una volta per tutte”.

Oggi Treviso – 11/10/2018

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Friuli Venezia Giulia: entro il 2020 sarà ultimata la terza corsia sull’A4

La terza corsia sull’A4 fino allo snodo di Palmanova sarà ultimata entro la fine del 2020 e, forse, ancor prima, stante il premio per accelerazione dei lavori, ma la partita più importante si gioca sull’affidamento in house della concessione trentennale. Lo ha detto a Udine l’assessore regionale alle Infrastrutture e Territorio Graziano Pizzimenti, intervenendo all’assemblea dell’Associazione delle Piccole e Medie Industrie del Friuli Venezia Giulia – Confapi Fvg indetta per l’approvazione del bilancio 2017.

Per l’affidamento in house della concessione, ha spiegato, e, cioè, a una società integralmente pubblica, partecipata dalle regioni Friuli Venezia Giulia e Veneto, sono in corso negoziati con il ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, il ministero dell’Economia e della Finanza e Commissione europea.
L’assemblea, informa una nota dell’associazione, presieduta dal presidente Massimo Paniccia, è stata l’occasione anche per fare il punto su alcuni dei principali temi legati alle maggiori infrastrutture in regione. Sul rilancio dell’aeroporto di Ronchi dei Legionari, arricchitosi di una struttura intermodale che lo collega alla linea ferroviaria Venezia-Trieste, Pizzimenti ha fatto sapere che l’infrastruttura potrà avere un futuro anche come scalo merci.

Nonostante il fatto lo scalo aeroportuale regionale abbia registrato nel 2017 un movimento di circa 800 mila passeggeri – contro gli oltre 10 milioni di Venezia e i 3 di Treviso – ha rimarcato Pizzimenti, non manca l’interessamento di potenziali gestori privati. Il fatto che la precedente gara d’appalto sia andata deserta, ha spiegato l’assessore, è dipeso dall’assegnazione del solo 45% delle azioni all’aggiudicatario privato. La prossima, che sarà bandita a breve, ha sottolineato Pizzimenti, avrà miglior esito per le mutate condizioni che riconosceranno al soggetto privato la maggioranza delle azioni (55%).

Quanto ai porti, Pizzimenti ha fatto sapere che si sta procedendo verso un’integrazione sotto la regia dell’Autorità del sistema portuale dell’Adriatico orientale, nel quale entrerà a far parte il porto di Monfalcone, e che sono in corso interrelazioni con gli interporti dell’entroterra (Fernetti, Cervignano, Gorizia e Pordenone), ponendo così i presupposti per la formazione dell’auspicata piattaforma logistica regionale.


Trasporti-Italia.com – 11/10/2018

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Sostenibilità: MSC Crociere elimina la plastica monouso e introduce prodotti eco-friendly

MSC Crociere ha presentato oggi un nuovo capitolo del suo programma di gestione ambientale, annunciando l’impegno ad eliminare la plastica monouso dall’intera flotta a livello globale e ad introdurre, ove disponibili, alternative sostenibili.

Nell’ambito del Plastics Reduction Programme, MSC Crociere eliminerà, entro la fine di marzo 2019, un elevato numero di articoli in plastica, sia a bordo delle navi sia a terra, sostituendoli con soluzioni ecocompatibili. Saranno banditi quindi tutti i sacchetti di plastica monouso, cucchiai, bicchieri, palettine da caffè e gli altri articoli monouso che saranno sostituiti da prodotti eco-friendly. La compagnia, riorganizzerà anche le cucine di bordo e i processi di preparazione del cibo per eliminare la plastica anche dalle monoporzioni (pirottini, confezioni di marmellata o yogurt).

