Intermodalità: in Veneto in treno, bus e bici. Ecco le proposte per il 2018 di Regione e Trenitalia

27 Marzo 2018

“Se l’intermodalità nel campo dei trasporti è uno degli obiettivi della Regione Veneto, ancor più importante è riuscire a integrare le diverse forme di mobilità che favoriscono una scoperta più attenta e gradevole del bellissimo territorio veneto”. Lo ha detto assessore regionale ai trasporti, Elisa De Berti,presentando stamane a Verona l’offerta di servizi di trasporto integrato “Treno + Bus + Bici” per il 2018 nel Veneto.

Nel corso della conferenza stampa, ospitata dal Comune della città scaligera, sono state illustrate le caratteristiche dei tre servizi:
–    collegamento diretto Venezia – Mantova via Verona, denominato “VeronaTrenoBici”;
–    collegamento diretto Verona/Vicenza – Latisana e viceversa, denominato “TrenoBici del Mare”;
–    collegamenti diretti Vicenza – Calalzo e Venezia – Calalzo, denominati “TrenoBus delle Dolomiti”.

‘Treno + Bus + Bici’ è la risposta a una domanda crescente dei cittadini di muoversi sempre più agevolmente con le due ruote, ma è anche un’opportunità per sviluppare l’offerta turistica del Veneto”, ha aggiunto De Berti.
“Un’offerta che contempla sempre più un approccio slow – le fa eco il collega assessore regionale al turismo, Federico Caner –, di cui la bicicletta è una delle principali interpreti. Un modo di fare turismo, come vacanza ma anche come escursione, che coinvolge diverse componenti, dal ricettivo alla ristorazione, dai servizi all’enogastronomia, favorendo una connessione tra mete già celebrate e altre che stanno ottenendo sempre maggior attenzione e che riescono a essere sempre più attrattive”.

“E’ motivo di orgoglio presentare a Verona un servizio di rilevanza regionale – ha detto Luca Zanotto, assessore ai lavori pubblici, infrastrutture, viabilità e traffico del Comune di Verona – a conferma dell’importante ruolo che il territorio veronese riveste in tema di mobilità sostenibile. Solo poche settimane fa, sempre con l’assessore De Berti, abbiamo presentato il progetto di completamento dei tratti mancanti della ciclopista dell’Adige, che farà diventare la città scaligera punto di collegamento per la ciclovia del Sole. Un progetto davvero strategico e fondamentale per Verona, possibile solo grazie al contributo della Regione e al rapporto di collaborazione sempre più stretto con la città di Verona”.

“Negli ultimi anni la Regione ha voluto imprimere un cambio di passo ai servizi – ha sottolineato il direttore regionale di Trenitalia, Tiziano Baggio –, sia per quanto concerne la qualità del trasporto pubblico locale, sia per quei treni destinati a passeggeri che vanno alla scoperta di un territorio veneto che non ha uguali per ricchezza del patrimonio artistico, culturale e ambientale. Ed è bello constatare che il treno diventa uno strumento importante di valorizzazione di tale patrimonio”.

Un concetto, quello dell’integrazione tra diversi mezzi di trasporto, ribadito, per quanto riguarda la mobilità su gomma, da Giuseppe Pat, presidente di Dolomiti Bus, ma anche dal presidente veneto della Fiab, Federazione Italiana Amici della Bicicletta, Luciano Renier, accompagnato dal collega veronese, Corrado Marastoni.

L’assessore De Berti, infine, ha ricordato che i chilometri di piste ciclabili nel Veneto sono 1.300 e che la realizzazione di altri 400 chilometri è già stata finanziata dalla Regione: “nel nostro territorio si trovano tutti gli scenari possibili – ha evidenziato –, dalla montagna alla costa, dalle colline ai laghi, dalle isole lagunari al Delta del Po. Un vero e proprio paradiso per gli appassionati delle due ruote. Non a caso, infatti, ben cinque delle dieci ciclovie di interesse nazionale attraversano la nostra Regione: del Sole (Verona-Firenze), del Garda, VenTo (Venezia-Torino), Adriatica, Venezia-Trieste”.

