Ferrovie dello Stato lancia un’app per sviluppare la mobilità collettiva integrata

15 Giugno 2018

“Nugo” è la nuova applicazione per la mobilità collettiva integrata door to door, scaricabile dagli store digitali per Android e iOs lanciata dal Gruppo Ferrovie dello Stato. L’app intende rivoluzionare il viaggio, più comodo e facile, con la possibilità di acquistare in pochi passaggi soluzioni di viaggio integrate con un unico biglietto, scegliendo fra le modalità di trasporto condiviso: treni, metropolitane, autobus, traghetti, car e bike sharing, taxi, con la possibilità di prenotare anche la sosta dell’auto nei parcheggi delle stazioni ferroviarie.

“Grazie a nugo – ha spiegato Fs -, infatti, costruire il proprio viaggio sarà molto più semplice: selezionando partenza e arrivo, il viaggiatore potrà scegliere fra tutte le soluzioni quella in linea con le proprie esigenze in base a durata, mezzi, cambi di vettore e tariffe. Il viaggio, acquistabile con un unico pagamento, sarà personalizzabile grazie a filtri e preferenze, rendendo così gli itinerari sempre più affini alle esperienze del viaggiatore”.

Due installazioni, “nugo space experience”, sono presenti nelle stazioni Venezia Santa Lucia e Firenze Santa Maria Novella, spazi in cui viaggiatori e frequentatori potranno entrare nel mondo virtuale di nugo, vivendo un’esperienza sensoriale con immagini di città, mezzi in movimento e astrazioni artistiche sul viaggio. Fs ha annunciato che, nelle prossime settimane, le installazioni nugo space experience saranno allestite anche in altre stazioni ferroviarie italiane.

Trasporti-Italia.com – 15/06/2018

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Platter, lancia la sfida diplomatica «Toninelli e Scheuer vengano qui»

Il governatore: potenzieremo i controlli sui tir da subito. Il ministro italiano: massima attenzione sul Brennero. I protezionisti si mobilitano. Cipra: «No all’Alemagna».

di Marco Angelucci

I rapporti italiano austriaci viaggiano a corrente alternata. Sulla questione migranti sembra esserci piena sintonia, sui trasporti invece continua ad esserci tensione. Proprio ieri il governatore tirolese Platter, oltre ad annunciare nuovi divieti a partire da ottobre, ha invitato in Tirolo il ministro Danilo Toninelli e il tedesco Andreas Scheuer per verificare di persona «l’inferno dei transiti». Intanto il fronte ambientalista si mobilita anche al di qua del Brennero. I protezionisti hanno annunceranno oggi nuove azioni, anche giudiziarie, per chiedere la tutela della salute lungo l’asse del Brennero mentre la Convenzione per le Alpi ha ribadito la posizione contro nuove arterie di attraversamento delle Alpi come l’Alemagna.

Nella sua relazione al Parlamento, il cancelliere austriaco Sebastian Kurz ha indicato come priorità un rafforzamento dell’asse tra Vienna, Berlino e Roma per stoppare l’immigrazione illegale. Il riferimento alla triplice è valso ai giovane cancelliere pesanti critiche ma è la dimostrazione che Vienna apprezza parecchio la linea dura del nuovo governo in materia di immigrazione. E che nel semestre di presidenza austriaca i due Paesi lavoreranno a stretto contatto.

In tema di trasporti invece la tensione continua ad essere parecchio alta. Il governatore tirolese Günther Platter ha mandato una lettera al ministro dei trasporti italiano Danilo Toninelli e al suo omologo tedesco Andreas Scheuer per invitarli ad un sopralluogo «per constatare di persona gli effetti del transito dei mezzi pesanti lungo l’asse del Brennero».

Platter, che al vertice sui transiti dei tir lo scorso 12 giugno a Bolzano non ha firmato il «Memorandum of understanding», ha detto che da parte tirolese ci saranno ulteriori regolamentazioni e proibizioni. «I controlli dei camion saranno incrementati da subito mentre ulteriori limitazioni scatteranno in autunno» ha aggiunto Platter in una conferenza stampa con la sua vice Ingrid Felipe. Entro il 3 ottobre, data in cui si riunisce il consiglio del Land Tirol, sarà messa a punto una delibera per estendere il divieto di trasporto settoriale per alcune merci e il divieto di transito nelle ore notturne». Insomma il Tirolo non retrocede di un centimetro.