Un primo passo concreto già intrapreso dalla Compagnia vedrà, entro la fine del 2018, la sostituzione di tutte le cannucce di plastica con alternative compostabili e biodegradabili al 100%. Le bevande di bordo non saranno più servite con la cannuccia riducendone così il consumo complessivo del 50% e, gli ospiti che ne faranno richiesta, potranno comunque scegliere tra una gamma di opzioni ecocompatibili realizzate con resine biodegradabili al 100%, con fonti rinnovabili (acido polilattico a base di mais o zucchero, bambù, carta) o altri materiali ecologici. La stessa opzione sarà offerta anche in tutti gli uffici a terra e durante le escursioni)

L’impegno di MSC Crociere si spingerà anche oltre, cercando di collaborare con tutti i fornitori della catena logistica con l’obiettivo di rimuovere la plastica, ove possibile, anche da tutti gli imballaggi.
Pierfrancesco Vago, Executive Chairman di MSC Crociere, ha dichiarato: “La mission di MSC Crociere è quella di fornire ai nostri ospiti le migliori esperienze di vacanza sul mare e ci impegniamo farlo in modo sostenibile. È per questo che abbiamo da tempo intrapreso un viaggio volto alla continua riduzione dell’impatto ambientale delle nostre navi. L’imminente eliminazione degli oggetti monouso in plastica su tutta la nostra flotta è un ulteriore passo in avanti in questa direzione. Questa decisione, che si inserisce nel più ampio programma globale di gestione ambientale, rappresenta un ulteriore tassello a sostegno del nostro impegno per la conservazione e la protezione della risorsa più preziosa del nostro pianeta: i mari e gli oceani”.

Nell’ambito del suo programma globale di gestione ambientale, MSC Crociere ha adottato negli anni numerose misure capaci di ridurre l’impatto delle sue attività, tra queste ricordiamo gli impianti di riciclaggio all’avanguardia e gli efficienti sistemi di gestione dei rifiuti che contraddistinguono ogni nave della flotta. Un pool di Environmental Officers si assicura che tutta la flotta applichi in maniera efficace le politiche e la vision della Compagnia. E, attraverso un attento programma di formazione, MSC Crociere mira all’eccellenza in questo ambito con l’obiettivo di migliorare la gestione dei rifiuti e il loro riciclo. Un programma cui contribuiscono fattivamente anche tutti i dipendenti della Compagnia che ogni giorno si impegnano a smaltire e riciclare correttamente tutti quei rifiuti che ancora non possono essere sostituiti con alternative eco-friendly.

MSC Crociere collaborerà con una primaria società di certificazione per far sì che il riciclo dei rifiuti e l’impegno in ambito ambientale siano trasversali a tutte le attività, di bordo e di terra, della compagnia e possano quindi fregiarsi di una certificazione rilasciata da un ente esperto. Già oggi lo smaltimento e la separazione dei rifiuti rispettano le normative MARPOL e i principi stabiliti dall’Associazione CLIA per la prevenzione dell’inquinamento marino così come monitorato e certificato dal sistema di controllo implementato dalla compagnia.
Pierfrancesco Vago ha concluso: “Stiamo valutando la possibilità di lavorare assieme a una società di certificazione leader a livello mondiale per far sì che tutti gli articoli in plastica rimanenti, per i quali non esistono ancora delle soluzioni alternative, siano effettivamente e correttamente riciclati. In questo modo, indipendentemente dal luogo in cui sono impiegate le nostre navi, sarà possibile garantire che tutti gli articoli in plastica, non solo non abbiano un impatto sul mare, ma nemmeno sulla terraferma, a beneficio delle popolazioni e dei territori che ci ospitano”.


Trasporti-Italia.com – 11/10/2018

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Emissioni: Gnl, la soluzione sostenibile per ambiente e mezzi pesanti

10 Ottobre 2018

La filiera del GNL (Gas naturale liquefatto, metano a circa -160 gradi per essere stoccato liquido) è in grande espansione e per il trasporto pesante su strada è una grande e attuale opportunità che soddisfa requisiti ambientali – forte abbattimento degli inquinanti – che economici, con i bassi costi di esercizio. Insomma, per un Paese come l’Italia dove l’80% delle merci viaggia su gomma con relativo inquinamento e congestione stradale, è un’occasione da non perdere. Quindi l’auspicio è che il Governo sostenga lo sviluppo del settore e che si realizzi una rete di rifornimento. Se ne parla oggi a Oil & Non Oil – stoccaggio e trasporto carburanti, la manifestazione nazionale di riferimento per tutti gli operatori della filiera dei carburanti liquidi e gassosi e del comparto del non-oil, in programma alla Fiera di Verona fino a domani, giovedì 11 ottobre.