Trasporti-Italia.com – 27/03/2018

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Delta riprende i voli della stagione estiva tra Italia e New York

Dal prossimo 29 marzo Delta Air Lines riprende a operare il volo nonstop stagionale da Roma a Detroit, mentre il 2 aprile sarà riattivato il collegamento da Venezia a New York.
Il collegamento tra Roma Fiumicino e il Detroit Metropolitan Airport sarà operato sei volte a settimana, per poi diventare giornaliero dal 23 maggio, con un aeromobile A300-330, e si aggiunge ai voli per New York e Atlanta di Delta da Roma operativi tutto l’anno.
Il volo dal Marco Polo di Venezia al John Fitzgerald Kennedy di New York sarà giornaliero, operato con un aeromobile B767-400. Una volta giunti a Detroit e a New York, i passeggeri italiani hanno la possibilità di proseguire il proprio viaggio in tutti gli Stati Uniti e oltre, grazie a un network di oltre 200 voli in coincidenza.
“Anche quest’anno Delta rafforza il suo network transatlantico per rispondere alla forte domanda di collegamenti dell’alta stagione, riprendendo a operare due tra i voli più popolari tra Italia e Stati Uniti – il Roma/Detroit e il Venezia/New York – già a partire dalla fine di marzo – ha commentato Corneel Koster, senior vice president Delta per l’Europa, il Medio Oriente, l’Africa e l’India -.  Delta investe in maniera continua e considerevole per offrire ai propri passeggeri il massimo comfort a terra e in volo, e combina un eccellente servizio di bordo con soluzioni tecnologicamente avanzate e una impareggiabile offerta di collegamenti verso e in tutti gli Stati Uniti e oltre”.
Con l’orario estivo 2018 Delta opererà complessivamente fino a 7 collegamenti nonstop fra l’Italia e gli Stati Uniti dagli aeroporti di Roma, Milano e Venezia.

Trasporti-Italia.com – 27/03/2018

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Aeroporto di Treviso: rotte di decollo su S. Angelo, S. Antonino e San Zeno

26 Marzo 2018

Treviso. Ca’ Sugana deve rispondere entro aprile, incontro con i vertici dell’Aeronautica Quinto esulta: «È passato il principio della equa distribuzione dei disagi».

di Alessandro Bozzi Valenti

Anche il capoluogo dovrà sempre di più fare i conti con decolli e rumore. Sono previste delle rotte diverse rispetto a quelle preannunciate in passato, meno impattanti secondo i tecnici, ma comunque sui cieli della città, in particolare su Sant’Angelo, San Zeno e Sant’Antonino. Le novità giungono da Roma in seguito a un incontro alla presenza di tutte le autorità coinvolte, e riguardano essenzialmente le nuove procedure di decollo che i piloti dovranno osservare quando partiranno dallo scalo trevigiano. Cosa che, in passato, era avvenuto in un periodo di sperimentazione e che attualmente accade solo in caso di vento o meteo sfavorevoli. Un aspetto, quello delle nuove procedure di decollo dal Canova, che in questi giorni mette sul “chi va là” la giunta di Ca’ Sugana, da sempre contraria al sorvolo degli aeromobili su centro e quartieri. Quel che sembra certo, comunque, è che Treviso dovrà dire la propria già entro aprile. Lo stesso farà la Provincia. Quinto, Save, Arpav ed Enav pare abbiano già dato il proprio “ok”.

Da Roma, intanto, salirà a breve almeno un rappresentante dell’Aeronautica Militare per incontrare Manildo & co ed illustrare quanto pensato per evitare le ricadute sul centro storico della città. Una richiesta, quella di un vertice a Ca’ Sugana per sviscerare al meglio la questione nuove rotte, partita proprio dall’assessore all’Ambiente Luciano Franchin.