Per il momento il ministro Toninelli non ha ancora in programma una visita a Bolzano ma dal suo entourage assicurano che il ministro «ha ben presente la situazione e sta lavorando al dossier Brennero-A22». Le prime uscite del ministro sono state decisamente favorevoli alla realizzazione della Tav, una mossa che ha parecchio spiazzato i grillini locali tra cui si trova una buona fetta dei militanti ambientalisti contrari al tunnel del Brennero. La firma dell’accordo con Austria e Germania sulle tratte d’accesso, dimostra l’interesse del governo per la Tav. Tuttavia sui transiti Italia e Austria hanno posizioni ancora distanti con il governo che pare parecchio sensibile alle ragioni degli autotrasportatori. L’invito di Platter rischia di rimanere senza risposta.

Anche sul lato italiano però cresce la mobilitazione ambientalista. Questa mattina la Federazione dei protezionisti annuncerà una nuova serie di iniziative contro i transiti. «Abbiamo presentato un ricorso al Tar del Lazio per la mancata adozione di misure per la riduzione delle emissioni da parte del Comitato appositamente nominato dallo Stato. Nel maggio di quest’anno il Tar impegna il comitato ad adottare delle misure entro 30 giorni. Questo termine è scaduto senza risultato. Come si può tutelare della salute dei più di 40.000 confinanti interessati dalle emissioni dell’autostrada?» si domanda il direttore della Federazione Andreas Riedl che oggi annuncerà nuove azioni a tutela del diritto alla salute.

E alza la voce anche il Cipra, il Comitato permanente della Convenzione delle Alpi che chiede di stoppare la costruzione di nuove arterie. «Nella Regione Veneto si susseguono gli inviti a realizzare una nuova superstrada fra Monaco di Baviera e Venezia. Ciò avviene sebbene tutti i paesi interessati (Germania, Austria e Italia) e l’Ue abbiano ratificato il Protocollo Trasporti della Convenzione delle Alpi che vieta la costruzione di nuove arterie attraverso le Alpi. Occorre un impegno per rendere più sostenibili i trasporti» sostiene la presidente del Cipra Katharina Conradin ricordando che: «le Alpi soffrono già abbastanza per il traffico transalpino, il rumore, l’inquinamento dell’aria e pure il cambiamento climatico».

Corriere del Trentino – 15/06/2018

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Le aziende del Nordest spingono il nuovo triangolo industriale

Le Confindustrie di Padova e Treviso e l’asse con Emilia e Lombardia

di Dario di Vico

Tecnicamente l’assemblea delle Confindustrie di Treviso e Padova che si terrà oggi a Marghera si limiterà a benedire la fusione delle due organizzazioni ma l’operazione voluta dai presidenti, Maria Cristina Piovesana e Massimo Finco, coltiva ambizioni decisamente maggiori. Lo testimoniano il titolo («Costruire il nuovo triangolo industriale») e le presenze: il presidente nazionale Vincenzo Boccia, i numero uno di Assolombarda Carlo Bonomi e di Bologna Alberto Vacchi e il principale player bancario italiano, l’amministratore delegato di Intesa Sanpaolo Carlo Messina.
Il triangolo in questione è quello che congiunge il Nordest alla Lombardia e all’Emilia e delimita in qualche modo l’area centrale dello sviluppo italiano, quella che ha sostenuto sulle sue spalle la ripresa dal 2015 ad oggi e la stessa che è riuscita a incrementare di anno in anno l’export. È interessante annotare come nel triangolo convergano sub-culture che in passato avevano caratterizzazioni assai diverse (il Veneto bianco e l’Emilia rossa), come il soggetto-principe oggi non sia più la grande azienda ma le filiere produttive, e ancora come le Pmi più coraggiose siano riuscite ad agganciarsi al nuovo vettore superando così fragilità organizzative e marginalità di mercato e come,infine, le relazioni economiche del triangolo abbiano come interlocutore privilegiato l’economia tedesca.

Nelle settimane che hanno preceduto l’assemblea di Marghera la ripresa ha segnato un rallentamento congiunturale ma i caratteri di fondo del protagonismo post Grande Crisi dell’imprenditoria del Nord non sembrano per ora intaccati.