Come spiega Giuseppina Della Pepa, segretario generale Anita (Associazione nazionale imprese trasporti automobilistici, aderente a Confindustria), “il peso del trasporto su strada è ancora rilevante, è all’ 80,1% in Italia, all’83,2% in Francia”, per fare degli esempi. Insomma, “nel contesto europeo il trasporto su strada resta predominante in tutti i Paesi, salvo quelli dell’Est Europa dove la ferrovia storicamente è il metodo di trasporto merci più usato”, dice Della Pepa. Quindi “ha e avrà un ruolo insostituibile nell’economia e nella società”. Infatti si prevede “un aumento del 60% del trasporto merci trail 2010 e il 2050, con un +42% dei passeggeri sui bus”.

Ciò detto, “il settore tra i primi deve fare una riflessione, non si può più pensare di procedere in questo modo”, auspica il segretario generale Anita. Infatti in Italia “ancora il 9,9% dei trattori stradali è Euro 0, con percentuali simili tra gli altri veicoli pesanti, il 9,6% è Euro 2 e il 23,3% è Euro 3. È quindi necessario che il settore faccia un salto di qualità nel senso di affrontare le sfide del futuro per veicoli più puliti e più sicuri, una sostenibilità anche economica”.

Il ministero delle Infrastrutture e Trasporti per il 2018 ha destinato 9,6 milioni di euro per incentivi riservati a veicoli pesanti a trazione alternativa, “e lo scorso anno un importo di poco superiore è stato usato tutto – conclude Giuseppina Della Pepa, segretario generale Anita – Noi avremmo voluto di più, e i tempi sono maturi per chiedere un nuovo sforzo al Governo e aumentare gli investimenti per contemperare rispetto dell’ambiente, maggiore sicurezza e sostenibilità economica”.

Gli operatori sono pronti, e anche il mercato c’è. “Iveco coni suoi Stralis è stato il primo a entrare nel mercato dei mezzi pesanti a Gnl”, spiega Massimo Santori, Institutional Relations CNH Industrial – Iveco. Da questa tecnologia derivano “vantaggi ambientali, per la riduzione degli inquinanti, con gli NOx e le PM10 completamente abbattuti, mentre sul fronte della CO2 la riduzione è valutabile tra il 10 e il 15%, una diminuzione già importante che però arriva a quasi il 100% con l’uso di BioGNL”.

Ma “ci sono vantaggi anche dal punto di vista dei costi – spiega Santori – per cui la sostenibilità è sia ambientale che economica”, tenendo conto che il passaggio a una maggiore sostenibilità “scatta solo se i due fattori entrano in relazione: se c’è il vantaggio economico anche il vantaggio ambientale viene perseguito da operatori che devono necessariamente guardare al portafoglio, e parlando dell’autotrasporto italiano forse più di qualsiasi altra categoria. Noi siamo molto attenti ai costi di esercizio, che con il Gnl si abbattono notevolmente grazie al minore costo e al minor consumo”.

Trasporti-Italia.com – 10/10/2018

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Il costo dei servizi tecnico-nautici al centro di un dibattito del Propeller Club di Venezia

Voci discordanti sull’impatto di queste tariffe sulla competitività di un porto

Il livello delle tariffe dei servizi tecnico-nautici è uno tra gli elementi più importanti per definire la competitività in termini strettamente economici di un porto. Oppure non è così decisivo? Di questo elemento, importante o quasi irrilevante, si è discusso ieri presso il Venezia Terminal Passeggeri di Venezia nel corso del convegno “Servizi tecnico-nautici: tariffe e qualità dei servizi come elemento di competitività” organizzato dal The International Propeller Club Port of Venice.

