Intanto la Commissione europea bacchetta l’Italia per le agevolazioni alle Authority
di Alberto Ghiara
L’Unione europea deve aumentare i finanziamenti ai porti. Lo ha chiesto Bpo, l’associazione delle Autorità portuali del mare Baltico, durante un incontro a Bruxelles. I rappresentanti di Bpo hanno fatto notare che nel periodo 20142020 il 73 per cento dei fondi Cef è stato assegnato al settore ferroviario, Si tratta di 15,7 miliardi di euro, contro soltanto 0,9 miliardi assegnati al settore marittimo. «E’ nell’interesse di tutti i soggetti coinvolti ha scritto Bpo in una nota prendere coscienza che una distribuzione più equilibrata dei fondi fra le modalità di trasporto è necessaria per garantire la sostenibilità e la complessità della rete di trasporto in Europa». Durante l’incontro, ospitato nella sede del Parlamento europeo e organizzato dalla europarlamentare finlandese Merja Kyllönen, è stato presentato anche uno studio di Espo, secondo cui soltanto il 4 per cento di tutti i finanziamenti assegnati con il fondo cef arriva alle Autorità portuali. «Questa commenta Bpo è una quota pericolosamente bassa e dev’essere cambiata nel Cef II». Il dibattito a Bruxelles si è acceso nelle stesse ore in cui la Commissione europea ha bacchettato l’Italia proprio perché avrebbe agevolato le Autorità portuali con esenzioni fiscali illecite. Il presidente di Assoporti, Zeno D’Agostino, ha criticato la lettera con cui la Dg Competition della Commissione europea minaccia il governo italiano di avviare una procedura d’infrazione, spiegando che «il presupposto è che le Authority italiane siano, come quelle nordeuropee, società che fanno utili. Invece no: sono enti pubblici. Chiedere allo Stato di tassarle equivale a chiedere di tassare sé stesso». Anche i porti dell’Europa settentrionale hanno recriminazioni da fare per quanto riguarda le scelte dell’Unione europea. «Bpo afferma Bogdan Ołdakowski, segretario generale dell’associazione baltica chiede una distribuzione più bilanciata del denaro dell’Unione fra le diverse modalità di trasporto nel futuro bilancio dell’Unione europea per le infrastrutture di trasporto, perché recenti esperienze hanno dimostrato un grande squilibrio. I finanziamenti dell’Unione europea per i progetti portuali sono stati molto più bassi rispetto ad altri modi di trasporto. Il massiccio ammontare dei fondi assegnati in primo luogo ai progetti delle ferrovie può essere osservato anche nei paesi del Baltico». Cef (Connecting Europe facility) è un programma dell’Unione per finanziare progetti per le infrastrutture nel periodo 20142020. Ha sostituito i precedenti programmi TenT, TenE e Marco Polo II. L’Unione europea ha avviato le consultazioni per elaborare Cef II, il programma di investimenti infrastrutturali per il periodo 2021-2028. Se fra il 2014 e il 2020 sono stati assegnati complessivamente 24 miliardi di euro, Espo ha pubblicato uno studio in cui afferma che Cef II dovrebbe avere una dotazione doppia, di 48 miliardi di euro. I porti del mar Baltico aspirano ad avere una quota maggiore di questi fondi rispetto a oggi: «Il mercato portuale baltico si sta sviluppando molto velocemente e il tasso di questo sviluppo è superiore a quello degli altri porti europei. Lo scorso anno il tasso di crescita del traffico container nel Baltico è aumentato raggiungendo il +8,95 per cento contro il +5,6 per cento del 2016 Rispetto alla crescita complessiva del trasporto di container in Europa (+2,14 per cento) lo sviluppo dinamico non può essere negato». Né può essere negato il dinamismo con cui i porti del Nord Europa si muovono nelle sedi europee per ottenere una maggiore attenzione da parte delle istituzioni di Bruxelles.
L’Avvisatore Marittimo – 18/04/2018
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