Dopo l’incontro, se tutto andrà liscio, partirà la sperimentazione, che solitamente ha una durata di almeno un anno. Il tutto a prescindere dal piano di sviluppo (il cosiddetto “Strumento di pianificazione e ottimizzazione al 2030” del Canova) presentato da Save-Aertre e attualmente al vaglio – assieme a varie documentazioni, comprese le osservazioni presentate da Provincia, comuni (Treviso compreso) e comitati – del ministero dell’Ambiente. Perché, se il piano, l’ennesimo presentato dai gestori dopo bocciature, rinvii e ridimensionamenti, che prevede l’aumento dei voli a quota 22.300 movimenti (già toccati però lo scorso anno) vedesse il benestare ministeriale, sembra sempre più inevitabile una distribuzione dei decolli tra Trevido e la vicina Quinto. Un aspetto da tempo richiesto dal primo cittadino leghista di Quinto, Mauro Dal Zilio, ma a cui, da sempre, era seguito il “niet” del municipio trevigiano. Al momento, se Quinto nelle proprie osservazioni al piano di Save-Aertre aveva richiesto una distribuzione dei decolli pari al 50% con Treviso, mantenendo comunque in toto gli atterraggi, non si parla tuttavia di percentuali o ripartizioni precise.

Da Roma, comunque, trapela la volontà di arrivare ad una “equa distribuzione”. Distribuzione che, non a caso, prevede novità non solo dal punto di vista del percorso degli aeromobili ma anche sulle procedure antirumore che i piloti saranno chiamati a rispettare.

Da Ca’ Sugana, la cui voce è ovviamente importante ma non burocraticamente fondamentale per l’approvazione delle nuove rotte, trapela comunque cautela.

«Allo stato attuale si tratta di una serie di proposte», spiega l’assessore Luciano Franchin, celando di fatto l’irritazione che il piano ha in realtà provocato a Ca’ Sugana, da sempre contraria all’ipotesi dei decolli sulla città, «è tutto da discutere e per questo a breve faremo combaciare le varie agende con i tecnici dell’Aeronautica per un incontro. Quel che è certo è che senza l’unanimità sulla decisione si toglierebbe qualcosa di importante».

La Tribuna di Treviso – 26/03/2018

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Viaggiatori e merci: scenari in evoluzione

Fitto il programma degli interventi e diversi gli sviluppi in fase di valutazione. Previsti nuovi servizi nei corridoi Baltico-Adriatico e Scandinavo-Mediterraneo

Il masterplan allegato all’accordo stipulato tra Regione Emilia-Romagna, Rfi e Fer pianifica interventi fino al 2021. In prospettiva, l’obiettivo è quello di trasferire allo Stato l’intera rete ferroviaria, per adeguarla dal punto di vista tecnologico e innalzarne il livello di sicurezza, comprendendo le linee dedicate ai viaggiatori e quelle al traffico merci. Nello specifico vengono indicate l’attivazione della nuova Bretella Venezia e il conseguente spostamento dei servizi a mercato Roma/Napoli-Venezia dai binari di superficie al passante di Bologna; il potenziamento del sistema di distanziamento della tratta PM S. Viola-Casalecchio G; la velocizzazione della linea Bologna-Lecce, con recupero dei tempi di viaggio sui servizi a lunga percorrenza; la realizzazione del nuovo sistema di distanziamento sulla linea Verona nella tratta Crevalcore-Nogara; l’armonizzazione dei servizi a lunga percorrenza negli impianti della tratta Bologna-Rimini; il rinnovo e il potenziamento del sistema di distanziamento sulla linea Bologna-Prato e l’acquisizione, da parte di Rfi, di alcune linee Fer (Parma-Suzzara; Reggio Emilia-Guastalla; Reggio Emilia-Sassuolo; Suzzara-Ferrara; Reggio Emilia-Ciano d’Enza; Modena-Sassuolo; Casalecchio-Vignola; Ferrara-Codigoro; Bologna-Portomaggiore; Portomaggiore-Dogato). Per il traffico viaggiatori in Emilia-Romagna, Rfi annuncia ulteriori sviluppi, alcuni già in essere e altri in fase di valutazione. Tra i primi sono indicati l’interramento della linea ferroviaria per il raddoppio della tratta Casalecchio G-Sasso Marconi, la realizzazione in galleria della nuova fermata di Casalecchio di Reno e il completamento del sistema delle fermate urbane del Servizio Ferroviario Metropolitano nel Comune di Bologna. In fase di valutazione, invece, l’elettrificazione della linea Reggio E-Ciano, il raddoppio della Linea Pontremolese e quello della tratta Quattro Ville Sud Soliera-Carpi sulla Linea Modena-Mantova; il quadruplicamento della tratta Bologna-Castel Bolognese sulla Linea Bologna-Rimini, il potenziamento della linea Costei Bolognese-Ravenna e il completamento del progetto di Trasporto Rapido Costiero sulla tratta Ravenna-Rimini. Gli scenari di sviluppo per il traffico delle merci prevedono infine la creazione di itinerari alternativi e di nuovi itinerari merci, oltre alla nascita di nuovi servizi merci nei corridoi Baltico-Adriatico e Scandinavo-Mediterraneo, con la potenziale diversione del traffico merci da gomma a ferro e lo sviluppo di nuove relazioni di traffico tra Porto di Livorno e Porto di Ravenna.