Nel suo intervento il vice presidente della federazione degli agenti marittimi italiani Federagenti ha evidenziato il problema della diversità dei livelli tariffari che si riscontrano in differenti porti: «combattiamo ogni giorno – ha spiegato Alessandro Santi – per trovare il porto più conveniente per l’armatore. La competitività porta a confrontarsi con tariffe di Stati diversi, in alcuni casi concorrenziali rispetto alle nostre», spesso perché agevolati da regimi fiscali diversi dall’Italia. Pertanto Santi ha sottolineato la necessità di «agevolare la crescita dei mercati, ma evitare le distorsioni».

Andrea Scarpa, presidente degli spedizionieri veneziani Assosped, ha denunciato un «approccio burocratico da parte dei fornitori di servizi nei confronti delle richieste dell’utenza. Come se – ha rincarato la dose – fare entrare le navi o non farle entrare non fosse loro interesse».

Il vice presidente associazione europea piloti marittimi EMPA, Fiorenzo Milani, ha ricordato che «il rinnovo tariffario del servizio di pilotaggio portuale è concordato con il ministero» e che, pertanto, c’è «assoluta trasparenza delle tariffe». «Intendiamoci – ha aggiunto evidenziando che il costo dei servizi tecnico-nautici pesa minimamente sui costi complessivi dello scalo di una nave in un porto – nella scelta di un porto da parte dell’armatore i servizi tecnico nautici sono al penultimo posto: incidono solo per il 4-2%», come – ha precisato – spiega lo studio europeo condotto dall’International Maritime Organization (IMO). I dati – ha sottolineato Milani – parlano chiaro le tariffe italiane in Europa sono competitive, a fronte di una totale mancanza di investimenti da parte del nostro Paese nel campo del pilotaggio. Inoltre Milani ha rilevato come in Italia gli operatori dei servizi tecnico-nautici debbano fare i conti con una carenza infrastrutturale che crea un divario enorme con i porti della concorrenza europea: «solo grazie alla cooperazione dei servizi tecnico-nautici con l’autorità marittima – ha specificato – riusciamo ogni volta a far fronte alle carenze infrastrutturali e agli ostacoli meteorologici».

Davide Calderan della Rimorchiatori Riuniti Panfido & C., rappresentante del servizio di rimorchio del porto di Venezia, rispondendo al quesito sulla possibilità di una riduzione delle tariffe di rimorchio mantenendo però alto il livello della sicurezza, ha replicato che è necessario investire in nuove tecnologie per utilizzare un numero minore di rimorchiatori. Interrogato sul regime di liberalizzazione del servizio con una concorrenza tra più operatori all’interno di uno stesso porto, Calderan si è dichiarato contrario ed ha auspicato invece «un sistema più controllato piuttosto che un regime liberista dove ognuno potrebbe applicare la tariffa che vuole».

InforMare – 10/10/2018

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Ad agosto il traffico delle merci nel porto di Ravenna è calato del -3,7%

Nei primi otto mesi di quest’anno sono state movimentate 17,65 milioni di tonnellate di carichi (+0,2%)