C’è un gruppo di testa, rappresentato da qualche migliaio di imprese, che ha utilizzato la recessione come occasione di cambiamento profondo – se non di rigenerazione – al proprio interno e nei rapporti di mercato. Resta da mettere a fuoco come uno dei lati del triangolo abbia caratteristiche differenti dal resto dell’universo manifatturiero settentrionale. Milano è una moderna ed europea città di servizi e si candida ad essere insieme calamita e fornitrice di servizi all’eccellenza manifatturiera. La riflessione sul triangolo voluta da Piovesana e Finco non cita esplicitamente il conflitto città-contado che è facile intravedere negli stili di vita e nei comportamenti elettorali di Milano e dei territori ma in qualche maniera lo sottintende e vuole governarlo. L’orizzonte comunque va ben oltre il localismo.

Se il progetto avviato da Treviso e Padova vorrà andare anche oltre la razionalizzazione e il marketing associativo dovrà mettere mano sin da domani ad alcuni temi concreti legati all’integrazione e alla collaborazione tra territori. Il primo riguarda ovviamente le infrastrutture. Grazie anche alle filiere il trasporto su gomma ha sfondato nel ramo merci e gli imprenditori lombardo-veneti sono uniti nel richiedere l’avvio delle Pedemontane e nel protestare per un’Alta Velocità i cui stanziamenti per ora ne limitano il tracciato solo fino a Verona. Il secondo investe le contraddizioni del mercato del lavoro delle tre regioni e l’incredibile mismatch di competenze, le imprese che non trovano i tecnici per crescere nel Paese dei Neet e di un’alta disoccupazione giovanile.

Corriere della Sera/Economia – 15/06/2018

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«Produttività, Verona al top ma Tav e guerra dei dazi ci stanno preoccupando»

Bauli e la graduatoria Istat: «Conferma delle nostre capacità»

di Claudio Trabona

L’Azienda Verona sta in alto, lo sappiamo. Ma è sempre interessante averne conferma statistica, soprattutto se i numeri sono inediti. Come quelli diffusi dall’Istat sulla produttività e il valore aggiunto delle imprese nei territori: per quanto riguarda la prima, la città si piazza all’undicesimo posto nazionale (52.267 euro di «ricchezza» prodotta per addetto, miglior dato veneto) e nel secondo caso conquista la nona posizione (quasi 5 miliardi di valore aggiunto). E tanto per confermare l’eterna vocazione locale, Verona è seconda nella graduatoria del commercio all’ingrosso di frutta e ortaggi freschi. Per Michele Bauli, presidente di Confindustria Verona, è l’ennesima prova «della capacità di creare business che hanno saputo costruire le nostre imprese».

C’è un altro bollino dell’Istat, quindi.

«Verona, in buona sostanza, sta nella top ten della produttività e del valore aggiunto. Mi pare un bellissimo risultato, ottenuto grazie ai fattori che in questi anni abbiamo sempre messo in evidenza: diversificazione delle tipologie produttive, presenza delle multinazionali, felice posizione geografica, attività sempre più internazionalizzate».

I dati Istat sono in realtà del 2015. Se la fotografia fosse più recente?

«Sarebbero ancora migliori, perché beneficerebbero dell’onda di investimenti con il piano Industria 4.0 che noi stimiamo, solo per quest’anno, di circa tre miliardi di euro a Verona».

In quale direzione vanno?

«Da un lato, gli aspetti più prettamente industriali, vedi il miglioramento delle linee produttive nelle imprese manifatturiere. Ma c’è anche un versante commerciale, perché le nostre imprese hanno capito, per fare un esempio, che investire per l’accesso ai big data e alla loro gestione significa poter conquistare nuovi mercati».

Confindustria infatti sta facendo la battaglia per mantenere gli stimoli fiscali. Ma in questi mesi sono entrati in gioco parecchi fattori destabilizzanti.

«Specialmente nei 90 giorni in cui non abbiamo avuto un governo ed è partita la speculazione sui mercati finanziari. Adesso il governo c’è, ed è necessario che vada avanti sulle riforme necessarie al Paese. I temi sul tavolo sono sempre quelli: la conferma degli stimoli fiscali, la lotta alla burocrazia e all’evasione fiscale, per dirne alcuni».

L’allarme tra le imprese del Nordest è suonato a proposito di infrastrutture. Per esempio la Tav, che i Cinquestelle, ora al governo, avversano. La preoccupa?