Il Sole 24 Ore – 26/03/2018

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RAM vuole avvicinare Italia e Grecia

Con il progetto Adri-up la società del MIT punta a rafforzare le autostrade del mare nell’area adriatico-ionica

Si chiama Adriatic Mos Upgraded Services/Adri-up il nuovo progetto promosso da RAM – che lo presenterà ufficialmente nel corso dell’edizione 2018 della fiera SITL di Parigi – per rendere più efficienti i collegamenti Italia-Grecia, potenziando il sistema delle Autostrade del Mare nell’area adriatico-ionica. L’iniziativa, tra i cui partner figura appunto la società guidata da Ennio Cascetta e braccio operativo del MIT che da anni si occupa di Autostrade del Mare, ha l’obiettivo di sviluppare i collegamenti nell’area attraverso una serie di progetti e interventi infrastrutturali nei porti di Trieste, Ancona ed Igoumenitsa (Grecia) e nel retroporto di Fernetti, con lo scopo di potenziare i servizi lungo il corridoio adriatico ionico e in connessione con tre corridoi della rete centrale TEN-T: Bac, Scan-Med ed Orient-East Med. I vantaggi previsti, spiega RAM in una nota, sono molti, a partire dall’aumento dei flussi di traffico passeggeri e merci, la promozione del trasferimento modale e collegamenti efficienti tra i porti e i nodi dell’hinterland, così come la riduzione delle emissioni inquinanti attraverso il trasferimento modale dalla strada al trasporto marittimo e ferroviario.

Ship2Shore – 26/03/2018

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Trieste Airport, privatizzazione al via: in pista anche i cinesi

Venerdì all’esame del cda la gara per la cessione del 45%. Fra i candidati Atlantia, Save, Fraport, Everbrigh e Hna

di Marco Ballico

Si apre la settimana dell’ultima tappa verso il bando di vendita di Aeroporto Fvg. Venerdì 30 marzo il cda della società di proprietà della Regione approverà la gara per l’acquisizione del 45% della spa (con l’opzione per un ulteriore 10% dopo tre anni). A stretto giro seguirà la pubblicazione prima nella Gazzetta europea, quindi in Gazzetta Ufficiale. E a inizio aprile gli aeroporti con almeno 10 milioni di Wlu (Work Load Unit, la somma di passeggeri e merci gestite in un anno), requisito chiave per partecipare alla corsa, potranno presentare un’offerta.

Nel cda di venerdì, fa sapere il direttore generale Marco Consalvo, verrà dato il via libera anche al nuovo piano industriale.

«Un passo fondamentale per la continuità dello sviluppo intrapreso da Trieste Airport negli ultimi due anni», ha detto giorni fa Antonio Marano, presidente di Aeroporto Friuli Venezia Giulia. I contenuti, che verranno svelati a fine seduta, compresa una scadenza del bando che sarà fissata, secondo il codice degli appalti, non prima di 35 giorni dalla data di apertura, saranno un punto di riferimento per gli investitori. Perché la scelta, alla fine, cadrà su chi avrà formulato la miglior prospettiva di crescita per uno scalo che la gestione Marano-Consalvo ha innanzitutto riportato in attivo per poi puntare al traguardo del milione di passeggeri. Dalla seduta del cda emergerà anche la base d’asta. Sin qui si è parlato di 30-35 milioni di euro, visto che, altra indiscrezione, il consulente tecnico, Kmpg – che nell’operazione si è affiancato allo studio legale Dentons –, avrebbe assegnato a Trieste Airport un valore attorno ai 70 milioni.