Lo scorso agosto il traffico delle merci movimentato dal porto di Ravenna è diminuito del -3,7% essendo stato pari a 2,07 milioni di tonnellate rispetto a 2,15 milioni di tonnellate movimentate nell’agosto 2017. I carichi allo sbarco sono ammontati a 1,75 milioni di tonnellate (-4,5%) e quelli all’imbarco a 322mila tonnellate (+0,8%). La contrazione complessiva del -3,7% del traffico dell’agosto 2018 è stata determinata dalla riduzione dei volumi movimentati in tutti i segmenti merceologici ad eccezione di quello delle rinfuse liquide che si è attestato a 393mila tonnellate (+10,3%), di cui 229mila tonnellate di prodotti petroliferi (+12,4%), 113mila tonnellate di derrate alimentari (+7,7%) e 51mila tonnellate di prodotti chimici (+6,9%). Nel settore delle merci secche il totale è stato di 1,42 milioni di tonnellate (-5,0%), con cali dei prodotti metallurgici (540mila tonnellate, -3,5%), dei minerali grezzi e materiali da costruzione (325mila tonnellate, -29,6%), delle derrate alimentari (210mila tonnellate, -17,9%) e dei concimi (42mila tonnellate, -52,3%) e con incrementi dei prodotti agricoli (267mila tonnellate, +145,2%) e dei minerali e cascami metallurgici (33mila tonnellate, +788,7%). In flessione anche i carichi in container con 157mila tonnellate (-3,8%) e i carichi su rotabili con 107mila tonnellate (-24,7%).
Nei primi otto mesi del 2018 il porto ravennate ha movimentato globalmente 17,65 milioni di tonnellate di merci, con una progressione del +0,2% sul periodo gennaio-agosto dello scorso anno, di cui 15,18 milioni di tonnellate di merci allo sbarco (+1,4%) e 2,47 milioni di tonnellate di merci all’imbarco (-6,5%). Nel comparto delle merci secche il totale è stato di 11,89 milioni di tonnellate (+1,5%), di cui 4,51 milioni di tonnellate di prodotti metallurgici (+3,1%), 3,41 milioni di tonnellate di minerali grezzi, manufatti e materiali da costruzione (-6,4%), 1,42 milioni di tonnellate di prodotti agricoli (+54,2%), 1,35 milioni di tonnellate di derrate alimentari (-13,0%), 912mila tonnellate di concimi (-3,6%), 173mila tonnellate di combustibili e minerali solidi (-7,1%), 66mila tonnellate di minerali e cascami metallurgici (+18,0%), 10mila tonnellate di prodotti chimici e 25mila tonnellate di altri carichi secchi (+33,8%). Il traffico delle merci containerizzate è ammontato a 1,60 milioni di tonnellate (-5,0%) ed è stato realizzato con una movimentazione di contenitori pari a 145.842 teu (-3,2%). Il traffico di carichi ro-ro ha totalizzato 1,08 milioni di tonnellate (-9,4%).

InforMare – 10/10/2018

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Statale del Brennero, idea divieto di transito per i tir

9 Ottobre 2018

Il rischio – da evitare – è l’invasione di camion e tir sulla statale del Brennero. Per questo la Provincia di Bolzano corre ai ripari, prevedendo dei divieti di transito che potrebbero diventare poi una chiusura permanente. Il ragionamento è semplice: entro fine novembre 2018 arriverà il rinnovo della concessione per l’A22. E allora si potrà partire con il più volte annunciato pedaggio di corridoio: ovvero delle tariffe maggiorate da applicare al trasporto pesante. L’obiettivo, naturalmente, è quello di abbattere l’attuale fenomeno del traffico deviato, ovvero del transito di mezzi pesanti lungo il corridoio del Brennero in virtù dei pedaggi più convenienti, ma da uno studio elaborato su incarico della Provincia emerge il rischio di un impatto negativo sulla statale del Brennero, che, una volta inserito il pedaggio di transito, diventerebbe una soluzione attraente per i tir. Per questo motivo, la Giunta provinciale ha deciso di intervenire con delle misure in grado di attutire questo rischio: in sostanza, si tratta di inserire il divieto di transito ai tir che intendono aggirare il pedaggio autostradale utilizzando la statale del Brennero per attraversare l’Alto Adige.

«Siamo ad un passo dalla concessione autostradale – sottolinea il presidente della Provincia – una trattativa lunga e complessa che ha sempre messo al centro della questione gli aspetti ambientali. Non è immaginabile che il traffico pesante possa essere semplicemente deviato sulla strada statale». Per consentire all’ente proprietario di una strada, in questo caso la Provincia di Bolzano, di prevedere dei divieti di transito permanenti, è necessaria una modifica del codice della strada. «Su questo punto abbiamo l’ok politico da parte del Ministro dei trasporti – commenta il Landeshauptmann – ma i tempi rischierebbero di essere troppo lunghi. Per questo motivo abbiamo deciso di preparare delle misure alternative, sull’esempio di quanto già fatto in Tirolo, in modo tale da avere la certezza di essere pronti a partire con il divieto di transito per i tir sulla SS12 non appena sarà inserito il pedaggio di corridoio».