«Certo che mi preoccupa l’idea di mettere in discussione l’Alta Velocità. Ci abbiamo messo vent’anni per convincere che la Tav va fatta al di qua delle Alpi. È in gioco quella efficienza delle infrastrutture che sta alla base della capacità competitiva di un sistema economico. Nel nostro Paese la carenza in questo ambito si traduce in un aggravio di costi pari al 15% per ogni bene prodotto. Abbiamo bisogno che le merci e le persone viaggino liberamente e più velocemente».

A proposito di circolazione delle merci. Confindustria ha espresso timori sulla guerra dei dazi innescata dalle decisioni del presidente Usa Donald Trump. Timori ribaditi anche da vostri singoli associati.

«È sempre lo stesso concetto: ogni cosa che frena la libera circolazione delle merci, non può che essere una cattiva notizia per le imprese veronesi. Comunque, finora non ho visto conseguenze dirette sul nostro sistema produttivo».

Le associazioni degli industriali di Padova e Treviso hanno annunciato la fusione. Un passo storico. E voi?

«Hanno fatto bene, peraltro seguendo un’indicazione nazionale che ha prodotto altri esempi in Italia. Noi, da parte nostra, non sentiamo la necessità di aggregazioni: siamo la quarta territoriale d’Italia, e mi sembra che i nostri iscritti siano soddisfatti dell’associazione e dei servizi che eroga».

Tornando alle infrastrutture. L’aeroporto Catullo, assai criticato da alcune forze politiche e anche da Cariverona, ora dichiara una crescita del 10% per il traffico.

«Io devo attenermi ai numeri, che mi sembrano buoni soprattutto se teniamo conto da dove si veniva. E se, come dichiarato da Paolo Arena, partiranno presto i lavori per la nuova aerostazione, significa che la direzione è giusta».

Corriere di Verona – 15/06/2018

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Brennero, il Tirolo annuncia nuovi divieti per i tir

Il governatore tirolese Günther Platter ha mandato una lettera d’invito ai ministri dei trasporti italiano Danilo Toninelli (M5S) e al suo omologo tedesco Andreas Scheuer

Il governatore tirolese Günther Platter ha mandato una lettera d’invito ai ministri dei trasporti italiano Danilo Toninelli (M5S) e al suo omologo tedesco Andreas Scheuer per invitarli ad un sopralluogo per constatare di persona gli effetti del transito dei mezzi pesanti lungo l’asse del Brennero.

Platter, che al vertice sui transiti dei tir lo scorso 12 giugno a Bolzano non ha firmato il «Memorandum of understanding», ha detto che da parte tirolese ci saranno ulteriori regolamentazioni e proibizioni.

Trentino – 15/06/2018

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Girardi: «Serve la ferrovia Trento-Penia»

Il presidente di “Transdolomites” chiede progetti sulla mobilità alternativa: «Come la vicina Bolzano»

Mobilità su rotaia, turismo sostenibile, economia. Sono i tre cardini del pensiero di Massimo Girardi. Il presidente dell’associazione “Transdolomites” crede nel suo progetto “Qnex” e nel collegamento Trento-Penia. Appoggiata «a parole da tanti politici», l’idea di Girardi intende togliere dalle nostre strade quante più auto possibili per dare una nuova immagine (e aria) alla nostra provincia, diventando un volano per lo sviluppo turistico. Girardi, in conferenza stampa all’hotel America di Trento, non c’è girato tanto intorno. «Il progetto di collegamento ferroviario intervallivo piace, sia all’assessore Mauro Gilmozzi sia al suo collega Carlo Daldoss, ma ora che si avvicinano le elezioni provinciali è importante che la classe politica non perda altro tempo». Come la vicina Provincia di Bolzano, dice sempre Girardi, anche Trento deve comprendere «il valore strategico della ferrovia, capace di portare cambiamenti alla società civile». E il primo passo – lancia l’appello – potrebbe essere «la progettazione della ferrovia Trento – Penia, via val di Cembra».