Ma se la cifra definitiva rimane top secret, proprio per l’intenzione di individuare un partner che porti sviluppo e non speculazione, è già certo che verrà privilegiata un’offerta industriale e non finanziaria. A soddisfare la richiesta, proprio a partire dal paletto di un traffico non inferiore ai 10 milioni di Wlu, ci sono solo alcuni gruppi italiani. A correre, così si ipotizza, potrebbero dunque essere in primis Atlantia, che fa capo ai Benetton e che controlla la società Aeroporti di Roma, e F2i, fondo privato che ha nelle sue mani Torino e Napoli, una quota di Bologna ed è azionista di riferimento di Milano Malpensa, Linate e Alghero.

Con Save, che nelle recenti dichiarazioni è sembrata snobbare Ronchi, ma che certamente un’occhiata al bando lo darà, non è escluso che nella partita possa entrare anche Bergamo. Senza dimenticare, trattandosi di gara aperta, che ci sono gli stranieri. Quello con più ambizioni è Fraport, recentemente attivo su Lubiana (ha acquistato il 75% per 177 milioni di euro) e sulla Grecia (con 1,2 miliardi si è portato a casa 14 scali regionali), ma c’è anche Aéroports de Paris. Tra gli outsider, il gruppo Everbrigh di Hong Kong, che ha acquisito Tirana, e i cinesi di Hna, che guardano a Belgrado e hanno introdotto il volo da Pechino, via Praga, verso la capitale serba. E i vertici di Trieste Airport esprimono soddisfazione per la definizione di un percorso avviato in autunno e infine concretizzato dopo i visti ministeriali e dell’Enac. «Grazie a un bando innovativo – dice Marano – ci apriamo ai mercati internazionali».

Il Piccolo – 26/03/2018

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Camion e treno: ecco i limiti di massa per i trasporti combinati

Trasporto combinato e limiti di massa. Il ministero dell’interno (Dipartimento pubblica sicurezza) ha diffuso alle prefetture e agli organi di controllo una circolare per dare risposta a un quesito formulato dall’associazione Anita in merito ai limiti di massa complessiva a pieno carico che devono rispettare i veicoli impegnati in operazioni di trasporto combinato, per assicurare uniformità nell’applicazione delle disposizioni.

In materia di pesi e dimensioni, la direttiva ha stabilito per i container e casse mobili fino a 45 piedi utilizzati nel trasporto combinato il peso massimo di 44 ton, stesso limite stabilito dal Codice della strada per la circolazione in Italia.

Al fine di rimuovere ogni ostacolo al trasporto combinato e svilupparne la crescita, la circolare chiarisce che nelle tratte stradali iniziali e finali di un trasporto combinato le UTI (casse mobili, container, rimorchi e semirimorchi) possono circolare fino ad un peso di 44 ton, analogamente a quanto stabiliscono le norme nazionali in materia di pesi e nei limiti delle caratteristiche tecniche dei veicoli. Il trasporto internazionale tutto-strada, al contrario, fa riferimento al limite di peso di 40 ton. Viene infine ribadita la validità della circolare del Mit del 18 marzo 2008 sui trasporti combinati.

“Riteniamo questo un ulteriore importante risultato per le imprese del settore, dopo quello ottenuto che ha elevato l’altezza dei complessi veicolari impiegati in trasporti combinati a 4,30 m ed il riconoscimento della possibilità di circolare con copia del libretto di circolazione autenticata dal proprietario del veicolo”, scrive Anita in una nota.

Trasporti-Italia.com – 26/03/2018

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Venezia: concessione fino al 2024 per Pilkington. Rilancio per lo stabilimento a Porto Marghera

Si è concluso positivamente l’iter che ha condotto alla stipula della concessione pluriennale che l’Autorità di Sistema Portuale del Mare Adriatico Settentrionale ha assegnato fino al 2024 alla Pilkington Italia Spa, la storica vetreria industriale operante aPorto Marghera.
La Pilkington è fortemente legata alla storia di Marghera e del porto: lo stabilimento vetrario risale infatti al 1924, per conto della Società Italiana Vetri e Cristalli. Da allora il sito produttivo ha subìto diverse vicende societarie. A seguito di ristrutturazioni a livello globale, il 16 giugno 2006, il Gruppo Pilkington viene acquistato dall’azienda Giapponese Nippon Sheet Glass (NSG) mantenendo “Pilkington” un marchio primario all’avanguardia dell’industria.