La normativa, infatti, prevede la possibilità proprio per l’ente proprietario, in questo caso la Provincia, di inserire dei divieti di transito temporanei per diversi motivi: dalla sicurezza pubblica alla sicurezza stradale, da questioni militari alla tutela della salute dei cittadini. Ed è proprio su quest’ultimo punto che si concentra l’attenzione della Giunta provinciale per motivare la decisione di imporre il divieto di transito ai mezzi pesanti che intendono attraversare il territorio altoatesino utilizzando la SS12. Un gruppo di lavoro coordinato dal Segretario generale della Provincia e composto da tecnici di Agenzia ambiente, Servizio strade, Ripartizione mobilità e Ripartizione sanità, avrà il compito di approfondire gli ultimi dettagli per arrivare alla concreta operatività del divieto. Il transito lungo la statale del Brennero, ovviamente, rimarrà possibile per i trasporti merci interni al territorio provinciale, oppure per quelli che hanno come punto di partenza o di arrivo una località dell’Alto Adige.

Alto Adige Innovazione – 09/10/2018

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Def: Rixi, maggiori investimenti a favore delle realtà portuali dal 2019

Il Governo lavora per aumentare, dal prossimo anno, gli investimenti destinati ai porti. Lo assicura il viceministro alle Infrastrutture e trasporti, Edoardo Rixi, a margine del Forum Internazionale Conftrasporto a Cernobbio, dopo che proprio l’associazione ha lamentato che nel Def in una proiezione al 2032, le risorse per i porti rappresentano solo l’1,8% di quello complessivi. “Bisogna fare di più. Quello che vedo è che l’ultimo governo ha tagliato sul fondo ripartizione dei porti circa il 50% dei fondi stanziati. Nello stanziamento di quest’anno, con i tagli dello scorso anno, il risultato è parecchio pesante”.

“L’anno prossimo – spiega – vedremo di riportarli nella posizione originaria, ma è chiaro che bisogna creare un sistema virtuoso dove siano collegate le entrate dei porti rispetto agli investimenti che vengono fatti, cosicché i porti che riescono ad applicare le risorse nella maniera migliore possono avere investimenti incrementali”.

A chi gli domanda se dunque la percentuale dell’1,8% aumenterà il prossimo anno, “stiamo lavorando per farlo salire” risponde, ricordando anche che “uno dei temi è anche sui coefficienti all’indebitamento sulle infrastrutture. Il fatto di andare a chiedere che alcuni investimenti vengano tolti dal rapporto Pil-debito è proprio per cercare di investire su certe infrastrutture che per noi saranno strategiche nei prossimi anni” conclude Rixi.

Trasporti-Italia.com – 09/10/2018

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Verona: via libera alla gara per ampliare il terminal passeggeri

Il cda della società Catullo a ha dato il proprio voto favorevole alla gara per la realizzazione del Progetto Romeo, relativo alla riqualifica e all’ampliamento del terminal passeggeri dell’aeroporto di Verona. Si tratta del principale intervento sul terminal previsto nel Master Plan 2016 – 2030 e prevede un ampliamento di circa 12.000 mq che porteranno le superfici dagli attuali 24.840 mq a 36.370 mq, a cui si aggiungerà la riqualifica di oltre 10.000 mq esistenti. Il progetto, il cui quadro economico complessivo è di oltre 60 milioni di euro, comprende: la realizzazione di nuove sale d’imbarco al piano primo con torrini d’imbarco (dagli attuali 13 ai 19 gate d’imbarco in totale); la realizzazione a livello interrato di spazi destinati ai magazzini per le attività commerciali; la realizzazione di un nuovo sistema BHS standard III e  la riqualifica architettonica della hall check-in, passando dagli attuali 40 a 46 banchi check-in e della sala imbarchi esistente al piano terra.
Inoltre sono previsti, tra gli altri, interventi di adeguamento alla normativa ai fini antincendio; la compatibilità con le nuove reti di distribuzione dell’energia termica e frigorifera programmate nel previsto progetto della trigenerazione (oggetto di un altro appalto); gli interventi di consolidamento strutturale anche ai fini antisismici e la creazione di un’immagine nuova del terminal sia dal punto di vista architettonico che attraverso l’ampliamento dell’offerta commerciale.

Trasporti-Italia.com – 09/10/2018

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