In meno di un’ora, Girardi ieri ha fatto un excursus della sua associazione. Dal 2006 ad oggi si è battuta a favore della mobilità alternativa e a favore del turismo sostenibile. Nel 2008 la Provincia presenta il progetto Metroland con cinque corridoi interni. A supporto, nel 2009 Transdolomites presenta “Qnex”, proposta di collegamento ferroviario fra Trento e Canazei attraverso la valle di Cembra. Incontri, presentazioni di progetti, delibere, mozioni, petizioni, determine: carta, fiumi di parole. Ma in concreto, polvere. «Se la Provincia avesse creduto alla nostra visione di mobilità e di integrazione e raggiungibilità del Trentino e avesse accantonato dal 2009 ad oggi 200 milioni all’anno, oggi il Trentino avrebbe avuto in cassa 2 miliardi e 200 milioni di euro da gestire e investire in tali progetti». «Soldi in house che ci avrebbero dato credibilità e concretezza ai cittadini». Con il “tesoretto” la Provincia «avrebbe potuto costruire la Primolano – Feltre (180 milioni), la ferrovia per il lago di Garda (340 milioni di euro), la ferrovia Trento – Penia (1,5 miliardi), il ring di Trento».

Per Girardi non è più tempo di perdere… il treno. «Siamo in un momento storico, con la realizzazione del tunnel di base del Brennero – dice – sarà la grande occasione per allungare la filiera dei trasporti ferroviari fino alle vallate periferiche. L’ambito è quello di Eusalp, con gli altri stati alpini. Per questo occorre avviare la progettazione della ferrovia Trento – Penia Valle di Cembra». E si appella al presidente Rossi: «Deve onorare l’obiettivo del progetto e impegnarsi a portare in sede di Eusalp le valli dell’Avisio per la mobilità sostenibile, deve dare il via ad una nuova stagione della programmazione della mobilità, eliminando progressivamente le differenze fra aree più forti economicamente e quelle in costante sofferenza». Grande assente, l’assessore provinciale fiemmese, Mauro Gilmozzi: «Deve avere uno scatto di orgoglio per lasciare in eredità alla sua valle il progetto per la ferrovia per la val di Fiemme. Malgrado il suo comportamento discontinuo siamo convinti che abbia compreso il valore strategico della ferrovia per queste valli».

Trentino – 15/06/2018

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La Provincia raddoppia le bici a noleggio

I numeri parlano di 100 mila prelievi all’anno. Ma quelle elettriche – troppo delicate e costose – potrebbero essere ridotte

Le biciclette del bike sharing messe a disposizione dalla Provincia raddoppieranno, ma diminuiranno quelle elettriche che costano troppo e sono più delicate. Il servizio “a noleggio”, avviato nel 2014, è richiestissimo dagli utenti: chi usa le bici per andare al lavoro, a scuola o anche per fare piacevoli e suggestive escursioni in sella alle comode biciclette a pedalata assistita.

Solo nel 2017 si contano quasi 100 000 prelievi (circa 80 000 in più rispetto all’anno di partenza) dalle 34 ciclostazioni sparse in tutto il territorio trentino. Sempre di più sono anche gli stalli vuoti delle varie ciclo stazioni, motivo di lamentele da parte dei fruitori abbonati al servizio.

La Provincia ha quindi colto l’opportunità del bando ministeriale di raddoppiare le postazioni non solo nelle città di Trento e Rovereto, ma anche nei Comuni limitrofi situati nella valle dell’Adige, tra la Rotaliana e la Lagarina: ad Aldeno, Besenello, Calliano, Isera, Lavis, Nave San Rocco, Nogaredo, Nomi, Mori, Pomarolo, Villa Lagarina e Volano è prevista infatti l’installazione di undici ciclo stazioni, con la realizzazione di una postazione per Comune, salvo a Villa Lagarina, dove sarà potenziata, con nuovi stalli, la stazione già esistente.

Il costo totale del progetto è di circa un milione e mezzo di euro: attualmente il progetto prevede 124 nuove biciclette elettriche e 80 tradizionali. Ma, spiega il dirigente del Servizio Trasporti pubblici della Provincia Roberto Andreatta, sul potenziamento si è aperta una riflessione in particolare sulla bicicletta a pedalata assistita, «oggetto funzionale, ma a disposizione di soggetti che non necessariamente la utilizzano correttamente». «Infatti- aggiunge- è molto più delicata di una bicicletta ordinaria, quindi richiede costi e tempi di manutenzione molto maggiori».

Trentino – 15/06/2018

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Alemagna: Cipra, no a nuove autostrade attraverso le Alpi

14 Giugno 2018

Su proposta della Cipra (Commissione internazionale per la protezione delle Alpi), il Comitato permanente della Convenzione delle Alpi ha adottato una decisione unanime contro l’autostrada Alemagna tra Venezia e Monaco di Baviera.
Il protocollo trasporti della Convenzione delle Alpi, ricorda Cipra in una nota, non lascia spazio ad alcun dubbio: l’articolo 11 recita che “le parti contraenti si astengono dalla costruzione di nuove strade di grande comunicazione per il trasporto transalpino”.
“Le Alpi soffrono già abbastanza per il traffico transalpino, il rumore, l’inquinamento dell’aria e non ultimo il cambiamento climatico. Per questo motivo, questa netta posizione delle parti contraenti contro il potenziamento della rete stradale transalpina è davvero pregevole”, commenta Katharina Conradin, presidente di Cipra Internazionale.