“Oggi siamo soddisfatti e orgogliosi di rilanciare ufficialmente un modello aziendale che ha dimostrato solidità e concretezza: sono queste le aziende che fanno crescere il nostro Porto e il nostro territorio” ha affermato il presidente dell’Autorità di Sistema Pino Musolino. “Siamo a fianco della Pilkington, che nella sua decisiva fase di rilancio torna a investire a Porto Marghera puntando sull’innovazione: innovazione che guarda caso, ancora una volta, parte da qui. Mentre molte voci parlano, spesso a sproposito, di Porto Marghera, diamo un segnale concreto e reale del rilancio di Porto Marghera e del futuro possibile, che comincia oggi”.

Venezia è sempre stata, nella sua storia, uno dei centri fondamentali dell’industria vetraria, per la rete di trasporti navali che ieri come oggi la collega con i luoghi di produzione della materia prima, per la sua vocazione commerciale ma soprattutto per le capacità tecniche che qui prima che altrove si sono espresse in questo settore.
“Con la firma di oggi confermiamo la volontà di andare avanti, e continuare nel futuro a investire nella sede di Marghera, che per la sua posizione strategica ci consente di ricevere via mare la materia prima, e dall’altro di essere collegati con tutti i maggiori mercati europei” ha affermato, al termine della stipula, Michetti.

Il periodo di rilancio ha avuto impatti positivi anche sul fronte occupazionale: la Pilkington Italia di Porto Marghera conta 192 dipendenti, di cui sessanta sono stati assunti recentemente a seguito della riaccensione del forno di produzione. Il fatturato dell’azienda nell’esercizio chiuso al 31 marzo 2017 è stato di circa 60 milioni di euro.
In chiusura, il Presidente Musolino ha voluto sottolineare che “l’iter amministrativo-procedurale per il rilascio della concessione pluriennale è stato concluso in tempi record, e ottimizzato dall’integrazione in un unico atto dell’autorizzazione e della concessione, entrambe necessarie ai sensi di legge per svolgere attività imprenditoriale: un’ottimizzazione che è stata possibile da un lato grazie a una performance procedurale innovativa condotta in sinergia dagli Uffici competenti dell’Autorità di Sistema Portuale e dall’altro dalla piena operatività della Pilkington nei vari step che hanno condotto alla firma”.

Trasporti-Italia.com – 26/03/2018

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Belt and Road: a Trieste accordo con investitori cinesi sul ‘sistema arredo’ made in Italy

La costruzione di un “experience center”, un’esposizione interattiva a Chengdu, il capoluogo della provincia di Sichuan considerato tra i centri con maggiore potenziale di sviluppo in Cina, per fare conoscere e valorizzare il made in Italy a partire dalle imprese dell’arredo del Friuli Venezia Giulia. È quanto prevede l’accordo siglato oggi nel corso del “Belt and road Forum” organizzato a Trieste e che, attraverso investimenti cinesi, svilupperà nuove formule espositive nella provincia con oltre 90 milioni di abitanti.

Il memorandum of understanding è stato firmato dall’International center of italian design (Icide), proprietà del Cluster arredo e sistema casa del Friuli Venezia Giulia, che rappresenta un sistema economico di 2.500 aziende e un comparto che è cresciuto nell’export del 10 per cento nel 2017. La controparte cinese è rappresentata dal Chengdu Yiqidao cultural industry and design development e dal Sichuan Ilo design and space arts cultural. L’amministratore unico di Icide, Carlo Piemonte, ha firmato l’accordo assieme a Jie Xue, cofondatore del centro di Chengdu Yiqidao e Wei Zeng, presidente del Sichuan Ilo.

In concreto l’accordo prevederà l’allestimento di esposizioni e la realizzazione di scambi nell’Italian design experience centre nella Tianfu new area di Chengdu. “Da oggi lavoreremo – hanno anticipato Piemonte e il presidente del cluster arredo Franco di Fonzo – per la creazione di un progetto che prevede sistemi di ‘virtual room’ con collegamenti per vivere dall’Italia un’esperienza in diretta, ripresa a 360 gradi tramite visori; l’esposizione di prodotti di aziende top brand e di marchi sconosciuti in Cina ma direttamente acquistabili in loco; una sala didattica per formare personale cinese su assistenza post vendita e una sala degustazione di prodotti enogastronomici con possibilità di acquisto on line”.