Ansa/Trentino Alto Adige – 14/06/2018

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Pacchetto mobilità, Filt Cgil: bene la bocciatura del Parlamento Ue, ora riapriamo il dialogo

“Bocciato dal Parlamento europeo il mandato della Commissione Trasporti sul Pacchetto Mobilità, contenente anche le modifiche al regolamento sui tempi di guida e di riposo di camionisti e di autisti di pullman e autobus a lunga percorrenza e le norme sul distacco transnazionale”. E’ quanto riferisce la Filt Cgil nazionale, spiegando che “oggi in plenaria, con il voto della maggioranza degli europarlamentari, sono state accolte di fatto le osservazioni dei sindacati europei ed è stato fermato il percorso avviato lo scorso 4 giugno dalla Commissione Trasporti europea”.

La plenaria dell’Europarlamento ha bocciato infatti il testo di compromesso che era stato raggiunto dentro la commissione Trasporti sul Pacchetto mobilità bloccando così l’avvio dei negoziati con i governi dei 28. Il testo non prevedeva di estendere il principio della “parità di retribuzione per stesso lavoro” al conducente che consegna merci in un altro Stato membro dopo una consegna transfrontaliera. Anche le regole sui tempi di riposo dei conducenti – ritorno a casa o in un altro luogo di loro scelta almeno una volta ogni tre settimane, con diversi margini di flessibilità – non sono state considerate sufficientemente stringenti. L’Aula di Strasburgo dovrà tornarsi a esprimersi sulla questione.

“Con il voto di oggi – prosegue la Filt – la Commissione non ha il mandato a procedere senza discussione e votazione parlamentare e le tematiche inserite nel pacchetto su distacco transnazionale, cabotaggio e tempi di guida e di riposo saranno ridiscusse in plenaria al Parlamento Europeo. Un risultato raggiunto grazie alle iniziative ed alla pressione delle organizzazioni sindacali per contrastare il dumping sociale e per tutelare i lavoratori e garantire la sicurezza stradale. Nel percorso che si è riaperto da oggi – sostiene infine la Filt Cgil – auspichiamo che riparta il dialogo, accogliendo le legittime richieste dei sindacati e dei lavoratori e per sostenere le nostre ragioni continueremo a portare avanti la mobilitazione di tanti lavoratori italiani ed europei”.

Trasporti-Italia.com – 14/06/2018

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Busitalia Fast e Isilines: un accordo per ampliare l’offerta commerciale dei bus a lunga distanza

Un accordo che amplia i canali di vendita in Italia e all’estero per potenziare l’offerta commerciale con autobus per i collegamenti a lunga percorrenza sia in Italia sia all’estero (Francia Olanda, Belgio, Repubblica Ceca), attraverso i network dei servizi commerciali. L’hanno siglato ieri a Roma Busitalia Fast di Busitalia Simet (Gruppo FS Italiane) e Isilines di Eurolines (Gruppo Transdev), nella sede del Gruppo FS Italiane: presenti Maria De Florio AD di Busitalia Simet e da Hugo Roncal AD di Eurolines.

Il Memorandum of Understanding (MOU) prevede che con i sevizi Busitalia Fast e Isilines si potrà viaggiare, prenotando anche all’ultimo minuto, con tariffe vantaggiose sfruttando anche i servizi in code sharing, offerti dai grandi operatori di autobus europei. Il network di agenzie permette di ampliare l’offerta di più di 1.400 destinazioni in Italia, Francia ed Europa.

L’alleanza commerciale con il brand Isilines di Transdev, nato nel 2015, si inserisce nei piani di sviluppo commerciale di Busitalia Fast che vuole diventare, nei prossimi anni, il principale player internazionale nel servizio di lunga distanza in Italia e in Europa, sviluppando la mobilità collettiva e integrata in sinergia con altri sistemi di trasposto del Gruppo FS Italiane.

Trasporti-Italia.com – 14/06/2018

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