In un secondo tempo sono previsti investimenti per la costruzione di uno spazio su 20.000 mq in cui ospitare una “Little Italy” del design e del gusto che, una volta avviata a Chengdu, potrà essere replicata in altre città.
A margine della firma, il cofondatore del Chengdu Yiqidao, Jie Xue, ha ribadito la volontà di rappresentare “un ponte per scambiare la cultura italiana e quella cinese, seguendo la politica della ‘One belt one road’. Porteremo – ha detto – design, cultura e made in Italy ai nostri amici cinesi”.

Il direttore di Invest Sichuan in Italia e Svizzera e presidente della Fondazione Progetto Italia-Cina, Wang Xin, ha rilevato come la provincia sud occidentale “sarà la più strategica e di certo la più attenta al design e al made in Italy. Siamo pronti – ha aggiunto – a favorire le aziende italiane e del Friuli Venezia Giulia che troveranno un alto potenziale di acquirenti e consumatori”.

Nel corso del Forum, Xu Xiaofeng, ministro consigliere dell’Ambasciata della Repubblica popolare cinese in Italia, ha tracciato uno scenario improntato dalla volontà della Cina di costruire, con la Via della Seta, “una nuova fascia di collaborazione globale” all’interno dell’obiettivo generale di preservare il libero scambio e una comunità mondiale aperta. Cooperazione, economia e tolleranza tenendo conto degli interessi di entrambe le parti, queste le parole chiave di Xu. Impegni rafforzati dalla strategia South South e dalla cooperazione triangolare Unido, di cui è coordinatore Gong Weixi. Lo scorso settembre a Vienna, proprio a cura dell’Unido, la strategia della Via della Seta si era declinata nell’impegno a sostenere le economie verdi nelle città. “Vogliamo avere una collaborazione con il Friuli Venezia Giulia”, ha ribadito Gong e “il porto di Trieste nella strategia South South è molto, molto importante”

Trasporti-Italia.com – 26/03/2018

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Pendolari: da Alstom 54 treni POP a Trenitalia per Abruzzo, Liguria, Marche e Veneto

Alstom si è aggiudicata quattro contratti del valore di circa 330 milioni da Trenitalia per la fornitura di 54 treni regionali Coradia Stream che saranno in circolazione nelle regioni Abruzzo (4 treni), Liguria (15 treni), Marche (4 treni) e Veneto (31 treni). Queste nuove commesse sono parte dell’accordo quadro firmato nell’agosto 2016 da Alstom e Trenitalia. I 54 POP si aggiungono ai 47 già ordinati dalla Regione Emilia Romagna nel 2016.

Il treno Coradia Stream, battezzato come “POP” da Trenitalia è l’ultima generazione dei treni progettati per linee regionali e che collegano più città. E’ un treno a unità elettrica multipla (EMU) che raggiunge una velocità massima di 160 km/h nella sua versione regionale. Il treno ordinato da Trenitalia può trasportare più di 300 passeggeri seduti ed è di facile accesso grazie all’ingresso “a raso” del marciapiede. Progettato per essere ecologico è riciclabile al 95%.

“Siamo molto lieti che Trenitalia e le Regioni Abruzzo, Liguria, Marche e Veneto abbiano rinnovato la loro fiducia nella famiglia dei treni regionali Coradia di Alstom e ci auguriamo di ottenere presto la fiducia anche di altre Regioni. “Pop” è stato molto apprezzato dalle autorità locali e dai passeggeri che hanno potuto ammirarlo in anteprima, visitando il modello in scala reale, durante le tappe del road show #lamusicastacambiando nelle principali città italiane” ha dichiarato Michele Viale, amministratore delegato e direttore generale di Alstom in Italia.

I treni Coradia Stream “POP” sono prodotti da Alstom in Italia. Lo sviluppo  del progetto, la produzione e la certificazione sono fatte nel sito di Alstom di Savigliano (CN). La progettazione e la produzione dei sistemi di trazione e altri componenti  nello stabilimento di Sesto San Giovanni (MI) e i sistemi di segnalamento di bordo sono affidati al sito di Bologna.

Trasporti-Italia.com – 26/03/2018

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